Votes given by mephobia/

  1. .
    I parchi richiamano sempre alla memoria ricordi. Rimangono impressi, per qualche motivo; pregni di nostalgia per un tempo passato. Magari la persona ora di fronte a voi ha pensato a quando, da bambino, passava le giornate a litigarsi l'altalena con i suoi compagni, o quando da ragazzo ha dato il suo primo bacio - chissà, magari su quella stessa panchina.
    Il perchè sia lì, non importa. Fra tutti i posti in cui avrebbe potuto smaterializzarsi, un tonfo vuoto e liquido a pochi passi da voi, ha scelto quello.
    Istinto.
    E forse razionalmente non riuscite a registrare nulla di lui. Non riuscite a vedere di che colore abbia gli occhi - scuri, vi direte in un secondo momento - o se abbia o meno le lentiggini - le ha, come noterete da quanto spiccano sull'incarnato pallido. Il rosso dei capelli permane anche quando cade senza emettere alcun suono.
    Non un sospiro. Non un sibilo.
    Qualcosa l'avete registrato, però. Un'ondata di terrore, mescolata a qualcosa che sulla lingua, se Hans sa riconoscerlo, ha il sapore del sollievo. Qualcos'altro, di cui non riesci a discerne le note. Una necessità che non ha tempo di concretizzare a parole, una mano al cuore e l'altra abbandonata distratta lungo il fianco.
    Non avete neanche bisogno di avvicinarvi, per sapere sia morto. Possiede il vuoto che solo chi ha abbandonato il piano mortale, ha.
    Magari vi chinate sul suo corpo. Magari non lo fate. In entrambi i casi, non vedete nulla che possa averne causato la morte.
    Nessuno si ferma a guardare. Il resto del mondo va avanti attorno a voi, solo fischi più pronunciati per richiamare i cani che, incuriositi dall'accaduto, si sono accostati.
    Ma hanno visto: pochi minuti dopo, un paio di Cacciatori inviati dal Ministero vi squadra. Non vi fanno domande; voi certo non avete tempo di farle a loro. Vi rivolgono un misero e solenne cenno con il capo a volersi fingere rassicurante.

    Così come sono arrivati, spariscono con il cadavere senza lasciare alcuna traccia.
  2. .
    Non c'è stato alcun segnale, prima. Nulla che abbia potuto prepararti ad affrontare la situazione ora sotto mano, inaspettata quanto pioggia in un giorno di sole.
    Sei all'Aetas, Cal, in attesa che si presenti il tuo appuntamento. È una giornata come un migliaio d'altre in quel del parco: padroni a spasso con il cane, adolescenti a ridere su una panchina, tornei di carte e scacchi sui prati ben curati.
    E -
    all'improvviso -
    Il suono asciutto di una smaterializzazione proprio lì, di fronte a te. Una donna che potrebbe avere la tua età, anche se sembra portare i suoi anni molto peggio: segni scuri sotto gli occhi, guance scavate, capelli spettinati. Viso sporco.
    Spalanca la bocca per dirti qualcosa.
    Non hai tempo, né bisogno, di armarti; e non ha tempo, lei, di dirti nulla.
    Cade come un burattino cui abbiano tagliato i fili.
    È ora riversa al suolo, con l'abbandono tipico della morte a scomporne gli arti. Occhi vitrei, e vacui. La pelle è ancora calda al tatto.
    Anche cercando, non troverai alcun segno di cosa la abbia uccisa. Neanche la magia ti viene in soccorso.

    Qualcuno ha chiamato i soccorsi.
    Cacciatori.
    Sono loro ad occuparsi del corpo; dove lo portano non è certo affare tuo.
    E se hai delle domande, farai bene a tenerle per te.
  3. .
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    prof | assistant
    1991 | 2000
    casta | freaks
    eugene jackson | barrow skylinski

