Votes taken by dark/energy

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    CITAZIONE (O' Tir a Cir @ 21/6/2023, 19:15) 
    "... casa al mare..." krdjdjsk kdjdjdkks idjdjsidieuerysjk jfjdkksksksdjkd jdkdjddkksksbrh jfjdskskjddjd kdjdkskskh "eh, letto il libro... comodino" krjdjdjsksks ejiwsuysvflxlpajd lpapaiednajd ldkaolalsdn ldkskaoaldjfb lfkkossjshn ldkdoww "SANGRIA!!!" Ckdjsksk dnsljdowajb flapqoebf mfjosiqpq fpow9quqbrla lwlqidjso "seme nella marmellata" ndhsjaia ekaiaioaoaje tkskaoajaj r gosoaoajw r "...baffi... per la strategia."
    Dksisijsjsia roeiowoqaijqnenrn ekwjwkow.
    Dlsjiwwojrt.
    Gidfud.

    un po’ di ciruzzo strafatto di fiori di loto così, senza contesto.
  2. .
    They said, "All teenagers scare the
    livin' shit out of me".
    2006 | specialpyrokinesis | ben10
    bengali tipton
    «Mona» la sua voce le giunse alle orecchie ovattata, quasi fosse reduce da un viaggio in aereo seduta al 31B con il pilota che, in un incomprensibile inglese, continuava a scusarsi all'altoparlante per il viaggio turbolento. Beh, probabilmente era davvero così che poteva descrivere la sera precedente: un viaggio turbolento. Se ne era valsa la pena, Bengali doveva ancora deciderlo. A giudicare dalla situazione in cui lei e Mona si erano cacciate, comunque, era sempre più convinta gli elementi per rimpiangere ogni cosa ci fossero proprio tutti.
    Insomma – Gali non era proprio tagliata per fare la teppista. Invero, Delilah non faceva che vantare le loro grandi imprese ai tempi dell'orfanotrofio, descrivendo entrambe come due maestre del crimine in erba sin dalla tenera età ma, a dirla tutta, Bengali ricordava in maniera decisamente meno eroica la loro carriera da malfattrici. In primo luogo, il più delle volte era Delilah la mente - e anche il braccio - delle loro operazioni, mentre Bengali si limitava a seguirla per assicurarsi che non si facesse troppo male. In secondo luogo, sospettava che gran parte dei ricordi della Parker fossero per lo più arricchiti dalla sua fervida immaginazione perché, ad essere onesti, Gali ricordava meno della metà degli episodi da lei citati. O forse era semplicemente lei ad avere una pessima memoria.
    Ad ogni modo, comunque stessero le cose, l'ultima cosa che l'adolescente Gali voleva fare era cacciarsi nei guai. Aveva ormai imparato da tempo la nobile arte del quieto vivere, che prevedeva l'applicazione di appena due regole: parlare il meno possibile, e farsi i cazzi propri. Aveva imparato a sue spese come, il più delle volte, quelle che potevano sembrare due "semplici" regole potessero rivelarsi più complicate del previsto da mettere in pratica, specie facendo parte di un gruppo più caotico che neutrale, ma tutto sommato era arrivata incolume alla veneranda età di sedici anni, perciò poteva ritenersi abbastanza soddisfatta. Essere una special, tuttavia, le aveva senza dubbio reso le cose un tantino più complicate. Se prima una banale insubordinazione scolastica le sarebbe costata una tirata d'orecchi e, tutt'al più, un aspro rimprovero, da quando era stata trasferita a Different Lodge aveva l'impressione di essere continuamente monitorata, quasi che il mondo intero fosse in attesa di un suo passo falso per poterla spedire in Sala Torture se non, come in questo caso, direttamente al Ministero. Forse era soltanto diventata paranoica ma, a onor del vero, l'esperienza non aveva mai fatto niente per contraddirla. Ne erano un'ulteriore prova le occhiate sospettose dei due Cacciatori che avevano trascinato lei e Mona nelle prigioni ministeriali. Non era una sua impressione: la stavano davvero fissando, riservando invece alla sua più rumorosa compagna soltanto espressioni annoiate di pura indifferenza. Avrebbe dovuto far presente che, nel nuovo millennio, quel genere di razzismo fosse considerato disgustoso oltre che obsoleto? Era abbastanza sicura che Ben - sua guru indiscussa - lo avrebbe fatto, ma Gali aveva imparato a sue spese quanto, nella sua posizione, convenisse per lo più restarsene in silenzio. Non si sarebbe stupita se, ad un suo accenno di rimostranza, i due ministeriali avessero deciso di arrestarla per intralcio alla giustizia o insulti a pubblico ufficiale o chissà quale altra cazzata da Mangiamorte fricchettone. Non era nemmeno certa di potersi permettere un avvocato: Tipton e Hilton potevano anche suonare simili, ma sua madre non cagava mica i soldi come la mamma degli Hilton.
    Vabbè, in ogni caso.
    «Tutto questo è davvero inaccettabile.» gli sforzi della Benshaw erano davvero encomiabili. Ci aveva mai pensato a una carriera da Magiavvocato? Avrebbe dovuto. Gali la ammirava, più o meno come ammirava tutti gli altri Ben10 (tranne ficus. no dai, anche ficus. forse.), ma probabilmente anche più degli altri perché... insomma dai... era Mona. Fuckin Desdemona Benshaw. Le sarebbe piaciuta persino se fosse stata etero!! Ed era abbastanza certa di non esserlo. Ed era commossa dai suoi tentativi di difendere entrambe da una situazione tutt'altro che piacevole, se solo – «Mona» la chiamò ancora una volta, sussurrando per non farsi sentire dai due Cacciatori ma con sufficiente urgenza da farsi udire dalla Benshaw. Odiava dover interrompere la sua arringa, ma non era sicura che lasciarla continuare fosse una buona idea. Incassò in silenzio la sua occhiataccia, poi tornò a guardare i due Cacciatori e piegò le labbra nella brutta copia di un sorriso. «non è che ci dareste un secondo?» persuasione: 4 (l'ho tirato per la scienza, probabilmente avrebbe dovuto tirarlo rue). «no eh?» ma siccome era un'adolescente e, nonostante tutto, era una cazzo di Ben10, voltò il capo per impedire ai due ministeriali di leggerle il labiale e si sporse quel tanto che bastava per farsi sentire da Mona senza dover alzare la voce. «ho un... vago ricordo di ieri sera» quel poco che restava del delirio alcolico della sera precedente. Ancora le veniva istintivo alzare le mani per aria e urlare TRE!! «sai lo scherzo che volevamo fare a Paris... quello di rubare i quasi di casa sua...» che tecnicamente era anche casa sua, ma visto che ci aveva vissuto meno di due anni era sempre "casa di Paris". Ad ogni modo: «mi sa che non era casa di Paris». Si voltò nuovamente a guardare i due Cacciatori, e sollevò entrambi i pollici nella loro direzione per fargli intendere che era tutto a posto. A postissimo. Una favola.
    Because they sleep with a gun
    And keep an eye on you, son
    So they can watch
    all the things you do
    teenagers
    my chemical romance
    the black parade


