Posts written by c'est la fucking vie

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    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    soft
    idiot
    sappy
    motherfucker
    sentimental
    bastard
    archibald dominique baudelaire leroy
    Una giornata come tutte le altre.
    Poche ore di sonno mentre cercava di incastrare due lavori che amava e che lo tenevano ancorato ad una vita ormai cambiata, sorrisi sghembi agli avventori della panetteria, battute e lamentele ad amici e colleghi, sbadigli e mal di testa e Dio, ancora quelle immagini, ricordi e possibilità che non gli appartenevano, sogni ad occhi aperti pronti destabilizzarlo ogni volta che non era abbastanza veloce a ingoiare un potere che ancora non controllava. Ancora il senso di perdita, ancora l'impressione di essere maledetto, ancora la paura di guardarsi allo specchio e vedere un bambino di dieci anni abbandonato da chi avrebbe dovuto proteggerlo ed arrabbiato con chiunque per questo.
    Niente di diverso dal solito (o da quello che almeno, ormai, era diventato il suo solito).
    Solo che non era davvero una mattina come tutte le altre. E neanche lo sapeva.
    Non poteva saperlo, Arci, quando si era avvicinato pronto a bussare alla porta della camera da letto vuota, ridendo fra sé e sé per la propria stanchezza.
    Non poteva saperlo quando aveva notato le troppe tazze nel mobile della colazione, e si era chiesto distrattamente perché Aidan avesse rubato a casa Eubeech quella roba a tema Star Wars.
    Non poteva saperlo quando aveva trovato una pergamena abbandonata sul tavolo in salotto con dei compiti di sdm abbandonati al loro destino, e li aveva lanciati nello zaino ripromettendosi di restituirli al povero studente a cui li aveva presi per sbaglio.
    Non poteva saperlo guardando un po' confuso, un po' annoiato, i tanti piccoli segni della presenza di un terzo (ex) abitante di quella casa.
    Non poteva saperlo quando, toccati i fu oggetti di tale coinquilino per metterli a posto, aveva ricevuto un insolito (e ironicamente piacevole) silenzio.
    Una giornata uguale a quella prima in tutto e per tutto - anche nel suo alzare lo sguardo di scatto verso l'ingresso quando la magia lo avvisó del rientro a casa di Aidan.
    Il rapporto di Arci con la sua (ormai non più) nuova... situazione, era ancora particolare. Preferiva non parlarne, non pensarci, e aveva stiracchiato il potere volontariamente talmente poche volte che non era una sorpresa che di tanto in tanto gli esplodesse in faccia, offeso di essere relegato a contrattempo piuttosto che esercitato come dono.
    La chiaroveggenza era ancora un punto dolente, visto che averla significava aver perso la Vista, l'animagia, la sua bacchetta...
    Riconoscere l'arrivo imminente a casa di Aidan e di- di- (Aidan e basta) rientrava nelle poche cose in cui eccelleva di natura come chiaroveggente.
    La sua magia gli sussurrava sempre nell'orecchio quando il Gallagher stava arrivando, forse riconoscendo il piacere che questa notizia portava, e Arci accoglieva ogni volta l'avviso con un sorriso. Non lo aveva detto al compagno, certo che Aidan lo avrebbe preso in giro per il suo romanticismo, per il modo in cui tutte le lamentele dette o silenzione (odiava quel potere. Odiava non essere più un mago), si scioglievano nel momento in cui c'entrava il Gallagher.
    Non avrebbe capito.
    O avrebbe capito troppo bene per volerne parlare.
    Quando Aidan ci mise più del solito a varcare la soglia, fu Arci ad andargli incontro, curioso del perché ci stesse mettendo tanto, affamato di vederlo come non sapeva spiegarsi e sentendo una nostalgia carogna e confusa per le sue mani addosso, i denti sul collo, le labbra sulla pelle tiepida - nostalgia che sapeva non avere senso di esistere visto che erano visti solo- tre- uno- giorn- (si erano appena visti).
    Sorridendo divertito aprì la porta.
    E non fu più un giorno come tutti gli altri - anche se per tutti i motivi sbagliati.
    «Aidan» cauto (più di quanto il suo cuore a battere veloce nel petto avrebbe richiesto), come lo sarebbe stato con un gatto, sia nel pronunciare il suo nome sia nell'allungare la mano. Il sorriso era sparito, gli occhi scuri fattisi preoccupati. Spaventati. Arrabbiati. Strinse il pugno, prendendo un respiro profondo e quasi minaccioso. C'era qualcosa di sbagliato nel Gallagher, anche se non avrebbe saputo decidere cosa (non solo nell'espressione, fisicamente), e rischiò a distogliere lo sguardo per cercare tracce di sangue su di lui (cos'è successo chi è stato lo ucciderò non dovevi andare-), non trovando però, a vista, risposte ai suoi dubbi.
    Un bene, forse. Un male, se il problema di Aidan, dei suoi occhi scavati, dei capelli non lucidi come al solito, dell'aria provata e sconfitta, era di natura magica.
    Il fu grifo arrancò in avanti, ma non pronto dal trovarsi ad avere a che fare con un peso morto, Arci riuscì appena a rallentargli la caduta.
    Finalmente, al movimento dell'altro, gli si attivò nel cervello la modalità emergenza, e questo per lo meno gli permise di non gridare, di non chiedere chi gli avesse fatto del male, di non uscire di casa a passi veloce per cercare chiunque o qualunque cosa avesse portato alla loro porta Aidan in quello stato e dargli fuoco, dare alle fiamme l'intera città se necessario, riportando cadaveri in cenere al capezzale del Gallagher se sarebbe servito a farlo stare meglio.
    Invece, un braccio ancora a tenere Aidan (non si era reso conto di averlo preso per impedirgli di cadere malamente a terra, tanto era stato istintivo, pur nello shock iniziale, proteggerlo da altro male), si allungò per chiudere la porta dietro il grifo dopo averlo tirato a sé. Gli scivolò allora di fronte, in ginocchio sul pavimento freddo e incurvato in avanti per essere allo stesso livello dell'altro. Scomodo, in quella posizione, nel tentativo sia di toccare Aidan - assicurarsi che fosse lì che stesse bene che non stesse andando via da lui e restasse lucido - che di farsi guardare... ma quando mai amare Aidan non era stato doloroso, negli ultimi sette anni?
    Fra loro ondeggiava la catenina legata al collo di Arci, una croce e un anello fianco a fianco.
    «mi dispiace»
    «Aidan»
    ripetè, con meno urgenza, ignorato nuovamente mentre cercava di riportarlo al presente, di portarlo da sé. Aveva domande, ma la maggior parte riguardavano la salute dell'altro, quindi prima doveva capire quello. Stava bene? Era ferito? Fece scivolare una mano sul retro del suo collo, tenendolo fermo in una presa solida, meno dolce di quanto avrebbe dovuto, imitando le strategie che altre volte il grifondoro aveva usato con lui. Resta con me. Non annaspare via. Mi senti? Strinse la presa. Sono qui.
    «mi dispiace»
    «Ehi. Guardami un ordine, perchè Aidan smettesse di vedere Dio solo sa cosa, ma si inebriasse del Leroy davanti a sè - uno che non aveva bisogno di scuse. Gli prese il mento fra indice e pollice, tenendogli non senza gentilezza il viso e obbligando l'uomo a guardarlo.
