lezione di sdm (vi) + cac (vi) + erbologia (v)

iscrizioni aperte fino al 23.10

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +5    
     
    .
    Avatar

    half in the shadows
    half burned in flames

    Group
    Professor
    Posts
    503
    Spolliciometro
    +310

    Status
    Offline
    È un clima strano, quello che si respira ad Hogwarts da settimane.
    Una pesantezza che opprime più del solito: dal momento in cui la quarantena è entrata in vigore, la maggior parte degli studenti che vi circondano hanno scelto – forse, a dirla tutta, saggiamente – di percorrere i corridoi a testa bassa e con passi rapidi.
    Chi di voi ha avuto modo di navigare il mondo babbano si sarà forse sentito confuso, nel notare un tale stato d’allerta per una banalissima febbre. Ciò che ignorate, però, è che il gene magico resiste alle peggiori scosse. Tra le fila di Hogwarts, qualcuno teorizza sia colpa della strana scelta adottata dalla Scuola di Magia E Stregoneria Inglese – e, segretamente, del regime, ma si sa: mostrare dissenso nei confronti del governo mangiamorte non è particolarmente ben visto – di ospitare gli special e, addirittura!, permettere loro di integrarsi maggiormente nell’ambiente scolastico. Come se i mezzosangue non avessero contribuito abbastanza a indebolire la società magica. Un’ostilità che ha rinforzato il razzismo nei confronti dei non-purosangue – dunque girare da soli, in tempi simili, non è particolarmente raccomandabile.
    Le fatture che hanno mandato studenti innocenti in infermeria sono state facilmente mascherate come metodo di difesa: per prevenire che il contagio si diffonda ulteriormente, infatti, Hogwarts ha reso mandatarie alcune misure – incantesimi protettivi, e uno strano unguento magico che lascia le mani appena unte, seppur rimanendo perlopiù inodore (ma, inutile dire, avvicinando il naso ai palmi avvertirete un acre odore simile a quello del fegato di merluzzo). Non sembrano fermare il virus dall’impestare studenti nuovi ogni giorno, ma chi viene trovato in giro per il castello senza si ritrova ad affrontare pesanti punizioni in sala torture.
    Non c’è di cui preoccuparsi, vi dicono.
    La situazione è sotto controllo.
    Ma lo è davvero? Nessuno di voi – dottori del San Mungo, infermieri, preside, vicepreside, e il resto dello staff scolastico inclusi – può dirlo con certezza. Sapete solo questo: che c’è un’epidemia in corso, e che il Mondo Magico vi ha abbandonati in un angolo.
    Vi coricate così, ogni notte, da quel fatidico giorno; e anche stavolta, è la stanchezza a farvi cadere in un sonno profondo.
    L’unica differenza è che quando vi svegliate la luce dell’alba non sembra aver ancora raggiunto le finestre dei vostri dormitori. Osservando il cielo è difficile stabilire, in modo esatto, l’ora; le nuvole ricoprono del tutto il cielo, e una fitta nebbia riduce ulteriormente la visibilità.
    E, forse con un certo ritardo, vi rendete conto di non essere nel posto giusto; in realtà, a malapena riuscite a capire dove vi troviate.
    Hogwarts è diversa in un modo che non riuscite a comprendere. L’aria, è diversa.
    E le luci provenienti dai dormitori di Different Lodge non accendono più fari nel buio; non ci sono più, semplicemente. Spariti, così come l’edificio stesso.
    Così come la vostra esistenza.
    Non avete il tempo di realizzarlo, quest’ultimo, trascurabile dettaglio: sentite dei passi in ravvicinamento, e capite di essere in pericolo.
    dpcm
    30 / 10 / 2021
    svolgimento
    classi
    modulo
    come funziona?
    e anche quest'anno vi diamo il bentornato in stile. [fantasmino.png]
    buon ritorno tra i banchi, buon ottobre, buon pre-halloween!!!11 come al solito, lascio una rapida spiegazione del format adottato per la lezione: vi verrà chiesto di scrivere piccole azioni il cui esito dipenderà sì dal player, ma anche (e soprattutto) dalla voce fuoricampo del fato, che vi guiderà passo passo nell'avventura. una mini (mini, mini) quest, per capirci.
    a chi di voi è nuovo e si sente comunque spaesato posso giusto aggiungere che è normale, e che è più facile buttarsi e capire man mano che si procede; nel dubbio, però, restiamo tutti e tre a disposizione per eventuali chiarimenti! ora, per quanto riguarda le informazioni tecniche:
    questo topic esiste con il solo scopo di raccogliere le iscrizioni. avrete fino al 23.10 per mandare via mp il modulo che troverete qui sotto a questo account, mentre l'eventuale entrata, per chi di voi è interessato a farla, può essere postata fino al 24.10, notte compresa. l'entrata non è obbligatoria, ma vi farà ottenere automaticamente (un punto cuore cit.) +1 punto nella valutazione finale; +1.5 per chi scriverà più volte (con lo stesso pg o con più pg diversi; una sara che posta l'entrata di cj e mac, ad esempio, riceverà 1.5 punti, per un totale di 3, anche se posta una volta sola con entrambi).
    (!!) le entrate devono essere ambientate prima della notte del 30.10.
    — ricordo che la lezione è obbligatoria per gli studenti attivi, e facoltativa per gli altri. per fittizi e/o personaggi in costruzione è necessario passare prima per il test di smistamento qualora non l'aveste già fatto. in caso contrario i punti casata guadagnati non varranno.
    — ricordo anche che da quest'anno sono state tolte le giustificazioni; la mancata presenza di personaggi attivi a lezione risulterà solo nella sottrazione dei punti alla casata di appartenenza. siete comunque pregati di avvisare con anticipo se sapete di non poterci essere, in quanto la lezione è pensata a gruppi.


    per quanto riguarda lo svolgimento on, invece, vi è attualmente dato sapere che:
    (1) vi ritrovate in un tempo imprecisato del passato.
    (2) i vostri personaggi sanno consciamente di essere chi sono in realtà, ma hanno preso l'aspetto e alcune caratteristiche essenziali di altre persone.
    che, okay, non è molto MA!! trust the process.

    quindi, cosa c'è nel modulo d'iscrizione (che, ripeto qui, va inviato via mp e non postato qua sotto insieme all'entrata)?
    i. informazioni basilari sul personaggio che partecipa alla lezione.
    ii. informazioni basilari sul personaggio che sta, a tutti gli effetti, interpretando. trattandosi di una persona effettivamente esistita, può essere un antenato di famiglie presenti on gdr. può, ovviamente, essere di un genere diverso rispetto a quello del vostro pg. avete totale carta bianca, insomma.
    (!!)1 per il personaggio inventato non sarà necessario fare uno smistamento; la regola vale, again, solo per i fittizi / wip veri.
    (!!)2 eventuali legami (parentele, amicizie, relazioni) tra i personaggi inventati sono del tutto possibili, ma ricordate sempre che c'è la possibilità che veniate divisi nella creazione dei gruppi.
    iii. le (3) skills che il vostro personaggio inventato possiede: si tratta di vere e proprie abilità che dovrete, eventualmente, utilizzare durante la lezione. esempio: il mio personaggio è una persona estremamente insicura, ma è nel corpo di un individuo estroverso e sicuro di sé. dovrò muoverlo di conseguenza; si presenterà agli altri per primo invece di mettersi da parte, e parteciperà attivamente alle decisioni prese dal gruppo.
    iv. la classe di appartenenza. questa vi darà diversi vantaggi in base a quale scegliete; potete trovarle subito sotto a questo box.
    v. l'inventario del personaggio inventato. non è obbligatorio descrivere dove e come ne siano giunti in possesso, ma tutti gli studenti partiranno con (2) oggetti a vostro piacimento. sta a voi decidere — in base all'utilità dell'oggetto come alla personalità del personaggio — di quali si tratta.
    vi. il background del personaggio inventato. dico già da subito che è del tutto facoltativo, ma chi lo farà riceverà qualche punto in più. winkwink.
    vi lancio una info d'ambientazione, per chi volesse fare staff scolastico:
    (1) again, non vi è ancora dato sapere /quanto/ indietro siete finiti, ma..... non di un paio d'anni, ecco. parecchio, parecchio indietro
    (2) l'offerta formativa di hogwarts, in questo lasso di tempo, prevede:
    -- incantatio (versione attuale: incantesimi)
    -- rune (versione attuale: antiche rune)
    -- medicina (versione attuale: pozioni & erbologia)
    -- astrologia (versione attuale: divinazioni & astronomia)
    -- paganus historia (versione attuale: storia della magia)
    -- kimiya (versione attuale: alchimia)
    -- commutatio (versione attuale: trasfigurazione)

    è un po' un giro di parole contorte, ma spero sia comunque comprensibile :flower:
    al solito, sapete dove trovarci in caso contrario! (ed è sempre preferibile fare domande nella chat pubblica così che tutti possano leggere le risposte, ma nessun obbligo, ovviamente asdfghjsk)

    ultima nota e poi vi lascio: la lezione si svolgerà via forum, ma i gruppi off verranno fatti su telegram e non wechat. anche qui: non siete davvero obbligati a farvi inserire, ma le chat rendono più semplice lo svolgimento delle lezioni per tutti -- potete confrontarvi tra di voi liberamente e decidere insieme come muovervi, e possiamo rispondere prima a qualunque vostro dubbio, così come noi possiamo contattarvi più facilmente se ci servono chiarimenti / correzioni / informazioni random urgenti.
    se magari non volete essere inseriti nei gruppi off ma avete un account telegram, sarebbe comunque preferibile scriverci in privato (volendo sempre nello stesso mp del modulo, o via telegram a @cloudemoji, @aaskhole, @bulnoriiya) col vostro contatto, così sappiamo dove scrivervi ♡
    giuro che non ci rivenderemo le vostre informazioni. ciauz!
    classi selezionabili
    scoutguerrieroroguestrategaguardiano
    hanno un occhio più allenato della media: ricevono un bonus nella perlustrazione.particolarmente bravi nel combattimento: ricevono un bonus di attacco.scaltri e rapidi ad agire quando ce ne è più bisogno: ricevono un bonus di difesa.abili leader con l'intelligenza dalla loro parte: ricevono un bonus di intuizione.necessari ai fini della sopravvivenza dell'intero gruppo: ricevono un bonus di guarigione.
    modulo da inviare via mp
    CODICE
    <div class="lezleliandiform"><b>nome vero</b>
    <b>casata & anno</b>

    <i>tale as old as fucking time</i>
    <b>nome</b>
    <b>casata & anno</b>
    <b>prestavolto</b>
    <b>skills</b>
    <ul><li>skill_uno</li> <li>skill_due</li> <li>skill_tre</li></ul>
    <b>inventario</b>
    <ul><li>oggetto_1</li> <li>oggetto_2</li></ul>
    <b>classe</b>

    <b>background</b>

    <u>hai fatto il tampone <s>anale</s>?</u>
    <u>ce l'hai il <i>purple pass</i>, cazzone?</u>
    </div>
    scadenza iscrizioni
    23.10.21


    Edited by nocturnal - 15/10/2021, 14:42
     
    .
  2.     +7    
     
    .
    Avatar

    you want to take the lead and hurt first.

