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@fiendfyre | arci ft. nathan

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    Non sapeva come fosse successo, non aveva idea di come potesse aver vinto qualcosa del genere, ma a caval donato non si guarda in bocca, ed ad Arci fregavacazzi che forse qualcuno avesse sbagliato a inviargli quel buono e che sarebbe stato licenziato: aveva fra le mani un omaggio per una serata di infinite bevute gratis ad uno dei locali più famosi del mondo magico anglosassone, e ci sarebbe andato. Alcol! Gratis! Quanto ne voleva!
    Il Fiendfyre non era il Lilum, d'accordo, e non rappresentava esattamente il suo ideale di locale (contemporaneamente troppo da boomer e troppo da bambini; ci girava gente che poteva essere un suo genitore, come chi fra un po' sarebbe potuto essere suo figlio - e non dal futuro come Gwen), ma quando poteva ricapitargli una possibilità simile?
    Aveva inviato un selfie col buono in primo piano («Perchè si vedono più le tue tette nude che altro» «perchè se lo meritano.») a Bells e Jeremy, chiedendo loro se volevano approfittare del buono nonostante fosse una serata feriale, e aveva lasciato scritto anche ad Aidan della cosa. Sì sì avevano tutti attività e/o doppi lavori (arci compreso.........) ma tentare non costava nulla, ed era certo di meritarsi una serata fuori a spese di qualche sconosciuto benefattore.
    Passando attraverso i corpi sudati, cellulare in mano per controllare che qualcuno gli desse cenni di vita, batte due mani sul bancone per richiedere l'attenzione del cameriere. All'ingresso gli avevano fatto un mistico timbrino sul dorso della mano per la valenza del buono open bar, e lo mostro al giovane. «vorrei due...» mh. con cosa iniziare la serata? Si voltò verso un'altra persona al bancone. «hai consigli?»
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    premio obliviontober !!!!
    CITAZIONE
    "un gufo ti ha consegnato, insieme alla solita pubblicità con le offerte del supermercato locale, anche qualcosa di utile: un buono per una serata free drinks al fiendfyre! valido per una persona, ma è un'ottima scusa per offrire da bere (gratis) a qualcuno *winkwink*"

    arci è al fiendfyre, va al banco per ordinare da bere, chiede consiglio a qualcuno #fine potete rispondere come questa persona, come *l* barista, o passanti random idk !!! (ho scritto cheaveva scritto ai cata e aidan che si trovava lì, ma magari ha scritto ad altri who knows. è un post a caso ma non sapevo come fare il prompt in altre role già aperte)


    Edited by ‚soft boy - 28/1/2023, 15:47
     
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    «Okay, io... aspetto - qui.» Era iniziata (o finita, sarebbe più giusto dire) così la serata di Nathan, dopo un “torno subito” talmente finto che la risposta dello Shine, educata e calma, era sembrata superflua; non aveva voluto chiedere alla ragazza di trattenersi un altro minuto nella speranza di risollevare quell'incontro partito già col piede sbagliato (letteralmente, Nathan le aveva dato un pestone involontario rovinandole la décolleté e già lì...) perché non aveva alcun senso: era chiaro ad entrambi che quell'appuntamento era un vero disastro -- e chi era lui per tediarla ancora, infondo? Le sorrise lo stesso, sebbene lei gli avesse già dato le spalle e si fosse rifugiata dal suo gruppo di amiche che, fatalità, erano proprio lì, al Fiendfyre. Un leggero pizzicore bruciò la pelle dell'assistente, le gote a colorarsi di un porpora troppo acceso per i suoi gusti: pensava davvero avesse brutte intenzioni? Che le volesse fare del male? Che maleducata. Cercò di non mostrarsi davvero ferito da quel pensiero -- infondo era pur sempre un appuntamento (quasi) al buio con uno sconosciuto, era comprensibile che lei avesse dei timori ma... scosse la testa, Nathan, poggiando i gomiti sul bancone e lasciandosi scappare un sospiro pesante.
    Onestamente, era felice che la prima a fuggire fosse stata lei: lo Shine era troppo cortese per abbandonare qualcuno all'improvviso, non importava quanto disastroso potesse rivelarsi l'incontro, non era fatto così -- eppure aveva voluto levare le tende sin da subito. L'aveva capito dal primo momento che non avevano alcun punto in comune -- capperi, l'aveva capito molto prima di vederla e parlarci di persona!! Aveva avuto il sospetto che non fosse quella giusta quando lui, per messaggio, aveva citato Shakespeare e lei aveva risposto “uh, mi piace molto John Green”: gli era servito qualche minuto per capire che non fosse una battuta, quella della ragazza.
    Ma c'era comunque uscito perché... beh, perché era abbastanza simpatica, sebbene i loro gusti e hobby fossero diversi come il giorno e la notte, e poi perché era da veramente troppo tempo che Nathan non usciva con qualcuno. Aveva cercato di convincere se stesso che il problema fossero gli orari di lavoro, la mole di lavoro, o semplicemente il fatto di non averne bisogno e/o tempo; ma la verità era che aveva un po' paura. Di cosa? Beh... esattamente di quello: che qualcuno lo guardasse in faccia e lo reputasse poco interessante. Uno con cui non valeva la pena di passare il tempo.
    Lo sguardo indugiò ancora per qualche istante sulla ragazza che, abbracciata dalla compagnia calorosa e sghignazzante delle amiche, se la rideva -- di lui, probabilmente. Sospirò ancora e diede le spalle a quel teatrino, cercando di attirare l'attenzione di un barista con un cenno della mano: già che era lì, tanto valeva berci su.