    Non era mai stato bravo con le parole,.
    «Mon coeur» mormorò. Aveva iniziato a usare il nomignolo per scherzo, per prendere in giro più che Aidan le coppie che non erano loro e il loro romanticismo zuccheroso, ma col tempo ci si era affezionato, trovandolo un nome azzeccato e sincero. «ça va aller. Je suis là»
    Tracciò col pollice la linea dello zigomo, bagnandolo di lacrime, e parlò ancora a bassa voce in francese come cantilenando una ninnananna. Era una lingua abbastanza melodica da non aver bisogno di grande impegno per riuscire ad essere di conforto di per sé.
    Parlare francese, da utile (per non farsi capire da- da- per non farsi capire e basta) era passato a piacevole e poi necessario. Lo usava quando voleva dire cose ma il suo intero essere si ribellava dal farlo - nei momenti troppo dolci per usare la stessa lingua con cui si prendevano a parole o si prendevano e basta, e nei momenti in cui respirare era difficile e non sapeva come ammettere che non sapeva come andare avanti.
    Si sporse in avanti, spinse la mano sulla nuca dell'altro per avvicinare i loro visi, il respiro raschiato di Aidan a fargli il solletico, lasciando che il proprio, forzatamente tranquillo, gestisse il tempo fra una boccata d'aria e l'altra anche per entrambi.
    Posò le labbra sulle ciglia umide di pianto di Aidan, con calma passò all'altro occhio.
    Appoggiò la fronte contro quella dell'uomo.
    «Risolveremo tutto. Ci siamo dentro insieme»
    Il panico di aver visto Aidan crollare davanti a lui (Aidan! La cui strategia era sempre stata quella di nascondersi, piuttosto che chiedere aiuto. Chiedere scusa), era stato sostituito da una paura più razionale.
    Era successo qualcosa di grave.
    Aidan pensava che Arci non l'avrebbe presa bene.
    Si conoscevano abbastanza vicendevolmente per sapere entrambi che il Leroy si arrabbiava spesso, ma proprio per questo poche cose meritavano una tale reazione da parte del Gallagher.
    Qualcuno che Arci amava si era fatto del male (o peggio).
    Aidan pensava, presumibilmente, di essere parte del problema.
    L'assenza di sangue non escludeva ancora del tutto l'idea che la persona in pericolo fosse Aidan stesso.
    «nel bene e nel male» Mosse ancora il dito, accarezzandolo. «Lascia che ti aiuti»
    I will not have you without the darkness that hides within you.
    I will not let you have me without the madness that makes me.
    If our demons cannot dance, neither can we.
  2. .
    your mom
    @sentimentalbastard
    I call dibs @\juststatingfafts puzza di zio country noto come 4bby (cosa? cosa)
    hh.mm - gg/mm/aaaa - powered by twizard
  3. .
    your mom
    @sentimentalbastard
    @juststatingfacts ho letto che qualcuno pensa ad universi alternativi o puttanate simili. Preghiamo insieme per loro non siano tornati a Bodie 🙏 iykyk
    hh.mm - gg/mm/aaaa - powered by twizard
  4. .
    archibald d. baudelaire leroy
    the summoning
    Sleep Token
    Oh, and my love
    Did I mistake you for a sign from God?
    Or are you really here to cut me off?
    Or maybe just to turn me on
    Non era stato facile trovare un'armatura nell'anno del signore 2024 (grazie forgia di Marcus, e tipo strano emozionatissimo all'idea di forgiarne una), e mentre Arci pensava a tutti i posti che gli sarebbe piaciuto grattarsi ma non riusciva a raggiungere, capì anche perché non venivano più usate quelle trappole mortali in ferro. L'armatura era pesante, non particolarmente comoda, lo rendeva lento, e anche se sapeva che lo stile medievale piaceva a qualcuno, non si sentiva neanche particolarmente affascinante (anche se gli erano mancati i capelli lunghi non legati).
    Allora perché era vestito così, vi chiederete voi?
    Aveva forse ricevuto un invito da bambini mezzi morti che sollecitava il suo ego, come il generale Mort e Gay? Si mimetizzava in mezzo ai fan dei Nickelback cantando struggenti canzoni tristi? Era un fan segreto dell'Hellfire club? Era lì per scommessa, per sbaglio?
    No, Archibald Leroy era in quel parco vestito da (*looks at smudged writing* Keagan come Cher e Madonna) perché voleva essere un bravo padre. Non perfetto, non pretendeva tanto, ma per lo meno voleva essere decente; migliore di quelli che aveva avuto lui come genitori affidatari, migliore di quello di Aidan.
    Rideva delle passioni da nerd dei suoi amici. Non capiva le opere che Bells esponeva al SUB. Sfotteva Aidan e i suoi libri chilometrici.
    Poi però li ascoltava parlarne, per ore se necessario. Accompagnava la Dallaire tenendola a braccetto e, indicando qua e là, le diceva cosa vedeva, la bellezza intorno a loro, nell'attesa che anche lei volesse tornare a vederla. Stava coricato con la testa sulle gambe di Aidan, ad occhi chiusi, mentre questi gli leggeva poesie scritte per persone ben più meritevoli di lui, come facevano a Bodie.
    Dimostrava affetto a fatti, non a parole.
    Dimostrava di supportare chi amava mettendosi armature pesanti e scomode andando ad un incontro accennato a cena di cui aveva riso, ma con affetto-... perchè Tooth sapeva che era stato fatto con affetto, vero? Questo un dubbio che lo tormentava da giorni.
    Trovava stupida la passione di Toothless per un programma di gente che improvvisava avventure, quando avrebbe potuto andare a cercarsene di sue? Forse. Glielo aveva detto? Sicuro.
    Ma amava il sedicenne ferocemente, gli apparteneva tanto quando lui apparteneva a toothless, e voleva che fosse felice, che fosse se stesso - anche quando voleva dire chiudersi in stanza al computer, saltare qualche consegna dei compiti, mettersi della pittura nera in faccia, corna finte, e andare a fare brutto con gente in armatura alta il doppio di lui (mamma mia, gli voleva così bene. Ma puoi mai andare da Xavier ad attaccare briga?).
    Si avvicinò ad Aidan, individuandolo immediatamente nella folla (e qui non ci perderemo a parlare dieci minuti di come lo avrebbe sempre trovato, del mondo in cui il suo sguardo fosse sempre attirato dal ministeriale e bla bla bla perchè ugh, romanticismo, ew), arrivando accanto a lui un attimo dopo che Toothless se n'era andato per andare a parlare col fremello di Jay.
    «Gallagher» avrebbe smesso di chiamarlo così un giorno, forse; magari quando Aidan avrebbe preso un cognome più bello, e perchè proprio il suo. Lo cinse per un fianco lasciandogli un bacio sul viso di saluto prima che potesse sottrarsi (accettava la distanza in pubblico al ministero, ma lì c'era una tale accozzaglia di caos che non gliene fregava un cazzo). «che ci fai qui? Non vai più a quella festa da ricconi? Avevo il cambio in macchina pronto nel caso cambiassi idea sul bisogno di supporto morale» sopracciglio sollevato e sorriso bieco «o altro» scopata cruda contro la porta di una camera di qualche ricco stronzo? Sì. Been there, done that.

