[a.s. 23/24] Part I: AO + CDCM — taki taki, taki chulo

[ tempo per postare fino a venerdì 15 h. 23:59 ]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +6    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Professor
    Posts
    728
    Spolliciometro
    +1,124

    Status
    Offline
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    prof | assistant
    1991 | 2000
    casta | freaks
    eugene jackson | barrow skylinski

    «euge, ma sei sicuro di stare bene?»
    minchia se non faceva una strage.
    un sacco di persone da uccidere, e così poco tempo. decise, così su due piedi e per niente influenzato dalla presenza di rob a gravargli sulle spalle, che avrebbe cominciato da Raphael; l'unico dubbio rimaneva sul come. in quei casi la soluzione ideale era lasciarsi guidare dell'istinto: invece di spingere l'uomo fuoribordo, come aveva pensato inizialmente, dal basso del suo metro e cinquantacinque Eugene Jackson allungò il collo e gli affondò i denti nella carne tenera ed esposta della gola, dove sapeva la pelle fosse l'unica, sottile barriera tra la sua bocca e il sangue ch— «oh, eugene mi senti?» batté le palpebre sugli occhi chiari, nel sentirsi nuovamente chiamare; il volto del vaughan accolse il ritorno del professore alla realtà nell'unico modo in cui quest'ultima sapeva spezzare un sogno: lasciando l'amaro (e poco amore) in bocca.
    niente bagno di bellezza nel sangue caldo di raph, per quel giorno.
    «non sento un cazzo, ho le orecchie tappate» cit. babbi a Polignano. sempre al mare si trovavano, anche se quello non era esattamente l'Adriatico. le iridi cerulee del serpeverde accarezzarono la superficie altrettanto cristallina che si estendeva a perdita d'occhio tutt'attorno a loro, stringendo con forza entrambe le mani sul bordo del parapetto; sapeva, anche prima di voltarsi per affrontare faccia a faccia i ragazzini superstiti, che jade aveva già fatto un passo avanti per raggiungerlo. la fermò, con un cenno del capo: testardo come un tricheco (sono molto testardi), euge si era imputato per essere presente durante quell'ultima gita fuoriporta, nonostante fosse chiaro a chiunque che i venti chili in più e il fagiolo di quaranta centimetri rannicchiato nel suo utero in affitto non gli stessero rendendo la vita facile.
    it's all fun and games until il dono prezioso e tanto voluto, cresciuto nel tuo grembo non comincia letteralmente a mangiarti dall'interno — gli sbalzi d'umore, la furia omicida, le lacrime facili anche di fronte alla pubblicità del black&decker: non una novità per il Jackson. ma la debolezza? il non potersi più fidare del proprio corpo? LE PERDITE URINARIE? eh no raga, quando era troppo era troppo.
    ma aveva insistito comunque.
    per ricordare a se stesso di essere ancora in grado di muovere più di due passi senza diversi sedere; per gli studenti scomparsi nel nulla, e quelli rimasti; perché ci aveva messo impegno, sudore e amore per creare il video commemorativo di will e, per dio, li avrebbe costretti a guardarlo. prima, però, toccava la parte del dovere «ragazzi. bubini» riuscì persino ad accennare un sorriso, nonostante Rude avesse deciso fosse il momento giusto per mettere su un rave tra le sue budella «il professor vaughan vi ha già spiegato a grandi linee dove ci troviamo e cosa dovrete fare. tra qualche istante arriveranno i "mezzi di trasporto"» mimò le virgolette a mezz'aria, incapace di trattenere una risatina. ci voleva davvero poco a rimettere Eugene Jackson di buon umore, e l'immagine mentale delle ostriche giganti che leccavano i suoi studenti (era il prezzo del biglietto) aveva anche un che di poetico «raggiungerete takitaki in un paio di minuti. gli abitanti hanno preparato per voi una stanza apposita al loro Centro di Osservazione, nella quale potrete respirare normalmente» quello, nello specifico, era un punto sul quale i takini avevano dato prova di una certa durezza: convincerli che gli studenti possedessero ancora un apparato respiratorio obsoleto che non permetteva loro di muoversi liberamente sul fondo dell'oceano aveva richiesto piu tempo del previsto «ad ogni esemplare è allegato un fascicolo con una descrizione sommaria dei sintomi e spazio per i vostri appunti. abbiamo pensato di facilitarvi il lavoro, non potendo comunicare con gli abitanti o avvicinarvi abbastanza alle creature da valutare con precisione i danni subiti» muovendosi come una balenottera spiaggiata, Eugene tentò di mettersi seduto sulla panca che costeggiava il parapetto della nave — buffo, tornare sempre (dove si è stati bene) allo stesso mezzo di trasporto, ciao mood ciao balt ❤. a leap of faith, perché una volta piegate le ginocchia e abbandonato il peso del corpo all'indietro non esisteva alcun modo per fermare la caduta; per fortuna la superficie liscia della panca si fece trovare esattamente dove il Jackson aveva calcolato, con tanto di cuscino infilato sotto le chiappe da jade un istante prima dell'impatto.
    se non era amore quello.
    «quindi per riassumere: cercate di capire quale incantesimo oscuro è stato lanciato sulla vostra creatura e trovare il controincantesimo. non potrete lanciarlo subito, però. le creature sono state attaccate in mare aperto, utilizzando una magia che non richiede l'uso di formule verbali. di conseguenza anche a voi toccherà trovarvi faccia a faccia con loro, per tentare di salvarle, ma non preoccupatevi, riceverete istruzioni al momento opportuno» ammesso e non concesso fossero riusciti a non ammazzare le povere bestie causando un incidente diplomatico. per un istante di troppo, le iridi azzurre di euge si soffermarono sui riccioli scuri del bigh; una battuta già formata sulla lingua, banale e telefonata. con un sospiro, a malincuore, la ricacciò in gola: non era divertente rammentare i bei vecchi tempi se mancava Frederick con i suoi trigger e traumi irrisolti da vecchio collerico in astinenza «prima che andiate però ho una cosa importante da farvi vedere» [toothless che solleva in slow motion un cartello] «no, Simmons, non è ancora quello» [toothless che abbassa in slow motion un cartello] STAN COMACOLLA SEMPRE. fece un cenno ad arci, già pronto da diversi minuti; una scena già vissuta, ripetuta come un mantra: il proiettore magico, le ombre a calare sull'Oceano oscurando il sole, lo schermo nero sospeso a mezz'aria davanti ai volti increduli degli studenti. quelli rimasti — faceva strano pensare che gli scomparsi stavano perdendo l'opportunità di assistere all'ennesimo capolavoro (priorità).
    tutuDUN dun dun dun
    TUDUDUN dun dun dun
    YOU DON'T OWN MEEeeeEeeEe


    And don't tell me what to do
    Don't tell me what to say

    nel momento in cui suo padre era apparso sullo schermo, Barry aveva capito che la giornata si stava apprestando a peggiorare del cento per cento. alla sesta inquadratura sulle mutande di William Barrow, il ventitreenne aveva distolto lo sguardo (e perché mai non l'ha fatto subito, direte voi? freud ha le sue teorie), senza abbandonare la posa da personaggio di the sims tenuta sin dal momento in cui avevano messo piede sulla nave.
    preferiva non ammetterlo, nemmeno con se stesso, ma di quel video gli addominali scolpiti e il pacco in primo piano dell'uomo che in un'altra linea temporale lo aveva tenuto stretto tra le braccia non erano la cosa peggiore. fuggiva dagli occhi azzurri di will, barry — così simili ai suoi, eppure completamente diversi: contenevano il mondo e permettevano a chi li guardava di specchiarsi al loro interno; quelli dell'assistente non concedevano niente a nessuno. non più.
    avrebbe potuto sostenere i primi piani di suo padre, nonostante tutto, se in quelle iridi cristalline e penetranti non avesse letto qualcosa che era esisteva solo nella sua testa: rammarico, disappunto. giudizio. perchè non hai fatto nulla? diceva quell'azzurro incredibile, nemmeno una sbavatura di grigio ad interrompere il flusso. perchè non eri con loro? ma che domande sono, pà. i denti gli si chiusero sulla carne morbida all'interno della guancia, e lasciò che l'odore di salmastro dell'oceano gli riempisse i polmoni — persino in mezzo a quella vastità Barry si sentiva premere da tutti i lati. compresso, ridotto ad un foglio sottile come carta velina. no, non aveva fatto niente per fermare Kieran e Murphy, costringere entrambe a ragionare; avrebbe potuto bloccarle con le cattive, a mali estremi estremi rimedi.
    oppure, ipotesi ancora più azzardata (bucchin a mammt), sarebbe dovuto andare in quel cazzo di albergo. seguire gli aspiranti suicidi alla riscossa, senza un piano che fosse uno; facciamo irruzione!, era stata la spiegazione logica e razionale della Sargent, perché funzionava di sicuro anche nella vita vera oltre che nei film.
    e Barry non si era mosso.
    nemmeno per sottrarsi al tocco leggero e titubante delle dita di stiles, quando la mano dello psicomago gli aveva sfiorato la spalla senza che nessuno dei due sapesse cosa dire — Barry perché non credeva le parole avessero un senso, stiles perché conosceva suo figlio: neanche un grimaldello sarebbe stato sufficiente per scardinare la porta dietro la quale corvonero si era volutamente rintanato.
    nemmeno quando justin per l'ennesima volta aveva fatto la sua apparizione sulla soglia, chiedendo più di quanto l'assistente fosse disposto a dargli: una mano a trovare sua sorella, tanto per fare un esempio.
    ad entrambi barry aveva fatto dono della propria immobilità, le iridi chiare a cercare la zona migliore del pavimento su cui scaricare la propria rabbia: mai visibile, sempre presente.
    «ah, mi si sono rotte le acque»
    quello era il suo segnale per sciacquarsi via —l'ultima cosa che voleva vedere, dopo il pacco ripetutamente mostrato in mondovisione del padre, era la testa di Rude Jackson Beech farsi spazio attraverso una vagina temporanea portandosi dietro placenta e altre robe rivoltanti «ok, direi che è il caso di cominciare questa lezione prima di rimanere traumatizzati a vita. vi accompagno io» batté le mani, rivolgendosi agli studenti mentre gli altri adulti presenti perdevano quel poco di autocontrollo concesso loro dal signore donby in persona. poteva davvero sopportare tutto, Barrow Skylinski, ma non quell'orrore.
    sporgendosi dal parapetto, fece cenno a maghi e special di avvicinarsi, indicando qualcosa oltre la superficie scura dell'oceano: le piriñe, creature del tutto simili alle ostriche ma grandi quanto una piccola carrozza monoposto, attendevano a valve spalancate i loro passeggeri «sceglietevi una piriña e lasciatevi leccare. mi raccomando, dovete rimanere immobili o rischiate di farvi sputare in mare» un biglietto più caro di quelli del treno per scendere a Roma, e ho detto tutto.
    [Eugene che urla come Albano in the background]
    tempo di andare, bitchachos.

    how long am i gonna stand
    with my head stuck under the sand
    i'll start before i can stop
    or before i see things the right way up


    e insomma, infine ci siamo.
    intanto per cominciare rendiamo grazie ai superstiti e una preghierina al fly per gli studenti scomparsi che ci guardano da lassù 🙏 recappino veloce prima di passare alle regole: insieme ai professori e ai loro assistenti vi siete messi in viaggio su una nave (moderna, niente pirati questa volta ❤) partita dalle coste della Nuova Guinea, per raggiungere un punto non meglio precisato dell'oceano pacifico — nel caso a qualcuno interessasse, il mezzo si ferma circa a metà strada tra le isole Salomone e Honolulu (ciao fred), quindi nel nulla più assoluto. attorno a voi solo una distesa d'acqua che si perde a vista d'occhio. sotto di voi, nelle profondità marine, si trova Takitaki, la città perduta; per raggiungerla, ciascuno di voi dovrà entrare in una piriña, ostriche giganti che fungono da "carrozza del mare" anche per chi non è dotato di branchie, ovviamente pagando il prezzo (salato) del biglietto: farsi leccare da capo a piedi.

