maybe when I was a kid I was dropped on my head

stazione di Londra | Morrigan ft. ???

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    Morrigan K. Robin
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    Il piano iniziale non era particolarmente difficile: prevedeva raggiungere punto B da punto A sfruttando, per una volta, il caldo che aveva aperto il cielo anche nella capitale inglese.
    Morrigan si lasciava lieta baciare dal sole mentre passava davanti al Big Ben con lo stesso entusiasmo con cui lo fece la prima volta, quando sulle spalle del papà aveva alzato le braccia verso la struttura di Westminster.
    Lasciato il solito panino a Frank - un clochard che di solito sostava sotto i portici vicino a Lillywhites- nom riuscì a resistere al campo gravitazionale della Toys nonostante non ne avesse più l'età: ma c'era davvero un'età massima? Unica risposta possibile: No.
    Cresciuta a pane e disney era stato difficile resistere alla tentazione di comprare l'ennesimo peluche di Pumba; il puzzle con le principesse o la fedele riproduzione della tazzina di Belle alla modica cifra di 17480 sterline: forse costava meno un rene se lo avesse venduto al mercato nero.
    Vabbè, anche volendo aveva giusto i soldi del biglietto per l'autobus.
    Tornerò.
    La minaccia silenziosa rivolta al negozio una volta uscita,con tanto di pugnetto alzato e lacrime agli occhi.
    Si avviò quindi verso la pensilina dell'autobus appena davanti la grande stazione dei treni, che un po'assomigliava a Porta Nuova.
    Passeggiava con la testa per aria come una ingenua Pulce qualsiasi, finchè qualcuno non la chiamò.
    Ora, perchè quell'«Ehi!» pensò fosse indirizzato a lei non è dato saperlo, fatto sta che avrebbe scoperto poi di aver fatto un grande errore.
    La storia, andò più o meno così:
    «Ei ciao, wow! Che bella maglietta!»
    Morrigan sorrise com'era solita fare notando un mazzetto di cartoline in mano al tizio; un ragazzo forse qualche anno più grande di lei, con una chioma castana spettinata e spuntata male.
    «Grazi-» «Come ti chiami?» «Morrig-» «Ciao Morrig- io sono Pierfabrizio, sono un ex-detenuto.
    Allora, per prima cosa ti chiedo: hai pregiudizi verso i detenuti?»