    Non era bravo a nascondersi dietro applicazioni che matchavano il suo profilo con quello di altri sconosciuti, gli algoritmi non erano affatto la stessa cosa degli incontri casuali e vis-a-vis -- e quel disastro era l'ennesima prova che cementava la sua teoria. Nei due anni in giro per il mondo, Nathan aveva conosciuto tantissime persone interessanti e che, dal canto loro, l'avevano riempito di domande genuinamente curiose, persone che avevano trovato posto nel suo cuore e per le quali, ne era certo, valeva la stessa cosa - ma non poteva continuare a girare il mondo per trovare (se stesso) qualcuno.
    Solo che, a quanto pareva, non poteva utilizzare nemmeno le app più in voga perché era una frana in quel genere di rapporti: un'anima vecchia nel corpo di un giovane, ecco cos'era.
    Quando finalmente uno dei bartender si rese finalmente disponibile, Nate ordinò un Old fashioned e sorrise al giovane al di là del bancone, ringraziandolo in anticipo. Proprio in quel momento, qualcuno accanto a lui schiaffò rumorosamente le mani sul bancone, attirando la sua attenzione. «Arci?» «vorrei due... hai consigli?» Sorrise, confuso, al collega mentre con un'alzata di spalle lo informava del suo ordine appena fatto, «non so se può piacerti» ma era anche vero che: a chi non piaceva il buon caro oldie? Come se appellato, il barista piazzò il bicchiere con il contenuto ambrato proprio di fronte allo Shine, che dopo averlo ringraziato, tornò a guardare il Leroy. Voleva fare tante cose, tipo chiedergli come mai fosse lì (ma non erano affari suoi), con chi fosse (ma non erano affari suoi), brindare con lui (ma Arci non aveva ancora nulla da bere), invitarlo a rimanere per due chiacchiere (ma magari l'altro ragazzo aveva qualcuno da cui tornare), e via dicendo...
    Nel dubbio, non fece nulla di tutto quello e rimase a fissare il collega come l'idiota che, infondo, sotto sotto (ma manco così troppo sotto), era.
    Cheers.
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    Guardò il drink, guardò Nathan. «minchia shine» ma chi ordinava un old fashioned in una discoteca esattamente.......... «oggi il country club era chiuso?» alzò rapido le mani «no. hai ragione. cazzi tuoi. i gusti sono gusti» chi era lui per giudicare, si scopava- no, peggio, amava un aidana gallagher. «niente bullismo su cosa uno voglia - o meno - ingoiare»
    tornò a rivolgersi al giovane barista, agitando la mano «lo prendo anche io» il bourbon gli ricordava bodie, non tanto perchè lo servissero nello sfigatissimo saloon dove si rintanava puntualmente (dai, tanto in paese sapevano tutti che danihel simmons aveva iniziato a essere un alcolista tornato dalla guerra), ma perchè lui e gwen una volta ne avevano fregato un paio di casse al riccone della città grazie alla magia, e per un po' in casa si era folleggiato con quello mixato a cose random per sperimentare (sicuro avevano fottuto il tempo inventando un paio di drink che nel 2019 nessuno si sarebbe inculato non fosse stato per loro, ma passiamo oltre i suoi immensi meriti storici).
    Arci spiò di nuovo le notifiche del cellulare per sapere se qualcuno dei suoi amici o il suo ragazzo l'avrebbero raggiunto, e il barista iniziò a preparare il secondo old fashioned. Quando glielo porse, ancora nessun messaggio era arrivato. Dopo aver ringraziato, Arci alzò il bicchiere in direzione di Nathan «alla salute, eh» battè sul tavolo, e bevve buona parte del drink al goccio.
    mettiamo un secondo da parte il PA 18 su 20 che fece il bourbon (minchia spaco ma sei di nuovo tu? da quando lavori nei posti fighetti), diamo all'alcol il tempo di agire.
    il fu serpeverde si accorse solo in quel momento di quanto fosse assurdo trovarsi nathan , abituato com'era a vederlo quasi tutti i giorni al castello. Non sembrava il suo... ambiente, quello.
    Nè lo faceva un grande bevitore, a dirla tutta.
    «che cazzo ci fai tu qui di mercoledì sera» senza mezzi termini, un po' perchè l'alcol iniziava a kickin in, di più oerchè ad arci fregacazzi di essere educato e gentile. «sei con amici?» MAGARI I SUOI RISPONDEVANO E NON ERANO PaCCARI MMMMHH???
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    old fashioned: 18/20 PA 👀
     
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    Accennò un sorriso alle parole di Arci, lungi da lui offendersi per una constatazione simile. E infondo, cosa c'era di male nell'avere l'aria di frequentatore di country club?
    Il sorriso poi divenne una smorfia divertita. «niente bullismo su cosa uno voglia - o meno - ingoiare» «Così tanti modi per dirlo..... così....tanti» i riccioli ribelli gli solleticarono il viso, mentre scuoteva la testa e ridacchiava. Era abituato a uscite come quella, specialmente da parte di Arci, ma lo facevano sempre un po' ridere.
    E un po' trasalire.
    Infondo lui era fatto così: era un tipo qualunque, noioso a detta di molti, banale; gli piacevano i drink classici e i gusti a cui era avvezzo ⁸ trovava confortevoli le proprie abitudini e le proprie routine. Ne era così conscio da non trovarlo nemmeno strano. Se lo era per gli altri... beh, pazienza.
    Con la coda dell'occhio osservò il Baudelaire controllare il display del telefono, ma distolse in fretta lo sguardo puntandolo nel liquido ambrato: non era un impiccione (cioè , lo era, ma sapeva darsi un contegno.)
    «alla salute, eh» «skål» perché rispondere con un 'salute' sarebbe stato poco d'effetto e, di conseguenza, poco da Nathan.
    «Qualcuno ha sete...» commentò oltre il bordo del bicchiere, dal quale stava sorseggiando sovrappensiero. Quando si rese conto che Arci aveva effettivamente realizzato fosse lì anche lui (ad ognuno il proprio tempo, chi era lui per giudicare) (e poi, infondo, gli si era affollato senza chiedere permesso) allargò il sorriso, stringendosi nelle spalle.