    CHE SUCCEDE (ON):
    una volta arrivati a Takitaki, questione di pochi minuti, la vostra ostrica vi farà scendere direttamente all'imboccatura di un tunnel, così da evitare un annegamento collettivo; da lì, proseguendo tutti insieme, giungerete alla Sala di Osservazione. niente più che un'immensa stanza suddivisa in box (come nelle stalle, usate l'immaginazione perché non so descriverla), ciascuno delimitato da un vetro che si affaccia direttamente sul paesaggio sottomarino. divisi in coppie, dovrete entrare nel box indicato da Barrow, e attraverso la parete trasparente potrete osservare e studiare la creatura a voi assegnata. il vostro compito è capire quale maledizione o incantesimo oscuro le abbia colpite, e trovare il controincantesimo adatto; quando avrete deciso, insieme, come curare l'esemplare, Barry vi darà una foglia a testa di succulenta da ingerire, e a quel punto non vi resterà che attendere ulteriori istruzioni

    CHE SUCCEDE (OFF):
    - la barriera che vi divide dalle creature non permette di castare incantesimi, quindi in questa fase dovrete solo fare brainstorming
    - siete divisi in coppie

    CITAZIONE
    1. Ben, Iris
    Purpuriyna: i tentacoli anteriori sono arricciati e/o legati tra loro, non riesce più a difendersi.

    2. Balt, Kul
    Buscofen: il corpo piumato è piegato in modo contorto per il dolore costante e presenta chiazze di pelle nuda dove mancano le piume

    3. Mood, Myrtylle
    Riotan: il suo corpo è ricoperto da formazioni cristalline che appaiono dolorose alla vista. queste gli impediscono di muoversi con agilità, rendendola una preda facile

    4. Ara, amio
    Medaka: la luce sprigionata dal corno multicolore che ha sulla fronte va ad intermittenza e le macchie luminose sul suo manto sono spente/opache

    5. ictus, darae
    Betabioptal: completamente cieco, l'unico occhio della creatura è chiuso e secerne un liquido purulento, il che le impedisce di orientarsi e difendersi

    - dovrete inventare la creatura (noi vi diamo dei sintomi e una caratteristica fisica, ma per il resto potete davvero seguire il cuore: fondamentale che ciascuna possa vivere sott'acqua e abbia una natura aggressiva e/o feroce)
    - dovrete inventare l'incantesimo (oscuro, o maledizione) che l'ha colpita, e il controincantesimo per guarirla, senza però castarlo
    - gli incantesimi devono essere NON VERBALI

    REGOLE (OFF)
    - un solo post a testa, potete dividervi i compiti come volete (gli special ha senso parlino della creatura, ma magari sono super acculturati e conoscono anche gli incantesimi #wat)
    - avete tempo per postare fino a venerdì 15 marzo alle 23.59
    - per qualunque dubbio o domanda siamo qui ❤

    — modulo per CDCM

    CITAZIONE
    HTML
    <b>&#155; NOME_CREATURA:</b> grado di pericolosità + descrizione essenziale
    <b>&#155; altro: </b> qualsiasi altra inforandom sulla creatura che vogliate condividere! Accenni e curiosità storiche? Come si riproduce? Di cosa si ciba? Da dove è originario? Potete dividere questa parte in punti in base a quello che volete raccontare!

    — modulo per ARTI OSCURE (ricordate di cambiare anche il livello (matricola, apprendista, mago, leader), a seconda della difficoltà dell’incantesimo!)

    Maledizione:
    CITAZIONE
    HTML
    <div class="card objs LIVELLO oscuro">
    <h2>NOME_INCANTESIMO</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>formula_qui</i>. ++ descrizione_incantesimo (Cosa fa, come funziona, ecc)</p>
    <h6><span>info_incantesimo (verbale, non verbale, colore del fascio, gesto della bacchetta, ecc)</span></h6>
    </div>

    Contromaledizione:
    CITAZIONE
    HTML
    <div class="card objs LIVELLO guarigione">
    <h2>NOME_INCANTESIMO</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>formula_qui</i>. ++ descrizione_incantesimo (Cosa fa, come funziona, ecc)</p>
    <h6><span>info_incantesimo (verbale, non verbale, colore del fascio, gesto della bacchetta, ecc)</span></h6>
    </div>
     
    .
  2.     +3    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Ravenclaw
    Posts
    77
    Spolliciometro
    +148

    Status
    Offline

    ravenclaw

    vi year

    16 y.o.
    welcome to the dcc
    nothing but thieves
    Non sapeva cosa fosse più agghiacciante, Bennett Meisner. La creatura che, a giudicare dalle espressioni del prof Jackson, si stava scuotendo selvaggiamente come una cimice a pancia all’aria all’interno del suo ventre? I suoni da dinosauro di Balt, abbracciato al parapetto, mentre vomitava la cena di Natale e parte della sua ormai non troppo eterna anima nell’oceano? I testicoli del fu professore di strategia stipati in maniera troppo intima da slip che lasciavano poco all’immaginazione? Insomma: non il suo momento preferito per esistere sul pianeta Terra. Incapace, pareva, di scollarsi l’espressione di orrore dal volto, labbro superiore arricciato a mostrare i denti. Non c’era ew che valesse la pena essere pronunciato.
    Era tutto un cazzo di incubo.
    Così, dopo uno schiaffo di un certo spessore in mezzo alle scapole del Monrique ed un derisorio «sei proprio un uomo» pronunciato in un furente tono disperato, la Corvonero si dedicò alla meditazione. Un angolo di nave tutto per sé, dove poteva sognare la sua Elizabeth Swann in camicie ocra inumidite dalla salsedine, e nessuno le poteva rompere il cazzo.
    Ne aveva bisogno.
    Sarebbe stata più paziente con Balt, se solo il Tassorosso non avesse passato tutta l’estate su uno yacht: aveva un malessere selettivo? (Mood: noi amo) MAH. GENTE RICCA. QUELLA ERA TUTTA ESPERIENZA! Lo indicò con un cenno del capo a Dara, sbuffando una ciocca scura da sopra la fronte. «manco l’inutile bardo ha vomitato» seguiva anche lei le avventure dell’hellfire club, ma senza davvero guardarlo: lasciava che Dara si triggerasse, e poi si faceva raccontare i fun facts. Le mancava Fear, sigh.
    Fu più o meno a quel punto che accaddero due cose che non poterono che peggiorare lo stato d’animo dell’austriaca: le doglie del Jackson, e la leccata delle vongole. Ostriche? Nei loro sogni, forse. Sistemò i capelli dietro le orecchie, drizzando la schiena e scegliendo di sacrificarsi per prima: preferiva la lingua del mostro marino, all’idea di assistere ad un parto. Anche venti lingue, forse. Una gangbang di finte ostriche.

    Quando la pignatta la sputò all’interno del centro di osservazione, capì come doveva essersi sentita la bile di Balt nel tragitto fatto fin li. Tenne gli occhi chiusi ancora un paio di istanti, non si sapeva mai, canalizzando il suo spirito guida (taylor swift, come alessandro di cerignola) in respiri profondi e meditativi. Quando li riaprì, le sfuggì un sospiro sorpreso, quasi… ammirato. Sembrava uno di quei musei immersivi dove le medusine giravano tutto attorno al pubblico, e l’unica luce proveniva dalle teche azzurre. L’aria era asciutta, ma comunque densa e umida. Tentò qualche passo nel corridoio, apparentemente incapace di distogliere l’attenzione dalla struttura – e dal domandarsi… perché esistesse, considerando che i takini (gluglu!! tutto tornava) potessero vivere sott’acqua, ma era un problema di Ben? No, appunto, anche perché si era dissociata per gran parte della spiegazione, quindi per quanto ne sapeva i Takini erano anfibi. O forse erano umani e non aveva capito un cazzo. Per qualche motivo, sara Ben li immaginava tutti come Squid. «ma -» si girò, pronta a fare la domanda stupida del giorno a Mona. Si fermò incrociando lo sguardo di Balt e Ictus.
    Pubblico sbagliato a cui fare una domanda di cultura.
    «ma voi avete ascoltato» bisbigliò quindi, solo, avvicinandosi al ristretto gruppo di ben che era sopravvissuto alle ostriche mannare.
    Barrow la fermò di fronte ad una porta.
    Ben lo guardò.
    Minchia voleva. Rimase ad osservarlo dal basso del suo metro e something anche quando si unì Iris al gruppo, ed un assolutamente non impressionato Skylinski le indicò di entrare. Giustamente, a lui cosa cambiava se non faceva il compito. Inspirò dalle narici, ingoiando il proprio orgoglio in favore dei PUNTI CASATA. OK. OK! Sibilò l’aria fra i denti, girando i tacchi e trascinandosi dietro una sempre euforica Roux nei meandri oscuri dell’oceano.
    «girls are back in town» canticchiò, sorridendole di sottecchi, lunghe ciglia corvine a battere languide. TEAM GIUNGLA ANYONE?! Non le mancava Lollo, per inciso. I piranha con cui far sbranare Marcel, però, un po’ si.
    «se ci sono scimmie di mare» una densa occhiata nera come l’inchiostro alla quarta parete, diretta a Roberta. Poteva sopportare la nave come attacco personale, ma era sempre troppo presto per ricordare a Sara la sua triste infanzia ed i relativi traumi con le scimmie di mare. Nessuna amicizia avrebbe potuto sopportarlo. «faccio una cazzo di strage» Ben si riferiva a Gini, chiaro. Che ne sapeva lei degli speranzosi occhi di Sara che nelle lenti di ingrandimento cercavano mini primati sirena nella sua boccia.
    Battè le palpebre, reclinando il capo nel mettere a fuoco la creatura oltre il vetro. Si avvicinò fino a pochi millimetri dalla superficie, lasciando che l’alito caldo appannasse appena il vetro.
    «ma è un… purpuryina?» Una pausa.
    Lo guardò contorcersi come l’anticristo.
    Gli sorrise. «mi piace»
    e forse sarà questa la origin villain story del polpo dei Ben.
    We got problems,
    see them gather on the shore
    Empty promise,
    "Can't say nothing anymore"
    ben-1


    CITAZIONE
    1. Ben, Iris
    Purpuriyna: i tentacoli anteriori sono arricciati e/o legati tra loro, non riesce più a difendersi.