    Group
    Rebel
    Posts
    485
    Spolliciometro
    +1,048

    Status
    Offline
    arms crossed with the attitude, lips pouted
    Si sentiva un animale in gabbia.
    CJ era sempre stato uno spirito libero, immune ai limiti ed ai confini; gli piaceva sparire, per ore o per giorni, e vagabondare fino a calpestare ogni centimetro di strada conosciuto. Preferiva la solitudine alla compagnia, perfino quando nell’equazione erano presenti i freaks. Amava i suoi spazi personali, poco importava passassero nell’arco di una stessa giornata da un pugno d’aria ad una contea intera.
    Una quarantena forzata, violava tutti i suoi principi.
    Ma si era dato uno scopo, ed in quelle settimane bloccato fra le mura di Hogwarts, stava vivendo tempo qualitativo e proficuo. «problemi?» l’ombra di un sorriso guizzò sulle labbra sottili del Tassorosso, gli occhi verdi a scandagliare il gruppo di ragazzi di turno che pareva non aver mai preso lezioni di biologia in vita propria: se l’avessero fatto, avrebbero saputo che la loro specie non fosse adatta alla sopravvivenza. L’arroganza pagava sempre, ma raramente nella moneta in cui speravano. Attese che qualcuno, chiunque, rispondesse, perché sapeva che qualcuno, chiunque, l’avrebbe fatto; lo facevano sempre. Prevedibili, con quei lividi violacei a far capolino dalle maniche della divisa a dare di per sé un motivo per cui tanto volessero tentare la sorte battendo sulla sua spalla. Vendetta? Quasi, all’incirca. Li avrebbe perfino tenuti in considerazione, se quello fosse stato il perchè della visita. Invece, quali esseri patetici e privi di personalità che non fosse inculcata dai loro genitori erano, era l’orgoglio ferito a bruciare nei loro occhi, ed in ogni piega precisa delle camicie. Gli avevano insegnato di essere i migliori, quelli intoccabili, coloro che potessero fare quel cazzo che gli pareva solo perché nati da una lunga ramificazione di incesti, ed erano alquanto offesi che un CJ Knowles qualsiasi avesse rovinato il loro lieto fine. Come si era permesso a sbattergli in faccia – ripetutamente. Contro un muro - la realtà, passando per l’eroe quando invece era il cattivo? Era colpa sua, d’altronde, se non potevano andare a festeggiare l’esito positivo di una verifica al Fiendfyre; non era degno di camminare sui loro stessi corridoi. Un problema che il ventenne aveva risolto facilmente, poggiando i piedi sulle loro facce e le immacolate divise, ma non sembravano apprezzare la sua capacità di risolvere i problemi. «sì» Finse di non vedere come la mano della sua concasata - la sua concasata - si fosse stretta attorno al grand’uomo, un sesto anno - sesto anno - Grifondoro che aveva risposto; una questione di rispetto. Il fatto che loro non si sentissero in dovere di riserbargli lo stesso trattamento, non significava che il Knowles dovesse adattarsi ai loro modi grezzi ed infantili. Attese qualche secondo che elaborassero, e quando non lo fecero, tastò le tasche dei pantaloni. Li vide irrigidirsi, e quasi - quasi - sorrise, mostrando cauto cosa tenesse nel proprio palmo. Fece scivolare la moneta sul medio, facendola roteare con il pollice ai piedi della compagnia dell’anello. «un penny per i vostri pensieri» esortò, lasciando che il sorriso facesse capolino sulle labbra, premendo divertito la lingua sulla guancia.
    I primi giorni dopo i contagi, erano stati abbastanza tranquilli. Ad una settimana, erano iniziate le prime rappresaglie.
    E CJ, dietro, a pulire. Mani avvolte in quella cazzo di crema al pesce che li obbligavano ad usare, incantesimi protettivi che servivano solo a far dormire meglio gli adulti, ed esperimenti puramente scientifici in cui trascinava ferite aperte – le sue, le loro – sulle pietre del castello, mostrando avessero lo stesso colore; odore; sapore, a seconda di quanto gli girassero i coglioni. Pagava il prezzo per le proprie marachelle? Qualche volta. Capitava che qualcuno lo denunciasse, e che dovesse dare pegno nella Sala delle Torture. Capitava che qualcuno dei docenti cercasse di parlargli, di capirlo; di aiutarlo, se CJ l’avesse voluto. Non voleva. E capitava che qualcuno non lo denunciasse, perché forte nei numeri, e si presentasse stropicciato al suo cospetto come un ratto di fogna al barattolo avvelenato.
    Tipo.
    «tu sei il problema!!!» Neanche si spostò, quando la boccetta lo colpì sulla tempia. Si limitò a chiudere gli occhi e sospirare, il pollice a trascinare l’inchiostro lontano dall’occhio, sporcandosi dita e guancia di impronte nere. La ragazza che aveva parlato, che aveva scagliato la prima pietra, e che si era prontamente nascosta dietro un’altra compagna, era una Serpeverde che conosceva. Qualcosa balenò negli occhi socchiusi di CJ, qualcosa che parve un po’ troppo tristezza per non esserlo, ma offrì loro uno sguardo piatto ed affatto accusatorio: non poteva biasimarli per essere cresciuti in una società fottuta.
    Ma poteva ancora fargli il culo per continuare ad alimentarla.
    «susan,» schioccò la lingua sul palato, avanzando di un passo verso la squadra di calcetto. Non potè che sorridere quando indietreggiarono, un sussulto comune a scuotere le spalle. Ci credevano davvero, che quella fosse la cosa giusta; di essere dalla parte della ragione; di essere i paladini coraggiosi contro il nemico pubblico. «susan» e la rabbia scivolò melliflua, ancora controllata, nel tono piatto del Knowles. Non esattamente contro di loro, ma anche. Almeno in parte. Non era un cazzo di santo, CJ, pronto a redimerli perché troppo stupidi per pensare con la loro testa. Scattò in avanti, afferrando con una mano la spalla della Serpeverde ed attorcigliando le dita della mano opposta attorno alla sua gola. Premette con il palmo sulla trachea, schiacciandola contro il muro e bloccandole le gambe con le proprie. «un giorno neanche tu sarai abbastanza per loro, ed io sarò lì a guardare» strinse la presa, ignorando i graffi sulle braccia, avvicinandosi per sussurrare al suo orecchio così che solo lei potesse sentire. «e ti darò una mano, e ricorderai questo momento e questa cazzo di boccetta, e saprai che il tuo culo sarà salvo per un fottuto sangue sporco, e allora quanto varrà la tua misera vita di merda?» Strinse un’ultima volta, afferrandola per le spalle e lanciandola contro gli amici immobili alle loro spalle. Li guardò, tutto angoli e linee dure, ancora sporco di inchiostro e polvere e sangue non loro ma neanche solo suo. «levatevi dal cazzo finché ho ancora voglia di lasciarvelo fare.» Ed era quante più parole avessero mai sentito dalla bocca perversa di CJ Knowles.
    Lo ascoltarono.

    Aprì gli occhi.
    Questo non è il mio letto.
    Li richiuse. Scivolò per terra quando sentì dei passi in avvicinamento, rotolando sotto la prima cornice disponibile – un letto? Una scrivania? - ed osservando in silenzio la Minaccia TM in arrivo. Non sapeva cosa fosse, o dove si trovasse, ma di una cosa era del tutto certo: chiunque avrebbe varcato quella soglia, si sarebbe trovato qualcun altro a cui rompere i coglioni.
    Non aveva neanche preso il suo primo caffè.
    honors
    storm
    I just keep chasin' the storm
    You don't know how long I've tried
    To ease us this downward slide
    Since every day's summertime
    My demons just multiplied
    cj (o)k.gifs cr.playlistaesthetic
     
    .
  3.     +7    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Inferius
    Posts
    212
    Spolliciometro
    +228

    Status
    Offline
    I sintomi lievi, quasi inesistenti ed irrilevanti della malattia sembrano essersi diffusi per gran parte della popolazione di Hogwarts, ma non è ancora preoccupante. Preoccupano piuttosto le situazioni di chi era stato già messo in quarantena (Tvättbjörn Cömmstaj e Johannes Belby sembrano aver sviluppato sintomi più gravi, mentre Imani Carter non è ancora ai loro livelli - ma comunque da tenere sotto controllo) e di chi ci è appena entrato (Jeremy Milkobitch, Dylan Kane, Daniel Shin, Erin Chipmunks, Mehan Tryhard, con sintomi tra il lieve ed il medio).

    (!!)1 se desiderate che tra i PG in quarantena ci siano PNG di vostro gradimento, potete tranquillamente citarli!