    Già. Che biiip ci faceva lui lì, di mercoledì sera? Bella domanda.
    Anche se.
    Momento.
    Aveva forse qualcosa sulla faccia che diceva "non sono tipo da discoteca"?! (Spoiler: sì, tutto; a partire dal modo in cui era vestito.)
    Arricciò le labbra, nascondendosi di nuovo dietro il bourbon. «Domani ho mezza giornata di riposo,» perché Quinn doveva fare cose da Quinn (chissà cosa, Nathan era abbastanza spavaldo da girare il mondo solo con uno zaino in spalla, ma quando c'era da affrontare alcune discussioni con il suo boss, sapeva fosse meglio non chiedere) e non aveva neppure lezioni da coprire. «Ne ho approfittato per.... uscire.» «sei con amici?» «beeeeh.....» fu il suo turno di mandare giù il drink oer intero, o quel che ne rimaneva comunque, e poi si mise a giocare con il ghiaccio ancora nel bicchiere. «no...?» non poteva proprio definirla un'amica ― e dubitava l'avrebbe fatto in futuro, visto come avevano lasciato le cose. Erano a malapena conoscenti.
    Alzò lo sguardo sul collega e si strinse nelle spalle. «Dovevo incontrare una ragazza. Cioè, l'ho incontrata, e-» lo ammonì con un dito severo, come faceva spesso con le sue sorelline, «non ridere, eh.» già si faceva pena da solo. «Non è andata molto bene.» altrimenti non si sarebbe trovato a bere un oldie al bancone del Fiendfyre, e farsi blastare da Archibald Leroy Baudelaire. «Quindi ora sono qui a bere da solo. Cioè, non più da solo.» Poteva dire di star bevendo con Arci, quando si erano incontrati del tutti per caso? Chissà se valeva. «»Siamo soli, ma in compagnia. forse era una descrizione più corretta. O forse era solo l'alcol a parlare. (#16)
    «Tu invece? Aspetti qualcuno?» Dal modo in cui continuava a controllare il telefono sembrava di si, ma magari voleva solo sapere che ora fosse.
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    dado: 16/20
    Eula questo old fashioned è fatto con lo spirito .
     
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    «niente bullismo su cosa uno voglia - o meno - ingoiare»
    «Così tanti modi per dirlo..... così....tanti»
    il Leroy sorrise soddisfatto, felice come un dodicenne che l'altro avesse colto il doppio senso. Era un po' noioso quando la gente non lo faceva - e di certo non sarebbe stato lui a spiegare le battute sconce a anime ingenue, rovinando il divertimento. «e ho scelto il migliore» ammiccò. «mi piace sapere che la tua mente è andata subito » onestamente? nathan guadagnava ++ sulla barra amicizia come in the sims che tanto amava (arci era cresciuto nel mondo babbano, ovviamente conosceva anche lui the sims e si era scaricato tutti i mod per togliere le censure, far fare cose porno ai simmini, nonchè scaricato materiale CC per vestire tutti nel suo stile).
    «Qualcuno ha sete...» si strinse nelle spalle. Onestamente non avrebbe bevuto diversamente il suo drink (con tanto di sospiro finale per contrastare il caldo infernale giù per la gola) neanche se fosse stato felice. Non bevevano tutti come se ne andasse della loro vita, o con la paura che qualcuno sarebbe arrivato a rubargli il bicchiere fra le mani? no? Solo Arci era traumatizzato a vita dalle proprie esperienze dopo un'infanzia in orfanotrofio e tre quest bodie california? ma pensa.
    «Domani ho mezza giornata di riposo, ne ho approfittato per.... uscire.» il che ancora non rispondeva alla domanda di Archibald.
    Non c'erano più biglietti per vedere singin' in the rain disponibili? La ludoteca era chiusa di mercoledì?
    E a quanto pare Nathan non era neanche lì con amici.
    Nonchè a disagio.
    La cosa fece sorridere comprensivo il Leroy - comprensivo e curioso. Voleva sapere tutto dei drammi del perfetto ragazzo della porta accanto Shine,
    già a scuola famoso (famoso... oddio) come infallibile e gentile tassofessorosso, portatore rispettabile del nome "splendente".
    «Dovevo incontrare una ragazza. Cioè, l'ho incontrata, e-» nathan shine non era gay? shock. «non ridere, eh.» Arci si mostrò S C O N VO L T O !!! ridere? LUI? delle disgrazie amorose altrui???? «Non è andata molto bene. Quindi ora sono qui a bere da solo. Cioè, non più da solo. Siamo soli, ma in compagnia»
    Arricciò il naso. Era pronto a mostrarsi supportive per il kinda amico con l'autostima distrutta dal bidone ricevuto, ma quello? «non dire ste smancerie da romanzo rosa o adolescente edgy» era stato un adlescente edgy. quindi poteva dirlo. Soli ma insieme madonna santa............che poi cosa voleva dire........ «o siamo soli o siamo in compagnia» gli passò un braccio sulle spalle «e ora sei in compagnia, amico. Ok?»
    «Tu invece? Aspetti qualcuno?»
    Meeeeh.
    Non non aspettava meh.
    «ho un buono per bere gratis, oggi» sventolò il foglietto che oh mio dio ma l'avevo vinto all'obliviontober quindi l'ho usato pure io il premio lì . non ricordavo. «ma i miei amici non ci sono o non ris-» il cellulare si illuminò. «pondono....» Lo prese di scatto vedendo il nome con cui aveva salvato aidan (succhiacazzi. Scusa amore!! solo perchè era offeso) (e poi era vero *mani in alto*), il sorriso prima a spegnersi e poi a riaccendersi con una piccola risata.
    "Archibald Dominique Leroy in Beaudelaire lo sai che esistono le chiamate per le cose urgenti? Non serve inviarmi quarantasette messaggi nell'arco di mezz'ora. Senza contare che ti avevo già detto di essere impegnato.