    Morrigan, che non ci aveva mai pensato e aveva combattuto pornobaffo insieme a quelle di Orange is the New Black pensava di no, ma si stupì un po' di quel tipo: non sembrava proprio avere l'aspetto di un galeotto. Oh cavolo... sto facendo body shaming sui carcerati? si chiese mentre quello mischiava le cartoline come fossero un mazzo di carte.
    «N-no...?»
    A giudicare il sorriso che Pierfabrizio le dedicò, aveva dato la risposta giusta.
    «Molto bene, a questo punto guarda facciamo così: scegli pure una cartolina, poi offerta libera.»
    Effettivamente, erano molto belle: illustravano per lo più il muso di un singolo animale, lo stile acquarello era davvero ben fatto. In particolare una attirò l'attenzione della mora, che la commentò con un apprezzamento.
    Siccome credeva davvero che l'offerta fosse libera, la prese incentivata da Pierfabrizio, scorrendo le dita sulla filigrana ruvida.
    «Questa l'ho dipinta io. Guarda, ti chiedo una cifra simbolica per aiutare tutti gli ex detenuti come me a ricostruirsi una vita. Vedi, non sono tutti come te, Morrig-, quindi davvero...» mano rovente sulla spalla «quello che ti senti.»
    Gli occhi chiari di Pierfabrizio uniti alla stretta di 98° non potero fare altro che raggiungere il cuore della ragazza, ormai impietosita 100%.
    «Okey, non ho molt-» «Va bene tutto, anzi grazie.»
    Morrigan agguantò il portamonete estraendo una sterlina.
    Pierfabrizio, in evidente stato di delusione la guardò come fosse una pezzente; pure il sorriso sembrava rimanere lì per pietà.
    «È che di solito chiediamo 10 Sterline o di più. Sai, alcuni ce ne lasciano anche 50 ma non succede spesso. »
    Alla faccia dell'offerta libera, insomma. Del "quel che ti senti".
    Morrigan che non sapeva più che pesci pigliare, rovesciò direttamente il portamonete nel palmo di Pierfabrizio, esasperata.
    «Questo è tutto quello che ho.» adesso vai via ti prego.
    Pierfabrizio, ringraziò due o tre volte, allungò la mano per recuperare la cartolina e se ne andò.
    Ci vollero ben quattro gradini per farle ricordare che ora era rimasta senza soldi.
    L'idea di tornare a casa sarebbe stata presa in considerazione solo una volta davvero disperata, mentre cercava l' ex detenuto tra la folla perché si era dimenticata di augurargli il mal di stomaco per tutta la sera.
    Sparito.
    Passeggiava avanti ed indietro in attesa di capire cosa fare, mentre gesticolava borbottando fra sè, poi, alla fine, il coraggio arrivò.
    Se stava aspettando anche l*i l'autobus o era solo di passaggio poco importava, l'avrebbe raggiunt* con il disagio negli occhi e molto specifica, dai suoi 155 centimetri chiese:
    «Ciaoscusahaipercasounasterlinaesessantacinquepound da prestarmi? Giurocheteliridò appena posso.»
    Plot twist insomma.
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    Free role per chi c'ha sbatti senza impegno!


    Grazie #EpicWin per il titolo! :pervi intensifies:


