Votes given by Nah(la)‚ i’m good

  1. .
    Benedictus Deogratias
    Erisha Byrne
    In all of creation, all things great and small,
    you are the one that surpasses them all,
    more precious than any diamond or pearl.
    They broke the mold, when you came in this world...
    Benedictus non si riteneva intelligente, non lo era, un po’ perché farlo avrebbe significato peccare di immodestia e sovrastimarsi, un po’ perché realmente convinto della propria incapacità. Tuttavia, non poteva negare che, almeno in certi campi, non fosse del tutto digiuno di cervello. Anche perché, come gli diceva sempre Ficus, con tutti i libri che leggeva non poteva essere poi davvero così stupido (cosa che invece sosteneva Mona, anche se, naturalmente, in modo del tutto affettuoso, lui lo sapeva)!
    Eppure nessun libro lo aveva preparato a quello che stava per succedere. Ironico, visto che, da Cime tempestose in poi, lui ed Erisha avevano mostrato una predilezione forse un tantino sospetta per romanzi che parlavano di sentimenti e, nello specifico, d’amore. Paris l’aveva sfottuto in più e più occasioni, beccandolo con il naso immerso in quelle pagine, ma superati i primi istanti di imbarazzo Ictus si era stretto nelle spalle e aveva continuato a leggere. Gli piaceva farlo e gli piacevano quei libri. E, sebbene non volesse portare alla luce del sole quella consapevolezza, affrontarli in compagnia di Erisha aveva tutto un altro sapore.
    Anche lui, come lei, non capiva. O meglio, con tutta probabilità non voleva capire. Perché quel commento che gli era sfuggito dalle labbra, quella constatazione sul fatto che sì, era uno dei dormitori femminili di corvonero, ma quel solo e unico letto non poteva che essere quello di Eri, sottintendeva, che gli piacesse o meno, un’altra consapevolezza, una che non era abbastanza stupido da non cogliere. Insieme alla Byrne aveva letto abbastanza romance, nei mesi precedenti, da non cogliere quel trope così diffuso e, per quanto scontato, capace ogni volta di imbarazzarlo piacevolmente.
    «… stanza delle necessità?» Annuì quasi all’istante, senza rifletterci su, perché non poteva essere altrimenti. Gli ci vollero quindi parecchi secondi perché, però, quel nuovo elemento si sedimentasse in lui, unendosi al resto dei pezzi. Compreso il forte imbarazzo di Erisha, così forte che lei fu costretta a voltarsi verso il letto, il suo letto, per non doverlo più guardare.
    Perché era colpa sua.
    Era lui che, trovandosi senza realizzarlo davvero (ma forse sapendolo, nel profondo della sua mente traditrice) davanti alla Stanza delle Necessità, aveva desiderato che questa prendesse la forma che ora aveva messo Eri tanto a disagio.
    Era lui il pervertito. Lui, il cui sangue ribolliva ogni volta che la pensava, figuriamoci quindi quando era così vicina anche fisicamente. Lui, che ogni volta che chiudeva gli occhi, ma in realtà anche quando li aveva ben aperti sul mondo, non poteva fare a meno di raffigurarsela, e non sempre limitandosi ai suoi occhi e al suo sorriso. Lui, che ormai da mesi aveva scoperto che il suo corpo non era brutto e deforme e sbagliato solo fuori, ma anche dentro, perché reagiva in modi a cui non voleva neanche pensare, figuriamoci vedere, e che erano così dolorosamente piacevoli da rendergli la vita quasi impossibile, perché sapeva che solo accanto a una persona, solo con Erisha, sarebbero al contempo peggiorati e migliorati vertiginosamente.
    Il senso di colpa, per Ictus, era sempre stato una seconda pelle, tanto una corazza quanto uno strumento di tortura che si imponeva per proteggersi e per punirsi. Ma questo, di senso di colpa, era del tutto anomalo. Non si limitava a stringergli la gola e a fargli attorcigliare lo stomaco, a scatenargli quel sudore freddo che si spandeva fin nella punta delle dita; era fuoco bruciante nelle vene, veleno capace di diffondersi in ogni singola parte del suo corpo, risvegliandola.
    Per quanto debole, per quanto sbagliato, tutto ciò che desiderava era vederla sorridere di nuovo. A differenza sua, Erisha si mostrava sempre forte e fiera, bastava anche solo vedere come aveva affrontato quella nuova natura che le era piovuta addosso, per non parlare del fatto che fosse letteralmente andata a combattere in guerra; tuttavia, non c’era nulla di male nel permettersi di essere fragili, di tanto in tanto. E poi, se ora lei era tanto agitata, e imbarazzata, era solo colpa sua, ancora una volta. Cercare di farle capire, seppure in modo confuso e quasi sicuramente sbagliato, era il minimo che potesse fare per lei. Anche se farlo avrebbe quasi sicuramente significato rovinare tutto, e per sempre. Ma non era forse questo, l’implicito ma più vero regalo che poteva farle? Liberarla dalla sua presenza, dalla sua amicizia, da quel tumulto di emozioni e sensazioni che gli si agitavano dentro, e fin troppo spesso persino fuori, ogni volta che Erisha era in paraggi anche solo della sua mente.
    Da vero codardo le parlò mentre lei era ancora mezza girata, anche se non gli sfuggirono il tremore delle sue spalle e il profondo respiro che tirò. Ecco, era arrivato il momento. Quello in cui Erisha Byrne avrebbe finalmente capito che nulla, nulla nella loro amicizia aveva senso, quello in cui si sarebbe finalmente resa conto che una come lei non aveva nulla da spartire con uno come lui.
    Tuttavia, per un istante, si sentì più leggero, sapendo di aver confessato almeno una minimissima parte di ciò che sentiva. Aveva solo scalfito la superficie, certo, ma l’aveva comunque fatto. Per lui era già tantissimo, abituato com’era a essere sì cristallino e sincero, ma a reprimere tutto ciò che riteneva sbagliato e, ancora di più, immorale. Ma il sollievo durò solo un momento, perché nel frattempo Erisha si era girata e, in un battito di ciglia, e del cuore, gli era balzata vicino, con uno scatto che ricordava in tutto e per tutto quello che era stato l’animale incarnazione della sua anima e del suo potere. Senza rendersene conto trattenne il fiato e, incredibilmente, invece di sfuggire al suo sguardo la fissò, dall’alto al basso, così vicina, troppo vicina.
    «vuoi sapere come mi sento io, invece quando sono con te?»
    Impietosita? Impaurita? Annoiata?
    Disgustata?
    Probabilmente tutte queste cose, e anche molte di più, e molto peggiori. Tentò invano di respirare, gli incollati a quelli di lei. No, non solo ai suoi occhi… alla morbidezza delle sue guance, al naso piccolo e perfetto, quasi fosse stato scolpito da uno scalpello divino. E quelle labbra…
    L’aria finalmente passò per la sua gola, ma dovette pagare un pegno per quel transito. Gli sfuggì un gemito strozzato, proprio mentre Erisha lo toccava, a parole e ancora di più a gesti. Doveva aver sentito male. Lei non poteva avere detto quello che lui credeva di aver sentito. Eri avrebbe dovuto provare disgusto, appunto, per non dire schifo, nei suoi confronti. L’esatto opposto, dunque, del desiderio di stargli così vicina, in tutti i sensi.
    «mi sento maledettamente in colpa perché so che tu non pensi a me in quel modo ma starti vicino è… ubriacante, ed io sono astemia»
    C’erano così tante cose che avrebbe voluto, e, ancora di più, dovuto dire, e fare. Per farle capire che si stava sbagliando, prima di tutto. Si sbagliava a provare quelle cose, per lui, lui!. Si sbagliava a volerlo così vicino, a volerlo… com’è che aveva detto? Toccare?
    Dio.
    Tremò forte, incapace di fare altro.
    Ma soprattutto, Erisha si sbagliava credendo che lui non pensasse a lei in quel modo.
    Un altro brivido, e stavolta dalla gola gli risalì la più strozzata, la più stupida, la più assurda delle risate. Una sola, ma che bastava a fargli desiderare di essere inghiottito in quell’istante dal pavimento, per essere poi rinchiuso per sempre nella Sala Torture, buttando via la chiave.
    Non rideva di lei, ma di sé stesso. Dell’assurdità di quella situazione. Del suo maledetto, schifoso corpo, che invece di parlare, invece di aiutarla ad aprire gli occhi e a salvarsi, tremava e si scaldava e diventava molle e duro nei posti dove non avrebbe dovuto.
    Era lui quello ubriaco.
    Così ubriaco che quella sbronza non gli sarebbe mai passata nel tutto. Se lo sentiva nelle ossa, nel sangue.
    Se lo sentiva nel cuore.
    Ma tutto l’amore di carta e inchiostro di cui aveva letto, di cui avevano letto, insieme, non poteva prepararlo a quell’istante.
    Dapprima gli si offuscò la vista, forse per l’agitazione, forse per i capelli scuri come la notte di lei all’improvviso così vicini, intenti a sprigionare quell’intenso profumo che gli faceva girare la testa, che lo faceva, appunto, sentire ubriaco. Percepiva le mani di Erisha sulla camicia, ma mentre questa gli risultava quasi come un corpo estraneo, le dita di lei sembravano essere esattamente nel posto giusto.
    Non era sicuro a chi appartenesse quel respiro caldo, se a sé stesso o a lei, o forse a entrambi, a loro. Era tutto così sbagliato, eppure così giusto.
    Le sue labbra.
    Le.
    Sue.
    Labbra.
    Erisha Byrne lo stava



