Votes taken by fenneko

  1. .

    empath

    influencer

    australian
    face my fears
    isak danielson
    Ogni tanto (spesso) Jojo ringraziava gli anni di lezioni di teatro a cui la madre lo aveva sottoposto.
    Il sorriso non vacillava, l'espressione era serena e dolce, il trucco leggero nascondeva ogni traccia pregressa di stanchezza o stress ma neanche l'uomo più bigotta avrebbe potuto definirlo volgare: il ritratto del ragazzo immagine che era stato educato ad essere - né troppo anonimo, né troppo eccentrico da farsi guardare in modo non voluto. I capelli erano biondi e tinti da poco, i colori che indossava chiari, ma non c'era niente di provocante o controverso nel maglioncino morbido o nell'assenza di orecchini.
    Si sentiva un'animale in trappola.
    La voce della madre gli rimbombava nelle orecchie fino a sovrastare la musica del locale, voce sempre gentile se a sentirla era un esterno, ma in cui Jojo riconosceva un sottotono acido. "Attira l'attenzione, ma non troppo. Non mostrare i denti quando sorridi, sembri un topo. Tieni in avanti il collo o si vedrà il doppio mento nelle foto. Presentati alla figlia di quel produttore. Sii educato, non creare disagio. Stai dritto con la schiena. Per l'amor del cielo, tesoro, niente stranezze".
    Non avevano lo stesso concetto di stranezza, madre e figlio, ma quando Hannah al telefono gli aveva detto così, Jojo aveva capito immediatamente a cosa si riferisse. Al solo ripensarci, infilò la mano in tasca cercando conforto nel stringere fra le dita la plastica del braccialetto rosa e azzurro che ormai portava la mesi, cercando di scacciare la sensazione di essere nudo senza di esso (un reminder per il mondo di che genere usare quando si rivolgevano a lui. O a lei). Aveva accettato il suggerimento (*obbligo mal celato) della madre di non esternare troppo in pubblico la sua confusione riguardo il proprio genere sbattendola in faccia a gente che poteva non apprezzare («sarebbe stato meglio se fossi stato trans e basta» «io sono trans mamma-») ma dopo più di un anno passato in Inghilterra in cui aveva potuto vivere, comportarsi e vestirsi come voleva, era difficile tornare indietro. Non aveva problemi a essere considerato un ragazzo, ma avrebbe voluto fosse stata una sua scelta decidere se farsi definire così quel giorno, piuttosto che un obbligo.
    E poi non gli piaceva troppo quel genere di feste, non abbastanza private per i suoi gusti.
    Troppi giornalisti, troppa gente pronta a cercare lo scandalo. L'attenzione era sulla boutique, ma un passo falso, e poteva uscire il post sbagliato su Jojo Park e i suoi sorrisi civettuoli ad un ragazzo ricco (arrampicatore sociale, o un coming out atteso da anni?), su un bicchiere con un liquido troppo denso (il ragazzo d'oro australiano ha mollato la serie CO2 dopo solo una stagione per problemi di alcolismo?\), la chiacchierata con la persona sbagliata (le amicizie pericolose di jojo park e il suo supporto ai trafficanti di esseri umani!)-... era fottutamente facile sbagliare. Gli haters andavano e venivano, l'aveva imparato subito, ma il trauma di aver deluso chi aveva una certa visione del proprio idolo era per sempre.
    Deglutì stringendo forte il bicchiere con la coca cola (cosa avrebbe dato per poterci rovesciare del rum-...) e nel girarsi i suoi occhi finirono sul ragazzo biondo e spettinato che si era messo animatamente a chiacchierare con un cameriere sulla ricetta dei salatini. Il sorriso perfetto ma finto di Jojo si sciolse in qualcosa di più sincero e asimmetrico, il luccichio dei denti a fare capolini finché non si ricordó di chiudere la bocca.
    Almeno una vittoria l'aveva avuta su sua madre, che gli aveva gentilmente fatto pressioni per invitare all'inaugurazione uno dei suoi amici famosi ("amici", aveva proprio detto, perché pensava che fosse di cattivo gusto chiamarli "colleghi", cosa che invece sapevano entrambi fossero).
    Invece che portare all'inaugurazione come +1 qualcuno visto due volte durante quella presentazione di quel film o quell'after party privato dopo un concerto, Jojo aveva chiesto a Ficus di accompagnarlo. Come amico, ovviamente, ma il fatto che fosse lì era abbastanza. Non gli avrebbe fatto da scalino sociale, Teen Stars o altri fanaccount non avrebbero pubblicato per giorni foto con commenti emozionati, me non gli importava.
    Poteva rinunciare a ubriacarsi o farsi per superare la serata, poteva accettare di restare chiuso nella scatola che lo definiva un maschio, guardare sognante ma senza poterne usufruire i camerini dove avrebbe potuto provare lingerie sexy che gli sarebbero state da dio (ma avrebbero fatto a pugni col suo brand di bravo ragazzo nerd)... ma almeno non lo avrebbe fatto da solo.
    Fece una foto al locale, attento a inquadrare anche Ficus proprio mentre rideva mostrando i denti da squaletto, e dopo averla abilmente modificata perché i colori si adattassero al suo feed la postò sul proprio profilo con una descrizione accattivante per fare sapere al mondo che era stato invitato a quella festa, e al se stesso del futuro, quando avrebbe rivisto quel post, che poteva avere cose belle, se se lo permetteva.
    Si riavvicinò al ragazzo, sfiorandolo appena per il braccio per richiamare la sua attenzione. Il cameriere sembrò grato della distrazione, con gran divertimento di Jojo. Chi non poteva essere più che entusiasta di parlare liberamente col ragazzo più tonto e dolce della festa?
    «Ti va di andare nei camerini?» -uH. Alzò in fretta la mano libera dal bicchiere in segno di scuse. «non con me! cioè- si, ma non insieme. nel senso- separati, non dentro insieme... ... Unless? -Ah ah scherzo! Scherzo! Sarebbe strano. Non tu! Intendo io e te. Insieme nei camerini- a meno che tu non voglia-...? cioè nel senso sì scusa ignorami possiamo stare qua, ti presento a chi conosco!!»Cosa dicevo sugli anni di recitazione? Inutili nel momento in cui gli serviva fingersi un essere umano funzionante con Ficus. Voleva sotterrarsi.
    «Giuro che sono più figo di cosi di solito» mormorò. A se stesso, a Ficus, ma pure al cameriere ancora a portata orecchie che pareva volersi sotterrare con lui per il second hand embarassment.
    Indicò col mento e il bicchiere l'host della fretta, ansioso di una distrazione. «non ho mai parlato direttamente con heloise von schneider, mi piacerebbe fargli da testimonial. Mia madre però non pensa sia-... il mio stile». Gli angoli della bocca si incurvarono verso il basso, ma il tempo di un instante, e sorrideva di nuovo. «Conosci Yale Hilton, l'uomo con cui sta parlando?» si trattenne dal sospirare sognante solo perchè era in pubblico. Si sollevò leggermente in punto di piedi per sussurrare a Ficus «Ho ancora il suo poster in camera mia in Australia»
    i am not sure that i exist
    i'm the writers that i've read
    all the people that i've met
    all the women that i've loved
    all the cities i've visited
    JOJO


    parla solo con ficus, e commenta hel e yale.
    post inutile visto che forse ficus manco posta ma è fanservice per me, mi andava .