    No. Non posso sta sera. Domani?"

    Ripose il cellulare, ma era più sereno.
    «sono tutto tuo» portò il bicchiere alla bocca, bevendo quanto restava, e richiamando il barista per chiederne un altro. Aveva pur sempre il buono da sfruttare!!!!
    «- anche per il mio amico. È stato piantato in asso, quindi per favore un po' più forte, gli serve coraggio liquido»
    Battè sulla spalla di Nathan. «TI FACCIO DA SPALLA PER UN RIMPIAZZO!» SUVVIA era un'idea geniale!! Bastava puntare tutte le ragazze («sei etero? Bisessuale? Cosa puntiamo») che ad arci sarebbero sembrate noiose e non avrebbe scopato manco alla fine del mondo, sicuro erano il Tipo di Nathan!!!!
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    Qualcosa nell’espressione un po’ troppo sconvolta di Arci non convinse del tutto Nathan, che comunque era un pezzo avanti per via del drink («..ma cosa ci hanno messo qui dentro?» lo stava già accusando tutto.) quindi poteva aver frainteso le intenzioni del collega — ma era anche un suo difetto, uno che mostrava raramente: sapere di essere sempre quello che, per via del suo carattere accondiscendente o troppo buono o semplicemente troppo ordinario, veniva costantemente preso in giro dai compagni.
    Poteva farselo scivolare addosso e non badarci più di tanto, ma quell non lo rendeva meno triste.
    O vero.
    Quindi si strinse nelle spalle dopo aver concesso una simile arma al Baudelaire con cui potesse sfotterlo, perché poteva anche vedere sempre il lato positivo delle cose e il buono nelle persone, ma non voleva dire che Nathan fosse così scemo da aspettarsi solo ed esclusivamente il meglio dal genere umano: sapeva che le persone potessero fare male, quando meno se lo aspettava, eppure questo non lo frenava dal voler cercare sempre di fare il possibile per rendere, per quanto nel suo piccolo, il mondo un posto migliore.
    Fu estremamente felice di notare che Arci non era lì per prenderlo in giro o ridere delle sue disastrose vicende non amorose, perciò si lasciò sfuggire a sua volta una risatina mentre agitava il bicchiere in direzione del barman: già che c’era, tanto valeva approfittare di quel giorno di libertà perché chissà quando sarebbe ricapitato, poi! Conoscendo Richard Quinn: mai non abbastanza di frequente. Ma a Nathan piaceva il suo lavoro, perciò raramente si lamentava, e pensava più a godersi i momenti quando capitavanoi.
    «non dire ste smancerie da romanzo rosa o adolescente edgy. o siamo soli o siamo in compagnia» arricciò il naso a sua volta, imitando l’espressione dell’altro assistente ma senza la visbile nota di disappunto che aveva notato in Arci — cosa che, per inciso, fece ridere Nathan ancora di più. OKay, sì! Aveva ragione! «Suonava proprio come una cosa da “adolescente edgy” non è vero?» Forse ci passava un po’ troppo tempo insieme, con gli adolescenti edgy; magari gli servivano amici (fine.) della sua età.
    E forse Arci era davvero un sensitivo, perché proprio alla fine di quel pensiero arrivò il suo braccio intorno alle spalle dello Shine e quel «e ora sei in compagnia, amico. Ok?» che lo fecero illuminare come le case americane nel periodo di Natale.
    Annuì, felice e cercando di mettere a fuoco il buono che l’altro gli stava sventolando sotto il naso: ma pensa!! «Ah, ottimo!! Quindi offri tu?» e alzò nuovamente il bicchiere che nessuno aveva ancora preso per riempire di altro alcol, ma pensa!! Oh, Nathan era carino ed educato e una bravissima persona, ma non era mica un pirla.
    Ringraziò con un cenno del capo e un sorriso quando, finalmente!, il barista si palesò di fronte a loro e poi ringraziò il suo amico: Arci l’aveva definito così ben due volte nel giro di pochi minuti, quindi Nathan ormai lo dava per buono!! «È stato piantato in asso, quindi per favore un po' più forte, gli serve coraggio liquido» «Non... proprio... piantato in asso, dai.» Molto piantato in asso: lei se n’era andata con una scusa e non era più tornata e Nathan aveva avuto persino l’ardore di aspettare un po’ perché “beh, magari cambia idea, ci deve solo pensare su...”; aveva davvero bisogno di tornare in partita, era fuori allenamento; non capiva più i segnali, nemmeno quelli al neon e impossibile da non cogliere.
    «Magari non troppo forte....» perché si sentiva davvero un pezzo avanti e l’ultima cosa che voleva era tornare al castello puzzando di distilleria.
    «TI FACCIO DA SPALLA PER UN RIMPIAZZO!» «cos» unexpected: si era forse perso un pezzo di conversazione? «sei etero? Bisessuale? Cosa puntiamo» «uhm.. e...tero?» al giorno d’oggi chi lo sapeva più? «Sì, cioè, mhmh. Sono» etereo, cit. «etero» battè leggermente sulla mano che Arci gli aveva piazzato sulla spalla, ora a disagio. «Ma non serve, ah ah dai....» Sì, va bene, aveva pensato letteralmente due secondi prima che forse era il caso di mettersi più in gioco e perché no, tentare con altri appuntamenti perché era inutile lasciarsi abbattere dal primo palo beccato ma....!! Questo non significava che volesse avere un Arci come testimone dei suoi ulteriori fallimenti.
    Perché lo sentiva che nuovi tentativi sarebbero andati male. Malissimo. Non era giornata; e non aveva bisogno della Vista, in quel momento, per saperlo.
    «Magari un altro giorno... dai... beviamo.......» pareva brutto chiedergli dei suoi amici, così da togliere l’attenzione da sé?! Lo so, assurdo per un uomo di teatro come lui, ma stare sotto i riflettori senza una maschera da indossare lo faceva sentire nudo e lo metteva a disagio.
