Votes taken by Empress.

  1. .
    si dice che sulle teste dei seguaci di arda vegli la dea da cui prendono il nome. queste abili sentinelle mirano ad indebolire il nemico e darlo in pasto ai loro alleati.
    una giratempo.
    uno di quegli oggetti tanto piccoli quanto potenti, un oggetto raro che non poteva di certo stare in mani comuni.
    Ecco, per uno di quegli oggetti Liz non sapeva cosa avrebbe potuto fare.
    L’aveva pensato quella mattina, uscendo di casa immotivatamente elegante, perché sarebbe potuta crepare nel giro di una settimana senza sfoggiare i suoi migliori outfit e quello le avrebbe recato più dolore dello stesso morire, guardando gli alberi in fiore.
    era primavera.
    di nuovo.
    se avesse avuto una giratempo sarebbe tornata indietro ed avrebbe chiuso quei deficienti di Lapo e Wren in una stanza, una suite per farli stare comodi, senza farli uscire per un mese ed assicurandosi che non sparissero chissà dove senza farsi più ritrovare.
    ma le giratempo erano bandite e procurarsene una che funzionasse bene e che non fosse un falso era praticamente impossibile di quei tempi, ci aveva provato, aveva offerto cifre esorbitanti senza però ottenere alcun risultato.
    le toccava partire.
    di nuovo.
    e la cosa la spaventava terribilmente, seppur volesse far finta che non la toccasse, ed era sicura che anche Law, amico e confidente, non fosse del tutto sprezzante dinnanzi al pericolo «brindiamo a tutte le scelte della mia vita allora, mi amor» sorrise facendo tintinnare il calice con quello dell’amico, poggiò il mento sul dorso della mano, dalla scorsa guerra di primavera le sue certezze erano crollate, non era entrata al ministero, come avrebbero voluto i suoi, e non difendeva più a spada tratta i principi che credeva fossero giusti fin da piccola «non sono troppo bassa per fare la modella?» e troppo pacchiana, ma quello non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce «non avevo dubbi amore, tutto ciò che tocchi diventa prezioso, non ci sarebbe nulla di scadente nemmeno se ti impegnassi» e di classe, Law aveva quel dono, far luccicare tutto ciò che toccava e renderlo bello agli occhi degli altri «diciamo che questa estate potremmo andare a fare un giro dei posti che preferisci con lo yacht della mia famiglia » sorrise, una promessa implicita
    sopravviviamo
    «è magico, possiamo andare ovunque ci porti il cuore» prese una mano di law e la strinse leggermente, gli voleva proprio bene

    Lissette
    Monrique


    Dopo l'ebbrezza di giocare a Need for Speed
    Vedrà che sua nipote torna a casa e poi le insegna a far lo SPID
    Sentinella seguace di arda
    OFF: dimezza attacco O difesa del nemico
    MAGO
    MAGO
    2003 — assistant— barbie girlE muore chi non si adegua
    Alzi la testa tipo la giraffa di Lamarck

    E si lamenti che viviamo in una società
    Coca Zero
    Pinguini tattici nucleari
    Mother of Night, darken my step
  2. .
    so, who tops?
    @censored_xxx
    @generaleRainey e e fffffinalmenfe fffi fiamo liberaffffi di Hffffale, messaggi che puoi sentire.
    Tremiamo tutti all’ascesa del signor rainey cavaliere oscuro della notte brrrrr
    comunque sai che somigli all’emoji del gigachad? 🗿
    23.41 - 06/03/2024 - powered by twizard
  3. .
    drownin' in poison
    @_ dissociated_
    @bimbidelgeneralemort lol, tu devi essere una di quelle che scrivono fan fiction dal bollino rosso e sognano di farsi ingravidare da smort rainonmy, passaci il link quando ne scrivi una con il trope enemies to lovers con un solo letto