    «euge, ma sei sicuro di stare bene?»
    minchia se non faceva una strage.
    un sacco di persone da uccidere, e così poco tempo. decise, così su due piedi e per niente influenzato dalla presenza di rob a gravargli sulle spalle, che avrebbe cominciato da Raphael; l'unico dubbio rimaneva sul come. in quei casi la soluzione ideale era lasciarsi guidare dell'istinto: invece di spingere l'uomo fuoribordo, come aveva pensato inizialmente, dal basso del suo metro e cinquantacinque Eugene Jackson allungò il collo e gli affondò i denti nella carne tenera ed esposta della gola, dove sapeva la pelle fosse l'unica, sottile barriera tra la sua bocca e il sangue ch— «oh, eugene mi senti?» batté le palpebre sugli occhi chiari, nel sentirsi nuovamente chiamare; il volto del vaughan accolse il ritorno del professore alla realtà nell'unico modo in cui quest'ultima sapeva spezzare un sogno: lasciando l'amaro (e poco amore) in bocca.
    niente bagno di bellezza nel sangue caldo di raph, per quel giorno.
    «non sento un cazzo, ho le orecchie tappate» cit. babbi a Polignano. sempre al mare si trovavano, anche se quello non era esattamente l'Adriatico. le iridi cerulee del serpeverde accarezzarono la superficie altrettanto cristallina che si estendeva a perdita d'occhio tutt'attorno a loro, stringendo con forza entrambe le mani sul bordo del parapetto; sapeva, anche prima di voltarsi per affrontare faccia a faccia i ragazzini superstiti, che jade aveva già fatto un passo avanti per raggiungerlo. la fermò, con un cenno del capo: testardo come un tricheco (sono molto testardi), euge si era imputato per essere presente durante quell'ultima gita fuoriporta, nonostante fosse chiaro a chiunque che i venti chili in più e il fagiolo di quaranta centimetri rannicchiato nel suo utero in affitto non gli stessero rendendo la vita facile.
    it's all fun and games until il dono prezioso e tanto voluto, cresciuto nel tuo grembo non comincia letteralmente a mangiarti dall'interno — gli sbalzi d'umore, la furia omicida, le lacrime facili anche di fronte alla pubblicità del black&decker: non una novità per il Jackson. ma la debolezza? il non potersi più fidare del proprio corpo? LE PERDITE URINARIE? eh no raga, quando era troppo era troppo.
    ma aveva insistito comunque.
    per ricordare a se stesso di essere ancora in grado di muovere più di due passi senza diversi sedere; per gli studenti scomparsi nel nulla, e quelli rimasti; perché ci aveva messo impegno, sudore e amore per creare il video commemorativo di will e, per dio, li avrebbe costretti a guardarlo. prima, però, toccava la parte del dovere «ragazzi. bubini» riuscì persino ad accennare un sorriso, nonostante Rude avesse deciso fosse il momento giusto per mettere su un rave tra le sue budella «il professor vaughan vi ha già spiegato a grandi linee dove ci troviamo e cosa dovrete fare. tra qualche istante arriveranno i "mezzi di trasporto"» mimò le virgolette a mezz'aria, incapace di trattenere una risatina. ci voleva davvero poco a rimettere Eugene Jackson di buon umore, e l'immagine mentale delle ostriche giganti che leccavano i suoi studenti (era il prezzo del biglietto) aveva anche un che di poetico «raggiungerete takitaki in un paio di minuti. gli abitanti hanno preparato per voi una stanza apposita al loro Centro di Osservazione, nella quale potrete respirare normalmente» quello, nello specifico, era un punto sul quale i takini avevano dato prova di una certa durezza: convincerli che gli studenti possedessero ancora un apparato respiratorio obsoleto che non permetteva loro di muoversi liberamente sul fondo dell'oceano aveva richiesto piu tempo del previsto «ad ogni esemplare è allegato un fascicolo con una descrizione sommaria dei sintomi e spazio per i vostri appunti. abbiamo pensato di facilitarvi il lavoro, non potendo comunicare con gli abitanti o avvicinarvi abbastanza alle creature da valutare con precisione i danni subiti» muovendosi come una balenottera spiaggiata, Eugene tentò di mettersi seduto sulla panca che costeggiava il parapetto della nave — buffo, tornare sempre (dove si è stati bene) allo stesso mezzo di trasporto, ciao mood ciao balt ❤. a leap of faith, perché una volta piegate le ginocchia e abbandonato il peso del corpo all'indietro non esisteva alcun modo per fermare la caduta; per fortuna la superficie liscia della panca si fece trovare esattamente dove il Jackson aveva calcolato, con tanto di cuscino infilato sotto le chiappe da jade un istante prima dell'impatto.
    se non era amore quello.