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    La voglia di uccidere la noia era alle spalle di un sacco di (pessime) decisioni prese dal Leroy, e aiutare lo Shine a trovarsi qualcuno con cui passare la notte rientrava nella categoria. L'occhio vigile di Arci iniziò a scansionare gli altri clienti della discoteca, ma non era un esperto shipper, lui: non vedeva il potenziale nelle coppie solo guardandole. Che tipo piaceva a Nathan? Era più da sventole mezze nude, o ragazzi impettiti in completo elegante e dal viso angelico? Era certo di averlo visto arrossire di fronte allo Shin, ma insomma, tutti arrossivano di fronte a Daniel Shin, trascendeva il piacere o non piacere e provocava risvegli sessuali di continuo.
    Non era un fan dell'amore, e non credeva al concetto di anima gemella (molto ironicamente visto che per arianna la arcidan esiste e si trova in qualche modo in ogni AU), ma temeva che Nathan fosse proprio quel tipo di persona, e che una ragazza da una botta e via non sarebbe stata il suo tipo e avrebbe solo peggiorato il suo umore sul lungo periodo. Però oh, mica era sicuro, glielo doveva chiedere.
    «uhm.. e...tero?» si voltò leggermente verso di lui, sollevando un sopracciglio e distratto dalla sua ricerca.
    L'ultima volta che aveva controllato, gli Uomini Cis Etero TM non avevano dubbi nel precisare la loro eteronormatività... ma lungi da Arci obbligarlo a fare coming out con lui: magari doveva ancora solo scoprire che in tempo di guerra ogni buco è trincea.
    «Sì, cioè, mhmh. Sono... etero»
    «certo.» PER NIENTE SUS IL MODO IN CUI HAI ESITATO NATH !!!!!!
    vabbè, almeno Arci sapeva di dover cercare ragazze; magari non era etero, ma poteva comunque "prediligerle" perchè erano profumate e morbide, arianna capisce, Arci meno ma accetta. «cerchiamo una relazione o solo qualcuno per la notte? Chiedo»
    «-Ma non serve, ah ah dai....» «mh?» Il Beaudelaire era già tornato a osservare le clienti intorno a loro, cercando la vittima sacrificale perfetta.
    «Magari un altro giorno... dai... beviamo.......»
    «eri uscito per un appuntamento, no?» lo squadrò, sorseggiando quanto restava nel proprio bicchiere. «quindi sei messo in tiro-» oddio, non che fosse vestito secondo il genere di arci - quando lui si metteva in tiro era ben diverso (non meglio; diverso) - ma supponeva si fosse vestito bene secondo i propri gusti per un appuntamento al buio «-hai la biancheria buona e cazzi e cazzi e mazzi. Perchè non vuoi cercare qualcuna? Mi sembra il giorno perfetto: sei qui per trovare la tua dolce metà, e te la troveremo» pausa «e poi mi annoio» dai, intrattienilo !! «ti lascio bere cosa e quanto vuoi senza farti pagare, a te e alle fortunate che troveremo» perchè aveva notato come avesse apprezzato l'alcol gratis ihih
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    Nathan riuscì persino a sentire il punto fermo di quel «certo.» che di convinto non aveva assolutamente nulla. Si strinse nelle spalle, però, come a voler fornire una giustificazione che non aveva: era vero che aveva baciato (o finto di baciare, ciao Beh) ragazzi per un sacco di motivi (e poi era un attore, gli capitava di dover interpretare pArTi!) ma era successo in passato (e quando aveva un altro volto.), non di recente.
    Vero anche che, di recente, non aveva baciato nessuno — punto e basta. Quando diceva di essere molto, molto, mooolto, indietro e di avere un sacco di tempo perso da recuperare, non scherzava mica.
    «cerchiamo una relazione o solo qualcuno per la notte? Chiedo»
    La facilità con cui le domande di Arci si incastravano perfettamente nei pensieri poco lucidi dello Shine aveva un ché di disarmante. Ancora una volta, però, l’assistente del Quinn si limitò ad osservare il collega, prendendo tempo per formulare una risposta educata e che allo stesso tempo non desse veramente idea di quanto perdente si sentisse in quel periodo.
    «eri uscito per un appuntamento, no? quindi sei messo in tiro-» Gli venne istintivo abbassare lo sguardo sull’outfit scelto per la serata: “messo in tiro” non era sicuramente il termine che avrebbe utilizzato lui, ma sì: si era vestito carino. Carino per i suoi standard di semplicità, comunque. Un bel paio di jeans, una camicia scura di cui si intravedeva solo il colletto sotto il golfino verde bottiglia. Non era certamente un’icona di stile, ma si piaceva.
    Sì, aveva anche la biancheria buona ma nascose comunque il viso dietro il bicchiere (nel quale era rimasto solo ghiaccio, ma gli serviva principalmente come diversivo!! Strategia!!) perché l’esuberanza e il coinvolgimento emotivo con cui Arci si era lanciato in quella missione (impossibile) lo metteva appena appena a disagio. Nathan non era assolutamente una persona timida, ma era cauto: era aperto al commettere errori e fare passi falsi, lo considerava parte importante della crescita personale di ciascun individuo, ma non amava sbagliare davanti a qualcuno. Ancora meno gli piaceva fallire miseramente di fronte ad un Arci così preso bene e determinato a trovargli una compagnia con cui passare la serata.
    Che poi: non era quello che Nathan voleva.
    Cosa voleva, dunque?
    A dire la verità, non lo sapeva manco lui. Avrebbe trovato piacevole incontrare qualcuna con cui scambiare due parole in compagnia, divertirsi, trovare punti in comune e passare l’intero appuntamento a scambiarsi pensieri, idee, passioni. Non cercava per forza di concludere qualcosa portandola a letto. Gli sembrava... Irrispettoso. Fosse successo non lo avrebbe rifiutato, certo, ma da lì a farlo diventare lo scopo della ricerca ce ne passava di acqua sotto i ponti...