    (!!)2 i sintomi potete trovarli qui di seguito con un commento a piè di pagina redatto personalmente da Remo Linguini

    • asintomatico: asintomatico.
    • lieve: ma che è sta tossetta der cazzo, te lo piji 'no sciroppetto?, incontinenza.
    • medio: starnutisci nel braccio testa di merda; vertigini, reflusso + i precedenti.
    • grave: aò zì levate dalle palle ma no'o vedi che stai più dellà che deqquà; perdite di senso random e ingiustificate (ma brevi) (della serie: si spense, si accese), vomito, confusione generale + i precedenti.
    • gravissimo: ooooooh rega porco schifo chiamate er centodiciotto è morto - ricovero in infermeria (il San Mungo non li vuole, abbiamo il focolaio circoscritto).
     
    .
  4.     +7    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Death Eater
    Posts
    575
    Spolliciometro
    +1,397

    Status
    Offline
    pippotto davvero non necessario che potete risparmiarvi .
    arms crossed with the attitude, lips pouted
    «parla con me»
    Dopo quasi un mese di silenzi – ogni volta che apriva bocca, sentiva che l’ossigeno non bastasse; che non sapesse più cosa sarebbe uscito dalle proprie labbra, se un singhiozzo o una risata o un generico vaffanculo; che le parole non avessero più una forma definita a cui riuscisse a dare suoni; che avrebbe vomitato il poco cibo che, qualche volta, riusciva perfino ad ingerire – Mckenzie Leighton Hale guardò Harper, le mani sempre un po’ febbricitanti di lei poggiate sulle gelide proprie, e disse qualcosa.
    «scusa» Fu così inaspettato sentire la propria voce, ruvida e secca a far vibrare le corde vocali, che sussultò sottraendosi alla stretta della pirocineta, strizzando le dita in pugni chiusi sul proprio grembo. Non era… Non stava…? Inspirò e scosse la testa, umettando le labbra per prendere tempo, in dubbio se fosse per se stesso o da se stesso. Non riusciva ad incontrare lo sguardo di Harper, supplichevole e onesto e BuckyErinScott a farlo sentire colpevole e sporco. Continuò a scuotere la testa cercando di schiarirla, come se il movimento potesse bastare a riordinare le idee nei posti vuoti che gli spettavano; a graffiare nervosamente i propri palmi, sentendo improvvisamente caldo e freddo. Una costrizione al petto, cuore o polmoni non faceva differenza, ad obbligarlo ad alzarsi e mettere quanto più spazio possibile fra sé e … e? «vorrei -» annaspò, strinse i denti sull’interno della guancia. «non – no.» Premette la schiena contro il muro quando Harper si alzò, e si odiò per quello. Si odiò per il guizzo ferito sul volto di lei, per la confusione e le rughe preoccupate agli angoli della bocca, per quel cazzo di corpo in cui ancora non aveva imparato a convivere e che talvolta lo tradiva togliendogli aria e punti fissi. Si repulse per non saper mentire, ed essere avvezzo a farlo. «mi -» «mac -» «dispiace» e si odiò per come la voce si fosse rotta, spezzata come una foglia secca sotto le suole, altrettanto tremula e fragile. Non voleva essere quel genere di fr- persona. Non voleva essere quel tipo di persona, Mckenzie.
    E non voleva sentirsi in debito, sentire di aver sbagliato, quando Harper Hale era l’unica cosa di cui fosse mai stato sicuro in vita propria, ma la testa raramente andava d’accordo con il muscolo cardiaco e l’apparato respiratorio. Riusciva a razionalizzarlo; non riusciva a concepirlo laddove sarebbe stato più importante. Harper non… si meritava quello. Mac ci aveva provato per anni nel prima, e per anni nel durante, e per settimane nel dopo, ma era una guerra costante in cui non riusciva sempre a vincere. Capitava che dovesse sollevare le mani in resa, vulnerabile a giornate che sembravano non finire mai. Giornate che, negli ultimi tempi, si erano dilatate fino a diventare settimane e mesi.
    Non era colpa di Harper, però. Neanche di Mac - non volontariamente, almeno. Avrebbe voluto… parlare. Reagire. Continuava a ripetersi che avesse bisogno di tempo, ed a domandare agli altri che glielo concedessero. Tempo per cosa?, non avrebbe saputo dirlo. Si sentiva… tante cose – ingannato; incastrato in un loop; bugiardo – eppure, nessuna abbastanza da scuoterlo da quello stra maledetto torpore, rotto di tanto in tanto da attacchi di panico casuali che lo soffocavano con il battito del suo stesso cuore. Avrebbe dovuto rimanere al castello, continuare la parata delle missive che quotidianamente mandava alla ragazza raccontandole giornate che non viveva e sorrisi che non faceva. Scrivere poteva farlo, ed in quelle settimane l’aveva fatto. Si era scritto la storia in cui avrebbe voluto vivere e credere, dov’era ancora tutto semplice come l’estate passata a lamentarsi degli allenamenti di Joey, e le file per entrare ai musei. L’aveva raccontata così bene in ogni lettera spedita ad Harper, che una parte di lui si era convinta di crederci, abbastanza da uscire dal proprio porto sicuro per cercare l’unico conforto per il quale era sempre valso la pena combattere un altro giorno.
    Poi l’aveva vista, ed era ricaduto nella spirale dalla quale non riusciva ad arrampicarsi mai. Aveva tornato a chiudersi in se stesso, come faceva a scuola, dove non sentiva la mancanza di Harper perché non vederla significava non avere nulla da perdere. Egoista, nello scuotere il capo ogni volta che qualcuno – i suoi amici - tentavano di buttare giù il muro costruito fra sè ed il mondo, conscio che le loro palle da demolizioni frenassero l’accelerazione solo per rispetto delle sue scelte.
    Auto sabotaggio. Non avrebbe saputo definire meglio il proprio atteggiamento, se non con auto sabotaggio. Sapeva che parlare con Turo, e Willow l’avrebbe fatto sentire meglio; sapeva che cedere sorrisi alle battute di Gideon l’avrebbe fatto sentire meglio; che giocare, con il cuore e la testa oltre che con il corpo, al fianco di Joey e Kiel, l’avrebbe fatto sentire meglio. Che Joni e Livy, con le occhiatacce od i sorrisi pronti a illuminare ogni stanca, l’avrebbero fatto sentire meglio. Sapeva che suonare il pianoforte avrebbe alleviato la fatica di esistere, che ricamare e ritagliare e comporre abiti avrebbe reso più tollerabile espandere i polmoni, ma cazzo. Cazzo. Saperlo non significava che riuscisse a permetterselo, e non sapeva perchè, e non sapeva come uscirne. Come farsi aiutare. Voleva farsi aiutare? C’erano giorni in cui credeva di sì, ed altri in cui non si sprecava neanche a domandarselo. Frequentava le lezioni. Partecipava agli allenamenti. Andava a lavorare. La pelle in cui abitava continuava a vivere la sua vita come nulla fosse cambiato, ma Mac non era presente per assistere a quel passo in più che gli avrebbe concesso di esistere davvero.
    Si sentiva intrappolato molto prima che in una prigione ce lo mettessero davvero.
    Era nato nel 1903 a Londra (ma non era vero), un Hale fra Hale (ma non era vero), gemello di Harper (ma non era vero); si erano trasferiti a Sacramento, e da lì era stato trovato da persone che (già avevano fatto parte della sua vita, in un’altra vita ) l’avevano salvato e portato a Bodie, California, dove di lì a qualche anno aveva viaggiato (di nuovo) nel tempo, sentendosi nel posto sbagliato al momento sbagliato (troppe volte), e dove aveva trovato persone a cui (aveva detto addio e che non sapeva di star cercando) aveva dato la propria fiducia nella tacita promessa di ricominciare.
    Era una coincidenza troppo grande. Sentiva di non aver mai avuto una, mezza, scelta. Sentiva che il mondo fosse un posto troppo piccolo, in cui qualcuno l’avesse schiacciato fino a trovargli un’alcova. Non sapeva più cosa fosse reale, e cosa no. Chi fosse Mckenzie, e chi non fosse.
    Si sentiva smarrito. E solo. Ed era stupido, perché solo Dio sapeva quanto non lo fosse, ma non riusciva ad aprire gli occhi e vederli. Perchè? Perchè il suo cervello funzionava in modo diverso, lavorando contro di lui anziché insieme a lui.
    Guardò Harper - Erin- e volle dirle tutto.
    Che non fossero fratelli.
    Che lo fossero.
    Che non fosse Mac.
    Che lo fosse.
    Che non avevano perso tutto.
    Ma l’avevano fatto.
    E che tutta quella storia, quella favola raccontata da altri e venduta con copertine accattivanti e frasi ad effetto, non importasse, perché un’altra esistenza non cambiava il loro passato: sei la mia famiglia.
    «devo andare» fu quello che invece disse, voltandole le spalle prima di cambiare idea – o piangere, o arrabbiarsi, o perdere quel poco di senno che ancora si intestardiva a stringere intero nel palmo.
    Pochi giorni dopo, era arrivata la malattia.
    La quarantena.
    E Mckenzie aveva ricominciato a ridere.
    Da solo, per lo più. Confuso ed incredulo, con una mano a schiaffeggiare l’aria e liquidarsi, o premuta contro le labbra per impedirsi di farsi sentire. Sorrideva anche più spesso, ma non era mai il sorriso timido ed esitante di Mac: era stanco, e irreale; più sincero di tutte le scrollate di spalle che allontanavano le domande scomode dei suoi amici. Distratto. Ogni tanto, parlava perfino: diceva tante cose senza dirne alcuna, lingua sciolta da qualunque sostanza sciolta sul palato. Si rendeva conto di camminare sul delicato limite della dipendenza, ma era ancora dalla parte giusta della carreggiata: non faceva uso di sostanze illecite per andare avanti, solo per rendersi sopportabile, e non voleva rendersi sopportabile ogni momento di quell’ombra di vita.
    Guardava i propri compagni cedere sotto il peso dell’obbligo di rimanere al castello. Guardava concasati e non l’uno alla gola degli altri, perché spaventati o arrabbiati o entrambi, e non faceva niente - che era comunque un progresso; l’alternativa era fare qualcosa, e rimanere incastrato a prenderle di santa ragione. Era piuttosto certo che quel tipo di dipendenza – un dolore fisico rispetto a quello morale? Meraviglia – sarebbe stato più difficile da scrollare via di qualunque tipo di droga.

