Sarà forse una sorpresa, ma Arci era convinto di strafottutamente meritarsela quella vita e quella felicità.
Abbandonato alla nascita perchè nato per sbaglio, cresciuto senza figure di riferimento stabili, adottato a sedici anni con il memo a soffiargli sul collo "devi essermene grato, senza di me chissà dove saresti" che forse per Bella e Ake era molto ahah divertente, ma non lo era per lui, una famiglia che neanche glielo voleva dire che era loro parente, amici rapiti, amici morti, il fratello che non l'aveva mai cercato e si era limitato a lasciare un'eredità monetaria prima di morire, un fottutissimo viaggio nel tempo e una vita a metà per impedire che l'universo collassasse o cose simili, una guerra combattuta per gente di un universo alternativo per aiutarli nonostante non lo toccasse minimamente, il ritorno a casa solo per scoprire che Belladonna l'aveva abbandonato. E in mezzo complessi, altri soprusi perchè natobabbano, un'indole auto distruttiva e arrabbiata, la convinzione di non essere abbastanza e che era nato buono a nulla e sarebbe morto buono a nulla.
Ma aveva superato tutto.
Non da solo, mai da solo, ma ce l'aveva fatta, e anche se essere adulti non era per forza facile, era felice di quello che aveva raggiunto.
Il negozio, la casa, il lavoro come assistente. Gli amici, Aidan, la famiglia che si era creato. Era così funzionale che non solo riusciva ad essere felice, ma riusciva ad aiutare gli altri ad esserlo, come poteva. Con il supporto all'attività segreta che Vin e Bucky gestivano nello scantinato del B&B, con il lavoro a Hogwarts e i sorrisi fiduciosi agli studenti, col cane che Belladonna aveva abbandonato, con Volpe salvata dal 1919, e soprattutto con toothless.
Oddio. Nel caso dell'ultimo, l'aiuto era reciproco (sappiamo un po' tutti che era toothy quello che davvero aveva salvato Arci, fin da bodie, anche solo esistendo, ma questa è un'altra storia), ma gli dava un certo orgoglio pensare di poter essere per il Simmons - un po' troppo simile a un giovane Leroy - quello che Arci non aveva avuto. C'erano stati i Cata per lui, certo, euge soprattutto, ma erano stati fratelli maggiori presi comunque dalle loro vite al primo posto. Arci sperava di riuscire a essere qualcosa di più-... poteva dire genitore? Era strano? Per lui, un po', per il Simmons probabilmente ancora di più. Dubitava Toothless lo vedesse come un padre. Dubitava addirittura lo vedesse come un tutore, o come qualcuno a cui rivolgersi quando avevi un problema-
«hai visto aidan?» e infatti.
Si morse l'interno della guancia, fissando il ragazzino (non più così ino. Cristo gesù, sembrava ieri che aveva dodici anni), cercando di capire il problema... senza, ovviamente, riuscirci.
L'empatia non era mai stata la sua specialità, ed erano giorni che cercava di capire come intervenire, senza successo.
«passa più tardi» lanciò uno sguardo all'orologio. «è ancora al ministero» Se aveva cercato di studiarsi gli orari di Aidan, per lo meno quando non doveva fare straordinari strani e cose così? Sì, certo. Conosceva un sacco di gente che era stata rapita (lui per primo.), better safe then sorry e partire all'azione il prima possibile se il Gallagher non si faceva vedere per troppo tempo senza spiegazioni (Arci lo aveva quasi pregato di farne una regola; poteva lasciargli i suoi spazi, lasciare che si deprimesse da solo e scappasse da lui se gli serviva farlo, ma Dio che almeno gli assicurasse con un messaggio che era vivo e stava bene, prima di scomparire).
«voglio quella ciambella.»
Di nuovo, sguardo sul tassorosso.
«dita» lo ammonì senza cattiveria, e ponderò anche se chiedergli se se la meritasse quella ciambella, se avesse fatto i suoi turni di pulizia in casa come richiesto o avesse passato il tempo a pensare a un nuovo personaggio- prima di ricordarsi che le parole avevano un peso, e lui lo sapeva bene con tutti i complessi che quelle altrui gli avevano lasciato. Certo che tooth meritava quella ciambella. «vorrei, e per favore» disse allora-... mordendosi di nuovo la lingua.
Cristo, aveva vent'anni e sapeva solo sgridarlo. «i clienti scortesi non piacciono neanche a te» gli ricordò allora, cercando di spiegargli il senso della correzione. Già era di un umore chiaramente di merda, non voleva peggiorare la situazione, cazzo.
Alzò la campana facendogli segno con la testa di prendere quello che voleva («quello che tocchi prendi»), e usò poi la bacchetta per pulire il vetro dalla ditata.
...
E quindi.
Quello, purtroppo, era terreno inesplorato per entrambi. Nessuno dei due aveva mai avuto un padre decente, nessuno dei due aveva mai avuto esempi da seguire su come rapportarsi nella loro situazione.
Poteva solo andare a tentoni, il Leroy, come faceva ogni giorno da quasi sei anni. Magari chiedere se?? voleva imparare a guidare???? cosa fanno i padri aiuto.
Una cosa per volta: «ti posso aiutare io?» probabilmente no. Ma era comunque lodevole ci stesse provando, giusto? Giusto?
Sbagliato.
In quanto suo (redacted) (padre) era il minimo che cercasse di capire cosa non andasse, e si offrisse di aiutarlo. «vuoi- parlarmene?»