Votes given by bitcj

  1. .

    check prese l'occhiata obliqua del fratello e ci fece quello che sapeva fare meglio: la ignorò. sostenne lo sguardo di mood, anche quando gli occhi scuri del ragazzino andarono a posarsi su hans; non stette al suo gioco, non lo seguì. qualunque cosa stesse passando in quella piccola mente criminale, check non voleva saperla — molto probabilmente si trattava della verità.
    non fosse stato per quello, quando il quindicenne girò sui tacchi mostrandogli il dito medio, il catalizzatore magico puntato contro la porta ancora aperta della cripta, gli avrebbe fatto il culo. «ammazzati» (affectionate) un sibilo soffiato tra i denti, nel rendersi conto che la merdina gli aveva scippato la bacchetta dalla tasca. sorrise, check, scuotendo appena la testa, riccioli corvini a ricadere sulla fronte: non se l'era immaginata cosi, la sua reunion con il pirocineta. ad essere sinceri, non se l'era immaginata, punto — hans era andato, scomparso, probabilmente morto. non c'era altro da aggiungere. «È chiuso.» stava ancora fissando l'ingresso della cripta, iridi grigio verdi rivolte piu che altro al pavimento di pietra, quando il belby lo aveva raggiunto e superato. avrebbe potuto rassicurarlo, dirgli che sapeva già come uscire di li, che suo fratello così ci era nato e non poteva farci nulla, ma non lo fece.
    check rimase in silenzio, sguardo ora rivolto al ragazzo e alla sua felpa macchiata di sangue, il già citato dejavu ma tutto al contrario «è rotto.» nonostante ci fosse una logica nella risposta del diciannovenne, non si stava riferendo al portoncino della cripta; fece un passo in avanti, cauto: hans aveva poco spazio di manovra, delimitato dall'ingresso sbarrato da una parte e dal corpo del custode dall'altra, e check sapeva per esperienza personale che proprio in quei centimetri ridotti un animale ferito poteva essere più pericoloso. anche se, a guardar bene, il pirocineta non sembrava in grado di reagire nemmeno di fronte ad un conclamato pericolo.
    «stai fermo» non era una richiesta, quella di check. sapeva, anche senza saperlo, che ritrovarsi addosso mani sconosciute senza un esplicito consenso faceva parte delle cose che entrambi mal sopportavano, ma il custode non era dell'umore giusto per chiedere il permesso, conscio che gli sarebbe stato rifiutato. quello che stava per fare, quello che stava facendo, non aveva niente di intimo o personale (ma lo avrebbe fatto con chiunque altro? hhhhh — cit.): quando Hans si voltò, il Vibe lo spinse contro il portone chiuso, l'avambraccio a premere sullo sterno magro del ragazzo affinché tenesse le spalle al muro e limitasse il più possibile i suoi movimenti. da quando lo conosceva, per quelle due (2) volte in cui avevano parlato, non erano mai stati così vicini «farà male» non era un avviso, ma una distrazione. nemmeno il tempo di finire quella breve frase, due parole che attestavano l'ovvio, ed entrambe le mani erano già salite al volto di Hans per risistemare il setto nasale deviato con un movimento secco ma fluido. altro sangue gocciolò denso sulle labbra del minore, e solo per un istinto difficile da razionalizzare check vi passò sopra la manica della propria giacca «dovrebbe andare meglio» le iridi grigio verdi si spostarono dal volto pallido del pirocineta alla macchia fresca lasciata sul polsino, quasi stesse anche lui valutando le motivazioni di quel gesto — il tutti iniziava a fare un po' troppo brokeback mountain per i suoi gusti «tieni la testa piegata all'indietro» glie l'aveva già detto? si. hans lo aveva ascoltato? no. e allora perché non limitarsi a mandare il ragazzo a farsi fottere? perche era il suo piccolo esperimento sociale in miniatura, di quelli che a Mood piaceva tanto metter su come spettacoli dozzinali nei quali l'attrazione principale erano pulci a dondolare sul trapezio.
    persone, come le vedeva lui.
    era più facile raccontarsela così, semplice e impersonale. gli permetteva di riguadagnare il solito distacco anche dopo aver fatto un passo di troppo.
    che ripeté, questa volta nella direzione opposta, offrendo ad Hans le spalle per spostare l'attenzione dal ragazzo a ciò che li circondava: cocci di un vaso rotto, una lapide leccata da poco, altri contenitori di ceramica con dentro fiori ormai secchi, una bara in legno di noce poggiata su sostegni vecchi almeno dieci anni — chissà quale delle tre arpie traslucide possedeva ancora i propri resti là dentro. avesse potuto comunicare con loro lo avrebbe capito subito, perché nel momento in cui mise entrambe le mani sulla superficie impolverata, iniziarono a volare bestemmie che check non poteva sentire. e che, anche nel caso, avrebbe ignorato «hanno sostituito la finestra, mentre non c'eri» quella a new hovel, alla quale il custode non era assolutamente andato ad affacciarsi per controllare se Hans fosse tornato o meno (quasi si aspettava di trovare qualche altro special al suo posto: al Ministero erano molto efficienti se si trattava di occupare gli alloggi rimasti vuoti).
    spinse con tutte le sue forze, facendo scricchiolare sostegni e legno e ossa, spostando la bara di un paio di metri; quanto bastava per avvicinarla ad una parete. di più, nonostante una buona muscolatura dalla sua parte, non sarebbe riuscito. evitò di aggiungere altro, rivolgendo le iridi verde chiaro alla finestrella colorata dalla quale giungeva l'unica fonte di luce: ci sarebbero passati a malapena. non è che avessero molte alternative «comunque sei un coglione» non aveva pensato davvero di dirlo, mentre già lo faceva, ma una volta uscita dalle labbra non se ne pentì; anzi, vi aggiunse anche un'alzata di spalle - i won't elaborate -, salendo in piedi sulla bara (altre bestemmie da parte dei fantasmi), un braccio sollevato a tastare la finestra — ovviamente era solo decorativa, nessun meccanismo di apertura.
    forse era destino che i suoi incontri con Hans dovessero iniziare, o terminare, con un vetro in frantumi. strinse il pugno all'interno della manica, colpendo una volta, due volte, alla terza le incrinature esplosero verso l'esterno, ricadendo sul terreno. con il braccio si aiutò a togliere le schegge rimaste attaccate al telaio, infine controllò non gliene si fossero conficcate nella pelle: solo un graffio superficiale tra le nocche «ce la fai a salire o devo buttarti fuori?» la terza ipotesi (mannagg a tutt cos) se la tenne per sé: se il pirocineta voleva rimanere nella cripta per fare compagnia ad Alicia e socie, chi era check per giudicarlo.


    check vibe-bigh

    it's rotten work.
    especially to me. especially if it's you
    I'll fucking do it, but christ alive
    19 | 2003 | praha, rc
    werewolf | halfblood
    fucking shit up
  2. .
    PARK HYOJOO / JOJO
    네가 참 궁금해 그건 너도 마찬가지
    이거면 충분해 쫓고 쫓는 이런 놀이
    참을 수 없는 이끌림과 호기심
    묘한 너와 나 두고 보면 알겠지




    ivorbone ✧ 15 y/o ✧ influencer
    Narcissistic, my god, I love it
    서로를 비춘 밤
    아름다운 까만 눈빛 더 빠져 깊이
    (넌 내게로, 난 네게로)
    숨 참고 love dive
    oh morgana, il millepied era un golden retriever.
    Jojo ebbe il fortissimo istinto di allungarsi e arruffargli i capelli con affetto, ma visto che le convenzioni sociale le suggerivano fosse un'idea, stupida si limitò ad annuire allegramente per confermare che sì, certo, sapeva il suo nome. Era difficile non saperlo visto come spiccava sempre fra quelli del quinto anno a causa della sua altezza e, si disse, ora che ci stava parlando pensava anche che fossero solo voci quelle che dicevano Ficus fosse violento o picchiasse la gente. Andiamo!! Con quel sorrisone!!! Era abituata alle malelingue, e sicuramente doveva essere il caso.
    Poi vabbè si era baciata la sua amica Bennett alla festa di fine di fine estate quindi sapeva dell'esistenza dei Ben10 anche se ancora la confondevano.
    «uh, allora ti conosco! sei la sorella di Sana-» Di nuovo, fece cenno di sì, ma con meno entusiasmo. Amava Sana? Certo! Era la sua sorellona e non importava quante volte la propria madre avesse arricciato il naso o parlato male di lei e del padre che condividevano, Jojo aveva sempre adorato andarla a trovare. Eppure... il suo orgoglio e narcisismo ne risentirono un po' senza che potesse fare nulla al riguardo. Razionalmente era felice di essere partita ex novo con la sua reputazione ad hogwarts, ma istintivamente sentiva di non voler essere conosciuta solo come la sorella di Sana. Avrebbe dovuto lavorarci sopra. «-o il fratello? come preferisci? sai, i pronomi»
    Il suo sorriso comunque si allargò di nuovo, una calda fitta di emozione al petto. Non si era ancora abituata al non essere misgendered o al parlare della cosa - e iniziò a batterle forte il cuore per l'agitazione: «oggi sorella va bene!» si rigirò sul dito una ciocca di capelli che aveva lasciato sfuggire volontariamente dai bassi codini. «cerco di vestirmi esteriormente come mi sento dentro in base alla giornata... ha senso?» arricciò leggermente il naso. «lo so che vestiti classicamente femminili non vogliono dire per forza essere una ragazza ma... è il mio metodo di gestirla» lo guardò, dentro titubante ma mostrandosi, al solito, fiera e convinte delle proprie parole. Aveva paura che lui avrebbe giudicato i suoi metodi? Un sacco !! Non ci aveva messo tanto a fare coming out solo per colpa della madre che voleva mantenere puro il brand di Jojo's park, nè perchè non era convinta di cosa provava, ma anche perchè era terrorizzata dei pensieri altrui. Non tanto (solo) di TERF e transfobici e compagnia, ma anche dalla comunità stessa, dal loro giudizio se avesse detto o fatto un passo falso. Impostor syndrome !!!!! «dovrei recuperare delle spillette con i pronomi prima o poi» mormorò, più fra sè e sè.
    «io sono un lui. credo»
    «scusa se non te l'ho chiesto. Ci sto ancora facendo l'abitudine» il sorriso si fece più soffice. «non c'è niente di male a non essere sicuro. Non lo sono neanche io e.... ci ho pensato un sacco»
    MA BACK ON TRACK SULLA MUSICA!!!
    «ma lo scivolo c'era anche prima?»
    «non.... so» no davvero, c'era? holtz send help le player sono confuse.
    Gli porse la mano. «lo testiamo in discesa?» dai ficus portala giù fra le braccia stile scivolo d'acqua !11 così lei può tenersi giù la gonna con le mani libere
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©