    › Purpuriyna: XXXX, "pericoloso, serve un mago esperto"+ simile ad una medusa, presenta un grande cappello dove si trovano tutti gli organi vitali, e tanti piccoli tentacoli sottili con cui riesce a seguire le correnti oceaniche. L'epidermide è leggermente bitorzoluta, cosa che gli permette di confondersi sul fondale marino con scogli, rocce, e detriti di varia natura. Sono creature succhia sangue: si cibano della linfa vitale di piante e creature marine. Non necessariamente letali, perlomeno non subito, ma decisamente destinati ad esserlo: la bocca, situata sulla parte inferiore del cappello, è tonda e presenta novantanovedenti divisi in tre cerchi, di cui l'arcata più esterna ad arpione (per aggrapparsi al malcapitato), quella a metà cavi a rilasciare una sostanza rilassante, e quelli più interni per penetrare all'interno dei tessuti. La loro unica difesa contro i predatori, è indurirsi: hanno la capacità di diventare resistenti come corallo, diventando meno appetibili per chi vorrebbe cibarsene, ed un pericolo a causa dei tentacoli che, in forma rocciosa, diventano facilmente armi.

    › altro:
    - vista la particolarità della sua pelle (si indurisce, tentacoli compresi) è la creatura con più tag nel wiz ao3, il soggetto preferito di tutte le ff monster porn
    - i segni lasciati dai tentacoli sono indelebili
    - ne esiste una specie, creata in laboratorio, domestica (i purpuryina bonsai)
    - di recente, i magibiologi hanno scoperto che impazziscano con dello zucchero, entrando in uno stato di sovra eccitazione
    - le uova sono un piatto molto prelibato
    - ne esistono di diversi colori, ma in natura sono più diffusi quelli blu, azzurri e neri - quelli colorati, sono più ... espositivi, perchè sarebbero prede facili
    - molto territoriali, uccidono chiunque entri nella loro tana fustigandolo a morte, per poi prosciugarlo

    CODICE
    <b>&#155; Purpuriyna:</b> XXXX, "pericoloso, serve un mago esperto"+ simile ad una medusa, presenta un grande cappello dove si trovano tutti gli organi vitali, e tanti piccoli tentacoli sottili con cui riesce a seguire le correnti oceaniche. L'epidermide è leggermente bitorzoluta, cosa che gli permette di confondersi sul fondale marino con scogli, rocce, e detriti di varia natura. Sono creature succhia sangue: si cibano della linfa vitale di piante e creature marine. Non necessariamente letali, perlomeno <i>non subito</i>, ma decisamente destinati ad esserlo: la bocca, situata sulla parte inferiore del cappello, è tonda e presenta <i>novantanove</i> denti divisi in tre cerchi, di cui l'arcata più esterna ad arpione (per aggrapparsi al malcapitato), quella a metà cavi a rilasciare una sostanza rilassante, e quelli più interni per penetrare all'interno dei tessuti. La loro unica difesa contro i predatori, è <i>indurirsi</i>: hanno la capacità di diventare resistenti come corallo, diventando meno appetibili per chi vorrebbe cibarsene, ed un pericolo a causa dei tentacoli che, in forma <i>rocciosa</i>, diventano facilmente armi.

    <b>&#155; altro: </b>
    - vista la particolarità della sua pelle (si indurisce, tentacoli compresi) è la creatura con più tag nel wiz ao3, il soggetto preferito di tutte le ff monster porn
    - i segni lasciati dai tentacoli sono indelebili
    - ne esiste una specie, creata in laboratorio, domestica (i purpuryina bonsai)
    - di recente, i magibiologi hanno scoperto che impazziscano con dello zucchero, entrando in uno stato di sovra eccitazione
    - le uova sono un piatto molto prelibato
    - ne esistono di diversi colori, ma in natura sono più diffusi quelli blu, azzurri e neri - quelli colorati, sono più ... espositivi, perchè sarebbero prede facili
    - molto territoriali, uccidono chiunque entri nella loro tana fustigandolo a morte, per poi prosciugarlo
     
    .
  3.     +5    
     
    .
    Avatar

    kdm's characters

    Group
    Slytherin
    Posts
    98
    Spolliciometro
    +191

    Status
    Offline
    DARAE SUNWOO

    c'erano molte cose da commentare: gente scomparsa nell'ultimo mese, un prof che stava (deep breath) quasi partorendo, animaletti carini, una città sott'acqua... ma ahimè, dire cosa ne pensasse Dara di queste e altre cose (tipo, boh, la fame nel mondo, o il fatto che Keagan allultima sessione dell'HC non avesse provato a portarsi a letto il capo mafioso pirata) richiedeva tempo. Tempo che (Arianna) dara (ma anche Arianna) non aveva.
    "Goblin, che ne pensi?
    e vorrei fargli dire altro e invece hhhh ma sappi sara vj che dara fa tutto quel che deve per prendere una E ma non far sentire Ictus ij difetto perché non è cresciuto come mago (??)
    però Arianna è di corsa lo stesso.
    "penso di sapere come curarlo. ricordo l'incanto oscuro perché è quasi lo stesso nome di un fumetto porno purpurea nox, che è pure la mia unica lettura con tentacle porn e ricordo ancora il trauma. quindi Canon dara l'abbia letto, è sui vampiri dai


    CODICE
    <div class="card objs mago oscuro">
    <h2>Puspurea nox</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>puspurea nox</i> (NON VERBALE). Gli occhi della persona o creatura colpita iniziano a secernere un liquido più o meno denso tendente al rosso, e le palpebre si gonfiano. È fastidioso più che doloroso, genera prurito e diminuisce la vista. Non curato, può procurare cecità. </p>
    <h6><span>incanto non verbale. La persona o creatura su cui si lancia deve avere almeno un occhio, ma non per forza la vista. Semplice colpo di bacchetta per lanciarlo, fascio rosso. </span></h6>
    </div>


    CODICE
    <div class="card objs mago guarigione">
    <h2>blu diesis</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>blu diesis</i> (non verbale) incantesimo curativo specifico per occhi e orecchie, contro malanni naturali e alcuni magici (morsi avvelenati, maledizioni come la puspurea nox ecc). Crea una luce soffusa bluastra e una dolce melodia, che vede e sente solo l'incantatore e la persona su cui viene lanciato l'incanto (la musica cambia da persona a persona).</p>
    <h6><span>non verbale, fascio blu (solo per chi lancia e riceve la cura), si fa un cerchio in aria con la bacchetta.</span></h6>
    </div>
     
    .
  4.     +4    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Ivorbone
    Posts
    51
    Spolliciometro
    +79

    Status
    Offline
    Ormai Hogwarts sembrava frequentata solo dai Ben. E non sembravano tanti perché cinesi, dato che loro, di cinesi cinesi, non ne avevano neanche uno, ma perché erano davvero tanti. E, soprattutto, nessuno di loro era sparito in quel maledetto resort.
    Alzò lo sguardo verso il cielo azzurro e terso sopra di loro, i capelli spettinati dal vento carico di salsedine, e congiungendo le mani pronunciò l’ennesima preghiera silenziosa di ringraziamento. Era egoista e lo sapeva, ma non poteva fare a meno di sentirsi sollevato all’idea che nessuno dei Ben10 fosse scomparso. Tuttavia, non poteva dirsi anche felice, dal momento che tante, troppe persone a cui i suoi amici volevano bene non avevano avuto la stessa fortuna. Lo leggeva in ogni sguardo di Balt, e persino in quello di Ben, sebbene la corvonero lo mescolasse con la sua solita furia omicida. Aveva tentato di rassicurarli facendo loro notare di non riuscire a parlare con nessuna di quelle povere anime, cosa che lasciava dunque presumere che non fossero morte, ma non doveva essere stato troppo convincente. Dopotutto, si fidava fino a un certo punto dei propri poteri. E soprattutto di sé stesso. Per non parlare del fatto che, forse, l’assenza di anime forse non era un buon segno. Se sparivano anche gli spiriti, di una persona non rimaneva più nulla. E non sempre significava che fosse passata oltre…
    “Amen.”
    Lasciando ricadere mollemente le braccia lungo i fianchi, tornò ad abbassare gli occhi, giusto in tempo per trovarsi davanti l’immagine del professor Barrow (non riusciva a non pensarlo in altro modo, sebbene non fosse più un loro insegnante. Anche da lì a cinquant’anni, probabilmente, lo avrebbe salutato per la strada con un “salve, professore”, nonostante tutto) in mutande su un maxischermo. Be’, dopo il porno non esattamente soft dell’anno precedente questo non era così scandaloso. E forse aveva anche un suo senso.
    Senso che, però, lui non colse minimamente.
    Cercò chiarimenti nei suoi amici, ma Balt stava vomitando anche l’acqua del battesimo, Ben era andata a meditare decisamente oltre la sua portata e gli altri *inserire qui cosa stanno facendo, ma comunque vi amiamo, ciao*. D’accordo, allora era suo preciso compito cercare di carpire più informazioni possibili e poi passarle tutte al resto dei Ben10. Semplice, no?
    Aveva visto parecchi animali partorire, in quel di Bodie. Pecore, capre, mucche… e scrofe, naturalmente. Non era un grande amante del sangue e dei liquidi corporei in generale, anche perché erano la manifestazione più ovvia della fallacità dei corpi mortali, fatti di carne e ossa e sangue, appunto, ma non era neanche ai livelli di Balt su quella nave. Anzi, per certi versi, nonostante tutto, l’idea di aiutare e, ancora di più, di far venire qualcuno al mondo lo emozionava moltissimo. «Posso dare una mano!», si propose quindi, facendosi avanti un po’ esitante, ma con un sorriso sincero sulle labbra.
    Tuttavia, i suoi amici avevano deciso di farsi ingoiare da quelle che sembravano delle ostriche giganti. O forse delle vongole, in effetti, a guardarle bene. «Speriamo non si vogliano vendicare per la fine che fanno nella Storia delle ostrichette curiose di Alice…», borbottò con un brivido, rivolto ai Ben ancora superstiti. Bennet, chiaramente, aveva con coraggio aperto la strada per tutti, riempiendolo d’orgoglio, ma anche di ansia. Già era rimasto traumatizzato dalla lettura di Attraverso lo specchio, ma, per certi versi, la visione del cartone Disney l’aveva turbato ancora di più.
    Il professor Barrow però li incitava a entrare in quelle bocche spalancate, dicendo di lasciarsi leccare. Per qualche istante la sua mente volò altrove, ma fu il contatto con la viscida ed enorme lingua della piriña a ricordargli che no, non era nell’appartamento profumato e pieno di fiori di Erisha. Le leccate, però, non furono neanche la cosa peggiore: ripiegare due metri gambe lunghe e spigolose in uno spazio pensato sì e no per una persona alta la metà di lui non fu esattamente facile. Quando quindi finalmente uscì, ci mise parecchi istanti per rimettersi del tutto dritto e farsi scroccare anche l’osso del coccige. Per non parlare del guardarsi intorno e scoprire quel panorama bellissimo ma inquietante.
    Erano in una bolla di vetro al contrario. L’acqua era fuori, non dentro. Acqua che li copriva per metri e metri, anzi, chilometri, probabilmente. Una tomba bellissima, bellissima e letale.
    «Ma voi avete ascoltato.»
    Abbassò lo sguardo fino a incontrare quello confuso e corrucciato di Bennet, prima che gli occhi di lei sfuggissero da un’altra parte. «Dobbiamo aiutare gli aiutanti di questa specie di Atlantide – Takitaki, scusate – a capire da quale incantesimo o maledizione sono state colpite alcune creature oceaniche… e quindi anche a curarle?? Una volta fatta un’ipotesi dovremmo ricevere altre istruzioni…», sintetizzò, legandosi i capelli spettinati dal vento di poco prima alla meglio.
    Era sicuramente tutto molto affascinante. Anche se, al solito, non poteva fare a meno di chiedersi quanto fossero disperati al Ministero per chiedere il loro aiuto. Era troppo ingenuo e buono, naturalmente, per non realizzare che quello era un modo con un altro per non assumere altro personale e spendere soldi per gli stipendi. Erano in tutto e per tutto stagisti schiavi.
    Ad ogni modo, sorrise allegro a Dara mentre si avviavano verso il loro box. «Che bello essere insieme!», commentò con sincerità, soddisfatto dalla presenza rassicurante dell’amico. Quando però raggiunsero la loro postazione, la vista (ihihihi) della povera creatura spense ogni allegria dal suo volto. «Oddio poverino!» Si avvicinò al vetro che li divideva dall’esterno, fino a poggiarvi una mano sopra mentre osservava il dolore nell’enorme occhio semiaperto dell’animale. «Chissà che fastidio…» Sospirò e si voltò verso Dara. «Mi sa che è un betabioptal, tu che ne pensi? Con una bruttissima congiuntivite…»