    lover666
    I'm a soft idiot, a sappy motherfucker, a sentimental bastard if you will.

    gifs: bosvcr.tumblr.com
    i panic! at (a lot of places besides) the disco
    i see it, i like it, i want it, i got it
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    personaggio:
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    [URL=https://oblivion-hp-gdr.forumcommunity.net/?t=58271704]archibald dominique leroy-baudelaire[/URL] - <b>chiaroveggenza </b>[color=orange]*[/color]

    razza: "nati special"
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    whoarchibald d. baudelaire leroy
    rolebride's step brother
    outfithe's cool
    infoentrepreneur + assistant
    infospecial wizard (in denial)
    I giorni prima del matrimonio erano stati i peggiori.
    «Francia. In fottuta Francia si doveva sposare» si sentiva borbottare da un Arci che vagava come un fantasma per la casa e per la panetteria, il quale aveva inveito contro chiunque che tutto dovesse essere perfetto, chiamando tre volte la location e giurando in francese al proprietario che gli avrebbe ucciso i figli se ci fossero stati errori, al fioraio che se la tinta della lavanda non fosse stata del giusto viola delle teste sarebbero cadute, al catering che se ci fosse stata roba meno buona che al B&B li avrebbe fatti chiudere, e via così.
    Era il suo compito? No. Non era fra le persone scelte per organizzare il matrimonio (e a ragione: non era bravo come wedding planner, avrebbe fatto sposare la sorellastra in una casa stregata decorata con denti), e se aveva i contatti vari, era solo perchè aveva accesso al quadernone di Euge (di cui si era offerto come assistente anche fuori scuola, per lo meno per il matrimonio di Ake e Will), ma era sicuramente un buon modo per distrarsi. Essere un workhaolic lo salvava dal farsi male diversamente.
    «Ci sarà mia madre» aveva mormorato una notte ad Aidan fissando il soffitto, ammettendo finalmente il problema. «Non ci ho mai... parlato. Non so come potrei reagire» con un sospiro, aveva guardato il ragazzo coricato al suo fianco. «Non voglio rovinare il giorno di Ake. Voglio avere occhi solo per lei»
    I primi momenti ad Avignone erano stati difficili.
    Non aveva visto Ophelia, ma sapere che da qualche parte ci fosse, e che non lo stesse cercando - faceva male.
    Poi era entrata Akelei, lei e William si erano visti, e tutto il resto aveva perso di importanza.
    Erano bellissimi, erano felici, ed erano oh così innamorati che Arci si scordò persino che il mondo era appena uscito da una guerra che lo aveva lasciato in ginocchio.
    C'erano stati vari momenti in cui Arci aveva odiato Akelei.
    L'aveva odiata quando lo aveva abbandonato a vivere da solo con Belladonna, smantellando la prima vera famiglia che Arci avesse mai avuto; l'aveva odiata quando i B&B gli avevano detto che era uno di loro per diritto di sangue, e aveva scoperto che Ake, Bella e Cole lo sapevano da anni; l'aveva odiata perchè aveva cercato di togliergli la sua unica eredità definendosi unica proprietaria legale del B&B quando era stato Arci, per anni, a sgobbarci dietro e a metterci la faccia nonché tutto se stesso per farlo funzionare; l'aveva odiata perchè era cresciuta con sua madre, con sua sorella, aveva ricordi felici con loro, e lui no.
    L'aveva odiata perché non lo considerava suo fratello. L'aveva odiata perchè lui l'amava ferocemente, e ogni volta che pensava il proprio affetto non fosse ricambiato, provare odio era l'unico modo in cui era in grado di gestire quelle emozioni forti.
    La guardava adesso sorridere, e si sentiva fortunato di essere parte della sua vita, e della sua famiglia, sangue o no. Fortunato che Akelei gli volesse bene, e che avesse scelto di stargli vicino come Arci, prima ancora che come B&B. Fortunato a essere lì (voluto) e a vederla così felice, con la consapevolezza che lo sarebbe stata finchè morte non vi separi al fianco di William.
    Chissà se Lydia avrebbe preso il bouquet, così Arci poteva commuoversi un altro po' al prossimo matrimonio.
    Si avvicinò alla rossa, cingendola con un braccio. Vino?, aveva chiesto. «Io sì, grazie» poco importava Lydia si fosse riferita a Dylan e non direttamente a lui, che ora porgeva il bicchiere. Ora era anche lui l' a partecipare alla conversazione!!11
    Guardò la sorella di sottecchi, assicurandosi che stesse bene: quando l'aveva ritrovata era stata chiara nel dire che era felice di considerarsi sua sorella, ma non una baudelaire, perchè non era più Annie. Come si sentiva a essere lì? Stava bene? Sicuro non l'avrebbe lasciata sola a scoprirlo.
    «come va la vita da diplomata, Kane? Ti vedo diversa» sarà mica il cambio pv ics dì «Se hai pettegolezzi interessanti sul tuo capo, li possiamo aggiungere come aneddoti al brindisi»

    (...)

    Era difficile distogliere lo sguardo da William e Akelei, radiosi nella loro bolla felice, ma dopo un po' Nicky si sentì quasi un'intrusa a fissarli con occhi così adoranti (erano così!!! clichè!!! madonna otp julie aiuto), e spostò gli occhi altrove... capitando inevitabilmente su Arci e Aidan come attratta da una calamita. Girò di scatto la testa. L'idea che fossero i suoi genitori ancora non gli andava molto a genio (aveva sempre saputo di far parte di un altro universo, ma la intendeva come galassia, alieni, non come AU. Era amica di Aidan!! Non poteva- cioè- aiuto), e aveva bisogno di più tempo per poter tornare a guardarli e chiacchierare come se niente fosse.
    Si avvicinò a Niamh, piuttosto, mettendosi al suo fianco all'open bar e chiedendo un caipiroska al barista. Preferiva sballarsi, che ubriacarsi, ma non le sembrava ancora il momento di tirare fuori la canna dell'amicizia. Magari prossimo giro post?
    «Avete fatto un lavoro splendido. È tutto bellissimo» grande dialogo, lo so, non dirmelo. «Non credo di aver mai visto Will così felice» pausa. Pausa. «Neanche con Mitch» LE GASP!!!!!
    Do you have the time
    to listen to me whine
    About nothing
    and everything all at once?
    when3 september 2023
    avignon, provencewhere
    board'till death do us part
    NOME
    CANZONE
    ARTISTA
    whonicky winston
    rolewilliam's guest
    outfitcute
    infowitch + legionary
    infoloser + deatheater



    ARCI: si avvicina a Lydia (e quindi Dylan) e parla con loro

    NICKY: all'open bar, parla con niamh

    i vostri post: My life is the Crown and yours is politics. And I will not trade one prison for another.
    i miei post: I'm sooOOorry that I looked at Mrs. Riley and lightly grazed your left tit al right-