    - biondo
    - male presenting
    - vestito con un maglioncino e colori pastello, un po' anonimo (ma di marca con roba figa e famosa)
    - invitato in quanto testimonial per altre agenzie di moda ecc
  2. .
    dilf 💅
    @damnilovefrogs
    @juststatingfacts suggerimenti di YouTube. vi penso 🙏✨ 0885oNx
    hh.mm - gg/mm/aaaa - powered by twizard
  3. .
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    video maker
    australian
    empath
    hyojoo park | jojo
    Erano state settimane pesanti.
    Sembrava di essere tornati al periodo post Guerra di Primavera, con la security all'erta, sorrisi difficili da trovare, e la sensazione che nessuno volesse davvero parlare di cosa fosse successo. Giravano voci, ovviamente, ma la parola ribelle spuntava in molte di queste - e ricordando il consiglio di Kaz di mesi prima di fare molta attenzione a buttarla qua e là, o farsi immischiare in quel discorso, Jojo si era ben visto dal chiedere di più. Quello che sapeva, lo aveva origliato, o glielo avevano detto altri. Una trentina di persone erano scomparse, e sembrava non fosse successo nulla.
    Non è che non avesse pensato di rendersi utile in qualche modo: aveva aiutato con i volantini da distribuire, aveva dato motivo di interessarsi alla questione raccontando a tutti quelli che vedeva alla biblioteca di different lodge che era stato Kaz a crearla, prima che gli special potessero permettersela (ma era un segreto, non lo dovevano raccontare agli adulti - non si sapeva mai), aveva approfittato della visita fuori dal castello per usare i suoi canali social per chiedere se qualcuno ne sapeva qualcosa (prima che i suoi genitori gli dicessero di cancellare il post, perchè il ministero aveva chiesto di non immischiarsi).
    Tuttavia, settimane dopo, si rendeva conto che era stato tutto inutile, e non poteva fare niente.
    A quanto pare, ogni tanto la gente spariva - e poteva solo accettarlo e andare avanti con la sua vita.
    Lo aveva fatto.
    Non era felice, gli mancava Kaz, sperava che Nahla, Remì, Chouko e gli altri stessero bene e che sarebbero riapparsi come aveva fatto Iris, ma la vita andava avanti.
    E anche l'economia.
    Si mordicchiò il labbro, continuando a segnare sull'agenda dati, numeri, percentuali. Aveva account da gestire, pubblici e meno pubblici, e l'assenza di internet al castello non poteva fermarlo dal gestirli al meglio, per avere soldi da spendere in cosa voleva. Sua madre si teneva (e spendeva) tutto quello che Jojo guadagnava e aveva guadagnato con Jojo's Park, e il lavoro da Madama non era abbastanza per permettersi le cose che voleva e che gli piacevano - senza contare che per farsi foto da vendere online, spesso preferiva investire e andare in hotel ed essere sicuro di avere privacy, piuttosto che restare a hogwarts (incredibile quante poche persone ti chiedano i documenti, quando sei un empatico e sai che fili tirare). Sua madre gli lasciava abbastanza soldi per comprare cose di cui avrebbe parlato nei video, ma non era ancora convinta della questione genderfluid, e se Jojo voleva viziarsi con vestiti da ragazza, comprare trucchi forti, avere parrucche carina, doveva adattarsi.
    Sbadigliò portando la mano davanti alla bocca. Era lì a "lavorare" da... un tot. Guardò l'ora, e si rese conto alzandosi in piedi di scatto che si era perso come al solito, e che doveva vedere Ficus in meno di mezz'ora (in amicizia!!! Ovviamente!!! Non che avesse provato inutilmente a buttare lì altri hint ah ah ah... ah).
    Ugh, non era neanche (troppo) truccato, ed era ancora vestito solo con le calze e canotta e pantaloncini del pigiama!! (uno carino con i merletti che si era comprato per il prom dell'anno scorso, prima di decidersi per l'onsies - ma still non adatto ad un appuntamento- cioè, uscita fra amici).
    Quaderno stretto al petto e penna fra i denti, si affrettò alla camera-
    E si fermo davanti alla porta, sentendo qualcosa di strano nei feromoni nell'aria.
    «uh»
    un tonfo.
    E un altro.
    cigolii.
    Voci-... gemiti?
    Spalancò gli occhi. Mutò immediatamente l'empatia, prima di captare cose che non voleva captare (era capitato più volte di quanto avesse piacere a ricordare che succedesse, e ogni volta si sentiva come un guardone).
    Si voltò, fece un passo per allontanarsi e andarsene (effettivamente il castello era più vuoto, da quando avevano di nuovo concesso di andarsene a casa se non si aveva lezione; comprendeva la necessità e la voglia di sfogarsi. Honestly, mood) ma- dannazione.
    Abbassò lo sguardo sui propri piedi.
    Non aveva neanche le scarpe.
    E non poteva incontrare Ficus vestito così, era troppo vanitoso per permetterselo. Ma non voleva neanche rinunciare a vederlo??? Senza contare che c'erano Noona e le sue ranette nella stanza!! E se fossero rimaste traumatizzate??
    "Non sto facendo niente di male non sto facendo niente di male, capiranno".
    Prese un respiro rizzando le spalle.
    Si girò di nuovo a fronteggiare la porta.
    Bussò.
    Meglio lui di un membro della security alla fine.
    «eh-ehm!» e se proprio volevano poi picchiarlo per averli interrotti, poteva sempre usare l'empatia per farseli (punto) (Scherzo.) amici e convincerli non avesse fatto niente di male!!1
    don't be horny
    around me
    i'm an empath



    ma a different lodge abbiamo le camere o i dormitori con tante persone? Se abbiamo le camere più piccole (come in realtà ho sempre pensato) sarà il png coinquilino di jojo . o ha sbagliato camera chissà.

    TL;DR: Jojo bussa alla porta del dormitorio da cui ha sentito venire suoni compromettenti 🌚 (ed è vestito in pigiama (?))
  4. .
    We do our best vampire routines
    As we suck the dying hours dry
    lawyer1987
    sehun lee

    Potreste pensare che la guerra, o il cambio epocale dovuto alla caduta dello statuto di segretezza, fossero stati abbastanza da mettere in secondo piano tutto il resto... lo pensava anche Sehun Lee, magiavvocato e pavor (il secondo, un lavoro che aveva preso da relativamente poco tempo - una ricerca di vendetta e di essere insieme giudice, giuria e boia).
    C'era un mondo sottosopra da sistemare, sfollati a cui trovare casa, cause legali da chiudere prima che il governo le facesse cadere in prescrizione, special che avevano subito soprusi per anni e ora chiedevano di pareggiare i conti... il tempo per stare dietro a tutto era poco, e le notti passate a lavorare finivano sempre troppo presto facendo sembrare quel tempo extra poco più di un soffio - un dovere verso il proprio governo più che un favore.
    eppure
    eppure c'era sempre qualcuno che nuovi problemi se li voleva trovare a tutti i costi. Forse preferendo concentrarsi su cose triviali piuttosto che morte e dolore, forse solo per ingenuità - ma che importavano le ragioni? Il fine giustificava i mezzi solo quando gli serviva per vincere una causa.
    Sehun avrebbe ignorato il discorso iniziato nell'atrio, ascoltato quasi per errore mentre si stava tranquillamente leggendo il giornale nella sua canonica pausa da quindici minuti esatti, ma ahimè, per quanto fosse da lui stare nelle retrovie e svolgere il suo lavoro in silenzio, non era un fan delle discussioni fine a se stesse due contro uno.
    Piegò il giornale con cura. «Signora Lovecraft» il tono era stato serio, senza inflessioni nella voce. Arrabbiato? No di certo, sebbene Sehun Lee avesse un particolare talento a sembrare sempre scocciato e annoiato, almeno tanto quanto appariva noioso. La tipica persona a cui chiedi, ironicamente, "devi essere uno spasso alle feste" e ti risponde, dimostrando di non esserlo. «Sarò lieto di aiutarla a fare i controlli che ritiene necessari, ma la dicitura nella prima pagina del calendario è vera, come detto dalla signora Hadaway: i ricavi sono andati all'ospedale San Mungo, nello specifico al riparto ricerca» non era stato mica il team di marketing della Ferragni a organizzare quella raccolta fondi.
    Sembrava quasi Lee stesse leggendo da un copione frasi imparate a memoria, e forse era così. Era un avvocato, e lungi da lui riferire segreti dei suoi clienti, ma era certo che il calendario non potesse andare incontro a denunce di alcun tipo. Censura? Quella forse si, ma sperava la donna a capo del reparto fosse abbastanza intelligente per capire che il popolo l'avrebbe trovato di cattivo gusto. La censura era un lavoro che andava fatto con abilità certosina, lasciando intoccate le cose innocenti che arrecavano danni al massimo personali, ma non al governo nella sua totalità. «Se pensa possa farle odiare di meno questo calendario, le fornirò i dati di quanti giovani maghi, ogni anno, soffrono per colpa di malattie veneree, e di come negli ultimi anni il San Mungo con programmi di prevenzione e di cura abbia aiutato a ridurre un disagio assai presente nella comunità magica, seppur spesso neglettato» usava la carta minorenni? certo. Gli adolescenti erano pur sempre bambini ai suoi occhi, e sperava anche a quelli della donna. Il suo sguardo andò all'altro ragazzo. Eh. Ignorabile. Tornò al capo censura e sorrise leggermente, sebbene il gesto non raggiunse gli occhi. «Mi spiace dirle che è vera anche la seconda scritta in copertina: "una cosa del genere"» e indicò il calendario «è del tutto ammissibile. Potrebbe tentare una causa, ma sarebbe un inutile dispendio di denaro, e attirerebbe le antipatie dei giovani che non farebbero che insistere per fare loro stessi altre cose del genere al fine di infastidirla. Gli adolescenti sono così» un altro sguardo al collega Hunt. Quanti anni aveva, diciotto? Quindici? Abbastanza pochi da pensare fosse di buon gusto dare della donna sensuale ad una donna sposata. Abbastanza pochi da essere ancora convinto che un bel viso potesse portarlo ovunque. Infilò una mano in tasca. «Il mio suggerimento è di ignorare la questione, come hanno fatto i protagonisti del calendario negli ultimi sette anni» glielo suggeriva come Mr dicembre 2017 «Ignorando, in un mese tutti scorderanno. Ma se vuole, posso suggerirle miei colleghi disposti ad affiancarla in tribunale» prese una scatolina di metallo dalla tasca, e le porse uno dei biglietti da visita al suo interno.
    Lui e Dorothea Lovecraft non si erano mai parlati fuori da riunioni ministeriali, o saluti veloci alle feste di natale e simili, quindi non era certo sapesse dove si trovasse con esattamente il suo ufficio.
    ruthlessness
    is mercy
    upon ourselves
    ruthlessness
    epic - the musical




