life is pain (au chocolat)

JD ft. libera

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    «Cazzo la voce era ancora impastata dal sonno, gli occhi piccoli e arrossati, e mentre con una mano se li stropicciava, con l'altra cercava di raccogliere in fretta la coppetta di noodles istantanei a cui aveva dato una botta svegliandosi, prima che sporcassero più di quanto avessero già fatto.
    Non era un risveglio ideale, alzarsi al suono di di un telefono che squilla, soprattutto quando hai passato tante - troppe - ore seduto sulla stessa sedia davanti ad un computer. In più non dormiva poi da- cristo, davvero troppo tempo perchè fosse sano. Non si stupiva fosse crollato davanti allo schermo pur in quella posizione scomoda. Aveva un mal di testa fotonico.
    «Stai zitto» borbottò al telefono che continuava imperterrito a fare suoni infernali, stringendo i denti quando questi gli rispose.
    «Uh. JD. Dovresti-»
    Lo (la? Li??) ignorò, cercando piuttosto in giro un tovagliolo, o qualcosa di simile, per pulire il pasticcio fatto col brodo, spostando fogli, coordinate, tabulati telefonici. Jo gli aveva chiesto più volte di mettere in ordine il loro ufficio, ma se già non era un maestro dell'organizzazione, da dieci giorni a quella parte era stato semplicemente impossibile trovare il tempo di farlo. Perdere anche solo cinque minuti per fare qualcosa di traviale come andare a buttare vecchi cartoni di pizza, o rimettere in ordine cavi abbandonati sul tavolo? quando quasi quaranta persone erano sparite - fra cui suoi amici? Fra cui ragazzini? Kaz, sorridente nonostante tutto, o Kyle, un genio senza il quale la resistenza (JD) arrancava? Suvvia, siamo realistici.
    «JD-»
    «Sei in silenzioso. Non dovresti suonare. Non sapevo neanche di averla una suoneria-...»
    Non gli piaceva quando gli oggetti che non avrebbero dovuto parlare, gli parlavano. Alexa - e altri robot simili a lei - erano gli unici che avrebbero dovuto farlo. Non avrebbe dovuto poter sentire altri parlare, era- mortificante. Come se imparare a lavorare con la magitecnologia fino a quel momento, fosse stato per nulla.
    Un discorso che non gli piaceva affrontare, e dopo tutti quei mesi ancora preferiva ignorare.
    Trovò un fazzoletto. Tamponò il brodo che era caduto- confuso giusto qualche istante per il fatto che fosse freddo. Se l'era tipo... appena fatto? Come era raffreddato così velocemente?
    «È importante. Credo- c-credo dovresti leggerlo-...»
    Sbuffò dal naso infastidito, prendendo il cellulare. «Cristo, ok ok ok. Cosa c'è di così-»
    Lo sguardo si fissò sull'ora.
    No.
    Iniziò a sentire un fischio nelle orecchie, prima ancora di cliccare velocemente l'ultima notifica di messaggio.
    "mi unirò alla squadra di ricerca e tu non potrai fermarmi"
    «Cazzo».
    Aveva dormito ore, non pochi minuti. Prima di addormentarsi aveva scritto a Ethan di non fare niente di affrettato o stupido, che c'era di più dietro, che sarebbe andato lui a recuperare Finn e gli altri, di non muoversi, era un ballerino non un combattente, c'era gente più preparata disposta ad andare contro gli ordini del ministero, se ne sarebbero occupati loro- era stato così stupido da pensare che Ethan lo avrebbe
    fottutamente
    ascoltato.
    Iniziò a digitare rapidamente, una serie di messaggi mentre camminava per la stanza recuperando vestiti, le chiavi della moto, una pistola e proiettili, il l'anello che Kyle gli aveva fatto per cambiare aspetto.
    "Stai fermo dove sei"
    "Ethan, giuro che ti picchio"
    "ethan"
    "ethan"
    "ETHAN"
    "vengo sotto casa tua"
    "sto uscendo"
    "rispondi al telefono"
    "chiamo tua madre"
    "rispondi o la chiamo non è un bluff"
    "Sono sotto casa tua"
    "Mi metto a gridare"
    "Mi arresteranno e sarà colpa tua"
    "Sto gridando"
    "Troverò qualcuno che può portarmi in scozia e ti farò il culo"

    Ma Ethan aveva già spento il cellulare, aveva già lasciato casa e, tempo che JD era davvero riuscito ad arrivarci, anche già lasciato la Scozia.
    Per dove, nessuno lo sapeva.