    Arriverò con il codice... forse.

    CITAZIONE
    5. ictus, darae
    Betabioptal: completamente cieco, l'unico occhio della creatura è chiuso e secerne un liquido purulento, il che le impedisce di orientarsi e difendersi

    › betabioptal: XXX – “un mago capace dovrebbe cavarsela” + Dalla forma quasi completamente sferica, gran parte del suo corpo è composto da un enorme occhio. Apparentemente innocuo, il betabioptal è grande all’incirca come due volte la testa di un essere umano e si muove fluttuando nell’acqua, in un movimento che ricorda quello di una palla che rotola. La pericolosità risiede proprio nell’occhio, che usa per cacciare. Infatti, nel momento in cui un’altra creatura fissa troppo a lungo il grande occhio del betabioptal, questo è in grado di ipnotizzarla. In preda alle allucinazioni, solitamente la preda non si accorge dell’espansione della pupilla del betabioptal, né della comparsa di file e file di denti. L’occhio, infatti, è anche la bocca dell’essere, e può diventare grande non solo come tutta la creatura, ma raggiungere il doppio delle sue dimensioni, così da inghiottire anche animali molto più grandi.

    › altro: - Tanto la pelle quanto l’iride possono avere diversi colori, anche se la combinazione più diffusa è pelle verde acido e occhio verdeazzurro.
    - Lo sguardo dell’unico occhio è altamente magnetico e, a detta di molti, provocante.
    - Al tatto la pelle è liscia e morbida e calda, tanto da somigliare a quella di un neonato.
    - Non è ancora del tutto chiaro il processo digestivo di queste creature, dal momento che riescono a ingoiare, per intero, esseri molto più grandi di loro. L’ipotesi più diffusa tra i magizoologi è che vengano teletrasportate in uno stomaco-buco nero collettivo, dove i betabioptal di uno stesso branco mettono in comune non solo la fame, ma anche il nutrimento.
    - L’ipotesi precedente si basa sul fatto che è invece stato comprovato dalla comunità scientifica magica che i betabioptal di uno stesso branco condividono lo stesso cervello, o meglio, lo stesso neurone, poiché gli esemplari studiati in laboratorio si sono dimostrati essere privi di cervello, anche nella sua forma più elementare.

    CODICE
    <b>&#155; betabioptal:</b> XXX – “un mago capace dovrebbe cavarsela” + Dalla forma quasi completamente sferica, gran parte del suo corpo è composto da un enorme occhio. Apparentemente innocuo, il betabioptal è grande all’incirca come due volte la testa di un essere umano e si muove fluttuando nell’acqua, in un movimento che ricorda quello di una palla che rotola. La pericolosità risiede proprio nell’occhio, che usa per cacciare. Infatti, nel momento in cui un’altra creatura fissa troppo a lungo il grande occhio del betabioptal, questo è in grado di ipnotizzarla. In preda alle allucinazioni, solitamente la preda non si accorge dell’espansione della pupilla del betabioptal, né della comparsa di file e file di denti. L’occhio, infatti, è anche la bocca dell’essere, e può diventare grande non solo come tutta la creatura, ma raggiungere il doppio delle sue dimensioni, così da inghiottire anche animali molto più grandi.

    <b>&#155; altro: </b> - Tanto la pelle quanto l’iride possono avere diversi colori, anche se la combinazione più diffusa è pelle verde acido e occhio verdeazzurro.
    - Lo sguardo dell’unico occhio è altamente magnetico e, a detta di molti, provocante.
    - Al tatto la pelle è liscia e morbida e calda, tanto da somigliare a quella di un neonato.
    - Non è ancora del tutto chiaro il processo digestivo di queste creature, dal momento che riescono a ingoiare, per intero, esseri molto più grandi di loro. L’ipotesi più diffusa tra i magizoologi è che vengano teletrasportate in uno stomaco-buco nero collettivo, dove i betabioptal di uno stesso branco mettono in comune non solo la fame, ma anche il nutrimento.
    - L’ipotesi precedente si basa sul fatto che è invece stato comprovato dalla comunità scientifica magica che i betabioptal di uno stesso branco condividono lo stesso cervello, o meglio, lo stesso neurone, poiché gli esemplari studiati in laboratorio si sono dimostrati essere privi di cervello, anche nella sua forma più elementare.
     
    .
  5.     +4    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Inferius
    Posts
    35
    Spolliciometro
    +57

    Status
    Offline
    MYRTILLE ROUX


    «Mon dieu» disse avvicinandosi alla bestiolina (che avrebbe potuto ucciderli entrambi, lei e mood) «secondo me è una Riotan?» si voltò verso il suo compagno arricciando leggermente le labbra «quelle stelline belle ma letali…» tipo sua sorella «vabbè insomma sono velenose non toccarle» fine


    CODICE
    <b>&#155; Riotan:</b> XXX (no, non l’avete vista su un altro sito), “medio pericoloso, ha bisogno di un mago dal livello intermedio per essere combattuto” una stella marina  a tutti gli effetti che però, può vivere anche nel fango, ricoperta da squame che brillano come pietre preziose e che brillano a miglia di distanza, che sono tanto belle quanto letali, pregne di veleno che al solo tocco potrebbe uccidere un mago adulto se non curato in tempo breve, ha le braccia allungabili e colme di dentini velenosi che penetrano in profondità, viene cacciata per il suo sapore da cotta, ma è molto difficile prenderne una, quasi impossibile, per questo è un alimento molto pregiato.
    <b>&#155; altro: </b> è carnivora, ha una bocca al centro delle cinque braccia con la quale può ingoiare
    prede intere
    sono ghiotte di sangue, molte volte uccidono le loro prede per scopi ludici dissanguandole
    dormono appese alle rocce, attaccandosi con un braccino alla parte dura
     
    .
  6.     +4    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Ivorbone
    Posts
    56
    Spolliciometro
    +53

    Status
    Offline
    KUL OH

    «no vabbè» Kul si affacciò verso il professore che aveva davvero rotto le acque. non stava facendo finta «dovreste portarl* al san mungo» ma visto che non era il suo compito nella vita essere (intelligente) attento, ed aveva pure perso un fratello per cui aveva pianto tutto il weekend (nessuno doveva saperlo duh non era mica una femminuccia) proseguì nel suo percorso, se qualcuno lo avesse conosciuto un po’ meglio avrebbe però notato che non era il kul di sempre, diceva molte meno stupidaggini del previsto e non scappava ad ogni minima cosa che avesse potuto nuocere alla sua incolumità.
    era spento.
    fatto stava che quella creatura lì su sarebbe potuto essere il peggior sgorbio che avesse mai visto ma.
    ma.
    era piuttosto sensibile in quel periodo. mh.
    «è un buscofen»
    guardò balt.
    lo guardò ancora.
    «dai fai qualcosa per salvarlo!!!»
    non come aveva fatto lui, lasciando suo fratello nell’hotel da solo.