    Non so bene cosa ho scritto, ma è divertente che io abbia scritto a lavoro invece che - beh, lavorare. Ciao museo giuro ogni tanto lavoro anche
    PS scusate se non ho ripreso bene il discorso nomi ma poi veniva troppo lungo ???

    Edited by ‚soft boy - 4/2/2024, 18:32
  5. .
    aaahhh bello che è n!! Canon sia il poster omaggio col calendario del ministero (ah non erano con le photocard ecc come negli album K-pop? e invece si, tiè)
  6. .
    gifshe/himempathjojo park
    currently playing
    face my fears
    isak danielson
    I am not sure that I exist, actually. I am all the writers that I have read, all the people that I have met, all the women that I have loved; all the cities I have visited.
    I fucked up I fucked up I fucked up I fucked up.
    A Jojo l'empatia piaceva - generalmente. Lo faceva sentire vicino alle persone, gli faceva dire la cosa giusta. Poteva capire meglio le reazioni altrui anche quando erano bravi attori, e poteva in risposta essere quello che loro volevano, quello di cui avevano bisogno.
    Ma quando le emozioni negative altrui arrivavano ad ondate inaspettate, tendeva a perdere il fiato affogando in esse. Non era bello sentire di aver scaturito reazioni come paura, rabbia, sgomento. Abbassava la guardia, diceva cazzate, e faceva innervosire Kaz che probabilmente ora lo odiava, fantastico.
    Il suo sorriso tentennò, facendosi dispiaciuto fino quasi a sparire, ma non abbandonò l'atteggiamento tranquillo (nonostante la voglia di prendere a testate il muro), accettando passivamente le parole del giocatore tassorosso. Temeva di aver rotto la loro bolla felice (non l'avrebbe più chiamato bro?), ma mostrarsi in panico avrebbe solo reso la situazione peggiore, potenzialmente imbarazzante se non peggio.
    «Hai ragione, farò più attenzione. Grazie» non ironico, e si sforzò perchè non suonasse neanche ferito dal cazziatone pur essendoci rimasto male. Non perchè l'altro aveva esagerato, ovviamente: non era colpa di Kaz, se vivevano in quel mondo, ma era colpa di Jojo se aveva finto per anni non fosse così. Solo perchè il governo inglese pubblicava da quasi dieci anni un calendario con gli uomini più potenti del mondo in pose particolari e mezzi nudi (ci faceva sempre un video di recensione), non voleva dire che non fossero gli uomini più potenti del mondo, e che odiassero quelli come Jojo e Kaz nonchè chi pareva volersi battere (seppur nei modi sbagliati) per loro.
    La situazione sembrò calmarsi per il cuore dell'Oh entro qualche minuto, e Jojo quasi tirò un sospiro di sollievo quando se ne rese conto. Forse non aveva rovinato tutto?
    Arrivati a parlare di fanfiction, sembrava essersi ripreso dei punti persi con la storia del ribelle.
    «non penso? Non ho mai scritto nulla su persone che conosco.»
    «Neanche io» Ignorò con classe l'odore di bugia; non era di suo interesse sapere più di quello che Kaz voleva rivelare. «Ma ne ho lette» su suoi conoscenti, colleghi, "amici", e anche su se stesso. Faceva parte di quel gruppo di persone che aveva bisogno, ogni tot, di googlare il proprio nome per vedere cosa usciva (la gente lo odiava? Cosa dicevano i tabloid? erano usciti nuovi meme? Aveva scritto qualcosa di sbagliato nella descrizione di una foto?)... e silenziosamente, stava anche dicendo "non c'è niente di male a scrivere ff simili". Così, fun fact, che Kaz le scrivesse o no davvero.
    «ma le catene, sai. Sono un po’ fuori dalla mia comfort zone, e qualcosa che non conosco. potrebbe essere una sfida! Mi piacciono le sfide»
    Annuì. Non era il momento di dirgli che a lui piacessero solo perchè sapeva che non avrebbero dovuto, e che quindi lo facessero sentire libero di pensare con la sua testa e di essere chi voleva. Un tempo e un luogo per ogni cosa «Hai il mio numero, Puoi scrivermi se ti va di parlarne» per iscritto era più facile, no? «O ti cerco ff carine che ne parlino!»
    Lo ascoltò parlare di come aveva cambiato casa, del trasferimento, cogliendo in quel battito di ciglia il sottotesto ai laboratori. Distolse lo sguardo fingendo di sistemarsi meglio le catene, imbarazzato perchè la sua esperienza con i dottori ribelli (doveva abituarsi a chiamarli così) era stata... diversa. Aveva voluto un cambiamento, c'era andato quasi volontariamente lì, e sua madre l'aveva salvato pagando il suo peso in oro poco dopo la sua scomparsa. In confronto alla maggior parte degli special, quella del Park era stata una vacanza.
    «possiamo scoprirla insieme se ti va? Però non tipo… i musei e quelle cose da turista. La vera londra» Inspirò profondamente guardandolo con occhi grandi e scuri. La vera Londra.
    «Sembrava la frase di un film» sorrise portandosi la mano al petto. «Uno che guarderei. Sarebbe fighissimo scoprire insieme la vera Londra» Si sporse in avanti, guance rosse mentre continuava emozionato. «Trovare i locali di nicchia che costano poco ma sono i più belli, i tetti dove la vista è migliore, i pub dove fanno i concerti dei gruppi indie, conoscere le leggende locali-...» non aveva ben chiara l'idea di cosa volesse dire "conoscere la vera Londra", ma per lui significava sentirsi a casa, sentirsi accolti, trovare posti strani e sconosciuti e esserne accolti. «Vado sullo skate! Anche tu? Sei mai stato al Southbank? Andiamoci insieme!!» In uno dei suoi giri da turista ci era passato col padre, la sua compagna e Sana, ma non aveva potuto fermarsi e non c'era più tornato - nonostante la sua parte capitalista avesse pensato di farlo per registrarci un video. Se anche Kaz andava in skate, potevano tornarci insieme!! Era un po' la mecca degli skater, e anche se Jojo non era bravissimo, ha lo skate nell'avatar quindi sembrava comunque una meta necessaria. «...se ti va»
    sooner or later you're gonna tell me a happy story. i just know you are.
  7. .
    «hai detto che la casa è andata a fuoco nell'800?» mormoró. Assurdo, sembrava stare su così bene! Dopo duecento anni, il vento e la pioggia avevano fatto un ottimo lavoro di pulizia.
    «magari qualcuno è passato a darle una sistemata. sai, come quelli che restaurano i quadri»