    Edited by Alpaca Curiosa° - 25/8/2023, 21:13
     
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    irma buckley
    ur honor,
    i zoned out.
    what?
    La giornata di Irma era iniziata: male. Ma nulla che non potesse superare... eventualmente.
    Cacciata dall’appartamento dove era crashata la notte prima, con ancora addosso gli stessi abiti, e il peggior post sbronza in mesi, le ciocche ramate arruffate in uno chignon disordinato e incasinato in cima alla testa, gli occhiali da sole spinti bene sul ponte nasale per nascondere lo sguardo morto al mondo intero, un caffè triplo stretto nella mano e la più vuota delle espressioni rivolta al nulla. Conoscendosi, sarebbe rimasta in quello stato catatonico almeno fino al tardo pomeriggio, riprendendosi dal torpore giusto in tempo per prepararsi alla nuova serata: una doccia, un outfit messo insieme in fretta e furia, una bottiglia di tequila nella borsa e via, nuovo giro nuova corsa.
    Non era bellissima, l’estate?
    Non che il resto dell’anno fosse poi molto diverso, in quanto a ritmi, per l’idrocineta: non aveva percezione del giorno e della notte, l’uno si confondeva con l’altra quando lavoravi tutti i giorni dalle 18 alle 2-3 della mattina dopo, infondo; ma sapete cosa? Ad Irma, la sua vita irregolare piaceva un fotutto casino. Non era stata concepita per stare negli schemi, o per rientrare in dei contorni specifici e definiti; semplicemente, ci stava stretta. La sua intera esistenza era stata una Carta Imprevisto pescata una dopo l’altra; ogni volta che provava a fare anche solo l’accenno di un progetto, il karma si concedeva una fragorosa risata, si metteva seduto sulla comoda poltrona e le riservava un dito medio in bella mostra. Ci aveva provato ad adattarsi, a fingersi la figlia perfetta che la sua famiglia adottiva (che per ragioni di trama chiameremo i Cohen, finché non ne troveremo una on game disposta ad adottarci, yay, rottura della quarta parete) si meritava — ma anche lì, non era finita molto bene. Sapeva che loro le volessero bene, nonostante tutto, e che i sacrifici che avevano fatto per averla (e tenerla) con loro non avrebbe potuto ripagarli nemmeno nel corso di tre vite, ma… semplicemente non ci riusciva. La bella casa, le colazioni intorno al tavolo imbandito, le feste e le cene eleganti, i ritratti di famiglia a Natale e i maglioni coordinati– erano stati un po’ troppo; alla prima opportunità, Irma aveva cercato di riconquistare la propria indipendenza, trovandosi un lavoro e una stanza lontana dai Cohen, che continuava ad andare a trovare almeno una volta a settimana perché erano diventati, a conti fatti, la sua famiglia e per quanto agognasse la libertà, non poteva negare di sentire la loro mancanza — specialmente quando tornava a casa all’alba e si rendeva conto di dover fare tutto da sola (e poi, spoiler, non faceva nulla perché lo sanno tutti che “ugh no, lo faccio più tardi” è la scusa più vecchia del mondo e porta solo a procrastinare ancora e ancora).
    Ma era estate! Era in ferie!
    E sì, il mondo era uscito da poco dalla guerra eccetera eccetera ma sapete chi aveva il disperato bisogno di vivere quelle ferie come se fossero le ultime della sua vita perché era fottutamente stanca? Esatto, questa rossa qui. Quindi avrebbe continuato a fare le ore piccole, per poi pentirsene al mattino; e allora avrebbe amoreggiato senza rimorsi con un triplo caffè amaro, fino a sentirsi un po’ meno morta dentro, avrebbe lasciato che Morfeo reclamasse il suo corpo e la sua mente per qualche ora, il tempo necessario per ricaricare le pile, e poi: avrebbe rifatto tutto da capo.
    YO-FUCKING-LO!
    Seduta alla fermata del bus, una gamba accavallata sull’altra e il gomito abbandonato sul ginocchio, osservava una figura fare avanti e indietro di fronte a lei, senza vederla davvero: tempo altri due minuti e si sarebbe addormentata lì, seduta sul seggiolino scomodo, all’ombra della pensilina. Alla fine, pure se la stava guardando da un po’, trasalì quando la mora si avvicinò a lei e parlò — troppo veloce perché i neurone ancora sbronzo di Irma potesse comprendere cosa avesse detto, perciò il massimo che poté fare fu rifilarle un’espressione vuota e morta (dentro e fuori), mettendola a fuoco da dietro le lenti scure degli occhiali a goccia. «non ho assolutamente capito mezza parola.» cit. pandi se le parli prima del caffé giornaliero (ma pandi non prende caffé…) (e infatti.) «ma non compro nulla» aveva già tutto quello di cui aveva bisogno: il suo triplo amante stretto nella mano, le mancava giusto un letto. «prova con quel vecchio lì, ha l’aria di uno che crede alle pubblicità ingannevoli o ai messaggi delle compagnie telefoniche» non la stava scacciando, figuriamoci, mh.
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    ‘1996
    special
    idrok.


    SPOILER (click to view)
    ma si dai, invado la tua role libera così innauguro irma prima della scheda #wat
    (sono pandi!)
     