    «quindi per riassumere: cercate di capire quale incantesimo oscuro è stato lanciato sulla vostra creatura e trovare il controincantesimo. non potrete lanciarlo subito, però. le creature sono state attaccate in mare aperto, utilizzando una magia che non richiede l'uso di formule verbali. di conseguenza anche a voi toccherà trovarvi faccia a faccia con loro, per tentare di salvarle, ma non preoccupatevi, riceverete istruzioni al momento opportuno» ammesso e non concesso fossero riusciti a non ammazzare le povere bestie causando un incidente diplomatico. per un istante di troppo, le iridi azzurre di euge si soffermarono sui riccioli scuri del bigh; una battuta già formata sulla lingua, banale e telefonata. con un sospiro, a malincuore, la ricacciò in gola: non era divertente rammentare i bei vecchi tempi se mancava Frederick con i suoi trigger e traumi irrisolti da vecchio collerico in astinenza «prima che andiate però ho una cosa importante da farvi vedere» [toothless che solleva in slow motion un cartello] «no, Simmons, non è ancora quello» [toothless che abbassa in slow motion un cartello] STAN COMACOLLA SEMPRE. fece un cenno ad arci, già pronto da diversi minuti; una scena già vissuta, ripetuta come un mantra: il proiettore magico, le ombre a calare sull'Oceano oscurando il sole, lo schermo nero sospeso a mezz'aria davanti ai volti increduli degli studenti. quelli rimasti — faceva strano pensare che gli scomparsi stavano perdendo l'opportunità di assistere all'ennesimo capolavoro (priorità).
    tutuDUN dun dun dun
    TUDUDUN dun dun dun
    YOU DON'T OWN MEEeeeEeeEe


    And don't tell me what to do
    Don't tell me what to say

    nel momento in cui suo padre era apparso sullo schermo, Barry aveva capito che la giornata si stava apprestando a peggiorare del cento per cento. alla sesta inquadratura sulle mutande di William Barrow, il ventitreenne aveva distolto lo sguardo (e perché mai non l'ha fatto subito, direte voi? freud ha le sue teorie), senza abbandonare la posa da personaggio di the sims tenuta sin dal momento in cui avevano messo piede sulla nave.
    preferiva non ammetterlo, nemmeno con se stesso, ma di quel video gli addominali scolpiti e il pacco in primo piano dell'uomo che in un'altra linea temporale lo aveva tenuto stretto tra le braccia non erano la cosa peggiore. fuggiva dagli occhi azzurri di will, barry — così simili ai suoi, eppure completamente diversi: contenevano il mondo e permettevano a chi li guardava di specchiarsi al loro interno; quelli dell'assistente non concedevano niente a nessuno. non più.
    avrebbe potuto sostenere i primi piani di suo padre, nonostante tutto, se in quelle iridi cristalline e penetranti non avesse letto qualcosa che era esisteva solo nella sua testa: rammarico, disappunto. giudizio. perchè non hai fatto nulla? diceva quell'azzurro incredibile, nemmeno una sbavatura di grigio ad interrompere il flusso. perchè non eri con loro? ma che domande sono, pà. i denti gli si chiusero sulla carne morbida all'interno della guancia, e lasciò che l'odore di salmastro dell'oceano gli riempisse i polmoni — persino in mezzo a quella vastità Barry si sentiva premere da tutti i lati. compresso, ridotto ad un foglio sottile come carta velina. no, non aveva fatto niente per fermare Kieran e Murphy, costringere entrambe a ragionare; avrebbe potuto bloccarle con le cattive, a mali estremi estremi rimedi.
    oppure, ipotesi ancora più azzardata (bucchin a mammt), sarebbe dovuto andare in quel cazzo di albergo. seguire gli aspiranti suicidi alla riscossa, senza un piano che fosse uno; facciamo irruzione!, era stata la spiegazione logica e razionale della Sargent, perché funzionava di sicuro anche nella vita vera oltre che nei film.
    e Barry non si era mosso.
    nemmeno per sottrarsi al tocco leggero e titubante delle dita di stiles, quando la mano dello psicomago gli aveva sfiorato la spalla senza che nessuno dei due sapesse cosa dire — Barry perché non credeva le parole avessero un senso, stiles perché conosceva suo figlio: neanche un grimaldello sarebbe stato sufficiente per scardinare la porta dietro la quale corvonero si era volutamente rintanato.
    nemmeno quando justin per l'ennesima volta aveva fatto la sua apparizione sulla soglia, chiedendo più di quanto l'assistente fosse disposto a dargli: una mano a trovare sua sorella, tanto per fare un esempio.
    ad entrambi barry aveva fatto dono della propria immobilità, le iridi chiare a cercare la zona migliore del pavimento su cui scaricare la propria rabbia: mai visibile, sempre presente.
    «ah, mi si sono rotte le acque»
    quello era il suo segnale per sciacquarsi via —l'ultima cosa che voleva vedere, dopo il pacco ripetutamente mostrato in mondovisione del padre, era la testa di Rude Jackson Beech farsi spazio attraverso una vagina temporanea portandosi dietro placenta e altre robe rivoltanti «ok, direi che è il caso di cominciare questa lezione prima di rimanere traumatizzati a vita. vi accompagno io» batté le mani, rivolgendosi agli studenti mentre gli altri adulti presenti perdevano quel poco di autocontrollo concesso loro dal signore donby in persona. poteva davvero sopportare tutto, Barrow Skylinski, ma non quell'orrore.
    sporgendosi dal parapetto, fece cenno a maghi e special di avvicinarsi, indicando qualcosa oltre la superficie scura dell'oceano: le piriñe, creature del tutto simili alle ostriche ma grandi quanto una piccola carrozza monoposto, attendevano a valve spalancate i loro passeggeri «sceglietevi una piriña e lasciatevi leccare. mi raccomando, dovete rimanere immobili o rischiate di farvi sputare in mare» un biglietto più caro di quelli del treno per scendere a Roma, e ho detto tutto.
    [Eugene che urla come Albano in the background]
    tempo di andare, bitchachos.