    ps. @juststatingfacts se non ne parla il ministero, non credi che c’entri qualcosa nella sparizione? dai su attiviamo i neuroni e ribelliamoci a tutte le balle che ci dicono e al silenzio punitivo, sono sparite persone, non sassi
    23.32 - 06/03/2024 - powered by twizard
  4. .
    whoAlghero Monrique-Berlusconi
    roleGuest
    infohalfblood
    infoSlytherin + 16 y.o.
    infonepobaby + drugs addict
    «esce signorino?»
    Alghero Monrique, Algida per gli amici, l’altro cognome di solito non lo diceva perché seppur suo padre l’avesse riconosciuto lui non lo conosceva affatto (e poi dire Berlusconi pareva brutto), odiava profondamente quella cameriera che sua madre gli aveva messo alle calcagna, aveva davvero perso il conto di quante volte l’avesse chiamata piattola o in preda ai fumi dell’alcol (e non solo) le avesse detto cose poco carine, fatto stava che Irina rispondeva sempre con un sorriso, probabilmente pensando alla busta bianca e mensile che sua madre riempiva di banconote per il suo operato; ma che ci poteva fare lui se era poco affidabile? Era nato da una delle unioni più strane e sbagliate del secolo, Monrique e Berlusconi, quasi sembrava una barzelletta, doveva comportarsi bene o avrebbe rischiato una prima faccia su un magazine di basso costo spagnolo o italiano che fosse, dopotutto i paparazzi lo seguivano fin dalla nascita: “il figlio bastardo Berlusconi” avevano intitolato la prima pagina con Tatiana che lo teneva in braccio avvolto fra le fasce, e lui negli anni aveva dato quello che desideravano a quelle bestie inferocite dei reporter, fra droghe e festini illegali si era beccato lavate di capo e scandali coperti da una buona dose di soldi.
    Ed era per quello che sua madre si ostinava a tenerlo d’occhio, non personalmente visto che era perennemente impegnata, ma con un aiuto di cui poteva fidarsi, aveva beccato troppe volte qualcuno che lo spiasse, ed aveva scoperto che il suo cellulare aveva un gps. che non poteva essere disinstallato. «Si Irina, esco, probabilmente farò tardi non aspettarmi sveglia, ho il gps attivo sul cellulare» probabilmente si sarebbe sentito osservato già prima di uscire di casa.

    E non doveva essere il suo giorno fortunato perché un deficiente in bicicletta aveva deciso di suicidarsi e travolgerlo nelle sue azioni moleste «Vuoi stare attento? mi si sgualciscono i vestiti » ovvero il completo di dolce e gabbana che aveva comprato per quella festa, dopo essersi alzato dal pavimento sussurrò un «deficiente» prima di imboccare l’entrata con i pacchetti regalo per il festeggiato fra le mani, non poteva essersi danneggiato nulla perché erano «ti ho portato qualcosa di decente da indossare, così la finisci di startene mezzo nudo» qualche pacca sulla spalla di Tupac, poi gli rifilò i pacchetti che sapeva non avrebbero avuto vita lunga «Qualcuno ha portato la roba?» buon sangue non mente mai.
    Mia madre non lo deve sapere
    Non lo deve sapere che
    Voglio andare ad Alghero
    In compagnia di uno straniero
    when09 june 2048
    London, UKwhere
    boardalgida 🍦
    Alghero
    Giuni Russo


    non so cos’è chiedo perdono
  5. .
    Liz Monriquestrategy assistantcheerleader


    La scuola per Liz era finalmente finita ma lei il posto fisso non lo lasciava.
    il primo amore non si scordava mai ed era per questo che liz si ritrovava sugli spalti a tifare ancora; aveva lasciato i pon pon e la divisa a casa, era pur sempre un assistente scolastico, non poteva patteggiare così tanto per una sola squadra.
    e se prima la loro battitrice lanciava bolidi killer ora la loro cacciatrice moriva improvvisamente «ma porc….» fece giusto in tempo a fermarsi per vedere i primini che la osservavano, sorrise nervosa «caspiterina» si corresse, per poi usare le mani come megafono «PARKER QUELLA È LA PELLE DI UN KILLER, DACCI DENTRO SU» occhiolino a ficus