    Non si stupì quando, aprendo gli occhi, non riconobbe nulla. Aveva dormito in posti strange forte nelle ultime settimane.
    Quindi: «ok» Potendo scegliere, si sarebbe girato dall’altra parte per tornare a dormire, ma lasceremo la parola al Fato Bellissimo.
    imagine dragons
    lonely
    sleep it away, life in a day, and a day in a life mixing it up, checkin' it twice
    trying to breathe, starting to seize
    lights, camera, action and scene
    story of my life
    mac "h-"gifs cr.playlistaesthetic
     
    .
  5.     +6    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Bolla
    Posts
    125
    Spolliciometro
    +297

    Status
    Offline
    arms crossed with the attitude, lips pouted
    «clay»
    «dimmi!»
    «clay»
    «dimmi!»
    «clay»
    «dimmi!»
    «ClAY»
    «dImMi!»
    «CLAY»
    «DIMMI!»
    «ciao.» Kaz sorrise, entrambe le mani poggiate sul bicchiere di plastica vuoto dell’ultimo bubble tea preso quando ancora, bei tempi!, aveva il permesso di illuminare altri luoghi, oltre ad Hogwarts, della sua (scarsa, ma ci stava lavorando) magnificenza. Voleva dire solo quello, al suo MIGLIORE AMIKO. Il loro incontro era stato (mediocre) epico, con tanto di (Kaz che prendeva l’ennesima porta a gomitate; doveva ancora abituarsi al proprio lunghissimo, e scoordinato, corpo) sguardi incrociati mentre salivano slash scendevano le scale, ed il tempo a rallentare attorno a loro intrecciando due destini posti sullo stesso percorso. Un legame così immediato non poteva che essere frutto del (vivere nella medesima struttura; essere membri della Resistenza) Destino TM: Kaz Oh aveva deciso che Clay sarebbe diventato il suo migliore amico, la sua spalla, il Robin del suo Batman, lo Squid del suo Games, il bello del suo bello così poteva finalmente essere un ri-belle, eccetera eccetera, senza lasciare alcun margine entro cui il ragazzo potesse fare retromarcia. Era un infezione, il quasi-fu-dipendedachilochiede coreano, più tossica di quella che stava costringendo i loro compagni in Infermeria; recidiva. Inutile dire quanto fosse entusiasta ed euforico di avere finalmente qualcuno con cui dividere tutti i costumi di coppia trovati su Pinterest per Halloween, Carnevale, e il venerdì ci vestiamo strano perché è divertente. Il moro l’aveva accettato così com’era, anche quando si era fatto coraggio, ed aveva fatto outing: Clay non aveva battuto ciglio al suo essere un uomo etero cis, continuando a trattarlo come sempre (due giorni prima) aveva fatto, malgrado fosse una delle più grandi vergogne di Kaz. Lo tormentava far parte della stessa categoria di gran parte della tossicità mascolina in circolazione, e malgrado continuasse a ripetersi di essere diverso, speciale, e troppo bello per ricadere negli errori comuni dettati dalla norma dell’eterosessualità e genere biologico, era difficile accettare di non far parte della casta. Magari è solo una fase, giustificava, stringendosi in quelle spalle troppo strette e mingherline che lo classificavano ufficialmente come palo della luce.
    Comunque. «ti ho portato la colazione» lanciò una merendina, tassativamente ancora incartata e obbligatoriamente schiacciata, sul tavolo di fronte all’altro, aggiungendo un cartoncino di succo di zucca. Avrebbero potuto andare in Sala Grande e godersi un pasto in grande stile, certo, ma… c’era un’aria strana, di quei tempi. A Kaz piaceva l’attenzione, piaceva piacere, e le occhiate che percepiva incollate sulla nuca quando metteva piede nei corridoi in pietra del castello, sapevano di tutto eccetto che di ammirazione. Non stava propriamente evitando i compagni (sì invece.), FIGURARSI, si stava solo prendendo una...pausa spirituale, ecco, per ricalibrare il proprio chakra. Senza contare che meno lo vedevano, più sarebbe diventato bello una volta che l’avessero rivisto.
    Era tutto (non; ma vi pareva che Kaz fosse bravo in matematica? Che pregiudizi, solo perché era orientale!!! …. era pure coreano, mica cinese. duh) calcolato.
    «oggi andiamo a …..» picchiettò le dita sul tavolo mimando un tamburo, attendendo che Clay attivasse il terzokwore (dov’era il secondo? mistero) MiglioriAmici e completasse l’obiettivo del giorno insieme a lui, un’unica voce ad innalzarsi nella nebbia opaca dell’epidemia……. «SPIARE VAL!» «ESPLORAR- andiamo amico, provaci però.» Arricciò il naso, esponendo la propria delusione nel labbro inferiore sporto all’infuori. E CHE AVEVA VAL Più DI LUI, POI, CHE NE ERA DEL BROS BEFORE HOES, GLI AVEVANO MENTITO TUTTI?? L’amore *clap* platonico *clap* era *clap* importante *clap* quanto *clap* quello *clap* romantico *clap*anzi *clap* di più *clap* perché Kaz *clap* era più simpatico. Le basi! «ho anche portato i caschetti» fece rotolare triste uno dei caschetti in plastica verso il ragazzo, osservandolo con grandi e liquidi occhi bruni. Non si sarebbe mai permesso di farlo sentire in colpa, ma si sarebbe permesso di farlo sentire in colpa, perché – beh.
    Era Kaz. Non era che avesse molti altri amici a cui chiedere di andare a esplorare insieme. Non l’avrebbe mai ammesso, di fatti nelle sue mirabolanti avventure (inventate) citava sempre tizio, e caio o sempronio come compagni di giochi, però andiamo: Kaz era un bugiardo, ma era anche sempre stato troppo poco credibile perché chiunque potesse ritenere reali le sue menzogne. Lo sapevano tutti che qualunque cosa uscisse dalla sua bocca, fosse al settanta percento una baggianata.
    Voleva credere gli volessero bene, e lo venerassero di nascosto, anche per quello.
    (Non era così.)
    COMUNQUE. Il suo piano funzionò, facendolo sentire molto più astuto di quanto avrebbe dovuto l’aver convinto Clay ad esplorare Hogwarts con dei caschetti mimetici e delle mascherine colorate, ma – gentilmente – che nessuno glielo facesse notare. Non era un ego facile distruggere quello dell’Oh, ma non si sapeva mai. Perlustrare ogni angolo remoto e non del castello, era un passatempo con cui aveva iniziato a riempire le proprie giornate dal DAY ONE dell’emergenza sanitaria, e malgrado le sue scoperte non fossero state affatto scoperte («ohmiodio c’è una stanza dietro questa porta, tu lo sapevi???» «ci sono delle scale dopo queste scale» «qua dentro ci tengono i microchip con il 5Gi; giuro, li ho visti») l’entusiasmo di Kaz non ne era rimasto scalfito.
    Lo faceva perché si annoiava.
    Lo faceva perché le persone, in quello specifico periodo dell’anno, non gli piacevano quanto qualche mese prima.
    E lo faceva per cercare passaggi segreti, scappatoie, stanze segrete in cui nascondersi in caso di emergenza, o che potessero fare da rifugio per altri Ribelli in fuga: alla fine della giornata, era quello lo scopo di vita di Kaz.
    (Dopo il diventare Bello)
    (No dai, prima……….. ma di poco.)
    Per sentirsi utile. C’era poco che potesse fare in (qualunque. Non sapeva neanche tenere in mano un’arma. Non era neanche in grado di salvare i propri amici da coma e menomazioni. A malapena sapeva fare mascherine glitterate.) quella situazione, ed aveva bisogno di… sentirsi necessario. Di fare qualcosa, qualsiasi cosa, che non fosse rimanere rinchiuso nel proprio dormitorio aspettando che tutto tornasse (sarebbe tornato?) alla normalità, o che la malattia collezionasse tutti i suoi compagni come carte dei Pokèmon.
    (OVVIAMENTE, lui era immune. Alla propria nascita aveva fatto un patto con Dio – o una divinità simile. In qualunque cosa crediate, Kaz ci aveva parlato - : non sarebbe morto fino a che non fosse diventato Bello. Aveva ancora qualche anno per riassestare il proprio fisico prima di incontrare il creatore. O la creatrice. O *l* creatore. Quello, insomma.)
    Aveva ancora un piede sul gradino, quando sentii i mugolii. Corrugò le sopracciglia, testa reclinata sulla spalla mentre intimava a Clay di seguirlo: il suo rebel-sense(i) stava titillando, QUALCUNO AVEVA BISOGNO DI LORO!
    (Falso allarme; non erano quel genere di mugolii. Sarebbe andata meglio la volta successiva. Scusa Clay.)
    QUALCUNO AVEVA BISOGNO DI LORO!
    E davvero, quella volta. Si affacciarono su uno dei corridoi del piano infestato, trovando un gruppo di ragazzi intenti a spruzzare qualcosa - cosa - su una ragazza a terra. Le mani di lei premute sul viso, gemiti soffici e tristi a rimbalzare di pietra in pietra. Kaz Oh era esattamente il genere di ragazzo che (capitava sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato) non poteva trattenersi dal farsi coinvolgere; non poteva rimanere a guardare, sapendo che avrebbe potuto fare la differenza. Magari no, eh (leggasi: sicuramente no), ma non era tipo da rimorsi e rimpianti: ecco perché sfrecciò, luminoso come una stella, in direzione delle voci, mettendo in fuga i presenti convinti si trattasse di un fantasma. Ed ecco perché gli venne naturale porgere una mano, umida della crema con cui i prof li invitavano a spalmarsi, alla ragazza a terra per aiutarla ad alzarsi.
    E dire che avrebbe dovuto aspettarselo. «NON TOCCARMI» strillò quella, appiattendosi contro la parete, allungando un braccio per tenerlo a distanza. «io – uh» «STAI LONTANO» La guardò scivolare oltre le sue spalle per fiondarsi verso le scale, la mano ancora sospesa a mezz’aria.
    Confuso. Offeso. Affranto. Assaporò quelle sensazioni solo brevemente, ingoiandole prima che potessero diventare qualcosa di serio, rialzandosi in piedi e chiudendo la mano a pugno lungo il fianco. Sorrise a Clay, sistemando distrattamente il caschetto. «strange forte, di solito le ragazze mi corrono incontro» quando credevano gli avesse rubato qualcosa, principalmente, o che fosse un maniaco perché le fissava adoranti da lontano, ma perché specificarlo. «ti ho mai raccontato della volta in cui - » e parlò, parlò, parlò riempiendosi la bocca di aneddoti inventati e nomi privi di significato, rimpolpando il pezzo strappato dalla diffidenza e l’orrore della perfetta sconosciuta. Parlò quasi fino al momento di andare a dormire («non vieni a mangiare?» «no, sto seguendo una dieta orientale», che era comunque meglio rispetto a: dang, persone, ma showbiz baby), Kaz Oh.
    Perchè se riempiva i silenzi, non potevano farlo gli altri per lui.