    baciando.

    Forse era morto e quello era il Paradiso. O forse, e più probabilmente, l’Inferno. Perché mai, mai, mai qualcosa del genere avrebbe potuto essere giusto. Non poteva esserlo. Non c’era nulla di giusto, di casto, nel desiderio bruciante che lo spingeva verso di lei, in quella fiamma che raggiunse le stelle nel momento in cui le loro labbra si toccarono.
    Ma allora perché si sentiva così bene?
    Stava così male da sentirsi bene.
    Ed era nel panico, perché non sapeva cosa fare, né tantomeno come farlo.
    Come si baciava qualcuno?
    Come si baciava Erisha Byrne?
    Sarebbe stato ipocrita, ipocrita e bugiardo, dire che non l’aveva mai immaginato. Anzi, vi aveva fantasticato su così tante volte, e con reazioni sempre peggiori, che alla fine era stato costretto a rinchiudere quel tumulto di immagini e sensazioni e sentimenti in un angolo della mente, un angolo così rovente da bruciarlo ogni volta che, masochista, non poteva fare a meno di sfiorare.
    Ma Ictus non aveva mai baciato nessuno, e non aveva mai avuto neanche intenzione di farlo. quel genere di cose non erano state fatte per lui. O meglio, lui non era fatto per quel genere di cose.
    Eppure non c’era nulla che desiderasse di più di sentire ancora e ancora le labbra di Erisha sulle proprie.
    Il panico si mescolò al fuoco dentro al suo corpo, all’emozione, alla felicità, all’eccitazione. Sarebbe stato immobile, se non fosse stato per gli infiniti brividi che, come piccole scariche elettriche, lo attraversavano.
    Si sforzò con tutto sé stesso di fare qualcosa, qualsiasi cosa, ma non sapeva neanche da dove cominciare, preso com’era dall’agitazione e dallo sconvolgimento. Premette le labbra contro quelle di lei, al contempo non desiderando altro ma sentendo il bisogno di molto di più, infinitamente di più. Un po’ meccanicamente, ma al contempo in modo istintivo, le sue mani cercarono, e trovarono, i fianchi di lei, stringendoli con delicatezza, attirandola più vicino.
    Pessima mossa, visto quello che stava succedendo al suo corpo.
    Quando alla fine capì di essere sul punto di svenire, senza più aria nei polmoni per la paura e l’emozione e quella tempesta che gli imperversava dentro, rendendo ogni centimetro del suo corpo bollente, a cominciare dalle guance solitamente pallide e ora del tutto in fiamme, si costrinse a scostarsi a malincuore dalla sua bocca, scoprendosi ancora capace di respirare, seppure affannosamente. «Scusami», le fece eco con un filo di voce, mettendo lentamente a fuoco il suo viso. Se possibile, era ancora più bella adesso, il volto arrossato e labbra gonfie, i capelli elegantemente fuori posto e gli occhi così brillanti da competere con le stelle. «Scusami», tornò a ripetere, sentendo le lacrime pizzicargli lo sguardo.
    Non riusciva ad articolarlo, ma avrebbe voluto scusarsi…
    «… per tutto. Lo s-so che non lo… volevi. Q-questo. Io. E… non sono… non sono capace. Non l’ho… non l’avevo…! … Mai fatto…» Come faceva a dirle che era stato il momento più bello della sua vita, ma che avrebbe capito se lei avesse voluto cancellarlo seduta stante? «Non devi preoccuparti… lo capisco, lo so che… ma giustamente non ti senti bene e sei triste e sconvolta e… qui… ci sono solo…» Di nuovo quella risatina strozzata, di nuovo un’altra fiammata a rendere il suo viso ancora più caldo e rosso. «… io. Ma va tutto… va tutto bene.»
    Non andava bene niente.
    E le sue mani erano ancora sui fianchi di lei.
    Li strinse appena, inavvertitamente, quando si rese conto di non star più fissando il suo viso, ma le sue labbra. Quelle labbra di cui sentiva ancora il sapore, quelle labbra che erano completamente diverse da ciò che aveva immaginato ancora e ancora, ma infinitamente meglio, infinitamente… vere.
    Non aveva minimamente idea di quello che stava facendo, o forse, di idee, ne aveva fin troppe. Non sapeva nulla, se non che quello che sentiva l’avrebbe prima ridotto in cenere, e poi spedito direttamente all’Inferno.
    Ma si incurvò, sempre di più, finché i loro respiri non tornarono a mescolarsi.
    Ignaro di tutto, a partire da sé stesso, posò di nuovo le labbra su quelle di lei.
    altair
    V year
    Ben10
    (God Must Have Spent)
    A Little More Time on You
    NSYNC
  2. .
    bio. // ıɥɔɔo ılɓɐ ǝlıqısıʌuı ǝ̖ ǝlɐızuǝssǝ,l
    - 17.14 - 03/03/2024
    Voi ci credete nell'hotel scomparso nel nulla? 😳 Io ho delle #Teorie 🧐🤔
    COMMENTS RETWEETS LIKES


    Il TWIZARD è la nuova piattaforma magica che ha sostituito twitter dopo il ban del Ministero.
    Potete rispondere e partecipare alla discussione utilizzando il seguente codice.
    NDA: Le interazioni sono tutte on gdr, quindi potrete rispondere anche con più personaggi, se hanno cose diverse da dire. Fanno ovvia eccezione i dispersi del 24 Febbraio.