    CODICE
    <b>&#155; Buscofen:</b> XXXXX “terribilmente pericoloso, starne alla larga” è un gufo longilineo, in grado di vivere anche sott’acqua, l cui folto piumaggio — tipico della specie comune — si arresta a livello dell'inguine, lasciando le gambe completamente sprovviste di piume. è di un colore scuro, blu notte, e presenta 4 occhi sul capo dal taglio felino, privi di pupilla e completamente rossi, ai lati della testa troviamo le branchia; è un animale spietato, pericolosissimo, che riduce la mente delle sue prede in poltiglia portandole al suicidio, ha il potere di ipnotizzare, prendere controllo della mente di chi punta, ha un becco aguzzo che serve per strappare la carne, ed è caratterizzato da un verso quieto, quasi docile, che annuncia il suo arrivo.
    <b>&#155; altro: </b> è un animale monogamo, se si lega ad un esemplare dell’altra specie non avrà altri partner
    non è solito attaccare, ma quando si irrompe il suo territorio o si ferisce il suo partner diventa letale
    è un animale timido e taciturno, vive in posti nascosti, come caverne
    si dice fosse solito essere l’animale da compagnia delle sirene
     
    .
  7.     +4    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Hufflepuff
    Posts
    132
    Spolliciometro
    +193

    Status
    Online

    hufflepuff

    vi year

    17 y.o.
    stuck
    unlike pluto
    Era tutto terribile.
    Tutto.
    Avrebbe voluto dire, o anche solo pensare, che non ci fosse una sola persona coinvolta in quella lezione che non odiasse dal profondo del cuore – dai professori, agli assistenti, ai suoi stessi compagni. Tristemente, sapeva di non esserne davvero capace: si limitò, dunque, a morire.
    Nell’anima, ma anche un po’ nel corpo.
    Ma che problemi avevano con le navi, i docenti di Hogwarts? Quali traumi infantili gli avevano causato i genitori per portarli a spostare i propri istinti sadici mandando i loro studenti in mare aperto su veicoli in balia delle onde?
    Non lo sapeva. Probabilmente, non lo avrebbe nemmeno mai scoperto.
    Perché dopo lo schiaffo di Ben sulla schiena ed il suo «sei proprio un uomo», a cui rispose con un grugnito poco elegante, comprese di aver lottato contro i suoi organi interni fin troppo – lì, seduto sul pavimento del ponte, occhi chiusi e viso pallido; avrebbe voluto essere fatto come una pigna, così da resistere almeno il tempo di quel tragitto così come aveva sopportato un’intera vacanza estiva in yacht.
    «mood,» gutturale, provato; le mani strette attorno alla balaustra della prua e la testa piegata oltre quest’ultima. Non aveva davvero bisogno di aprire gli occhi e di alzare il busto, per sapere che il Serpeverde fosse lì: trauma buddies et al, riconosceva la sua presenza ormai nel momento del bisogno, ossia – «sto vomitando.» parafrasi di una citazione cult, con tanto sentimento ma probabilmente diverso da quello provato da una Kate Winslet a braccia spalancate che viveva il momento migliore della sua esistenza.
    Le circostanze, com’era ovvio che fosse, resero quell’esperienza, minuto per minuto, una tragedia sempre peggiore.
    Prima il Jackson, inizialmente suo compagno di nausea, che aveva deciso fosse il momento giusto per lanciare via un essere umano dalla sua vagina in affitto ed annunciarlo a tutti quanti. Avrebbe voluto urlare – sia per l’entusiasmo, perché una bella notizia era sempre ben accetta, sia per l’orrore al pensiero del possibile parto in mondovisione –, ma il suo corpo interpretò diversamente quelle intenzioni, e dalla bocca non poterono che uscire altri contenuti gastrici e versi da pterodattilo.
    Poi il video del Barrow, che grazie al cielo era troppo impegnato a cercare di lanciarsi di sotto per prestare attenzione al video che mostrava l’ex professore di strategia posare in mutande: per carità, very slay, ma era un qualcosa che se lo aiutava, lo faceva solo nella discesa a capofitto.
    Infine, delle ostriche che facevano il cosplay di sua sorella. «dovete rimanere immobili», disse lo Skylinski; [bestemmia] [sospiro] [bestemmissima], disse Baltasar Monrique, facendosi maledettamente leccare da cima a fondo come un Chupa Chups.
    «voglio cambiare scuola.» chissà come se la passavano a Durmstrang, probabilmente una favola rispetto a quella tortura.

    Comunque.
    «ma voi avete ascoltato?» ancora pallido, ancora trascinandosi, si limitò a guardare Bennet. Non una singola emozione a dipingere il volto del tassorosso, il che era già indicativo di molte cose; decise di risparmiare le forze, di non esplicare quel “ho la faccia di uno che ha ascoltato qualcos’altro oltre ai suoni del mio intestino che si accartocciava su sé stesso come carta straccia, o ai versi disumani provenienti dalla mia gola?”, ma non aveva dubbi lei, Ictus e Dara avrebbero capito. «avete la xamamina?» chiese piuttosto, a loro e un po’ a chiunque fosse nei paraggi.
    Nessuno?
    No?
    Okay.
    E poi Barrow lo separò dai suoi amici. Pure. Non c’era davvero alcun rispetto per gli studenti.
    Guardò Kul, cercando (per quanto la nausea residua glielo permettesse) di sorridergli. Non aveva grandi rapporti con lo special, ma voleva bene a suo fratello. «ehi, mh…» si morse le labbra, chinando brevemente il capo a terra: voleva dirgli che fosse amico di Kaz, se non lo sapeva, che era il colpevole del suo rapimento di quell’estate, che lo aveva portato a più party di quanti potesse aver avuto idea fino ad allora; che anche a lui mancava, e che sicuramente – sicuramente! – stava bene, stavano bene. «come stai?» fortunatamente, non era abbastanza in vena di parlare a sproposito e rievocare i traumi.
    «è un buscofen.»
    Kul guardò Balt.
    Balt guardò Kul.
    Intensamente.
    «ma io non ho il ciclo…» corrugò le sopracciglia. «mi serve la xamamina.» beh, forse prima non lo aveva sentito, ma apprezzava molto il tentativo di aiutarlo con un antidolorifico per i – «aaaaah!» intendeva la creatura. Pensa te.
    «dai fai qualcosa per salvarlo!!!» iniziava ad allargarsi un po’ troppo con la confidenza: cosa voleva che facesse, di grazia. Al massimo poteva cercare di comunicare con il Buscofen per farsi guardare negli occhi e farsi lobotomizzare.
    Un sogno.
    «forse so cosa succede… devo averlo letto da qualche parte.» o, molto più probabilmente, ne aveva sentito parlare dai Ben.
    Un incantesimo originario dell’antica Grecia, inizialmente ideato per rendere più fertili le donne così da generare sempre più soldati da mandare in guerra, che si era rivoltato prima contro le stesse (perché evocato male, prendendo i connotati della maledizione arrivata fino al ventunesimo secolo) e poi sugli uomini che avevano avviato una simile barbaria, per mano delle loro stesse mogli, ed il cui unico controincantesimo, sostanzialmente, (castrava) rendeva magicamente sterili chi veniva guarito? Decisamente qualcosa che le Monet avrebbero raccontato loro per cultura generale di Arti Oscure e Incantesimi.
    «so anche come curarlo, ma non sarà piacevole.»
    Build me a fantasy
    With the lights on,
    The darker the history
    Turn the lights off, forget
    balt-o


    CITAZIONE
    2. Balt, Kul
    Buscofen: il corpo piumato è piegato in modo contorto per il dolore costante e presenta chiazze di pelle nuda dove mancano le piume

    HTML
    <div class="card objs apprendista oscuro">
    <h2>maledizione della fecondità</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>permotum ubertas</i>. L'incantesimo induce nel soggetto forti dolori addominali e pelvici, causati da emorragie interne degli organi riproduttivi dovute ad una crescita abnorme degli stessi che andranno a distruggerne i tessuti. La conseguente sovrapproduzione ormonale può causare alopecia, disturbi neurocognitivi e comportamentali, forte nausea ed emicranie. Può condurre alla morte in tempi brevi.</p>
    <h6><span>non verbale, di colore rosso sangue. per essere eseguito, bisogna disegnare con la bacchetta una linea ondulata dal basso verso l'alto, terminando con un cerchio.</span></h6>
    </div>


    HTML
    <div class="card objs apprendista guarigione">
    <h2>incanto della sterilità</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>cruoris lustratio</i>. Controincantesimo della maledizione della fertilità, agisce direttamente sugli organi colpiti riportandoli alla dimensione originaria e necrotizzando i tessuti lesi. Il prodotto di scarto di questa guarigione viene espulsi in maniera indolore e fisiologica: salva il soggetto maledetto, ma induce una condizione di sterilità irreversibile.</p>
    <h6><span>non verbale, di colore giallo paglierino. bisogna disegnare con la bacchetta tre onde dall'alto verso il basso all'altezza dell'inguine.</span></h6>
    </div>
     
    .
  8.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Bolla
    Posts
    121
    Spolliciometro
    +242

    Status
    Offline

    prefect

    16 y.o.

    slytherin
    ugly ending
    best frenz
    Come diceva un saggio, e si parlava di nientedimeno che il prof Quinn, se doveva andare all’inferno, tanto valeva andarci in grande stile. Salendo sulla nave, infilò gli occhiali dalle lenti scure, inspirando l’umida aria di mare che popolava tutti i suoi incubi migliori ed i suoi sogni peggiori. Guardava l’orizzonte con l’espressione leggera di chi nelle onde dell’oceano vedesse la quiete che la società sembrava tanto integerrima nel non concedere, e nel cuore possedesse la morbida e confortante consapevolezza che la morte sarebbe sopraggiunta per tutti, e per alcuni prima di altri. Con un gomito al parapetto e la guancia sul palmo, rilassato come solo uno studente in gita poteva permettersi, Mood Bigh sognava ed immaginava tutti i modi in cui avrebbe potuto far affondare quella cazzo di nave con sopra tutti i suoi abitanti, forse se stesso compreso. La sua immagine mentale preferita, era quella della Nave Fantasma, con il filo di metallo a staccarsi tranciando di netto tutti i presenti a bordo della crociera.
    Era un sorriso felice, quello del Serpeverde. Gli scenari di morte, tendevano a fargli quell’effetto. Per quanto fallace, decise di prendersi il sollievo del proprio au delulu dove sacrificava i compagni allo spirito del kraken o la maledetta balena bianca, masticando pigro una gomma alla menta. Quando Eugene Jackson avesse guardato nella sua direzione, con pensieri MENDACI ED ERRONEI (è successo solo una volta ok. Non è che abbia come vizio di sbattersi qualunque creatura che volesse potenzialmente ucciderlo.) non avrebbe visto altro che un adorabile sedicenne entusiasta di affrontare un’altra emozionante avventura insieme alla sua compagnia del cuore, perché con l’anello aveva già dato. Yay, am i right.
    Avvicinò maggiormente l’oggetto al proprio fianco. Sospirò con sincera, sentita, malinconia, perché quelli sì che erano tempi d’oro, abbassando gli occhiali da sole il tempo di ammiccare al proprio riflesso – ed ora come allora, si sarebbe affogato per se stesso. Self love and all – prima di rialzarsi e poggiare la schiena a quello che perlomeno spero non essere legno. I swear to god, nel santo anno 2024 basta vascelli, spero bene. «mood» e chi. Chi altro poteva essere, con quella voce roca proveniente direttamente da uno dei gironi infernali, se non uno dei Monrique. Erano peggio del resto, loro due; popolavano perfino i suoi momenti di veglia, con la loro affatto placida esistenza.
    «maluma» morbido. Quasi intenerito, pur apparendo senza una minima preoccupazione al mondo, viso al sole e mani affondate nelle tasche dei pantaloni. Era quasi il loro anniversario. Molto romantico da parte loro ritrovarsi in una situazione specchio alla precedente. Arricciò solo appena il naso, al millesimo conato di Balt. Romantico, dicevo. Immerse l’asciugamano nell’acqua del secchio al proprio fianco, strizzandolo con un sospiro divertito ed esausto. Lo poggiò sulla fronte del Tassorosso, le ciocche bionde sulla fronte spostate gentilmente con la punta delle dita.
    «sto vomitando»
    «lo vedo» mormorò, tenendo premuto lo straccio sul viso sudato di Balt.
    Sognava, Mood. Sognava di abbassare lo straccio alla bocca, e farglielo ingoiare. Sognava di accompagnarlo all’uscita, spingendolo nelle stesse acque dove stava riversando la propria anima, così che potessero essere riuniti per sempre. Sognava, le labbra dischiuse in un broncio poco pronunciato.
    Sognava il giorno in cui Balt Monrique sarebbe stato felice. Allora e solo allora, toglierlo dall’equazione sarebbe stato soddisfacente: doveva concedere il diritto alla vita finché la vita non fosse valsa qualcosa, altrimenti qual era il punto. Godeva del suo stato miserabile, se la tenerezza con cui asciugava la pelle madida poteva esserne un segno – se aveste conosciuto almeno un poco Mood Bigh, avrebbe dovuto esserlo.
    Guardò le ostriche. Intensamente.
    wow. C’erano proprio tutti: Mood, Balt, Liz. Eli, da brava medium, era la morte nel cuore di tutti loro. Mannaggia, allora forse il timore del Jackson era reale.
    Inspirò profondamente. Più profondamente, all’idea di farsi leccare e quasi ingoiare da un’ostrica gigante.
    Ma perché a lui.
    Sollevò l’indice, scambiandosi intense occhiate con le milf di mare.
    Meno uno.