    how long am i gonna stand
    with my head stuck under the sand
    i'll start before i can stop
    or before i see things the right way up


    e insomma, infine ci siamo.
    intanto per cominciare rendiamo grazie ai superstiti e una preghierina al fly per gli studenti scomparsi che ci guardano da lassù 🙏 recappino veloce prima di passare alle regole: insieme ai professori e ai loro assistenti vi siete messi in viaggio su una nave (moderna, niente pirati questa volta ❤) partita dalle coste della Nuova Guinea, per raggiungere un punto non meglio precisato dell'oceano pacifico — nel caso a qualcuno interessasse, il mezzo si ferma circa a metà strada tra le isole Salomone e Honolulu (ciao fred), quindi nel nulla più assoluto. attorno a voi solo una distesa d'acqua che si perde a vista d'occhio. sotto di voi, nelle profondità marine, si trova Takitaki, la città perduta; per raggiungerla, ciascuno di voi dovrà entrare in una piriña, ostriche giganti che fungono da "carrozza del mare" anche per chi non è dotato di branchie, ovviamente pagando il prezzo (salato) del biglietto: farsi leccare da capo a piedi.

    CHE SUCCEDE (ON):
    una volta arrivati a Takitaki, questione di pochi minuti, la vostra ostrica vi farà scendere direttamente all'imboccatura di un tunnel, così da evitare un annegamento collettivo; da lì, proseguendo tutti insieme, giungerete alla Sala di Osservazione. niente più che un'immensa stanza suddivisa in box (come nelle stalle, usate l'immaginazione perché non so descriverla), ciascuno delimitato da un vetro che si affaccia direttamente sul paesaggio sottomarino. divisi in coppie, dovrete entrare nel box indicato da Barrow, e attraverso la parete trasparente potrete osservare e studiare la creatura a voi assegnata. il vostro compito è capire quale maledizione o incantesimo oscuro le abbia colpite, e trovare il controincantesimo adatto; quando avrete deciso, insieme, come curare l'esemplare, Barry vi darà una foglia a testa di succulenta da ingerire, e a quel punto non vi resterà che attendere ulteriori istruzioni

    CHE SUCCEDE (OFF):
    - la barriera che vi divide dalle creature non permette di castare incantesimi, quindi in questa fase dovrete solo fare brainstorming
    - siete divisi in coppie

    CITAZIONE
    1. Ben, Iris
    Purpuriyna: i tentacoli anteriori sono arricciati e/o legati tra loro, non riesce più a difendersi.

    2. Balt, Kul
    Buscofen: il corpo piumato è piegato in modo contorto per il dolore costante e presenta chiazze di pelle nuda dove mancano le piume

    3. Mood, Myrtylle
    Riotan: il suo corpo è ricoperto da formazioni cristalline che appaiono dolorose alla vista. queste gli impediscono di muoversi con agilità, rendendola una preda facile

    4. Ara, amio
    Medaka: la luce sprigionata dal corno multicolore che ha sulla fronte va ad intermittenza e le macchie luminose sul suo manto sono spente/opache

    5. ictus, darae
    Betabioptal: completamente cieco, l'unico occhio della creatura è chiuso e secerne un liquido purulento, il che le impedisce di orientarsi e difendersi

    - dovrete inventare la creatura (noi vi diamo dei sintomi e una caratteristica fisica, ma per il resto potete davvero seguire il cuore: fondamentale che ciascuna possa vivere sott'acqua e abbia una natura aggressiva e/o feroce)
    - dovrete inventare l'incantesimo (oscuro, o maledizione) che l'ha colpita, e il controincantesimo per guarirla, senza però castarlo
    - gli incantesimi devono essere NON VERBALI

    REGOLE (OFF)
    - un solo post a testa, potete dividervi i compiti come volete (gli special ha senso parlino della creatura, ma magari sono super acculturati e conoscono anche gli incantesimi #wat)
    - avete tempo per postare fino a venerdì 15 marzo alle 23.59
    - per qualunque dubbio o domanda siamo qui ❤

    — modulo per CDCM

    CITAZIONE
    HTML
    <b>&#155; NOME_CREATURA:</b> grado di pericolosità + descrizione essenziale
    <b>&#155; altro: </b> qualsiasi altra inforandom sulla creatura che vogliate condividere! Accenni e curiosità storiche? Come si riproduce? Di cosa si ciba? Da dove è originario? Potete dividere questa parte in punti in base a quello che volete raccontare!

    — modulo per ARTI OSCURE (ricordate di cambiare anche il livello (matricola, apprendista, mago, leader), a seconda della difficoltà dell’incantesimo!)