    parla solo a ficus al piano di sopra !! (e? scendono dallo scivolo? chissà)
  3. .
    sunwoo
    darae
    slytherin
    15 y.o.
    ben10
    dont care didnt ask
    my ultimate goal is to look pretty
    but just slightly inhuman.
    subtly ethereal.
    like "something about him is strange"
    but you can put your finger on it
    Si sentì quasi in colpa allo sguardo dispiaciuto di quegli occhioni cioccolato, ma la sua espressione non vacillò, nascondendo il disagio dietro la facciata dura.
    «che gente frequenti?»
    «non i prefetti» ammise, non senza un certo risentimento nella voce. Quanto avevano insistito i suoi genitori per spingerlo ad andare a candidarsi con la Queen, quando non era arrivata spontaneamente la lettera che gli avrebbe garantito la spilla; quante litigate a casa Sunwoo dove Darae, ancora, ricordava alzando la voce che non gli interessava "iniziare a costruirsi un buon cv" per andare a lavorare al ministero, perchè al ministero non ci avrebbe mai lavorato. Non era geloso della spilla in sè - figuriamoci!! lui geloso di altri !!!1 ma se era perfetto così com'era stava vivendo his best life!!1 - ma gli ricordava la delusione dei suoi genitori, la loro rabbia nonostante tutti i suoi sforzi per avere dei voti ottimi, e più che mai quell'anno odiava lo stereotipo (spesso veritiero) del prefetto lecchino amicone degli adulti che inculava i suoi compagni, e tutto per un'idea di ordine e equilibrio che lui non condivideva. Sì, ok, anche la metà dei freaks era stata prefetto ai tempi, ed erano stati fighissimi, ma non voleva dire che non fossero loro soltanto le eccezioni, mentre Mood rientrava probabilmente nelle regole.
    Poteva star sbagliando a giudicare il Bigh solo per la sua posizione o i suoi voti discreti? Certo! Era famoso per non giudicare a prima vista o distinguere i suoi problemi personali dalla vita reale? nah. Mood era anonimo, e noioso, probabilmente una cazzo di spia, di quei prefetti che ti tolgono punti se ti beccano nei corridoi al momento sbagliato. Aveva semplicemente quel vibe.
    E snitches get stitches.
    Lasciò cadere la mano quando l'altro gli sistemò il colletto. Not gonna lie, pensava, lì per lì, lo stesse per strozzare, ed era pronto a ricambiare. E invece !!!! meritava mezzo punto per averlo sorpreso ma era ancora on a thin fucking line. Chissà se il suo batticuore era perchè aveva paura del gargoyle, o perchè aveva una cotta per Dara!11 Gay in the closet, aveva anche quell'aspetto il buon ricciolino.
    «la tua mancanza di fiducia nei miei confronti mi spezza il cuore» strinse lo sguardo. Stava ancora mentendo, giusto? Ancora lo prendeva per il culo.
    «vuoi la mia sincerità? Va bene» e un po' (tanto) odiò come, ancora, il Bigh sembrasse innocente. Non nel senso che Dara non pensava non ce l'avesse con lui, ma solo... coerente. Pacato.
    La cosa lo offese: tutta lì la sua reazione? Dara faceva l'edgy e riceveva la risposta da commercialista o boomer? Dove cazzo erano le emozioni dell'altro? Ne aveva?
    «eppure non ti ho palpato per scoprirlo. Dovrei?»
    accondiscendente.
    Di nuovo la sicurezza del sunwoo vacillò.
    Sì, grazie, era in uno stato decisamente paranoico, non aveva bisogno del dottore per arrivarci.
    «vuoi che ti tenga la mano? non è un problema. Non lo dirò a nessuno fu tentato, eh, di dire di sì, giusto perchè era convinto fosse una battuta e sperava di infastidirlo, ma avrebbe avuto una mano occupata in caso di bisogno di difendersi.
    E poi, contro ogni previsione, si avvicinarono al Re.
    Dara già si pentiva di essere caduto nella trappola. Non voleva andare in braccio alla morte, non gli importava così tanto avere ragione («Bigh-») e forse aveva davvero ragione l'altro, forse "la sua verità era diversa" e nessuno dei due stava mentendo.
    Era pronto a far morire Mood, che davvero non vedeva il re dei demoni, solo perchè (dara) era un po' petty?? Non stavano parlando di punti casa, o punizioni, era un pericolo reale. «Bigh ho cambiato idea-»
    Deglutì, spalancando gli occhi verso... l'essere... rosso e bianco e nero e tutti i colori e nessun colore e Dio, come poteva essere Tutto e Niente insieme? Un'energia incomprensibile che gli stava rivoltando lo stomaco?
    Per lo meno era fermo.
    Per ora.
    Allungò una mano per prendere il concasato dalla spalla e tirarlo indietro, per fare retro front. Poteva perdere una scommessa, ok! Aveva perso! Felice? Forse era pazzo, forse era fatto (...aspetta), ma non valeva la pena rischiare- .... «ti credo, ok? Non c'è-»
    Bigh si fermò all'improvviso. Dara gli sbattè contro facendo un gemito spaventato - o dolorante per la gomitata .
    «oddio. scusa, pensavo di aver visto qualcosa.»
    ............. MINCHIAAAA CHE FIGLIO DI PUTTANAAAAA
    Lo spinse in avanti, facendo un grosso respiro. Non poteva gridare perchè duh, demoni, magari il Gargoyle King non era l'unico lì in giro. «vedi che sei uno stronzo? Sei davvero-» fece un verso offeso «trovo un altro passaggio da solo, toglimi i punti o mandami nella sala delle torture, fai cosa cazzo vuoi, non-» si voltò.
    Restò immobile.
    «non c'è più il corridoio.»
    Non c'era più il corridoio.
    Toccò il muro, e- no. Niente, le mani non andavano oltre. La strada da cui provenivano non esisteva più - erano in un vicolo cieco - se non per le porte che non avevano mai attraversato. Tornò a guardare il serpeverde ad occhi spalancati. «sei stato tu?» sibilò, lanciando una rapida occhiata alla luce dalla parte opposta del piano.
    «MooOoooOooD BigHHTtt.... DaaaRaaaEEee SunwOoOooOOOHHHhhh»
    La voce veniva ovattata da nessuna parte e da ovunque.
    Non aveva neanche voglia di chiedere al prefetto se l'aveva sentito, solo per sentirsi dire gngngn no sei pazzo quindi semplicemente
    stette lì
    fermo
    confuso
    bacchetta sguainata senza sapere che farne.
    0:49
    4:09
    ci penso, domani
  4. .
    CODICE
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    <td>pv: björn mosten</td>
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    <td>profilo: [URL=https://LINKPROFILOWIP]benjamin focus millepied[/URL]</td>
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    </tr>
  5. .
    HTML
    [URL=https://oblivion-hp-gdr.forumcommunity.net/?t=60225528]sersha kavinsky[/URL]

    - pavor semplice


    dai, si unisce al circo.
  6. .