    Sour Diesel
    Zayn
    living in the middle between the two extremes
    (eliandi's version)

    tifo serpi
  6. .
    downloading identity informations...
    lissette monrique
    slytherin | cheerleader
    20 | 21.04.2003 | barcelona
    deatheater | pureblood
    lo spettro di Liz Monrique vagava per quei corridoi che, come prima, puzzavano di muffa.
    Non sembrava essere cambiato nulla.
    e invece era cambiato tutto.
    Di scelte sbagliate Liz, no Lissette, ne aveva fatte molte, troppe, durante la sua giovane vita: affidare la sua esistenza a delle pillole, assumerne troppe tutte insieme, probabilmente anche la sua nascita era stata un errore la primogenita di una famiglia purosangue donna, un fulmine a ciel sereno una delusione totale.
    Ma era sicura che l’errore più grande l’avesse commesso quando aveva deciso di combattere tra le schiere di Abbandon, lo aveva capito quando quasi priva di sensi lo aveva osservato risucchiare la magia nei suoi avversari, avversari che erano compagni di scuola, conoscenti, amici, lo aveva capito quando aveva visto il corpo di Wren, perché non era lui quello, troppo buono e sensibile per quel mondo in cui si ritrovavano, lievitare verso colui che aveva idolatrato, che aveva idealizzato.
    si era comportata esattamente come i suoi genitori, coloro che tanto odiava, aveva creduto che i suoi ideali fossero giusti, peccando di superficialità e credendo che quello che le era stato inculcato fin da bambina fosse assolutamente giusto, senza chiedersi come o perché, aveva sperato in una vita migliore per i compagni special, e loro l’avevano avuta ma a quale costo.
    Si strinse nella felpa rosa pallido, come se quel colore rispecchiasse il suo umore da quando era tornata dai campi di battaglia, ed alzò il volume della ,canzone che stava ascoltando tramite quelle enormi cuffie che sembravano macarons giganti, vagava senza meta, e spesso per evitare di incontrare qualsiasi forma di vita che potesse anche solo parlarle, si recava in biblioteca dove per la maggiore sfogliava riviste o libri di favole, per distrarsi dall’orrore che aveva visto, che aveva sentito sulla propria pelle, lo stesso motivo per cui si era tinta i capelli di rosa, abbandonando quel biondo che l’accompagnava da anni, ma senza alcun risultato; quando entrò in quel luogo non fece nemmeno caso a chi fosse seduto, continuò a masticare il suo chewing-gum alla fragola e si andò a sedere al primo tavolo libero senza guardare chi o cosa le stesse intorno, lanciò sul tavolo l’ultimo volume di Vogue accompagnato dal volume di rune antiche, una mera copertura, ma qualcuno fece lo stesso «Monrique» riuscì a capire dal labiale, e dopo poco scostò le cuffie dalle orecchie «Benshaw», un’amica di suo fratello, almeno lei non la odiava come lui però, «Nuovo look?» Lissette sollevo le spalle, si era quasi dimenticata di aver tinto i capelli, il fatto era che non aveva manco ripreso la tinta, ed ora quelli erano di un rosa sbiadito come quello della felpa «Diciamo così, si.» si poggiò al tavolo incrociando le gambe, cosa doveva chiederle? di aiutarla a riappacificarsi con suo fratello, probabilmente aveva beccato la ben sbagliata per quella missione, avrebbe dovuto accaparrarsi uno dei due spilungoni, forse quello che stava con la byrne… «C’ero prima io.» Liz guardò Mona, dicendosi decisamente che non era la persona adatta a fare da mediatrice con Balt, sollevò le mani in segno di resa esclamando un «tutto tuo.» ed avvicinandosi alla sedia di fronte, che dava sulla finestra «non ti disturbo, sono silenziosa» un’altro tratto che non le apparteneva, il silenzio, si sedette accavallando le gambe e poggiando la guancia sul palmo della mano, osservando cosa c’era fuori dalla finestra, forse in quel modo non avrebbe ripensato alle cose che non le facevano chiudere occhio di notte.
    disclaimer.
    my role model is barbie because she doesn’t have a soul
    (proceed at your own risk)
    salva
  7. .
    HTML
    <span class="pv-f">Valentina Zenere</span> Lissette 'Liz' Monrique [URL= https://oblivion-hp-gdr.forumcommunity.net/m/?t=62503992][color=#567C13]scheda pg[/color][/URL]


    paola ha parlato
  8. .
    HTML
    [URL=https://oblivion-hp-gdr.forumcommunity.net/m/?t=62503992#entry457415334]Liz Monrique[/URL]