    L'ho scritto per metà in aereo quindi è più un delirio che altro. Chissà.
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    Una anche io, ho davvero bisogno di rimettermi in carreggiata ew.
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    CITAZIONE (god-ish @ 14/10/2022, 17:44) 
    1. sono hime! un grande bacio a grandi e piccini ma soprattutto ai piccini

    Sono appena sveglia e avevo letto “soprattutto ai piccioni”. Ho riso ad alta voce, poi ho capito l’errore.
    E visto che si parlava di disagio: HERE IT IS!! :flower:

    Benvenuta anche qui Hime!! Io sono Elisa (ti ho dato il benvenuto su telegram jkbev) ♡

    Siccome ti sto rispondendo da cellulare e, come ho detto su, sono appena sveglia, ovviamente mi sono già scordata cosa dovevo citare del tuo post, perciò andrò un po’ a braccio dai.

    → Diciannovenne: BEATA GIOVENTÙ!! no dai, così sembro davvero vecchia, io ne ho solo 25 anche se 80 nel kwore.
    → Hai citato i pokemon: TRIGGERED. Anche io sono una big fan (dovresti davvero vedere la mia stanza, sembra quella di un dodicenne ai tempi del gameboy).
    → Come sicuramente qualcuno prima di me ti avrà detto, qui coi personaggi from kpop avrai più che carta bianca! Per quanto mi riguarda è ancora un mondo oscuro, ma ci arriverò. Un giorno.
    → Fanfiction un po disturbed? Passa tutto sotto banco. O anche sopra, di lato, insomma. BELLO.

    Okay dai adesso dovrei davvero andare a fare colazione e svegliarmi. Giuro che non sono sempre così.
    CIAO E ANCORA BENVENUTA! ♡


    edit: cristo ho dovuto editarlo tre volte perché c’erano un sacco di parole sbagliate. Ma ci rendiamo conto.
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    Questo post è appena diventato la mia cosa preferita, grazie wendy!!

    Intanto super relatable l’ansia dei parcheggi. Io praticamente non guido per il terrore di dovermi fermare e, quando proprio non posso farne a meno, passo la mezz’ora precedente a studiare il posto in cui devo andare con google maps per capire dove parcheggiare.
    Il giorno in cui inventeranno il teletrasporto sarò una persona felice.