    Maledizione:
    CITAZIONE
    HTML
    <div class="card objs LIVELLO oscuro">
    <h2>NOME_INCANTESIMO</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>formula_qui</i>. ++ descrizione_incantesimo (Cosa fa, come funziona, ecc)</p>
    <h6><span>info_incantesimo (verbale, non verbale, colore del fascio, gesto della bacchetta, ecc)</span></h6>
    </div>

    Contromaledizione:
    CITAZIONE
    HTML
    <div class="card objs LIVELLO guarigione">
    <h2>NOME_INCANTESIMO</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>formula_qui</i>. ++ descrizione_incantesimo (Cosa fa, come funziona, ecc)</p>
    <h6><span>info_incantesimo (verbale, non verbale, colore del fascio, gesto della bacchetta, ecc)</span></h6>
    </div>
  4. .
    bio. // ıɥɔɔo ılɓɐ ǝlıqısıʌuı ǝ̖ ǝlɐızuǝssǝ,l
    - 13.45 - 10/03/2024
    Oh-Oh, chi di voi mi ha segnalato al m1n1stero (l'ho scritto giusto?)? Sono stato un bimbo cattivo e mi hanno sospeso 😎🤣 Sarò breve (1/4789 😀) . Da quasi un anno ormai continuano a sparire persone, ed anche se il #l0tus è il più clamoroso, non è un caso isolato. Qualcuno parla di nuovi #Laboratori, altri di una #Setta. Nessuno sembra prendere in considerazione l'ipotesi che possano aver #Scelto di andarsene

    (2/5) Allora perchè gli #Avvistamenti? So per certo (e no, non citerò le mie #Fonti 🤫) che alcune persone considerate smarrite sono state viste in giro per il mondo, ed in piccoli gruppi. Non hanno comunque fatto ritorno a casa 🏠

    (3/5) E se ....! Fossero tutti insieme....?!? Da qualche parte.... in segreto..... A costruire qualcosa...... E perchè no!!! Un Nuovo Mondo..... Con Nuove Regole..... 🤔🤔

    (4/5) Sarà tutto #Falso?!? Forse................

    (5/5) Una teoria alquanto affascinante. Non siete intrigati?! #LaStoriaStaCambiando
    COMMENTS RETWEETS
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    - 22.34- 04/03/2024
    @cryabout_it @howifuckyourmother 🤣🤣 LOL!!!!! Forse!!! 😝Oppure............. 🤔 #EsperimentoSociale ? Non sarebbe il primo.......... #èGiàSuccesso 🙊🙊🙊
    15 COMMENTS5 RETWEETS12
    LIKES
    - 17.14 - 03/03/2024
    Voi ci credete nell'hotel scomparso nel nulla? 😳 Io ho delle #Teorie 🧐🤔
    22 COMMENTS 7 RETWEETS 53
    LIKES


    Edited by portavoce del karma‚ ossequi - 10/3/2024, 17:55
  5. .
    hanna martin
    changelog



    + 0 evento [mese '00]
    + 0 evento [mese '00]
    + 0 evento [mese '00]


    neutrale
    matricola
    matricola (0 - 250)
    apprendista (251 - 820)
    mago (821 - 1620)
    leader (1621 - 2820)
    master (2821 - 4020 + )
    000
    player: gio
    gruppo I: hannah
    Questo modulo sarà utilizzato dallo staff per organizzare le missioni, e dall'utenza per tenere il conto dei punti e far salire di livello i personaggi. REGOLAMENTO
  6. .
    Generale Mort_priv
    @generaleRainey
    e finalmente ci siamo liberati di Hale. -1, ora tocca a tutti gli altri. Vi troverò e vi farò scomparire, è una promessa!! #MckenzieMerda
    03.37 - 06/03/2024 - powered by twizard
  7. .
    Nel primo pomeriggio di giovedì 26.10.23, c'è stato uno scontro tra ribelli e mangiamorte nella piazza di Hogsmeade. Questi ultimi, dopo lunghe indagini, hanno fiutato il nascondiglio di alcuni ribelli e hanno proceduto allo smantellamento della "cellula"; i sovversivi, in un disperato tentativo di resistere, hanno risposto al fuoco nemico generando un conflitto che ha coinvolto anche tutti i civili presenti.
    La battaglia è stata breve ma sanguinosa, i ribelli hanno combattuto dando tutto quello che avevano ma alla fine sono rimasti schiacciati dalla forza dei pavor e dal fatto di esser stati colti di sorpresa; tre ribelli (le cui identità non sono - ancora - state rivelate) sono stati catturati; altri sono caduti nello scontro e solo in pochi sono riusciti a scappare.
  8. .
    whoelias raikkonen
    rolepavor | spy
    alignmentdeatheater
    info32 | clairvoyant
    infoonce: kimi linguini
    «e cerca di non mandare tutto a puttane, chiaro?»
    Era forse *gASP* dell’astio, quello che Elias percepiva trapelare dalle parole del suo adorabile collega? Oh no.
    «tranquillo, gibbs,» gli sorrise, allungando una mano per posarla sulla spalla del mago, e sorrise ancora di più nel vedere l’altro uomo ritirarsi all’improvviso, per sfuggire al tocco di Elias, nemmeno fosse portatore sano di qualche malattia rara. «farò del mio meglio per non farti fare brutte figure, lungi da me gettare un’ombra di vergogna sul reparto» le mani, questa volta, lo special le alzò a mezz’aria, palmi rivolti verso il collega in segno di resa. «promesso»
    E gli sorrise, di nuovo, perché lo sapeva benissimo che non c’era cosa in quel momento che infastidisse di più l’altro pavor.
    «ti ricordi che faccio questo lavoro da anni, sì?»
    L’occhiata truce che ricevette in cambio, lo portò solo ad allargare il ghigno fino a mostrare i canini. «ma mostrami pure la via,» indicò il corridoio di fronte a loro, con un gesto plateale della mano.
    Odiava Gibbs, e odiava ancora di più che Gibbs lo odiasse più di quanto lui odiava Gibbs.
    «se la soffiata che ci è giunta è corretta, troverai il presunto ribelle in un bar chiamato–» lesse il nome sul fascicolo, un nome che Elias conosceva già, e che sapeva anche non fosse affatto il posto dove trovare il loro giovane amico. Ma a Gibbs, quello non lo disse, limitandosi ad annuire e ascoltare la spiegazione come uno studente in classe durante l’ora della sua materia preferita. «assicurati che sia davvero la persona che cerchiamo, che abbia informazioni riguardo la ribellione, e poi lascia il compito agli uomini della Ritk.»
    Si trattenne dal sollevare lo sguardo verso il soffitto, osservando placidamente il pavor a cui era stato affidato quel giorno.
    Non si pentiva di aver chiesto di poter essere valutato per una specializzazione, aveva aspettato quel momento a lungo (due mesi; quelli che ho aspettato io per poter fare la role di prova, ciao smack): sapeva di poter contribuire al reparto molto meglio di quanto avesse fatto fino ad ora, che quello della spia fosse il ruolo per cui era nato (sì, era molto drammatico il Raikkonen), che quello di jolly era un titolo sprecato, su di lui. Non aveva dovuto nemmeno pensare a quale specializzazione scegliere: 9 casi su 10 odiava sporcarsi le mani di liquidi corporei estranei – c’era solo un’eccezione (cosa?cosa) – e il sangue, per principio, era stato sempre un suo grande NOOOPE, quindi escludeva già la tortura fisica – e per quella mentale non era abbastanza fantasioso: il massimo che poteva fare era mettere su un disco di Gigi d’Alessio e lasciarlo andare in loop per un giorno intero). Per quanto riguardava poi il rintracciare qualcuno.. ugh, Elias Raikkonen non correva dietro a nessuno, nemmeno pericolosi terroristi mpf!! Al massimo era lui quello che veniva inseguito grazie tante.
    In realtà, però, l’aveva saputo sin da subito che il posto giusto per lui fosse tra le fila della Rosewood: era bravo a conquistare le persone, a farsi piacere e ispirare fiducia — e comunque, pure quando falliva in uno di quei campi, poteva sempre ricorrere al suo potere e cercare di scoprire qualcosa nella cara vecchia maniera, all’insaputa del povero disgraziato finito sotto le sue mani.
    «oh, gibbs» derogatory, ma detto con il tono morbido di chi sembrava in totale adorazione per il suo superiore, «se non hai altro da aggiungere, o consigliarmi, io andrei. ci sono ribelli da acciuffare!» e non sopporto più la tua stupida faccia.

