Votes taken by cigârette

  1. .
    nome pg: Mort Rainey
    fazione: contro
    dov'è: ULTIMA SETTIMANA — OSTACOLO NELLA BOLLA

    nome pg: Ginevra Linguini
    fazione: contro
    dov'è: PARTECIPANTE QUEST CHE NON E' NELL'ULTIMA SETTIMANA
  2. .
    Mort ma scusate 0 tempo per fare schemino
  3. .
    mortgin
    mago
    guerriero cacciatore

    gin: falce & ombrocinesi
    mort: pistola
    accetto le conseguenze delle mie azioni
    qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio
    sono nel pieno delle mie facoltà mentali
    prendo i pe per: gruppo I


    Edited by cigârette - 5/4/2024, 22:00
  4. .
    ("alessia ma tanto non parteciperai" e vbb devo portarvi caos anche da lontano)
    Opzione 1 perché con lo switch si divide il dolore e non si fa soffrire appieno un pg ✨
  5. .
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©
    And when you get tired of
    this town let me know,
    we can go somewhere
    brand new


    dominic cavendish
    26, 21.09.96
    former ravenclaw
    deatheater
    healer
    born romantic

    «Ci sono un sacco di cose che non sai, Cavendish.» quelle parole gli suonarono come un sensuale invito a dare la caccia a parti di lei ancora inesplorate, e al contempo come uno spietato promemoria che ci fossero zone grigie che la ragazza non gli avrebbe mai lasciato conoscere, livelli che semplicemente non potevano essere sbloccati. Curiosamente, quella dicotomia sembrava essere anche la descrizione più precisa e veritiera dell'ex serpeverde: seducente e crudele, ammaliante e impietosa, impossibile da capire ma ugualmente desiderosa che gli altri fallissero nel provarci – e l’esito dei continui tentativi di Dominic sembrava star andando proprio in quella direzione.
    Era vero: c'erano un sacco di cose che l'ex corvonero non sapeva, e Nice Hillcox era solo l'ultima aggiunta alla lunga lista, insieme alle leggi di Keplero, alla perfetta ricetta per la cheesecake, perché ci fosse tanto scetticismo intorno all'allunaggio, e come cazzo avessero fatto a costruire le piramidi gli antichi egizi. E tante altre cose ancora – innumerevoli.
    Eppure, c'erano anche cose che il Cavendish conosceva a menadito, e tra queste, indubbiamente, figurava come comportarsi in un ristorante di classe.
    Anni e anni — decenni — a seguire l'educazione Cavendish erano serviti ad assorbire perfettamente le regole di un fine gentiluomo; anni e anni – decenni – a seguire l’educazione Cavendish erano serviti anche a imparare a nascondere che l’ansia lo mangiasse vivo nella maggior parte di quelle situazioni formali. Un sorriso tirato e grandi respiri profondi tra un sorso e l’altro di vino erano sempre bastati a convincere i genitori e i loro ospiti che stesse bene, anche quando le manie di controllo e di perfezione della madre sembravano metterlo a dura prova, ma nonostante tutto l’allenamento al quale si era sottoposto, piccoli gesti come quelli non sembravano sufficienti quando si trattava di Nice.
    Perché certo, la stilista era fenomenalmente bella, irresistibile ai suoi occhi, ma più di tutto sembrava essere incredibilmente brava a quel gioco, praticamente impossibile da battere. Riusciva a tenerlo costantemente sulle spine, esposto alle intemperie come in mare aperto durante una tempesta, e allo stesso tempo a cullarlo e a convincerlo di essere al sicuro; gli toglieva il fiato, poi decideva di restituirgliene giusto quanto gli bastasse per rimanere vivo, e poi lo colpiva dritto sul petto per fermargli di nuovo la respirazione, in un circolo vizioso dal quale Dominic non riusciva ad uscire — e dal quale, onestamente, nemmeno desiderava farlo.
    Quelle parole ebbero perciò il duplice effetto di bloccarlo lì sul posto per un attimo, conscio che quei vuoti nella sua conoscenza difficilmente sarebbero stati tappati, e quello di renderlo ugualmente e immediatamente pronto a seguire i movimenti dell'ex serpeverde.
    Era come vivere in due realtà contemporaneamente, ed era più stancante di quanto sembrasse.
    Chiuse per un attimo gli occhi e si morse la punta della lingua quanto bastava perché il dolore gli ricordasse che fosse effettivamente vivo in quella dimensione e che, se proprio il suo cervello non riuscisse a pensare alla cosa più giusta da fare, sarebbe stato meglio lasciare che il suo corpo decidesse autonomamente, o il suo cuore, o chi per lui, insomma.
    I lunghi anni d’allenamento agli eventi dei Cavendish provarono di esserne valsi la pena, perché nonostante l’ansia palpabile, per la prima volta da quella sera sembrò sapere esattamente cosa fare; quindi, accennò un sorriso e seguì appena il movimento della mano della ragazza sul suo braccio, per afferrare solo un paio di dita tra le sue e seguirla all'interno del locale fino al loro tavolo, dove le spostò la sedia per farla accomodare, e poi prese posto di fronte a lei.