    (da isapete di che audio parlo, ma per i boomer come me:
    www.tiktok.com/@authorbiancawhite/video/7283342350242352414)
  7. .
    archibald leroy
    ma
    quel
    giorno
    non è
    oggi
    «respira» era stupido e assurdo come un gesto così meccanico e ovvio, avesse bisogno di un reminder frequente. Facile come respirare, si usava dire, ma what if - what if! - farlo fosse a volte la cosa più difficile del mondo? Arci si sentiva svuotato - e contemporaneamente affogato - , l'aria ovunque fuorchè nei suoi polmoni. Gli capitava un po' a caso, per quanto ne sapeva il Leroy, ma principalmente perchè non voleva capire, o indagare, sulle cause, preferendo credere che quei momenti sporadici (non così sporadici) di asfissia, nausea, vertigine, fossero dovuti al caldo, alla stanchezza. Non poteva essere dovuto da altro, perchè andava tutto bene.
    Non si era concesso il tempo di restarci male, quando aveva perso la sua magia. Non troppo palesemente, almeno, o non sul serio. Ci scherzava, questo sempre; chiedeva a Toothless di fare lui le pulizie per casa e alla panetteria perchè «Io non posso più usare la magia per farlo» o si faceva portare il telecomando al divano perchè non era in grado di fare un accio per richiamarlo, ma erano battute. Non poteva permettersi di lamentarsi seriamente, di dire come gli aveva spezzato il cuore rendersi conto che non avrebbe più sentito i tarocchi, di aver perso l'unica cosa che pensava lo avesse sempre reso speciale da ben prima di scoprire che la magia esistesse anche per altri. Come poteva farlo, quando c'era chi stava peggio di lui? Jeremy che era stato nei lab torturato per mesi, Bells che aveva perso il sogno di una vita, Moka che aveva i sensi di colpa e la paura di essere un burattino, migliaia di persone che avevano perso la casa, la famiglia, la vita-
    Aidan lo aveva guardato di sottecchi, prendendogli il viso fra le mani; più volte. «Puoi lamentarti» Una concessione strana, da parte del gallagher, che forse il Leroy poteva prendere come campanello d'allarme (quando mai il suo ragazzo lo lasciava sfogarsi di cose inutili, invece che dargli una gomitata dicendo di riprendersi?), ma no; Arci scrollava ogni volta le spalle ridendo. «sto bene»
    Non stava particolarmente bene.
    Una parte di lui se ne rendeva conto - che prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con quanto fosse tutto diverso, su quello che aveva perso, su quello che aveva ottenuto -, capiva che tenere tutto dentro l'avrebbe portato a scoppiare, che evitare camera propria e dormire in quella che era stata camera di sua zia (pur di non guardare gli oggetti di magia occulta, i libri di scuola che non aveva bruciato, la sua collezione di carte) non era una soluzione definitiva... Ma non poteva neanche stare male, quindi andava avanti a inerzia, e non ci pensava.
    stava bene.
    Ignorare i problemi (e covarli finchè non diventavano insopportabili, trovare altre valvole di sfogo) era il suo forte.
    «respira» ripetette - tentando di evocare l'immagine di una tela nera e vuota.
    Strinse gli occhi, le mani tremanti strette sul volante, la testa a pulsargli. Continuavano a frullargli in testa immagini di quando aveva preso il suo pick up: Belladonna che gli diceva alzando un sopracciglio che non avrebbe pagato per un'auto babbana e Arci che andava a comprare con i soldi guadagnati da Magie sinister e altri lavoretti un rottame, ricordava come l'aveva sistemato... non erano ricordi tristi (ignorando il fatto che Bella lo avesse abbandonato; pure lei), ma erano opprimenti, vivi e pulsanti, tanto che gli pareva di star quasi rivivendo quei momenti. Gli capitava-... sempre più spesso. Vedeva cose che non c'erano, ricordava avvenimenti mai accaduti.
    Forse stava impazzendo. Forse abbadon era stato l'ultima goccia in una vita di fottuti viaggi in au, far west, tottington, sta minchia.
    Scese dall'auto parcheggiata con uno scatto, piegato in due mentre, ancora, cercava di respirare, scacciare il sentimento di sovraccarico.
    Stava bene. Stava bene. Un colpo di caldo. La stanchezza. Lavorava troppo. Era tutto normale.
    Cercò di concentrarsi sul presente, oltre che sul proprio respiro; sulle voci intorno a sè che all'inizio parevano sott'acqua, ovattate e lontane, ma pian piano iniziavano a prendere senso.
    Una signora che parlava al telefono con qualcuno. Bambini poco distanti che gridavano giocando. «-e poi lui mi fa "non sei tu sono io". Certo che è lui il problema!!» «Ciaoscusahaipercasounasterlinaesessantacinquepound da prestarmi? Giurocheteliridò appena posso.» «non ho assolutamente capito mezza parola»
    Iniziò a sentirsi meglio, il respiro ralentato e la vertigine svanita quasi del tutto. Gli ci volle ancora un attimo per ricordarsi che era andato per negozi per trovare la action figure vattelapesca per Tooth, che l'aveva comprata, che stava per tornare a casa quando si era sentito male - appena entrato nel pick up e toccato il volante. Forse l'auto non era partita? Non era forse ancora nelle condizioni per mettersi alla guida ma-
    «prova con quel vecchio lì, ha l’aria di uno che crede alle pubblicità ingannevoli o ai messaggi delle compagnie telefoniche»
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    «scusa . ?» la ragazza stava guardando nella sua direzione. Ma parlava di lui????? VECCHIO A CHI!!! D'accordo, aveva un lavoro stabile, un figlio (più di uno ciao gwen), non usciva più spesso come una volta perchè era troppo stanco per fare baldoria ogni sera, faceva il 730 e tutte quelle menate, ma-
    ma-
    Oddio era vecchio.
    Quando era successo??? Quando era diventato adulto????? JEREMY DOVE SEI PORTAMI UNA CANNA
    «ho l'aria di uno che crede alle pubblicità ingannevoli?» borbottò, perchè ALMENO SU QUELLO era sicuro: lui era quello che da ragazzo vendeva ai purosangue oggetti babbani spacciandoli per antichi artefatti magici, le truffe le faceva, non ci cadeva!!!!
    ...
    forse.
    Guardò l'altra ragazza (che stava vendendo cose??) e
    aspetta. «...sei il meccanico della Mamm't?» la indicò confuso. «Lavori all'officina con Mads» negli ultimi mesi non aveva avuto molte occasioni di far revisionare il pick up (la sua bambina!!!!) ma prima di allora l'aveva sempre portato dalla Wesley - e di conseguenza dalla ragazza lì.
    Ebbe un piccolo colpo al cuore guardandola, perchè assomigliava davvero un sacco a Gwen e lei gli mancava, ma questo è un discorso per un'altra role.
    «avete bisogno di pubblicizzare così l'officina?» minchia andavano così male? Mads avrebbe potuto dirglielo, li avrebbe cercati di aiutare !!!
    ........
    Si schiarì la voce, tirandosi su e fissando con sfida sollevando un sopracciglio.
    «non che ci cascherei» capito altra ragazza rossa che non so se conosco?? pff
    gif code
    baker
    padawan
    (wizard)





    scusate so che le role a tre sono *hyde's voice* una tragedia, ma avevo in realtà già scritto ieri prima della risposta di irma (cioè in realtà mi fa strano non fosse ancora mezzanotte, ma probabilmente ho cliccato rispondi poco prima e poi mi sono messa a scrivere), mi era morto internet e volevo postare sta mattina.
    dopo una lunga considerazione ho deciso di modificare la fine e ve lo beccate lo stesso . il bello della diretta (dai vincete pure la sua figurina !!! secondo me ti manca, pandi)