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  3. .
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    <i class="fas fa-angle-right" aria-hidden="true"></i> [URL=https://oblivion-hp-gdr.forumcommunity.net/?t=62993848]excuse me while i go online and change my status to dead[/url] ft. jojo [marzo '24 - different lodge]


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    excuse me while i go online and change my status to dead ft. jojo [marzo '24 - different lodge]

    e provo ad aggiornare vedendo se ce ne sono anche altre (?)

    Edited by finger-guns.gif - 1/3/2024, 20:39
  4. .
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    1986
    special
    mr rain
    hector fabien diàz | legge-legge
    Soffiò una risata all'imbarazzo dell'altra, ricambiando la spallata.
    «smettila di prendermi in giro» «altrimenti?»
    Che era già di per sè sconvolgente qualcuno dicesse a Diàz di smettere di scherzare, visto che faceva una battuta ogni otto anni. Si sentiva di nuovo un po' in (quest) guerra, dove erano tutti così stanchi da ridere alle cose più assurde.
    Incrociò lo sguardo dell'uomo ammanettato dall'altra parte del vetro (barbie), ma non era certo di capire... se stesse bene. CHARADE TIME! Lo indicò. Fece un pollice alzato. Alzò le spalle come punto di domanda - il tutto mimando col labiale: "state bene?"
    Barbie: si allontana.
    Diaz: totem
    Ok i guess?? Doveva immaginare comunicare non fosse... facile.
    Seguì Mira verso il muro, continuando a osservare di tanto in tanto verso la finestra per cogliere altri segnali... ma si voltò verso la ribelle riconoscendo il pattern dei colpi. «Sai l'alfabeto morse?»
    «me l’ha insegnato mio fratello, magari qualcuno lo conosce»
    Aveva qualche dubbio al riguardo, ma mai dire mai, no?
    «dimmi se anche tu hai bisogno di qualcosa»
    Scosse la testa. Era particolarmente... stanco. Affamato. Un po' stressato dal fatto di non sentire la propria magia (due volte in pochi mesi: sperava non diventasse un'abitudine)... ma sapeva di poter ancora resistere.
    «Potremmo usare il- Kaz Oh.»
    Sara: non hai mai detto cazzo ad alta voce?!
    Non tirò via Mira dal muro, perchè capiva che aveva bisogno di stare lì per sentire se qualcuno avrebbe risposto ai suoi colpi, ma tendendo il braccio si riavvicinò di un passo alla finestra guardando l'amico di Clay ad un'altra delle finestre.
    «Il ragazzo con la lumokinesi. Sta sanguinando» Finalmente, iniziò a sentire il panico della situazione. Che ci faceva un ragazzino lì, ammanettato? E perchè sanguinava? Stava male? Era stato il tipo sconosciuto con cui era legato, o qualcun altro? Non era un innocente scherzo se permettevano ad un ragazzino di rompersi il naso.
    Ora si che voleva uscire da quell'hotel.
    Anche a lui, cercò di chiedere "stai bene?", usando lo stesso metodo di prima e, poi, l'alfabeto a gesti classico dei bambini. L'aveva imparato con Sofia, e anche se non era certo Kaz lo sapesse, nutriva qualche speranza. "Noi siamo bloccati qui".
    E tutto sarebbe stato più facile se fossero stati italiani e capaci a gesticolare come noi, Ciruzzo fatti valere.
    Tornando al come uscire di lì: potevano provare a rompere la finestra, magari calandosi con le lenzuola avrebbero potuto darsi alla fuga... ma voleva davvero mettere a rischio anche Mira quando si trovavano in uno spazio chiaramente pregno di magia sconosciuta? No, decisamente no.
    Potevano provare a rompere i muri? Ma come? Spostare i mobili, guardare dietro i quadri? Avevano già cercato ovunque-... doveva esserci una soluzione più facile, che divertimento c'era altrimenti...
    «Il biglietto di-dice buon san valentino. Forse dobbiamo-» si morse il labbro. Guardò Kaz (sorrideva? Digrignava i denti dal dolore??), tornò alla donna-... «Non abbiamo ancora p-provato a vedere se facendo qualcosa da da san valentino, saremo l-liberi»
    Deglutì.
    «P-p-posso?» Lentamente le prese titubante il viso fra le mani. Si avvicinò... Le posò un bacio leggero sulla fronte.
    Mormorò: «Non dirlo a Javi»
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    - risponde al saluto di barbie chiedendo a gesti "stai bene"
    - chiede a kaz a gesti (e con l'alfabeto a gesti) la stessa cosa + "noi siamo bloccati qui"
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    mr rain
    hector fabien diàz | legge-legge
    «per te una fragranza omaggio con la promessa di tornare a trovarmi di tanto in tanto»
    Abbassò leggermente la testa grattandosi il naso. «Mi mi stai dicendo che ho un cattivo odore?» Sorrise leggermente sotto i baffi ... e visto che non era fatto per comunicare con le persone, si affrettò ad aggiungere aggrottando le sopracciglia. «è una battuta. To-tornerò con piacere, sicuramente» ugh, perchè con qualcuno era più facile comunicare, e con altri no? gli si spegneva il cervello, quando cercava di fare buona impressione, e ovviamente voleva farla a Mira: la conosceva da anni, era gentile, ed era finita in quella situazione imbarazzante con lui invece che passare un san valentino normale.
    / stacchetto finestra /
    «è decisamente qualcosa di più grande di uno scherzo»
    «O siamo qua tutti per per lo stesso motivo?» Continuò ad agitare il braccio in alto... e l'occhio cadde al giardino. Ah, non c'era nessuno. Da nessuna parte. Per niente creepy. Tornò alla coppia misteriosa., e provò ad aprire la finestra (e se anche solo questo li avesse riportati in un'altra stanza, sarebbe tornato al vetro) «Tappati le le orecchie-... EHI!» provò a gridare «CI SENTITE?»
    Era: confuso.
    Doveva starsi divertendo, o aveva ragione a iniziare a trovare tutto... strano? Poteva spezzarsi il pollice per liberare sè e Mira delle manette, ma poi sarebbero stati comunque bloccati lì, e a quel punto cosa potevano fare?
    «Forse basta a-aspettare la fine della giornata» ipotizzò per tranquillizzarla, in modalità papà aggiunse: «Per il resto stai stai bene? Hai freddo? Se devi... a... andare in bagno s-sto fuori dalla porta accostata, possiamo a-a-a-prire il rubinetto. Non v-vergognarti»
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    mira e diàz agitano la manina alla finestra, e Diàz grida
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    special
    mr rain
    hector fabien diàz | legge-legge
    Annuì sorridendo tristemente al commento su Julieta. Poteva decisamente immaginare la necessità di fuga dopo... tutto quanto - e poteva capire anche il risentimento della sorella minore se se n'era andata senza dare grandi spiegazioni. Non disse a Mira "tornerà", perchè non voleva mentirle senza sapere tutti i fatti, ma sperava che il supporto muto fosse sufficiente.
    «ma secondo te perché ci hanno spogliati e poi rivestiti?»
    Aggrottò le sopracciglia. «Credevo fosse il il tuo pigiama» guardò i propri vestiti. In effetti... neanche lui era il classico Diàz; niente di sconvolgente, eh, non costumi da dinosauri o da pirati, però non era il tipo di persona da vestirsi con... camicia e completo brillantinato? Sembrava uscito da uno spettacolo di musica in prima serata. Si osservò nel rifletto della toletta, un po' imbarazzato dai bottoni della camicia che tiravano e- uh «è... tuo?» indicò i segni di rossetto, osservando poi le labbra di Mira con attenzione per cercare di guardare se il colore combaciava.
    Oh, Javi lo avrebbe ucciso.
    «io a parte il negozio e la passeggiata con il cane non avevo da fare un bel niente»
    Cane- CANE! «Dante» mormorò ricordandoselo all'improvviso, grattandosi la barba e ricordando la palla di pelo. «certo. L'ho c-conosciuto» Sorrise fra sè e sè. come aveva potuto dimenticarsi di un cucciolo simile? Di cui non parlerò oltre perchè Diàz parlava con gli animali, ma io non so davvero se il cane è una bestia di satana o no. «in che negozio lavori?» Intanto, perchè era già preoccupato sarebbe stata licenziata o che avrebbe creato problemi ai possibili utenti, e poi... beh. Perchè non lo sapeva, o ricordava, ed era curiosa. Classica amicizia, no? Sai che traumi ha subito il tuo amichetto a sei anni, il suo rapporto problematico col padre e il nome dei suoi animali, ma non davvero che lavoro faccia ogni giorno.
    - il teletrasporto nel bagno fu inaspettato.
    Erano... in trappola?? Lì? Sempre più strano. «Ancora sicura non sia uno uno scherzo?» per essere una tattica mangiamorte contro i ribelli, lasciava un po' a desiderare, e anche i laboratori non li ricordava così.
    «e se provassimo a contattarli dal telefono che c’era sul comodino?» Scosse la testa, scavalcando il bordo della vasca dentro cui erano finiti, e aiutando Mira porgendo la mano come un cavaliere. «Era era finto, parte della lampada» l'aveva notato prima cercando le chiavi, e non trovando fili di ferro per scassinare le manette (anche perchè lo dice il fateggio che non c'è il telefono).
    «Forse è solo una- come si chiamano. Quelle quelle cose che v-vanno di moda» si strinse nelle spalle, di nuovo nella sala principale. «Dove ci ci sono gli indizi in giro e se non li risolvi non puoi u-uscire» La gente pagava per andarci, magari qualcuno gliel'aveva regalata a loro in versione extra. «I maghi s-sono... particolari» che spiegava perchè gli pareva totalmente plausibile. Era pur sempre nato magonò, a cavallo fra i due mondi: sapeva il fatto suo. «hanno c-cacciaviti che scrivono sui sui giornali scandalistici»
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    hector fabien diàz | legge-legge
    Al mondo, esistono particolari esseri - mitologici, indubbiamente - a cui piacciono le mattine. Aprono i loro occhietti belli, sorridono al mondo, ringraziano il cielo si essersi alzati (magari pure senza bisogno della sveglia), fanno la colazione dei campioni felici di essere vivi e pronti a iniziare una nuova, fantastica, giornata.
    Diàz non era uno di loro.
    Era un uomo ordinario, pacato e paziente. Apparentemente burbero, ma solo se non lo si conosceva - perchè diventava presto palese che la sua selettività comunicativa era data da un misto di timidezza e assenza di parole giuste sulla punta della lingua. Era gentile, normalmente, capace a esprimersi meglio con le azioni che non con le parole... ma non la mattina. Dio, non appena alzato.
    Un grugnito, versi sconnessi soffocati dal cuscino. Ancora cinque minuti, pensate di aver sentito? No, le madonne e tutti i santi. «porca» [beep] «e la sua» [beep] «perchè» [beep] «te lo infilo» [beeeeeep]«uughh... caffè....»
    Era sveglio già da un po' (colpa della luce? Della voce dell'altra persona? dei suoi movimenti che gli avevano strattonato il braccio?), altrimenti sarebbe stato ancora più cattivo nelle parole di rabbia bofonchiate a bassa voce contro tutti e nessuno. Aveva sempre bisogno di... un po'. Un po' tanto. Di tempo. Un'ora, forse due. Prima di diventare funzionale.
    E caffè.
    Allo stesso tempo, era piuttosto scomodo e dolorante per qualche motivo, e ormai doveva essere passato... abbastanza tempo da quando il suo cervello si era vagamente attivato. Poteva rischiarsela e (sigh) iniziare a vivere. Quindi si mosse leggermente. Sofia, sua nipote, era da amici quella settimana, ma aveva il lavoro, un'appuntamento nella resistenza per parlare delle ultime novità, e-...
    Voltò la testa per posare la guancia sul cuscino, i capelli scuri che andavano da tutte le parti, le palpebre stanche.
    «Uh» c'era una. «UH» PERSONA????
    Si alzò (non si scattò, non esageriamo. Diciamo... vagamente veloce), accorgendosi nel farlo delle manette a unirlo all'altra persona???? «C-cazzo?»
    Portò la mano libera al viso, massaggiandoselo, cercando di svegliarsi. Era ancora- cosa?
    eh?
    Ma
    E perchè il suo cervello era ancora più lento del solito?
    «scusa» per la parolaccia «cosa...?» era stato rapito e non se lo ricordava?? e portato in- un hotel? Aiuto? «che che s-succede» dov'è bugo.
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    I learned it with you that sometimes a flower grows even in tears
    But it's not easy if you're not with me
    I'll shout, I'll shout your name till I lose my voice
    In the rain under the snow
    Suspended in the air like two swings