    - Assistente strategia
  9. .
    Lissette Monrique
    Somebody else
    'Round everyone else
    You're watching your back
    Like you can't relax
    You try to be cool
    You look like a fool to me
    depressa non era il giusto termine per definire Lissette Monrique in quel periodo.
    non era di certo un segreto che la bionda, dopo essere tornata integra (insomma) dalla guerra, avesse perso quel brio presente negli occhi color zaffiro, era cambiata, e lo dimostrava anche il fatto che avesse deciso di fingere di rosa i suoi capelli di solito super ossigenati, in cerca di qualcosa che le smuovesse l’animo.
    non ci era riuscita.
    ogni volta che poggiava il capo sul cuscino, ogni volta che le palpebre si abbassavano, non faceva altro che pensare a Wren che diventava un’ombra, Wren così buono, anima pura, che veniva posseduto da… chissà cosa, che… faceva ciò che non avrebbe mai fatto, non nella sua indole.
    Era anche colpa sua.
    era stata parte di quel massacro, quella guerra che avevano vinto, ma a che prezzo.
    ed ora non riusciva a trovare più nulla che la stimolasse, persino la quantità enorme di pillole che inghiottiva pareva non farle più effetto, aveva lo sguardo spento, era perennemente stanca, aveva solo voglia di rimanere a letto.
    Se ne stava in sala comune con il cellulare fra le mani, non era mai stata tipa da libri, seppur non fosse poi così male il suo rendimento scolastico, leggeva di gossip, di notizie sportive, di stupidaggini, evitava di proposito gli articoli sulle ombre, per evitare che il suo umore peggiorasse ancora.
    «ti donano» lo sguardo di liz andò a posarsi sul volto da bravo ragazzo di mood, immediatamente le labbra si incurvarono leggermente all’insù, uno degli effetti che le faceva il Bigh «a cosa devo questa galanteria?» disse voltandosi verso il concasato e poggiando il telefono sul divanetto, lo osservò tirar fuori dal cilindro la lapide di marzapane, la palla di neve, il bellissimo bracciale con le piume, lo sguardo andò più volte dal bracciale al ragazzo e viceversa, poi aggrottò le sopracciglia«è perché moodina è morta di già? di la verità stai cercando di addolcirmi?» parlava della ranetta verde che gli aveva dato qualche giorno prima, l’aveva presa per lui, non sapendo perché ce lo rivedesse così tanto in una ranocchietta profumata, stava cercando di indorarle la pillola per farle accettare la sua prematura morte? «se non tutto, almeno un ballo?» un attimo… le stava chiedendo di andare al ballo con lui? okay era già convinta che sotto sotto mood le volesse in un certo senso bene, lei in compenso lo adorava e, quando era di buon umore, gli ronzava intorno nel modo fastidioso che solo lei sapeva avere «sicuro di volerci venire con me?» gli occhi color zaffiro di lissette cercarono quelli scuri di mood, non meritava una compagna al ballo che non era altro che un involucro vuoto della vecchia se, con più nulla di sgargiante o eccentrico da poter offrire, davvero gli piaceva anche così? «io…» fece per dire qualcos’altro ma l’altro la interruppe dicendole che era un ottimo toyboy, Liz scoppiò a ridere portando una mano davanti la bocca «va bene» disse fra le risate, prima di fermarsi e con l’indice raccogliere una lacrima che minacciava di uscire dall’occhio sinistro «sarò la tua sugar mommy» gli fece un occhiolino «per quanto tempo vuoi» era un’offerta? forse

    gif code
    Slytherin
    2003
    Cheerleader


    accetta!! duh, ti ho pure preso moodina
  10. .

