Votes given by challis.

  1. .

    ethanlynx
    Quello che passava nella testa di Ethan in quel momento: c'erano una volta un seppellito vivo e un mezzo ubriaco in un cimitero. Stava già crepando dalle risate ed era pure nel posto giusto. «profumavo prima di essere sepolto vivo.» provò a non ridere, davvero, ma era ancora un po' brillo, okay? E per quanto la situazione fosse pessima, almeno ora il ragazzo era vivo e vegeto e fuori pericolo, quindi una risata ci stava anche, così, per smorzare la situazione. «ti credo» Seduto sull'erba, ricoperto di terra, sassi e foglioline, sembrava un pulcino spennacchiato e quasi più piccolo di quanto in realtà fosse. Si soffermò su quel pensiero qualche secondo, quasi se si fosse dissociato per quale istante, prima che fosse richiamato alla realtà proprio da lui. «sei stato tu?» Okay che aveva ucciso una persona e rubato a molte altre ma di certo lui non andava a seppellire persone random in giro per cimiteri. Non era manco sicuro di come fosse arrivato lì. Aveva la faccia di uno che era colpevole? Forse doveva osservarsi allo specchio più spesso, non lo faceva abbastanza. Comunque, aveva altri hobby che non comprendevano l'implicazione di cadaveri e cimiteri. «a sotterrarti? no. a farti risorgere?» si guardò le mani strizzando un po' gli occhi. «forse?» Doveva ancora capire esattamente come aveva fatto aa funzionare, si sentiva un po' quando a dei babbani veniva detto che esisteva la magia. Well, non come gli era stato svelato attraverso la magia..... anyway. «qualcuno deve odiarti davvero tanto per farti questo» roteò la mano attorno alla sua figura senza smettere di osservarlo confuso. «cosa hai combinato??» perchè qualcosa doveva pur aver fatto per essersi messo in quei casini. Ricordava bene come funzionassero le cose quando era dentro l'organizzazione a New York ogni qual volta si sbagliava a far qualcosa. Non che gli fosse mai successo qualcosa di simile, le sue punizioni erano di tutt'altro tipo, essendo ancora molto piccolo e a loro ancora abbastanza utile. Sperò comunque non si fosse messo in quel tipo di guai, era davvero un casino uscirne. «sei proprio conciato male bello mio» recuperò da terra la bottiglia di alcool che aveva preso dopo essere uscito dalla palestra ed essersi fermato in un bar e gliela porse. Chissà cosa aveva provato ad essere sotterrato, magari era ancora in fase di shock. Un goccio e passa la paura. «senti, ti fidi?» bastò uno sguardo per farlo ricredere. Il ragazzo era appena stato seppellito, sarebbe potuto morire a momenti e lui si ritrovava casualmente lì dove era stato sepolto. «sì, hai ragione, manco io mi fiderei di uno sconosciuto se fossi in te. però-» si accovacciò lentamente vicino al borsone prendendo la borraccia e un asciugamano. «ti assicuro che questo lo uso solo per asciugarmi il viso una volta sciacquato. niente sudore o altro.» in ogni caso sarebbe stato più igienico di quello schifo con cui era ricoperto. Bagnò quanto bastava il panno per poi riavvicinarsi al ragazzo per provare a togliere la terra dal viso. Dopo un paio di strofinate sulla guancia, annuì vedendo che la terra si stava effettivamente togliendo e gli lanciò il panno.