    Come Elias aveva anticipato, il sospettato non era al bar che aveva indicato Gibbs: nooo, che sorpresa, tutti sconvoltiiii!!.
    Lo aveva trovato, invece, seduto su una panchina di Hyde Park intento a risolvere le parole crociate del quotidiano — che cosa così (da pandi) boomer da fare. «“gonne”» si annunciò così, a pochi passi dal ragazzo, buttando un’occhio sulla definizione che lo stava logorando da svariati minuti (per quello, Elias non era dovuto ricorrere al suo potere; lo si poteva chiaramente leggere nell’espressione aggrovigliata dell’altro, e dal fatto che fosse l’ultima risposta che mancava all’appello). Allora sguardo confuso che ricevette, lo special rispose con un sorriso affabile. «“le allunga e le accorcia la moda”.» recitò con semplicità, senza far vacillare il sorriso. «la risposta è “gonne”. cinque lettere, orizzontale.» senza essere invitato, prese posto accanto al sospettato e si avvicinò distrattamente a lui, indicando la pagina con le parole crociate. «ha fatto impazzire anche me.»
    Quel che sapeva del giovane: Tomás Nura, di origine nigeriana, viveva a Londra da quando aveva 4 anni e attualmente ne aveva 28; aveva frequentato Hogwarts (forza tassorosso!) e da qualche anno lavorava come guardia notturna al giardino zoologico; un bravo cristiano, alla mano e patito di cruciverba e sudoku; chi aveva fatto il suo nome al ministero, lo accusava banalmente di aver avuto “atteggiamenti sospetti” in pubblico — Elias era lì per confutare o smentire tali accuse.
    Ci mise letteralmente un minuto e mezzo, Elias, e svariate chiacchiere senza impegno, per decretare che no: quella pista non avrebbe portato da nessuna parte. La sua piccola invasione di spazio personale, durata il tempo di una carezza rubata alla guardia con un gesto volutamente goffo e distratto, aveva risposto a molte delle sue domande: era single, aveva esperienze con uomini e donne, preferiva stare sopra, tipo da birra, e no, non era così sospetto come lo volevano dipingere. Elias poteva avere ancora problemi a definire alcuni dei propri sogni o dare un senso alle sue visioni, ma si fidava di ciò che vedeva ed aveva sapientemente coltivato il proprio potere da sapere che poteva fidarsi di ciò che quei contatti apparentemente innocui gli suggerivano. Tomás non era una persona pericolosa (ma una possibile futura conquista, quello sì); qualcuno aveva cercato di incastrarlo, magari per uno screzio personale.
    Però qualcosa di interessante Elias l’aveva vista, negli stralci di passato dell’ex tassorosso — o meglio, l’aveva sentita. C’erano state delle voci, confuse nel caos di vociare concitato del Wizburger, alle quali lo stesso Nura non aveva badato ma che erano state in qualche modo registrate dalla sua aura; voci che Elias non aveva messo a fuoco, ma che avevano lasciato come un qualcosa all’altezza dello stomaco. Un’impressione. Forse, dopotutto, quel giorno non sarebbe stato del tutto inutile (dal punto di vista lavorativo).
    Un paio di ore dopo salutava Nura con un sorriso, il numero di cellulare del mago salvato in rubrica e una pista forse utile da condividere con i suoi colleghi al rientro al ministero.
    I'm now becoming
    my own self-fulfilled
    prophecy
    whenoctober 2023
    ministry of magicwhere
    board[man] splain, ipulate, whore?
    oh no!
    marina


    SPOILER (click to view)
    un giorno finirò di aprire role libere, ma quel giorno non è oggi.
    allora!! niente . letteralmente. il post è quasi inutile perché è elias che fa cose da spia peeeerò alla fine torna al ministero (non l'ho scritto ma è così .) per riferire ai suoi colleghini!! quindi. volete essere dei colleghi? gente che lo incontra per caso mentre passeggia per i corridoi? volete essere, boh, amici di nura che lo hanno seguito fino al ministero (perché......vorreste....... ma ok) oppure gASP siete i ribelli che elias ha casualmente sentito?!? DAI VENITECE offro role libere come se fossero air action vigorsol, sono la vostra spacciatrice ufficiale.
  9. .
    obliviontober 2023 oblivion ft. mitologia greca
    settimana 4 // poteri mentali

    e. raikkonen,
    chiaroveggenza
    r. hamilton,
    creazione di illusioni
    j. park,
    empatia
    w. campbell,
    medium
    s. jattelik,
    telecinesi
    n. bloodworth,
    telepatia