    MOTOMAMI
    SAOKO
    ROSALÍA
    code by eliandi
    Liz Monrique
    Slyth
    19 y.o.
    Cheer


    Quella serata stava inavvertitamente prendendo una piega diversa, o si sbagliava?
    Era partita con l’intenzione di divertirsi, di prendersi una pausa dal finto studio matto e disperatissimo, una pausa dai suoi genitori, non da suo fratello Balt, you’re nothing but an angel, ed aveva trovato un mortorio, letteralmente era un ritrovo di gente che se ne stava lì a parlare come se fosse un semplice tè delle quattro e non una festa, no, non sembrava decisamente una festa, non una delle sue almeno, era per questo che era corsa verso il bagno cercando di rimediare a suo modo, e poi aveva colpito in testa quel tipo
    di certo lui non le piaceva, non aveva accettato le sue scuse ed era stato scorbutico dal principio, ma la ragazza che si era avvicinata? pareva addirittura sua amica «boubou? sei francese?» Liz aveva avuto a che fare con i francesi, beauxbatons, prima di essere cacciata, e per quanto loro non sopportassero di respirare la sua aria, evidentemente troppo stupefacente per loro, lei aveva bei ricordi di quel posto ed i francesi le stavano simpatici; per un po’ si dimenticò delle pasticche nella borsetta e si sedette su uno sgabello di fianco ai suoi nuovi compagni di bevute «vediamo, la casa consiglia… champagne, vodka» fece un cenno al ragazzo a cui aveva praticamente causato un trauma cranico, che l’aveva menzionata «ma ordina pure quello che più ti piace, non badare a spese» alzò le spalle mentre afferrava un altro calice di bollicine da un vassoio che un cameriere teneva in bilico sulla mano destra, prendendone un sorso molto generoso «non c’è di che» disse accasciandosi leggermente sul bancone e richiamando così l’attenzione del barista «per me un long island, grazie, che sia <i>davvero» sipario

    Una mariposa, yo me transformo
    Makeup de drag queen, yo me transformo
    Lluvia de estrellas, yo me transformo
  11. .
    Lissette Monrique
    «hai un appuntamento col prete, davvero?» Liz sorrise leggermente, il telefono fra la spalla e l’orecchio, in bilico, dall’altro lato del telefono c’era Lapo Linguini, colui che non era riuscita ad accasare ma con il quale era rimasta in ottimi rapporti; era seduta sul letto della sua stanza intenta ad infilarsi il secondo stivale di Givenchy, parte della sua enorme collezione Tecnicamente… non è un prete, tecnicamente non è un appuntamento, almeno credo» si alzò raggiungendo lo specchio, con la mano libera da quella dello smartphone cercò di sistemare i capelli messi in piega poco prima grazie ad una pozione «è la seconda volta che lo incontro, quando ci siamo visti ad Hogsmeade mi ha detto che gli ricordavo la madonna, un modo di approcciare discutibile» diede un’occhiata all’orologio da parete rosa che aveva messo nella sua stanza quando si era trasferita lì «ti lascio, altrimenti rischio di fare tardi più di quanto abbia programmato» perché Liz Monrique non era mai in ritardo, si faceva desiderare.

    […]



    E invece c’era qualcuno che amava farsi aspettare anche più di lei.
    Si era recata, dopo varie peripezie manco fosse Heidi che si divertiva ad andare in altalena fra le alpi svizzere, nel luogo dell’incontro e non ci aveva trovato un bar, un ristorante, un locale, una qualsiasi cosa che le permettesse di indossare l’outfit che aveva scelto senza avere una crisi nervosa: davanti a se si figuravano capre, fango, mucche, ancora capre è ancora fango.
    Se non fosse stato che aveva un contegno da mantenere ( e poi lecca bare ) avrebbe già pianto per la quantità di sudiciume che si era accumulato sulle suole (e non solo) dei suoi bellissimi sharklock, invece se ne stava lì con lo sguardo oscurato dagli occhialoni da sole che aveva indossato, perché probabilmente Dio, Gesù o qualche altra divinità ammesso queste esistessero, le stava sorridendo per essere completamente sobria per la prima volta dopo tempo: ci stava davvero provando Liz ad essere una persona più responsabile ma in casi come quello aveva il bisogno fisico di stordirsi con la prima sostanza chimica disponibile, e non con la puzza di letame.
    D’altra parte, se Liz era sobria, ovviamente il suo outfit non lo era: gli skinny jeans a vita bassa e il micro top di lustrini rossi che aveva indossato mostravano un bel po’ di pelle e questa attirava le zanzare; Liz si schiaffeggiò per l’ennesima volta l’avambraccio con la speranza di uccidere quella bastarda che stava banchettando con il suo sangue «mi chiedo come sia possibile nel ventunesimo secolo non possedere un cellulare, come ti contatto, con i segnali di fumo?» sbuffò spazientita guardandosi intorno, e cercando di avvistare la grossa figura del ragazzo che aspettava, ostinandosi a credere che quello fosse solo il punto di incontro e non la meta effettiva per quel giorno.