    «davvero lo fanno?» spostó lo sguardo eccitato su di lui. «che cosa romantica! così non cade troppo a pezzi, e si conserva!» per lui aveva senso, ok? Pur essendo nato mago, non era cresciuto davvero in una normale famiglia magica: era possibile esistessero incantesimi facili che permettevano alla gente di restaurare case stregate, in modo che non venissero del tutto distrutte dal tempo.
    «o quando scoprono uno scheletro di dinosauro!»
    «se ne scoprono tanti?» un dubbio sincero. Non credeva fosse una cosa cosi comune, addirittura da citare come esempio.
    «mi piacerebbe trovarne uno! Prossima missione del team Jojus!» si morse l'interno della guancia sorridendo leggermente. «se ti va»
    Guardò la mano che il ragazzo gli porgeva per scavalcare il cancello, e si concesse di prenderla nonostante non avesse alcun bisogno di aiuto, ma giusto perché poteva e perché voleva. Alcol o meno in corpo, poteva riuscire a placare la sua empatia quel tanto che bastava per concedersi di tenere fra le dita quelle del tasso per qualche secondo sentendosi in principino aiutato dalla sua guardia del corpo.
    «dici che è come nei musei? forse dovevamo... non lo so, tipo prenotare una visita»
    «per non infastidire i fantasmi? ha senso» aggrottò le sopracciglia «non me ne intendo. Potremmo... avvisare che siamo arrivati? fare una tavola ouja sul pavimento col sangue per dire ciao e chiedere il permesso»
    Effettivamente non voleva far arrabbiare i proprietari di casa. E se era un brutto momento??? E se non erano felici del restauro fatto alla casa e ora odiavano tutti i vivi?? In quel caso avrebbero dovuto offrirsi per aiutarli a cambiare la disposizione dell'arredamento e co. Una volta Jojo era stato ospite da uno youtuber che faceva cose simile, forse poteva recuperare dalla testa un po' di nozioni-...
    e poi.
    E poi.
    «Davvero?»
    Ficus appoggió l'orecchio al suo petto.
    Se il cuore di Jojo fosse anche stato sereno fino a pochi istanti prima, avrebbe preso ora a pompare all'impazzata.
    Guardò stupito in basso il ragazzo (la sua nuca, almeno) rannicchiato contro il suo ventre, e fece l'unica cosa possibile in una situazione simile: posò le dita fra i suoi capelli. Aiuto. Vorrei dire che non ebbe qualche pensiero poco puro ma, insomma. Avere un ragazzo di quasi due metri praticamente inginocchiato davanti a te a sfiorarti non è proprio materiale per la fascia protetta.
    «ficus-» "Mi piaci e sono ubriaco, sono un empatico. Se fai così-"
    «oh, accidenti. ti fa male anche il braccio sinistro?»
    «no»
    Dopo la confusione, sorrise all'ingenuità dell'altro. Un sorriso un po' meno convinto di quelli fatti finora, con un accenno di tristezza. Continuava a farsi problemi che Ficus potesse capire che le sue attenzioni erano apprezzate un po' troppo dallo special, ma il tasso era su un altro pianeta completamente, manco a contemplare la possibilità fra loro potesse esserci di più.
    Non pensava, Jojo, potesse essere una questione di ingenuità, quanto di mero disinteresse.
    Andava bene, davvero.
    Tenne il suo sguardo un paio di secondi ("Non posso piacerti, vero?"), distogliendolo poi fingendo una risata leggera.
    Continuò con il discorso attacchi di cuore. Jojo gli arruffò i capelli interrompendolo: «Intendevo dire che sono emozionato»
    Non si era allontanato per primo (solo perché logicamente non voleva approfittarsi del Tasso, non voleva dire non fosse tentato di farlo), ma adesso si voltó per affacciarsi alla finestra della casa e chuse li il discorso prima che il tasso si preoccupasse ancora di più.
    Ficus lo superó, arrampicandosi prima di lui.
    «entro a controllare che sia tutto a posto»
    «aspetta-» troppo tardi, era già dentro.
    «vieni su» E Jojo venne (wink).
    Si tirò su per entrare con uno sbuffo (Ari che in realtà immaginava una porta finestra: ah ok. Altro sforzo fisico, ma cosa si fa per amore...), seguendo a ruota Ficus e atterrando poi silenziosamente sul parquet. Parquet? Si aspettava assi che scricchiolavano e cose simili... ma una cosa era giusta, rispetto a quello che si era immaginato: la sensazione che lì dentro non fossero soli. Brividi.
    Sbatte le palpebre per abituarsi al buio, non vedendo molto neanche lui della casa. Erano in un salotto, però, a giudicare dai contorni di mobilia che vedeva.
    Una parte di lui si chiese se, entrando in una casa simile con qualcun altro, avrebbero potuto sfruttare il divano che gli pareva di vedere (pomiciare in una casa stregata? Dai, un'esperienza da segnare in check list); ci si immaginava senza troppe difficoltà, appassionato di fare qualsiasi cosa sia madre avrebbe trovato problematico in caso fosse uscito sui tabloid, ma voltandosi versi ficus e la sua grazia sgraziata (da cucciolo di giraffa - cit), osservando gli occhioni enormi da vitello che cercavano di ispezionare l'area, si disse che non sarebbe voluto essere lì con nessun altro, baci o no. Cioè. Sarebbe stato meglio con i baci, ma poteva farne a meno.
    «mi sembra ci siano dei ritratti, forse sono di chi viveva qua prima dell'incendio», sussurrò, e prese Ficus per un braccio tirandolo verso i muri. Non si era ancora abituato al buio (non dopo i lampioni della strada) ma poteva intravedere delle figure nei quadri. Quadri bellissimi fra l'altro, sembravano quasi foto!
    «oh, c'erano anche dei bambini... » allungò un dito verso la cornice, aspettandosi di sporcarsi le dita di polvere. «poverini. Saranno diventati fantasmi per continuare a vivere...» si voltò verso Ficus «Dovremmo aiutarli ad andare oltre. Chissà se-»
    si interruppe. La vista ad adattarsi al buio sempre di più mentre guardava oltre il Tasso.
    Sbatté le palpebre. Mh. «... da che anno hai detto essere abbandonata, sta villa?»
    si concentrò di nuovo sulla sensazione che in casa di fosse qualcun altro. Forse non erano le presenze dei fantasmi quelle che sentiva.
    «La persona in quel........... dipinto, non ti sembra familiare?» e indicò alle spalle del ragazzo una grossa gigantografia.
    Era una foto? Un poster di qualcuno di famoso? Un quadro di baby-Elwyn? A Rob la palla.
    hyojoo park
    'jojo'