    La mia ansia del giorno è quella che mi accompagna da (tutta la vita) settimane: chiedere favori alla gente. In particolare, chiedere favori ai professori universitari. Il momento peggiore della mia vita è stato quando ho dovuto chiedere una lettera di referenze alla mia relatrice (che mi odiava). È stato penoso e credevo mi avrebbe insultata, invece mi ha solo ✨ghostata✨.
    Adesso sono in attesa di risposte dal dottorato da settimane, e vorrei scrivere al prof per chiedergli se è tutto okay ma… non voglio mi prenda per scema. Quindi lascerò che i giorni passino nella speranza che mi paghino con la borsa di studio comunque #whyamilikethis
  6. .
    OH MY PANDI MA È!!! adoro tutto, e una parte di me lo considera già canon. BELLISSIMA JKBEBEVEVE
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    Badlands
    control
    halsey
    code by eliandi
    bengali tipton
    16 y/o
    special
    ben10
    Trovarsi a una convention sui serial killer e avere l'ansia di finire ammazzata era la metafora più adatta a descrivere Bengali. L'eterna contraddizione tra ciò che avrebbe voluto fare, e la paura di farlo davvero. Era così da sempre, da quando a un anno si ostinava a camminare vicina alle pareti sebbene fosse perfettamente in grado di stare in equilibrio sulle proprie gambe, solo per il terrore di cadere e non avere niente abbastanza vicino per sorreggersi. Crescendo poi, quell'aspetto della sua personalità non aveva accennato a migliorare. A dimostrarlo, tutte le volte in cui Delilah aveva praticamente dovuto trascinarla fuori dal letto per convincerla a restare sveglia oltre l'opprimente coprifuoco dell'orfanotrofio in cui erano cresciute. Non è che Gali avesse voglia di dormire alle sette di sera, solo che aveva troppa paura delle conseguenze di quella trasgressione. E così ad ogni piccolo atto di ribellione, ogni gesto che la Tipton moriva dalla voglia di fare ma che, per qualche ragione, non riusciva mai a fare davvero senza una spinta. Per tanto tempo quella spinta era stata Delilah. Poi era arrivato Paris, e con lui Bennett, Mona, Ficus, Balt, Dara - persino ictus. A volte le pareva che senza di loro non sarebbe riuscita a fare neppure un maledetto passo e, quando ci pensava, le veniva addosso una paura tremenda di perderli. Non era mai stata brava a tenere le persone, per lo più erano gli altri a tenere lei. Il punto era continuare a fare in modo di valerne sempre la pena, il che non era sempre facile. Aveva un carattere tremendo, non era in grado di prendere posizione in maniera univoca, e di tanto in tanto dava fuoco alle cose per sbaglio. In definitiva, un disastro.
    Ecco perché non poté fare a meno di sorridere dinanzi a quello che avrebbe dovuto essere un insulto («a volte parli come ficus»), ma che alla fine non era altro che un modo per enfatizzare il fatto che tutti loro facessero parte di qualcosa. Una squadra che, per quanto sgangherata, non avrebbe mai lasciato qualcuno di loro indietro.
    Neanche ficus? Neanche ficus.
    «e non hai visto mio fratello» perché in una gara a chi fosse più scemo, il posto lei l'avrebbe sempre ceduto a Paris. Gli voleva bene anche per questo.
    «certo che è qui. Dove altro terresti una convention sui serial killer, da amortentia? Unghie e killer dello zodiaco?» posò lo sguardo su una delle cornacchie appollaiate sul ciglio della strada, intenta a beccare qualcosa di molto morto. Cavolo se erano inquietanti le cornacchie di Torino. «guarda che anche amortentia ha il suo potenziale» distolse lo sguardo dall'uccello del demonio, tornando a concentrarsi sulla Meisner. «non lo sai che prima del restauro c'è stata una specie di sparatoria?? Era tipo un addio al nubilato, una cosa del genere, e boom» piegò le dita a formare una pistola davanti, poi sparò un colpo immaginario contro un punto imprecisato davanti a sé «tutti morti, zero testimoni» concluse con un sorriso entusiasta. Quel genere di cose la appassionavano tremendamente, e aveva passato giorni su twitter a leggere tutte le teorie del complotto sul possibile colpevole. «ed è stato tipo qualche anno fa, cioè!! l'assassino potrebbe essere ancora fra noi» e una parte di sé avrebbe disperatamente voluto un autografo. L'altra - quella più assennata - sarebbe certamente corsa nel più lontano continente possibile. Insomma, un assassino era una cosa seria.
    A quel punto era sufficientemente inquietata e fomentata per attraversare il sottopassaggio buio assieme a Ben. Era così che funzionava Gali: un po' di incoraggiamento, uno dei ben a tenerle (fisicamente o psicologicamente) la mano, e via la paura.
    «vorrei imparare anche io a fare graffiti» a quel punto avrebbe dovuto rivelarle che i disegni scarabocchiati ai margini dei suoi libri fossero solo la punta dell'iceberg di una passione per il disegno che l'accompagnava da sempre. Avrebbe quindi dovuto aggiungere che aveva un'idea abbastanza precisa di come si facessero i graffiti, pur non avendolo mai realmente sperimentato. Peccato si vergognasse troppo per ammetterlo. «possiamo provarci una volta» si limitò a mormorare, buttandola lì come una cosa di poco valore.
    Attraversò quindi il telo assieme alla Meisner, finalmente lasciandosi alle spalle il vicolo buio.
    «chissà se in realtà è una setta. spero sia una setta» «se è così voglio quanto meno la canzone di eyes wide shut» era palesemente quella la sua idea di setta: gente incappucciata, canzoni macabre, Nicole Kidman posseduta dal diavolo. Fichissimo, e soprattutto super fan della Kidman, sua crush celebrity da tempi immemori. Avrebbe dovuto interpretare la cosa come un hint sulla sua sessualità? Ovviamente no, era ancora troppo giovane e innocente per quello.
    «dobbiamo prenderne una a tutti.» Gali annuì con aria solenne, infilando a sua volta le mani nel cesto delle spille con il medesimo entusiasmo di una bimba a cui avessero appena detto di poter scegliere qualunque giocattolo del toys center. UN SOGNO.
    «il cacciatore della notte. peso. Dici che paris se lo merita?» «non è ciò che si merita, ma è quello di cui ha bisogno» le rivolse un sorriso complice, senza trovare nulla da obiettare alle scelte della Meisner. Se gli altri avessero accettato di indossarle - e l'avrebbero fatto, o lei e Bennett li avrebbero molestati fino allo sfinimento - sarebbero finalmente stati una vera squad. Voglio dire, non che fino a quel momento non lo fossero, ma le spille matching!! Erano proprio su un altro livello. «richard ramirez per balt» (click) erano pure spagnoli uguali (in realtà ramirez era texano, ma dai più o meno è lo stesso) «jeffrey per dara!!» (click) erano inquietanti uguale «ma dai guarda richard chase, non ti ricorda qualcuno??» (click) entrambi belli a modo loro ♥.