    Erano piccole cose, ma quando si trattava del guaritore anche minuscoli traguardi come quelli erano da considerare incredibili in qualche modo. E dopo la scelta delle portate, una volta che si fosse assicurato che effettivamente Nice non l'avesse portato lì solo per farsi servire il suo cuore su un piatto d'argento e divorarlo, forse poteva addirittura concedersi il lusso di rilassarsi. O così aveva sperato per qualche istante, tuttavia già al primo sospiro della ministeriale gli fu chiaro che non sarebbe andata in quel modo. Il campanello d'allarme scattò immediatamente, mentre alle parole successive l’emergenza era già in atto: il cuore gli parve saltargli direttamente in gola, e lì dare il via a un countdown frettoloso in attesa che esplodesse definitivamente come se fosse una bomba.
    Trattenne il respiro e rimase immobile – aveva paura che se avesse fatto il minimo movimento sarebbe scattata una trappola, che se avesse provato a respirare avrebbe realizzato di non avere più fiato, e che se si fosse guardato allo specchio in quel momento avrebbe visto una versione più piccola e immatura di se stesso vestire la divisa di corvonero. Perché erano bastate poche parole a catapultarlo sul pavimento di un cubicolo del bagno delle donne, o sul letto nel suo dormitorio, troppo stretto per starci in due, e tutte le altre volte che aveva irrigidito le spalle e la mascella perché Olive doveva dirgli qualcosa – dritta al punto.
    «sono fatta così. Mentire, mentire sempre»
    Temeva che quella paura che aveva provato da adolescente non l’avrebbe mai effettivamente lasciato e che avrebbe sempre sentito un peso sul petto, che avrebbe sempre pensato di essere un tatuaggio temporaneo per le persone, l’ennesima bugia; e cosa peggiore, temeva che Nice fosse la persona a fargli provare tutto quello.
    Di nuovo, non mosse un dito e non deviò lo sguardo – l’unica prova che fosse vivo e che, cosa ancora più importante, stesse effettivamente prestando attenzione alle parole della Hillcox, era data dal sopracciglio inarcato e dalle labbra premute tra di loro in un’espressione tesa.
    «ero certa che se tu non avessi saputo, se non avessi ammesso ad alta voce il motivo per cui ti avevo avvicinato, quella sera al pub, in mezzo a tutti, allora avremmo potuto continuare a fingere che non fosse nulla di serio.»
    Solo in quel momento abbassò appena gli occhi e fissò lo sguardo sulla tavola, giocando distrattamente con l’anello che portava al dito, crucciando un po’ l’espressione del viso e premendo i denti sull’interno del labbro inferiore.
    La cosa positiva era che l’ansia stava pian piano svanendo. La cosa negativa, invece, era che stava per essere sostituita da un altro stato d’animo ancora poco definito, uno più simile a un intruglio di emozioni alle quali non era abituato e che di certo non gli piaceva provare, come rabbia, rancore, e tristezza.
    Era abbastanza sicuro, a quel punto, di provare per Nice qualcosa che si avvicinasse spaventosamente e pericolosamente all’amore – e forse era stato repentino, visto che per gran parte dell’anno scolastico che avevano condiviso (uno nei panni di una studentessa, uno nei panni di infermiere) si erano ignorati, e più specificamente era stato costretto a provare ad ignorarla, ma d’altra parte Dominic non aveva mai negato l’immediato effetto (no, non parliamo di un fantomatico durello, che evidentemente c’era comunque stato) che la Hillcox aveva avuto su di lui. Sapere quindi che al polo opposto la ragazza avesse deciso di avvicinarlo solo perché aveva riconosciuto in lui Heathcliff aveva sferrato un colpo sinistro alla sua psiche, e tutte le altre parole dopo quella prima confessione, per quanto fossero comunque arrivate forti e chiare alle sue orecchie, passarono immediatamente, seppur involontariamente, in secondo piano.
    Irrigidì le spalle e la mascella, e si sfilò l’anello dal dito solo per avere qualcosa da torturare con le sue dita al ritmo delle confessioni dell’ex serpeverde. Era difficile anche per se stesso decifrare il modo in cui si sentisse: non era personalmente offeso, forse non era nemmeno offeso in generale, e a dire la verità non era nemmeno del tutto sorpreso, perché una parte di lui sapeva già che il loro primo incontro fosse andato in quel modo, eppure…
    «Heathcliff… Vedo molto di lui, in te»