    Abbandonate le lenti scure, alzò gli occhi al soffitto della struttura.
    E sapete che c’era? Che lui, al contrario di Ben, avrebbe preferito tornare sulla nave ed aiutare il prof Jackson a partorire un mostro roseo e piagnucolante, piuttosto che rimanere un altro istante in compagnia di qualcuno che, in una stanza circondata da vetri ed al cospetto di una creatura dall’aria alquanto incazzata (sul serio questa volta.) ed orripilante, lo avvertiva di non toccarla. Ma perché cazzo avrebbe dover voluto toccare la versione marcescente di Staryu.
    «cercherò di resistere» le lampeggiò un sorriso divertito, piacevole a vedersi e falso quanto un immagine creata con l’intelligenza artificiale.
    Si avvicinò cauto alla superficie trasparente, cercando di osservare il Riotan con occhio clinico. C’era indubbiamente qualcosa che non andava con le squame solitamente brillanti della creatura, e quello avrebbe potuto riconoscerlo perfino la Roux, ma cosa? Sembravano in rilievo, quasi pietrificate, ma non… proprio. Se fosse stata roccia, non avrebbe vinto contro la gravità riuscendo a rimanere appesa al vetro. Cristallo? Non sapeva se potessero usare blandi incantesimi di illuminazione li sotto, o se avrebbero fatto entrare le bestie in uno stato di eccitazione febbrile e omicida, quindi attese che la luce naturale si riflettesse sulle squame. Non avevano l’aria di essere ghiaccio, e non sembravano neanche gli effetti di un incantesimo di trasfigurazione andato male – yabai, anyone? Da qualche parte c’è ancora Alec che cerca di afferrarlo – eppure c’era qualcosa di… Battè le ciglia, capo piegato sulla spalla. Roteò riflessivi occhi scuri su ogni parte visibile della creatura, mordendo distratto l’interno del labbro. «lo sapevi che le squame del riotan vengono usate per creare gioielli?» le indicò, senza toccare il vetro. «non al loro stato naturale, certo. Ma diventano gemme, quando la creatura...» Una pausa, giusto per assicurarsi che la ragazza avesse seguito il ragionamento. «invecchia.» si solidificavano, permettendo una facile lavorazione e risultati eccezionali. Certo, c’era bisogno di tempo, e il mondo quando mai ne aveva più? Volevano tutto e subito, indipendentemente dal come. Quella era la vera condanna del loro secolo.
    «immagino che venga usato spesso l’incantesimo di invecchiamento. Per gli affari» tono piatto, privo di alcuna inflessione. Non ne aveva mai visto uno all’opera. Non poteva dirsi… non deluso. Intrigato, anche se per tutte le ragioni sbagliate. Per inciso: non approvava la tortura sugli animali.
    Solo sulle persone. E solo quando ne aveva voglia.
    «il contro incantesimo è … complesso» mormorò, tenendo per sé fosse impossibile al loro livello - e con loro intendeva se stesso, non aveva fiducia nella ragazza. Manifesting che avrebbero fatto gli scambisti e sarebbe toccato a qualcun altro <3
    Now I'm bored
    I'd like to skip ahead
    And see the ending
    #mood


    CITAZIONE
    3. Mood, Myrtylle
    Riotan: il suo corpo è ricoperto da formazioni cristalline che appaiono dolorose alla vista. queste gli impediscono di muoversi con agilità, rendendola una preda facile


    Incantesimo della vecchiaia


    Formula: Vita Inverso. Causa il rapido deterioramento temporale di un oggetto, una persona, o una creatura. Più si mantiene attivo l'incanto, più passeranno gli anni. Usato spesso sugli oggetti - più facile che sulle persone - per aumentarne il valore, ed uno strumento di tortura terribile e dei più efficaci contro le persone. Possibile usarlo solo su una parte, umana o meno che sia, e non sull'intero soggetto. ATTENZIONE! Esiste il rischio che possa essere irreversibile, ed il contro incantesimo non funzioni.


    non verbale. Roteare la bacchetta in senso orario, puntarla sulla parte interessata, e piegare il polso verso di sè. Il colore del fascio si scurisce mano a mano che l'incantesimo viene mantenuto attivo, dal rosa al purpureo.




    Incantesimo del Giusto Tempo


    Formula: Tempus Fugit. Permette di far acquisire al soggetto od oggetto colpito dall'incanto oscuro Vita Inverso, gli anni persi. Più viene mantenuto attivo, più possibilità ci sono possa tornare allo stato originale. ATTENZIONE! Non sempre funziona, dipende dal mago e dal tempo passato dall'incanto oscuro. Non è possibile utilizzarlo ex novo per ringiovanire qualcuno: funziona solo come contro incantesimo di Vita Inverso.


    non verbale. Portare la bacchetta verso di sè, quindi puntarla verso la parte interessata, e roteare il polso. Il colore si schiarisce mano a mano che l'incantesimo viene mantenuto attivo, dal porpora al rosa.



    HTML
    <div class="card objs master oscuro">
    <h2>Incantesimo della vecchiaia</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>Vita Inverso</i>. Causa il rapido deterioramento temporale di un oggetto, una persona, o una creatura. Più si mantiene attivo l'incanto, più passeranno gli anni. Usato spesso sugli oggetti - più facile che sulle persone - per aumentarne il valore, ed uno strumento di tortura terribile e dei più efficaci contro le persone. Possibile usarlo solo su una parte, umana o meno che sia, e non sull'intero soggetto. ATTENZIONE! Esiste il rischio che possa essere irreversibile, ed il contro incantesimo non funzioni.</p>
    <h6><span>non verbale. Roteare la bacchetta in senso orario, puntarla sulla parte interessata, e piegare il polso verso di sè. Il colore del fascio si scurisce mano a mano che l'incantesimo viene mantenuto attivo, dal rosa al purpureo.</span></h6>
    </div>

    <div class="card objs master guarigione">
    <h2>Incantesimo del Giusto Tempo</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>Tempus Fugit</i>. Permette di far acquisire al soggetto od oggetto colpito dall'incanto oscuro Vita Inverso, gli anni persi. Più viene mantenuto attivo, più possibilità ci sono possa tornare allo stato originale. ATTENZIONE! Non sempre funziona, dipende dal mago e dal tempo passato dall'incanto oscuro. Non è possibile utilizzarlo ex novo per ringiovanire qualcuno: funziona solo come contro incantesimo di Vita Inverso.</p>
    <h6><span>non verbale. Portare la bacchetta verso di sè, quindi puntarla verso la parte interessata, e roteare il polso. Il colore si schiarisce mano a mano che l'incantesimo viene mantenuto attivo, dal porpora al rosa.</span></h6>
    </div>
     
    .
  9.     +4    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Inferius
    Posts
    52
    Spolliciometro
    +41

    Status
    Offline
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    16 y.o. | VI
    gaslight, gatekeep & girlboss
    ravenclaw
    amethyst harmony (arwen) sage
    Ew. Nahla l'aveva abbandonata lì da sola sparendo nel nulla e lei era nuovamente su una barca in una gita scolastica. Non odiava le barche o il mare, amava andare in nave con suo padre in qualche crociera durante le vacanze, quello di cui non si fidava erano le lezioni di Hogwarts, in mezzo all'oceano con persone in procinto di partorire e leccate di ostriche. Ew. «ew» si scrollò per togliersi la bava di dosso. «sei una creatura così... affettuosa» odiosa. Fra tante cose, proprio leccare doveva? Era proprio l'aspetto di quella creatura a schifarla, di certo non aveva la stessa espressione quando un cucciolo di cane o un gattino le leccava il braccio. I suoi vestiti erano comodi ma anche costosi, non andava mai in giro con un outfit da meno di 350 galeoni ossia 2100€, persino quando era in costume e i suoi vestiti erano tutti originali e cuciti su misura per lei. Non era quindi immotivata la sua voglia di uccidere quella ostrica schifosa. «è un medaka» A casa aveva un cappotto di pelliccia, regalatale da sua nonna. Era bellissima, onestamente. La usava principalmente quando lavorava al Lilum spacciandosi per Arwen, la sua seconda identità, sua sorella gemella - che per inciso, non esisteva. «dovremmo proprio aiutarlo, poverino, non voglio vederlo morire» portò la mano al cuore, rattristandosi ma non alzò un dito per aiutarlo. Era un invito per l'altra, lei il suo lo aveva già fatto: esisteva.