    Dodici ore. È il tempo che ci vuole in moto secondo maps per raggiungere la Scozia - e più precisamente Montrose.
    Due minuti. Il tempo che ci era voluto a JD per capire che era un'idea stupida andarci così.
    Un'ora e quattro minuti. Il tempo che JD ci aveva messo a trovare qualcuno capace - e disposto - a Smaterializzarlo in scozia, e da lì raggiungere l'Hotel Montrose.
    Mezzo istante. Il tempo che era bastato perchè sentisse il cuore a fermarsi. La realizzazione di essere arrivato troppo tardi - e di aver perso più di quanto pensava di avere.



    Mandò giù tutto d'un sorso.
    Era stata una serata proficua, tutto sommato: drink offerto dalla fonte, serata gratis in uno dei suoi locali preferiti, e forse anche informazioni utili che avrebbe potuto usare per rintracciare gli scomparsi (dati per morti, da altri, ma aveva visto troppe puttanate negli ultimi dieci anni per credere ad una spiegazione così noiosa), o almeno per capire dove doveva andare per trovare qualcuno che ne sapesse di più (al ministero, probabilmente, ma dove?).
    Scrisse a Jo quanto gli aveva detto l'uomo che si era voluto incontrare con lei lì, perchè sistemasse i dati, e fece per alzarsi, pronto a tornarsene a casa, tornare a lavorare- quando l'occhio cadde sulla chat con ethan, sull'anteprima dell'ultimo messaggio che gli aveva scritto.
    "non farmi questo non essere il mio ryan".
    Si morse il labbro. Aprì la chat, insultando mentalmente drunk!JD del giorno prima, e modificò il messaggio. Il fatto che si sentisse effettivamente responsabile (perchè non lo aveva fermato, perchè non c'era stato, perchè non era sparito lui, e non altri che avevano famiglie, vite, amici-) non voleva dire potesse sbatterlo in faccia ethan se- quando fosse tornato.
    sostituì il testo con un "Vi riporteremo a casa. Working on it!" più positivo, seguito dalla foto di un gattino.
    Sapeva che il Lynx non poteva leggere i messaggi, ma sembrava stupido non scrivergli quasi ogni giorno, quando lui l'aveva fatto per quattro mesi durante il suo coma. Glielo doveva, no? A casa avrebbe allegato la foto del cactus che gli aveva regalato.
    Il suo dito cadde sulla ricerca dell'app, nel guardare gli ultimi profili visitati. Melvin, Kaz, Kyle, Daniel-... pensò al sorriso dei ribelli che erano stati la sua famiglia negli ultimi anni, alle tisane di Wren, al dolore nell'immaginarsi Moka o Javi, all'innocenza di Clay, a Theo che provava a tirare pugni a chiunque osasse guardarlo male-
    Resistette alla tentazione di sfregarsi gli occhi perchè si era truccata troppo bene per concedersi di piangere, e si alzò indirizzandosi al bancone di nuovo, il cellulare chiuso in mano come se fosse stata la vita dei suoi amici, come se tenendolo abbastanza stretto, anche loro non potessero scivolare via.
    «Un altro, per favore» Alla fine, un'oretta per sbronzarsi poteva concedersela.
    like any unloved thing
    i don't know if i'm real
    when i'm not being touched



    volevo scrivere nel sottotitolo post miniq 05 ma in realtà non ha partecipato quindi sarebbe stato solo per dire che è ambientata dopo .
    vabbè non dovete leggere tutto, short story short
    - è post mini
    - jd sta indagando su dove siano finiti obv
    - l'aspetto è quello di jieun, la ragazza della gif (la cantante somi)


    Edited by ‚soft boy - 4/3/2024, 13:55
     
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0 replies since 1/3/2024, 18:43   44 views
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