    Edited by ‚soft boy - 26/8/2023, 11:31
  8. .
    Sarà forse una sorpresa, ma Arci era convinto di strafottutamente meritarsela quella vita e quella felicità.
    Abbandonato alla nascita perchè nato per sbaglio, cresciuto senza figure di riferimento stabili, adottato a sedici anni con il memo a soffiargli sul collo "devi essermene grato, senza di me chissà dove saresti" che forse per Bella e Ake era molto ahah divertente, ma non lo era per lui, una famiglia che neanche glielo voleva dire che era loro parente, amici rapiti, amici morti, il fratello che non l'aveva mai cercato e si era limitato a lasciare un'eredità monetaria prima di morire, un fottutissimo viaggio nel tempo e una vita a metà per impedire che l'universo collassasse o cose simili, una guerra combattuta per gente di un universo alternativo per aiutarli nonostante non lo toccasse minimamente, il ritorno a casa solo per scoprire che Belladonna l'aveva abbandonato. E in mezzo complessi, altri soprusi perchè natobabbano, un'indole auto distruttiva e arrabbiata, la convinzione di non essere abbastanza e che era nato buono a nulla e sarebbe morto buono a nulla.
    Ma aveva superato tutto.
    Non da solo, mai da solo, ma ce l'aveva fatta, e anche se essere adulti non era per forza facile, era felice di quello che aveva raggiunto.
    Il negozio, la casa, il lavoro come assistente. Gli amici, Aidan, la famiglia che si era creato. Era così funzionale che non solo riusciva ad essere felice, ma riusciva ad aiutare gli altri ad esserlo, come poteva. Con il supporto all'attività segreta che Vin e Bucky gestivano nello scantinato del B&B, con il lavoro a Hogwarts e i sorrisi fiduciosi agli studenti, col cane che Belladonna aveva abbandonato, con Volpe salvata dal 1919, e soprattutto con toothless.
    Oddio. Nel caso dell'ultimo, l'aiuto era reciproco (sappiamo un po' tutti che era toothy quello che davvero aveva salvato Arci, fin da bodie, anche solo esistendo, ma questa è un'altra storia), ma gli dava un certo orgoglio pensare di poter essere per il Simmons - un po' troppo simile a un giovane Leroy - quello che Arci non aveva avuto. C'erano stati i Cata per lui, certo, euge soprattutto, ma erano stati fratelli maggiori presi comunque dalle loro vite al primo posto. Arci sperava di riuscire a essere qualcosa di più-... poteva dire genitore? Era strano? Per lui, un po', per il Simmons probabilmente ancora di più. Dubitava Toothless lo vedesse come un padre. Dubitava addirittura lo vedesse come un tutore, o come qualcuno a cui rivolgersi quando avevi un problema-
    «hai visto aidan?» e infatti.
    Si morse l'interno della guancia, fissando il ragazzino (non più così ino. Cristo gesù, sembrava ieri che aveva dodici anni), cercando di capire il problema... senza, ovviamente, riuscirci.
    L'empatia non era mai stata la sua specialità, ed erano giorni che cercava di capire come intervenire, senza successo.
    «passa più tardi» lanciò uno sguardo all'orologio. «è ancora al ministero» Se aveva cercato di studiarsi gli orari di Aidan, per lo meno quando non doveva fare straordinari strani e cose così? Sì, certo. Conosceva un sacco di gente che era stata rapita (lui per primo.), better safe then sorry e partire all'azione il prima possibile se il Gallagher non si faceva vedere per troppo tempo senza spiegazioni (Arci lo aveva quasi pregato di farne una regola; poteva lasciargli i suoi spazi, lasciare che si deprimesse da solo e scappasse da lui se gli serviva farlo, ma Dio che almeno gli assicurasse con un messaggio che era vivo e stava bene, prima di scomparire).
    «voglio quella ciambella.»
    Di nuovo, sguardo sul tassorosso.
    «dita» lo ammonì senza cattiveria, e ponderò anche se chiedergli se se la meritasse quella ciambella, se avesse fatto i suoi turni di pulizia in casa come richiesto o avesse passato il tempo a pensare a un nuovo personaggio- prima di ricordarsi che le parole avevano un peso, e lui lo sapeva bene con tutti i complessi che quelle altrui gli avevano lasciato. Certo che tooth meritava quella ciambella. «vorrei, e per favore» disse allora-... mordendosi di nuovo la lingua.
    Cristo, aveva vent'anni e sapeva solo sgridarlo. «i clienti scortesi non piacciono neanche a te» gli ricordò allora, cercando di spiegargli il senso della correzione. Già era di un umore chiaramente di merda, non voleva peggiorare la situazione, cazzo.
    Alzò la campana facendogli segno con la testa di prendere quello che voleva («quello che tocchi prendi»), e usò poi la bacchetta per pulire il vetro dalla ditata.
    ...
    E quindi.
    Quello, purtroppo, era terreno inesplorato per entrambi. Nessuno dei due aveva mai avuto un padre decente, nessuno dei due aveva mai avuto esempi da seguire su come rapportarsi nella loro situazione.
    Poteva solo andare a tentoni, il Leroy, come faceva ogni giorno da quasi sei anni. Magari chiedere se?? voleva imparare a guidare???? cosa fanno i padri aiuto.
    Una cosa per volta: «ti posso aiutare io?» probabilmente no. Ma era comunque lodevole ci stesse provando, giusto? Giusto?
    Sbagliato.
    In quanto suo (redacted) (padre) era il minimo che cercasse di capire cosa non andasse, e si offrisse di aiutarlo. «vuoi- parlarmene?»
    archibald
    dominique-leroy

    Grace is just weakness Or so I've been told
    I've been cold, I've been merciless
    But the blood on my hands scares me to death
    Maybe I'm waking up today
    1999's
    seer
    former slytherin
  9. .
    2043-ish
    berlin, de
    deatheater
    I gotta get better, and maybe we'll work it out
    Just let me know I'll be at the door
    Hoping you'll come around
    Just let me know I'll be on the floor
    Maybe we'll work it out
    Pensò di zittirlo baciandolo, perché non voleva ascoltare quello che aveva da dire. Perché non voleva sentire quella risata finta. Perchè ci voleva ancora sperare. Perchè avrebbe voluto Aidan combattesse per lui, piuttosto che scacciarlo via con tanta calma - dimostrando che non gli interessava abbastanza.
    Pensò di fare forza contro la mano sul proprio petto, rischiare di fare male al fu grifo col solo obiettivo di avvicinarsi ancora e fargli dimenticare che cosa gli stava dicendo spingendo col ginocchio fra le sue gambe.
    Avrebbe potuto farlo.
    Forse avrebbe funzionato.
    Non avrebbe risolto il problema sul lungo periodo, ma sarebbero tornati nella loro bolla, per un po'. Arci avrebbe rubato altro tempo insieme e se lo sarebbe fatto bastare, davvero, questa volta se lo sarebbe fatto bastare-...
    Non lo fece.
    Una parte di lui era ancora abbastanza razionale - o abbastanza disillusa da aver già accettato che quel momento sarebbe arrivato, sebbene il cuore non volesse accettarlo. Abbastanza da capire che non poteva fargli male. Abbastanza da capire che non sarebbe bastato scopare Aidan per farsi amare come voleva, come serviva. Per farsi amare e basta. Abbastanza razionale da riconoscere che Aidan lo avrebbe abbandonato lo stesso, che non avrebbe scelto lui, loro, perché preferiva essere felice che essere insieme. Abbastanza razionale per sapere che ci aveva provato - in tutti i modi sbagliati, ma l'aveva fatto - e non era stato sufficiente. Arci non era sufficiente.
    Il Gallagher aveva fatto la sua scelta, e non aveva scelto lui.
    «-se sei venuto qui pensando che qualcosa potesse cambiare, hai calcolato decisamente male.»
    Sbuffò una risata in risposta alla sua, ancora restio ad alzarsi. Ancora qualche secondo, solo- solo un attimo ancora- «Ho rovinato la scenetta che ti eri pensato?»
    Aidan sembrava così... stanco - e non come al solito per gli orari di merda che faceva, o perchè sceglieva di farsi sbattere e dimenticarsi il proprio nome piuttosto che dormire. Stanco della situazione. Di Arci.
    «...-oppure potresti accettare la realtà, per una cazzo di volta, e mollare l’osso.»
    Accettare la realtà.
    Certo.
    «Per? Farti sentire meglio? È per questo che mi hai chiesto di venire qui, darmi il contentino finale prima di chiedermi di levarmi dai coglioni?» sbuffò, e con non poco sforzò (mentale, più che fisico) si alzò, finalmente, smettendo di guardarlo nel cercare i propri vestiti per la stanza.
    Lo odiò. Odiò lui, odiò Tiffany che in qualche modo aveva peggiorato le cose, e odiò se stesso un po' più del solito.
    "non avresti dovuto chiedermi di seguirti", voleva dirgli. Non avresti dovuto farmi vedere quello che avremmo potuto avere se tu fossi stato diverso, se io fossi stato diverso. Non avresti dovuto farmi credere di meritarmi di meglio di quello che potevo avere. Non avresti dovuto farmi sentire come se non avessi perso tutto, ma ci fosse ancora qualcosa per cui fosse degno lottare, qualcuno per cui lottare, con tutti i tuoi cazzo di difetti e il tuo veleno perchè sei uno stronzo ma lo sono anche io-...
    Invece quello che uscì dalle labbra fu: «Vaffanculo, Gallagher» e ridacchiò, di nuovo, nel prendere le sigarette e l'accendino dal comodino, e ficcarsele in tasca. Non c'era davvero un cazzo da ridere, la testa gli stava fischiando, il peso sul petto diventava insopportabile. Se continuava a muoversi, era perchè temeva che fermandosi sarebbe esploso.
    «Non darai la colpa a me perchè non riesci ad essere felice» infilò la maglietta, scuotendo la testa fingendosi divertito. «Nessuno dei due si è mai meritato meglio di questo» Lo pensava, non lo pensava. Era certo che Aidan ne sarebbe uscito più forte, che in poche settimane si sarebbe scordato di lui, che sarebbe stato felice. Che sarebbe stato amato e avrebbe ricambiato.
    Ma non lo voleva. Era stupido, ed egoista, ma sperava il Gallagher stesse male, che si pentisse delle proprie scelte, che soffrisse tanto quanto - Arci immaginava - avrebbe sofferto lui.
    Afferrò lo zaino abbandonato per terra. «Ma che ne so, dopotutto. io scappo dagli errori» parafrasò quanto gli aveva detto prima, sorridendo «Mi pento solo di non essere scappato prima da te»
    Si diresse alla porta, ma non resistette alla tentazione di voltarsi ancora una volta.
    Di guardarlo.
    Non voleva davvero elaborare che potesse essere un addio a lungo preventivato. Non voleva pregare, chiedergli ancora di cambiare idea. Di amarlo Piuttosto, cercò di ricordare le cose negative, gli insulti, le notti insonni, la considerazione che aveva di lui.
    Gli aveva detto pochi minuti prima che non gli era rimasto niente - e aveva ragione.
    Ma forse niente era davvero meglio del male che si erano fatti per anni, anche se non era ancora pronto ad accettarlo.
    «Non mandare il tuo agente a farmi firmare cose o puttanate simili: non parlerò di te in giro» scrollò le spalle «non avrei comunque un cazzo da dire. Non sei così importante»
    Lasciò la stanza.
    L'hotel.
    Berlino.
    E più cuore di quanto avrebbe voluto o pensato.
    Reed aveva detto che solo un miracolo li avrebbe fatti funzionare. Forse avrebbe dovuto smettere di credere potessero capitare a lui.





