    This life like a war I'm always the loser
    You were my savior
    On the edge of the cliff your light leads me
    Making me a winner
    2007's - he/she
    wizard - empath
    australian
  8. .
    Lestrange.
    ti lascio la scheda qua!!
    tutorial veloce per chi sta leggendo ed è confuso dalle schede!!!

    devi aprirla in questa sezione, e mettere come nome "eve [gruppo 1]", e sottotitolo "alexander"
    ho sostituito
    NOME_PG con alexander sirius lestrange
    ALLINEAMENTO con neutrale
    NOME_PLAYER con eve

    quando dovrai modificarla per aggiornare dovrai modificare il "+ 0 evento [mese '00]" con ad esempio "+ 05 fidelity card [ottobre '23]" e sostituire dove c'è scritto "000" con "005" ecc (cercando 000 con la funziona cerca, è l'unico numero a uscire)

    CODICE
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    <tr>
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    <td colspan="3"><div class="schedareg">Questo modulo sarà utilizzato dallo staff per organizzare le missioni, e dall'utenza per tenere il conto dei punti e far salire di livello i personaggi. <a href=?t=55565232>REGOLAMENTO</a></div></td>
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    alexander sirius lestrange
    changelog



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    neutrale
    matricola
    matricola (0 - 250)
    apprendista (251 - 820)
    mago (821 - 1620)
    leader (1621 - 2820)
    master (2821 - 4020 + )
    000
    player: eve
    gruppo I: alexander
    Questo modulo sarà utilizzato dallo staff per organizzare le missioni, e dall'utenza per tenere il conto dei punti e far salire di livello i personaggi. REGOLAMENTO
  9. .
    gifshe/himempathjojo park
    currently playing
    face my fears
    isak danielson
    I am not sure that I exist, actually. I am all the writers that I have read, all the people that I have met, all the women that I have loved; all the cities I have visited.
    «Oh, hai vinto» una constatazione recitata con una certa ingenuità falsa ma gentile, a cui seguì, alzando lo sguardo, la stretta di mano a distanza. «sei stato bravo» Non serviva essere un empatico per sentire come a Kaz stesse brillando il cuore per quella vittoria. Era una cosa piccola, ma anche il Park era felice di aver partecipato a quel sorriso; c'erano tante cose che sua madre aveva sbagliato, nel crescerlo, ma Jojo era contento che gli avesse inculcato l'importanza di far stare bene le altre persone a costo di una bugia innocente, che gli avesse insegnato a essere come la Luna: rifletti la luce degli altri, non far vedere dalla terra le tue zone d'ombra, lascia che credano che la luna piena sia la parte migliore di te, anche se non è vera, anche se non è sempre.
    Si strinse di nuovo le ginocchia al petto, osservando il vicino di prigionia.
    «i meriti andrebbero riconosciuti» sincero, a questo giro, perchè convinto che una buona azione meritasse altro che non un buon karma, ma anche la giusta dose di grazie. Forse a pensarla così era la sua testa da content creator, che vedeva nella storia di Kaz non solo un gesto carino, ma un gesto carino che poteva ispirare milioni (facendo guadagnare like e followers), o forse era solo il sentire quanto in realtà Kaz ci tenesse a essere amato e apprezzato. Honestly, mood. Uscito di lì, avrebbe cercato di ricordarsi di usare i propri risparmi per comprare un regalo al ragazzo.
    Ridacchiò sentendo l'Oh conquistato dalle sue abilità oratorie. The bar was set low, ma chi era Jojo per non apprezzare i complimenti?
    «bro. che smooth»
    Uh.
    Uh.
    «anche io (sono conquistato)» Arrossì leggermente, il sorriso a farsi più aperto mentre posava il mento sulle ginocchia.
    Sbuffò una risata.
    L'aveva chiamato bro.
    Ovviamente gli era già capitato di essere definito così, ma detto da Kaz aveva una sfumatura più sincera, da amico. Un gender neutral bro che non era un intercalare random per fingersi più legati di quanto non fossero, o che nascondevano non si ricordasse il vero nome del Park.
    Non aveva molti amici veri, Jojo, non fatti semplicemente perchè - cit - era smooth. Pensava Kaz fosse sempre gentile con lui perchè fratello di Sana, non perchè gli piacesse... ma magari stava riuscendo a conquistarlo sul serio con le sue sole forze?
    «beh, bello di sicuro. dannato? eh. più bello e mh… bello e robin hood? Sai. sai cosa intendo» Jojo annuì velocemente. «ecco. quel baddy. sentiti conquistato quanto vuoi»
    «bello e ribelle» intervenne in aiuto. Era un brand che andava ugualmente di moda; il ribelle conquistava col suo core d'oro dedito all'aiuto degli altri, e poteva vedere benissimo come si adattasse a Kaz (che eppure aveva un piede anche nel trope di bello e stupido; con affetto) «l'eroe ribelle... ti si addice» rendendosi d'improvviso conto di quanto detto spalancò gli occhi, guardando in fretta verso la porta per assicurarsi che il torturatore non avesse sentito. «non intendevo... lo sai. Mi è scappato» arricciò il naso. «in Australia siamo un po' meno... attenti a come usiamo certe parole» o forse lo erano Jojo e sua madre, abituati a interagire col mondo babbano più che quello magico.
    (...)
    «te ne intendi? Di catene. In setting diversi» un'altra risatina dal naso, più stupita che imbarazzata. «scrivo fan fiction»
    «vuoi scriverla su di me?» sbattè le palpebre languidamente, e in fretta di nuovo ridacchiò. «Si aprirebbe un discorso lungo» che non era per forza contrario ad affrontare, se era con Kaz. Doveva per forza tenere certi aspetti della sua vita segreta, se voleva che Jojo's Park vivesse, che sua madre lo amasse e fosse contenta del suo lavoro, ma il giocatore di quidditch sembrava una persona abbastanza fidata, che non si sarebbe sconvolta a sentire certe cose, e che non l'avrebbe raccontato in giro... giusto? «non so se abbiamo sbloccato quel livello di amicizia. Cosa vuoi sapere?»
    (...)
    «ho conosciuto clay. e mi sono sentito parte di qualcosa»
    Pensava di capirlo, anche se non ci era ancora arrivato. Non aveva ancora un clay, non propriamente, ma ci stava lavorando.
    «sono un tipo da città, apprezzo le metropoli. Perfino quando non hanno un’anima come londra. così tante luci. ed è caotica! forse ero solo troppo piccolo per apprezzare Anversa- ma sono felice che siamo venuti qui, tutto sommato»
    «quanti anni avevi, quando hai lasciato... il Belgio, giusto?» appoggiò la guancia alla gamba «non ci sono mai stato... che poi, sono stato in un sacco di posti senza vederli, quindi non vuol dire molto» aggrottò le sopracciglia «Forse per questo mi piace Londra. È il primo posto che sto vedendo poco per volta, scoprendola pian piano e non da turista» sospirò «però mi manca l'oceano, quello sì» Aveva alcuni ricordi... scomodi riguardo l'obbligo di mettere un costume a shorts e nient'altro per video o altro, ma nuotare gli piaceva, e fare immersioni.
    sooner or later you're gonna tell me a happy story. i just know you are.
  10. .
    «mi sento sempre abbastanza felice»
    Un altro sguardo di sottecchi. Quanto dovevi essere speciale per essere sempre felice (e non fingersi tale) in una scuola dove ti torturano se metti male la divisa, o ti discriminano per la magia che scorre nel suo sangue? Ficus arrivava davvero da un altro pianeta - da uno dove non era importante se ci fosse sole o cattivo tempo, per essere contenti di esistere.
    Jojo gli sorrise, sfiorandogli leggermente il braccia e ritirando la mano subito dopo.
    «Allora le calze divertenti saranno per far felice me» una confessione a mezza voce nell'ammettere che per quanto ci provasse, lui invece non era sempre così contento.

    (...)

    Ai suoi borbottii sconclusionati, Ficus si spanciò dalle risate.
    Far ridere Ficus era sempre positivo, ma avrebbe preferito farlo perchè era divertente e aveva rizz, non perchè dimenticava le basi del linguaggio umano. Vedeva comunque che non c'era cattiveria nella reazione del tasso, quindi il Park sorrise con lui; avere cotte era così strano.
    «non sono così in gamba, sai? a volte ho qualche problema con gli incantesimi, non ricordo mai la pronuncia esatta delle formule»

    «non ti giudico. Ero un mago terribile» un aggettivo importante, e forse un po' esagerato, ma abbastanza vero: Jojo non era mai stato una strega degna di quel nome. Alla madre non importava imparasse cose che non potevano essergli utili per il suo lavoro, e al Park era sempre solo interessato renderla fiera di lui. Era compito di Hannah gestire il tempo e gli impegni del figlio, e di Jojo soltanto ascoltarla e farla felice.
    «dai fantasmi ti proteggo io, ormai sono un'esperto»
    «Grazie, mio eroe!» scherzò portando le mani al petto «Ne hai incontrati molti? Oltre a quelli di hogwarts, dico» una domanda lecita, la propria: sapeva sul tema quello che aveva studiato l'ultimo anno a scuola, ma non era molto, e ancora credeva che gli spiriti fossero, tutto sommato, rari da incontrare. I medium potevano richiamarli, ma quelli con cui avevano a che fare le persone normali - quelli bloccati sul piano terreno - non erano così tanti. Si pentì in quel momento di non aver mai giocato a Phasmophobia perchè secondo sua mamma non rispettava il target del brand Jojo's Park (e se non poteva farci streaming o cose simili, che senso aveva'), ma spero che a Ficus avrebbe fatto piacere parlare delle proprie passioni e spiegargli tutto quello che sapeva.

    (...)