    'Cause we are living in a material world
    And I am a material girl
    You know that we are living in a material world
    And I am a material girl

    Slytherin20 y.o.Cheerleader
  12. .
    volontario: Wind Thunderstorm
    (facoltativo) prigioniero: //
    razza: mago
    classe: paladino-cavaliere
    arma: Fucile d’assalto M4 (l’unico che conosco)
    pronto a morire per la gloria? BELLA!!
    8458139b6568b261714a5a25561b0a3d61b6245a
  13. .

    MOTOMAMI
    SAOKO
    ROSALÍA
    code by eliandi
    Liz Monrique
    Slyth
    19 y.o.
    Cheer


    «Mi pare il minimo.» «Dios mío, che broncio orribile» Liz alzò un sopracciglio, poggiando la bottiglia sulla prima superficie piana visibile, era diventato pericoloso tenerla, al massimo ne avrebbe ordinata un’altra dopo, quando non sarebbe stata fra la folla; il ragazzo la guardava come se l’avesse assalito nel peggiore dei modi, come se gli avesse spaccato la bottiglia in testa «No scusami baby, dico, prenditela con quel bestione lì» col pollice indicò il tizio che le aveva praticamente dato una fiancata per spedirla dall’altra parte del locale; e no ovviamente liz non stava provando a portarsi a letto il ragazzo a cui aveva dato una botta in testa, quel baby che usava praticamente con chiunque, era un intercalare che usava da quando aveva circa 12 anni, non era nel suo stile usare trucchetti per portarsi le persone a letto, se voleva qualcosa lo diceva chiaramente, non aveva ovviamente paura di un rifiuto, di solito troppo fatta per provare emozioni «Sai che c'è, » l’iberica alzò un sopracciglio osservando il ragazzo che non la degnava nemmeno di uno sguardo «credo che servirà più di una bottiglia per farti perdonare.» liz ridacchiò, ma non divertita, era quello il problema? doveva offrirgli un bicchiere in più per togliergli quell’espressione infastidita dal viso? «E tu hai il dente avvelenato perché vuoi più di un drink? bastava dirlo prima » Liz afferrò il braccio del cameriere a cui inizio serata aveva consegnato i dati della propria carta di credito, che stava passando di lì con un vassoio colmo di bicchieri ormai vuoti «Ciao baby, vedi il mio amico qui? qualsiasi cosa ordini stasera mettila sul mio conto, non ci sono limiti» fece un occhiolino al ragazzo prima che lui si dileguasse in direzione del bancone «va bene così? posso fare altro per scusarmi con te…? scusa mi sfugge il tuo nome, io sono Liz, piacere» gli sorrise cortesemente mentre lanciava un’occhiata verso il bagno, dopo essersi scusata per bene sarebbe stata finalmente la sua meta.


    Una mariposa, yo me transformo
    Makeup de drag queen, yo me transformo
    Lluvia de estrellas, yo me transformo
  14. .
    I bend the definition of faith to exonerate
    my blind eye: till the sirens sound, I'm safe.
    when & where
    barcellona, 21.04.2003
    what
    student
    who
    ibiza empire queen