    Posò lo sguardo sulle due spille di coppia che Bennet aveva appena lasciato scivolare di nuovo nel cesto. Per quanto poco perspicace, persino per Bengali era ovvio a chi Ben avesse pensato di regalarla. «secondo me è carina» commentò, rigirandosi ancora fra le dita l'ultima spilla «e anche se il più delle volte siamo tutti un po', sai...» traumatizzati come se avessero appena beccato i propri genitori a darci dentro? kinda «non significa che non approviamo la ship, ecco» come si poteva non approvare la monet!! «anzi, big fan» posò un bacio sull'indice e il medio della sinistra e li sollevò al cielo insegno di rispetto.
    God damn right,
    you should be scared of me
    Who is in control?
  8. .
    bengali
    tipton
    16 y/o
    v year
    pyrokinesis
    ben10
    You're hot,
    then you're cold,
    You're a light in the dark.
    Just you wait and you'll see
    That you're swimmin' with sharks.
    C'erano molte cose su cui lei e Delilah erano diverse. Bengali era silenziosa, riservata, e preferiva di gran lunga la solitudine al caos. Delilah invece era... un uragano. Letteralmente. Il suo essere esplosiva rasentava i limiti della sopportabilità di Bengali, e non raramente finiva per oltrepassarli. Ciononostante, Gali non sarebbe mai stata in grado di odiarla davvero.
    Non era in grado di dire cosa le legasse: forse l'essere cresciute assieme, abbandonate dalla propria famiglia e accomunate da una situazione tutt'altro che semplice, forse il fatto che in un certo qual modo si compensassero. Dove Bengali era troppo cauta, Delilah era la spinta di cui tutt'e due avevano bisogno. Dove Delilah era troppo avventata, Bengali era la ragione in grado di guidarle. E forse era questo a far funzionare il loro rapporto, quell'equilibrio perfetto che da sempre impediva a entrambe di cadere.
    Ciò non implicava, però, che fosse sempre facile.
    Non erano più delle ragazzine, ed il fatto che Gali fosse stata adottata dai Tipton aveva gettato un'ombra nel loro rapporto difficile da ignorare. La gelosia di Delilah per Paris era tanto evidente quanto invadente e, per quanto Gali la ritenesse comprensibile, non sempre riusciva a sopportarla del tutto. Invero: Paris era la prima persona cui Bengali si fosse mai aperta dopo Delilah, e la velocità con cui la pirocineta aveva accettato di farlo entrare nella propria vita era del tutto insolita per una come lei, l'esatto opposto del concetto di socievole. Quel che la Parker non riusciva a capire, tuttavia, era che Bengali aveva bisogno di quel rapporto con il Tipton. Delilah era la sua migliore amica, la sua sorella non di sangue, ma anche Paris era famiglia, quella famiglia che sino a prima dell'adozione non le era mai stato concesso di avere. Non era disposta a rinunciarvi per un'immotivata gelosia, ma temeva la testardaggine di Delilah: sapeva quanto difficile fosse toglierle qualcosa dalla testa una volta che vi avesse fatto il callo. La conosceva fin troppo bene per credere il contrario.
    «In che… senso?» per l'appunto, la conosceva abbastanza da riconoscere al volo l'imbarazzo nei suoi occhi. La Parker rappresentava sì una buona definizione di eccesso ma, quando si parlava di sentimenti e intimità, la sua spavalderia finiva visibilmente per vacillare. A Bengali quell'accenno di vulnerabilità piaceva, forse più di qualsiasi altro aspetto della Serpeverde.
    «Dovrei vederlo in questi giorni, da sola non c’è bisogno che tu intervenga» Bengali strinse le labbra fra i denti per nascondere un sorriso. Sebbene fossero coetanee, talvolta Delilah assomigliava più a una bambina. «Gli farò pentire di esser nato con le dita dei piedi, oltre che grifondoro» «oh, non ne dubito» e non ne dubitava davvero. Delilah poteva sì essere una bambina, ma una bambina pericolosa. Non avrebbe augurato a nessuno di entrare a far parte della sua lista nera.
    «Quello che sai fare con i tuoi poteri è bellissimo» strinse il pugno con uno scatto, soffocando qualunque accenno della fiammella apparsa tra le proprie dita. Si era a malapena accorta di averlo fatto. Con Delilah, così come sempre più spesso accadeva con i ben, le risultava facile lasciarsi andare, dimenticare chi e cosa fosse. Sapeva che nessuno di loro l'avrebbe mai giudicata negativamente per il suo essere special, così come sapeva di poter contare sulla loro comprensione per i suoi involontari disastri. Soltanto per lei era ancora difficile accettarsi. «molto più bello di quello che io o chiunque altro possiamo fare con una bacchetta, il tuo potere è speciale» scosse il capo, come se quel singolo gesto fosse sufficiente a scacciare il nodo allo stomaco provocato da quelle semplici parole. Avrebbe voluto spiegarle la ragione per cui non riuscisse proprio a credere alle sue affermazioni, ma la verità era che neppure lei riusciva a comprendere perché le risultasse tanto assurdo farlo. «riparliamone quando dovrai aiutarmi a fare la valigia perché io non sono capace di piegare magicamente i miei vestiti» ribadì ironica, come se tutto il problema si riducesse a cosa potesse o non potesse fare in quanto special.
    «Col cazzo che ti lascio da sola qui, ci rimango io con te, in qualche modo» avrebbe voluto essere meno egoista Bengali, dirle di non fare cazzate ed impedirle di correre un rischio tanto stupido. Non le piaceva l'idea di saperla in Sala Torture, ma forse le piaceva meno l'idea di non poterla vedere per tutta l'estate. «pigiama party clandestino?» mormorò, non riuscendo a celare del tutto la flebile speranza di poter restare assieme all'amica per più tempo del previsto. Aveva anche valutato di fare il contrario, di mollare New Hovel per rifugiarsi in orfanotrofio assieme a lei, ma non era del tutto certo di poterlo fare senza rischiare l'arresto.
    «Comunque facciamo questa torta» la Tipton batté le mani, entusiasta. Quello era decisamente un argomento meno complicato. «cioccolato?» sollevò un barattolo di crema al cioccolato, cercando di capire quale fosse la data di scadenza sull'etichetta «il cianuro non è ammesso fra gli ingredienti?» «non sono certa che ben la prenderebbe così bene» quale ben? Nel dubbio, tutti.
    Svitò il barattolo per odorarne il contenuto, lieta di venire travolta dal profumo dolciastro del cacao e non da quello più acre della muffa. Giusto per essere sicuri, affondò un dito nella crema e fece per portarselo alle labbra. All'ultimo istante cambiò idea, e si allungò per spalmarlo sulla fronte della Parker. «simbah» pronunciò con enfasi, già pronta alla morte imminente.
    1.10
    3.16
    sharks, imagine dragons
  9. .
    ↳ PRIMA UTENZA: ,serendipity
    ↳ NUOVA UTENZA: meta/noia
    ↳ PRESENTAZIONE: ciao piacere elisa #cosa
    ↳ ROLE ATTIVE:
    godric: x [17.08] x [23.08]
    bengali: x [12.08] x [11.08]