    Don't you let these pretty faces fool you
    Savage underneath (Underneath)



    HTML
    <b>› MEDAKA:</b> XXXX per "pericoloso, serve un mago esperto" se affrontato sulla terraferma, passa a XXXXX per le creature più pericolose, "noto ammazzamaghi, impossibile da addestrare o addomesticare" se affrontato in acqua. È conosciuto come il ghepardo del mare ed è la creatura più luminosa dell'oceano Pacifico. Sulla fronte presenta un corno arcobaleno luminoso che gli permette di illuminare le profondità del mare insieme alle macchie multicolori su tutto il corpo. Quella non è l'unica particolarità in quanto sia il corno che le macchie sul corpo hanno due funzioni essenziali per la caccia: le macchie sul corpo secernono una sostanza simile ai feromoni che disciolta nell'acqua attrae le prede in nel suo raggio di azione e una volta individuata una preda, dal corno scaturisce un arcobaleno che avvolge la preda e rende per qualche minuto l'acqua attorno alla vittima gelatinosa, soffocando l'avversario. Come ogni ghepardo che si rispetti ha una coda che ruota come un'elica e gli permette di nuotare a una velocità impressionante. Le gambe gli permettono sia di camminare che di nuotare e non attacca solamente nelle profondità del mare, ma anche in superficie se durante uno dei suoi salti trova una superficie su cui atterrare, come una nave abbastanza piccola o un'isoletta. Nonostante riesca a respirare in entrambi gli ambienti, preferisce rimanere sott'acqua dove i suoi poteri sono più forti.
    <b>› altro: </b>
    — si nutre di tutto ciò che trova sott'acqua ma predilige creature più grandi di lei. Quando caccia in superficie lo fa più per divertimento che per nutrirsene, lascia i fatti le prede morenti e in balia di altri predatori.
    — il suo corno viene utilizzato in alcune pozioni mortali
    — viene cacciato anche per il suo manto particolare e per questo è in via di estinzione


    Edited by sa(va)ge - 16/3/2024, 00:06
     
    .
  10.     +3    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Ghost
    Posts
    23
    Spolliciometro
    +27

    Status
    Offline
    Più che altare del cielo, ormai cominciava davvero a pensare che avrebbe dovuto chiamarsi mala suerte. Non era la prima volta che lo pensava, questo era vero, ma per mesi, anzi, per quasi un anno si era detta e ripetuta di non dover neanche scherzare sull’argomento. L’aveva allontanata da sé stessa, quella consapevolezza, tacciandosi da sola di vittimismo. C’erano così tante cose belle al mondo, e la vita era sempre e comunque meravigliosa. Ogni giorno meritava di essere assaporato e sarebbe sempre riuscita a trovare almeno un aspetto positivo perché il sorriso le illuminasse il volto. E c’era riuscita, in un qualche modo c’era sempre riuscita, nonostante tutto. C’era riuscita quando sua madre, l’unica famiglia che avesse mai conosciuto, era scomparsa. C’era riuscita quando quel padre ancora quasi del tutto estraneo era partito per la guerra, e persino quando per mesi non era tornato. C’era riuscita imparando a conoscerlo attraverso le parole di quella zia che, al contempo, era diventata per lei una figura genitoriale e un’amica, una sorella. Si era persino rimproverata più aspramente, quando alla fine suo padre era tornato, non del tutto interno, diverso persino da quel falso ricordo che si era creata, ma era pur sempre tornato, ripetendosi che sì, le cose si sarebbero aggiustate, che, come sempre, ci sarebbe stato qualcosa per cui sorridere, per cui continuare a vivere.
    Ma ora erano spariti tutti.
    Julieta, che non era mai tornata.
    Mira, la sua nuova madre-amica-sorella.
    Suo padre, che in fondo aveva sempre amato, persino quando non ne conosceva nemmeno il nome.
    E Kaz. Persino Kaz.
    Avrebbe potuto, avrebbe voluto scomparire anche lei. Almeno, così, avrebbe smesso di far sparire chi le stava intorno. Le persone a cui voleva bene e che, forse, le volevano bene a loro volta. Dopotutto, insieme alla sua famiglia, l’Oh non era forse sparito per questo? Perché era suo amico?
    Si era preparata a partire, era già tutto pronto, ma era stato proprio lui, suo padre, a farla desistere. Gliel’aveva vietato. Perché era piccola, perché erano già in tanti, perché sarebbe stata più utile lì. Non aveva parlato di pericolosità, ma Aracoeli lo sapeva. Gliel’aveva letto negli occhi, nonostante, adesso, quella patina fosse ancora più opaca, rendendo Javier ancora più inaccessibile.
    E così Aracoeli era rimasta.
    Mentre loro erano spariti.
    Un’ora dopo l’altra, un giorno dopo l’altro, si era trascinata per il castello, sforzandosi di sorridere, sforzandosi di essere allegra, calorosa, normale. Ma il suo sguardo, come quello di suo padre quasi un mese prima, era offuscato. Non si sentiva più sé stessa. Non era Aracoeli, era Malasuerte.

    Meccanicamente era arrivata al punto d’incontro ed era salita sulla nave, salvo poi riscuotersi, con un colpo al cuore, a quella vista. Tutto quell’azzurro, quel verde, quel sole… le ricordavano casa. Sua madre. Porto Rico. Certo, le tonalità di mare e natura erano completamente diverse, sbagliate, persino, ma il groppo alla gola non accennava ad andarsene. Per certi versi, era felice di sentirsi così. Era di nuovo vigile, almeno in parte.
    Avrebbe però voluto esserlo di meno, quando poi si era infilata in una di quelle ostras giganti. Amava il mare, e amava mangiare pesci e crostacei di ogni tipo, ma quell’animale… Era un contrappasso, forse? Essere mangiata da qualcosa che di solito mangiava?
    Miracolosamente quel viaggio era durato troppo poco perché l’ostrica mastodontica cominciasse a digerirla, e ora le sembrava di essere in un… «Palazzo delle sirene!», mormorò sorpresa e compiaciuta, guardandosi intorno a bocca spalancata. Peccato che poi le venne in mente che, probabilmente, da lì a poco il soffitto di vetro si sarebbe rotto e sarebbero tutti morti annegati.
    Tranne lei.
    «Mala suerte», sospirò, osservando la creatura dall’altra parte della parete trasparente. «È bellissima, anche così… vero?» Con gli occhi un po’ lucidi cercò quelli di Amio, per poi avvicinarsi alla corvonero, che teneva in mano la cartellina con le informazioni raccolte fino a quel momento. Prese a scorrerle insieme alla bionda, alzando spesso lo sguardo verso la creatura. «Sembra che… anzi, le stanno decisamente risucchiando tutta la luce. Un po’ come un dissennatore? Ma con la luce, appunto, non con i sentimenti…» Quella diagnosi le era orribilmente famigliare: si sentiva così anche lei. Privata della sua luce, dei suoi sentimenti. Il soprannome con cui la chiamava sua madre, Cielita, alludeva proprio alla sua solarità, al suo somigliare al cielo terso e brillante di una assolata giornata d’estate.
    Osservò ancora la creatura, assorta, riflettendo su quello strano scherzo del destino. «¡Pues claro!», esclamò di punto in bianco, con un piccolo saltello. Sorrise, finalmente senza sforzarsi. «Credo di sapere cosa le è successo! E anche cómo ayudarla!»

    CITAZIONE
    4. Ara, amio
    Medaka: la luce sprigionata dal corno multicolore che ha sulla fronte va ad intermittenza e le macchie luminose sul suo manto sono spente/opache


    Edere Vires


    Formula: edente vi. Incantesimo che permette al mago o alla strega che lo lancia di risucchiare l’energia vitale dell’avversario, che in certe creature si manifesta anche all’occhio umano, ad esempio sottoforma di impulsi di luce. Pur essendo molto pericoloso, deve rimanere attivo per ore perché chi ne è stato colpito arrivi a esserne completamente consumato e rischi la morte. In un normale duello provoca solo un indebolimento e una momentanea confusione, sebbene la vittima possa portarne strascichi per giorni.


    non verbale. Disegnare con la bacchetta una linea interrotta da due triangoli verso il basso, come le zanne di una creatura. Il colore del fascio è inizialmente grigio, ma più energia viene risucchiata, più assume nuove sfumature, fino a diventare un arcobaleno desaturato, quando la vittima è sul punto di morte.




    Incantesimo Energizzante


    Formula: Fiat lux. Incantesimo che non solo permette di spezzare la maledizione Edere Vires, attraverso la quale un mago o una strega può risucchiare l’energia vitale altrui, ma che fa anche recuperare a chi ne è stato colpito la luce, l’energia, appunto, che aveva perso. Dona dunque un senso di benessere generale e riporta la vittima a condizioni di salute stabili.


    non verbale. Puntare la bacchetta verso la persona o l’essere maledetto e disegnare una croce greca. Attenzione: i due assi devono essere della stessa lunghezza, altrimenti la guarigione non sarà completa. Il fascio è colore dell’arcobaleno e aumenta di intensità man mano il soggetto recupera energia vitale.



    CODICE
    <div class="card objs mago oscuro">
    <h2>Edere Vires</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>edente vi</i>. Incantesimo che permette al mago o alla strega che lo lancia di risucchiare l’energia vitale dell’avversario, che in certe creature si manifesta anche all’occhio umano, ad esempio sottoforma di impulsi di luce. Pur essendo molto pericoloso, deve rimanere attivo per ore perché chi ne è stato colpito arrivi a esserne completamente consumato e rischi la morte. In un normale duello provoca solo un indebolimento e una momentanea confusione, sebbene la vittima possa portarne strascichi per giorni.
    </p>
    <h6><span>non verbale. Disegnare con la bacchetta una linea interrotta da due triangoli verso il basso, come le zanne di una creatura. Il colore del fascio è inizialmente grigio, ma più energia viene risucchiata, più assume nuove sfumature, fino a diventare un arcobaleno desaturato, quando la vittima è sul punto di morte.</span></h6>
    </div>

    <div class="card objs mago guarigione">
    <h2>Incantesimo Energizzante</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>Fiat lux</i>. Incantesimo che non solo permette di spezzare la maledizione <i>Edere Vires</i>, attraverso la quale un mago o una strega può risucchiare l’energia vitale altrui, ma che fa anche recuperare a chi ne è stato colpito la luce, l’energia, appunto, che aveva perso. Dona dunque un senso di benessere generale e riporta la vittima a condizioni di salute stabili.
    </p>
    <h6><span>non verbale. Puntare la bacchetta verso la persona o l’essere maledetto e disegnare una croce greca. Attenzione: i due assi devono essere della stessa lunghezza, altrimenti la guarigione non sarà completa. Il fascio è colore dell’arcobaleno e aumenta di intensità man mano il soggetto recupera energia vitale.</span></h6>
    </div>
     
    .
  11.     +3    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Inferius
    Posts
    69
    Spolliciometro
    +76