    – eppure, non riusciva a togliersi dalla testa che Nice avesse cercato nelle sue parole quelle di qualcun altro, nei suoi occhi uno sguardo non suo, nei suoi gesti quelli che si sarebbe aspettata da Heathcliff. Si mosse solo per allungare una mano sul tavolo e raccogliere il calice di vino per berne un sorso – per poi ripensarci e mandare giù anche il resto del liquido nel bicchiere. Forse, in effetti, il problema era proprio quel nome: Heathcliff. Dominic non provava nemmeno vera rabbia, si rese conto anche con sua sorpresa di covare un certo risentimento verso se stesso perché non riusciva a capire, non ci era mai riuscito, nonostante tutte le volte che avesse letto e riletto la lettera dal 2043. Sentiva che la vita che fino a quel momento pensava fosse stata dettata dalle sue scelte e dal suo personale cammino non gli fosse mai davvero appartenuta, e tutto ciò che Dominic credeva fosse suo in realtà fosse solo un lascito del Wayne-Maddox, e la cosa peggiore era che per quanto quel pensiero gli pesasse sulla bocca dello stomaco come un macigno, non c’era nessuno che potesse incolpare.
    Non di certo Nice.
    Gli aveva indubbiamente fatto storcere il naso il pensiero che lei non fosse stata attratta e sedotta dal suo naturale e irresistibile fascino, ma a) non poteva davvero biasimarla, b) non riusciva ad avercela completamente con lei.
    «tutto il resto, era vero. È vero. Il mio essere così... fredda, non vuol dire che sia meno coinvolta. Anzi.»
    Alzò lentamente gli occhi solo in quel momento, ricambiando il suo sguardo. Dapprima sembrò studiarla, ancora un po’ crucciato in viso, e si prese il suo tempo per farlo, facendo scorrere lo sguardo da un particolare all’altro, passando dai capelli che ricadevano sulle spalle, alle labbra tirate in un sorriso morbido ma un po’ teso, e agli occhi chiari che nascondevano una punta di insicurezza dietro la solita e ormai conosciuta convinzione.
    Forse le paure che aveva provato da adolescente non l’avrebbero mai abbandonato, e forse Nice gli stava solo dicendo l’ennesima bugia, ma Dominic ormai non era più un adolescente, e quindi non si alzò dal suo posto per andarsene come avrebbe fatto a diciassette anni, non lasciò che le sue ansie prendessero una decisione al posto suo, ma prese un profondo respiro e poi distese lentamente i muscoli, piegando le labbra in un sorriso morbido appena accennato.
    «anzi» ripeté le parole della ragazza sbuffando a sua volta una risatina un po’ divertita, poi allungò lentamente il braccio sul tavolo per raggiungere la sua mano e far incastrare le dita tra quelle di lei, giocandoci distrattamente.
    Aveva deciso di restare, alla fine, e abbracciare quelle paure risvegliate, farle sue per poterle finalmente vincere; forse Nice non sarebbe mai stata pienamente sincera con lui, forse avrebbe sempre avuto bisogno di porre un cuscino fra lui e la sua storia, forse, invece, aveva solo bisogno di tempo per fidarsi davvero di lui, ma Dominic avrebbe lottato in qualunque caso per lei.
    «non mi devi niente, Nice» lo credeva davvero, perché sebbene la verità dietro i gesti della ministeriale fosse difficile da digerire, non pensava che lei fosse in debito di qualcosa nei suoi confronti. Dominic non sapeva – quasi – niente della sua storia, delle sue ragioni, del suo viaggio, e non poteva nemmeno immaginare cosa l’avesse spinta a tanto, o quanto potesse essere difficile desiderare qualcosa di familiare in un’epoca che non ti apparteneva. Seppur discutibili, Nice aveva avuto i suoi buoni motivi, e su quello Dominic non avrebbe mai provato a sentenziare perché, semplicemente, non poteva capire.
    Strinse l’indice attorno a quello della mano di lei, in modo discreto e quasi infantile, passando poi lentamente il pollice sul suo dorso in una carezza lenta «e ho tante domande da farti» com’era Heathcliff, com’eri tu, com’era la nostra vita, chi c’era con noi, perché siamo partiti, perché hai voluto ricordare tutto… «ma» scosse appena la testa «resti qui con me stanotte?» era quella la sua prima domanda; eventualmente, il momento le risposte che attendeva da un anno sarebbe arrivato, ma Dominic voleva avere la certezza che Nice non sarebbe scappata di nuovo, che, come lui, avesse deciso anche lei di lottare per loro due contro le paure di entrambi, e che quella notte non sarebbe finita nello stesso modo in cui era finita quella del prom, che sarebbe rimasta accanto a lui nel letto, che avrebbe parlato (o forse no), e che sarebbero rimasti svegli fino all’alba per poter vedere il sole sorgere sull’Arno. Tra le tante domande, era di certo quella la più importante per lui in quel momento.
    'Cause when I lay my head to rest
    I hope that it's always next to you