    Non cercava però nemmeno la compagna della vita; per quella, si ripeteva, c’era ancora tempo.
    Perciò, privo di una vera risposta da fornire al collega, scelse qualcosa che stava nel mezzo: non una bugia, ma nemmeno una verità. «Arci, non serve. Davvero Il sorriso dolce si allargò sul viso, sincero quando informò l’altro delle sue intenzioni. Posò una mano sul braccio di Arci, per evitare che si distraesse di nuovo alla ricerca di qualcuna da presentargli. Era cosciente del fatto che avrebbe guadagnato due simboli negativi sulla famosa barra delle relazioni del Leroy? , ma gli piaceva rimanere fedele a se stesso e non forzare troppo la mano.
    Non tutti erano così estroversi.
    «Mi dispiace se ti annoi.» Era sincero anche lì!! «Ma dubito fortemente che osservarmi mentre mi rendo ridicolo davanti a qualcuno possa essere considerato interessante.» Fece una pausa, labbra dischiuse e sguardo confuso, perso nel vuoto. «Oh. Oh.» Eh già. «Oh.» di nuovo, perché per Arci sarebbe stato uno spettacolo in entrambi i casi.
    Incrociò le braccia sul bancone e poggiò il mento sugli avambracci. «Non so se voglio rischiare il secondo due di picche della serata.» ammise a bassa voce, tenendo sotto scacco con lo sguardo un bicchiere pieno di cannucce nere: tutto pur di non guardare Arci. «Non è la mia serata,» o, come dicevano i Rembrandts, nemmeno “il suo giorno, la sua settimana, il suo mese o persino il suo anno”.
    Magari doveva farsi togliere il malocchio.
    «Ci beviamo comunque su? E magari mi dai qualche consiglio...» fece una piccola pausa, azzardando un’occhiata in direzione del Leroy, «e lo mettiamo in pratica la prossima volta?» OK si che era un improvvisatore, ma non voleva bruciarsi così palesemente ogni carta con le clienti del Fiendfyre.
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    Non brillava di empatia, il fu serpeverde. Non era così bravo con le emozioni - altrui o proprie che fossero -, a cogliere i piccoli segnali che la gente lanciava per far cogliere il proprio stato, e prese il tergiversare di Nathan come semplice timidezza, o sconforto per il bidone già ricevuto quella serata. Magari gli serviva solo una spinta, e Arci era abbastanza annoiato per dargliela.
    «Arci, non serve. Davvero.» «lo so» non reputava necessaria la presenza di un'altra persona per sentirsi completi, e anche in caso di bisogni fisici sicuramente Nathan sapeva usare bene le manine. Non stava cercando qualcuno per lui perchè serviva lo facesse - o perchè glielo dovesse. Voleva farlo e basta, era tanto strano?
    «Mi dispiace se ti annoi. Ma dubito fortemente che osservarmi mentre mi rendo ridicolo davanti a qualcuno possa essere considerato interessante.» Prima ancora che Nathan si rendesse conto di cosa aveva detto, Arci sollevò un sopracciglio.
    «Oh» «mh mh» «Oh.»
    incurvò le labbra «sì, lo sarebbe» alzò la mano libera in aria, pronto a giustificarsi mentre l'altro si accasciava depresso sul bancone. «l'hai detto tu, non io. Io non sto dando per scontato ti renderesti ridicolo, dico solo che non ci resterei sveglio la notte se capitasse»
    Niente, l'inizio di sbornia di Nathan iniziava a prendere la via della tristezza, e al Leroy questo non piaceva per niente. «Non so se voglio rischiare il secondo due di picche della serata. Non è la mia serata» Arci alzò gli occhi al cielo, sorseggiando e lasciandogli finire il suo monologo prima di dargli uno schiaffo (morale; ma magari anche fisico. Metodologia Arabells, funzionava sempre). «Ci beviamo comunque su? E magari mi dai qualche consiglio...» gli andò di traverso il cocktail e tossicchiò, ma cercò di fingere che andasse tutto bene. Certo. Consigli romantici. Lui. Sì sì. La persona giusta-
    ...
    ...
    oddio no, voleva DAVVERO solo una botta via? ALLORA ERA IL SUO UOMO!!!
    «e lo mettiamo in pratica la prossima volta?»
    «meh.» roteò gli occhi, dandogli un piccolo colpo al fianco. «non pensavo ti interessasse tanto quello che pensa uno sconosciuto di te» era andato in una discoteca per un appuntamento con un golfino con sotto la camicia quindi. Insomma. E poi insegnava a pre/adolescenti, la categoria risaputamente più cattiva del mondo, e sembrava pure piacergli «Hai ricevuto un bidone; e allora? Li ricevono tutti. Chi se ne fotte. La ragazza che ti ha scaricato parlerà male di te con gli amici? Probabile, ma che cazzo te ne frega: non ti cambierà la vita se lo faranno o meno-» allargò le braccia «e lo stesso vale per tutte le persone qui dentro. Praticamente a nessuno importa di te, Nathan» di nuovo mostrò i denti in un sorriso felice, dandogli una pacca sulla spalla. «ed è bellissimo.»
    Forse lo shine avrebbe preso male quell'affermazione, ma era la filosofia di vita di Arci, e la adorava. Oh che libertà nel sapere che qualsiasi cosa farai, non sei che un granello di polvere o un ricordo sbiadito nel gran piano delle cose. Un tuo errore non farà crollare l'universo, un tuo fallimento non equivale a una guerra persa.
    Iniziò a frugare nelle tasche della giacca. «senti, controproposta» Mostrò dei tarocchi usurati. Non gli disse che erano speciali e non solo emotivamente. «Ti leggo il futuro, e se le carte dicono che non è serata, restiamo fra noi» Divise il mazzo a metà sul tavolo, e lo mischiò abilmente facendo scorrere le carte. «ma se dicono che ti devi lanciare perchè andrà alla grande, ci darai ascolto» Battè il mazzetto mischiato sul tavolo tre volte, e si voltò a guardare Nathan per dargli completa attenzione. «Ci stai?»
