Tra i motivi che l'avevano spinto a cercare sempre più spesso la compagnia di Lissette Monrique (a parte quelli più ovvi, ovvero che fossero entrambi bellissimi e che Hogwarts non offrisse cosi tante altre alternative interessanti e di compagnia) spiccava sicuramente il fatto che la bionda non perdesse mai occasione per sottolineare quanto Lance fosse meraviglioso, simpatico, di bell'aspetto, intelligente, di successo, affabile, classy. Ogni complimento mosso dalla bionda era un boost per l'ego già smisurato di Lawrence Adrian Matheson, che ne voleva sempre di più — se li meritava. Non come le offese gratuite di Cherry MPF migliori amiche e poi……… l'ereditiera spagnola aveva colto chiaramente l'essenza di Lance, che dal canto suo non poteva proprio trattenersi dal circondarsi di persone che riuscissero a vedere quel lato di lui che nessun altro capiva, il Superman del suo Clark Kent, o il Mr Hyde del suo Dottor Jekyll, a seconda dei punti di vista. Le sorrise complice, durante quel brindisi che prometteva di essere il primo giro di molti, un pomeriggio che sarebbe scivolato gradualmente in una serata divertente e al limite della decenza (morale e non solo) come tante altri pomeriggi scivolati in serate divertenti al limite della decenza — un altro dei motivi per cercare la compagnia di Liz non era così insensato, o noioso. «brindiamo a tutte le scelte della mia vita allora, mi amor» «ammettiamolo, sono quelle dai risvolti più divertenti,» ammiccò — lui che amava farne, e non pentirsene mai il giorno dopo. Non era programmato per il rimpianto, il Matheson; semplicemente, trovava sempre la scusa o la motivazione più adatta per giustificare ogni conseguenza, anche quelle che facevano ribollire il sangue nelle vene. E nell'ultimo anno, di quelle scelte ne aveva fatte fin troppe; non significava mica che fosse disposto a smettere! «chi non fa scelte sbagliate, come può dire di conoscere il sapore di quelle giuste?» era bello, giovane, ricco e pure filosofo! Davvero una catch per chiunque, peccato avesse esattamente zero voglia di legarsi sentimentalmente a qualcuno; il solo pensiero gli procurava giramenti di testa, stress e rush cutaneo. Al «non sono troppo bassa per fare la modella?» rispose con un cenno della mano, gesto internazionale del “non dire scemenze”, che nessuno avrebbe potuto fraintendere, nemmeno due come loro (da QI francamente discutibile; altro motivo!!) «gli standard di bellezza sono cambiati, tesoro, non lo sai?» ora il mondo apprezzava un genere tutto diverso rispetto a quello degli anni 50 e 60, e i canoni per definire se una persona fosse bella o meno erano stati ampiamente capovolti, «e poi, chi guarderebbe mai l'altezza a discapito–» la indicò con un gesto, dall'alto verso il basso, «di tutto questo.» Liz aveva davvero un viso bellissimo, sotto il trucco pesante e il mascara scuro, e un fisico mozzafiato coperto da abiti di dubbio gusto (e se lo diceva lui, il re indiscusso del pessimo gusto, stando a quanto diceva Cherry!!); altezza o meno, con il giusto stile e le giuste luci, avrebbero potuto creare un servizio fotografico da urlo. «ma anche se così non fosse,» aggiunse poi, mescolando lo spritz con movimenti circolari del polso, gesti familiari per un amante dei drink in compagnia come lui, «l'agenzia è la mia e decido io chi ha le carte in regola per entrare nei miei studi di posa, e chi no.» ragionamento semplice e che non faceva una piega. E, per una volta nella sua vita, non lo stava proponendo nemmeno con un secondo fine in mente; quell'offerta fatta alla Monrique era genuina e priva di qualsiasi scopo secondario, ma Lance valutò subito l'idea di approfittare della gentilezza della bionda e accettare l'invito sullo yatch, chi era lui per dire di no? Si lasciò persino prendere la mano da lei, un gesto innocente che Lance non concedeva ad abbastanza esseri umani (anche perché era circondato da bestie che evitavano il contatto umano come la peste — motivo per cui Law era ben lieto di considerarli amici) e che forse l'ultima volta aveva accordato a Bollywood, perché era la sua nipotina del cuore e una bambina di indefiniti anni molto più furba di lui e Amos messi insieme. Manipolatrice e sveglia, proprio una mini lui con i codini colorati. A Liz, invece delle smorfie divertite che aveva rifilato a Bolly in quell'occasione, rivolse uno sguardo appena accigliato e sopracciglia aggrottate, solo in parte specchio della preoccupazione che l'idea di “farsi portare dal cuore” provocava in lui — punto primo, non era certo di averne uno; punto secondo, preferiva di gran lunga ragionare con il cervello piuttosto che con il muscolo cardiaco, non si fidava abbastanza. «è magico, possiamo andare ovunque ci porti il cuore» La sentiva già la voce di Cherry rispondere subito “alla RSA più vicina, quindi”, ma Lance era diventato bravo ad ignorarla, dopo tutti quegli anni. «ovunque ovunque?» chiese, pensieroso, «comodo, in effetti! E tu dove andresti, se dovessi partire in questo preciso momento?» sperava non dicesse qualcosa di triste o sentimentale come "andrei a cercare le persone sparite" perché buh-uh quello era happy hour e non sad boi hour — c'era un tempo e uno spazio, e soprattutto un luogo, per pensare a chi non c'era più, e non era decisamente quello. | lawrence matheson | don't lose perspective, we all get damaged, && some of us don't ever heal | | | | rogue sanguinario [toglie ps al nemico nel tempo] | mago Lvl mago |
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