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    archibald leroy
    ma
    quel
    giorno
    non è
    oggi
    «respira» era stupido e assurdo come un gesto così meccanico e ovvio, avesse bisogno di un reminder frequente. Facile come respirare, si usava dire, ma what if - what if! - farlo fosse a volte la cosa più difficile del mondo? Arci si sentiva svuotato - e contemporaneamente affogato - , l'aria ovunque fuorchè nei suoi polmoni. Gli capitava un po' a caso, per quanto ne sapeva il Leroy, ma principalmente perchè non voleva capire, o indagare, sulle cause, preferendo credere che quei momenti sporadici (non così sporadici) di asfissia, nausea, vertigine, fossero dovuti al caldo, alla stanchezza. Non poteva essere dovuto da altro, perchè andava tutto bene.
    Non si era concesso il tempo di restarci male, quando aveva perso la sua magia. Non troppo palesemente, almeno, o non sul serio. Ci scherzava, questo sempre; chiedeva a Toothless di fare lui le pulizie per casa e alla panetteria perchè «Io non posso più usare la magia per farlo» o si faceva portare il telecomando al divano perchè non era in grado di fare un accio per richiamarlo, ma erano battute. Non poteva permettersi di lamentarsi seriamente, di dire come gli aveva spezzato il cuore rendersi conto che non avrebbe più sentito i tarocchi, di aver perso l'unica cosa che pensava lo avesse sempre reso speciale da ben prima di scoprire che la magia esistesse anche per altri. Come poteva farlo, quando c'era chi stava peggio di lui? Jeremy che era stato nei lab torturato per mesi, Bells che aveva perso il sogno di una vita, Moka che aveva i sensi di colpa e la paura di essere un burattino, migliaia di persone che avevano perso la casa, la famiglia, la vita-
    Aidan lo aveva guardato di sottecchi, prendendogli il viso fra le mani; più volte. «Puoi lamentarti» Una concessione strana, da parte del gallagher, che forse il Leroy poteva prendere come campanello d'allarme (quando mai il suo ragazzo lo lasciava sfogarsi di cose inutili, invece che dargli una gomitata dicendo di riprendersi?), ma no; Arci scrollava ogni volta le spalle ridendo. «sto bene»
    Non stava particolarmente bene.
    Una parte di lui se ne rendeva conto - che prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con quanto fosse tutto diverso, su quello che aveva perso, su quello che aveva ottenuto -, capiva che tenere tutto dentro l'avrebbe portato a scoppiare, che evitare camera propria e dormire in quella che era stata camera di sua zia (pur di non guardare gli oggetti di magia occulta, i libri di scuola che non aveva bruciato, la sua collezione di carte) non era una soluzione definitiva... Ma non poteva neanche stare male, quindi andava avanti a inerzia, e non ci pensava.
    stava bene.
    Ignorare i problemi (e covarli finchè non diventavano insopportabili, trovare altre valvole di sfogo) era il suo forte.
    «respira» ripetette - tentando di evocare l'immagine di una tela nera e vuota.
    Strinse gli occhi, le mani tremanti strette sul volante, la testa a pulsargli. Continuavano a frullargli in testa immagini di quando aveva preso il suo pick up: Belladonna che gli diceva alzando un sopracciglio che non avrebbe pagato per un'auto babbana e Arci che andava a comprare con i soldi guadagnati da Magie sinister e altri lavoretti un rottame, ricordava come l'aveva sistemato... non erano ricordi tristi (ignorando il fatto che Bella lo avesse abbandonato; pure lei), ma erano opprimenti, vivi e pulsanti, tanto che gli pareva di star quasi rivivendo quei momenti. Gli capitava-... sempre più spesso. Vedeva cose che non c'erano, ricordava avvenimenti mai accaduti.