    ↳ ULTIMA SCHEDA CREATA: bengali tipton [10.08]
  10. .
    e siccome mi voglio male dico una anche io!!
  11. .

    freak
    sub urban
    Thrill Seeker
    code by eliandi
    bengali + dustin
    16 | 19
    pyro | huff
    ben10 | bodie

    «questo è per ben»
    Gali, sentendosi chiamata in causa, si voltò a guardare Ficus. Ben-jamin. Poi spostò lo sguardo sulla Meisner. Ben-net. Allora cercò l'aiuto di suo fratello Paris. Ben-tley. Quando i suoi occhi si fermarono su Mona, Ben-shaw, era già confusa. Sapeva che tutti, lì in mezzo, erano in un certo senso Ben, ma aveva smesso di darlo per scontato quando si era resa conto che i ben10 non erano davvero dieci. Ora, quanti fossero realmente l'aveva dimenticato l'attimo dopo averli contati, ma still era confusa. Tanto su quello, così come su tantissime altre cose. Tipo su quella storia del «lecchi, bevi, mordi» («lecco il limone mordo la tequila bevo il sale?»), e sul perché ci fosse tanta tension tra Delilah e Paris. Che alla Parker piacesse suo fratello?? Cavolo come aveva fatto a non accorgersene prima!!
    Bengali Tipton, che nella sua vita non aveva fatto altro che leggere fanfiction e credere nella verginità fino al matrimonio - eh, il convento religioso doveva pur averle insegnato qualcosa -, sapeva riconoscere un enemy to lovers di qualità quando ce l'aveva davanti. E quel «ma se vinco voglio darti un pugno sul naso» aveva proprio risvegliato in lei i vibes da psychoshipper. Avrebbe dovuto chiamarli #delis? O forse #palah?
    Aveva decisamente bisogno di altro alcol.
    La tequila, gliel'aveva già passata Delilah. Sulle modalità stava ancora lavorando. «lecchi» «lecco» ma cosa lecco? Mona doveva già aver colto lo smarrimento nel suo sguardo, venendo in suo soccorso con un provvidenziale «però puoi guardare e imparare» «certo!!» aveva annuito entusiasta. Era così felice di far parte del gruppo più cool e intelligente della festa, era proprio palese che fossero su un gradino più alto.
    Soprattutto dara.
    «ciao dara» lo salutò con un cenno della mano, dovendo inclinare la testa per guardarlo dall'alto delle spalle di ficus «vuoi imparare anche tu a leccare i limoni?» tanto stava anche già parlando di limoni, no? Detto ciò, allungò la lingua verso lo spicchio giallo. Poi arricciò le labbra sulla mano cosparsa di sale in un complicato tentativo di bere. Infine, morse il bicchiere e rischiò di strozzarsi con la tequila. Tra un colpo di tosse e l'altro, sollevò entrambi i pollici verso Delilah. «top!!».

    «perché, vuoi accoltellarlo?» Dustin sgranò gli occhi con una certa apprensione. Insomma, Dara non gli sembrava pericoloso, ma il diavolo amava nascondersi nei luoghi meno sospettabili no?? «ho un amico che è bravissimo con gli esorcismi» almeno, così diceva «se vuoi poi ti passo il numero» l'aveva detto a Paris con un filo di voce, fiero di potergli essere d'aiuto ma troppo spaventato per rischiare che il posseduto (aka: monello) lo sentisse. «dustin, mi piace il tuo amico» avrebbe voluto dire lo stesso del suo ma - magari quando avrebbe smesso di volerlo uccidere? «a sto giro voglio provare l’amaretto e il limoncello, siete con me?»
    Questo è il momento in cui dustin dice «ma sì, che vuoi che siano due shottini»
    sempre dustin: non è più minorenne
    ancora dustin: fa 6 col primo shot.
    di nuovo dustin: fa 5 col secondo.
    «AMEN!!»
    Una coincidenza che l'avesse detto proprio in risposta al «preghierina di gruppo per avere un aiuto dallo spirito santo?» di Ash? Forse. O forse le vie del signore sono più misteriose di quanto crediamo.
    Fa ridere ma anche riflettere.
    YOU'RE WASTING, YOU'RE WASTING ALL
    OF YOUR TIME FINDING A CURE
    WHEN THERE'S NO DISEASE.


    bengali: parla coi ben10
    D1 (dello scorso post altrimenti perdo il conto) + D2

    dustin: parla con paris e dara e lancia un amen ad ash #cosa
    D6 + D5
    sudo già

    canzone: bangarang - skrillex
  12. .
    bengali + dude + kermit // come meet my monsters
    «siamo in ritardo» camminava nervosamente affianco ai cugini Byrne, stringendosi le braccia attorno al busto e sfregandosi le mani sulle spalle come se avesse freddo. In pieno agosto.
    Kevin, ovviamente, non lo degnò di uno sguardo. Si limitò a sorridere, passandosi la sigaretta spenta da un lato all'altro della bocca. «sì dai, avranno già chiuso le porte o comunque, insomma, non è carino arrivare tardi» «dustin» provò a interromperlo il Byrne-Smith, lanciando un'occhiata esasperata su Erisha «anzi, sai cosa?» «dustin» ripeté in tono d'avvertimento, pur continuando a sorridere «dovremmo tornarcene a casa, tanto a me neanche piacciono le feste!!» «dustin» si fermò in mezzo al vialetto, posò le mani sulle spalle del Tassorosso e lo fissò per qualche istante, in silenzio. Poi schiuse le labbra con enfasi, come si stesse preparando al discorso che avrebbe rivoluzionato la vita del Dearduff: «no». Lo lasciò andare, gli posò una mano sulla schiena e lo spinse leggermente avanti a sé, costringendolo a camminare.
    Kevin Byrne-Smith, Kermit per i più, non era esattamente il migliore dei guru. Anzi, tutto si poteva dire di lui, meno che fosse un modello da seguire. diciassetta anni e più d'un paio di bocciature alle spalle, la sua carriera scolastica a Salem non era stata esattamente quel che si definisce brillante. Men che meno gli anni passati a Ilvermorny. Kermit era semplicemente incapace di starsene al proprio posto. A detta di sua madre, per lui ogni cosa era una maledetta guerra. Non era ben chiaro se fosse lui ad avercela col mondo, o il mondo ad averlo preso in antipatia. Fatto sta che, dopo aver rischiato l'espulsione dalla scuola americana - e forse anche di più -, sua madre aveva deciso di spedirlo dalla sorella in Inghilterra nella speranza che un nuovo ambiente potesse mettergli un po' di giudizio in zucca. Il diciassettenne aveva provato a protestare: in America aveva degli amici, una ragazza, uno scopo. Sua madre, però, pareva rifiutarsi di capire, e lui proprio non riusciva a perdonarla per questo. Poteva essere facile, per lei, accettare il modo in cui Salem era stata distrutta. Accettare la guerra, la violenza, l'ingiustizia. A Kermit, però, quegli scontri avevano aperto gli occhi. Lui sapeva da che parte stare. Aveva solo diciassette anni però, e le sue proteste non avevano sortito alcun effetto. Non dopo un richiamo ufficiale dal Ministero americano.
    Nel giro di qualche settimana dalla lettera governativa si era ritrovato ospite della cugina Erisha, pronto a un trasferimento nell'inglese Hogwarts e senza uno straccio di amico.
    Ecco perché, nella disperazione, si era ritrovato ad accettare l'invito al gruppo di D&D di Dustin. Neanche sapeva cosa fosse di D&D, sperava solo di fare amicizia prima che la scuola iniziasse e – niente, era rimasto traumatizzato dal pomeriggio passato a compilare la scheda pg del suo guerriero dragonide. Non aveva mollato la campagna soltanto perché aveva scoperto che fare sessione da fatto fosse meglio che restarsene tutto il pomeriggio a guardare video psichedelici nella speranza di far salire la botta. E si, dai, anche perché alla fine Dustin gli piaceva. Più o meno. Quando non passava il tempo a lamentarsi.
    Cioè sempre.