    (clicca sull'immagine per ingrandire)


    Edited by ad[is]agio - 22/10/2023, 17:01
  10. .
    primo pg del gruppo? no
    link scheda: x
  11. .
    primo pg del gruppo?
    link scheda: benedictus deogratias
  12. .
    M
    I
    A
    O
  13. .

    the gloomy tapes, vol. 2
    rebels
    call me karizma
    code by eliandi
    wren t. hastings
    25 | special
    geokinesis
    rebel
    La reazione di Dakota suscitò una risata in Wren, che però fu abbastanza maturo da non inferire ulteriormente, lasciando cadere l'argomento con un sorriso malizioso in direzione del collega ribelle e niente più, anche se trovava adorabile il modo in cui aveva spalancato gli occhioni chiari e annaspato in cerca d'aria, sconvolto dalle parole volutamente fraintendibili dello special.
    Ma Wren era una brava persona, non avrebbe continuato a mettere a disagio Dak — o, perlomeno, quelle erano le sue intenzioni, e ci avrebbe provato forte forte a rimanere fedele a quel fioretto, ma fare il pirla provocatore gli veniva spontaneo.
    Per assurdo, era meglio parlare di droga.
    «l'effetto si affievolisce nel tempo»
    «mh, solo se fumi sempre la stessa roba. l'assuefazione può essere facilmente evitata con un po' di fantasia. e affidandosi ad un maestro.» Si indicò, lasciando intendere che non fosse solo un esperto in materia ma anche un geocineta, in grado di estrapolare le qualità stupefacenti di ogni pianta e fiore possibile, ed accentuarle senza problemi o effetti collaterali per gli utilizzatori. Solo rimedi naturali per Wren Hastings!
    «ma se avrò bisogno, saprò a chi chiedere» sorrise comunque soddisfatto, contento di aver offerto ancora una volta il suo aiuto ad un amico in difficoltà.
    E a quel proposito, aveva ancora una cosa da fare.
    Prese il telefono, armeggiando con l'app di incontri senza però estraniarsi dalla conversazione, specialmente perché si parlava di offrire altri giri e chi era lui per tirarsi indietro.
    «ok ok, offri il prossimo allora»
    Con gli occhi bassi sul telefono, sorrise al Wayne mentre confermava di voler eliminare l'account creato dall'amica Cupida del guaritore.
    «riesci a restare amico di persone con cui passi solo una notte?» Si strinse nelle spalle. «Sono sempre molto diretto e schietto riguardo cosa cerco, e le persone lo sanno. Senza impegno, e senza condizioni. C'è a chi sta bene, e a chi no, ed in quel caso preferisco fare un passo indietro e salutare con una stretta di mano e niente più.» non tutti riuscivano a vivere secondo la sua stessa filosofia, ma con quelli che lo facevano era sempre divertente confrontarsi. «e poi,» rivolse un ghigno sardonico al Wayne, «li lascio sempre soddisfatti e felici, difficile che serbino rancore.»
    Dire che rimanesse amico di tutte le sue numerose scappatelle era un'esagerazione, solitamente erano sconosciuti che andavano via senza odiarlo e senza mai più riapparire nella sua vita, soddisfatti anche loro di aver passato una bella serata senza legami di alcun genere e senza cercare qualcosa in più del semplice (meraviglioso) sesso; dal canto suo, Wren sapeva perfettamente chi era e cosa voleva, e in venticinque anni non era mai successo che sviluppasse sentimenti per qualcuno con cui era andato a letto una volta e basta.
    E forse era proprio lì la chiave: raramente tornava due volte dalle stesse persone, non aveva il tempo materiale per sviluppare nulla. Quanto all'amicizia, invece, quella gli veniva naturale e facile.
    «penso non mi sia mai successo prima. Essere scopamici non... rientra nei miei standard»
    «non è per tutti, in effetti.» Affermò, «ma non parlerei di scopamici... piuttosto, scopasconosciuti un termine terribile, «non è detto che rimanga in contatto con tutti quanti, ma se succede non c'è nulla di imbarazzante di solito. Né la sensazione di aver gettato le basi per qualcosa di più...» né da parte sua, né da parte degli altri.
    Rimase in silenzio qualche istante, il bicchiere alle labbra ma senza sorseggiare il contenuto, poi offrì a Dak la spiegazione più logica: «il lato positivo di amare tutti, immagino» sorrise, morbido e leggero come suo solito, senza impegno.
    Quando poi chiese a Dakota dettagli sulla sua relazione con Jason, ebbe l'impressione di aver oltrepassato il limite; gli capitava molto spesso, e nonostante cercasse di limitare la sua naturale curiosità, gli veniva difficile resistere.
    Fu contento, perciò, quando Dakota rispose.
    «non conviviamo. dormo spesso a casa sua ma...»
    «ma.»
    Sentiva ci fossero un sacco di motivi dietro quel "ma", però riuscì a trattenersi dal chiedere quali fossero: c'era un momento in cui smettevano di essere affari suoi, questioni troppo personali dove non era giusto che Wren mettesse il naso.
    «Sull'altra domanda, immagino di sì. non avevo neanche fatto coming out, prima di Jaz: avevo avuto solo ragazze quindi non le conterei come esperienze» il naso arricciato e l'espressione del ribelle fecero sorridere Wren, ma in maniera tenera: sapeva di esser stato fortunato, lui, da sempre sicuro di quello che gli piacesse (ovvero: tutto.), mai una sola volta aveva rimpianto una scelta o una decisione. Sua mamma, poi, lo aveva sempre supportato in tutto – lei per prima mai rientrata in dei limiti definiti, e di certo mai prevedibile o conforme ai costumi sociali –, perciò Wren era sempre stato libero di esprimere se stesso come preferiva, e fare tutte le esperienze necessarie per capire cosa volesse (ancora una volta: tutto.); ma offrì comunque il suo supporto silenzioso al Wayne, lo sguardo in apparenza meno giocoso e frivolo del solito. «Cioè, avevo avuto qualche... flirt con ragazzi, ma mai-... beh, Jason è stata la mia prima volta vera e propria» mh, si spiegavano molte cose. Ebbe la tentazione di chiedere esplicitamente se fosse stato l'unico, ma non era lì per parlare della vita sessuale di Dak (a meno che lui non volesse? Wren non si sarebbe fatto problemi), perciò si limitò a fare un cenno col capo, labbra strette e sguardo intento a studiare l'altro ribelle con attenzione. Sorrise insieme a lui quando Dakota ridacchiò, notando subito il rossore sulle gote: chissà dove era corsa quella sua testolina, eh, marpioncino di un Wayne.
    «interessantissima la mia vita sessuale, lo so.»
    Fece un cenno con la mano, abbassando il bicchiere. «ho sentito cose molto più noiose» offrì come supporto, a voce bassa e ammiccando poi alla successiva domanda.
    «tu?»
    «io?» forse non avevano così tanto tempo per affrontare quel discorso, «oh, l'esatto opposto.» non c'era vergogna nelle sue parole, né nell'espressione serena mentre informava Dakota Wayne di qualcosa che già avrebbe dovuto sapere: Wren era qualcosa di molto vicino ad una sgualdrina, e non si faceva problemi a promuovere l'amore libero e le esperienze sessuali di qualsiasi genere e forma; così come in tutti gli altri aspetti della sua vita, non aveva mai nascosto nemmeno quel piacere, non ne vedeva motivo. «non sono fatto per le relazioni,» si strinse nelle spalle, «e non credo che imparerò mai. Le persone mi piacciono, e anche tanto, ma non penso di essere il genere di ragazzo fatto per avere un solo partner per tutta la vita.» cit, e poi arriva Lapo e ciaone, falso falsissimooo, «e credo di attirare solo altri spiriti liberi come me» concluse, un sorriso genuino a tirare gli angoli le labbra verso l'alto. «non ho avuto relazioni, ma tante esperienze» ammiccò al Wayne, portando il bicchiere alle labbra, «ma sai cosa? Mi piacerebbe adottare un bimbo, in futuro. Potrei anche non essere un buon partito, fedele o disposto alla monogamia, ma credo che sarei un buon padre.» dopotutto, aveva avuto un'eccellente insegnante. «ma è ancora presto per fare certi discorsi, siamo giovani, non possiamo sapere cosa ci riserva il futuro!» e quest 10, eh. «sono certo che anche per te e Jason le cose prima o poi si stabilizzeranno, e la convivenza verrà da sola, naturale.» e volete sapere cosa? Wren ci credeva davvero: perché il fatto che si reputasse incapace di legarsi sentimentalmente a qualcuno non implicava che non approvasse o adorasse le relazioni altrue. A ciascuno il suo! Sapeva essere una fangirl con i fiocchi, lui!
    Don't be afraid of heights
    'cause we flyin'.
    Hear the sirens? Quiet (Shh)
  14. .
    CODICE
    <tr>
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      </tr>
     