    Forse stava impazzendo. Forse abbadon era stato l'ultima goccia in una vita di fottuti viaggi in au, far west, tottington, sta minchia.
    Scese dall'auto parcheggiata con uno scatto, piegato in due mentre, ancora, cercava di respirare, scacciare il sentimento di sovraccarico.
    Stava bene. Stava bene. Un colpo di caldo. La stanchezza. Lavorava troppo. Era tutto normale.
    Cercò di concentrarsi sul presente, oltre che sul proprio respiro; sulle voci intorno a sè che all'inizio parevano sott'acqua, ovattate e lontane, ma pian piano iniziavano a prendere senso.
    Una signora che parlava al telefono con qualcuno. Bambini poco distanti che gridavano giocando. «-e poi lui mi fa "non sei tu sono io". Certo che è lui il problema!!» «Ciaoscusahaipercasounasterlinaesessantacinquepound da prestarmi? Giurocheteliridò appena posso.» «non ho assolutamente capito mezza parola»
    Iniziò a sentirsi meglio, il respiro ralentato e la vertigine svanita quasi del tutto. Gli ci volle ancora un attimo per ricordarsi che era andato per negozi per trovare la action figure vattelapesca per Tooth, che l'aveva comprata, che stava per tornare a casa quando si era sentito male - appena entrato nel pick up e toccato il volante. Forse l'auto non era partita? Non era forse ancora nelle condizioni per mettersi alla guida ma-
    «prova con quel vecchio lì, ha l’aria di uno che crede alle pubblicità ingannevoli o ai messaggi delle compagnie telefoniche»
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    «scusa . ?» la ragazza stava guardando nella sua direzione. Ma parlava di lui????? VECCHIO A CHI!!! D'accordo, aveva un lavoro stabile, un figlio (più di uno ciao gwen), non usciva più spesso come una volta perchè era troppo stanco per fare baldoria ogni sera, faceva il 730 e tutte quelle menate, ma-
    ma-
    Oddio era vecchio.
    Quando era successo??? Quando era diventato adulto????? JEREMY DOVE SEI PORTAMI UNA CANNA
    «ho l'aria di uno che crede alle pubblicità ingannevoli?» borbottò, perchè ALMENO SU QUELLO era sicuro: lui era quello che da ragazzo vendeva ai purosangue oggetti babbani spacciandoli per antichi artefatti magici, le truffe le faceva, non ci cadeva!!!!
    ...
    forse.
    Guardò l'altra ragazza (che stava vendendo cose??) e
    aspetta. «...sei il meccanico della Mamm't?» la indicò confuso. «Lavori all'officina con Mads» negli ultimi mesi non aveva avuto molte occasioni di far revisionare il pick up (la sua bambina!!!!) ma prima di allora l'aveva sempre portato dalla Wesley - e di conseguenza dalla ragazza lì.
    Ebbe un piccolo colpo al cuore guardandola, perchè assomigliava davvero un sacco a Gwen e lei gli mancava, ma questo è un discorso per un'altra role.
    «avete bisogno di pubblicizzare così l'officina?» minchia andavano così male? Mads avrebbe potuto dirglielo, li avrebbe cercati di aiutare !!!
    ........
    Si schiarì la voce, tirandosi su e fissando con sfida sollevando un sopracciglio.
    «non che ci cascherei» capito altra ragazza rossa che non so se conosco?? pff
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    scusate so che le role a tre sono *hyde's voice* una tragedia, ma avevo in realtà già scritto ieri prima della risposta di irma (cioè in realtà mi fa strano non fosse ancora mezzanotte, ma probabilmente ho cliccato rispondi poco prima e poi mi sono messa a scrivere), mi era morto internet e volevo postare sta mattina.
    dopo una lunga considerazione ho deciso di modificare la fine e ve lo beccate lo stesso . il bello della diretta (dai vincete pure la sua figurina !!! secondo me ti manca, pandi)