    Status
    Offline
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    16 y.o. | VI
    adhd child
    gryffindor
    iris roux
    Break l'aveva trascinata fuori da quell'hotel, non sapeva nemmeno se esserne felice o meno. Certo, era tornata da sua sorella, sua cugina e aveva tranquillizzato i suoi genitori che stesse bene e fosse sana e salva. Per l'ennesima volta le avevano supplicate di tornare in Francia e rimanere lì ma era riuscita a convincerli di finire gli anni lì dato che si era fatta altrettanti amici e che sopravviveva sempre. Era una dura lei !! E poi nemmeno dei rapitori avrebbero voluto tenersela tanto a lungo probabilmente quindi alle brutte sarebbe stata rilasciata perchè non l'avrebbero più sopportata. Iris però era curiosa di sapere dove erano finiti gli altri, che fine avessero fatto. Poi insomma, voleva diventare un mistero !! Invece era la pazza drogata che aveva avuto visioni e inventato tutto. Insomma, okay che si faceva di funghetti ma era sicura di aver vissuto e visto quelle cose e non era stata l'unica. E invece eccola di nuovo a scuola, a fars leccare da ostriche... un'esperienza a dir poco... peculiare. «smettila ti prego mi fai il solletico» si era messa a ridere, tutto sommato l'aveva trovato divertente. Dopotutto trovava divertente qualunque cosa assurda che le capitasse. «chissà se vale come skin care routine. dopotutto come si dice? una leccata al giorno toglie il medico di torno» o forse era qualcosa di simile, non era molto sicura fosse così ma a chi importava, di certo non a lei. Salutò Ben con un sorriso, togliendosi il cappellino a funghetto e facendo un piccolo inchino per portarselo nuovamente alla testa. Erano già sopravvissute una volta assieme, se l'erano cavata egregiamente, ma non si parla di Lollo in questa casa quindi lui non rientrava nei calcoli. «le bestioline dai nomi più carini sono sempre terribili, non è affascinante?» un giorno una persona si era alzata, aveva studiato il comportamento di quella creatura e con sguardo probabilmente innamorato aveva deciso di chiamarla Purpuriyna. Amava le persone. «oh no, guarda quei tentacoli, non riesce né a scendere né a salire, né a scendere né a salire» e neanche a difendersi, ricordiamocelo. Perciò non perse tempo a lanciare l'incantesimo Ossopan per salvare la creatura.
    Mi han detto che il destino te lo crei soltanto tu
    Vai a tempo col respiro e se corri ne avrai di più
    Ma se morirò da giovane
    Spero che sia dal ridere

    Mi han detto se ti senti così vivo
    Non guardare indietro mai e vai uh uh


    HTML
    Maledizione:

    <div class="card objs leader oscuro">
    <h2>incantesimo cencio</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>pannis sum</i>. Nei vertebrati sgretola nel giro di due ore le ossa di tutto il corpo a partire da quelle dei piedi; si estende quasi fosse un'infezione. Mentre accade ciò, il corpo della vittima viene man mano strizzato come uno straccio dal quale si vuole espellere tutta l'acqua. Se la creatura è un'invertebrato, si limita semplicemente a torcere la creatura come uno straccio.</p>
    <h6><span> non verbale, il fascio è argentato e con la bacchetta si crea una serpentina composta da quattro curve </span></h6>
    </div>


    Contromaledizione:
    HTML
    <div class="card objs mago guarigione">
    <h2>incantesimo strecciante</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>ossopan oi che mal</i>. La versione incantesimo della pozione Ossofast, permette di riportare ii corpo alla sua forma originale e ricostruire eventuali ossa scomparse magicamente.</p>
    <h6><span>verbale, il fascio di luce è viola, bisogna spostare semplicemente sulla zona desiderata e mantenere la concentrazione per tutto il processo di ricostituzione delle ossa e strecciamento del corpo. Viene spesso usato in sala operatoria e con l'ausilio di un'equipe medimaghi se l'incanto ha raggiunto più del 60% del corpo.</span></h6>
    </div>
     
    .
  12.     +5    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Professor
    Posts
    127
    Spolliciometro
    +92

    Status
    Offline

    1992

    hand-to-hand

    rebel
    obstacles
    koethe
    Nelia ci aveva provato ad insistere affinché quel particolare compito da svolgere nelle profondità marine venisse affidato a qualcun altro — letteralmente a chiunque altro che non fossero i suoi bambini, un gruppo oramai ridotto all'osso e che le faceva mancare qualche battito ogni volta che imboccava in un aula e la trovava vuota per metà, oppure ogni volta che radunava i più giovani nella sala addestramento del QG e fin troppi mini ribelli non rispondevano al suo appello.
    Era ingiusto; era frustrante, e la faceva incazzare — ma soprattutto, aveva mandato in overdrive tutti i suoi istinti da mamma chioccia, costringendola a vivere in un perenne stato di ansia che le suggeriva potessero sparire altri di loro, in un qualsiasi momento, se solo avesse distolto le attenzioni per più di qualche istante.
    Donne, uomini, maghi o special, adulti o bambini; il Lotus non aveva guardato in faccia nessuno quando era sparito e aveva portato con sé pezzi di cuore e di vita, e ora Nelia non sapeva come rimettere un tappo a quelle emozioni nere e dense che fuoriuscivano da cassetti chiusi a chiave eppure abbastanza danneggiati affinché potessero passarci attraverso timori, paure e il non così irrazionale terrore che potesse succedere ancora. E ancora. Erano usciti da meno di un anno dalla Guerra di Primavera, e non avevano ancora risanato i danni di quell'ultimo conflitto, ed eccoli lì, già a doversi interfacciare con un altro grande cataclisma.
    Il mondo sicuro che aveva promesso a se stessa avrebbe combattuto per costruire, per Bennett e le nuove generazioni, non le era mai sembrato così lontano.
    Aveva insistito; che ci mandassero degli adulti, fino a Takitaki, a risolvere il problema di un mago troppo superbo che si era lasciato prendere la mano. Perché i loro ragazzi?
    Aveva insistito, ma aveva perso; metteremo in atto tutte le misure di sicurezza adatte al caso non le erano sembrate comunque attenuanti, né parole abbastanza rincuoranti, ma non aveva potuto puntare i piedi più di quanto non avesse fatto fino ad ora, perciò non le rimaneva che seguire le direttive e organizzare quell'uscita didattica tenendo a mente di prendere lei tutte le misure di sicurezza adatte.
    Per gli studenti, e per un Eugene Jackson che sembrava pronto a partorire lì su quella barchetta, come una Elsa Pataky agli Oscar qualunque.
    Forse avrebbe dovuto pensarne anche qualcuna per Raph, alla sua prima esperienza con quel genere di lezione, ma fino a quel momento se l'era cavata abbastanza bene — almeno di un problema, Nelia poteva smettere di farsi carico.
    E menomale, perché era molto più presa dal tenere sott'occhio tutti i suoi ben, un'abitudine che di recente era persino peggiorata, e di tanto in tanto a lanciare un'occhiata alla bionda professoressa, per poter pensare anche al Vaughan. Lo ascoltò fare i suoi preamboli e annunciare lo scopo della lezione, dopo aver fornito una descrizione più o meno dettagliata dell'isola sommersa e di ciò che avrebbero trovato una volta scesi sul fondale marino; poi era stata la volta di un Eugene sempee più affaticato, che aveva lasciato andare gli studenti nelle Ostricone Giganti, per il sommo dispiacere di Nelia – che aveva chiaramente sentito un tuffo al cuore nel vedere i ragazzi prendere il mezzo di trasporto e calare oltre la superficie schiumosa dell'oceano – prima di entrare in travaglio.
    Aspetta.
    Cosa?

    Arrivati a quel punto della lezione, Nelia avrebbe dovuto raggiungere i ragazzi nel Centro di Osservazione allestito a Takitaki, per monitorare i progressi e, in caso di esito positivo nella ricerca delld contro maledizioni, guidarli alla successiva fase della lezione (quella più di divertente), insieme a Jade.
    Un veloce sguardo alla aua assistente, però, le confermò quanto sospettato: la special non sarebbe andata da nessuna parte, non con una figlia in arrivo. E Nelia non le avrebbe mai chiesto di farlo.
    Prese perciò tutto il suo equipaggiamento da scuba diving (personale; non era mica una dilettante, Nelia Hatford) e, dopo aver rassicurato gli eubeech che sarebbe tornata subito, si tuffò per raggiungere l'isola sommersa.
    Non era un'ostetrica, ed era sicuramente la prima volta che le capitava di dover far nascere qualcuno, ma a giudicare dalla situazione (ancora gestibile) immaginava di avere abbastanza tempo per scendere, avvisare gli studenti, risalire in superficie e aiutare Euge a mettere al mondo Rude. Ok ok. Ce la poteva fare.
    Una volta raggiunta l'isola, raggruppò tutti gli studenti in una delle stanze (perché il tempo era denaro e non poteva ripetere quel discorso infinite volte) e gli spiegò brevemente la situazione. «ora che avete trovato gli incantesimi per contrastare le maledizioni,» spero – al momento in cui scrivo questo post, nessuno ha ancora postato i propri gruppi quindi chissà, «potete uscire per lanciarli sulle creature e farle tornare al loro stato originario.» breve, concisa, diretta. Fece un gesto allo Skylinski per invitarlo a distribuire le foglie. «con queste potrete muovervi e respirare lì fuori, ma non riuscirete a parlare;» si strinse nelle spalle, non faceva lei le regole, «vi avviso che, una volta libere dalla maledizone, le creature cercheranno di attaccarvi come ringraziamento» infondo, avrebbero dovuto sapere già che takini e creature fossero famose per i loro atteggiamenti aggressivi, «perciò, state in guardia.» e mentre loro masticavano le foglie, o le lasciavano sciogliere sotto la lingua, Nelia rimise in spalla la bombola di ossigeno pronta per ritornare in superficie, non prima di averli lasciati con l'ultima parte di raccomandazioni.
    «avete la possibilità di tentare di farveli amici e guadagnare il loro rispetto, lottando con loro, e addomesticandoli come vuole la cultura di Takitaki. Ma fossi in voi eviterei magie di qualsiasi tipo,» e non era un consiglio, «avete due (giorni) ore di tempo, dopodiché qualcuno arriverà a recuperarvi»
    Promessa (e minaccia).
    Puntò il dito contro ognuno di loro «non potete uccidere le creature» lo agitò un paio di volte a mezz'aria, «non potete rapire le creature» e lo agitò ancora, «non potete usare i vostri compagni come merce di scambio per le creature.» ai takini, gli umani non piacevano molto.
    Tutto il resto, era permesso. Come avrebbe detto il buon William: yolo.
    «buona fortuna a tutti» lei aveva una Rude da far nascere.
    as far as I can remember
    we've been
    migratory animals
    living under
    changing weather
    flawsome


    OFF// ultima parte! Troverete i dettagli sul duello in ciascun topic (aperti nell'aula di corpo a corpo) ma per fare un recap veloce della situazione on fino ad ora:
    – avete studiato le creature e le maledizioni;
    – nelia è scesa per darvi il via libera e barry vi consegna delle foglie grazie alle quali potrete respirare e muovervi tranquillamente in acqua, ma che non vi permettono di parlare (perché vi farà crescere le branchie)
    – una volta usciti dalla stanza, in metagame gli studenti casteranno la contromaledizione trovata, e subito dopo le creature attaccheranno i pg per ringraziarli, e giocare con loro

    Fine? Fine.
     
    .
11 replies since 11/3/2024, 00:07   182 views
  Share  
.
Top