    E poi si svegliò.
    Come avrebbe detto Fiziano Terro: e fuori è buio.
    «finalmente.»
    fine.
    twenty one pilots
    never take it
    Oh-oh-oh, they're trying hard to weaponize
    You and I, we'll never take it
    Oh-oh-oh, they're asking for a second try
    You and I, we'll never take it
    We'll never take it
    oh kaz.gifs cr.playlistaesthetic
     
    .
  6.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Inferius
    Posts
    212
    Spolliciometro
    +228

    Status
    Offline
    Il virus continua a viaggiare tra le mura di Hogwarts, mietendo nuove vittime. Negli ultimi giorni, tramite voci di corridoio, venite a conoscenza del fatto che Reagan Lynch, nonostante sia stata portata da poco nell'area protetta, ha sviluppato già sintomi gravi della malattia; in condizioni lievemente migliori rispetto alla ragazza si trova Dominic Cavendish, che in quanto infermiere è probabile sia stato fin troppo soggetto ai droplets della malattia. Anche Arturo Hendrickson, Remo Linguini e Amalie Shapherd sono stati confinati, con una sintomatologia ancora media.
    Sì aggravano le condizioni di Jeremy Milkobitch, Dylan Kane, Daniel Shin, Erin Chipmunks, Mehan Tryhard e Imani Carter: mentre l'ultima è ormai grave, gli altri si trovano in bilico tra le sue condizioni e quelle dei nuovi arrivati.
    Quelli che preoccupano maggiormente sono Tvättbjörn Cömmstaj e Johannes Belby, considerati gravissimi e portati altrove, in prognosi riservata: di loro, avete poche notizie e mai buone.
     
    .
  7.     +6    
     
    .
    Avatar

    «Remember this feeling. This is the
    moment you stop being the rabbit»

    Group
    Neutral
    Posts
    544
    Spolliciometro
    +977

    Status
    Offline
    ive tried to open my mouth and saying words before and i gotta say: i'm not a fan.
    joseph "joey" moonarie
    «non mi toccare»
    Si potrebbe pensare che questa frase fosse stata detta come avvertimento - tre parole prima del disastro... ma era stato joey a pronunciarla, e a Joey, gli avvertimenti, parevano stupidi: non era certo un insegnante o un babysitter (e se la gente lo considerava tale, voleva per lo meno essere ripagato per quello sforzo), non doveva essere lui a spiegare alle persone quello che dovevano o non dovevano fare.
    Quel non mi toccare era piuttosto una spiegazione al perchè avesse appena dato una gomitata sui denti al ragazzo - e, onestamente, era già più di quanto questi si meritasse, dopo aver afferrato il corvonero per la divisa da dietro nel cercare di fermarlo. Passi l'inseguirlo gridando insulti e minacce a vuoto, ma quelle sue mani del cazzo doveva infilarsene da altre parti.
    «Cazzo! Gli hai rotto il naso!»
    Joey, che già era pronto ad andarsene, guardò il ragazzo colpito e la sua amica ora isterica. Studiò il naso, il viso insanguinato. «no» era piuttosto certo, stava solo sanguinando-... «forse*»
    vabbè dai non era un medico, ma non gli interessava davvero: se il serpeverde avesse tenuto di più ad avere un naso dritto, avrebbe dovuto stare alla larga da Joey, duh. «La tua razza è fatta di bestie, non sapete neanche parlare civilmente!»
    Ora stava piangendo disperata mentre il suo amichetto mugugnava dolorante toccandosi il naso. Altri studenti si fermarono, incuriositi, indicando il Moonarie e scuotendo la testa.
    Joey non era un CJ: non aveva risposte piccate, non era pronto ad aprire gli occhi della gente su quanto fossero stupidi e ottusi, su quanto poco fossero lungimiranti a prendersela con metà della popolazione magica solo per le loro origini. Era un Joey: potevano dirgli quello che volevano, alle spalle, in faccia. Avrebbe sempre risposto allo stesso modo: «vaffanculo» voltandosi per andarsene.
    L'importante, era che non entrassero nel suo spazio vitale. «e mettete la mascherina, cazzoni»
    Detto ciò, andò verso il campo da quidditch non guardando più in faccia nessuno, tornando a ignorare i vari "il mondo magico non è per quelli come te", "tornatevene a casa vostra", "è colpa tua".
    Erano state settimane- diverse.
    Non difficili, non davvero - dopo aver perso un anno e mezzo di vita nel far west, e aver visto propri amici morire, cos'era poi una quarantena forzata a scuola? - ma di certo non... normali.
    Odiava non poter lavorare, e perdere soldi che gli sarebbero un giorno serviti. Odiava che gente che mai gli aveva rivolto la parola, per sua immensa gioia, improvvisamente pensasse fosse una buona idea mettergli le mani addosso. Soprattutto, odiava che la regola contro gli assembramenti impedisse le partite anche amichevoli di quidditch, e che quel gel maleodorante rendesse la scopa scivolosa... ma per il resto, si andava avanti.
    Si andava-
    «che cazzo.» avanti.
    Prese un grosso respiro, osservando la scritta gigante "Via i sangue sporco e babb(e)ani da Hogwarts" sul muro dello spogliatoio corvonero. Gigante e maleodorante: se poteva sperare avessero usato solo il fango per scrivere, di certo chiunque l'avesse fatta non aveva evitato di versare tutta la sua riserva di unguento magico.
    «Comico, no?» Si voltò verso la ragazza. La special neanche lo stava guardando, ma aveva solo occhi per la scritta, e un secchio con uno straccio in mano. Joey si accorse dalle dita sporche e rosse della ragazza che questa doveva già aver provato a pulire il muro prima dell'arrivo del ragazzo, con... scarsi risultati, evidentemente. «sono i loro genitori che mi obbligano a stare a hogwarts, eppure è colpa mia se non me ne vado» la ragazza (che evidentemente si era appena fatta una doccia, a giudicare dai capelli bagnati) alzò una spalla per pulirsi una macchia di fango dalla guancia, e se Joey non fosse stato Joey, si sarebbe accorto non solo che con la manica della maglia era stata asciugata anche una lacrima, ma anche che questa lacrima non era dovuta certo al cattivo odore pungente, ma a ben altro. «Oh beh!» Sorridendo allegramente, Fitz si voltò verso il moonarie indicando il muro. «ti spiace? Credo sia incantato come quelli a different lodge: non riesco a cancellarlo»
    my willing to be here is @404
    not found.
    3025 12.1k



    post inutile #ariception
     
    .
  8.     +6    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Muggle
    Posts
    168
    Spolliciometro
    +487