    2000neutraldancerdontblame

    are you there god?
    it's me, your bastard child
    gif credit: yangjeongin.tumblr.com/
    ms. atelophobia panics at a lot of places beside the disco
  2. .
    We do our best vampire routines
    As we suck the dying hours dry
    21 y.o. | umbrakinesismen are trash
    ginevra
    linguini
    La famiglia viene prima di tutto era l’insegnamento che tutti i componenti del clan si portavano dietro da generazioni e generazioni e generazioni di Linguini prima di loro; un motto trapassato dalla tradizione di Linguini briganti, a quella dei resistenti che avevano lottato contro il fascismo, fino ad arrivare all’attuale progenie di Linguini che avevano conosciuto l’emigrazione – e qualcuno anche il capitalismo – e si erano sparsi per tutta la penisola. Una tradizione importante, quindi, che cercavano tutti di rispettare al massimo delle loro possibilità (tranne Lapo, lui neanche si impegnava piemontese infame), ma che comunque era soggetta all’invalicabile e santissima legge del buonsenso supremo che permetteva a Ginevra Linguini di anteporre a quella regola non scritta sentimenti e convinzioni decisamente più importanti; tra questi senza dubbio la libertà di poter urlare a suo cugino: «tu sei veramente una testa di cazzo, Romolo Antonio Linguini» detto col cuore in mano e una puntina di esasperazione nella voce, accompagnando il tutto con uno – due – tre (forse anche qualcuno in più) scappellotti dietro il collo del grifondoro pluribocciato – si era dovuta arrampicare sulle sue spalle per raggiungere quella altezza, sì, ma ne era valsa la pena.
    Insomma, sue her. Chiunque le avrebbe dato retta conoscendo la situazione, conoscendo Erisha e soprattutto conoscendo Lollo. Da una parte si sentiva addirittura sollevata da come si era evoluta la loro storia-non-storia, aveva sempre pensato che la corvonero (che tanto corvonero non doveva essere se si era innamorata di un tale buzzurro) meritasse qualcosa di più rispetto al cugino, che la sua bellezza fosse sprecata per qualsiasi penemunito, figurarsi per la metà non utile in cucina dei gemelli della lupa.
    Non fraintendetela, voleva bene al cugino – in fondo, molto in fondo – ma ew. Insomma, avrebbe capito se la corvonero si fosse presa una sbandata per Giacomino, ma per Romolo… davvero Erisha, davvero? Lì il problema evidentemente era alle fondamenta perché se Erisha si era innamorata di Lollo, si sarebbe potuta innamorare anche di qualsiasi altro maschio etero cis del genere: «una tragedia». Si passò una mano tra i capelli e con un sospiro pesante prese coscienza che quella ormai era diventata una missione e che non l’avrebbe considerata archiviata fin quando Erisha non avesse cambiato… prospettiva, mettiamola così.
    Aveva avuto un buon motivo, quindi, per lanciare l’invito del Parker nella sua borsa di tela e lasciare il bar dello sport nelle mani di Lapo quel giorno; considerava un po’ meno buono farlo per recarsi in un altro bar, ma si disse che studiare la concorrenza non guastava mai – per migliorare la sua attività, certo, ma soprattutto per scoprire il punto debole dell’altra attività e colpirla proprio lì. Poteva unire l'utile al dilettevole, in cui la parte del dilettevole era stata presa molto seriamente, tant'è che la special si era attrezzata con manuali, libri, riviste, foto e materiale vario che era stato tutto portato nel luogo dell'incontro.
    Si stupì che il posto prescelto per quel raduno anti-Lollo fosse così popolato? No, non troppo, e fu anzi addirittura contenta che così tante giovani marmotte fossero lì a dire tutte la stessa cosa: NO a Romolo Linguini, e più in generale NO ai peni; fu stupita di trovarci sua cugina? Sì, quello sì, stupita ma non del tutto sorpresa. «Lux ma tu...» non dovevi essere agli allenamenti di quidditch? eh! O meglio, si rese conto in quel momento che quella era solo stata la scusa che la cugina aveva utilizzato per saltare il turno, un altro, al bar. Le rivolse un'occhiata storta degna della nonna e alzò un sopracciglio verso di lei «vabbè, poi ne parliamo» liquidò la questione dell'assenteismo di Lux con un vago gesto della mano, poi prese posto al tavolo e – dopo aver commentato con un disgustato «ma questo sarebbe un aperitivo?» le quattro pietanzine fredde e scotte lasciate lì su un piattino – si schiarì la voce e prese parola.
    «mh» commentò accigliata osservando il kit di drunk&play che aveva portato la mora e sorrise istintivamente perché in un certo senso lo trovava tenero; tutti così piccoli e caotici, era ovvio che avessero portato l'alcool. «non è una cattiva idea, ma se non vuoi finire come lo zio Enzo il 25 dicembre all'antipasto, consiglierei di non iniziare a bere a quest'ora del giorno» sorrise comunque alla Meisner, ma poi coprì le preziose foto del cugino con cui aveva cosparso il tavolo con un enorme tomo polveroso.