    Bengali, in compenso, era felice come poche altre volte nella sua vita. I mean, era a una festa!! Dei freaks!! Con i ben10 al completo!! E quel posto era
    «porca puttana». Incrociò lo sguardo di Paris, altrettanto scioccato alla vista delle due statue all'ingresso, e non poté fare a meno di annuire entusiasta. Non erano mai stati a una festa così fica e, a dire il vero, erano mai stati ad una festa insieme? Probabilmente avere tra i quindici e i sedici anni non aveva aiutato particolarmente in termini di popolarità. Non fino a quel momento, almeno. Essere minorenni faceva schifo, e quella era una delle poche occasioni in cui avrebbero potuto «fare quello che vi pare». L'aveva detto San Barrow Skylinski, e chi era lei per non crederci. Ecco perché non aveva potuto fare a meno di mostrare una chiara smorfia di disappunto nell'apprendere la regola sull'alcol per i minorenni. Come diceva Gali (il cantante, non ben) (ma anche ben) «ti prego non mi uccidere il mood, dai». «che due coglioni» minchia sì, bro. Per quanto entusiasta, non era certa di poter sostenere la serata senza bere un adeguato quantitativo d'alcol. Aveva indosso un vestito che la faceva sentire un tantino troppo scoperta, Delilah continuava a guardare Paris come se volesse ficcargli una forchetta in un occhio, e la sexual tension tra le monet la faceva sentire... «ew, right in front of my salad» ecco. Non per niente lei e Paris erano fratelli.
    «sticazzi, significa che berremo il doppio» si strinse nelle spalle, ben decisa a godersi solo il buono di quella serata. «voglio avere qualcosa da raccontare ai posteri.» scoccò un'occhiata incoraggiante a Delilah, poi se la trascinò dietro fino al tavolo degli shots assieme agli altri. «cavolo mi spiegate di nuovo come si fa tequila sale e limone??» dimenticava puntualmente l'ordine in cui doveva mangiare-bere-leccare le cose. Mantenne quindi lo shot di tequila a mezz'aria con fare pensieroso «facciamo che me lo spiegate al prossimo» e lo buttò giù senza troppi rimpianti. Non ancora.

    «com'era quel brindisi che abbiamo fatto a roma?» Kermit aveva passato uno shot alla cugina e uno a Dustin prima di prenderne uno per sé «aisa aisa aisa?» a qualcosa dovevano pur essere servite le loro vacanze romane, a parte che procurargli l'ennesimo jet lag dovuto al terzo viaggio in due settimane. «PARIS!!» «non credo facesse proprio così» ma Dustin aveva già cominciato a farsi strada tra la gente per raggiungere il Tipton.
    Da quando erano entrati, non aveva fatto altro che guardarsi attorno in un misto tra ammirazione e terrore puro, e incrociare finalmente la figura Paris gli aveva dato per lo meno la speranza di poter sopravvivere alla serata. Era evidente che il Dearduff non fosse proprio fatto per i posti affollati, tanto meno per le feste studentesche. «che ansia!!» aveva esclamato con entusiasmo, sollevando lo shottino all'altezza della faccia del Tipton «non volevo venire, ma alla fine mi ha convinto Kermit» Kermit, che nel frattempo aveva concluso il suo brindisi con Erisha, sollevò una mano in cenno di saluto. «canna?» la tirò fuori dalla tasca e la mostrò a entrambi. Oh, dalle sue parti era così che si faceva amicizia.
    special - hufflepuff - wildcats
    You're wasting, you're wasting all
    Of your time finding a cure
    when there's no disease.
    Oh, such a fine collection of stranger things.


    dustin: arriva alla festa con kermit ed erisha e parla con paris
    kermit: è americano, si è appena trasferito in inghilterra e frequenterà hogwarts da settembre, è il cugino di erisha e.. basta? that's all. Però offre una canna a paris!! + D5
    bengali: parla con i ben10 + (D3 dimezzato) D1 dai.

    tre canzoni o una canzone? nel dubbio:
    bengali: feel good inc - gorillaz
    kermit: wannabe - spice girls
    dustin: freaking out - the wrecks


    EDIT: scusa ash ti ho visto troppo tardi, ma dustin ti saluta al prossimo giro promesso!!
  13. .