    Status
    Offline
    i have cried
    all my tears
    and all that is left is
    anger
    nikita "fitz" fitzgerald
    «uh-uh»
    Sorridendo, fitz indietreggiò, lasciando lo spazio al Moonarie di fare le sue magie. Ovviamente lo stronzo che aveva lasciato la scritta lì e nel corridoio di Different Lodge (ben lontano dagli sguardi dei legionari; pff, come se loro - maghi come i colpevoli - avessero voluto fare qualcosa) aveva usato un qualche incantesimo, così che gli special non potessero toglierlo. giusto per imbarazzarli un po' di più! Non era abbastanza obbligare Fitz e compagnia a vivere sotto il loro stesso tetto! Non era abbastanza farli sentire sbagliati! E fuoriluogo! E appestati! Perdonava giusto chi dimostrava di avere paura di lei, perchè avevano ragione ad averne.
    Ed era arrabbiata, ed era mortificata mentre guardava il corvonero cercare di pulire la scritta non senza difficoltà, sentendosi in colpa per la puzza insopportabile che ora aleggiava nello spogliatoio (quando, lo sapeva, il Cap teneva particolarmente che la stanza fosse sempre linda e pinta e - se non poteva profumare - per lo meno non puzzasse troppo di morte e perdizione; piuttosto faceva loro tenere le finestre aperte anche d'invero). In colpa! Lei! Come se fosse stata davvero colpa sua quell'atto codardo che qualche mago del cazzo aveva messo in piedi!
    La faceva ancora più infuriare il sentirsi responsabile.
    «il muro resta macchiato.» Fitz si sentì sprofondare, e distolse lo sguardo ridacchiando, fingendo andasse tutto alla grandissima. Cristo, Joey doveva starla odiando. Chissà se aveva il potere di scacciare lei e twat come cheerleader.
    «Possiamo metterci uno stendardo! Oppure- oppure lo teniamo di ricordo!» a ricordarle quanto le stessero sul cazzo i maghi e odiasse quella scuola, che persino quando pensava di aver trovato un posto dove essere accettata e apprezzata, riusciva a rovinare tutto «ci aggiungiamo sotto la foto di un'isola tropicale - no, a te piacerebbe di più un campo da quidditch. Qual è il campo più famoso da quidditch? Ecco, quello, e la frase "ce ne andiamo qua!"» lasciò il secchio a terra, battendo le mani fra loro. «geniale!»
    Joey la fissò in silenzio, e poi tornò a cercare di pulire il muro. «mi fa incazzare vederlo sporco»
    Non disse altro.
    Fitz non era certa se fosse offesa, o ancora più imbarazzata. Aspettò qualche altro secondo, poi dovette dirlo: «mi dispiace»
    Joey neanche si fermò. «perchè?»
    «per il muro» si morse la guancia. Spostò lo sguardo sul proprio armadietto (riconoscibile per le lucine da camerino di teatro che aveva messo sopra, con tanto di nome e cognome; una mossa geniale, a posteriori); quando l'aveva aperto, le era caduto addosso un cumulo di terra, ma almeno quello era riuscita a pulirlo via. Aveva sempre sognato di sentirsi come in glee, ma pensava più ai cori a cappella e i balletti a caso e le storie d'amore drammatiche, non tanto a... quello. «so che-... è soprattutto colpa mia e di twat» anche perchè aveva scassinato gli armadietti di tutti, ed erano gli unici che avevano avuto in regalo il kit del piccolo giardiniere. «che vuoi farci! ahah, sai, quando uno è popolare»
    «no» alzò lo sguardo verso Joey. «è colpa di chi l'ha fatta»
    Fitz annuì lentamente, un po' sorpresa, ma felice. «...grazie, Cap»
    «di cosa?»
    «non lo so» si strinse nelle spalle.
    Finchè Joey non decise che la macchina era sufficientemente andata via, Fitz rimase lì. Non parlarono, nessuno dei due ne aveva voglia o motivo, ma alla ragazza andava bene comunque: si allenava a guardare altri lavorare come sperava avrebbe fatto per tutta la vita. Non aveva voglia di incrociare altri purosangue, non aveva voglia di tornare a Different Lodge e vedere i musi lunghi e sapere come erano stati bullizzati i suoi amici quel giorno.
    «è un peccato» ruppe il silenzio Joey, con grande sorpresa della Fitgerald. «che non possiate giocare a quidditch, dico. Noi-»
    «non abbiamo riserve,» ridacchiò. «lo so»
    «cosa? no» aggrottando le sopracciglia, joey contò sulle dita. «abbiamo Ross, GJ...»
    «...»
    «... beh, basta. Sono comunque due. Volevo dire: sarebbe nello poteste giocare; il quidditch dovrebbe essere per per tutti» pausa. «se giocate bene. Sennò, sticazzi»
    Fitz, di nuovo, rise. «grazie-»
    «ecco» Joey si fermò del tutto, andando a fronteggiarla sulla panchina. «intendevo questo: non devi ringraziare. Chi ha fatto la scritta ha ragione su una cosa: voi siete parte della squadra» annuì serio. «vi guardiamo le spalle»
    Fitz sorrise. Non sapeva quale processo mentale avesse portato il Moonarie a dire tutte quelle parole, ma apprezzava il tentativo, e soprattutto, si rese conto, era felice di sapere che per loro facesse parte della squadra; non l'aveva mai vista così, pensando alle cheerleader, agli special, come realtà separata.
    «se hai problemi, vieni da noi»
    «allora se vuoi ti dico chi pestare a sangue e magari uccidere» ahahah joking



    unless
    «ok»
    Oh com'era bello farsi nuovi amici!
    my willing to be here is @404
    not found.
    3025 12.1k


    post inutile parte 2 #ariception
     
    .
  9.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Inferius
    Posts
    212
    Spolliciometro
    +228

    Status
    Offline
    Ultime notizie riguardo alla malattia in onore del compleanno di chuliah AUGURI ETEREA REGINA DELLA BUFALOTTA, GENERATA DALL'OBLIO, VOLATRICE DI SCALE speriamo il regalo ti piaccia, e non delle migliori.
    Il virus ha iniziato a mutare, a diventare più aggressivo. Molti non sembrano presentare alcun sintomo, tanti invece riescono a convivere con quelli più lievi; altri, purtroppo, non hanno la stessa fortuna del resto della popolazione hogwartsiana. Gli esperti non sanno dire quale sia il fattore che più incide sull'evoluzione del ceppo, affermano che sia casuale e ancora da definire, ma dagli studi sul territorio pare evidente che alcune mutazioni genetiche reagiscano diversamente rispetto ad altre.
    Tra coloro che sono stati inseriti nell'area protetta, molti sono rimasti stabili nelle proprie condizioni - altri si sono aggravati, nuovi sono arrivati; nessuno ha dato segni di miglioramento.
    Preoccupano particolarmente le condizioni dei già confinati Dominic Cavendish e Reagan Lynch, nonché quelle di Franklyn Daniels che come dice Pandi è passato dal "sto benissimo grazie" al "non sento niente" nel giro di un giorno: tutti e tre, così come Johannes Belby e Tvättbjörn Cömmstaj prima di loro, sono passati ad uno stato di incoscienza che fa significativamente temere per loro.
    Ad aggravarsi è anche l'assistente di Erbologia, Erin Chipmunks, ed il docente di Controllo dei Poteri, Nathaniel Henderson, che fino ad ora affermava di non avere avuto nessun problema.
    Si aggiungono, infine, al gruppo dei malati anche il guardiacaccia Andrew Ström e Oscar Soleis-Hendrickson.

    Confidiamo che il prossimo bollettino possa portare buone notizie a tutti.
     
    .
  10.     +8    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Neutral
    Posts
    416
    Spolliciometro
    +931

    Status
    Offline
    Hide my head, I wanna drown my sorrow, No tomorrow

    che joni fosse arrabbiata non era una novità — per un motivo o per l'altro si portava sempre dietro un bagaglio di collera del quale faticava lei stessa a riconoscere l'origine; le serviva una costante valvola di sfogo per evitare di dire (o fare) la cosa sbagliata al momento sbagliato, e nel quidditch sembrava averla trovata. anche picchiare Julian di tanto in tanto dopo un'intensa schermaglia fatta di battute sul Natale e provocazioni varie aveva funzionato bene, almeno fino all'inizio delle vacanze estive.
    quello che nessuno aveva mai visto, nemmeno nelle situazioni più disperate (vedi: tottington), era una joni peetzah terrorizzata. odiava quella versione di se stessa, il modo incoerente con cui il cuore prendeva a batterle più rapido nel petto quando meno se lo aspettava, il ritrovarsi improvvisamente incapace di respirare; allora doveva fermarsi, interrompere qualunque cosa stesse facendo, premere la schiena contro il muro e chiudere gli occhi. contava, joni, dieci e poi venti e trenta, a volte bastava e a volte no — se lo sentiva battere fin nelle orecchie, quel muscolo cardiaco difettoso, e stringeva i denti così forte da temere di romperli. «starà meglio, vedrai» anche se joni non chiedeva — praticamente non parlava affatto, continuavano a ripeterglielo: sana, livy, Val, mac; quelli che il problema vero, la causa scatenante del suo malessere l'avevano capita subito.
    la quarantena, la malattia, niente di tutto quello avrebbe potuto far vacillare la tassorosso.
    ma Dylan che si ammalava?
    un nervo scoperto che la ragazzina avrebbe tanto preferito non sapere mai di avere.
    «non me la lasciano neanche vedere» quella era la prima volta che apriva bocca da quanto, due giorni? tra tutti, poi, proprio con quel Bolton al quale non rivolgeva la parola da mesi. lo aveva volutamente ignorato per tutta l'estate, confusa suo malgrado dal cosa fosse effettivamente cambiato nelle loro dinamiche, e quando la scuola era ricominciata joni aveva fatto di tutto per evitare che le loro strade potessero incrociarsi: se lo vedeva in lontananza (e non era difficile visto che sovrastava gran parte della popolazione studentesca), lei si dileguava come un jess mariano qualunque alla vista di Rory. «lo so» e poi il silenzio, quello di cui forse la tassorosso aveva bisogno e che incredibilmente julian aveva capito di doverle dare: niente battutine, niente tentativi di stuzzicare il cane dormiente. un po lo odiava, per essere cosi.
    e un po si odiava, joni, per non essere in grado di fare qualcosa — di utile, possibilmente. così, presa da una paura che non conosceva e da quel senso di impotenza che invece l'aveva già accompagnata in passato (piz morente, anyone?), si era detta che poteva almeno (picchiare Giuliano) prendersela con chiunque andasse in giro per i corridoi come un cazzo di dottore della peste ad accusare mezzosangue e special di aver distribuito la versione magica del coviddi: ed in effetti lo aveva fatto. «gli ho tirato un calcio nelle palle, a Noolan- ancora.» guardò altrove, fingendo di non vedere il mezzo sorriso sulle labbra del Grifondoro, il Sole un po troppo spento «si, so anche questo» e joni annuí, ricordando perché, tutto sommato, un po' parlare con Giuliano le mancasse.

    aprì gli occhi dopo una notte agitata, labbra dischiuse a cercare quell'ossigeno che sembrava non voler mai arrivare «mh» aveva toccato qualcosa, decisamente di inatteso — pene, ma non benissimo.

    michael andrews
    mad world
    All around me are familiar faces
    Worn out places, worn out faces Bright and early for the daily races
    Going nowhere, going nowhere Their tears are filling up their glasses
    No expression, no expression
    joni p.gifs cr.playlistaesthetic


    post inutile ciao ❤


    Edited by yeet! - 24/10/2021, 11:26
     
    .
  11.     +9    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Death Eater
    Posts
    297
    Spolliciometro
    +871

    Status
    Offline
    arms crossed with the attitude, lips pouted
    «Andrà tutto bene» un cazzo! Non andava niente bene. Niente. Hogwarts, il posto più sicuro al mondo non lo era più anche se non veniva detto ad alta voce ma certe cose si potevano percepire nell'aria. Costas aveva da sempre pensato che il castello fosse la sua vera casa, il luogo dove poteva essere se stesso e vivere liberamente ma da qualche settimana non era più così felice. Non era solo quella malattia a rendere l'aria insopportabile ma era anche la situazione con Arturo che non stava andando come aveva sperato. Avevano trascorso tre giorni ( credo) insieme ed erano stati felici, sereni e aveva conosciuto un lato del latino senza pensieri che lo faceva impazzire. Non glielo aveva dato, ma cerchiamo di essere più dolci e diciamo che non erano ancora arrivati a quel punto anche se la voglia era tanta. Invece una volta tornati a Hogwarts tutto era cambiato, si era di nuovo allontanato e avevano fatto così tanti passi indietro che sembrava quasi che neanche si conoscessero.