    «allora, qui la questione è più delicata e più profonda, ma partiamo dapprincipio» recuperò un piccolo gruzzoletto di foto del romano che andavano dalla tenera età all'età attuale (quindi tante tante foto, visto che ormai Lollo era un vecchio) «questo è Romolo Linguini, un esemplare di maschio etero con le dimensioni del cervello più o meno così» dalla sua borsa di tela tirò fuori, tra le altre cose, anche una noce e la piazzò proprio sulla foto del Linguini, in corrispondenza della sua chioma folta. «un risultato imbarazzante, dirai, ma la cosa più triste è che è lì a prendere polvere, perché sai cosa usa per ragionare?» infilò di nuovo la mano nella sua borsa e questa volta tirò fuori un modellino 3D di un paio di centimetri di un pene. «questo usa mio cugino per ragionare, e forse il suo non è neanche così carino come questo qui» ci pensò per un attimo, poi scosse la testa con un brividino per quell'immagine raccapricciante che le era parsa davanti agli occhi, quindi prese un grosso respiro profondo e continuò: «la maggior parte dei maschi usa il suo pene per ragionare, e ti renderai conto che non potrà uscirne fuori nulla di positivo dai loro ragionamenti, visto che, tra le altre cose, non sanno usarlo neanche per fare sesso» a tal proposito si schiarì la voce e si guardò intorno con aria un po' sospetta per assicurarsi che nessuno stesse assistendo alla sua lezione sul sesso a dei minorenni. Una volta assicuratasi che nessuno l'avrebbe denunciata per quello (Gin non poteva sapere il tipo di professori che insegnava ad Hogwarts – poteva averne un'idea, una vaga idea, ma non poteva sapere che a scuola facessero molto di peggio), aprì il tomo impolverato su una pagina specifica in cui era illustrato con immagini in movimento 100% fedeli alla realtà il sistema riproduttivo maschile.
    «e ora, cinque motivi per cui dovresti tenerti lontana dai maschi:
    1) hanno i peni, e i peni sono esteticamente molto brutti, sono dei mini pali della luce e la maggior parte delle volte sono anche asimmetrici e storti, e sono... ugh, penzolanti, e si muovono di qua e di là in mezzo alle gambe, sono veramente brutti»
    facts, non perché fosse particolarmente esperta di peni, ma perché era informata e perché nei bagni delle ragazze nel liceo si facevano certi discorsi dettagliati che è meglio non replicare
    «2) sono sporchi» vabbè forse non proprio tutti, ma la maggior parte dei maschi lo era e lei lo sapeva benissimo dovendo dividere la casa, il bar, la vita, con TROPPI cugini maschi «tu pensi che si lavino ogni sera, ogni mattina? Che usino il sapone quando si fanno la doccia? Ma per favore, se neanche si lavano il pisello quando vanno a pisciare
    3) sono stupidi»
    e forse anche quella era una questione prettamente soggettiva o ristretta a un piccolo gruppetto di maschi, ma who cares tanto per lei lo erano davvero tutti
    «4) sono egoisti! non funzionano o funzionano solo quando pare a loro. Tu magari sei lì che vorresti farci qualcosa e loro niente... zero, caput, rimangono lì con i loro peni appesi come un corpo morto a fare assolutamente niente e si alzano solo quando vogliono loro 5) non sanno dov'è il clitoride e questo forse era anche il punto più importante «cioè mio dio non è così tanto difficile, non è un tesoro nascosto, è proprio lì davanti a loro e loro... zero, non lo capiscono, non lo calcolano. E fidati» sorrise un po' più maliziosa, le guance un po' accaldate ora, abbassò leggermente il tono di voce «che senza clitoride non c'è orgasmo» più chiaro di così si moriva, insomma. «sai cosa dovresti valutare, quindi?» girò la pagina del grosso libro e comparve stampata in tutta la sua magnificenza una signora vagina «le donne!» si fermò un attimo perché si aspettava un fragoroso applauso, ma se non fosse partito se ne sarebbe fatta comunque una ragione «siamo più intelligenti, più sensuali, siamo più recettive, abbiamo le tette» annuì con convinzione sull'ultimo punto perché dai, le tette «e soprattutto non considereremmo mai concluso il sesso se l'altra persona non raggiunge l'orgasmo» le sembrarono argomenti abbastanza convincenti, quindi si poggiò allo schienale della sedia e sorrise soddisfatta. «thank you for coming to my ted talk».
    sto ancora aspettando
    qualcuno che si espone
    briandiamo alla mia
    alla tua generazione
    tutti fenomeni
    qualcuno che si esplode
    merce funebre
  3. .
    CITAZIONE ((un)lucky @ 11/12/2021, 18:31) 
    Lo faccio... Magari mi dà l'input che mi manca per tornare a scrivere...