    ma sì, un po' di random.
    Se non conosci il pg: sono arianna / soft boy !! Diàz lo conoscono in pochi anche on gdr, però è ribelle ex magonò, messicano, sua sorella gemella (classe 86) è stata a hogwarts, fa l'erborista
  8. .
    (fun)3r4l
    phannah-montata
    police-police
    tw hurt comfort
    vodkatonic!
  9. .
    posso?
    – modificare colori e le dimensioni del font
    – modificare il colore di sfondo, accenti e icone
    – scrivere qui per problemi relativi al codice
    ah, non posso?
    – eliminare e/o spostare i credits
    – alterare il codice in qualsiasi modo
    – postarlo altrove spacciandolo per vostro
    – non è necessario, ma i like (+1) fanno sempre piacere, così come gli avvisi nel topic se prelevate ♥
    – le parti da modificare sono scritte in MAIUSCOLO per facilitare la personalizzazione del codice.

    VERSIONE CHIARA - 1 GIF


    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    singer
    jan. 10th, 2000
    actress
    reneé mary jane rapp
    I think we have an emergency. I think we have an emergency. If you thought I'd leave, then you were wrong 'cause I won't stop holding on. So are you listening? So are you watching me? If you thought I'd leave, then you were wrong 'cause I won't stop holding on. This is an emergency. So are you listening? And I can't pretend that I don't see this. It's really not your fault that no one cares to talk about it, talk about it. 'cause I've seen love die way too many times, when it deserved to be alive. I've seen you cry way too many times when you deserve to be alive, alive. So you give up every chance you get just to feel new again. I think we have an emergency. I think we have an emergency. And you do your best to show me love, but you don't know what love is. So are you listening? So are you watching me? Well I can't pretend that I don't see this. It's really not your fault tThat no one cares to talk about it, talk about it. 'cause I've seen love die way too many times when it deserved to be alive. I've seen you cry way too many times when you deserve to be alive, alive. These scars, they will not fade away.