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    CITAZIONE
    22) [ON] un mazzo di tarocchi incantato: oltre a leggere il futuro, alcune delle carte hanno un effetto magico minore per chi le pesca durante la lettura, effetto che si attiva da subito, a un'ora da quando è stata pescata la carta e dura poi per un'ora (ad esempio pescando gli innamorati al dritto sarà come aver preso dell'amortentia, con la ruota della fortuna al contrario si sarà sfortunati ecc)

    allora, pensavo di estrarre random 3 carte (da un sito random tipo www.altarocchi.it/ questo) e poi riestrarre se esce dritta o rovescia e fargli la lettura. In base alle carte decidere se c'è un effetto magico o è una lettura normale, ma dimmi te !! possiamo anche "decidere" le carte per guidare la role dove vogliamo ♥ (ergo puoi te #wat)
     
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    «sì, lo sarebbe. l'hai detto tu, non io. Io non sto dando per scontato ti renderesti ridicolo, dico solo che non ci resterei sveglio la notte se capitasse. non pensavo ti interessasse tanto quello che pensa uno sconosciuto di te» lasciò che un sospiro leggero sfuggisse dalle sue labbra, occhi fissi sulle bottiglie messe in bella mostra sugli scaffali dietro il bancone, senza davvero riconoscerne le forme e le etichette; non gli interessava granché, comunque. Nella sua testa, le parole di Arci si ripetevano con ritmi e toni sempre diversi, alcuni lenti e altri più incalzanti, ma sempre tutti con lo stesso identico scopo di rimanere impressi a fuoco.
    Aveva ragione, e Nathan sapeva che fosse così. Ma era abbastanza ubriaco da riuscire a nascondersi comunque dietro uno sguardo spaesato e ostinatamente tonto. Arci lo conosceva bene, e sapeva che non fossero quelli i problemi su cui Nathan tendeva a soffermarsi — e, in tutta onestà, non sapeva perché avesse deciso di farlo proprio quella sera. Forse era solo arrivato al punto in cui non poteva più negarlo, o rilegarlo a problema secondario; o forse aveva solo la sbronza triste e una volta passata avrebbe anche lasciato indietro quei pensieri.
    Non disse nulla, comunque.
    «Hai ricevuto un bidone; e allora? Li ricevono tutti. Chi se ne fotte. La ragazza che ti ha scaricato parlerà male di te con gli amici? Probabile, ma che cazzo te ne frega: non ti cambierà la vita se lo faranno o meno-» non poteva dirgli che avesse ragione anche lì — e dubitava l'altro avesse necessità di sentirselo dire. «e lo stesso vale per tutte le persone qui dentro. Praticamente a nessuno importa di te, Nathan» «diamine, grazie archibald.» assottigliò le palpebre, ma non c'era rancore nello sguardo che rifilò all'altro assistente, solo un'amara concessione di resa. «ed è bellissimo.» accettò la pacca sulla spalla, sapendo, ancora una volta, che Arci avesse centrato il punto.
    O meglio: Nathan non era proprio d'accordo con la versione esagerata di quel pensiero – gli piaceva pensare di contare qualcosa per qualcuno – ma poteva accettare l'idea che, in quel preciso contesto, un suo fallimento non avrebbe fatto deragliare il corso degli eventi o portato allo scoppio della Terza Guerra Mondiale. Avrebbe dato un colpo alla sua autostima, ma Nathan si rispettava abbastanza da riuscire poi a riderci su.
    Si prese ancora un secondo di silenzio per riflettere sulle parole del collega, poi sorrise. «ma sì, va bene lo stesso» Quando spostò lo sguardo su Arci, lo vide frugare nelle tasche della giacca, ma gli rivolse solo un'occhiata di sbieco, incuriosito, senza però alzare il mento dalle braccia. «senti, controproposta. ti leggo il futuro, e se le carte dicono che non è serata, restiamo fra noi, ma se dicono che ti devi lanciare perchè andrà alla grande, ci darai ascolto»
    Il sopracciglio già arcuato, svettò ancora di più.
    «Ci stai?»»
    Non gli pareva una buona idea, ma Arci si stava impegnando molto per aiutarlo e Nathan non voleva dare l'impressione di non apprezzare i tentativi.
    Si tirò su, entrambe le mani posate sul bancone, e osservò Arci mischiare le carte e poi disporle in tre mazzi: passato, presente e futuro, immaginò l'attore.
    «quindi ora scelgo tre carte...?» Non era la prima lettura che riceveva (o a cui partecipava) ma non voleva presumere di sapere cose, perciò attese un cenno d'assenso da parte di Leroy, e poi pescò tre carte, posizionandole tra loro e leggendone il nome man mano che le scopriva.
    «il papa....il sole....e il mago. solo la prima è al dritto,» alzó lo sguardo verso l'amico, e inclinò il capo, «è un brutto segno?» accennò un sorriso un po' storto e reso più liquido dall'alcol. «il sole al contrario un po' rispecchi il mio mood attuale» scherzò — ma non troppo: era vero che di solito illuminava gli altri con il suo calore, e la sua serenità, ma quella sera l'umore era innegabilmente... nuvoloso.
    Beh, sarebbe passata in fretta! Come ogni altra cosa.
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    Nathan sembrava a ogni parola più depresso, piuttosto che rinvigorito dal nihilismo di Arci - e la cosa non faceva che scocciare il fu serpeverde. Il Leroy aveva sulla punta della lingua una lunga lista di eventi molto peggiori che ricevere un due di picche da una sconosciuta, o di non quagliare da un po' (finire a Bodie pensando che non sarebbero mai più potuti tornare a casa, scoprire di essere padre di una delle tue migliori amiche, combattere una battaglia persa in partenza in un universo alternativo, amare aidan gallagher-...), ma si trattenne: per qualche inspiegabile motivo voleva bene allo Shine, lo considerava suo amico. Voleva vederlo sorridere perchè gli piaceva.