    paris
    tipton


    • ben10
    • ravenclaw
    • fifteen
    • usa baby
    Paris aveva già dato quando si trattava di feste, se ripensava all’ultima a cui era stato gli veniva il mal di testa. Cristo, aveva cercato di cancellare quella memoria dalla sua mente ma pareva essere impressa a fuoco come un marchio, testarda e ancora viva sulla pelle. Il Tipton non aveva mai partecipato a una festa dei Freaks, fin troppo piccolo, ma da quello che aveva sentito tendevano a trasformarsi in dei rager. Which non sapeva come prendere, perché Paris ci teneva al quieto vivere, ma non capitava spesso di avere accesso illimitato a droga ed alcol. Era difficile funzionare senza droga in corpo, bastava chiedere a sua madre, quindi era grato che ci fosse qualcosa che permettesse al suo cervello di funzionare normalmente. Osservò la statua di due persone all’ingresso, dai visi stranamente familiari ma vestiti da angeli (o……le tuniche greche, ma che ne sapeva lui) con tanto di archi in mano alla Cupido. Paris, nel dubbio, era molto turbato. Cercò lo sguardo di Gali per confermare quello che aveva appena visto, giusto nel caso stesse incominciando ad avere le allucinazioni. Menomale che a riportare l’ordine (quale) nella vita del corvonero fu la playstation, sua salvezza nonché passatempo preferito. Non ci giocava da mesi e stava iniziando a sentire i sintomi dell’astinenza farsi più forti, ma non avrebbe dato la soddisfazione a sua madre di tornare a casa. Molto meglio le stanze anonime pagate del padre, il quale aveva promesso di passare del tempo con il figlio ma fino a quel momento aveva fallito. Se Paris avesse dovuto fare una media, avevano speso un totale di venti minuti insieme in una stanza in una settimana- ma si sapeva, il lavoro aveva la priorità. «qui la regola principale è che potete fare quello che vi pare» forse lo Skylinski gli piaceva più di Mona, che a casa sua si preoccupava più di macchiare i tappeti che del suo amiko che si stava strozzando con la Fanta. Una storia assolutamente non tratta da un episodio realmente accaduto. «vedo che ci sono un sacco di sgagni, quindi metto subito in chiaro le cose. l'alcol per i minorenni avrà un effetto più blando che per gli altri» «che due coglioni» il corvonero borbottò, rivolgendosi agli altri ben10. Paris poteva anche essere americano, ma vivendo per tutto quel tempo in Scozia aveva assimilato le abitudini da alcolizzati degli europei. Scusa Kieran, ma non ti conosce e non gliene frega una sega. Osservò Barrow posare una corona sul capo dei neodiplomati, sentendosi un po’ come Elisa che guarda la gente laurearsi e un po’ muore dentro chiedendosi w h e n. Anche perché Paris sperava di non fare la fine dei Freaks, a ventidue anni appena usciti da Hogwarts. Staccò gli occhi da quella scena per posarli su Ben, che assieme a Mona l’avevano preso in ostaggio «due anni fa hanno fatto il gioco della bottiglia e c’è stato un sacco di drama. Poi hanno distrutto tutto» ah, lessico croccante per le orecchie del Tipton. Distruggere cose era una delle cose che gli veniva meglio. Era un po’ meno entusiasta per quello che riguardava il gioco della bottiglia -aveva già dato- ma temeva che i ben10 non l’avrebbero lasciato sfuggire. Cercò la figura di Dustin tra la folla, gli aveva detto che sarebbe venuto e Paris non l’avrebbe mai perdonato se così non fosse stato: aveva bisogno di supporto morale da qualcuno di normale. Anche perché sentiva lo sguardo di Delilah perforargli il cranio, come minimo stava pianificando di affogarlo in piscina. «iniziamo a creare nuovi ricordi?» il povero Paride guardò Mona che trascinava Ben lontano, in direzione dei tavoli con l’alcol. Fece una smorfia mezza disgustava, decidendo comunque di seguirle per evitare il proprio omicidio «ew, right in front of my salad» smettetela di flirtare davanti a lui, rude. Paris osservò il tavolo degli alcolici, si spese in un fischio alla vista di tutta la varietà: tequila, AMARETTO DI TORINO, gin, qualcosa di blu, quella bestia del malibù e molte altre cose. Il Tipton, che era un intenditore si lanciò subito verso la Tequila armandosi anche di limone e sale «le priorità sono chiare» e sapeva che in fondo Balt era d’accordo con lui. Cristo, sperava solo che le Monet ubriache non iniziassero a limonare davanti a lui. «cheers!» deadpan ovvio. Batté lo shottino sul tavolo e poi contro quello delle sue bff4ever, buttando giù l’alcol come se fosse acqua. Forse lo era.



    cerca dustin, parla con ben e mona e beve
    D5 (dimezzato facciamo 2 dai)

    Canzone: Insuperabile - Rkomi


    Edited by sassenach‚ - 18/8/2022, 22:37
  7. .
    ciao sprenoto avan jogia e prenoto

    HTML
    <span class="pv-n">jodie comer prenotato da eli jr</span>
  8. .
    chissà se prima o poi arriverà anche sharyn .


    CODICE
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      <td>pv: victoria pedretti</td>

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    cambio pv a niamh! e se volete togliere sin? tanto tra cinque giorni pg vero !!

    CODICE
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     <td>pv: victoria justice</td>
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    <td>player: elisa jr ([URL=https://oblivion-hp-gdr.forumcommunity.net/?act=Profile&MID=9902058]cocaine/doll[/URL])</td>
    </tr>

     <tr>
     <td>profilo: [URL=https://oblivion-hp-gdr.forumcommunity.net/index.php?act=Profile&MID=9706202]niamh barrow[/URL]</td>
     </tr>