    && now it's just me, and a hundred square feet of bittersweet memories;
    deleted the playlist, but I still hear all your favorite melodies.
    strangers to lovers to enemies.
    So I'll dance with your ghost in thе living room && I'll play the piano alone.
    Fallin' in love, no, it ain't for the weak; so don't try this at home



    CODICE
    <div style="width: 500px; background: #f0f0f0; border: 10px solid #ddd; font-family: 'calibri'; font-size: 12px; line-height: 14px; color: #777; margin: 10px auto; padding: 0 15px;"><table style="border-top: dashed 2px #fff; border-bottom: dashed 2px #fff; margin: 30px auto; width: 300px">

    <tr>
    <td><table style="margin: 10px">

    <tr>
    <td><div style="background: #COLOREPG; width: 10px; height: 10px"></div></td>
    <td><div style="background: #ddd; width: 10px; height: 10px"></div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td><div style="background: #fff; width: 10px; height: 10px"></div></td>
    <td></td>
    </tr>

    </table></td>
    <td><div style="text-align:right; font-size: 8px; line-height: 10px; text-transform: uppercase; margin: 5px; letter-spacing: 1px;font-weight: bold;">I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch [URL=https://neinhydra.forumfree.it/?act=Profile&MID=2634564]<i class="fas fa-star" style="font-size: 8px; color: #COLOREPG;"></i>[/URL]</div></td>
    </tr>

    </table> <table width="100%" cellpadding="0" cellspacing="0">

    <tr>
    <td><table width="100%" cellspacing="0" style="letter-spacing: 1px; font-size: 8px; text-transform: uppercase; text-align: center; font-weight: bold; color: #777">

    <tr>
    <td><i class="fas fa-NOMEICONA" style="width: 70px; margin-bottom: 5px; -webkit-text-stroke: 1px #fff; font-size: 30px; color: #ddd; "></i> <div style="width: 80px; margin-top: 5px; white-space: nowrap; overflow: hidden; text-overflow: ellipsis;">INFOPG</div></td>
    <td><i class="fas fa-NOMEICONA" style="width: 70px; margin-bottom: 5px; -webkit-text-stroke: 1px #fff; font-size: 30px; color: #ddd; "></i> <div style="width: 80px; margin-top: 5px; white-space: nowrap; overflow: hidden; text-overflow: ellipsis;">INFOPG</div></td>
    <td><i class="fas fa-NOMEICONA" style="width: 70px; margin-bottom: 5px; -webkit-text-stroke: 1px #fff; font-size: 30px; color: #ddd; "></i> <div style="width: 80px; margin-top: 5px; white-space: nowrap; overflow: hidden; text-overflow: ellipsis;">INFOPG</div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td colspan="3"><div style="border-radius: 6px; background-color: #COLOREPG; color: #fff; padding: 5px; width: 240px; margin-top: 8px">NOMEPG | NICKNAME</div></td>
    </tr>

    </table></td>
    <td rowspan="2">[URL=CREDITSGIF]<div style="background: url(URLGIF) no-repeat center; background-size: cover; width: 230px; height: 240px;"></div>[/URL]</td>
    </tr>

    <tr>
    <td rowspan="2"><div style="width: 245px; text-align: justify"><div style="overflow: auto; height: 140px; padding-right: 5px">

    ROLEROLEROLE

    </div></div></td>
    </tr>

    </table> <div style="line-height: 10px; font-size: 8px; text-transform: uppercase; font-weight: bold; letter-spacing: 1px; text-align: center; font-size: 8px; text-transform: lowercase; line-height: 12px; padding: 30px;">CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE
    CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE
    <span style="background: #COLOREPG; color: #eee">CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE</span>
    CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE
    CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE</div></div>


    VERSIONE CHIARA - 2 GIFS



    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    singer
    dec. 27th, 1988
    composer
    hayley nichole williams
    I think we have an emergency. I think we have an emergency. If you thought I'd leave, then you were wrong 'cause I won't stop holding on. So are you listening? So are you watching me? If you thought I'd leave, then you were wrong 'cause I won't stop holding on. This is an emergency. So are you listening? And I can't pretend that I don't see this. It's really not your fault that no one cares to talk about it, talk about it. 'cause I've seen love die way too many times, when it deserved to be alive. I've seen you cry way too many times when you deserve to be alive, alive. So you give up every chance you get just to feel new again. I think we have an emergency. I think we have an emergency. And you do your best to show me love, but you don't know what love is. So are you listening? So are you watching me? Well I can't pretend that I don't see this. It's really not your fault tThat no one cares to talk about it, talk about it. 'cause I've seen love die way too many times when it deserved to be alive. I've seen you cry way too many times when you deserve to be alive, alive. These scars, they will not fade away.

    Time moves slow, I just talk to myself,
    I finish my own sentences, the way you used to
    why do memories glow the way real moments don't?
    my altar is full of all love's delusion && I'm scared to lose what's left of you
    the first thing to go was the sound of his voice



    CODICE
    <div style="width: 500px; background: #f0f0f0; border: 10px solid #ddd; font-family: 'calibri'; font-size: 12px; line-height: 14px; color: #777; margin: 10px auto; padding: 0 15px;"><table style="border-top: dashed 2px #fff; border-bottom: dashed 2px #fff; margin: 30px auto; width: 300px">

    <tr>
    <td><table style="margin: 10px">

    <tr>
    <td><div style="background: #COLOREPG; width: 10px; height: 10px"></div></td>
    <td><div style="background: #ddd; width: 10px; height: 10px"></div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td><div style="background: #fff; width: 10px; height: 10px"></div></td>
    <td></td>
    </tr>

    </table></td>
    <td><div style="text-align:right; font-size: 8px; line-height: 10px; text-transform: uppercase; margin: 5px; letter-spacing: 1px;font-weight: bold;">I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch [URL=https://neinhydra.forumfree.it/?act=Profile&MID=2634564]<i class="fas fa-star" style="font-size: 8px; color: #COLOREPG;"></i>[/URL]</div></td>
    </tr>

    </table> <table width="100%" cellpadding="0" cellspacing="0">

    <tr>
    <td><table width="100%" cellspacing="0" style="letter-spacing: 1px; font-size: 8px; text-transform: uppercase; text-align: center; font-weight: bold; color: #777">

    <tr>
    <td><i class="fas fa-NOMEICONA" style="width: 70px; margin-bottom: 5px; -webkit-text-stroke: 1px #fff; font-size: 30px; color: #ddd; "></i> <div style="width: 80px; margin-top: 5px; white-space: nowrap; overflow: hidden; text-overflow: ellipsis;">INFOPG</div></td>
    <td><i class="fas fa-NOMEICONA" style="width: 70px; margin-bottom: 5px; -webkit-text-stroke: 1px #fff; font-size: 30px; color: #ddd; "></i> <div style="width: 80px; margin-top: 5px; white-space: nowrap; overflow: hidden; text-overflow: ellipsis;">INFOPG</div></td>
    <td><i class="fas fa-NOMEICONA" style="width: 70px; margin-bottom: 5px; -webkit-text-stroke: 1px #fff; font-size: 30px; color: #ddd; "></i> <div style="width: 80px; margin-top: 5px; white-space: nowrap; overflow: hidden; text-overflow: ellipsis;">INFOPG</div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td colspan="3"><div style="border-radius: 6px; background-color: #COLOREPG; color: #fff; padding: 5px; width: 240px; margin-top: 8px">NOMEPG | NICKNAME</div></td>
    </tr>