    Badlands
    control
    halsey
    code by eliandi
    bengali tipton
    16 y/o
    special
    ben10
    «meh» si era fermata a un passo dall'ingresso del sottopassaggio, mappa in mano e sguardo confuso. Aveva quindi sollevato il foglio controluce, rigirandoselo fra le mani con scarsa convinzione prima di arrendersi e passarlo a Bennett. Confidava nel fatto che lo spirito Corvonero della Meisner facesse di lei la più intelligente della compagnia, ergo, l'unica in grado di guidarle tra le strade dell'Inferius senza rischiare una morte precoce. In effetti, dal primo istante in cui avevano messo piede nell'Inferius, Bengali aveva avuto la netta sensazione che ogni cosa stese urlando "voi non dovreste essere qui". Il cielo grigio londinese certo non aiutava a rendere meno inquietanti gli edifici fatiscenti, le strade deserte e gli strani rumori a intervallare di tanto in tanto il surreale silenzio che permeava il quartiere. Quel posto metteva i brividi, e Bengali aveva seriamente iniziato a dubitare delle proprie capacità di seguire una mappa in maniera decente ma, da buona ex-serpeverde, si era rifiutata di ammettere la propria incapacità senza neppure provarci. Adesso un po' si pentiva di non aver avvisato prima Ben del fatto che forse, forse, avesse sbagliato direzione, ma ormai era tardi per recriminare.
    Avanzò di un passo, sporgendosi per dare un'occhiata al vicolo buio senza però azzardarsi a imboccarlo del tutto. Persino a lei pareva un tantino troppo audace spingersi nei meandri dell'Inferius senza essere certe di star seguendo la pista corretta. Avrebbe di gran lunga preferito usare un incantesimo navigatore o, alle brutte, Google Maps, ma il manifesto della convention chiedeva espressamente di utilizzare una comune mappa non-magica per "immergersi meglio nell'esperienza".
    Beh certo, finire ammazzate sembrava un ottimo modo per prepararsi a una convention sui serial killer partendo con lo spirito giusto, ma Bengali avrebbe preferito arrivare sana e salva al luogo designato.
    «ti devo dire» commentò, guardandosi attorno con l'indice a tamburellare sul mento «sai che in effetti avrebbe senso se la convention fosse proprio qui?» più ci pensava, e più la cosa le pareva acquisire un significato logico. All'inizio si era chiesta: perché mai qualcuno dovrebbe voler organizzare un evento nel posto più macabro di tutta Diagon Alley? Probabilmente la prima ragione era legata alla mancanza di fondi governativi ma, in effetti – perché no? Se s'ignoravano i borseggiatori e i venditori di organi abusivi, l'Inferius era proprio il posto più adatto per quel genere di convention.
    «dai, yolo» s'infilo dentro al sottopassaggio, abbastanza certa che Ben l'avrebbe seguita. D'altronde, tutte e due avevano sempre avuto un certo magnetismo per i guai e, non per niente, Ben era letteralmente metà del suo nome. Riusciva a pensare a ben poche altre persone che l'avrebbero seguita in quella follia piuttosto che preferire un pomeriggio normale, ed era felice di poter passare del tempo con lei. L'estate era sempre stata tragica per Bengali, e non conosceva distrazioni migliori dalle pareti spoglie della sua stanza a New Hovel.
    Non avanzarono che di qualche metro prima di trovarsi dinanzi a uno spesso telo nero. Su di esso, una scritta bianca recitava "make Inferius great again". «io lavorerei un attimo di più sull'accoglienza, ma l'idea è carina??» commentò, prima di scostare il telo e scoprire le scale che conducevano all'esterno del sottopassaggio. Strizzando le palpebre per riabituarsi alla luce, raggiunse finalmente la cima della scalinata, trovandosi dinanzi a un edificio molto più grande - e molto più affollato - del previsto. A giudicare dalla stranezza della gente in fila per l'ingresso, erano decisamente nel posto giusto. Anche i quadri e le fotografie appesi all'esterno raffiguranti famose scene del crimine le parvero un indizio abbastanza affidabile. Ma, cosa più importante: «sSPILLE!!!».
    Aveva affettato Bennett per un polso e l'aveva trascinata verso il cestino posto affianco all'entrata, colmo di pin tematiche a disposizione gratuita. Ne sollevò una con la faccia di Ted Bundy e un cartello con su scritto "eat me out like a cannibal" e la pizzò davanti alla faccia di Bennett con più entusiasmo del dovuto «sto malissimo» e ne afferrò un'altra, stavolta con Jeffrey Dahmer e un martello sotto al mento. Sapeva di non poter passare lì le successive due ore (o forse sì?), ma alla fine «dai top, ho trovato la mia» si appuntò alla camicia una pin raffigurante un cestino per le vivande e uno strano blob dall'aria inquietante, e la mostrò a Ben con orgoglio, certa che anche lei avrebbe colto la cit. Non era certa del perché una spilla di Basket Case si trovasse lì, ma aveva appena deciso che sarebbe diventato l'accessorio della sua vita, perciò andava più che bene così.
    God damn right,
    you should be scared of me
    Who is in control?
  14. .
    bengali
    tipton
    16 y/o
    v year
    pyrokinesis
    ben10
    You're hot,
    then you're cold,
    You're a light in the dark.
    Just you wait and you'll see
    That you're swimmin' with sharks.
    Affondò entrambe le braccia nelle tiepide acque del Lago Nero, e un rivolo di fumo si alzò verso il cielo. Rimase così ancora per qualche istante prima di tirare fuori le mani dall'acqua e lasciarsi cadere sulla sponda asciutta. Si portò i palmi davanti al viso, quasi temesse di trovarli irrimediabilmente anneriti, ma le apparvero come sempre: bianchi e privi di cicatrici o bruciature. Sospirò, affondando il viso sulle ginocchia strette al petto. Aveva preso l'abitudine di passare i pomeriggi lì per esercitarsi col suo potere senza correre il rischio di dar fuoco a qualcosa, ma sentiva di non aver fatto molti progressi. Era decisamente una frana. In cuor suo, sapeva che il problema partiva solo ed esclusivamente dalla sua testa. Non aveva mai accettato di essere una special, né di essere in grado di manipolare il fuoco e, se lei era la prima a non crederci, chi altro avrebbe dovuto farlo?