     <tr>
     <td>altro: [URL=https://www.pinterest.it/royalflvsh/rpg-oc-niamh-barrow/]pinterest[/URL]</td>
     </tr>
  9. .
    When you close your eyes, what do you see? Do you hold the light, or is darkness underneath? you can't run, you can't take back the damage you've done.
    hwang 'grey' dae hyun
    a psycho pretending to be a nice friendly kid
    La osservò mischiare i tarocchi, incuriosito ma solo fino ad un certo punto, non abbastanza da farlo trapelare attraverso lo sguardo scuro o l'espressione indecifrabile.
    Grey osservava Melvin; Melvin osservava Grey.
    Eppure il giovane cuoco ebbe come l'impressione che vedesse Daehyun; fino a che punto si spingeva il terzo occhio della Diesel? Immaginava che l'avrebbero scoperto insieme.
    Era la prima volta che si azzardava a tanto; alle poche, pochissime, persone che avvicinava ad ogni nuova identità, non permetteva mai di vedere così tanto oltre.
    Melvin era l'eccezione.
    «scegline tre» Tre. Erano sempre tre, mai di meno; mai di più.
    Passato, presente e futuro; nascita, vita e morte; see no evil, hear no evil, speak no evil; sole, vento e pioggia. Di esempi ne era piena la cultura popolare, o per lo meno così aveva sentito dire , ma a Grey poco interessavano.
    Decise di stare al gioco; alzò una mano e la passò sulle carte con un po' troppa attenzione per uno a cui si supponeva non interessasse nulla di tutto quello.
    Ne uscì con tre carte coperte, scelte del tutto a caso: aveva sentito gente sostenere che le carte li avessero, in qualche modo, chiamati, attirando le loro dita, come un formicolio a solleticare i polpastrelli, ad indirizzarli verso la scelta giusta; elettricità statica che sembrava incollare i dorsi dei tarocchi alla mano ― tutta gente che, chiaramente, aveva mentito ed ingigantito qualcosa di assolutamente normale e banale.
    Grey non aveva provato nulla di tutto ciò.
    Erano solo carte.
    Osservò con interesse, ma senza coglierne l'origine, il sorriso sulle labbra di Melvin; non lo capiva perché lui non avrebbe utilizzato né giustiziaequilibrio per descrivere il suo passato. Non si sarebbe dimostrato troppo intrigato all'idea di conoscere il suo punto di vista, sebbene lo fosse.
    «se sei qui ora, è perché stai cercando qualcosa che riporti i piatti della bilancia alla giusta posizione.» Ah sì?, la domanda silenziosa facilmente riconoscibile nel sopracciglio arcuato. Qualcosa tipo...? Non dovette neppure chiedere.
    «Vendetta?»
    Ecco, ora si che poteva quasi riconoscersi nelle parole della bionda.
    Vendetta, o meglio, regolamento dei conti, come preferiva lui; chiudere tutte le questioni lasciate in sospeso.
    «La giustizia non è da intendersi come universale, ma deve esserlo per te. Può richiamare anche ad una ricerca personale su se stessi, eppure non penso che questo sia il tuo caso»
    E pensava bene. Grey aveva smesso di cercarsi quando aveva capito di essersi sempre trovato; non aveva bisogno di imparare a capirsi, accettarsi, perché una parte di lui si era sempre conosciuto, sin da piccolo. Era il resto del mondo a non sapere chi fosse.
    Lui, le idee, ce le aveva chiare; il continuo passare da un'identità all'altra non minava realmente questa convinzione.
    Poteva non essere sincero con gli altri, ma lo era con se stesso.
    Portò gli occhi ad osservare la carta appena girata, senza dimostrare il benché minimo interesse nei confronti di un disegno che non capiva, né riconosceva. Il nome sotto di esso non gli diceva nulla. L'unico denaro che Grey conosceva, e venerava, era quelli con cui veniva pagato al termine degli ingaggi che riceveva.
    «lo sai cosa significa?»
    Ovviamente no, ma non le rispose e lei non attese un altro secondo prima di illuminarlo con una descrizione da manuale. «le carte concordano sul fatto che sei un bugiardo» Fece schioccare la lingua contro il palato, poggiandosi lentamente contro lo schienale della sedia. «Le carte non dicono nulla, sei tu ad interpretarle.» Doveva dare una sua visione logica, arida, delle cose e riportare il baricentro di quella conversazione laddove apparteneva: alla realtà. Il tutto senza far vacillare il sorriso in risposta a quello di Melvin.
    In quello del Hwang non c'era calore.
    E nello sguardo dell'altra non c'era incertezza, né ombra di dubbio: era fermamente certa e convinta della sua opinione, della sua lettura.
    «tu hai un tuo equilibrio. Ti piacciono le sfide, e ti piace vincerle. Sul filo del rasoio» su questo non poteva darle torto: solo poco prima aveva provato un brivido si soddisfazione nel sentirla formulare la corretta ipotesi quando c'era da indovinare la sua professione.
    E che avesse un equilibrio , una morale, tutta sua non era una bugia.
    «O, magari, "la capacità di destreggiarsi tra le preoccupazioni mondane" è segno di maturità e sicurezza.» incalzò. Non erano forse le parole adatte, e ci scommetteva che erano lontane anni luce dalla corretta interpretazione, ma non fece vacillare lo sguardo quando sostenne quello bosco della ragazza.
    Decise deliberatamente di ignorare la parte sulla coscienza, perché affrontare un discorso che la vedeva come focus e centro dell'attenzione presupponeva che Grey ne avesse una.
    Allargando il sorriso, passò a concentrarsi sull'ultima carta.
    Il futuro.
    Il suo? Quello di Grey?
    Non erano forse la stessa cosa, come lui stesso aveva sostenuto poco prima?
    No, ovvio che no. Grey, come identità e persona, non aveva un futuro; solo quel presente, solo quel momento. Un giorno avrebbw ricevuto una lettera da suo padre e avrebbe dismesso quei panni, quegli hobby, quella personalità ― pronto ad assumerne un'altra.
    Daehyun, al contrario...
    Solo per un attimo, distolse lo sguardo dalla carta e lo portò nuovamente su Melvin, notando l'espressione accigliata. Cosa aveva visto in quel disegno rovesciato?
    Si trovò, suo malgrado, a atudiarlo di nuovo, senza capirlo, ma con la volontà di farlo; rialzò lo sguardo solo nel sentire la domanda di lei.
    «non sei mai stanco?» Quel quesito era così vago e generico che non vedeva come potesse conaidersi una predizione; e la risposta, a quella domanda era così articolata che Grey preferí non rispondere affatto. Rimase in silenzio, sporgendosi in avanti verso le carte. Verso Melvin.
    «sai cosa significa?»
    «no»
    «posso aiutarti»
    «non ho bisogno di aiuto» non l'aveva mai avuto; Grey, o Daehyhun che dir si voglia, aveva sempre lavoraro benissimo da solo.
    E non era stanco.
    Aveva uno scopo nella vita, sebbene volubile e dipendente alle volontà altrui; ma sapeva chi era, e sapeva cosa voleva.
    E chi era... Beh, non era certamente una persona che chiedeva aiuto.
    «anche volendo» e, badate bene, non voleva,«dubito potresti farlo.» come poteva aiutarlo, infondo?
    In cosa voleva aiutarlo? Forse era quella la domanda più corretta da porre, ma non lo fece.
    «Quindi è questo che le tue carte hanno da dire?» schioccò la lingua contro il palato, riprendendo a giocare con la rondella dell'accendino. «Un po' vago, non trovi? Non ho più risposte di poco fa.» Puntò lo sguardo nel suo, «nè nuovi spunti di riflessione» perché serviva ben più di un "non sei stanco" per farlo, effettivamente, realizzare di esserlo.
    Non lo era, poiché quella lì, quell'esistenza fatta di sangue e violenza, era tutto ciò che conosceva.
    «Mi aspettavo... qualcosina di più.» ma le offrì comunque un sorriso, prima di alzarsi dalla sedia e tirare fuori il pacchetto di sigarette dalla tasca.
    «Fumi?»
    Avrebbe dovuto lasciar perdere, salutarla e sparire nella folla di invitati senza mai più farsi vedere.
    Ma non lo fece.
    Invece, con un cenno del capo indicò la porta che conduceva all'uscita, posto che cercava di raggiungere dall'inizio di quella conversazione.
    Magari avrebbero parlato lì fuori di affari (cosa?cosa) (#pussypower)
    19 | squib | cook
    spoiler: he doesn't have a cat
  10. .
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    prima di fare cambiamenti drastici, avvisami.



    vrs. scura



    2043-ish
    berlin, de
    deatheater
    did the love affair maim you too?
    "he would've made such a lovely groom,
    What a shame he's fucked in his head," they said
    But you'll find the real thing instead
    She'll patch up your tapestry that I shred
    No live organism can continue for long to exist sanely under conditions of absolute reality; even larks and katydids are supposed, by some, to dream. Hill House, not sane, stood by itself against its hills, holding darkness within; it had stood so for eighty years and might stand for eighty more. Within, walls continued upright, bricks met neatly, floors were firm, and doors were sensibly shut; silence lay steadily against the wood and stone of Hill House, and whatever walked there, walked alone.
    Dr. John Montague was a doctor of philosophy; he had taken his degree in anthropology, feeling obscurely that in this field he might come closest to his true vocation, the analysis of supernatural manifestations. He was scrupulous about the use of his title because, his investigations being so utterly unscientific, he hoped to borrow an air of respectability, even scholarly authority, from his education. It had cost him a good deal, in money and pride, since he was not a begging man, to rent Hill House for three months, but he expected absolutely to be compensated for his pains by the sensation following upon the publication of his definitive work on the causes and effects of psychic disturbances in a house commonly known as "haunted." He had been looking for an honestly haunted house all his life. When he heard of Hill House he had been at first doubtful, then hopeful, then indefatigable; he was not the man to let go of Hill House once he had found it.
    sheet.tunes.aesthetic.
    aidan gallagher
    So casually cruel
    in the name of being honest


    HTML
    <table cellpadding="0" cellspacing="10" width="100%" style="width:510px;border-radius:0px;border:1px solid #111;font-family:calibri;font-size:11px;line-height:13px;color:#666;text-align:justify" bgcolor="#0b0b0b">

    <tr>
    <td rowspan="7" width="45%"><div style="background:url(LINKIMG) center top;background-size:cover;border:7px solid #1a1a1a; width:170px;height:290px;border-radius:150px;margin:20px"></div></td>
    <td rowspan="7"><div style="background: #1a1a1a;width:1px;height:340px"></div></td>

    <td width="18%" align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic">INFO
    INFO
    INFO</td>

    <td><div style="background: #1a1a1a;width:1px;height:60px"></div></td>
    <td width="18%"><div style="background:#COLORE_ACCENTO;padding:15px;width:25px;border-radius:100%;font-size:25px;color:rgba(0,0,0,.3);"><i class="ICON"></i></div></td>
    <td><div style="background: #1a1a1a;width:1px;height:60px"></div></td>

    <td width="18%" align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic">INFO
    INFO
    INFO</td>
    </tr>

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    <tr>
    <td colspan="5" align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic;text-transform:lowercase"> QUOTEQUOTEQUOTE
    QUOTEQUOTEQUOTE
    QUOTEQUOTEQUOTE
    QUOTEQUOTEQUOTE</td>
    </tr>

    <tr>
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    <tr>
    <td width="55%" colspan="5"><div style="overflow:auto;height:150px;padding-right:5px"> ROLE_QUI
    </div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td width="55%" colspan="5"><div style="background:#1a1a1a;height:1px"></div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td colspan="2" align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic;text-transform:lowercase">[URL=LINK1][color=#888]LINK1[/color][/URL]</td>
    <td align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic;text-transform:lowercase">[URL=LINK2][color=#888]LINK2[/color][/URL]</td>
    <td colspan="2" align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic;text-transform:lowercase">[URL=LINK3][color=#888]LINK3[/color][/URL]</td>
    </tr>

    <tr>
    <td width="100%" colspan="7"><div style="background:#1a1a1a;height:1px"></div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td align="center" style="padding:5px;color:#COLORE_ACCENTO;font-size:17px;text-transform:uppercase;font-family:arial black">NOME_PERSONAGGIO</td>

    <td><div style="background: #1a1a1a;width:1px;height:30px"></div></td>

    <td style="font-size:10px;" align="center">[URL=CREDITIGIF]<i class="fas fa-drafting-compass" style="color:#888"></i>[/URL] <span style="padding:10px"></span> [URL=http://lia.blogfree.net]<i class="fas fa-code" style="color:#888"></i>[/URL]</td>

    <td><div style="background: #1a1a1a;width:1px;height:30px"></div></td>
    <td colspan="3" align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic;text-transform:lowercase">So casually cruel
    in the name of being honest</td>
    </tr>