    Si limitò ad alzare gli occhi al cielo, e chiedere un altro giro di shot al cameriere.
    «prima mischia, poi pesca» lo guardò attentamente fare tutto, e piazzare le carte sul bancone.
    «il papa....il sole....e il mago. solo la prima è al dritto, è un brutto segno?»
    «non per forza» si strinse nelle spalle, e dopo un cenno di ringraziamento al barman trangugiò il bicchierino, invitando nathan a fare lo stesso. «In generale, il papa potrebbe essere una figura esterna, ad esempio un mentore, buoni consigli disinteressati - ad esempio, la mia presenza qua - ma abbinato al mago rappresenta la voglia di fare piani, di cambiare le cose: vuol dire che stai cercando di cambiare le cose, e stai usando tutte le tue energie per farlo. In amore, significherebbe la ricerca di un partner» picchietto sulla carta del mago «ma hai ragione: è al rovescio. Questa ricerca la stai facendo male, in modo affrettato, ossessionato dal risultato piuttosto che dal viaggio» indicò il sole «il Sole col Papa vorrebbe dire rendere le cose ufficiali ma... di nuovo, rovescio. Se insieme il Sole e il Mago indicano buona salute e capacità di guarigione, in questo caso ti direi che stai facendo puttanate, e invece di guarire da una qualche ferita stai soffrendo. Fatichi a trovare gioia da situazioni in teoria positive»
    Inclinò la testa di lato osservandolo.
    «fidati di te stesso, fidati del processo. Cerca il cambiamento, ma non ossessionartene. Fai qualcosa che non faresti mai, perchè non potrai ottenere risultati diversi se fai sempre la stessa cosa, ma non aspettarti qualcosa in particolare o ne sarai deluso invece che vedere la gioia che l'inaspettato può darti»
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    non so come usare le carte magiche ma la lettura è sincera, ho trovato le varie combinazioni e dritto e rovescio e secondo me ci sta pure .
     
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    Nathan accettò l'ennesimo drink della serata — di certo non si poteva dire che non avessero sfruttato appieno il buono di Arci, quello no. Sperava solo di non pentirsene troppo all'indomani, fare da (badante) assistente al Quinn era un lavoro a tempo pieno e che gli richiedeva un sacco di energie, ma Nathan lo faceva sempre con estremo piacere e, ancora più importante, con gioia.
    Still, aveva bevuto un sacco e non sapeva bene cosa aspettarsi dalla giornata successiva. Bene ma non benissimo.
    Dopo aver riconsegnato il bicchierino vuoto, si mise in attento ascolto della lettura.
    «In generale, il papa potrebbe essere una figura esterna, ad esempio un mentore, buoni consigli disinteressati - ad esempio, la mia presenza qua» gli rivolse un cenno con la testa, e un sorriso sincero: era ancora lì e lo stava aiutando, nonostante lo Shine fosse una pessima compagnia, quella sera. «- ma abbinato al mago rappresenta la voglia di fare piani, di cambiare le cose: vuol dire che stai cercando di cambiare le cose, e stai usando tutte le tue energie per farlo. In amore, significherebbe la ricerca di un partner» arricciò il naso in una smorfia, punto sul vivo. Era proprio così, non è vero? Ci stava provando, e ci stava provando un po' troppo: perché tutta quella fretta di trovare qualcuno, e perché proprio ora? Non aveva senso, si era sempre bastato.
    «ma hai ragione: è al rovescio. Questa ricerca la stai facendo male, in modo affrettato, ossessionato dal risultato piuttosto che dal viaggio» ecco, altre parole cariche di verità: stava sbagliando tutto, stava correndo troppo. Da cosa nasceva quella fretta? Non sapeva dirlo, non è che avesse delle scadenze o delle mete, o dei progetti per la vita. Mai avuti.
    «il Sole col Papa vorrebbe dire rendere le cose ufficiali ma... di nuovo, rovescio. Se insieme il Sole e il Mago indicano buona salute e capacità di guarigione, in questo caso ti direi che stai facendo puttanate, e invece di guarire da una qualche ferita stai soffrendo. Fatichi a trovare gioia da situazioni in teoria positive» ah beh. Alzò due dita per chiedere un altro drink, quale miglior modo per non pensare all'ennesima verità suggerita dall'amico e collega??
    Lasciò che Arci lo osservasse, ma non ricambiò lo sguardo. «fidati di te stesso, fidati del processo. Cerca il cambiamento, ma non ossessionartene.» onestamente? Era un consiglio che li Shine voleva a tutti i costi seguire, credetemi. «Fai qualcosa che non faresti mai, perchè non potrai ottenere risultati diversi se fai sempre la stessa cosa, ma non aspettarti qualcosa in particolare o ne sarai deluso invece che vedere la gioia che l'inaspettato può darti»
    Fare qualcosa di diverso, eh? «mi sono registrato su un'app di incontri» si strinse nelle spalle «non è andata benissimo» ma forse perché si era aspettato “qualcosa in particolare”, e Arci non gli aveva appena detto di fare esattamente il contrario? Sospirò, mandando giù il cicchetto, e sorridendo intorno al bordo del bicchiere. «sai cosa? Hai ragione, a partire da adesso basta ossessionarsi» lo mise sul bancone, capovolto, e battè il palmo aperto sul legno del ripiano. «ci divertiamo. balli?» lui poco, e anche male, ma non vedeva perché non farlo ugualmente. Dopotutto, domani era un altro giorno e aveva tutto il tempo per non pensare a quanto fosse sfigato, e infondo la sua vita non era così male, anche in solitaria. «dai andiamo, e dopo facciamo un altro giro»
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