    Quando era approdata in quel locale, aveva subito capito perché a Balt piacesse tanto andare a lavorare in quel posto.
    Non era il massimo del lusso, quello era certo, ma si respirava un’aria di casa al primo passo fatto per avvicinarsi al bancone, c’era un calore avvolgente che partiva dallo stomaco e si distribuiva in tutto il corpo riuscendo a farti sentire a tuo agio, era questo che pensava Liz mentre seguiva la ragazza che gentilmente la stava scortando sul retro della cucina, si guardava intorno trovando quel posto tutt’altro che squallido: squallido era il tavolo della loro sala da pranzo, perennemente agghindato ma con quasi mai nessuno seduto a consumare un qualche pasto, squallida era la loro casa, talmente asettica da sembrare un posto estraneo alla Monrique; il filo dei suoi pensieri venne interrotto, lo sguardo ceruleo finalmente lasciò perdere i piccoli dettagli e si fermò sulla ragazza dinnanzi a se che le aveva appena chiesto «È il tuo ragazzo? O l’hai visto in pasticceria e vuoi conoscerlo?» al che liz alzò un sopracciglio, le labbra si incurvarono in un sorrisetto: suo fratello era così popolare? già dall’inizio dubitava che fare i dolci fosse la grande vocazione di balt, ma pensava che avesse scelto quel posto per la compagnia, per l’aria leggera che c’era in quel posto, non pensava avesse addirittura un fan club «Diciamo che siamo un tantino più intimi» fece alla ragazza il gesto con due dita per indicarle “un po’” al che lei la guardò in modo stranito, ma erano arrivate sul retro della cucina e non avevano più tempo per le domande «Ma tu che ci fai qua.» liz spostò il peso da un piede all’altro lanciando uno sguardo esasperato al fratello «Ho sentito il vecchio gridare stamattina, pensavo fosse arrabbiato per la piccola modifica che ho fatto al suo guardaroba, invece ho sentito che stava venendo qui.» semplice ed esaustiva, come al solito liz non usava giri di parole per esporre i propri pensieri «è quello che gli chiedo sempre io, ma di solito aggiungo un “visto che tanto non alzi un dito per aiutare”.» liz sorrise a mezza bocca afferrando la mano che il ragazzo le stava porgendo «Evidentemente pensa di essere il nuovo volto del vostro locale, ho scoperto che ha anche un fan club» alzo leggermente le spalle come a voler dire ”è fatto così, che ci vuoi fare” poi continuò a parlare «io sono liz, si dobbiamo esserci incontrati qualche volta a lezione.» riportò la mano al petto, incrociando le braccia, di nuovo «Volevo risparmiarvi l’orribile faccia di mio padre, ma a quanto pare sono arrivata tardi, vi ha detto o fatto qualcosa?» perché Monrique senior poteva fare ciò che voleva, ma liz non avrebbe permesso che distruggesse l’angolo di felicità di suo fratello.
    lo avrebbe difeso ad ogni costo.
    LISSETTE MONRIQUE
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©
  15. .
    I can make it hurricane on it
    Hunnid bands, make it rain on it
    when & where
    barcellona, 21.04.2003
    what
    student
    who
    toxic-lover13

    «Non ve ne hanno mai parlato a scuola? Non hai mai letto nessun libro -»
    Liz: un libro? com’è fatto?
    No (che il telefono mi aveva corretto in amo, ciao grey), ovviamente non sapeva come spezzare la maledizione e non sapeva che diamine fosse quell’amuleto che aveva accettato «ma che diamine ne so, l’ho preso perché luccicava, poteva essere antico e valere una fortuna» i #soldi prima di tutto ovviamente, avere fra i suoi gioielli un amuleto antico che era appartenuto a qualcuno di importante, come quello di Rose del Titanic per intenderci, sarebbe stata una grande soddisfazione.
    E per confermare il suo livello di intelligenza «Si!! Wikihow ha le risposte a tutto, fammi vedere» #howtoberandom, affiancò charles alzandosi sulle punte e cercando di sbirciare sullo schermo del cellulare «Il rituale di purificazione come dovremmo farlo? cosa serve?» disse indicando la parte dello schermo dove veniva spiegata quella voce, se servivano delle erbe da bruciare (da fumare) lei poteva dare una mano, ovviamente «Dice che ci vuole una bacchetta di selenite, bisogna passarla sul corpo e poi agitarla da lontano» aggrottò le sopracciglia, scure perché era ovviamente una bionda tinta anche se i suoi neuroni dicevano ben altro «dite che non va bene una bacchetta normale? io ce l’ho dietro si per seminare in giro altri danni, ovviamente «ah poi bisogna bruciare della salvia e con una piuma direzionare il fumo verso di se, io ho un’altra erba ma purtroppo oggi ho un outfit sobrio, niente piume» alzò le spalle come a voler dire “that’s it”, come se non fosse lei l’artefice di tutto quel casino.
    Wikihow: how to be liz.
    LISSETTE MONRIQUE
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©
33 replies since 11/4/2022
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