    </table>



    vrs. chiara



    2005
    slytherin
    better than u
    got milk, bitch? got beef?
    Destiny is for losers.
    It’s just a stupid excuse to wait
    for things to happen instead
    of making them happen.
    No live organism can continue for long to exist sanely under conditions of absolute reality; even larks and katydids are supposed, by some, to dream. Hill House, not sane, stood by itself against its hills, holding darkness within; it had stood so for eighty years and might stand for eighty more. Within, walls continued upright, bricks met neatly, floors were firm, and doors were sensibly shut; silence lay steadily against the wood and stone of Hill House, and whatever walked there, walked alone.
    Dr. John Montague was a doctor of philosophy; he had taken his degree in anthropology, feeling obscurely that in this field he might come closest to his true vocation, the analysis of supernatural manifestations. He was scrupulous about the use of his title because, his investigations being so utterly unscientific, he hoped to borrow an air of respectability, even scholarly authority, from his education. It had cost him a good deal, in money and pride, since he was not a begging man, to rent Hill House for three months, but he expected absolutely to be compensated for his pains by the sensation following upon the publication of his definitive work on the causes and effects of psychic disturbances in a house commonly known as "haunted." He had been looking for an honestly haunted house all his life. When he heard of Hill House he had been at first doubtful, then hopeful, then indefatigable; he was not the man to let go of Hill House once he had found it.
    sheet.tunes.aesthetic.
    imani carter
    So casually cruel
    in the name of being honest



    HTML
    <table cellpadding="0" cellspacing="10" width="100%" style="width:510px;border-radius:0px;border:1px solid #eee;font-family:calibri;font-size:11px;line-height:13px;color:#888;text-align:justify" bgcolor="#fafafa">

    <tr>
    <td rowspan="7" width="45%"><div style="background:url(LINKIMG) center top;background-size:cover;border:7px solid #ddd; width:170px;height:290px;border-radius:150px;margin:20px"></div></td>
    <td rowspan="7"><div style="background: #ddd;width:1px;height:340px"></div></td>

    <td width="18%" align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic">INFO
    INFO
    INFO</td>

    <td><div style="background: #ddd;width:1px;height:60px"></div></td>
    <td width="18%"><div style="background:#COLORE_ACCENTO;padding:15px;width:25px;border-radius:100%;font-size:25px;color:rgba(0,0,0,.3);"><i class="ICON"></i></div></td>
    <td><div style="background: #ddd;width:1px;height:60px"></div></td>

    <td width="18%" align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic">INFO
    INFO
    INFO</td>
    </tr>

    <tr>
    <td width="55%" colspan="5"><div style="background:#ddd;height:1px"></div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td colspan="5" align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic;text-transform:lowercase"> QUOTEQUOTEQUOTE
    QUOTEQUOTEQUOTE
    QUOTEQUOTEQUOTE
    QUOTEQUOTEQUOTE</td>
    </tr>

    <tr>
    <td width="55%" colspan="5"><div style="background:#ddd;height:1px"></div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td width="55%" colspan="5"><div style="overflow:auto;height:150px;padding-right:5px"> ROLE_QUI
    </div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td width="55%" colspan="5"><div style="background:#ddd;height:1px"></div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td colspan="2" align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic;text-transform:lowercase">[URL=LINK1][color=#aaa]LINK1[/color][/URL]</td>
    <td align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic;text-transform:lowercase">[URL=LINK2][color=#aaa]LINK2[/color][/URL]</td>
    <td colspan="2" align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic;text-transform:lowercase">[URL=LINK3][color=#aaa]LINK3[/color][/URL]</td>
    </tr>

    <tr>
    <td width="100%" colspan="7"><div style="background:#ddd;height:1px"></div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td align="center" style="padding:5px;color:#COLORE_ACCENTO;font-size:17px;text-transform:uppercase;font-family:arial black">NOME_PERSONAGGIO</td>

    <td><div style="background: #ddd;width:1px;height:30px"></div></td>

    <td style="font-size:10px;" align="center">[URL=CREDITIGIF]<i class="fas fa-drafting-compass" style="color:#aaa"></i>[/URL] <span style="padding:10px"></span> [URL=http://lia.blogfree.net]<i class="fas fa-code" style="color:#aaa"></i>[/URL]</td>
    <td><div style="background: #ddd;width:1px;height:30px"></div></td>
    <td colspan="3" align="center" style="font-size:8px;letter-spacing:1px;font-style:italic;text-transform:lowercase">So casually cruel
    in the name of being honest</td>
    </tr>

    </table>




    ... e poi editerò con le parole chiave perché ora chiama valorant



    Edited by #epicWin - 15/10/2022, 22:41
  11. .
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©
    nicky winston starr
    ??? y.o. | radio host | singer | 404
    «haha! ormai è parte del tuo brand!»
    ovviamente doveva arrivare una ragazza bellissima e notarla mentre Nicky aveva in bocca mezza brioches, e ovviamente - ovviamente - tal ragazza doveva essere la sua internet crush.
    Ignoriamo (dimentichiamo, facciamo damnatio memoriae) del fatto che il primo pensiero di Nicky fosse stato "una tipa stupenda mi sta indicando le tette" e solo dopo avesse collegato, abbassando lo sguardo, a cosa questa alludesse (ovvero la scritta sulla targhettina), ma pensiamo all'intrinseco, enorme, disagio generale e il perchè il cervello della fu tassa andò il tilt:
    1) non aveva mai visto prima Bambi. Quello era il loro primo vero incontro non dietro gli schermi, e Nicky-
    2) -stava facendo la sua ottima prima impressione stando muta, piena di briciole sul viso, e la bocca piena. «!! m» ingoiò, passandosi rapida il dorso della mano sulle labbra per assicurarsi non ci fossero residui vari. «hey! hey! sei»
    3) bellissima ahahah non era davvero unexpected
    ma era unexpected. Non che se l'aspettasse brutta (senza contare che ovviamente l'affetto gliel'avrebbe fatta apparire carina in ogni caso) ma... ma. non era come se l'aspettava.
    «-venuta! E sei-» agitò le mani in aria. Ridacchiò. «-vera. Cioè ovviamente sei vera ma- è strano no? Ma emozionante!» si sistemò gli occhiali finti. «Scusami sono agitata. Ora mi calmo.»
    Nicky avrebbe iperventilato ancora un po', ma si ricordò che era Starr in quel momento, che lei e Bambi - la mitica Bambi autrice di storie indimenticabili che le avevano fatto compagni infinite sere - erano amiche. A Bambi non interessava il suo aspetto esteriore o il suo disagio o che avesse pezzi di brioches sul maglioncino: a lei Starr piaceva così, o non avrebbero passato tutte quelle ore a chiacchierare.
    Preso un grosso respiro, e sorrise. «è bellissimo poterci parlare vis a vis. Al telefono è bello ma-» di nuovo, agitò le mani in aria. Non voleva che sembrasse che non apprezzasse la loro amicizia online, la adorava ed era abbastanza, ma ciò non toglieva il fatto che avesse aspettato un sacco quel momento, che fosse felicissima e terrorizzata insieme. Le puntò un dito contro ridacchiando «sappi che entro fine serata, quando sarà un po' meno così, ti abbraccerò. È una promessa e una minaccia»
    «presenti qualcosa?»
    «pensavo di sì» si mise a giocare con la collana. «ma detto fra noi non... non so ancora se leggere qualcosa di mio, o qualcosa di miei amici» sorrise «magari di tuo! Tu leggerai qualcosa, vero? Scommetto che qua un sacco di gente già ti adora!» vide con la coda dell'occhio Noah Parrish dirigersi verso il "palco", e lanciato uno sguardo ai suoi amici, tornò a osservare Bambi. Avrebbero capito. «ci sediamo vicine?» NO HOMO ERANO SOLO GIRLS BEING GALS SAPEVA FRA LORO NON SAREBBE SUCCESSO NULLA AH AH HA


    «scrivo poesie»
    «oh mio dio scrive poesie» iniziò a scarabocchiare rapida nel quadernino con le ranocchie che aveva portato, alzando gli occhi su Bambi quando questa la guardò. «...prendo appunti. » era scrittrice anche lei, sapeva sarebbe stato un ottimo spunto per future storie.......
    E fra l'altro, la lettura le diede un po' di coraggio a leggere qualcosa anche lei. Grazie (yale) piz.