    Prenoto il ruolo di generale esercito con Caleb Lane.

    Quasi un anno dopo posso dire che non è stato quello a darmi l'input, ma dato che sono tornato a scrivere posso... fare il pazzerello...

    Lo faccio.
    Lo fece.
    Prenoto il ruolo di Capo Spie con Al.
  4. .
    arms crossed with the attitude, lips pouted
    la giornata di check non era cominciata nel migliore dei modi, ma d'altronde non lo faceva mai. aveva sempre un buon motivo per alzarsi dal letto con il piede sbagliato, il Vibe, e nella maggior parte dei casi l'effetto della luna piena non c'entrava assolutamente nulla; il suo malumore era cronico, radicato in profondità, impossibile da estirpare. resistere alla trasformazione aggiungeva qualcosa di fisico — la sensazione fantasma di ossa spezzate e ricomposte, ma nulla di più.
    si sentiva costantemente fuori posto, appena sfasato rispetto alla frequenza del mondo che lo circondava; bastava quel poco a fargli accumulare quantità insopportabili di energia negativa che sin da bambino non era mai stato capace di scaricare a terra. se la portava appresso, perché era più facile, e la riversava addosso a chi gli stava sul cazzo — o a quelli che amava, perché era più semplice.
    ma era anche l'unico modo che conosceva.
    fosse stato in grado di comportarsi una persona normale, come sua madre (nemmeno tanto) segretamente aveva sempre desiderato, avrebbe potuto dire a suo fratello che gli voleva bene, invece di dimostrarlo picchiando i bulli che si prendevano gioco di lui; avvicinare gli altri, invece di spingere, spingere spingere— but we can't all be neurotypical, Karen.
    «manda giù, Rimbausen, non ho tutta la sera» anche perché mancava un'ora al coprifuoco e check non voleva certo essere la scusa dei marmocchi per fare tardi «veramente sarebbe Mausen, Thomas Ma-» check non disse nulla, ma il quattordicenne smise comunque di parlare — good for him. apprezzava sempre, il Vibe, quando quei ragazzini sudaticci capivano le cose facendosi bastare un'occhiata; a tratti mostravano barlumi di intelligenza davvero inaspettata «giú.» e quello glup, mandò giù la pillola che check gli aveva premuto proprio nel centro del palmo, non droga sintetica ma qualcosa di decisamente peggiore: veritaserum.
    la piaga degli introversi, il terrore di tutti i bugiardi, l'incubo di qualunque adolescente brufoloso (e, come check aveva avuto modo di scoprire in quei mesi a Hogwarts, ce n'erano davvero tanti).
    «ecco, bravo, visto che ce l'hai fatta?» appoggiò il mento sulle mani intrecciate, sporgendosi in avanti mentre il ragazzino gli ciondolava di fronte dritto come un'asta di bandiera; o uno che sta per farsela addosso «adesso dimmi, Rimbausen, hai presente mio fratello Mood Bigh? » quello annuí, con un'espressione vagamente ebete sul volto «ottimo. gli hai mai dato fastidio? hai intenzione di dargli fastidio in futuro? ce l'hai con lui per qualche kotivo?» gli fece una domanda dopo l'altra, senza fretta, e ogni volta che riceveva un no come risposta, check lo segnava su un quadernetto: il nome di Rimbausen finì nella colonna di destra, quelli che non doveva menare «te la sei cavata bene, continua così» non che a check fregasse qualcosa, del povero Thomas.
    se gli avesse risposto in un altro modo, se avesse ammesso di fare il bullo con Mood, il Vibe lo avrebbe capito; cavolo, gli avrebbe anche fatto i complimenti con tanto di pacca amichevole sulla spalla, prima di ficcargli la testa in un gabinetto. perché suo fratello era una gran rottura di palle, una zecca pruriginosa che non conosceva limiti di stupidità e fastidio, ma era suo fratello, e nessuno poteva osare torcergli un capelli senza che check ripagasse il conto in sospeso: la lista di quelli che ci provavano comunque, a dispetto della concreta possibilità di prendersi un sacco di botte era (come prevedibile) lunga.
    mandò via il ragazzino con gesto svogliato della mano, prima di accasciarsi sulla seggiola: gli avevano concesso un /ufficio/ che pareva più il ripostiglio delle scope (quelle babbane), ma check lo aveva reso confortevole e pratico con un piccolo tavolino, un paio di sedie, la sua collezione di coltellini esposta nella bacheca appesa alle sue spalle — un monito per chi entrava li dentro, un modo di sentirsi a casa per lui. quando si alzò, dopo un paio di minuti necessari a controllare il successivo nome nella sua lista di sospettati (lo erano tutti, praticamente), il Vibe non si diede peso di chiudere la porta dello stanzino, pur lasciando il sacchetto di plastica trasparente con le pasticche in bella vista: nessuno avrebbe messo piede li dentro sapendo di poter essere beccato.
    ma poi chi poteva essere così scemo da mettersi in bocca una pastiglia di origine sconosciuta trovata nell'ufficio del custode? eh.
    «ma sei serio» fu tutto quello che disse, al suo ritorno, trovando accanto alla scrivania un ospite non invitato e certo indesiderato, il sacchetto trasparente tra le mani — doveva averla scambiata per droga, pasticchette come quelle che di tanto in tanto Check sequestrava ai (vecchi) ragazzi piu grandi per il solo gusto di farlo: aveva già i suoi problemi senza calarsi alcun tipo di acido, il diciannovenne.
    e probabilmente valeva lo stesso anche per Hans Belby, solo che nessuno glielo aveva mai detto.