    Prese un respiro profondo, nascondendo l'ennesimo sorriso nato dall'emozione del Millepied. Ficus vibrava come un diapason (cit), e anche senza empatia Jojo sarebbe stato in grado di percepire la contagiosa eccitazione nell'aria.
    «Eccola! È quella! Sai cosa.. me l'aspettavo più fatiscente»
    Finalmente, Jojo distolse lo sguardo dal ragazzo (non era colpa sua, se il tasso era una calamita, e attirava sempre inevitabilmente tutta la sua attenzione; you don't now youre beautiful degli one direction era stata scritta su di lui) e lo portò sulla villa... cheeee effettivamente non era come si era immaginato dai racconti.
    Inclinò la testa di lato. «io più decadente» insomma, era una casa vecchia, quello era ovvio, ma non pareva la villa del conte dracula, ecco. Era solo... un'abitazione vecchia col giardino un po' incolto. Forse il buio giocava brutti scherzi, ma gli pareva addirittura che le piante nei vasi fossero vive.
    Doveva esserci un fantasma giardiniere.
    «ma non si giudica un libro dalla copertina - o una casa infestata da quanto va a pezzi»
    Si voltò convinto verso Ficus, e HHH LO STAVA FISSANDO CON QUEGLI OCCHIONI UN PO' DA PESCE HELP COME POTEVA ESSERE COSI CARINO «allora, entriamo?»
    «sì, signor capitano!» su dita sulla fronte, schiena dritta, sorriso luminoso.
    Continuò a camminare al fianco di Ficus, e si diressero verso il cancello di metallo. Jojo si guardò in giro, cercando una falla, ma giustamente il metallo non si rompeva così facilmente col tempo, quindi avrebbero dovuto arrampicarsi. Uh, sport. Non la sua passione. Fortuna che lui era alto, e la recinzione gotica non troppo.
    Una volta atterrati in giardino, indicò una finestra aperta al piano terra. «potrebbe esserci già qualcuno» Non solo fantasmi: forse quella casa abbandonata era il covo di qualche drogato o di qualche setta, e Jojo si chiese se stessero facendo una cosa intelligente a entrare così, ancora un po' alticci e disarmati... guardò Ficus per esprimere i suoi dubbi, e l'emozione del ragazzo gli ricordò il motivo per cui erano lì, e tenne per sè le remore.
    «è piuttosto emozionante. Non ho mai fatto niente del genere» mormorò, e si portò la mano sul petto. «mi sta esplodendo il cuore» non solo per l'effrazione o l'esperienza che lo faceva sentire un teen ribelle, ma tant'è, era almeno un cinquanta e cinquanta. «sono felice la mia prima volta sia con te. Spero ci saranno altre prime volte» sorrise-.... ASPETTA- «non- cioè la prima- cioè fare cose particolari, non intendevo- anche perchè non sarebbe la prima- cioè- . Andiamo??????» Iniziò a dirigersi verso la finestra, mani sul viso che sentiva scottare.
    hyojoo park
    'jojo'

    This life like a war I'm always the loser
    You were my savior
    On the edge of the cliff your light leads me
    Making me a winner
    2007's - he/she
    wizard - empath
    australian

    [/QUOTE]
  11. .
    gifshe/himempathjojo park
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    isak danielson
    I am not sure that I exist, actually. I am all the writers that I have read, all the people that I have met, all the women that I have loved; all the cities I have visited.
    «hashtag i could fix him» Jojo portò una mano davanti alla bocca per soffocare una risata e non farsi sentire dalla guardia. Tecnicamente era un bravo attore, e non aveva bisogno di tapparsi la bocca (poteva ridere, o evitare di farlo, a comando), ma gli piaceva l'idea che Kaz si sentisse simpatico - visto che lo era.
    Guardò il disegno a terra, allungò di nuovo un dito per rispondere, soppesandolo per qualche instante mentre il cricetino nella sua testa correva veloce. Poteva cercare di vincere, far finire la partita in un pareggio come capitava quasi sempre a quel gioco, o poteva sbagliare, far sì che in un paio di mosse Kaz vincesse per forza di cose. Non sai mai quando all'altra persona serva un po' di serotonina data dall'aver vinto un match a tris improvvisato nella sala torture- a meno che tu non sia un empatico.
    Forse Kaz non ne aveva bisogno, ma se lo sarebbe meritato.
    Posò il dito a terra, e scrisse.

    O | - | X
    - | X | -
    - | - | O

    Quando rialzò gli occhi Kaz lo stava fissando, e per un attimo si chiese se ricordasse male il potere della furia, se fosse un telepate-... per poi rendersi conto dell'errore. «non avevi detto a nessuno che eri stato tu a farla, vero?» Errore da principiante, quello di Jojo. Era stato quasi naturale capire che era stato l'Oh a dare vita alla piccola biblioteca special dal modo in cui gli altri tibavorio reagivano a quei libri, e a come ci reagiva lui, la schiena sempre un po' più dritta e il sorriso un po' più fiero quando qualcuno si avvicinava agli scaffali; il torturatore che lo buttava lì riprendendolo per dei libri rubati era stata solo la conferma. «scusami, se era un segreto» alzò le mani «non lo dirò a nessuno» eppure era felice di averglielo detto, perchè senza neanche doversi impegnare a leggerlo, capiva quanto Kaz fosse felice che lui apprezzasse il suo piccolo atto di ribellione. Jojo gli sorrise di rimando.
    «non c’è bisogno di ringraziarmi. L’ho fatto perchè il muro era spoglio»
    Alzò le sopracciglia divertito. «Oh, il muro ne è sicuramente felicissimo» e anche gli ivorbone. Different Lodge aveva un modo tutto suo di essere casa, e di essere il contrario di accogliente. Se lo era, era solo per persone come Kaz che l'avevano resa tale negli anni: Jojo era a Hogwarts solo da mesi eppure aveva capito fin troppo in fretta il disinteresse degli adulti per quella struttura (V livello aka nydia e reiher: eppure... non è così :-( ).
    «e sono un baddy» «lo sei?» mano al cuore, sguardo teatralmente spaventato «devo fare attenzione o mi conquisterai come un qualsiasi protagonista bello e dannato?» Schioccò la lingua sul palato, inclinò la testa posando la guancia sulle ginocchia. «o forse sono già conquistato» sorrise angelico.
    «ti piace la gran bretagna??»
    Non ci dovette neanche pensare: «sì» per poi capire di averlo detto detto davvero molto velocemente, considerando che, da special minorenne, aveva visto molto poco del Regno Unito. «Nel senso... mi piace venire a scuola. Passare qualche weekend con mio padre e Sana e fare... cose in giro.» non solo video, non solo film, non dover fare diete assurde per mantenere la linea (seppur ancora mangiasse il minimo sindacale per non svenire), non sentirsi sempre sotto costante sorveglianza. La security di Hogwarts poteva solo imparare da sua mamma. «Fino all'anno scorso sono sempre stato educato a casa, ed ero spesso impegnato. Non ho mai avuto così tanto tempo libero!» ...si guardò in giro. Alzò un dito. «percepisco dell'ironia in quello che ho appena detto. Nel mio AU immaginavo le catene in un setting diverso, ma ci si può lavorare» quando tornò a guardarlo, sorrideva ancora. «a te piace?» era lì lì per continuare con un "neanche tu sei inglese, giusto?" ma si trattenne. Magari Kaz si considerava londinese TM.
    sooner or later you're gonna tell me a happy story. i just know you are.
  12. .
    hyojoo park
    benjamin ficus
    You make it difficult to not overthink
    And when I'm with you I turn all shades of pink
    I wanna touch you but don't wanna be weird
    Non nascose la risata quando Ficus le tirò su il cappuccio, facendo piuttosto un giro su se stessa per far vedere in tutto il suo splendore e da ogni angolazione il pigiama. Questo era in stoffa leggera, pensato proprio per il periodo estivo, e versione maglietta e pantaloncino, eppure la special sentiva il viso accaldato. Non imbarazzo o disagio dall'essere messa al centro dell'attenzione, ma qualcos'altro.
    «oh no, io non ti ho portato niente»
    «e non dovevi farlo» precisò subito con voce sicura mentre gli metteva fra le mani calze e fiori. «Tu mi hai già regalato questa serata insieme»
    L'abbraccio se la prese tutto, ricambiando mentre posava la guancia su di lei e sorrideva un po' inebetita, ferocemente fiera di essere stata lei a far Ficus così felice - nonchè del fatto che avessero ora calze e fiori abbinati.
    «sei stata molto gentile, mi dispiace di non averti preso qualcosa! ho perso un po la cognizione del tempo mentre mona mi truccava»
    «non serviva farlo» ripetè ancora «sono più felice di vederti truccato; sei molto carino» alzò il dito, un "bop!" sul naso dell'altro - perchè toccargli la guancia o i capelli avrebbe rovinato l'attenta stesura di glitter.
    «magari hanno organizzato qualche gioco dove si possono vincere i peluches. sai come al luna park»
    Nascose l'entusiasmo di quanto sarebbe stato bello vivere quel clichè, di quanto avrebbe voluto ricevere un pupazzo vinto in quel modo - e non solo perchè non c'era niente del genere alla festa. «chissà» commentò misteriosamente.
    «vogliamo entrare? così li cerchiamo»
    Annuì, e seguendo gli altri ben (perchè dai sì sono entrati tutti insieme prrr) entrarono.