    «io volevo presentare un estratto della mia nuova fanfiction. Si chiama Summer don’t know me.»
    Il fatto che fosse così dannatamente brava era davvero un turn on. Nick si commosse, pur conoscendo già la storia della ff, e a un certo punto si asciugò anche gli occhi.
    Quando Bambi tornò a sedere, il cuore a mille, se li lanciò istintivamente addosso, abbracciandola (dopo aver già espresso la sua emozione applaudendo e alzandosi in piedi) «BELLISSIMA FANTASTICA STUPENDA SEI DAVVERO- AH!» la strinse ancora un attimo, prima di staccarsi solo leggermente imbarazzata. «scusa, non ti ho chiesto se- potevo... comunque è stato davvero- AH! Bellissimo. È bellissima e attendo davvero così MA COSI tanto il nuovo capitolo! Ti prego pubblicalo in fretta! È una di quelle storie che vorrei davvero avere in cartaceo in camera- e tu sei bravissima! E quella frase- e quel passaggio- oddio mi fai shippare aidan e il leroy gherjghek E- oh stanno continuando scusascusascusa»


    Scattò una foto a Shiloh antisgamo.
    Oh non voleva pubblicarla da nessuna parte, solo averla................. «chissà se mi lascia un autografo»
    E non era così fan delle y/n con uomini ma immaginava elwyn e magicamente era tutto bellissimo «mi manca il suo periodo saffico» commentò a bassa voce a Bambi. Oh adorava sempre la J-Pitt ma c'erano sempre un sacco di peni nelle sue storie



    «è vestito da panda.» oh mio dio. «perchè non ci ho pensato? Potevo venire vestita da rana gigante» cosa? cosa «quanto drama nel fandom del calcio, non lo sapevo» ma bellissimo, troppo bello mio dio aiuto è orribile. «si amano così tanto ;w;» si fece anche la faccina



    E poi.
    Finalmente (in realtà no.) «Starr, è il tuo turno»
    Deglutì. Lanciò un'occhiata disperata a Bambi, cercando supporto, e poi a Meh e Halley che la stavano guardando. Prese un grosso respiro, e andò sul palco.
    «Ehm... salve. Pubblico da qualche anno du Wat?Pad. Vi volevo leggere un piccolo pezzo di qualcosa di mio, ma se avete voglia di chiacchierare a fine serata o seguirmi sui social, sarò molto più che contenta di consigliarvi alcune delle mie ff preferite» si schiarì la voce, e guardò sul cellulare «vi leggerò un pezzo del primo capitolo di "she's like that", una misunderstandings che si concentra su una ship principale, ma con già pubblicati alcuni capitoli bonus con altre ship nello stesso universo... ah, ovviamente i nomi sono casuali» mh mh





    «Oh, s-scusami» Harper sapeva cosa avrebbe dovuto fare: chiudere la porta, coprirsi gli occhi, voltarsi dall'altra parte. L'avevano cresciuta in un certo modo, nella comunità hamish dove aveva passato gran parte della sua vita, le avevano insegnato a non fare niente di sconveniente, a non sostare con lo sguardo su cose che non avrebbe dovuto vedere - che non avrebbero dovuto provocarne un tale calore - a non peccare neanche col pensiero (perchè quelli che stava avendo, di certo, erano pensieri che la sua comunità non avrebbe approvato)... eppure, eccola lì, immobile, gli occhi chiari fissi sulla pelle cioccolato a studiarne ogni centimetro, ogni curva visibile, a farsi trasportare dall'immaginazione di come dovesse essere al tatto, di come dovesse essere fortunato chiunque avesse potuto, al suo posto, posare dolcemente le labbra per sentirla addosso.
    «Non ti preoccupare» Erisha si strinse nelle spalle, avviandosi verso l'armadietto come se non fosse stata praticamente nuda - se non per l'asciugamano tenuto con la mano e così corto da coprire appena il fondoschiena - e Harper non fosse entrata negli spogliatoi senza neanche bussare, trovandola così. Gli occhi ancora fissi sui chilometri di pelle nuda. Si chiese se la schiena della Corvonero fosse liscia come appariva, o come sarebbe rabbrividita la ragazza se le avesse soffiato un bacio dove c'era l'attaccatura dei capelli scuri... «Cosa c'è...?»
    Si riscosse distogliendo lo sguardo, e notando che la corvonero la fissava con un sopracciglio alzato.
    Harper fissò rapida il pavimento.
    "Stupidastupidastupida" si disse, prendendo rapida fra le dita una ciocca di capelli e iniziando a tirarla nervosamente. «Scusa» mormorò piano.
    «Scusa di-... lascia stare» Apparve un'ombra sulla piastrella che la special stava fissando intensamente, seguiti da dei piedi scalzi con le unghie smaltate. E poi una testa, quella di Erisha, ora leggermente chinata per cercare lo sguardo della rossa, i capelli a cadere tutti da un lato. Harper si irrigidì e si sentì arrossire ma diede la colpa al proprio potere. «Posso esserti utile?»
    Era forse la prima volta che erano così vicine, e Harper pensò che fosse anche la prima volta che la vedeva struccata. Era illegalmente bella anche così, il Signore aveva fatto un ottimo lavoro con lei... chissà se anche lui si sarebbe sentito accaldato avendola a quella distanza, se anche lui avrebbe voluto farsi avanti per baciarla e- «Vuoi me?» mormorò Erisha, mordendosi poi il labbro.
    oh gesù l'aveva detto ad alta voce?!
    «C-c-cosa? No, scusa, non ti stavo fissando per- motivi... irrispettosi o-.... non era.... scusa non volevo... non cercavo la tua virtù... o- SCUSA!»
    Erisha si tirò su con un risatina confusa. «La mia... virtù? Scusa, bimba, quella non penso tu possa averla, ormai» Harper non poteva vedersi, ma sentiva di non essere mai arrossita così tanto in vita sua.
    «n-n-non-........»
    «Intendevo dire perchè sei qui» Erisha indicò in giro. «Nello spogliatoio Corvonero. Cercavi me?»
    «Oh. OH!» Giusto. Giusto! Si era distratta, la rossa. Agitò velocemente la testa. E dire che dal tono di voce della Byrne avrebbe detto... vabbè. «No! Scusa! Cercavo... scusa so che la partita è finita da un pezzo ma cercavo mio fratello, non l'ho visto uscire-... volevo fargli una sorpresa...» Erisha attese immobile. Harper si rese conto che non sapeva chi lei fosse, e si sentì ancora più sprofondare. «Sono... Mac.» «Sei Mac» «No! Intendevo- sono la sorella di Mac. Harper»
    L'indiana sorrise. «Ciao Harper. Mi dispiace, credo tuo fratello non sia qui, ma di certo non è andato a limonare duro sotto gli spalti con un certo capitano corvonero pensando entrambi che il resto della squadra fosse troppo stupida per sapere da settimane del loro intrallazzo. Io sono-» «Erisha Byrne» ............... ma perchè l'aveva detto. Ora sembrava una stalker. Erisha sorrise bieca, forse felice di essere riconosciuta; in fondo era una queen bee, era solo giusto la gente sapesse il suo nome. «Scusa. Sei-... giochi con mio fratello... Ha parlato di te» di certo non!! la seguiva sempre con lo sguardo ahahahah!!! Erisha sembrò un attimo delusa, ma forse era stata un'impressione di Harper.
    «Esatto! Piacere. Ti stringerei la mano ma...» guardò in basso. Le sue dita erano l'unica cosa che tenevano su l'asciugamano. Harper avvampò ancora di più all'idea di quello che sarebbe potuto succedere, e per poco non notò il sorriso malandrino che passò sulle labbra di Erisha quando incrociò il suo sguardo. Cioè, se si fosse trovata di fronte a Erisha Byrne nud- «Sai cosa? Tanto mica entrerò nella doccia così. L'educazione è importante»
    E tese la mano ad Harper.
    E l'asciugamano cadde.
    Ed Erysha Byrne era nuda davanti ad Harper Hale.
    Harper aprì la bocca. La richiuse.
    La riaprì.
    «bella collana.»
    Erisha ridacchiò, e spostandosi i capelli oltre le spalle con un gesto sinuoso, chiese con tutta la calma del mondo: «La doccia degli spogliatoi è un po' alta e non ci arrivo. Sarebbe un sacco utile se qualcuno di alto venisse a darmi una mano...»


    (...) vabbè non lo so magari legge altro, ormai ho tutti gli headcanon . Cercatela su wat?pad (cosa). Spoiler di come va avanti : erisha sapeva perfettamente chi è harper ma è Orgogliosa Così. Dopo questa dolce scena nella doccia dove harper entra nella doccia vestita perchè è hamish e rispettosa e tiene gli occhi chiusi ma insapona la schiena di erisha diventano kinda amiche e ci sono tutte ste situazioni un po' ambigue ma non succede mai Niente, Harper pensa Erisha sia solo una brava amica (e poi le dirà qualcuno (?) che eri sia un po' puttana e faccia così con tutte (???)), e tanto ha i complessi perchè è più giovane di lei, e lei è stata cresciuta pensando essere gay sia il Male, vabbè finisce ovviamente a lieto fine. Fra le altre ship mac/mort, jodey, willow/hazel, gides (mac e joey limonano solo per il drama della mac/mort e della jodey). la storia gira attorno alla squadra corvonero e oh mio dio perchè sono così invested.

    why have sex when there are hundreds of books about ghosts???
    paranormal activity > sexual activity





    - parla a chouko/bambi (vicino a cui si siede)
    - commenta tutte le ff lette finora !!
    - legge un pezzo di una sua ff (l'ultimo pezzo, se volete solo quella inizia con "«Oh, s-scusami»"
  12. .