    «Per quanto tempo continuerai a non parlarmi?»
    «Ma lo stiamo facendo»
    «Hai capito cosa intendo, posso sapere cosa succede?»
    «Scusa devo andare»

    Era praticamente impossibile parlare con Arturo da quando avevano iniziato l'anno scolastico, era decisamente peggio dell'anno prima perchè ora non riusciva neanche a provarci, era impossibile parlarci o anche solo avvicinarlo. Ogni giorno provava anche solo perchè prima di diventare amanti, se così si potevano definire, erano amici e sapeva che c'era qualcosa che lo tormentava ma non sembrava pronto a parlargli. Si vedevano a lezione e agli allenamenti ma più di questo non c'era e a lui mancava provocarlo, ridere con lui ma soprattutto baciarlo ma doveva pur andare avanti, aveva solo sedici anni e mica poteva morire dietro a qualcuno che non lo voleva. Questo era quello che si ripeteva e magari avrebbe anche funzionato.
    «Che ne dici se saltassimo la lezione e non so andiamo nei bagni tipo?» Purtroppo erano confinati dentro al castello e non poteva chiedere di uscire alle ragazze, doveva accontentarsi di un triste bagno ma per qualcuna non sembrava essere un problema. E lui aveva bisogno di spensieratezza visto che col suo capitano di certo non stava andando come voleva.
    «tu pensi al sesso mentre intorno a noi la gente si ammala»
    E così sembrava pure una persona insensibile ma non potevano di certo continuare a preoccuparsi per quella cosa, dovevano andare avanti no? Lui almeno. «Si lo so ma forse dovremmo svagarci non credi?»
    «e Arturo?» sempre solo lui, come se fossero stati una coppia. Lui era libero di farsi chi voleva no?
    «cosa c'entra lui?»
    «é in infermeria»
    Cazzo! Non stava andando niente bene e non sarebbe migliorato. Non aveva visto Arturo e ora era in infermeria.

    Cazzo! erano da due settimane che non poteva parlarci o avvicinarsi ma ogni tanto chiedeva informazioni ad Amalie sulla sua salute, non era così menefreghista come sembrava. Fingeva che andava tutto bene come gli era stato chiesto, usava le precauzioni e provava a sorridere ma tutto quello era decisamente una merda. «Andrà tutto bene un cazzo!»

    Un altro giorno e un altro giorno del cazzo, ma doveva farlo. Anche se qualcosa non tornava. Dove era? «Ma ho le tette!!» priorità.

    Xena
    Xena Warrior Princess
    In the night, I lie and look up at you
    When the morning comes, I watch you rise
    There’s a paradise they couldn’t capture
    That bright infinity inside your eyes
    Costas Motherfuckagifs cr.playlistaesthetic


    Edited by Costa(nzo)s - 22/10/2021, 19:58
     
    .
  12.     +9    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Inferius
    Posts
    75
    Spolliciometro
    +214

    Status
    Offline
    arms crossed with the attitude, lips pouted

    Sana era di natura una persona solare e cercava sempre il lato positivo in ogni cosa ma ultimamente anche per lei stava diventando difficile riuscire ad avere sempre una parola di conforto e sorridere. Voleva essere una buona amica per Joni che chiaramente aveva paura per Dylan ma anche lei ora iniziava ad averne, non era facile pensare positivo quando tutto intorno a loro stava peggiorando. Ne sarebbero usciti?
    «Mi manca Didy» confessò a Livy e Thor, ora che erano solo loro poteva anche essere triste, dato che con Joni doveva sempre ottimista e col sorriso per non aumentare l'ansia. L'assenza della compagna si faceva sentire, il terremoto del dormitorio, le mancava la sua esuberanza. «Quando guarirà le farò vedere una nuova coreografia!» doveva pensare così per non rischiare d'impazzire e pensare sul serio a qualcosa di divertente da fare una volta che fosse guarita. «Mi è appena venuta un'idea» Si alzò e prese per mano Livy «impariamola noi e gliela mostriamo appena torna» e poi afferrò una Thor che d'imparare quelle cose era sempre pronta. Non avrebbe accettato un no come risposta, avevano bisogno di non pensare, di fare qualcosa che non fosse disperarsi per Didy. «Dai Thor, farà piacere a Didy, pensa che lo facciamo per lei» le sorrise, forse in quel modo riusciva a convincerla. Sapeva che era difficile ma magari facendole gli occhioni dolci riusciva a convincere la De Thirteenth. Accese la musica e prese a muoversi, amava improvvisare e ben presto avrebbe creato qualcosa che avrebbe permesso anche alle due compagne di imparare, poi sarebbe anche arrivato il momento di Joni, anche lei aveva bisogno di svagarsi per qualche ora.

    Aveva funzionato? Forse si e per una volta avevano staccato la mente, l'ansia si era assopita per qualche ora e la stanchezza aveva preso il sopravvento così da farla crollare senza venire sopraffatta dalla paura di perdere Didy e tutti gli altri malati. Quella malattia sconosciuta era spaventosa e cosa più grave sembrava che nessuno sapesse come fare per fermarla, anzi sembravano sottovalutare quello che stava accadendo. Guardò il letto vuoto di Didy «Ok basta pensare!» non poteva farsi venire un attacco di panico in quel momento, non ora che tutte sembravano tranquille, compresa Joni. Chiuse gli occhi.

    Quando aprì gli occhi qualcosa non tornava «Oddio!! sono tra le persone alte!!» le priorità dei miei pg è molto chiara.

    Everglow
    Promise
    Looking in a mirror
    Mirror on the wall
    이제 문을 열어줘
    삼킬 것처럼 너를 비춰
    Sana Parkgifs cr.playlistaesthetic
     
    .
  13.     +6    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    41
    Spolliciometro
    +39

    Status
    Anonymous
    tumblr_inline_pcyltpu0FJ1t8d1vp_1280
    Hailey doveva ancora abituarsi ai nuovi ritmi della nuova scuola, alle nuove regole e tutto il resto. Era sempre stata una ragazza che non si faceva problemi nel conoscere nuova gente, nel fare amicizia,nel buttarsi a capofitto nelle situazioni nuove eppure si sentiva a disagio in quel posto. Certe volte si domandava se avesse fatto bene nel seguire la decisione dei suoi e venire qui o se avrebbe dovuto rimanere a Salem. Sapeva che se era stata mandata ad Hogwarts era perché i suoi credevano molto nel regime dei mangiamorte e lo psicologo diceva che le avrebbe fatto bene rimanere lontana da casa. Su questo non ci pioveva, Hailey stava giá molto meglio senza l'assillante presenza dei suoi pseudo genitori. Bisogna tenere conto che c'é un 'ma'. L'intero castello é stato messo in quarantena per evitare ad una malattia di espandersi e questo crea in Hailey una costante sensazione di imprigionamento che la porta a soffrire di insonnia. Aveva giá provato la terribile sensazione di essere isolata rispetto a tutti, di vivere in un mondo perfetto e privo di problemi creato appositamente per quelli come lei. All'istituto clinico era cosí, ci si svegliava tutti alle sette del mattino, si faceva colazione e poi ognuno aveva un'area in cui andare e doveva dedicarsi a quello. Alla grifondoro quel posto non era mai piaciuto e non le era mai piaciuto nemmeno il modo in cui trattavano i pazienti e cosí, il piú delle volte, cercava un modo per allontanarsi e per fumare in santa pace. E quel pomeriggio, dopo l'ultima lezione, aveva cercato di fare lo stesso. Si era andata ad accampare in un posto lontano da occhi indiscreti ed era rimasta a fumare e a lasciare che i suoi pensieri scorressero liberi. Poi era andata a cenare ed infine si era chiusa nella sua stanza con l'intento di chiudere gli occhi e ce l'avrebbe fatta se la sua compagna di stanza non avesse avuto voglia di parlare. Cosa credi che stiano facendo gli altri? Domandó voltandosi sul fianco sinistro per guardarla dritto in faccia. E cosa vorresti fare? Le aveva detto che non era da veri grifondoro starsene nelle proprie stanze a non fare nulla e ad aspettare che la notte passasse. Obbligo o veritá? Sei seria? Tra le streghe di Salem era un gioco molto popolare e le uniche volte che aveva giocato, era finita per andare a letto con qualcuno dei ragazzi. Ci sto. Si convinse e con un mezzo sorriso, seguí la sua compagna di stanza per andare a cercare altri giocatori. Dopo che erano al completo iniziarono a giocare, ad Hailey fu chiesto di baciare un ragazzo – che non aveva mai visto –, di bere due shottini di fila e senza fare una pausa e di sedersi in braccio ad una ragazza. Fino a quel momento, nulla di eccezionale o troppo entusiasmante. Le pre passarono cosí velocemente che Hailey non si rese conto di essere crollata. L'indomani, il risveglio fu abbstanza traumatizzante. Aveva la testa che scoppiava per aver esagerato con le bevande alcoliche e aveva la nausea ma quello era un altro problema. Dove diavolo sono? Esclamó guardandosi intorno. Devo aver bevuto davvero un sacco ieri sera per non ricordarmi dove sono e come ci sono finita.