    </table></td>
    <td rowspan="2"><table cellpadding="0" cellspacing="0" >

    <tr>
    <td style="background: url(URLGIF) no-repeat center; background-size: cover;">[URL=CREDITGIFS]<div style="width: 220px; height: 124px"></div>[/URL]</td>
    </tr>

    <tr>
    <td style="background: url(URLGIF) no-repeat center; background-size: cover;">[URL=CREDITGIFS]<div style="width: 220px; height: 124px"></div>[/URL]</td>
    </tr>

    </table></td>
    </tr>

    <tr>
    <td rowspan="2"><div style="width: 245px; text-align: justify"><div style="overflow: auto; height: 140px; padding-right: 5px">

    ROLEROLEROLE

    </div></div></td>
    </tr>

    </table> <div style="line-height: 10px; font-size: 8px; text-transform: uppercase; font-weight: bold; letter-spacing: 1px; text-align: center; font-size: 8px; text-transform: lowercase; line-height: 12px; padding: 30px;">CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE
    CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE
    <span style="background: #COLOREPG; color: #eee">CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE</span>
    CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE
    CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE</div></div>



    VERSIONE SCURA - 1 GIF


    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    singer
    dec. 27th, 1988
    composer
    hayley nichole williams
    I think we have an emergency. I think we have an emergency. If you thought I'd leave, then you were wrong 'cause I won't stop holding on. So are you listening? So are you watching me? If you thought I'd leave, then you were wrong 'cause I won't stop holding on. This is an emergency. So are you listening? And I can't pretend that I don't see this. It's really not your fault that no one cares to talk about it, talk about it. 'cause I've seen love die way too many times, when it deserved to be alive. I've seen you cry way too many times when you deserve to be alive, alive. So you give up every chance you get just to feel new again. I think we have an emergency. I think we have an emergency. And you do your best to show me love, but you don't know what love is. So are you listening? So are you watching me? Well I can't pretend that I don't see this. It's really not your fault tThat no one cares to talk about it, talk about it. 'cause I've seen love die way too many times when it deserved to be alive. I've seen you cry way too many times when you deserve to be alive, alive. These scars, they will not fade away.

    Time moves slow, I just talk to myself,
    I finish my own sentences, the way you used to
    why do memories glow the way real moments don't?
    my altar is full of all love's delusion && I'm scared to lose what's left of you
    the first thing to go was the sound of his voice



    CODICE
    <div style="width: 500px; background: #0c0c0c; border: 10px solid #1a1a1a; font-family: 'calibri'; font-size: 12px; line-height: 14px; color: #777; margin: 10px auto; padding: 0 15px;"><table style="border-top: dashed 2px #222; border-bottom: dashed 2px #222; margin: 30px auto; width: 300px">

    <tr>
    <td><table style="margin: 10px">

    <tr>
    <td><div style="background: #COLOREPG; width: 10px; height: 10px"></div></td>
    <td><div style="background: #222; width: 10px; height: 10px"></div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td><div style="background: #000; width: 10px; height: 10px"></div></td>
    <td></td>
    </tr>

    </table></td>
    <td><div style="text-align:right; font-size: 8px; line-height: 10px; text-transform: uppercase; margin: 5px; letter-spacing: 1px;font-weight: bold;">I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch [URL=https://neinhydra.forumfree.it/?act=Profile&MID=2634564]<i class="fas fa-star" style="font-size: 8px; color: #COLOREPG;"></i>[/URL]</div></td>
    </tr>

    </table> <table width="100%" cellpadding="0" cellspacing="0">

    <tr>
    <td><table width="100%" cellspacing="0" style="letter-spacing: 1px; font-size: 8px; text-transform: uppercase; text-align: center; font-weight: bold; color: #777">

    <tr>
    <td><i class="fas fa-NOMEICONA" style="width: 70px; margin-bottom: 5px; -webkit-text-stroke: 1px #000; font-size: 30px; color: #222; "></i> <div style="width: 80px; margin-top: 5px; white-space: nowrap; overflow: hidden; text-overflow: ellipsis;">INFOPG</div></td>
    <td><i class="fas fa-NOMEICONA" style="width: 70px; margin-bottom: 5px; -webkit-text-stroke: 1px #000; font-size: 30px; color: #222; "></i> <div style="width: 80px; margin-top: 5px; white-space: nowrap; overflow: hidden; text-overflow: ellipsis;">INFOPG</div></td>
    <td><i class="fas fa-NOMEICONA" style="width: 70px; margin-bottom: 5px; -webkit-text-stroke: 1px #000; font-size: 30px; color: #222; "></i> <div style="width: 80px; margin-top: 5px; white-space: nowrap; overflow: hidden; text-overflow: ellipsis;">INFOPG</div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td colspan="3"><div style="border-radius: 6px; background-color: #COLOREPG; color: #000; padding: 5px; width: 240px; margin-top: 8px">NOME PG | NICKNAME</div></td>
    </tr>

    </table></td>
    <td rowspan="2">[URL=CREDITSGIF]<div style="background: url(URLGIF) no-repeat center; background-size: cover; width: 230px; height: 240px;"></div>[/URL]</td>
    </tr>

    <tr>
    <td rowspan="2"><div style="width: 245px; text-align: justify"><div style="overflow: auto; height: 140px; padding-right: 5px">

    ROLEROLEROLE

    </div></div></td>
    </tr>

    </table> <div style="line-height: 10px; font-size: 8px; text-transform: uppercase; font-weight: bold; letter-spacing: 1px; text-align: center; font-size: 8px; text-transform: lowercase; line-height: 12px; padding: 30px;">CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE
    CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE
    <span style="background: #COLOREPG; color: #000">CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE</span>
    CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE
    CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE</div></div>



    VERSIONE SCURA - 2 GIFS


    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    singer
    jan. 10th, 2000
    actress
    reneé mary jane rapp
    I think we have an emergency. I think we have an emergency. If you thought I'd leave, then you were wrong 'cause I won't stop holding on. So are you listening? So are you watching me? If you thought I'd leave, then you were wrong 'cause I won't stop holding on. This is an emergency. So are you listening? And I can't pretend that I don't see this. It's really not your fault that no one cares to talk about it, talk about it. 'cause I've seen love die way too many times, when it deserved to be alive. I've seen you cry way too many times when you deserve to be alive, alive. So you give up every chance you get just to feel new again. I think we have an emergency. I think we have an emergency. And you do your best to show me love, but you don't know what love is. So are you listening? So are you watching me? Well I can't pretend that I don't see this. It's really not your fault tThat no one cares to talk about it, talk about it. 'cause I've seen love die way too many times when it deserved to be alive. I've seen you cry way too many times when you deserve to be alive, alive. These scars, they will not fade away.