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      <td>pv: Emily Rudd</td>
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      <td>altro: [URL= https://pin.it/5ydNi98]pinterest [/URL]</td>
      </tr>


    aria di cambiamenti
  15. .
    gifs17 y.o.lumokineseoh kaz
    currently playing
    bad days
    the score
    The world can be a sad place, sad place
    So why don't you throw it in the backseat
    Show 'em what you can be
    Attese con il fiato premuto fra lingua e palato, mentre il dito di Jojo esitava sul pavimento. Dove la metti, eh, DOVE LA METTI LA X! Lungi da Kaz Oh, in quel momento e nella vita, farsi domande in merito a quel suo indugiare: la reputava strategia, nonché – sincera – difficoltà a scrivere. Il sorriso che curvò entusiasta le labbra del lumocineta, così come la breve risata trionfante che ben poco si addiceva alla stanza in cui si trovavano, fu del tutto onesto. Spregiudicato, con quel filo di orgoglio che solo vincere una partita contro qualcuno a cui vuoi piacere sapeva dare. Certo, c’erano probabilmente metodi più funzionali per dimostrarsi brillante e meritevole di affetto, ma perchè quando poteva puntare tutte le sue carte su una partita di tris? Kaz era esattamente il tipo di persona che si vantava delle proprie vittorie, ma solo con chi gli stava antipatico, o gente con cui aveva un osso da mordere, no, ho scoperto che non si traduce così in italiano. Grazie context reverso conto in sospeso, perché era un insopportabile raggio di sole. Con Jojo? Voleva fossero amici, quindi al posto dei cerchi disegnò due cuori – uno per il suo turno, e uno per evitarsi di perdere tempo con un turno successivo – con cui completare la fila, che cancellò strisciando l’indice sulla pietra. Un po’ insanguinata, ma alla fine alzò comunque la mano perché l’altro potesse stringergliela.
    Più o meno. A distanza. Contava comunque, se entrambi mimavano la stretta. «un’ottima partita, eccellente sfidante!»
    E felice, in quel momento, lo era davvero. Si prendeva i piccoli momenti, l’Oh. Viveva gli attimi leggeri, riempiendosi i polmoni di bolle arcobaleno da conservare per altri attimi che sapeva sarebbero arrivati, privandolo di tutti i colori. Lo facevano sempre.
    Non sapeva quanto, ancora. Ma quella era un’altra storia.
    «non avevi detto a nessuno che eri stato tu a farla, vero?» Lanciò una breve occhiata incuriosita al ragazzo, prima di riportare un imbarazzato sguardo color carbone su una pozza di quello che immaginava essere il suo stesso sangue. Umettò le labbra, sentendo improvvisamente il cuore in gola. «non mi sembrava necessario?» Non l’aveva mai detto, ma immaginava tutti a Different Lodge sapessero fosse stato merito – condanna? - sua. Non si era aspettato dei ringraziamenti in merito, anzi, se tutti fingevano di non sapere chi fosse l’artefice della libreria, avrebbero avuto un alibi nel caso… beh. Fece tintinnare le catene al polso. Proprio quel caso. Quindi…? Aprì la bocca per domandare, perchè avrei dovuto?, ma non voleva una risposta a quella domanda.
    Restava una questione troppo intima. Troppo intricata in una serie di circostanze su cui l’Oh non voleva indagare, perché significava ricordarsi il suo posto; il suo rango; le sue scelte.
    «Oh, il muro ne è sicuramente felicissimo» Cioè. Prima lo faceva vincere a tris, poi lo riempiva di complimenti e civettava facendolo sentire bellissimo e super simpatico, e aveva anche un senso dell’umorismo? Guarda FICUS RIPRENDITELO, A MENACE TO SOCIETY. Avrebbe voluto che offrire il proprio cuore fosse un gesto più intimo e significasse più di quel che era, ma Kaz lo prostituiva davvero a chiunque. Gratis, perfino. Allungava le mani, chinava il capo, e pregava lo tenessero - per favore.
    «lo sei? devo fare attenzione o mi conquisterai come un qualsiasi protagonista bello e dannato?» GIGGLING KICKING MY FEET! Davvero, Kaz ridacchiò felice, piegando la testa sulla spalla per strofinare il bollore sulla divisa, perché era stupido e adorabile e voleva già far loro braccialetti dell’amicizia. Cioè…! Guardatelo…! Come mirava dritto al petto dell’Oh…! Cercò di darsi un minimo di contegno, espirando secco dalla bocca aperta e facendo scattare la testa all’indietro per spostare i capelli dalla fronte. «b-»
    «o forse sono già conquistato» Ma che rizz era. Che – che rizz era.
    Con quel sorriso poi. Cioè, ma che kazzoh c’era andato a fare sullo yacht di Balt, quando poteva farsi insegnare tutto dall’empatico? Portò una mano al cuore, sinceramente sorpreso. Conquistato. Affascinato. Sedotto di sicuro, se le ciglia a battere lente sugli occhioni spalancati potevano essere di indicazione. «bro. che smooth» mamma mia. «anche io» e lo era davvero.
    Tanto che ci mise qualche secondo a tornare nel reale, preso contro piede dall’ondata di ammirazione verso Jojo Park. «beh» Continuò, distogliendo lo sguardo perché stava diventando imbarazzante. Voleva diventassero amici, non che lo reputasse, boh, un folle. UN MANIACO? JOJO GIURO NON SONO UN MANIACO ERA INTESO IN SENSO PLATONICO, MA ANCHE NON PLATONICO, PERò NON STRETTAMENTE FRA NOI CAPITO? (No, ma Kaz sì, e tanto mica era un telepate, fuck it we ball.) O sì. O forse sì. Ci pensò un attimo, l’Oh. Non erano così amici da renderlo super strano - mica era Clay, che sapeva di incesto. Dai, decise che poteva avere una cotta per Jojo. Era un Park, difficile non averla. Comunque, stava dicendo: «bello di sicuro.» una sottolineatura sempre necessaria (anche quando non vera) (MA LO SAREBBE DIVENTATA, QUINDI CONTAVA!) «dannato? eh» quello non poteva stretcharlo così tanto. «più bello e mh….» voleva dire ribelle, ma aveva un peso specifico non indifferente nel loro mondo. «bello e robin hood? Sai. sai cosa intendo» sperava di sì, perché non sapeva elaborare. Un sorriso a metà, le sopracciglia a scattare verso l’alto. «ecco. quel baddy» scrollò i capelli, soffiandoli prima che si incrostassero sul sangue. «sentiti conquistato quanto vuoi» tanto, sperava. L’autostima di Kaz nasceva tutta dalla sua delulu era e da Clay, quindi per favore, Jojo, adoralo – ricambierà!
    Ed eccolo, con il suo fenomenale rizz sotto zero – gelato come i piedi di Sara – a parlare della Gran Bretagna. Un vecchio qualsiasi incontrato sul tram. Ugh, il passaggio successivo sarebbe stato il meteo? ECCO PERCHè NON HAI AMICI. Jojo fu gentile, però, rispondendo al quesito sinceramente.
    Come si fossero trovati al bar, e non nella sala delle torture.
    «Fino all'anno scorso sono sempre stato educato a casa, ed ero spesso impegnato. Non ho mai avuto così tanto tempo libero! ...percepisco dell'ironia in quello che ho appena detto. Nel mio AU immaginavo le catene in un setting diverso, ma ci si può lavorare» Il sorriso che spuntò sulle labbra dell’Oh era divertito, ma non quanto lo sarebbe stato qualche attimo prima. Era ingiusto che il primo assaggio di mondo - e di libertà - di Jojo, risultasse in punizioni su punizioni per qualcosa che non poteva nemmeno cambiare. Cercò di sistemarsi a sedere meglio, arricciando il naso nel sentire la pelle tirare. «te ne intendi? Di catene. In setting diversi» [ buffering di qualche secondo ] [ ed ancora un po’ ] «scrivo fan fiction» aggiunse rapido, spostando un palmo aperto verso l’altro, sapendo che avrebbe spiegato tutto. Sentite, non gli capitava spesso di sentire qualcuno parlare con così tanta tranquillità di quegli argomenti – non con lui, almeno – e non poteva sempre cercare le reference su Google. «a te piace?» Tornò a guardare Jojo, sorpreso. A lui… piaceva? Non pensava qualcuno glielo avesse mai chiesto. Uscito dai Laboratori, papà aveva semplicemente preso lui e Kul dalla collottola stanziandoli lontano dall’influenza della Francia. Gli era sembrato il posto più sicuro.
    Faceva già ridere così.
    Erano a Londra da un paio d’anni. Sicuramente diversa dal Belgio, e per un motivo: «ho conosciuto clay» si strinse nelle spalle. Le persone tendevano a cambiare l’intera morfologia di un luogo, rendendolo più o meno interessante. I ricordi tempravano perfino l’ambiente. «e mi sono sentito parte di qualcosa» la squadra di Quidditch; la casata. A Beauxbatons non aveva avuto il tempo di sentirsi parte di un bel niente, prima di essere strappato via dalle macerie di quel che era stata. «sono un tipo da città, apprezzo le metropoli. Perfino quando non hanno un’anima come londra. così tante luci. ed è caotica!» priorità, e sensate. «forse ero solo troppo piccolo per apprezzare Anversa» da bambino, era stato in grado di apprezzare solo il grande cortile di casa, ed il parchetto del loro quartiere. «ma sono felice che siamo venuti qui,» agitò le dita indicando anche lui le catene. «tutto sommato» eh.
    sooner or later you're gonna tell me a happy story. i just know you are.
1038 replies since 16/9/2014
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