    Post bruttino e un pó inutile but Hailey c'é. :king:


    © gif page


    Edited by brokenarrow - 25/10/2021, 10:27
     
    .
  14.     +7    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Death Eater
    Posts
    102
    Spolliciometro
    +263

    Status
    Offline
    arms crossed with the attitude, lips pouted
    Con uno sbuffo silenzioso si girò su un fianco e si tirò le coperte sopra la testa; il fap fap continuo che si sentiva ogni notte nel dormitorio era stato simpatico all’inizio, divertente, una sorta di segreto che solo tra concasati si poteva condividere, ma ora iniziava a diventare estremamente fastidioso e snervante. Com’era possibile toccarsi affondando nel cuscino vuoto del “capitano” che ormai era in infermeria da… quanto, esattamente? Aveva perso il conto e avrebbe detto troppo poco di norma, ma quella situazione, quel lockdown forzato tra le mura della scuola, con gente che veniva portata in infermeria e lasciata lì senza dare assolutamente nessuna garanzia ai sani su quando avrebbero rivisto i compagni, né se li avrebbero rivisti, al Serpeverde non piaceva affatto.
    Chiariamo una cosa: a Mort non dispiaceva non avere il muso lungo e apatico di Arturomaria tra i piedi, ma avrebbe preferito non avercelo per meriti suoi, perché magari aveva finalmente abboccato alla trappola che piazzava da almeno un mese (cioè da quando era iniziata la scuola) per chiuderlo e r m e t i c a m e n t e nel bagno dei prefetti per almeno un paio d’ore, meglio ancora se una giornata intera, ma in un modo o nell’altro lo spilungone spagnolo l’aveva sempre scampata, e la cosa, innegabilmente, al cercatore rodeva molto.
    Alzò la testa dal cuscino con uno scatto, voltandosi verso il letto del Motherfucka. Avrebbe voluto urlargli di smetterla di trastullarsi, di andare perlomeno in bagno e farlo privatamente, ma non sapeva come stava reagendo in realtà il battitore alla lontananza dell’Hendrickson, e non sapeva ovviamente a che punto della “relazione” erano i due compagni di casata (e non avrebbe mai voluto saperlo), quindi raccolse tutta la sensibilità che gli rimaneva ed evitò di disturbare l’amico, decidendo saggiamente di evadere da quella stanza.

    «sai» picchiettò le dita sul bracciolo di pelle della poltrona «trovo questa situazione decisamente snervante» si guardò intorno nella sala vuota e sbuffò visibilmente stizzito «cioè questa scuola è veramente gestita da un branco di incompetenti – e il lockdown, e il coprifuoco, e prima non si può andare a correre, e poi possiamo uscire solo se c’abbiamo i cani, e poi i congiunti» si prese una pausa riflessiva per alzare lo sguardo al cielo e sbuffare pesantemente «ma poi chi cazzo sono questi congiunti, quello» il vicepreside mitchell, nda «quando gliel’ho chiesto ha anche osato fare l’esempio “tipo tu e Costas, no? siete congiunti perché siete della stessa casata” e fin qui ancora ancora perché a Costy gli voglio pure bene, ma poi ha detto» continuò, scimmiottando la voce del Winston «“ma visto che viviamo tutti sotto lo stesso tetto diciamo che potrai considerare anche mhm… la Beckham va’, la prima che mi viene in mente, come tua congiunta”» si era fatto rosso sul viso a ripensarci e ora scuoteva la testa «di tutti poi proprio quella, preferirei uccidermi piuttosto che essere suo congiunti» rip mortino our beloved friend «sai che ti dico? Domani evadiamo!» alzò un sopracciglio «ma sì, scappiamo da qui che ce ne frega, loro ci vogliono rinchiudere, vogliono toglierci le idee e la libertà, ma noi siamo più scaltri, furbi, dobbiamo essere più intelligenti»

    «ed ecco qua» finì di spiegare il suo piano per evadere da Hogwarts e marcò la cosa chiudendo il pennarello con il tappo, guardando sul divano con fare risoluto ed entusiasta per la prima volta dopo settimane di chiusura totale. «non preoccuparti, andrà tutto bene e ci riusciremo, fidati di me» e con ciò, a notte ormai inoltrata, sperando che Costas avesse ormai concluso la sua routine, prese Janice per la mano e la portò di nuovo a letto.
    Il letto di Janice si trovava a poca distanza dal suo, in quello che una volta era il posto del compianto Chiaki – che i compagni di casata avevano prontamente sostituito con… Janice, la bambola gonfiabile a cui avevano disegnato capelli neri lunghi e occhi a mandorla per renderla più simile al defunto amico, e sì, il Rainey aveva legato molto con la bambola in quelle asfissianti settimane di quarantena, lei sembrava capirlo veramente, lo ascoltava!!!

    Il mattino successivo si svegliò, pronto a mettere in atto il suo piano per evadere. «Janice?» ancora in dormiveglia, si girò e rigirò nel letto solo per accorgersi che in realtà non era un letto – o comunque non il suo letto. «Janice?» solo dopo un po’ decise di aprire gli occhi e mettersi a sedere, per fare la triste scoperta. «Oh»
    olivia rodrigo
    brutal
    They say these are the golden years
    But I wish I could disappear
    Ego crush is so severe
    God, it's brutal out here
    mort r.gifs cr.playlistaesthetic


    SPOILER (click to view)
    inutile, senza senso, e pure sgrammatico!! a new level of post
     
    .
  15.     +8    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Muggle
    Posts
    235
    Spolliciometro
    +543

    Status
    Offline
    Hide my head, I wanna drown my sorrow, No tomorrow

    ty non possedeva LaVista™, ma un po' se lo shentiva comunque.
    era solo questione di tempo prima che il coviddi mutasse fino a colpire anche i maghi — variante delta who??? quelli non avevano mai conosciuto un giorno di tosse asfittica, mai provato la sensazione di morte durante un'influenza, o dovuto passare chili di vix vaporub sul petto fino a farsi lacrimare gli occhi solo per riuscire a dormire la notte: sembrava che il karma avesse finalmente deciso di colpire.
    e per un po', un lasso di tempo brevissimo e allo stesso tempo infinito, l'altair era stato persino felice di essere finito in lockdown; un pensiero egoista, che non si era osato esprimere ad alta voce, ma lo aveva conservato gelosamente nel cuore come un guilty pleasure di cui è meglio non fare parola.
    magari sarebbero rimasti segregati per mesi, come era successo in Italia nel 2020. forse, così, non sarebbe dovuto tornare a casa.
    alla fine era solo un cazzo di raffreddore, giusto?
    non gli era nemmeno importato quando avevano iniziato a prenderlo di mira, e intendo piu del solito: il primo insulto era sciovolato addosso a ty senza lasciare traccia del suo passaggio, mentre il primo spintone che l'aveva mandato contro un muro qualche segno nella pelle lo aveva inciso. ma gli importava davvero? no. credeva di si, all'inizio, eppure andava a dormire la sera sentendosi (dolorante e) leggero, quasi al sicuro — soprattutto perché c'era una livy incazzosa a difenderlo.
    poi quel piropirla di Hans aveva iniziato a starnutire.
    a tossire.
    a vomitare.
    poi non lo aveva più trovato in dormitorio, e quello era stato il momento in cui la bolla che l'altair si era creato attorno per tenere fuori la malattia e i lividi sul viso aveva fatto puff ed era scoppiata. «ah! quando si riprende vedi, lo strozzo con le mie mani!» avrebbe voluto potersi arrabbiare com'era arrabbiata bri in quel momento, taichi limore — come valvola di sfogo era molto più efficace dell'apatia nella quale era piombato lui, anche se gli occhi scuri della special non li aveva mai visti così lucidi.
    era stanca, bri, di aspettare senza poter fare niente.
    ty la capiva, ma essere di conforto non rientrava certo fra le sue skills: sapeva che se avesse aperto bocca per tirarle su il morale avrebbe fatto più danno che altro «se si riprende» infatti «non dire cavolate, taichi. o sarò costretta a strangolare anche te» una prospettiva quanto mai allettante, ma questo all'amica non lo disse «ok» poteva limitarsi giusto a quello, il diciassettenne, stringendo un po più forte le ginocchia ossute al petto, con il muso di Pentacolo che gli premeva con inaspettata delicatezza contro un fianco.
    persino la capra satanica aveva perso gran parte delle sue energie, da quando la situazione aveva iniziato a precipitare — teoria del piano inclinato, legge di Murphy, semplice sfiga: se una cosa può andare in vacca, lo farà.
    «tanto non possiamo farci un cazzo comunque, no?» ecco come affrontava le situazioni scomode taichi limore, non affrontandole; era persino sollevato all'idea di non poter comunicare con behan, rimasto fortunatamente fuori da quel casino, per quanto gli mancasse. altrimenti avrebbe dovuto mentire al ragazzo e non voleva — perché l'alternativa, dirgli che suo fratello stava probabilmente andando al creatore, non era nemmeno immaginabile «tu potresti cominciare smettendola di farti picchiare» ty sollevò la testa, mettendo così in mostra un ematoma violaceo sullo zigomo sinistro che non ricordava affatto di avere, o quando gliel'avessero procurato «pensi che me le cerchi di composito*?» non c'era traccia di sfida nella voce sottile dello special, forse qualcosa che sapeva più di sorpresa e confusione «proposito, ty. perché, non è cosi?»
    alché taichi non rispose.
    chi cazzo lo sapeva?


    «shiudhdj shcujs oeid» che tradotto dal biascichese suonava più o meno come un 'ancora cinque minuti', o forse si trattava dell'ennesimo rito satanico in quel di Hogwarts — dipende tutto dai panlelia (che il correttore xiaomese mi cambia in pandemia e non credo esista niente di più azzeccato).
    comunque c'era qualcosa che non andava, nella sua voce.
    o nel modo in cui si sentiva: cos'era quella, voglia di vivere? strange forte.

    michael andrews
    mad world
    All around me are familiar faces
    Worn out places, worn out faces Bright and early for the daily races
    Going nowhere, going nowhere Their tears are filling up their glasses
    No expression, no expression
    taichi l.gifs cr.playlistaesthetic
     
    .
22 replies since 14/10/2021, 21:28   1102 views
  Share  
.
Top