    Edited by ‚soft boy - 26/8/2023, 11:31
     
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    irma buckley
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    «scusa . ?»
    Irma aveva perso la cortesia e il buonumore almeno una bottiglia di tequila e un’intera nottata di baldoria prima; non ne era rimasta alcuna traccia da poter convogliare nello sguardo nocciola che posò, lentamente e con estrema fatica, sul ragazzo. Né c’era empatia nel «che c’è» strascicato che fece sgusciare via dalle labbra secche — ma ancora truccate.
    «ho l'aria di uno che crede alle pubblicità ingannevoli?»
    Allora, innanzitutto: «dude, potremmo avere la stessa età» perché sì, vero, aveva ancora il cervello spento per il sonno e la sbronza ma era abbastanza certa di aver detto “quel vecchio lì”, e va bene che tutti le dicevano sembrasse più giovane dei suoi ventisette anni ma a guardare il tipello non sembravano avere poi molta differenza di età, perciò.
    Poi, punto secondo: «non stavo parlando di te,» jeez, egocentrico much, eh?!
    (Guarda, Cornie, un tuo simile! Bacini besty.)
    Con pigrizia, e piangendo internamente, Irma fece lo sforzo di indicare un punto imprecisato alle spalle del ragazzo, in direzione di un vecchietto ancora ignaro di tutto. «t’oh, guarda: un vecchio
    OK, vero: Irma avrebbe potuto tentare di essere un po’ meno spiccia nei toni e nei gesti, ma proprio non ce la faceva– tra quanto passava quel dannato autobus? Voleva solo tornare a casa e dormire, nella speranza che Cornelia non fosse in vena di chiacchiere, quel giorno.
    Alla ragazza che cercava di racimolare denaro in maniera piuttosto discutibile, poi, rivolse a malapena un cenno della testa, fatto più per spostare da davanti i capelli una ciocca di capelli sfuggiti all chignon che altro.
    Solitamente era più simpatica di così; lo era davvero! Curiosa, chiacchierona, sempre con la battuta pronta: Irma Buckley non era fatta per i silenzi imbarazzanti o i luoghi silenziosi. Ma quando aveva alle spalle un’ora scarsa di sonno rubato sul pavimento dell'appartamento sconosciuto, le cose cambiavano.
    Ad esempio, non si era resa conto che, tra uno sbadiglio e l’altro, aveva di nuovo zoned out clamorosamente.
    «...sei il meccanico della Mamm't? Lavori all'officina con Mads»
    Ma chi, lei?
    Alzò lo sguardo sul ragazzo, rendendosi conto che non stesse affatto parlando con lei, ma con l’altra. Ugh, sarebbe sembrato molto brutto e maleducato chiedergli di andare a chiacchierare qualche metro più in la? Dubitava di poter fare affidamento sulle sue fedelissime cuffie, non in quel momento perlomeno, con il mal di testa martellante che rimbombava contro le tempie.
    «avete bisogno di pubblicizzare così l'officina?»
    Ormai era, suo malgrado, nella conversazione e a che pro fingere di non star ascoltando?
    «ho visto fare di peggio» tipo dei pietosissimi car washing in costumini striminziti, o vendita porta-a-porta di biscottini fatti in casa scout-style. «purché se ne parli, cit.» così diceva il saggio, no? Alzò un pollice poco convinto in direzione della presunta meccanica, senza sorridere. «state andando alla grande, visto, qualcuno vi ha già riconosciuto» SUPPORT YOUR LOCAL MECHANIC SISTERS o qualcosa del genere
    Era più forte di lei: parlare non era mai stato un problema per la polacca, al contrario invece del farsi gli affari suoi che proprio non le veniva naturale e, anzi, l’aveva fatta finire in non pochi casini nel corso della vita.
    «non che ci cascherei»
    Percepì, più che sentire, l’occhiata di sfida del ragazzo a quelle parole e, per tutta risposta, si strinse nelle spalle senza guardarlo, ma facendo l’amore con il suo triplo caffé ormai freddo. «bravo, sei davvero in gamba, sono fiera di te» oh mio dio? Gli voleva già bene, che bellissimo caso umano: come volevasi dimostrare, ne aveva attirato un altro — o forse due? Era troppo presto per dire lo stesso dell’altra, ma a giudicare dalla sua presentazione eh, era sulla buona strada anche lei.
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    SPOILER (click to view)
    scusate so che non era il mio turno ma mi serviva un post (non è neanche così bello sono duecento parole di ignoranza scusate pt 2)
     