    CITAZIONE
    il mio nuovo obiettivo personale è avere role di Dominic tutte con pv diversi, vediamo a quanti pv arrivo

    evidentemente l'unico obiettivo che riesco a perseguire . massì, proviamo anche quest'altra faccia

    piano piano arriverò a chiudere tutte le nostre role così posso finalmente rubarti per altre 🫶🏻
  6. .
    Mort Rainey Official
    @mortrainey_official
    @JustStatingFacts quello che è successo al Lotus Mirage Resort è tutto ancora da chiarire, e voglio rassicurare tutti i cittadini che me ne occuperò personalmente con tutti i mezzi a disposizione del nostro Ministero. Invito tutti a evitare speculazioni di alcun tipo sull'accaduto, essendo questo un fatto di estrema importanza e delicatezza, ma mi unisco al coro di coloro che chiedono giustizia e verità #ParlatecidiLotus
    hh.mm - 03/03/2024 - powered by twizard
  7. .
    CODICE
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      <td>pv: Callum Turner</td>
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      <td>profilo: [URL=ehsipoi]Camden Mason[/URL]</td>
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      <td>altro: [URL=ehsipoi]pinterest [/URL]+ [URL=ehsipoi]spotify[/URL]</td>
      </tr>
  8. .
    Don't be a sangiovanni, be an Angela from ricchi e poveri 🙏🏻

    blackdoggie
    errorsound
    thnx(4nothing)
    oompaloompa
    police-police
  9. .
    dominic cavendish
    Full head of hair
    Bright blue eyes
    I get my nose, I'm told
    From my mother's side