    && now it's just me, and a hundred square feet of bittersweet memories;
    deleted the playlist, but I still hear all your favorite melodies.
    strangers to lovers to enemies.
    So I'll dance with your ghost in thе living room && I'll play the piano alone.
    Fallin' in love, no, it ain't for the weak; so don't try this at home




    CODICE
    <div style="width: 500px; background: #0c0c0c; border: 10px solid #1a1a1a; font-family: 'calibri'; font-size: 12px; line-height: 14px; color: #777; margin: 10px auto; padding: 0 15px;"><table style="border-top: dashed 2px #222; border-bottom: dashed 2px #222; margin: 30px auto; width: 300px">

    <tr>
    <td><table style="margin: 10px">

    <tr>
    <td><div style="background: #COLOREPG; width: 10px; height: 10px"></div></td>
    <td><div style="background: #222; width: 10px; height: 10px"></div></td>
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    <td><div style="background: #000; width: 10px; height: 10px"></div></td>
    <td></td>
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    </table></td>
    <td><div style="text-align:right; font-size: 8px; line-height: 10px; text-transform: uppercase; margin: 5px; letter-spacing: 1px;font-weight: bold;">I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch [URL=https://neinhydra.forumfree.it/?act=Profile&MID=2634564]<i class="fas fa-star" style="font-size: 8px; color: #COLOREPG;"></i>[/URL]</div></td>
    </tr>

    </table> <table width="100%" cellpadding="0" cellspacing="0">

    <tr>
    <td><table width="100%" cellspacing="0" style="letter-spacing: 1px; font-size: 8px; text-transform: uppercase; text-align: center; font-weight: bold; color: #777">

    <tr>
    <td><i class="fas fa-NOMEICONA" style="width: 70px; margin-bottom: 5px; -webkit-text-stroke: 1px #000; font-size: 30px; color: #222; "></i> <div style="width: 80px; margin-top: 5px; white-space: nowrap; overflow: hidden; text-overflow: ellipsis;">INFOPG</div></td>
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    <td colspan="3"><div style="border-radius: 6px; background-color: #COLOREPG; color: #000; padding: 5px; width: 240px; margin-top: 8px">NOME PG | NICKNAME</div></td>
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    ROLEROLEROLE

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    CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE
    <span style="background: #COLOREPG; color: #000">CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE</span>
    CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE
    CITAZIONE_CITAZIONE_CITAZIONE</div></div>
  10. .
    Lucrezia Linguini
    Difendimi dalle forze contrarie
    la notte, nel sonno, quando non sono cosciente,
    quando il mio percorso si fa incerto...
    E non abbandonarmi mai.
    Non mi abbandonare mai...
    «lo prometto»
    Non era una codarda, Lucrezia Linguini, non lo era mai stata. Eppure, a quelle parole, non ebbe il coraggio di guardare Madelaine negli occhi. Anzi, si ritrovò a chiedersi se non se le fosse immaginate, se non fossero state solo uno scherzo delle sue orecchie rovinate da due decenni di musica sparata nelle cuffie e davanti a una cassa più grande di lei ai concerti. O uno scherzo del suo cuore, che in quelle settimane più e più volte l’aveva costretta a immaginare cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente. O forse si trattava di interi mesi? Da quando, dopo quello scontro così dolce, avevano preso a parlarsi tutti i giorni, poi a vedersi, fino a diventare una costante nella vita l’una dell’altra? Non avrebbe saputo indicare un momento preciso, ma era successo. Parlava con Maddy molto più di quanto non parlasse con i suoi cugini. E con loro parlava tutti i giorni, a tutte le ore, praticamente ininterrottamente.
    Ma poi Madelaine era andata in guerra.
    In guerra.
    Sentendosi abbastanza calma si scostò per guardarla in faccia, carezzandole il viso, ma quella vista bastò per buttarla nuovamente nel panico. Della Maddy che ricordava era rimasto ben poco. Certo, era sempre bellissima, ma era diversa. Aveva perso la delicata innocenza che la contraddistingueva. Aveva visto quello che nessuno, mai, dovrebbe vedere.
    «ehi… stai calma non è niente che non si possa riparare»
    «No.» La fissò severamente, quasi come se fosse lei che guardava l’altra dall’alto al basso. «Intanto non mi dici di stare calma.» Non voleva arrabbiarsi, non adesso… ma era incazzata da settimane. Con tutto e tutti, con quel mondo di merda in cui vivevano. E soprattutto era incazzata con lei. «Mi agito quanto cazzo mi pare. E tu non stai bene. Per niente.»
    Nonostante tutto, però, l’aveva condotta su uno dei divani e aveva cominciato a lanciare incantesimi, incurante di ogni altra cosa. «…ho male alla costola» «Ecco, dillo.» «se lui va via ti faccio vedere» Incurante di tutto, Lapo compreso. «Vai a farti un giro», sibilò in direzione del cugino, non potendo però non pensare, data anche l’espressione di lui, a tutte le volte in cui il torinese aveva visto la bionda nuda.
    «Sicuramente più di te», le fece infatti notare, quasi fosse in grado di leggerle nel pensiero. Ma Lapo non era un bravo legilimens. Era semplicemente… «Stronzo. Vaffanculo», brontolò, sentendosi inavvertitamente arrossire. Era difficile, se non impossibile, far imbarazzare Lux, ma, chissà come mai, i suoi cugini erano maestri in questo. Sbuffò e tornò a guardare Maddy sul divano. «Non credere che io non sia incazzata», le fece notare con una smorfia, per poi aiutarla a tirarsi su. «Dato che ti sei degnata di tornare viva e non in una bara ho tutto il tempo per non stare calma e mangiarti la faccia», continuò, passandosi un braccio di lei intorno alle spalle e cingendole i fianchi per sostenerla. Dal basso le lanciò uno sguardo preoccupato, sicura di aver intravisto una smorfia malcelata di dolore. «Ce la fai? Adesso Andiamo in camera mia», altra occhiataccia a Lapo, che se la stava palesemente ridendo sotto i baffi, «così lui non può rompere il cazzo».
    Con lentezza, e mordendosi la lingua tanto per non insultarla, visto che palesemente stava male, e che quindi se l’era cercata!, quanto per non gemere a sua volta per la preoccupazione, Lux condusse Maddy su per le scale, fino alla camera che divideva con le cugine. O meglio, che aveva diviso. Da quando Gin se la faceva con la prof Ramos le era stata concessa una camera privata, lasciando lei e l’altra Lucrezia a scannarsi senza più nessuno in grado di dividerle. «Crez è al Punto Snai di Rogoredo Canosa e chissà quando tornerà, per cui non ci romperà le palle per un bel po’», spiegò a Madelaine, aiutandola a sedersi su letto.
    «Su, fammi vedere.» La incitò anche a gesti, il tono perentorio e quasi tagliente, sollevando un sopracciglio e infine incrociando le braccia.
    Non era così che si era immaginata di spogliare per la prima volta Madelaine Hopper.
    gif code
    19 Y.O.
    GRYFFINDOR
    PISSED
  11. .
    toothless simmons
    i was just a kid
    nothing but thieves
    I was just a kid
    I needed answers
    I found a screen
    Promised adventure
    Tooth non stava avendo una bella giornata.
    Ne aveva avute di peggiori, tutto sommato. Nel grande schema delle cose, ecco. Ma quella si piazzava sicuramente a un punto della classifica tra il medio-alto; superata giusto dai traumi della guerra e quelli infantili tra la fanghiglia di Bodie, in pratica. E no, non era affatto un ragazzo melodrammatico, che dite, discriminazione.
    Anche perché aveva la tinta che si stava seccando contro la sua pelle, punto primo. Una che probabilmente aveva anche quel giusto livello di tossine elevate in grado di trasferirsi sul colore naturale della sua pelle e renderlo bluastro per almeno un paio di mesi. E di farlo stare male, anche, ma quello era l’ultimo dei suoi pensieri.
    Poi. Era stato sedotto e abbandonato.
    Slealtà e inganno.
    Disonore ai Nickelback.
    Disonore alle loro mucche.
    «Neanche sapreste gestirle, delle mucche.»
    Detto da un vero avventuriero cresciuto nel Far West; un insulto vero. Serio, col suo peso emotivo.
    E POI MINCHIA VOLEVA DAVVERO INCONTRARE L’HELLFIRE MA CHE STORIA MISTICA ERA QUELLA.
    Lui che era un vero fan. Che sapeva dove fossero le priorità (Fear che prende le redini della storia e si appropria del potere, altro che Rezmir) (ALTRO CHE SAMMIE E KEAGAN BUUUUUUUUUUUUUUUU).
    Lui che aveva ignorato i compiti di Erbologia e ora non poteva logicamente più perché i suoi impegni del weekend erano, beh. Saltati non è il termine giusto.
    A quanto pare non erano mai esistiti.
    Ma sapete cosa.
    Non era solo, chiaramente.
    E sapete cosa but in a different font.
    Quel vago livello di disperazione (suo, di Aidan che si era probabilmente andato ad impiccare a uno dei pali degli stand col cravattino da piccolo lord) non lo avrebbe fermato dall’essere il solito, emerito dito nel «secondo me.»
    E a proposito di dita messe in luoghi dove non dovrebbero logicamente stare, spinse un indice praticamente in faccia dello sconosciuto.
    «Keagan nasconde qualcosa.» e con chi altro poteva star parlando, d’altronde, se non l’unico altro povero sfigato che aveva colto il memo sbagliato tanto quanto lui. Per niente intimidito dalla differenza di stazza; somigliava pure un po’ a quel pirla di Arci.
    «l’unico che non ha condiviso la sua storia, mhm. Nella seconda campagna rivelerà la sua vera identità.» palpebre ridotte a fessure, tono cospiratorio: «come, ad esempio, il fatto che la sua finta cottarella sia in realtà un modo per controllare Salem, perché lui è un servo di Daurgothoth.»
    LA SUA (!!!) TEORIA (!!!!!!) che sui forum gli veniva contestata. Maledetti shipper.
    Team marinaiosenzanome.
    «e comunque il tuo cosplay è inesatto.»
    Parliamone.
    dostoyevsky-official
    potatoes non grata
    persona au gratin