    «qua possiamo fare dei dolcetti a mano!» indicò la postazione dove l'aveva tirato, mostrando orgogliosa. «ti ho pensato quando è stato deciso di mettere questa possibilità»
    Sorrise alla mascotte grifondoro lì vicino quando incrociò il suo sguardo, tornando poi su ficus. Era troppo scontato cucinare insieme perchè a ficus piaceva farlo?? l'aveva deciso la palla 8.
    Si spostò un po', versando due bicchieri di qualcosa e passandone uno al ragazzo. Avere la mano impegnata aiutava a resistere alla tentazione di intrecciare le dita a quelle di ficus e fargli capire come la stesse facendo vibrare vederlo brillante e mezzo nudo.
    «possiamo decorare dei dolcetti per i nostri amici, personalizzati secondo cosa gli piace. e mettergli sopra le caramelline arcobaleno che rendono felici!»
    empath
    v year
    influencer
    crush
    tessa violet


    vestito: ha i capelli biondi, non come nella gif, ma mi piaceva la gif col peluches. pigiama così ma è una volpe non uno shiba inu (ed è truccata finta natural ma lo è sempre). il bracciale è una cosa simile. borsetta (tipo quella dello ma è una volpe (?))

    - parla a ficus
    - si sposta alla zona cibo
    - prende due bicchieri di bevande per sè e ficus (saranno incantate? patata bollente a rob!)
    - propone di decorare dei biscotti
  13. .
    ciao! ♥
    grazie della richiesta, ho visto che avete anche già aggiunto il banner! provvedo a farlo anche io (´▽`ʃ♥ƪ)
    se dovete lasciarci avvisi vari, il topic è questo: https://oblivion-hp-gdr.forumcommunity.net/?t=54126595
  14. .
    hyojoo park
    benjamin ficus
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    Aveva accettato l'invito di Kaz con un sorriso tranquillo, nascondendo al meglio delle proprie possibilità l'emozione e l'eccitazione alla mano tesa del ragazzo. Conosceva le Furie, erano state le prime persone ad accoglierla in Inghilterra grazie a Sana, che si era prodigata da subito perché Jojo non restasse completamente da sola in una nuova nazione (anche se a volte si scordava della sua esistenza; Jojo la perdonava: alla fine per tutta la loro vita l'aveva sempre solo conosciuto come fratellastro dall'altra parte del mondo, non un fratello o una sorella di cui prendersi cura)... ma era diverso se invitarla nella sala tassorosso era Kaz, insieme a Neffi e Erisha, un gesto di amicizia più diretto alla Jojo special che non alla Jojo Park di Sana.
    Si era portata una trousse enorme di trucchi costosi (pronta a offrire aiuto a chi ne aveva bisogno), uno zaino con i vestiti che avrebbe messo la sera, e una volta arrivata si era guardata timidamente in giro nella sala comune, sempre così cozy e carina, ridendo vedendo Ficus andare via - con cui già si era messa d'accordo per vedersi all'ingresso del prom. «switch!» aveva scherzando passandogli accanto, ansiosa di vedersi arrivare al prom il ragazzo con un pigiama enorme, magari a peluches con cappuccio nonostante gli ottanta gradi...

    Solo che quando poi finalmente si erano incontrati all'ingresso, Ficus non era vestito come si era immaginata.
    «hai... hai un sacco di pelle scoperta» commentò istintivamente, gli occhi a scivolare sul ragazzo mentre il cuore gli batteva in gola e sentiva una fitta in pancia. La camicia dell'altro era allacciata male e qualche bottone era stato lasciato aperto, i pantaloncini erano infinitamente piccoli e anche impegnandosi a non guardarli (o guardare altro), c'erano le cosce nude ad attirare l'attenzione. Arrossì alzando lo sguardo per concentrarsi sul viso, sui capelli arruffati-... e aiuto. Era così carino. Doveva scegliere se concentrarsi sul lato tenero o il fatto che fosse nudo? God i'm not your stronger soldier. Non voleva neanche guardarlo negli occhi, o rischiava di far scattare l'empatia senza farlo apposta e trasmettergli emozioni che decisamente era meglio tenersi per sè.
    Non aveva Balt nudo in testa, ma a qualcosa era necessario pensare ugualmente.
    E dire che Jojo si era impegnata per non vestirsi in maniera troppo osè. Aveva scartato pantaloni (larghi ma) troppo corti, le vestaglie trasparenti, il pizzo e i fiocchi, in favore di qualcosa di più semplice e anonimo. Non si era neanche messa choker, non aveva lasciato la pancia scoperta a far intravedere lingerie carina con un sottotono ben poco innocente. Si era messa un pigiama semplice ma divertente, perchè lei e Ficus erano amici, e non voleva che, nonostante la sua ingenuità, pensasse che stava puntando ad altro, o che lo facessero i suoi amici. Voleva essere a tema con lui e farlo sorridere, per questo l'onesies estivo leggero.
    E poi lui si presentava nudo.
    prese un respiro, le narici ad allargarsi prima di sospirare con un sorriso. Oh Ficus.
    «almeno non avrai caldo! Meglio! Grande! effettivamente fa un po' caldo. Tu non hai caldo? Io ho caldo» agitò la mano davanti al viso. Magari aiutava anche a far andare via il fuoco che aveva in faccia.
    Le servivano giusto due minuti per tranquillizzarsi, ma prima-. ugh. «vuoi una mano a sistemare i bottoni?»
    Sguardo basso si avvicinò, chiudendo al Ben le asole lasciate aperte e mettendo da parte i pensieri su quanto fosse in realtà intimo essere così vicino a chiudergli i bottoni (e quanto avrebbe preferito fare il contrario). Dubitava che Ficus avesse lasciato volontariamente la camicia chiusa male, per mostrare la pancia o il petto al mondo; lui non era così, e Jojo si sentiva già terribilmente in colpa per i suoi pensiero o per il fatto che si stava
    approfittando della sua amicizia andando al prom insieme. Prima o poi avrebbe dovuto dirglielo che ogni volta che gli prendeva la mano, il suo cuore esplodeva.
    O magari no, se lo sarebbe tenuto per sè per sempre, non voleva smettessero di essere amici per una cosa simile.
    E a proposto di amici: ovviamente aveva salutato tutti appena arrivata, presentandosi a chi non conosceva (come Nahla).
    Fece un passo indietro, guardando nuovamente Ficus, questa volta più tranquilla, indirizzando il nervosismo al braccialetto rosa e azzurro al polso, messo piegato a metà a segnalare che potevano usare i pronomi che volevano quella sera (si era messo la parrucca lunga bionda per mera vanità).
    «Ti ho portato un regalo. Due, cioè» tirò fuori dalla borsetta di peluches un paio di calze colorate, e gliele porse. Una aveva delle banane, e l'altra delle fragole; indicando sè mostrò che aveva lei addosso la coppia delle due. Tirò fuori anche un bracciale con dei fiori, questa volta più in dubbio «nei film americani danno sempre i fiori da mettere al polso e nel taschino-» il corsage che gli stava mostrando, si abbinava ai fiori nei capelli e nel taschino di Jojo «qua non si usa ma- mi pareva carino. Se ti va. L'altra volta hai dato fiori a tutti, volevo fossi tu a riceverli» Agitò le mani «Se non ti va tengo tutto in borsa! L'ho portata apposta quindi non farti problemi!»
    empath
    v year
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    tessa violet


    vestito: ha i capelli biondi, non come nella gif, ma mi piaceva la gif col peluches. pigiama così ma è una volpe non uno shiba inu (ed è truccata finta natural ma lo è sempre). il bracciale è una cosa simile. borsetta (tipo quella dello ma è una volpe (?))