    1997✧ healer ✧ deatheater
    you wanna get young, you're just getting older,
    And you had a fun summer, but
    it's suddenly colder
    If you want a bit of love,
    put your head on my shoulder
    it's cool
    Non era successo nulla di eclatante che lo spingesse a tale gesto, si era detto, ma un lungo e importante dietrofront, invece, era più che necessario, perché qualcosa era effettivamente successo prima di quell’incontro.
    Il Cavendish si trovava in ospedale quando Hans era stato ricoverato al San Mungo, e aveva scoperto del fratello quasi a fine turno – e quasi per caso. Non era stata una doccia fredda, ma più una secchiata gelata che l’aveva colpito senza il minimo preavviso, un po’ come se una vecchia signora avesse svuotato il secchio dal balcone e lui fosse stato lo sfortunatissimo passante di sotto.
    Trascorreva la stragrande maggioranza delle sue giornate in ospedale tra i corridoi del primo piano, entrando e uscendo dalle sale chirurgiche e portando a termine i controlli in degenza, e solo nelle brevi pause aveva la possibilità di chiacchierare con i colleghi degli altri piani. Si conoscevano un po’ tutti, ma la maggior parte di loro Dominic li aveva incontrati ben prima di prendere posto al San Mungo perché si erano incrociati tra le mura di Hogwarts come colleghi, come compagni di scuola, o, in alcuni casi, quando l’age gap era leggermente più alto, perché era stato infermiere durante i loro anni da studente; non era così strano, quindi, che avessero conoscenze in comune, e nei tempi morti, tra una sigaretta e l’altra, o un caffè e l’altro, poteva capitare che chiacchierassero – e spettegolassero – ancora di quello che succedeva tra le mura della scuola e delle persone che avevano incrociato i loro comuni cammini, e quando gli era stato detto che un certo pirocineta che aveva frequentato Hogwarts, «Bulby o una cosa simile, mi pare», era appena stato ricoverato per overdose, la sua testa si era completamente svuotata e ci mancava poco perché le gambe gli cedessero completamente e svenisse lì sul posto.
    «mi è sempre sembrato un ragazzo un po’ strano, è un peccato, purtroppo credo sia un caso perso» quelle successive parole erano (per fortuna) giunte alle sue orecchie un po’ ovattate, perché era rimasto qualche attimo immobile, poi aveva buttato in fretta e in furia la sigaretta ancora a metà sull’asfalto ed era corso al reparto di tossicologia e lì era rimasto, con lo sguardo fisso su quel lettino, per tutto il resto della giornata.
    Quando era tornato anche il giorno dopo, il giorno dopo ancora, e tutti gli altri giorni fino a che il pirocineta non fosse stato dimesso, la Dottoressa Ramos l’aveva guardato con fare un po’ incuriosito e stranito, ma lei non gli aveva fatto troppe domande, e lui d’altra parte non si era dilungato in spiegazioni non richieste. Aveva chiesto continuamente aggiornamenti sulle sue condizioni, aveva passato notti sulla sedia di fianco al lettino, aveva suggerito timidamente terapie diverse, percorsi da seguire, aveva pregato qualche buon dio, chiunque fosse dei tanti lassù, di farlo stare meglio, si era maledetto più e più volte per aver fallito così tanto, per non aver fatto nulla nonostante sospettasse – nonostante sapesse – la gravità della situazione, e quando alla fine lo special si era ripreso Dominic si era limitato a fare un passo indietro e a rimanere fuori la stanza, con lo sguardo un po’ stanco fisso ancora sulla figura del Belby.
    Era sollevato, certo, ma non erano andate vie quelle sensazioni di spavento e demoralizzazione, e glielo si poteva leggere negli occhi.
    Era quello stesso sguardo, con la stessa paura e lo stesso timore, che ora gli stava rivolgendo dall’altra parte del tavolo, ed era anche lo stesso che, per motivi differenti, in quel momento rivolgeva a Joey.
    Gli eventi che avevano coinvolto Hans erano più freschi nella mente del Cavendish, ma nella tasca della giacca conversava ancora con particolare cura quel bigliettino che l’ex portiere dei corvonero gli aveva dato. L’aveva riletto innumerevoli volte, anche più volte al giorno, e aveva rimuginato a lungo su come avrebbe dovuto reagire, quale sarebbe stata la miglior prossima mossa da fare, ma soprattutto su cosa avrebbe detto, come l’avrebbe detto, quali parole avrebbe usato, come avrebbe reagito. La paura di poter deludere il minore e di non essere quello che si aspettava – o quello di cui aveva bisogno – lo attanagliava e non gli lasciava formulare un pensiero lucido. Era finito per lasciarsi tormentare così tanto da quelle angosciose riflessioni a tal punto di pensare di non avere più il tempo per agire perché tutto quello che aveva perso era andato ed era stato fatale.
    E poi era finito in un lab in Siberia, e aveva iniziato a sentire una strana urgenza premere contro il suo petto ogni volta che guardava Joey durante gli allenamenti, e poi Hans era finito in ospedale, e poi non poteva più vivere in quel modo, e quindi il tempo alla fine l’aveva trovato, l’aveva costruito, anzi, solo per loro tre, e ora che ci era dentro gli sembrava che scorresse in modo troppo veloce e che lo stesse perdendo di nuovo, nell’incertezza di quali parole fosse meglio utilizzare per chiedergli scusa, per non farli scappare, e per non deluderli.
    Heathcliff magari aveva saputo essere un buon fratello maggiore, ma lui…
    «ti ho scritto che l'avrei fatto.»
    La risposta del Moonaire, per qualche motivo, lo spiazzò – non si aspettava che i due si presentassero, figurarsi che gli dessero qualche risposta – e rimase per un attimo in silenzio, le iridi posate sulla figura del biondo, per poi annuire molto lentamente. «sì…» fu più una considerazione tra sé e sé che una risposta, ricordando quello che c’era scritto sul bigliettino. «sì, e grazie, a proposito» confermò con un pizzico di convinzione in più, poi si schiarì la voce per continuare con il suo discorso, tra incertezze e balbettii.
    «no. Stai morendo?»
    Uhm
    «sono pulito»
    Oh
    Fece rimbalzare lo sguardo dall’uno all’altro, ora ancora più spiazzato, e si prese di nuovo un istante di silenzio per elaborare le parole dei due e considerare le giuste risposte da dare: two types of people, I guess, uno gli aveva chiesto se stesse morendo con la tranquillità e la nonchalance con cui si chiede cosa hai mangiato il giovedì sera, e l’altro gli aveva confessato che ehi passi da gigante non si drogava da un po’, hurrà?!