    Riusciva a sentire le parole di Franklyn ancora nelle orecchie, tutte le volte in cui le aveva ripetuto "non ci stai provando davvero" durante i loro allenamenti aka esperimenti col fuoco. L'aveva sempre pensato che il Winston fosse sprecato per il suo ruolo nella security. Sebbene saggio fosse l'ultimo aggettivo a lui ascrivibile, non si poteva certo negare che avesse un modo efficace di motivare la gente a fare le cose: ammorbarle fino allo sfinimento. Con Bengali c'era quasi riuscito; la Tipton aveva innegabilmente fatto dei progressi, ma era ben lontana dal padroneggiare il suo potere in maniera eccellente.
    Afferrò un sasso dal terreno di fianco a sé, e lo lancio di piatto verso il lago. L'osservo fare un paio di rimbalzi prima di annegare con un "plof" piuttosto patetico. A quel punto, le opzioni erano due: restare lì ad autocommiserarsi, o alzarsi e cercare qualcosa di più produttivo da fare. Si alzò in piedi accompagnata dall'ennesimo sospiro, quindi voltò le spalle al lago per fare ritorno al castello. L'avvicinarsi dell'estate aveva reso l'aria terribilmente umida, e il sudore le aveva appiccicato i capelli sulla nuca. Usò l'elastico che portava sempre al polso per legarsi i capelli in una coda bassa, meditando su come impiegare il resto del pomeriggio.
    Aveva appena cominciato ad attraversare i cortili di Hogwarts, quando un familiare «BENGALI!!» la raggiunse facendola sobbalzare. L'istante successivo, diverse paia di occhi la stavano fissando. Bengali si fermò, chiuse gli occhi e si chiese per quanto tempo sarebbe dovuta restare in quel modo affinché gli altri potessero crederla morta. Probabilmente troppi, e la cosa non avrebbe fatto altro che gettarle addosso ancora più attenzioni di quelle che avrebbe desiderato. Zero, ne avrebbe volute zero, ma Delilah e il concetto di discrezione erano due mondi tanto lontani quanto sconosciuti. Ciononostante, non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un piccolo sorriso. La Parker non era cambiata di una sola virgola dai tempi dell'orfanotrofio, e questo non poteva che renderla felice. Invero, Delilah era un uragano, spesso eccessiva ed a volte persino pericolosa, ma era la stessa Delilah con la quale era cresciuta, e a cui non riusciva a non voler bene.
    «Ho una marea di piccoli fan impazziti che mi chiedono se ho incendiato un neonato.» lasciò che l'altra le afferrasse il braccio, noncurante del flusso di parole che aveva deciso di scaricarle addosso. «oh, ciao del, mi avevi chiamata? Non ti ho proprio sentita» disse con tono ironico, alludendo al modo decisamente poco silenzioso con cui l'amica aveva cercato di attirare la sua attenzione poco prima. La sottile frecciatina avrebbe spinto Delilah a urlare meno la prossima volta? Ovviamente no, ma era comunque divertente provarci.
    «Uno mi ha chiesto se potevo bruciargli le dita dei piedi» Bengali sollevò il sopracciglio, perplessa. Poi scelse di non farsi troppe domande. «avresti dovuto dirgli di sì» rispose, trascinandola con sé lontana dagli sguardi ancora incuriositi degli altri studenti «i feticisti pagano un sacco di soldi, potremmo mettere su un business» e chi era lei per rifiutare soldi facili. «Mi pare si chiamasse Joseph» «duh, il grifondoro?» s'infilò in una delle porte d'ingresso del castello, lasciandosi il cortile alle spalle «sono abbastanza sicura di potergli spillare abbastanza monete da poterci pagare l'alcol per il prossimo sabato» l'ultimo, prima delle vacanze estive. Quel pensiero fu in grado di rabbuiarla per un istante, salvo poi tornare a focalizzarsi sulla Parker. Non era entusiasta dell'arrivo dell'estate, perché significava trasferirsi di nuovo a New Hovel e la convivenza con gli altri special non le era mai risultata... facile. Avrebbe preferito tornarsene a casa con Paris, o addirittura all'orfanotrofio con Delilah, ma nessuna delle due era mai stata realmente un'opzione per lei. Il Ministero non le avrebbe certo concesso un permesso speciale soltanto perché non era in grado di relazionarsi in maniera normale con altra gente che non fossero i ben10.
    «Vuoi bruciargli le mutande? Insomma… se vuoi… se ti va» «penso di volermi risparmiare la visione del suo vermicello in fiamme, ma se tu ci tieni...» sussurrò, scoccando un sorriso amabile a un soffio dal viso della Parker «anche se sono abbastanza certa che esistano modi più convenzionali per spogliare la gente, del» aggiunse senza smettere di sorridere. Se adorava prenderla in giro? Da morire. «in ogni caso, visto che sei in vena di dar fuoco alle cose» una piccolissima lingua di fuoco le avvolse l'indice, poi scivolò tra le sue dita avvolgendole una per una. L'unico trucchetto che fosse mai riuscita ad imparare decentemente in quattro anni da special. «avevo pensato di fare, non so, una torta» seguì con lo sguardo la fiammella, troppo in imbarazzo per sollevare gli occhi sulla Parker «per te e gli altri» ammise, lanciandole un'occhiata veloce «tipo un regalo di addio, ma non davvero di addio. Voglio dire, non stiamo andando in guerra» sorrise nervosamente, facendo muovere ancora per un po' la lingua di fuoco sino a farla estinguere in una scintilla dorata. Tornò quindi a rivolgere il viso verso l'amica «l'idea era di festeggiare il fatto che non potremo più vederci ogni giorno per qualche mese, hai presente?» aveva smesso di camminare, indecisa se trascinare o meno Delilah con sé verso le cucine. «cioè, uau, niente più ben tra i piedi per tutta l'estate, evviva» aggiunse sarcastica, sebbene la cosa non la rallegrasse affatto «e visto che io sono uno schifo in cucina, forse se ci provassimo insieme potremmo riuscire a fare qualcosa di commestibile?» era abbastanza certa che avrebbero provocato ai ben10 un'intossicazione alimentare, ma almeno lo avrebbero fatto col cuore. ♥
    1.10
    3.16
    sharks, imagine dragons


    Edited by dark/energy - 16/9/2022, 18:53
  15. .
    è arrivato il momento di *rullo di tamburi* aggiornare!
    CODICE
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    <td>pv: tom hardy</td>
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