    va a prepararsi con le furie (e le special??) dai tassorosso, arriva al prom, saluta i ben (e si presenta a chi non conosce) e parla con ficus!
    zona: ingresso
  15. .
    park jojo
    But I don't want to stay in the middle
    Like you a little
    Don't want no riddle
    말해줘 say it back, oh, say it ditto
    아침은 너무 멀어 so say it ditto
    La volpe non smise di ringhiare (nè spostò lo sguardo) neanche quando Jojo puntò gli occhi scuri su di lei.
    «Noona» la richiamò non senza una nota di rimprovero, trattenendo a malapena la tentazione di inserirci altro in quella parola, la magia a sfrigolare sulla lingua. La fennec allora alzò la testa, il rumore gutturale ancora a vibrare fra loro. «le stai spaventando. Per favore»
    Ci fu uno sbuffò - quasi umano - e Noona si acquattò sulla panchina, muso posato sulle zampine mentre tornava a fissare il grembo di Jojo dove le ranette colorate non sembravano particolarmente a loro agio.
    Jojo alzò una mano per accarezzare il pelo fra le orecchie della volpe (che chiuse gli occhi, immediatamente più tranquilla), mentre con l'altra mano libera sfiorò uno a uno con l'indice i musetti delle rane.
    Non poteva chiedere alla volpe di non essere gelosa, ma poteva chiederle di controllarsi - che era una po' la morale di vita di Jojo. Poteva non essere perfettx, poteva provare sentimenti sbagliati, ma poteva anche impegnarsi a essere la versione migliore di se stessx, perchè aveva la possibilità di scegliere le proprie azioni, e sceglierle bene.
    «riproviamo dall'inizio?» chiese von voce bassa alle ranette.
    Noona fu la prima ad accorgersene.
    Si era tranquillizzata (forse alla fine Jojo aveva usato un po' di magia; poca, davvero), ma alzò la testa sentendo i passi avvicinarsi, le grosse orecchie a scattare leggermente.
    «cosa c'è?»
    Anche Jojo lo sentì nell'aria prima di spostare lo sguardo e vederlo, l'empatia a far palpitare l'aria (e non solo). Sorrise un po' inebetita, agitando la manina in aria. C'era chi la faceva impegnare a essere la versione migliore di se stessx, e chi semplicemente la rendeva tale solo standogli vicino
    «jojo! ehi!»
    La ragazza si svegliò giusto in tempo per rendersi conto che non era pronta, e con una certa urgenza e mormorii bassi («ci siamo. ci siamo! scusate. Vi chiamo io. Scusate») nascose le ranette dentro il terrario con cui le aveva portate fuori. Un miagolio in risposta, ma non sembrava di lamentela, quanto un "buona fortuna".
    «ciao, Ficus!» Restò seduta per qualche istante, guardando dal basso verso l'alto il ragazzo che la torreggiava. Visto che era un po' inopportuno quello a cui stava pensando, la special si alzò di scatto, le guance ad arrossarsi leggermente sotto il trucco - «ti stavo cercando!» - e poi ancora di più, ma per un altro motivo. Si sistemò automaticamente la parrucca e la camicetta.
    «mi hai trovata»
    Quando finalmente riuscì a mettere da parte i propri sentimenti, e lo guardò negli occhi, sentì qualcosa. L'empatia gli sussurrò all'orecchio le emozioni di Ficus (anche se Jojo non avrebbe voluto vederle, per rispettare la sua privacy; era stato semplicemente istintivo), e aggrottò le sopracciglia, un po' spaventata.
    «va tutto bene?» pensò che forse Ficus aveva bisogno del suo aiuto, e pensò che glielo avrebbe dato, di qualsiasi cosa si fosse trattato - che le fosse piaciuto o no.
    «volevo darti questi»
    Prese titubante il sacchettino, guardando dentro e- ah.
    Incurvò le labbra, rialzando lo sguardo. «ho provato a seguire la ricetta, spero ti ricordino un po' l'Australia»
    «ficus»
    «paese stranino forte comunque, ma è vero che si mangiano i canguri?»
    «ficus» ripetè, cercando di attirare la sua attenzione, mordendosi il labbro inferiore mentre sorrideva, pronta a saltargli addosso, abbracciarlo più forte che poteva perchè non ricordava nessuno fosse mai stato tanto gentile con lei e- l'insinuazione sui canguri la distrasse a scoppio ritardato. «non è così strano» fece una smorfia pensierosa, l'accenno di un sorriso ancora sulla bocca; non era offesa, solo incuriosita «insomma, non più strano che mangiarsi un cervo, o un cinghiale, anche se a me-»
    «quello invece dovresti aprirlo»
    «ah! Scusa» era stata maleducata a non farlo subito? Voleva assaggiarlo con lei? Magari non l'aveva mai preso, e voleva che fosse con Jojo la sua prima volta! ("Title of- nO") Chissà se doveva dirglielo che non era originario dell'australia, o poteva tenersi per sè la cosa. Si era persa il momento di abbracciarlo, ma l'avrebbe fatto dopo l'avocado. Dopo avergli passato il sacchetto per avere le mani libere lo prese in mano e
    partì la musica.
    Sollevò di nuovo la testa, labbra verso l'alto e sguardo curioso su Ficus per chiedergli con gli occhi se la sentiva, e se- un attimo. Non era- no dai. Non era stato- era stato lui? Per lei? Occhi sempre più grandi sul tassorosso, manco si accorse subito delle lucciole, ma quando lo fece il cuore iniziò a battere un po' più felice (typo, volevo dire veloce, ma anche felice è azzeccato), ed era contenta che Ficus non potesse sentirlo.
    «le lucciole non sono tipiche australiane» mormorò, una domanda nascosta fra le righe, di cui sperava la risposta fosse no, non stava facendo tutto quello solo per farla sentire a casa (non serviva il cibo dall'australia, per quello).
    Aprì l'avocado, già tagliato. Labbra strette fra loro, perchè il sorriso non diventasse troppo grande, mentre prendeva la pallina da gatcha, e come a un gatcha pregava dentro di sè che fosse la sorpresa che aveva puntato.
    Lo era.
    «oh, Ficus, pensavo non me l'avresti mai chiesto» finalmente gli lancio le braccia al collo, abbracciandolo, abbastanza alta da riuscire a nascondere il viso alla base del suo collo (o forse no, non ho cercato le loro altezze) e annusare il profumo di biscotti e di buono. Lo strinse forte, un po' più a lungo del dovuto, e solo quando si rese conto che era Ficus, e l'abbraccio e basta poteva non essere sufficiente, disse contro la sua pelle: «certo, certo che ci vengo al prom con te»
    Si staccò, a un certo punto, fremendo, sorriso ebete, non certa di cosa dirgli- finchè non sentì un miagolio.
    pensavo non me l'avresti mai chiesto
    Cioè.
    Sinceramente.
    Non pensava ormai glielo avrebbe chiesto. Ficus aveva tanti amici, e Jojo sapeva che nel suo cuore loro si piazzavano più in alto di lei - e le andava bene (se lo faceva andare bene). Ma anche per questo «ti avrei invitato io» ci avrebbe provato, almeno, pronta ad un rigiuto in caso.
    si voltò verso il terrario (e fu quasi sicura di vedere un paio di ranette farle il pollice alzato), e si chinò per prendere sulla mano libera una ranetta gialla e luminosa, con un cappellino a forma di banana. E un piccolo papillon di carta con un "?" disegnato tante volte sopra, come se fosse stato un cattivo di Batman.
    Tutte le ranette nel terrario lo indossavano, con lettere diverse.
    P
    R
    O
    M
    ?
    (dal cespugli: «aaaahhhhh ecco perchè- ouch! non mi hanno mica sentito!»)
    «avevo un- piano. Ma ci stavamo lavorando» un miagolio. Un altro. Quattro in tutto, contando la ranetta gialla, che con un po' d'impegno potevano sembrare una canzone, che però si perdeva sopra la musica di Ficus. Jojo abbassò lo sguardo imbarazzata, perchè nella sua testa suonava meglio. Forse non era stata un'idea intelligente cercare di insegnare a delle rane mutate a cantare una canzoncina di fantasmi (per la strada abbandonata, capito? no? ah) che magari lui neanche conosceva-... ma si chinò comunque a dare un buffetto col naso alla rana banana, un "siete bravissime!" non detto. «non sono abituata a non poter fare magie o al low budget, e mamma non voleva che comprassi- quindi ho pensato di- non importa» Allungò la rana gialla a Ficus, sguardo basso «potresti tenerla tu, nell'estate. Lei è d'accordo» questa miagolò per confermare.
    Jojo indicò il terrario. «non le terrò tutte io, ma- sono amiche. Le ranette. Quindi ogni tanto potremmo-» si strinse nelle spalle, mordendosi il labbro e rialzando lo sguardo, cercando di suonare allegra e leggera. «vederci. per farle giocare insieme. Anche quando la scuola sarà finita e non-... ci vedremo più» implicito: quando non sarai obbligato a vedermi a lezione, e sarà facile scordarsi che siamo amici.
    Ed era un po' più di una proposta per il prom, ma era anche un po' meno di un appuntamento perchè capiva che Ficus non avrebbe voluto quello. Si sarebbe accontentata, se poteva tenerselo per un po', se poteva averlo nella sua vita.
    «hai tempo? se vuoi te le presento mentre mangiamo i biscotti. Sono sicura che sono buonissimi, si sente già dall'odore!! E- grazie. Davvero» sorriso furbo «e anche ai tuoi amici»
    gif code
    15 y.o.
    empath
    ft. ficus



    @ficus
33 replies since 6/6/2022
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