    imagine dragons
    bones
    I-I-I got this feeling,
    yeah, you know Where I'm
    losing all control
    'Cause there's
    magic in my bones
    check v.gifs cr.playlistaesthetic


    CIAO SOCC SCUSA SOCC! ❤
  5. .
    Non solo Frankie era un problema preso a se stesso, ma complicava la situazione venendo accompagnato da casi umani non dissimili; doveva davvero rivedere le sue amicizie. Fergie sorrise a Kenneth, un cenno con il capo a riconoscere il suo essere astemio che assolutamente non gli aveva chiesto, e non gli interessava minimamente. Non con cattiveria, il Jackson era tante cose tra cui solo raramente cattivo, ma non era tipo da fingere attrattiva o empatia per questioni così blande.
    Ma insomma. Se era amico del Cobain, non poteva aspettarsi qualcosa di migliore. Fu comunque abbastanza educato da porgergli un bicchiere il cui contenuto sapeva non essere alcolico, perché era stato cresciuto meglio di così, ed a non alzare gli occhi al cielo all’ennesima conoscenza del detective di cui al Jackson non poteva interessare di meno – lontani erano i tempi in cui organizzava furti come quelli di Dexter; ormai era un uomo in carriera, e le sue truffe giravano a piani più alti.
    «possiamo sempre andarcene» bisbigliò, abbassando il tono di voce ed avvicinando le labbra all’orecchio di Frankie.
    «perchè dovremmo? tutti i miei amici sono qui!» ed era sincero, ed assolutamente ignaro, nel sorriso che rivolse ai presenti. Perfino entusiasta, come se stesse vivendo il tempo della sua vita, dondolando nervoso ed eccitato sui talloni, lo sguardo a rimbalzare dall’uno all’altro quasi non riuscisse a focalizzarsi troppo a lungo su qualcuno di specifico. Fergie sospirò, mordendo il labbro ed alzando gli occhi al cielo, maledicendo ogni scelta di vita che l’aveva portato a quel momento. «già, perchè dovremmo» come se non fosse stato ovvio a tutti eccetto che a lui. Ingollò il contenuto incolore del proprio bicchiere, lasciando che le bollicine e la magia stampassero un sorriso un poco più sincero sulle labbra, smussando angoli e forme fino a rendere l’atmosfera tollerabile.
    Ma non dovette attendere molto, perché l’espressione allegra si facesse onesta sul serio.
    Abbandonò Frankie e la compagnia dell’anello per allontanarsi di un paio di metri, braccia allargate mentre andava incontro a quello che in un’altra vita, seppur per poco, era stato un fratello. Non aveva mai avuto modo di conoscere l’Eugene del loro mondo – un Jenkins, ew – ma in parte era felice così, perché rendeva ancora più unico e speciale il mistico legame che percepiva con quel Jackson. Si lasciò abbracciare, ricambiando la stretta con altrettanto entusiasmo. «oooohh, ma guarda come sei diventato bello» Uh? «lo sono sempre stato» biascicò sulla sua guancia, stampandogli un bacio. Ancora sorrideva quando l’altro lasciò la presa, e si sporse oltre le sue spalle per volgere un cenno di saluto anche a Jade, incuriosito dal piccolo umano aggrappato alle sue gambe. Schioccò la lingua sul palato facendo spallucce. «i portafogli non sono più roba per me. Un passatempo che lascio volentieri alle nuove generazioni» bisognava riconoscere il cambio generazionale, e permettere ai teppisti di diventare tali. «allora fergie, baby, cosa mi racconti? come stanno adina e timmy?» Ora. Contro ogni prognostico, Ferguson Jackson sapeva anche essere serio quando la situazione lo richiedeva, e domande simili – quelle che racchiudevano il dolce amaro sapore di essersi perso anni ed anni, di aver partecipato a guerre in ambedue i mondi, di aver visto morire amici e compagni e aver vissuto nell’ombra dei caduti e la minaccia che potesse ripetersi – richiedevano che indossasse il suo Badge Adulto, e aggiornasse il suo bro su quanto si fosse perso:
    «mi sono sposato» Pausa, in cui inarcò entrambe le sopracciglia. «con victoria quinn» Sorrise, perché non c’era bisogno di spiegare neanche a chi si fosse perso linee temporali, quanto fittizia fosse quell’unione. Che poi oh, a scanso di equivoci, Fergie amava Vic. Non nel modo in cui un marito avrebbe dovuto amare la moglie, ma nessuno dei due aveva bisogno di quello: era stabilità; era compagnia; erano regali di nozze ed anniversari e coprirsi le spalle a vicenda quando c’erano cene con i parenti e dovevano criticarne gli outfit o le scelte di vita. Forse non la famiglia che si sarebbero scelti, in un mondo ideale, ma quella di cui avevano avuto bisogno, e che riuscivano a far funzionare. «sono diventato un uomo d’affari. Un imprenditore» all’incirca, ma dubitava ci fosse bisogno di specificare pure quello – lo conosceva abbastanza da sapere in quali affari potesse aver messo il muso. «il mondo è...andato avanti. Si è adattato, sai. Funziona quasi tutto, eccetto le tasse» ancora, fece spallucce. «i cohen hanno aperto uno zoo, e lei lavora lì a tempo libero. Qualche anno fa si è finalmente dichiarata a rowan quinn – about time uh – e lavora come assistente di corpo a corpo» era divertente perché era vero- Timothy Cohen, il raggio di sole della loro dimensione, sapeva farti il culo like a fuckin pro - e lo sapeva per esperienza. «con lui» puntò il pollice contro Elitè, che si era approcciato a Jade silenzioso come un ninja. «sai. tuo figlio» non aveva ben chiare le dinamiche dimensioni, Fergie, e gli sembrava giusto l’altro sapesse. Con intenzione, spostò lo sguardo dal bambino al bambinone, spostandolo poi allusivo sul Jackson. «ade...milkobitch?» forse non doveva dire neanche quello, ma non aveva bisogno di bere cocktail colorati per non possedere alcun filtro. «illustra libri per bambini, è diventata una fotografa, e viaggia per il mondo. Ormai la vediamo poco da queste parti» Non poteva biasimarla, con la famiglia che si ritrovava. «barrow ha scritto ben due seguiti; ora si sta specializzando sugli Illuminati, quindi se ti fa domande strane...inventati qualche cazzata, non vedo l’ora la pubblichi citandoti come fonte ufficiale» sorrise, tutto fossette e dolcezza. «e questa, kenneth, è una domanda che non devi fare in prossimità di barrow cooper, se vuoi salvare la tua anima» diede una pacca sulla spalla del Josten, ignorando l’occhiataccia di Frankie e tornando a posare gli occhi blu sul Jackson. «loro sono kenneth e dexter. io che mi sono perso?»

    «uh, me? IO SONO FRANKIE COBAIN, TI RICORDI DI ME!!!»
    Barbie, che nel mentre si era fuso con le pareti della festa, sospirò così sonoramente da causare un effetto farfalla dall’altra parte del mondo. Frankie sì che sarebbe stato il gelataio perfetto – ed invece era un detective della omicidi. Vai a capire come funzionasse il mondo.
    «Frankie, amico...vedi anche tu la gente accesa?»
    Un Mckenzie poco distante si spense.
    «intendi viva? Di solito, sì» Non sempre, effettivamente. Corrugò le sopracciglia verso Ramon, ricambiando la stretta sul braccio per stabilizzarlo. «bro u good» evidentemente no, perché così com’era arrivato, sparì nuovamente nella folla.
    Che era un po’ l’effetto che faceva in generale Frankie Cobain.
    Si volse verso Dexter, offrendogli lo sguardo d’amore che non meritava, ma che Frankie gli avrebbe sempre riservato comunque. Aveva una famiglia, certo, e non aveva davvero bisogno di qualcuno oltre a Sam, ma non significava che negli anni non avesse continuamente cercato di avere un rapporto con Percy e Dexter. CIOè MA SCUSA IN UN ALTRO MONDO ERANO ALL’INCIRCA LA SUA FAMIGLIA OK QUINDI PERCHè IN QUELLO NO CHE PALLE THE MORE THE MERRIER KIND OF THING. «hai caldo?? non ti preoccupare, ci penso io» prese un paio di bicchieri dal cameriere di passaggio, e li svuotò sulla testa di Dexter.
    Gli sorrise entusiasta alzando entrambi i pollici.
    (Non aveva neanche bevuto nulla di strano, ma ci pensate)