    ageheight
    17
    180cm
    yearnationality
    vii
    HK
    tai chi
    limore
    cheerleader eletto / hufflepuff

    comunque dopo due cori ty era già provato.
    un po per la tensione generale, un po per la pioggia che ormai l'aveva inzuppat- «oh, ehm, ho un ombrello se vuoi...?» Val, cucciolo santo. nonostante la gentilezza del ketchum, taichi scosse la testa facendo partire una scarica di gocce d'acqua a raggiera dai capelli bagnati «no, grazie, tienilo tu. se prendo abbastanza freddo magari mi viene un colpo prima della fine della partita» riuscì persino a mostrargli un pollice alzato e laccenno di un sorriso, prima di tornare a scuotere (poco) vigorosamente i pom pom colorati, occhi scuri ben piantati sul campo da gioco.
    dove kaz stava per essere preso in pieno da un bolide infame, il che richiedeva un tifo molto concentrato
    «COL KAZ IL DUBBIO VIENE
    COSA SCORRE IN QUELLE VENE?
    ADRENALINA UN PO NE ABBIAMO
    MA ANCHE TERRORE, IN FONDO È UMANO
    CONTRO TUTTI I PREGIUDIZI
    TANTO SAPPIAMO CHE LI ATTIZZI
    I SERPEVERDE SON COSÌ
    CIANCIANO UN SACCO TUTTO IL DÍ
    TUTTO FUMO E NIENTE ARROSTO
    FORZA KAZ(Z)OH DAGLI ADDOSSO
    VEDRAI CHE DYLAN POI LA PASSA
    STA PLUFFA CHE GIÀ CI SCASSA»


    pom pom drop.




    tifo per i tassi (kaz)
  13. .

    ageheight
    16
    153cm
    yearnationality
    vi
    eng
    dylan
    Kane
    portiere / tassorosso
    Se Dylan non avesse fatto la portiera (cit.), sarebbe stata sicuramente cheerleader material con le sue urla, i suoi balletti e il suo immancabile ottimismo, quello con cui sosteneva e inneggiava la sua squadra ogni secondo della (vita) partita.
    Credeva nel dialogo e nella comunicazione, anche se spesso a senso unico perché era difficile starle dietro e riuscire a rispondere a tutto quello che aveva da dire: il fatto che con la sua vocina da banshee potesse essere una distrazione per le compagne, non gli era nemmeno mai balenata per la mente. Era semplicemente fatta così.
    Per di più, fare squadra e giocare le permetteva di liberare la testa da tanti pensieri bui e tristi -- che non si sarebbe mai detto, guardandola, ma erano sempre lì a vorticare nella sua testolina, sempre però prontamente schiacciati e messi a tacere da altre (frivole) cose. In quel momento, ad esempio, l'unica cosa a cui voleva pensare era sostenere i suoi amiki e fare i complimenti a Kaz per averci provato!!
    «CI HAI PROVATO!! BRAVISSIMO !! È COLPA DELLA PIOGGIA!1!!!» Gli mostrò un pollice verso l'altro, e un sorriso raggiante. Suo padre si sarebbe rivoltato nella tomba a vederla così bendisposta e amichevole nei confronti di uno special, ma hey! Era Dylan: per quanta paura potessero farle alcuni di loro, non era geneticamente improntata per odiare a prescindere. L'Oh gli sembrava un bravo ragazzo e, soprattutto, un ottimo (potenziale) amico -- così come Clay, quel cuoricino d'oro che le supportava dagli spalti, o Callie, che per anni aveva illuminato la loro tifoseria con cori e coreografie stupende. Erano special, sì, certo... ma erano prima di tutto suoi amici.
    «AVRAI OCCASIONE PER RIFARTI, AMICO!!» per ricordare lui che i bolidi su cui far pratica sarebbero arrivati eccome, e che fossero, a tutti gli effetti, amici e compagni di squadra ormai. Anche se lui le aveva spezzato il cuore dicendole che non conosceva il kpop e non sapeva chi fosse Santo Jisung da Latina (spoiler: suo padre.) (Cosa?cosa.)

    Ben quattro ore dopo da quando ho iniziato questo post, lo riprendo e mi chiedo: #wat
    Nel dubbio.
    «VEDI???» indicando un punto alle spalle di Kazzino, ovvero il bolide che si avvicinava. «TE L'HO DETTO CHE POTEVI RIFARTI!!!!!» big sorrisone per lui, e quello valeva come difesa. E nel frattempo, visto che ci siamo: «È UNA PLUFFA QUELLA????» oh non si vedeva nulla, ma nel dubbio, Dylan si allontanò un po' dagli anelli per tentare il passaggio 1/3



    DIFESA KAZ (26): dylan + kaz
    tenta il passaggio 1/3
  14. .
    «se deve imparare come perdere e diventare un fallito, bastava chiedere a te» Euge le sorrise, un po più morbido.
    era quel genere di sorriso che il ragazzo le riservava da sempre, a nascere spontaneo sulle labbra sottili dopo ogni paio di occhiali sfasciato. dopo ogni ceffone, dopo ogni bacio, dopo ogni vaffanculo implicito. a volte anche esplicito, ma era raro che rea si servisse di tali espressioni colorite, quando il messaggio traspariva cristallino dai suoi occhi.
    era il motore della loro amicizia, quello — della loro famiglia.
    «e infatti è venuto da me, non vedi?» cioè, era chiaro che Mitchell e Phobos fossero li solo come spettatori paganti (non tutti possono avere il conto aperto da Spaco, scus), non certo come consiglieri. anche perché cosa cazzo potevano consigliare? il Rainey era un serpeverde e, di conseguenza, una faccenda che doveva smazzarsi Eugene: l'alternativa, lasciarlo nelle mani di Anjelika Queen, non era altrettanto divertente.
    salutò la Hamilton con una mano sventolante per aria, proprio nel momento in cui Spaco suonava il gong decretando la fine del primo round... CHE MORTINO AVEVA APPENA VINTO? unreal «MAGICO!» si alzò in piedi di scatto, sollevando entrambe le braccia al (soffitto di quella topaia) cielo, pugni chiusi vibranti di orgoglio «quello è il mio ragazzo!» fraintendibile, da quella massa di buzzurri buzziconi presenti nel locale, ma il Jackson ci teneva a sottolineare quanto fosse proud del giovane Serpeverde «devo cambiarti la scommessa contro il bambino, cazzone? » ah, già, la scommessa «nah» cioè ok credere in mort, ma fino ad una certa. «chi è ora il morto, eh prof?» non era tenerissimo? gli ricordava un po' se stesso da giovane, quando prima di tirare un calcio nelle palle a qualcuno (consapevole poi di doversi far gonfiare come una zampogna) regalava ai suoi avversari un ghigno e si sfilava gli occhiali — fatevi sotto, bitches, gridava, e quelli lo facevano.
    ah, bei tempi.
    «sempre tu se non cominci a muovere di più quelle gambette che ti ritrovi. devi stremarlo, quel ciccione» e indicò il TizioUnto nell'angolo opposto, provato e ferito soprattutto nell'orgoglio: una temibile combinazione. «Dura ancora molto?» oh, Mitchell «dipende da quanto si sta incazzando Tizio» a giudicare dall'espressione sul volto unto, parecchio «vuoi chiudere gli occhi, Winston? se preferisci ti faccio la radiocronaca» come durante gli incontri di quidditch, ma magari censurando le parti più cruente così da evitare al vicepreside di svenire sulle assi luride del pavimento.
    cosa che effettivamente fece (la radiocronaca, non mitch che sviene), descrivendo forse un po troppo dettagliatamente la sconfitta di mort al secondo round. «oh no» esclamò il Jackson, iniziando a contare mentalmente i soldi che avrebbe tirato su con quella scommessina, decidendo infine di avvicinarsi all'angolo del Serpeverde «Phob hai scommesso anche tu contro Mortino? chiedo» cioè, davvero gli aveva rifilato uno shottino di benza di Spaco? poi per forza quello non riusciva a muovere i piedi «ascolta ragazzo, evidentemente ti stai concentrando sulla persona sbagliata» willow Beckham? davvero? quella te le suona, mort «fingi che sia, che ne so... mckenzie. l'ho notata l'angry sexual tension, sai? ci siamo passati tutti almeno una volta nella vita» e annuí, il professore, ricordando tutte le volte in cui era stato brutalmenre sbattuto contro un muro.
    cioè, jade lo faceva ancora adesso, per dire.
    «e colpisci alla cavità poplitea, dietro alle ginocchia. ho sentito dire che funziona» #quest]
    eugene jackson
    30 | dark arts
    «whats the matter with kids today?»
    now the idiots are taking over


    il secondo round l'ha vinto Tizio, ma Mortino non ne ha prese tante!

    SI GIOCA TUTTO CON IL TERZO!!