    gifs: emziess.tumblr.com
    i panic! at (a lot of places besides) the disco
    i see it, i like it, i want it, i got it
  12. .
    abilito!
  13. .
    don "donby" woodviiChaser
    Non aveva la minima idea del perché fosse lì, ma era comunque entusiasta di esserci. Accompagnava ogni azione con ohhhhh e aaaah di circostanza, battendo allegramente le mani fra loro per i successi di entrambe le squadre - credeva nelle pari opportunità, Donby - e non capiva assolutamente nulla di quel che accadeva in campo. Era piuttosto convinto che Theo Kayne, nella disperazione delle malattie, l'avesse raccattato convinto fosse un'altra persona, ma lungi da Don Wood farglielo notare: ogni occasione era un'opportunità, si diceva dalle sue parti. Quali parti? Argentina, eredità di missioni salesiane; you wouldn't get it. Don era un bravo ragazzo da oratorio, di quelli che giocava a calcio con i bambini più piccoli e non faceva (quasi mai.) falli, sempre con cerotti in ogni dove perché gli piaceva lanciarsi come un frisbee taroccato che raramente tornava indietro. Faceva il portiere. Come fosse finito a fare il Cacciatore in una partita di Quidditch in Scozia, vestendo la casacca rossa pur essendo lui uno dei pochi maghi dalla cravatta viola dei Tibiavorio, era un mistero della fede, detto anche showbiz.
    «donnie, bolide in arrivo» oddio...a lui? Meme di Pikachu, ma dalle gote arrossate. Aveva i capelli corti (e forse anche un casco, non ho memoria) ma passò comunque una ciocca dietro l'orecchio, ciglia a battere languide verso le macchie verdi (era pure miope, chissà chi erano!) con sincera ammirazione. Aiuto! A lui? Lo interpretò come un segno di rispetto e affetto, perché - come gli Avatar - lo vedevano. Allargò le braccia, anziché spostarsi, attendendo quel colpo con in background (nella sua testa) HIT ME WITH YOUR BEST SHOT, e la palletta lo colpì...al ginocchio.
    Wow. Molto anti climatico.
    «mi sento. un po' violato» massaggió la parte lesa, aprendo le labbra in un enorme sorriso. Sollevò I pollici sia verso i compagni, che gli avversari: citando un saggio, «DAJE SQUADRA DAJE» un ringhio felice, pugno al cielo.
    E poi Avery gli passò la pluffa.
    «oddio. forte»
    Con tutte le persone che c'erano, capito. Lui non aveva fatto altro che svolazzare un po' più in là, perché gli sembrava quello lo scopo del gioco (spostarsi da una parte all'altra senza meta, inseguendo farfalle ed incitando il pubblico di sotto) e si ritrovava ora con la pluffa fra le mani.
    Davanti agli anelli.
    «tre anelli. tre ipotesi
    tre paperelle»
    il mantra per richiamare lo spirito di Julian, necessario in quel momento perché anche Mini prendesse un palo. «EHI CIAO CI CONOSCIAMO? SONO DONBY!» gridò, agitando la mano libera. Vorrei dire che fosse strategia per distrarla, ma ve lo lascerò solo credere, se vorrete avere fede.
    «HO INIZIATO A SETTEMBRE» (improperi ed insulti in background) «SONO TIBIAVORIO!!! DIVENTIAMO AMICI?» e don wood amico nostro lanciò finalmente la pluffa da qualche parte.

    i wish i was a...
    NOISY
    living in the middle between the two extremes
    (eliandi's version)
  14. .
    AAAAAAAH MA AIUTO CHE BELLO CHE È TI PREGO ZIA WJSKSHSN 🥹🥹
    non se lo merita un set così bello la merdina tedesca, davvero no, ma ORA PUÒ ESSERE NELLA SUA OVERWHELMED ERA PIÙ BELLO CHE MAI!!!1!1!
    Grazie zietta lo amo davvero, corro a cambiarlo (appena loggo da PC .), e probabilmente arriverò a ringraziarti anche in privato ma a un orario meno infausto di questo perché temo che tu stia dormendo da almeno 3/4 ore . GRAZIE ANCORA ZIETTA 🥹💞
  15. .
    obliviontober 2023 settimana 2 // mini prompt: "luna"

    06zITwWrnVhSLJ


    il rosso sangue è perché nel frattempo avevo davanti gli occhi la partita e volevo piangere, ciao zia scusa è andata così bacini a fred e a te smack

    (textures: cypher-s, ravenorlov &&alkindii)
19 replies since 11/6/2023
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