    frankie: (counting on my fingers)
    fergie: i just asked you how old you are
    frankie: can you just shut the fuck up for a second
    barbie ft. jane
    frankie ft. fergie
    31 & 29 - cop & criminal


    non sono certa di cosa facciano. se vi ho ignorato scusate

    - fergie: parla con euge e con kenneth? e aknowledge l'esistenza di dexter
    - frankie: parla con ramon, interviene a caso presentandosi ad euge, e bagna dexter
  6. .
    23 y.o.
    capo del consiglio

    gianninazionale aka:
    hyde cw / jack daniels
    «così come» Hyde ricambiò lo sguardo dell'altro, e attese meno di un secondo, prima di sorridere. Il tempo che l'incanto facesse effetto, la sua mente bombardata da realtà fittizie ed in contrasto fra loro.
    «cosí.» replicò, volgendo la sua attenzione ad altro, lasciando che se la sbrigasse da solo. Che morisse o vivesse, non era affar suo - soprattutto da quando aveva deciso che ucciderlo di propria mano non gli desse altrettanta soddisfazione.
    Poi. Del balbettio di Dominic Cavendish, aveva sentito una parola ogni tre, e tanto gli bastava per sapere che davvero non fosse affar suo, e non gliene potesse fregare di meno. Ciò non significava che una parte di Hyde non godesse a vederlo contorcersi sul posto, incastrato nelle sue stesse parole come un ragazzino ai GUFO. Lo osservò come lo stesse ascoltando sul serio, arcuando un sopracciglio in attesa di un chiarimento di cui in realtà non aveva bisogno, esattamente come un docente che attendesse la risposta corretta pur essendo conscio che l'allievo non la sapesse. «NON MI SCOPO HUGO COX» Battè le palpebre. Abbassò lo sguardo sui suoi piedi, arrampicandosi lentamente fino a giungere all'altezza del suo viso. «continua così, e potrai dire lo stesso di nice» cosa non vera, perché se qualcuno tornava indietro nel tempo per prendere il diploma, evidentemente qualcosa non tornava nelle sue sinapsi, il che significava che avrebbe continuato a scoparsi il Cavendish.
    Non importava che fosse vero o meno, per insinuare il dubbio che lo fosse.
    Guardò il suo compagno di avventure, di cui ancora non conosceva né nome né identità, e visto che non sembrava particolarmente acculturato (eufemismo) fu così gentile da avvisarlo.
    «farà male»
    Si, è la difesa.
    Per se stesso, ricambiò il saluto militare di Bryce (canon che fosse l'attacco) e sparó l'ultimo colpo del caricatore alla sua fronte.


    oblinder 2022
    fuck you
    & you
    & you i hate
    your friends
    & they hate
    me too
    sorry, brividibrividiii
    you're stuck with me.
    quello che il grande ritorno del figliol prodigo
    nononono
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©



    (13) COMBO DIFESA HART (hart + hyde): lo avvisa
    (1) COMBO DIFESA HYDE (hyde + dom): ricambia il saluto
    COMBO ATTACCO BRYCE (hyde + dom): spara






    (1) COMBO DIFESA HYDE (hyde + dom):
    (12) COMBO DIFESA DOM (dom + hart):
    COMBO ATTACCO BRYCE (hyde + dom):

    (13) COMBO DIFESA HART (hart + hyde):
    ATTACCO FOX (hart):
  7. .
    hyde50 ps10 pa10 pd
    maddox34 ps10 pa10 pd
    jason60 ps15 pa/pdattacco: --
    derulo60 ps15 pa/pdattacco: --