    Non erano quelle le reunion di famiglia a cui era abituato lui.
    Paradossalmente la domanda del Moonaire l'aveva messo in grossa difficoltà, perché sebbene fisicamente sembrasse stare bene, non escludeva che dentro si sentisse morire e svanire sempre un po' di più «n-no, cioè non...» so?, lasciò a Joey l'arduo compito di decifrare se quindi stesse morendo o meno, perché poi spostò lo sguardo su Hans, annuendo con molta lentezza alle sue parole e alzando impercettibilmente gli angoli delle labbra in un sorriso timido — che fosse una bugia o meno, voleva davvero credere che il minore fosse pulito, ma restò ugualmente in silenzio, perché dopotutto non aveva alcun diritto di metter bocca su quella situazione.
    Era difficile per lui; dopo due anni in cui aveva avuto modo per elaborare la cosa, ora si sentiva davvero legato ai due ragazzi, al di là delle parole parole che aveva letto su quella lettera. Si interessava, si preoccupava, si sentiva responsabile, ma allo stesso tempo…
    «Se è per quello che ti ho scritto, non mi devi niente. Non cercavo un fratello» furono quelle parole a gelarlo ancora una volta.
    Certo che Joey non cercava un fratello, e nemmeno Hans ne cercava uno, ne era più che sicuro — e ora si sentiva quanto mai stupido per aver pensato di potersi comportare da tale con loro. Aveva una nube di pensieri così fitta nella testa che fu costretto a strizzare gli occhi per qualche secondo e passarsi una mano sul viso, lasciando che le parole di Joey diventassero momentaneamente solo un fischio in sottofondo, e perdendosi la — quasi comica, c'è da dirlo, benché legittima — confusione di Hans; un peccato, col senno di poi, perché la metafora della squadra l'avrebbe fatto sorridere come un vero fratello maggior super fiero e l’avrebbe fatto sentire a casa.
    «spiegatemi.» prese un profondo respiro e poi annuì con lentezza. Quando riaprì gli occhi evitò lo sguardo degli altri due, e fece scivolare la mano nella tasca interna della giacca; la tentazione di agguantare il pacchetto di sigarette per scaricare l'ansia fu tanta, ma rimase fedele al piano e strinse la mano intorno alla busta bianca di carta che aveva conservato per tutti quegli anni la rivelazione che gli aveva cambiato la vita. Insomma, c'era la reunion familiare, una busta, un discorso da fare, era proprio un momento da Maria De Filippi e chissà se c'erano le telecamere di C'è Posta Per Te nascoste da qualche parte, o magari Olga Fernando pronta a sussurrare nelle orecchie dei due ragazzi la traduzione dei confusi balbettii che il Cavendish temeva sarebbero usciti dalla sua bocca.
    A differenza del famoso programma targato Canale 5, però, il guaritore non chiese nessun permesso e aprì la busta, sfilando e poi posando sul tavolo la foto che ritraeva tre ragazzi insieme.
    Erano loro, indubbiamente; i loro volti e le loro espressioni raccontavano storie diverse, e lo sfondo di una casa calda e all’apparenza accogliente testimoniava un legame più stretto di quello che condividevano in quel momento — era un mondo diverso, erano persone diverse, ma si trattava senza alcun dubbio di loro tre.
    Gli lasciò giusto qualche attimo per osservare la foto e approfittò anche lui di quel silenzio per umettarsi le labbra e prendersi il tempo per assicurarsi che le parole sarebbero effettivamente uscite dalla sua bocca.
    «lui è Heathcliff» puntò con l'indice la figura del ragazzo più grande, quello che indossava inequivocabilmente la sua faccia (una delle tante a disposizione) «e loro sono James e Wes» un'occhiata rispettivamente a Joey e Hans «e loro sono — » si mordicchiò appena il labbro inferiore, e con un colpetto di tosse palesemente finto cercò di ricacciare indietro la secchezza alla gola «— noi siamo fratelli. Lo eravamo in un altr-» universo? mondo? linea temporale? vita? Dominic non ci aveva mai capito veramente un cazzo del discorso che gli aveva fatto Hunter su quella ruota panoramica, e voleva evitare di menzionare aulici termini scientifici confondendo i due ancora di più «lo eravamo prima che partissimo tutti quanti e finissimo... qui» non intendeva proprio qui-QUI inteso come il parchetto dei drogati a diagon alley in cui li aveva richiamati, ma insomma avevano capito dai. DAI?? dai per favore, era già difficile senza concentrarsi sui particolari, sperava avessero capito.
    Armeggiò nuovamente con la busta e questa volta estrasse un paio di fogli piegati, ma non li lesse e non li mostrò, erano cose personali e dubitava, tra le altre cose, che i due ex studenti volessero accollarsi anche la pesantezza e la responsabilità delle parole scritte su quel foglio da un’altra versione di sé. «Heathcliff è tornato indietro per cercarvi, per trovarvi, e per assicurarsi che stiate bene, che siate felici, e che abbiate trovato qui quello che non potevate trovare in quell’era malata» fece saltare ancora una volta lo sguardo da una figura all'altra solo per un attimo, perché poi decise che era meglio evitarlo e concentrarsi nuovamente sulla foto poggiata sul tavolino «lo so da un paio d'anni» ammise con un velo di vergogna «non ve l'ho mai detto perché non volevo intromettermi nelle vostre vite, e perché pensavo che il mio compito, quello che Heathcliff mi aveva chiesto di fare, fosse esaurito» continuò in un sospiro, poi finalmente alzò lo sguardo e li guardò di nuovo in viso «so che non cercate un fratello, e che tantomeno ne vedete uno in me, e lo rispetto — ma voglio che sappiate che voi avete comunque una famiglia qui. E non lo dico perché me l'ha detto Heathcliff, né perché me l'hai scritto tu, Joey, lo dico perché lo voglio io, come Dominic. Tutto qua.» concluse con l’aggiunta di un'alzata di spalle, come se quel discorso durato almeno dieci minuti non fosse stata la cosa più difficile mai affrontata dopo lo sguardo omicida di Nice Hillcox quando era tornato dalla Siberia – e vi sfido a trovare qualcosa di più spaventoso di quello.
    Tutto qua, easy peasy no??
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©
  10. .
    JULIAN