    Edited by j e r k . - 2/11/2021, 12:11
  15. .
    Picchiettava piano, seguendo un ritmo cadenzato e regolare non così dissimile da quello del cuore contro la gabbia toracica, le dita affusolate sullo schienale di una poltrona della sala comune, gli occhi cerulei fissi sulle scale che portavano ai dormitori in quieta attesa che gli ultimi studenti raggiungessero il gruppo, svegliati in tarda mattinata dai propri caposcuola.
    Si erano divisi i compiti quella stessa notte, e in quell'esatto momento - carichi di stanchezza e confusione a gravare sulle borse sotto gli occhi, le tasche gonfie di molte domande e troppo poche risposte - sapeva che Richard si trovasse nella torre dei Grifondoro, che Guadalupe fosse scesa nei sotterranei dei Serpeverde e Phobos in quello dei Tassorosso, che Nathan avesse radunato gli abitanti di Different Lodge, e che Jaden con Erin si fossero divise tra la sala professori e l'infermeria.
    Dal canto suo, Mitchell Winston doveva delle spiegazioni ai Corvonero, al massimo delle proprie capacità.
    «buongiorno ragazzi,» mormorò, quando anche l'ultimo studente andò a riempire il proprio spazio; nonostante fossero tutti lì, la stanza sembrava fin troppo vuota.
    «ho chiesto ai vostri caposcuola e prefetti di farvi riunire tutti quanti qui, stamattina, per parlare di quanto successo nelle ultime dodici ore. immagino siate abbastanza confusi e che abbiate molte domande - lo capisco, e vi capisco: mentirei dicendovi di avere tutte le risposte necessarie -, e sono qui per aiutarvi a fare chiarezza quanto più possibile. innanzitutto, vorrei chiedervi: quanto ricordate della scorsa notte?» seguirono mugugni, sussurri intrecciati l'uno sopra all'altro. Alcuni, sentì, parlavano di allucinazione condivisa a causa della malattia; altri parlavano di uno strano sogno, che fino a quel momento pensavano di aver avuto in solitaria; altri ancora, di uno strappo nel tessuto spazio-tempo. La maggior parte avevano memorie più o meno vivide dell'accaduto, offuscati dall'assurdità con cui si erano svolti gli eventi; altri, mantenevano solo i ricordi di un pasto pesante la sera precedente.
    «per quanto ne sappiamo, tutte le vostre ipotesi potrebbero essere corrette, così come è normale che ricordiate bene o male qualcosa. è tutto successo realmente, ma su un piano della realtà diverso dal nostro. l'unica opzione da escludere, è l'allucinazione collettiva dovuta al virus: siamo sicuri al cento per cento che tutti coloro che hanno vissuto questa esperienza, siano sani. è possibile che sia proprio questa la discriminante che ci ha permesso di essere portati lì, in quell'epoca.
    il perché ciò sia successo, credo sia ben chiaro a tutti voi.»
    la cura: ve lo bisbigliate all'orecchio, qualcuno lo dice ad alta voce. Il vicepreside, semplicemente, si limita ad annuire.
    «come sia successo, è oggetto di dibattiti e speculazioni da tutta la notte, e temo che lo sarà per molto tempo ancora. sapete perfettamente quanto questo periodo dell'anno sia uno dei più soggetti alla magia, come i solstizi o le eclissi: i confini tra i piani della realtà diventano labili ed effimeri, aggirabili con la giusta stregoneria;» non di quel tipo che può essere insegnata ad Hogwarts, o da nessuna altra parte: doveva essere stata magia antica, oscura, ad aver reso possibile tutto quello. «abbiamo ragione di credere che questo sia stato uno dei fattori chiave, ma per il resto è ancora tutto da definire. per quanto ne sappiamo, niente o nessuno ha scelto chi dovesse o meno partecipare a quest'esperienza: si è trattato di casualità imprescindibili ed imprevedibili.
    passiamo a cosa sia successo.»
    e lì, veniva il bello. «è bene credere che siamo stati spettatori di eventi che non era in nostro potere modificare in alcun modo: tutto quello che avete vissuto» le ricerche, le scoperte, la malattia e la sua degenerazione; la tomba, il portale, gli oggetti, le piante, le spore, gli adepti «doveva necessariamente succedere, nel modo e nei tempi in cui è successo.» umettò le labbra, guardando le proprie dita ora strette sulla pelle dello schienale. «non è giusto dire che non aveste libero arbitrio, anzi: era il punto focale della nostra presenza lì. è grazie alle vostre scelte - ai vostri errori, ai vostri successi, alle vostre competenze - se siamo dove siamo ora. tuttavia, le variazioni rispetto a ciò che era già scritto dovevano essere ridotte al minimo; per intenderci, non era previsto che noi» e per noi, intendeva professori ed assistenti vari. «vi raggiungessimo. saremmo dovuti rimanere in quella grotta dove infine ci siamo ricongiunti.
    qui, entra in gioco la figura della donna che avete potuto conoscere poco prima che tutto finisse. ha sostenuto sin da subito di essere una ministeriale, capitata come noi lì per caso: se sia vero o meno è da scoprire, ma di questo se ne sta occupando chi di dovere. ciò che è certo, è che si tratta di qualcuno»
    con troppe informazioni e conoscenze arcane, potenzialmente pericoloso, decisamente da trovare «che ha svolto un ruolo chiave. oltre ad averci dato quei prismi capaci di evidenziare la realtà evidente dalla menzogna» pietre di natura alchemica, senza alcun dubbio, e con altrettanta sicurezza Mitchell era convinto fossero illegali, e nascondessero molto di più del potere che avevano mostrato loro. «e ad aver divulgato informazioni riguardo alle passaporte,» che alcuni nemmeno avevano trovato - eh, Nathan e Phobos. «ha reso possibile il nostro ritorno alla giusta epoca tramite un incantesimo, probabilmente contenuto in un tomo che alcuni di voi hanno trovato nel corso della notte. per ora, tutto ciò che ci serve sapere su di lei è che ci ha aiutato.»
    Batté una mano sulla poltrona. «arriviamo all'attimo in cui cessano i vostri ricordi. quando è stata pronunciata la formula»
    tre ipotesi:
    a bucchin e mammt
    mmmmocc a chitammuort
    mannagg tutt cos

    «siete stati, come vi preannunciavo, separati dai corpi degli abitanti di hogwarts del quindicesimo secolo. ora: alcuni di noi si sono svegliati subito» e lo sguardo del Winston si fermò su Joseph Moonarie e Kiel Kane, che tacitamente annuirono: oltre a loro e ad i professori, ricordava il Bolton ed il Nott, il Ketchum, l'Oh, i gemelli Motherfucka. «altri no, e sono stati portati da chi era in grado ai propri dormitori.» un lavoraccio. «ciò che è importante voi sappiate, è che non è stato un viaggio di ritorno privo di souvenir.» dalla tasca della giacca, estrasse qualche petalo di scintillans pulchritudo. «tutte le piante che siete riusciti a recuperare, sono tornate con noi. è tutta la notte che le professoresse García Ramos e Queen lavorano per riprodurle e studiano un modo per applicarle ad una cura efficace. hanno già prodotto una pozione, molto probabilmente la stanno già testando sui malati più gravi. prevedono non sarà un processo facile e immediato - sia quello di guarigione che quello di produzione di più sieri -, ma abbiamo qualcosa.» un tiepido, stanco sorriso sulle labbra.
    «questo è tutto ciò che posso dirvi, al momento. ma se avete domande, la mia porta e quella dei vostri docenti è sempre aperta.»



    E fa per andarsene, il vicepreside, per lasciarvi riposare con la consapevolezza che per i prossimi giorni le lezioni sarebbero state ridotte al minimo.
    «professore...» la voce di Willow Beckham lo fa fermare sull'uscio aperto, oltre il quale si perde lo sguardo della cacciatrice.
    «sì?»
    «è... è lei???» chiese, l'indice puntato fuori dalla porta.
    E se tutti, voltandosi e seguendo la traiettoria disegnata dalla ragazza, cercassero di vedere quel ch'ella ha visto, notereste solo una scia corvina sparire oltre il legno.
    Nient'altro, nemmeno oltre.
    Nessuno.
    «magari è solo un po' di stanchezza, comprensibile. buona giornata a tutti, ragazzi.»
    mitchell winston
    30 | deputy headmaster
    «no comment.»
    And when I hide behind a closed door I'm sorry that I just don't wanna know more


    la lezione è finita, e siamo tutti e tre molto felici abbiate partecipato skkfkekd speriamo vi siate divertiti ad odiare tutti e a tradire/essere traditi <3

    I tempi della cura che abbiamo accennato, potrebbero essere vari. In che senso? Nel senso che ci vorrà qualche giorno per portare a termine una pozione che funzioni, con le erbe trovate da voi e con altre kose da pozionisti, e qualche altro giorno perché abbia realmente effetto e i PG malati si riprendano - ma questo, dipende tutto dal PG. Ad esempio: Twat che con il proprio potere mette velocemente in circolo la cura, e guarisce subito; il potere di Hans brucia il siero e ci mette di più ad adattarsi, quindi per riprendersi ci mette di più; ai maghi magari ci vuole un tempo medio. Insomma, di base tra una settimana si inizia a tornare alla normalità.

    Come ho accennato nel post, non sono soltanto i PG che hanno partecipato a lezione: un po' tutti quelli che non erano contagiati, hanno potuto vivere questa fantastika esperienza allucinogena. Magari non tutti sono arrivati alla grotta: alcuni sono rimasti tra le mura del castello a vagare, altri giravano a caso, altri perlustravano altre zone - a vostra discrezione, insomma. Possono anche essere capitati nei corpi di studenti che dormivano, e non essersi accorti di nulla. Ovviamente l'incantesimo finale ha poi riportato tutti a casa.

    I PG del 1400 sono ovviamente ruolabili in Inception, sganciateci le perle .

    Se... Ci sono altre cose non chiare, fate un fischio! Saremo felici di confondervi ancora di più :)
230 replies since 8/4/2017
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