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    Morrigan K. Robin
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    Che poi: avrebbe già dovuto imparare la lezione qualche giorno prima quando, a citofonare era stato un membro di un noto partito che le aveva smollato un quotidiano di 20 pagine che Morrigan non aveva ancora letto ma pagato ben 5£.
    Si era pure fatta fregare dando il numero di cellulare alla ragazza che l'avrebbe chiamata con la promessa di «Farti sapere quando facciamo le riunioni per parlare di questo governo che fa acqua da tutte le parti: hai visto il salario netto degli ultimi tempi?»
    Ora: Kamala non se ne intendeva di politica nè aveva intenzione di entrarci ed ecco perché erano giorni che accendeva il telefono solo di notte, sicura di non ricevere chiamate alle quali non avrebbe saputo come rispondere.
    Ma poi... non c'era questioni più impellenti da discutere? Tipo bho, un certo Abbadon, ad esempio.
    Vabbè, ma torniamo a noi, che qui ci sono problemi più gravi.
    Il profumo del caffè raggiunse anche lei che insisteva nel guardare la rossa, speranzosa che in qualche modo potesse aiutarla. Durò poco, comunque quella faccia con il sorriso mezzo ebete, mezzo imbarazzato perché dai, ma chi è la persona così scema a dare i soldi al primo che passa lei. Quando la risposta altrui arrivò, si rese conto del misunderstanding - ovviamente causato da lei - e si affrettò ad alzare le mani agitando compulsivamente in aria.
    «N-no scusaforsemi sono espressamale! »
    Ma dddai?!!?
    Anche perché a dirla tutta, non aveva nemmeno qualcosa da vendere.
    «Volevosol- uh?»
    Con la soglia dell'attenzione pari a zero, Morrigan voltò lo sguardo cercando quel vecchio lì ed inclinò appena la testa quando al posto di uno sulla settantina, con un po' di pancia e un cardigan nero nonostante il caldo, si ritrovò davanti un ragazzo che poteva tranquillamente essere preso per suo parente: carnagione olivastra, capelli e occhi scuri... un viso che avrebbe potuto ricordargli qualcuno, se solo fosse stata più fisionomista.
    «ho l'aria di uno che crede alle pubblicità ingannevoli?»
    Se da una parte fu Irma a dare una vera e propria risposta, dall'altra Morrigan si mise istintivamente sull'attenti, mimando un no molto convinto con la testa che pareva si potesse svitare da un momento all'altro: ma perché non se ne era andata semplicemente a piedi evitando tutto quel casino montato a causa sua? Ecco, adesso il tizio si sarebbe offeso, avrebbero iniziato tutti a litigare e lei si sarebbe indubbiamente messa a piangere. «...sei il meccanico della Mamm't?» Morrigan guardò dietro di sè perché è stupida e si era talmente persa nella sua pippa mentale di fuoco e fiamme, che solo il familiare nome dell'officina e il nome di Mads riuscirono a farla tornare attenta a ciò che stava succedendo.
    Gli occhi che iniziarono a brillare: omg ma quindi era famosa tipo Mok(k)a?!
    «Sì esatto, sonoMorriganpiacere!» in carne, ossa e rotelle bulloni fuori posto.
    E a quanto pare, eterna incompresa: non che facesse qualcosa per farsi comprendere, a parte agitarsi ad ogni domanda, o scambio di battute fra quei due che solo ad una certa, la mora si permise di interrompere.
    «Oh no, no nessunapubblicità...»
    Cioè: grazie Irma - Morrigan aveva ricambiato il pollice in su (??!) e sorriso per entrambe- ma in effetti, gli affari all'officina non stavano per nulla andando male, soprattutto da quando il Telly si era unito a loro.
    «Stavochiedendo i soldi del b-biglietto per l'autobus. »
    Che poi chi lo compra il biglietto nel 2023.
    #Acab
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    Smettila Pandi sono sempre belli i tuoi post, mannagg!!!!!!!!
    Ari tivibì.


    Sono in ritardo, ma non quanto Trenitalia.
    Se ho sbagliato tempistiche/roba varia o semplicemente non volete più giocare con me non piangerò e non mi darò al vittimismo, forse.
     
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