    ATTACCO HYDE: 10PA
    DIFESA MADDOX: 5PD

    mhmh... di striscio, ma ti prende. minchia se ti prende.
  8. .
    20 y.o.
    special - umbrakinesis

    communist_twist aka:
    ginevra linguini
    Un invito.
    A un appuntamento.
    Anonimo.
    Di lunedì.
    Un giorno lavorativo.
    A San Valentino.
    In ospedale.
    Gin non era (swag) una persona particolarmente credente; aveva i suoi ideali e le sue convinzioni, ma la religione non faceva troppo per lei, ma il babbinismo raga, quello le aveva cambiato la vita. Non imponeva nessuna particolare restrizione e i comandamenti dettati dall’Altissima (per me veramente altissima, not joking) erano veramente al bacio, perfetti per qualsiasi situazione. «piuttosto mi uccido»
    Amen, sorella.

    Ma i fedeli, si sa, non sono come le divinità, sono mortali e pertanto soggetti all’errore. Nello specifico, Gin fece una cosa che Babbi non avrebbe mai fatto: prese una decisione sbagliata. Era testarda, ma anche troppo curiosa per non indagare ulteriormente, per smascherare quella truffa o qualsiasi cosa fosse, per vedere chi fosse il più infantile tra i suoi cugini ad aver organizzato quello scherzo; e quindi eccola lì, bloccata con le braccia incrociate al petto mentre dalle sue labbra usciva stoico e rassegnato il secondo comandamento del babbinismo: «mi pento di tutto».
    Il tutto in questione prevedeva: aver lasciato il bar chiuso (cioè davvero, il giorno di san valentino? Ma come le era venuto in mente?), dare ai cugini l’intera giornata libera (ma sul serio, gin? ma se lo meritano?), non comprare nessun regalo perché ew san valentino ew, ma poi !!! presentarsi comunque a un fucking appuntamento segreto in un fucking ospedale vuoto solo per scoprire che era vittima di una fucking psicopatica !!! «ma che destino e destino» provò a protestare mentre quella invasata ancora parlava «te lo dico io qual è il tuo destino» e questa volta attinse a un altro libro sacro, ma molto valido per l’occasione «tre ipotesi: …» ma non riuscì mai a enumerarle perché fu (bruscamente) interrotta da quello che doveva essere un lancio di un coltellino?! Un tentativo, almeno. Ora poteva muoversi ma rimase comunque con le braccia incrociate al petto e l’espressione piena di sconforto, quasi arresa. Provò a parlare, ma poi cambiò idea, e così un paio di volte, prima di portarsi la mano sul viso e scuotere la testa. «cioè ma davvero?» si stava rivolgendo direttamente a quelli che avevano provato ad attaccare (la sua anima gemella) lei «cioè peggio di Lapo quando decide di giocare in attacco… … … e ce ne vuole» davvero, c’era un motivo per cui lo piazzavano sempre in porta. Si abbassò per recuperare il coltellino e lo porse alla persona di fronte a lei – la sua fantomatica anima gemella – «dai pensaci tu» sì cioè attaccare qualcuno? Dai che sbatti non le andava erano cose da bambini.
    oblinder 2022
    hey tu piccola sbronza
    tu bevi sempre di più
    non sai che ti voglio bene e che
    la mia droga sei tu
    sorry, blanchitobabe
    you're stuck with me.
    it's a beautiful day to destroy patriarchy
    what life gives uwhat you wantedwhat you needwhat you do
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©


    non attacca vi pare, duh
  9. .
    nome pg: joni
    scheda: dai non posso ancora entrare in schede confermate poi la metto
    ruolo: CAPITANO TITOLARE BIMBA VERA
    altro: suck it gryffindor SI VOLA VERSO LA FINALEEEHHH
  10. .
    ma si, perdiamo un po' di tempo

    CITAZIONE
    Person A: would you like to be the sun in my life?
    Person B: *about to faint in excitement* YES!
    Person A: good, then stay 92.96 million miles away from me



    CITAZIONE
    Person A: your legs look really good in those jeans
    Person B: you should see me without them
    Person A:
    Person A: why would you take off your legs




    CITAZIONE
    Person A: did you have to stab him?
    Person B: you weren't there. You didn't hear what he said to me.
    Person A: what did he say?
    Person B: "what are you gonna do, stab me?"

  11. .
    AAAAAHHHH AGGIORNATO!!!! togliendo anche Nice perchè È BIMBA VERA CONGRATULAZIONI NICE! 🎉🎉🎉 (e lexie perchè per il momento resta fittizio)
11 replies since 17/12/2020
.
Top