    (taylor swift: unless...?)
    sheet.tunes.aesthetic.
    archibald leroy
    Running with the thieves
    'Cause you left me in the hallway
  10. .
    CITAZIONE
    «come minimo ti piace anche il pene» Bells guardò verso la parete. Non la prima, non la seconda, e nemmeno la terza: la quarta. L'AU dove non aveva ancora curato Jo, e non ricordava come avesse attaccato la Gorgone, perchè non era successo.

    u6PnBHg
  11. .
    archibald leroy
    Here is what they do not tell you about Death:
    when Death says You are born for this
    she clearly means You will die for this
    «odio che tu abbia ragione»
    «devi odiarmi spesso, allora»
    Si concesse un sorriso - il primo da quando era stata annunciata l'apocalisse. «non quanto credi tu» non la odiava o non aveva ragione? Di certo non glielo avrebbe detto, sapendo che Bells avrebbe capito.
    (...) mosse il dito sulla sua guancia, asciugando i suoi oh arci, perchè solo lui fosse consapevole in quella via piena di gente cosa fosse appena successo.
    Era successo che non glielo avrebbe promesso, che avrebbe fatto di testa sua. Era successo che avrebbe scelto di essere un'eroina, piuttosto che essere insieme.
    «arabells ti prego. Ti prego dimmi che non farai puttanate da sola. Che le faremo insieme.
    «e perdermi il mio momento? Voi l’avete avuto»
    «Gelosa, eh?»
    Avrebbe potuto fare una battuta migliore, ma gli venivano in mente solo preghiere, nomi. Oscar e Chris di cui non avevano più notizie. Jack che li aveva traditi e poi era scomparso. Lui e Jeremy traumatizzati. La loro principessa non poteva evitarsi tutto quello?
    «non posso» «Potresti ripetè, un po' più secco della prima volta, con una nota di accusa implicando il seguito. Scegli di non farlo.
    Forse sarebbe successo qualcosa fuori dal suo controllo, d'accordo, ma per lo meno poteva dirgli che in caso di scelta, avrebbe scelto la via intelligente, e non quella giusta.
    Che avrebbe scelto lui.
    «tanto lo sai come funziona. lo sai» Pensò a quando era andato volontariamente nell'AU, per aiutare degli sconosciuti solo perchè era ingiusto fossero massacrati e avevano bisogno di aiuto, a come sarebbe potuto morire senza neanche aver salutato Toothless o gli altri lasciati indietro a Bodie-
    ma era comunque diverso.
    Sarebbe stato pronto a morire per provare a fermare Abbadon prima che fosse troppo tardi, prima che morisse più gente, ma non potevano almeno essere insieme? Non era-
    Bells poteva-
    «Allora cambiamo il gioco. Creiamo nuove regole» Girò la mano per essere lui a tenere la sua, e la tirò verso di sè sul proprio petto. «Resta con me» Perchè lo sapeva, lo sapeva benissimo che lei era in grado di sopportare di restare da sola, ma lui no. Era stufo dei sacrifici. Era stufo delle conseguenze che doveva sopportare per le scelte degli altri. Era tanto ingenuo per volere un po' di controllo? Era stato il primo a volersi lanciare anni prima nella missione di salvataggio per Oscar, quando Jeremy parlava come se il grifo non fosse mai scomparso e Bells era sull'orlo di crollare ad ogni menzione del ragazzo. Aveva cercato di essere forte, sempre.
    Ma non ne poteva più. «Se potrai scegliere, scegli me» ancora. Come l'aveva scelto a undici anni come amico, come lo aveva sempre scelto in quei dodici anni nonostante fosse un pezzo di merda.
    «casa non va da nessuna parte. noi sì, però» sbuffò, stringendo la presa sulla mano. «immagino che andare contro corrente sia un metodo buono come un altro per trovare chi resta indietro»
    Finiva lì il discorso, quindi? Non gliel'avrebbe data vinta?
    sospirò.
    Ovviamente non gliel'avrebbe data vinta, quando mai lo faceva?
    Fortuna che le cazzate si potevano fare in due, e lui poteva scegliere lei. O far sì che almeno uno dei due tornasse a casa.
    Si guardò intorno anche Arci.
    Aveva senso che i soldatini di Abbadon stessero correndo in sua direzione, aspettando direttive più chiare, mentre il resto degli Arci e Bells fossero fermi e confusi o a correre dalla parte opposta.
    «come vi eravate organizzati quando sono arrivati gli AU? Avevate un luogo di ritrovo a cui appoggiarvi?» scrollò le spalle «Mi dispiace, non ho gran dimestichezza con le ribellioni» e faceva anche solo strano dirlo. A citare gli AU, si chiese se avrebbero potuto chiedere il loro aiuto passando per Lancaster... prima di ricordarsi che ne avevano già viste tante. Magari basta traumi.
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    1999
    neutral
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  12. .
    archibald leroy
    Here is what they do not tell you about Death:
    when Death says You are born for this
    she clearly means You will die for this
    Non voleva la verità - sentirla, dirla. Voleva commentare con qualcosa di incredibilmente fuori luogo e correre via ridendo prima che Bells potesse dargli un altro scappellotto, tornare nella sua panetteria e abbracciare da dietro Aidan disturbandolo dalla lettura chiedendo se avrebbe fatto da scudo umano per proteggerlo in caso l'essere più potente del mondo - la ex corvonero, mica Abbadon - lo stesse seguendo.
    Non voleva essere un adulto, e non voleva sentirsi dire che «neanche loro», neanche i babbani volevano perdere le loro vite solo perchè uno psicopatico - per loro un essere di un altro mondo - aveva deciso così.
    Ma Arabells Dallaire non mentiva mai - ironicamente - sulle cose importanti. Una sfortuna, una fortuna. almeno di lei, si poteva sempre fidare.
    La lasciò trovare di nuovo la strada verso i propri occhi, tenendo il suo sguardo.
    «migliaia di arci e di bells che non vogliono farlo e non vogliono perdere tutto, e non potranno farci niente. accadrà e basta. non sapranno neanche da cosa difendersi»
    Quanto era fottutamente ingiusto. «odio che tu abbia ragione» le spostò una ciocca di capelli, e di nuovo abbassò la voce. «ma non siamo lontanamente pronti a lui» non le raccontò di nuovo di cosa aveva visto nell'altro mondo - perchè sapeva che lei lo ricordava, e che non gli avrebbe chiesto di mettere a parole il proprio panico. Ancora trovava assurdo gli avesse creduto in primo luogo, ma era felice fosse così. «Limiteremo solo gli effetti collaterali» i maghi che, presi dall'hype, avrebbero assaltato il mondo babbano come i repubblicani la casa bianca. Ci sarebbe stato chi semplicemente amava il caos, chi avrebbe seguito ciecamente qualsiasi leader carismatico pur di sentire di avere uno scopo nella vita, tutti coloro che non avevano perdonato i babbani che, sette anni prima, avevano rapito i loro cari. Assurdo pensare che Arci sarebbe rientrato in tutte le categorie, se Lancaster non l'avesse incastrato a Bodie dandogli il tempo di fermarsi, respirare, elaborare il dolore, andare avanti per una strada diversa.
    Non che ora volesse rivivere qualcosa di vagamente simile.
    Era in una situazione mentale diversa, una vita diversa.
    «Promettimi che qualsiasi cosa accada, non andrai dove non posso seguirti»