    era lì in qualche modo, per qualche motivo. Dai era amico di Lollo, quindi lo faceva passare anche se non faceva più parte del corpo studentesco.
    E ovviamente anche alla sua ragazza, duh. Non hai scelta Joni.
    «Joni Joni Joni, guarda muoiono proprio come morivamo noi!!!» era un po' troppo eccitato forse, ma il Quidditch lo rendeva contento!!! «a Theo quella mossa l'ho insegnata io» fierissimo, perché il cucciolo di portiere era riuscito a schivare il bolide «spero lui l'abbia insegnata a Dobby FORZA DOBBY»

    tifo grifo
  11. .
    AAAAAAAH MA AIUTO CHE BELLO CHE È TI PREGO ZIA WJSKSHSN 🥹🥹
    non se lo merita un set così bello la merdina tedesca, davvero no, ma ORA PUÒ ESSERE NELLA SUA OVERWHELMED ERA PIÙ BELLO CHE MAI!!!1!1!
    Grazie zietta lo amo davvero, corro a cambiarlo (appena loggo da PC .), e probabilmente arriverò a ringraziarti anche in privato ma a un orario meno infausto di questo perché temo che tu stia dormendo da almeno 3/4 ore . GRAZIE ANCORA ZIETTA 🥹💞
  12. .
    whofrederik faustus
    roleguest (groom's side)
    outfitdress (vibes)
    info31 y.o., pureblood
    infoprofessor, werewolf
    (disclaimer: non so a che punto della festa siamo, non so con chi sono i miei pg, non so in che ordine cronologico si svolgono gli eventi, vado a sentimento e invento, xdono)

