[oblinder] did i win the lottery or am i gonna pay?

Ad Hartley le persone non piacevano.
E persino in quel frangente quella verità continuava a rimanere tale, scolpita nella pietra che era diventato il suo cuore da anni a quella parte. Una verità ineluttabile. Non che Hartley volesse combatterla, infondo. Era parte del suo essere -- una parte (una delle tante.) che Maddox non capiva, e che non rispettava. Certo, lo stesso biondino diceva di non provare particolare attrazione per il genere umano, eppure ad ogni buona, fottuta, occasione faceva qualcosa per cui Hart finiva poi con il provare l'irrefrenabile bisogno di farlo fuori con le proprie mani: se detestavi le persone, se le detestavi davvero, non partecipavi ad eventi simili. Nemmeno con l'inganno. Un vero misantropo non avrebbe lasciato il proprio alloggio a New Hovel, per nessuna ragione al mondo. Punto.
E invece eccoli lì.
Costretti in quella spiacevole situazione.
Maddox gli doveva un grande, gigantesco, enorme favore anche solo per essersi lasciato convincere per il mero disprezzo provato nei confronti dei fallimenti collezionati fino a quel momento: c'era un limite a quanto Hartley poteva sopportare, e Mad l'aveva superato da un pezzo. All'incirca dieci post prima.
Quella era la breve storia molto triste di come Hartley si era ritrovato cavalcioni sopra ad un biondino con l'espressione più vuota che avesse mai visto -- e, raramente ma succedeva, si guardava allo specchio. Quindi capite che gli faceva un certo effetto ritrovarsi davanti qualcuno con ancora meno gioia di vivere di lui. Forse era stato quello - la voglia di turbare quella apatica espressione impassibile al resto del mondo - o forse era stato il bisogno di dimostrare che non tutti, nella Scatola, erano inutili come Maddox. O, ancora, magari era stata la curiosità a spingerlo a uscire allo scoperto -- una curiosità che da molto tempo Hartley non provava più e che, di fatto, l'aveva portato ad utilizzare il loro potere davanti a qualcuno, a condividere volontariamente quel segreto con un estraneo. Aveva rotto una (un paio, in realtà) regola fondamentale per le akas -- e non sapeva dire, di preciso, perché.
Non sentiva lamentele provenire dalla Scatola, segno che Maddox era probabilmente svenuto da qualche parte; l'unico commento era stato un «se non è il tuo tipo, ci penso io» di una Levi sempre pronta ad offrirsi volontaria in quelle occasioni -- un commento che ignorò, il Rory. Così come ignorò il silenzio basito delle altre akas: lui, che non muoveva mai un dito per aiutare, che ripeteva sempre quanto fossero tutti inutili e stupidi, che li odiava, che piuttosto che parlare con qualcuno avrebbe commesso harakiri con un coltello da cucina -- lui. In superficie. Di sua spontanea volontà.
Dei soldi erano appena stati persi, e altri vinti. Scommesse che andavano avanti da fin troppo tempo, così tanto che tutti avevano ormai perso le speranze.
Scommesse che non avevano mai contemplato un bacio, perché nessuno di loro avrebbe potuto immaginare che Hartley arrivasse a tanto.
Così come lo stesso Hartley non avrebbe immaginato che l'altro ragazzo ricambiasse quel gesto fatto puramente per ripicca, niente più. E infondo, non c'erano mai altre giustificazioni per le sue azioni se non quel sentimento che provava in abbondanza.
Dispetto.
Hartley viveva a dispetto di tutti -- e contro tutti.
Okay, d'accordo, non era stato un bacio degno di nota (mai proclamato il contrario, infondo) né un mancino come si deve, ma la situazione gli strappò comunque un sorriso freddo, ruvido, che quasi stonava sulle sue labbra sottili. «Stai chiedendo il bis?» domandò, il tono piatto e il sorriso un po' più accentuato nel sentire la canna della pistola premere sul fianco. Quello era un gioco pericoloso che ad Hartley piaceva. Dopotutto, era lui che partecipava agli incontri clandestini di Spaco e si faceva massacrare da energumeni larghi il doppio di lui solo per provare qualcosa: non lo spaventava l'idea di un Hyde Crane-Winston. Né le sue minacce.
Non aggiunse altro, ma premette entrambe le mani sul petto del minore, applicando una leggera pressione per tirarsi in piedi; la magia del momento era stata spezzata. Se con lo stesso movimento Hartley cercò di prendere in prestito un po' dell'energia (ma quale.) di Hyde, giusto il necessario per ritrovare l'equilibrio sulle proprie, doloranti, gambe questo rimane da capire (perché io, effettivamente, non so come funziona: può farlo? chiederò al mio amore). Ma lui, a differenza di qualcuno, sapeva come utilizzare al meglio il loro potere, come sfruttarlo a proprio vantaggio: il fatto che non lo facesse quasi mai non voleva dire che fosse ignorante in merito. E assorbire parte dell'energia del biondo, in quella situazione, poteva servirgli. Specie in luce dei nuovi attacchi.
Spostò lo sguardo pallido verso il cowboy (cit.) e osservò, annoiato, la frusta cercare il contatto con la sua spalla. Hartley girò di qualche grado il busto e tentò di schivarla. «Il tuo amico mi sembra tipo da bondage. Legati con lui.» Ricorrendo di nuovo al suo potere, provò a convincere Derulo a rivolgere la frusta verso il compagno, guardando poi, di sbieco, il proprio, la domanda palesemente espressa nello sguardo annoiato: dobbiamo collaborare?
«Tsk.»
Per ora, facciamo che il fatto che Derulo forse (speriamo) provi ad attaccare Jason sia una distrazione sufficiente da fargli sbagliare mira a quest'ultimo -- una difesa alternativa, dai.

«stai chiedendo il bis?»
Hyde ricambiò l'occhiata, senza accennare a spostarsi. «dipende» replicò atono, studiandone il profilo con assetto logico e pragmatico. Che volesse morire, non era neanche più una domanda da inserire nell'equazione. Ma «ti odi così tanto?» a quel punto sembrava necessaria, giusto per spargere sale sulle ferite invisibile di due volti diversi, si, ma legati da qualcosa in comune. Perché Hyde, non scherzava né bluffava mai: avrebbe fatto esattamente quanto detto, ed avrebbe perseguito nel dormire sonni tranquilli - quelle poche ore di sonno che si concedeva. Rimase disteso al suolo, formicolando di un tipo di energia che sapeva essere diversa, aliena - non la sua, non quella di quel gioco. Non distolse mai lo sguardo dal ragazzo, estraendo però la bacchetta, e tenendola nella stessa mano con cui impugnava la pistola. Un rapido protego per entrambi, perché in ballo c'era ancora una morte lenta e dolorosa che Derulo non avrebbe concesso, e sparò allo stomaco di Jason.
«cos'hai fatto» non una domanda: una accusa