    Non avrebbe permesso che fosse il suo turno di sparire - come christopher, come oscar, come jack, come arci stesso, come jeremy. Non avrebbe permesso che fosse da sola nel momento del bisogno.
    Senza contare che non voleva esserlo di nuovo lui. Basta Bodie. Sarebbe stato come per il capanno, a sfondarlo insieme a costo di rischiare tutto. «Dimmi che, alla fine, torneremo a casa» non se la sentì di pronunciare i nomi di chi era casa, sapendo che entrambi avevano i propri cari a cui pensare, e sapendo che era una promessa del cazzo che Bells non poteva fargli. Non poteva assicurargli che avrebbe riabbracciato i suoi (tanti) nipotini e i loro genitori, che avrebbe dovuto sorbirsi le occhiatacce di Tooth perchè sì, se Aidan avesse iniziato gradualmente a vivere con loro, aveva bisogno di un posto dove mettere la sua roba, che si sarebbero fatti grosse risate con Jeremy fumandosi una canna dell'amicizia.
    Ma Arabells Dallaire diceva sempre la verità, e se gli avesse (mentito) detto di sì, sarebbero stati insieme, sarebbero tornati, forse ci avrebbe creduto un po' anche lui.
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    1999
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  13. .
    archibald leroy
    Here is what they do not tell you about Death:
    when Death says You are born for this
    she clearly means You will die for this
    «arci»
    Non aprì gli occhi subito, ma alzò la mano con la sigaretta per assicurarsi di non bruciare Arabells per sbaglio mentre lo toccava cercando di riportarlo da lei. Ce l'avrebbe fatta (ce la faceva sempre - quand'era tornato da Bodie, quando era esploso il capanno, quando era un ragazzino e pensava che il modo migliore di affrontare i propri sentimenti fosse sopprimerli col dolore), ma per i primi secondi il Leroy non si mosse, bloccato nel suo incubo.
    Quello che sarebbe potuto succedere.
    Quello che era già successo.
    Quello che avrebbe perso.
    Quando le dita di Bells raggiunsero il suo viso, si obbligò ad aprire gli occhi, e, trovati i suoi, ci restò ancorato per non perdersi di nuovo nella propria testa. «mi dispiace»
    Anche a lui.
    Anche a lui.
    Lo schiaffo lo aiutò più dello sguardo a far ripartire il cervello - classico metodo Dallaire - e avrebbe sorriso di quel gesto, ma non quel giorno. Non quando erano solo loro, e non doveva fingere che stesse bene.
    «c’è una cosa giusta da fare, e una molto, molto, sbagliata»
    Espirò profondamente. Osservò il sorriso, cogliendo fin troppo bene in quello sguardo birichino cosa lei avrebbe fatto. Non avrebbe seguito le folle - e Arci non era certo se ne fosse grato, o disturbato. «Molto, molto, stupida» precisò, caso mai già non lo sapesse.
    Era certo di aver parlato di quello che era successo a chi si era messo contro Seth Abbadon dall'altra parte.
    Non cose belle.
    «troverò un modo. non posso - » Sbuffò una risata. Secca, perchè era difficile essere divertiti in quel momento e non era un attore, ma non cattiva.
    «mi conosci» Cazzo se la conosceva, per questo poteva permettersi di dirle che: «Potresti»
    Nessuno avrebbe obbligato Bells a cercare di salvare il mondo magico dalla propria cupidigia e dalla propia paura, neanche la sua coscienza - la Dallaire era troppo forte per chiunque. Tuttavia «Scegli di non farlo» Alzò una mano, portando le dita sul suo viso dopo aver fatto cadere la sigaretta.
    Da fuori, la gente che non li conosceva avrebbe potuto credere che fossero due innamorati... e avrebbero avuto ragione, a modo loro: Arci e Bells si amavano, seppur non ci fosse che affetto platonico. Avevano visto il meglio e sopportato il peggio, eppure eccoli ancora lì.
    Arci sospirò, e chinandosi un po' appoggiò la fronte alla testa della giocatrice di quidditch.
    «Non voglio farlo. Non voglio perdere tutto» mormorò fra i suoi capelli, incapace di guardarla negli occhi mentre ammetteva di avere paura.
    Ma alla fine l'avrebbe fatto, vero?
    Avrebbe seguito Bells, avrebbe scelto anche lui la cosa più sbagliata e più stupida.
    Forse non si era mai meritato quella pace, e il karma era venuto a riscattare il suo debito per la merda di persona che era stato, per le vite che aveva tolto - non sempre per una giusta causa.
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  14. .
    archibald leroy
    Here is what they do not tell you about Death:
    when Death says You are born for this
    she clearly means You will die for this
    Poteva essere una giornata perfetta.
    Semplice, ma ideale.
    Il B&B mezzo vuoto, con la gente concentrata nel dehor lasciando l'interno calmo e silenzioso se non per i rumori ovattati dall'esterno e la radio tenuta a basso volume. Meme stupidi dalla chat di Bells e Jeremy, da Bells e Jeremy. Il messaggio da Euge col link all'ultimo video comacolla montato con la richiesta di pareri, se era troppo pg13 per farlo vedere alla prossima lezione («Dovrebbe essere più spinto, vero?»). Tooth che aveva smesso di tenergli il muso per avergli comprato il manuale di d&d sbagliato al suo compleanno due settimane prima, e gli aveva detto che il weekend sarebbe tornato a casa se la sessione saltava. Lydia che al telefono chiedeva se confermava la cena da loro, e se voleva invitare Aidan. Il suddetto seduto ad un tavolino del locale intento a bere caffè e leggere, lì solo per fargli compagnia - anche se non lo avrebbe ammesso.
    Una bella giornata.
    Non troppo calda, non troppo fredda.
    Dove tutto sembra così... calmo, normale, che te la senti anche di dire al tuo ragazzo che se vuole lo accompagnerai alla prossima noiosissima festa di gala, assicurandogli con le labbra incurvate in un sorriso contro le sue che ti assicurerai che non sia poi così noiosa.
    Una di quelle giornate che ti fanno dire ne vale la pena - di sperare, di sopravvivere. Di fare cose che non vuoi per le persone che ami, perchè le vuoi vedere felici.
    «amici! amici. vi sono mancato?»
    Finchè.
    Subito, Arci aveva pensato di essersela sognata, quella voce: in fondo, aveva già avuto spazio nei suoi incubi più volte.
    Si era voltato verso l'uscita del locale, sul maxischermo in strada.
    Non aveva neanche avuto il coraggio di guardare subito Aidan, cercando solo la sua mano.
    Perchè per quanto fosse possibile che quel giorno sarebbe arrivato, per quanto avesse passato gli ultimi quattro anni a domandarsi se mai sarebbe riapparso, si era ormai abituato all'idea che Seth Abbadon non esistesse lì, e che non fosse un suo problema. Non sarebbe tornato. Non avrebbe stravolto la sua esistenza. Non avrebbe cambiato tutto-
    «da oggi tutto cambierà. Sono tornato per riprendere in mano le vostre vite.»
    Cosa.
    «Oggi, amici, demoliamo lo statuto di segretezza. E ci riprendiamo il mondo»
    Cosa.
    Aveva stretto la mano di Aidan.
    «chi. è. Con. Me?»
    E c'era solo un commento nella testa di Arci, mentre Aidan rideva e tornava a bere il suo caffè, un commento forse non particolarmente profondo ma indubbiamente sentito: «Cazzo
    E cazzo davvero.

    «Torna a casa. Ora. Niente puttanate» chiuse così il messaggio lasciato in segreteria telefonica a Toothless, allegando un messaggio scritto ugualmente categorico e breve. Cazzo di ragazzini che non rispondevano mai alle chiamate per colpa del silenzioso, cazzo di cellulari che non prendevano bene nel mondo magico. Non sapeva neanche se suo- se Toothy fosse a Hogsmeade, se fosse rimasto a scuola col suo club nerd, se fosse al sicuro o se si sarebbe fatto prendere dall'emoziono di combattere per un uomo affascinante e potente. Doveva andare a prenderlo? No, era abbastanza intelligente da badare a sè e capire di nascondersi e non. Fare. Niente.
    Ora che aveva (non) risolto il problema Toothless, Arci si sentiva svuotato.
    Non sapeva cosa pensare.
    Non sapeva come reagire.
    Era in mezzo alla strada, in mezzo a persone sconosciute che si chiamavano, gridavano, ridevano. Qualcuno aveva vomitato. Molti erano corsi dalle proprie famiglie. Alcuni erano felici. Altri spaventati.
    Poteva solo supporre come fosse la sua di faccia, perchè non ne aveva idea neanche lui.
    Com'era l'espressione di chi ha appena sentito la voce di colui che - in un universo alternativo - ha massacrato la sua famiglia e centinaia di altri, e rivede nella sua testa i propri cari morire e morire e morire? Burattini di un pazzo immortale e invincibile che ora voleva dichiarare guerra a metà del mondo, pronto a essere il nuovo leader indiscusso di chiunque?
    Erano stati nel cazzo di far west per due anni per impedire che venisse liberato. Per impedire che questo succedesse.
    «questo» Jeremy morto. Gwen morta. Tutta quella distruzione. Quei cadaveri. «è solo un assaggio di quello che accadrà al vostro mondo, se tornerete indietro.»
    Fece un tiro della sigaretta, chiudendo gli occhi e portandosi la mano sulla faccia.
    Decisamente, non era quello che si era aspettato svegliandosi in un letto caldo e un sorriso sulle labbra quella mattina.
    Era un cazzo di macello.
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    1999
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  15. .
    arms crossed with the attitude, lips pouted
    Nathan sembrava a ogni parola più depresso, piuttosto che rinvigorito dal nihilismo di Arci - e la cosa non faceva che scocciare il fu serpeverde. Il Leroy aveva sulla punta della lingua una lunga lista di eventi molto peggiori che ricevere un due di picche da una sconosciuta, o di non quagliare da un po' (finire a Bodie pensando che non sarebbero mai più potuti tornare a casa, scoprire di essere padre di una delle tue migliori amiche, combattere una battaglia persa in partenza in un universo alternativo, amare aidan gallagher-...), ma si trattenne: per qualche inspiegabile motivo voleva bene allo Shine, lo considerava suo amico. Voleva vederlo sorridere perchè gli piaceva.
    Si limitò ad alzare gli occhi al cielo, e chiedere un altro giro di shot al cameriere.
    «prima mischia, poi pesca» lo guardò attentamente fare tutto, e piazzare le carte sul bancone.
    «il papa....il sole....e il mago. solo la prima è al dritto, è un brutto segno?»
    «non per forza» si strinse nelle spalle, e dopo un cenno di ringraziamento al barman trangugiò il bicchierino, invitando nathan a fare lo stesso. «In generale, il papa potrebbe essere una figura esterna, ad esempio un mentore, buoni consigli disinteressati - ad esempio, la mia presenza qua - ma abbinato al mago rappresenta la voglia di fare piani, di cambiare le cose: vuol dire che stai cercando di cambiare le cose, e stai usando tutte le tue energie per farlo. In amore, significherebbe la ricerca di un partner» picchietto sulla carta del mago «ma hai ragione: è al rovescio. Questa ricerca la stai facendo male, in modo affrettato, ossessionato dal risultato piuttosto che dal viaggio» indicò il sole «il Sole col Papa vorrebbe dire rendere le cose ufficiali ma... di nuovo, rovescio. Se insieme il Sole e il Mago indicano buona salute e capacità di guarigione, in questo caso ti direi che stai facendo puttanate, e invece di guarire da una qualche ferita stai soffrendo. Fatichi a trovare gioia da situazioni in teoria positive»
    Inclinò la testa di lato osservandolo.
    «fidati di te stesso, fidati del processo. Cerca il cambiamento, ma non ossessionartene. Fai qualcosa che non faresti mai, perchè non potrai ottenere risultati diversi se fai sempre la stessa cosa, ma non aspettarti qualcosa in particolare o ne sarai deluso invece che vedere la gioia che l'inaspettato può darti»
    Portugal. The Man
    Creep in a T-Shirt
    You don't get it (get it, get it, get it)
    Is it the world I'm living in? (uh-oh, uh-oh)
    You don't get it (get it, get it, get it)
    I'm just a creep in a t-shirt, jeans
    I don't fucking care
    archibald l.gifs cr.playlistaesthetic


    non so come usare le carte magiche ma la lettura è sincera, ho trovato le varie combinazioni e dritto e rovescio e secondo me ci sta pure .
488 replies since 9/11/2015
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