    «beviamo?» quella sì che era una buona idea, visto il gruppetto in cui si era andato a ficcare il prof di Trasfigurazione, quindi ringraziò l’ex giocatore di Quidditch – impossibile non conoscerlo, i suoi muscoli erano arrivati fino alle copertine delle riviste tedesche – e lo seguì nella traversata verso l’open bar, perché ne aveva bisogno.
    «Mi devi ancora un appuntamento» ecco, ora aveva disperatamente bisogno di alcool. Nonostante la precisazione del collega, evitò di rispondergli e lo lasciò parlare, concentrandosi piuttosto nel mandare giù a grandi sorsi quello che rimaneva del suo whiskey on the rock.
    La prima scomoda verità era che Freddie poteva lamentarsene quanto voleva, poteva sentire un profondo mal di testa martellargli le tempie ogni volta che li vedeva, e i suoi occhi potevano sentire immediatamente la necessità di andare all’insù a ogni loro parola, ma Euge e Nate erano a tutti gli effetti suoi amici – e non ci soffermeremo, per il momento, sulla tristezza di questa realizzazione. Questo non significava, comunque, che avessero un rapporto sano e funzionale, tutt’altro. Invece di sentirsi arricchito dalla loro presenza, il Faustus si sentiva quasi sempre avvilito, e invece di sentire la felicità sprizzare da ogni poro ogni volta che passava del tempo insieme a loro, la maggior parte delle volte era spaventato – nulla di personale eh, forse era un po’ esagerato, ma sentiva di essere anche abbastanza giustificato a provare quei sentimenti nei confronti dei colleghi visti i loro trascorsi.
    Euge e Nate erano come quegli amici fastidiosi che minacci sempre di lasciare a casa ma che alla fine non puoi fare a meno di chiamare quando esci il sabato sera perché ormai fanno parte del tuo gruppo; in poche parole una disgrazia, esatto, o come aveva detto un grande saggio: “un po’ come i carcerati che erano costretti a condividere quattro mura e non avevano nessun altro con cui interagire”, e il tedesco non poteva essere più d’accordo. Salutò, a proposito, Raphael – un cenno del capo gli sembrò più che sufficiente – e tornò a rifugiarsi nel suo mutismo, mentre l’Henderson continuava a parlargli. «Fra l'altro, bello il completo; sono felice tu abbia optato per l'elegante, alla fine, o avrei dovuto cambiarti con le mie mani» perché Nathaniel, solo perché. Socchiuse gli occhi e prese un profondo respiro, poi prese il bicchiere dalle mani del professore di controllo poteri e lo buttò tutto giù in un sorso.
    La seconda scomoda verità era che Freddie non sapeva come essere un buon amico, forse non lo aveva mai nemmeno imparato. In Germania non aveva davvero avuto amici nel significato più stretto del termine; aveva avuto piuttosto conoscenze, frequentazioni, persone con cui aveva condiviso un lasso di tempo e che aveva accettato, ma non aveva mai avuto persone con cui aveva deciso di passare del tempo in modo disinteressato – e non romanticizzato.
    Si rendeva conto che avrebbe potuto essere meno distante con gli altri, che avrebbe potuto esporsi di più, che avrebbe potuto essere più accogliente con Raph, giudicare meno Eugene, ed essere in generale meno piccato con Nate, ma non sapeva come, non sapeva cosa avrebbe dovuto dire o fare, cosa si aspettassero da lui. In pratica, non sapeva essere un buon amico nemmeno in quel disfunzionale rapporto che aveva instaurato con i colleghi, figurarsi se aveva idea di come esserlo per Nelia; quella era una situazione ancora più strana, e se qualcuno avesse avuto un libretto delle istruzioni su come comportarsi, il Faustus l’avrebbe comprato pure per tutti i suoi risparmi. Accettò il brindisi silenzioso con la damigella d’onore, rivolgendole un sorriso morbido, e poi con un sospiro tornò alla sua banda improvvisata. Posò una mano sulla spalla dell’Henderson per poi voltarsi verso l’allenatore di quidditch (sei ancora lì vicino, Piz? Chissà, spero di sì) «Nathaniel, Morley – Morley, Nathaniel» presentò i suoi due (momentanei) accompagnatori con un largo sorriso, quasi soddisfatto come se quell’incontro fosse il frutto del suo duro impegno nel trovare un appuntamento al ministeriale «sono convinto che avrete moltissime cose in comune» in effetti pensateci, davvero molte cose in comune: padri, single, entrambi ghostati, pensateci davvero – side eyes. «non ringraziatemi» chiuse così, con un’occhiata prima verso l’uno e poi verso l’altro, e concedendo una pacca sulla spalla a entrambi, prima di scivolare via da quel duetto per tornare a voltarsi verso l’open bar, pur non allontanandosi troppo dalla nuova coppia; davvero un’ideona, grazie mille Barrow, ma non lo disse all’ex professore, lo tenne solo come appunto mentale.

    Dominic, d'altra parte aveva ringraziato già ampiamente il Barrow per l'invito, per la splendida cerimonia, e per la perfetta scelta della palette – lo sapeva, lui, che quella era una delle tappe fondamentali nell'organizzazione di un matrimonio –, ma non aveva pensato di farlo anche per l'open bar. In un primo momento l'idea gli era sembrata geniale, rincuorante addirittura; era convinto che avrebbe passato tutta la cerimonia al bancone, a tracannare calici su calici, a provare alcolici su alcolici, a sperare che nessuno lo avvicinasse e che quell'evento finisse il più in fretta possibile (e che Chelsey davvero non facesse saltare nulla in aria), ma evidentemente così non era stato.
    Gli era bastato qualche sorso del prosecco di benvenuto per sentire il suo stomaco ribellarsi e minacciare di rigettare tutto il suo contenuto in quel preciso istante. Aveva continuato eh, aveva preso altri flute di prosecco, aveva provato altri alcolici, aveva assaggiato il vino al tavolo, e aveva anche provato a ordinare un martini al bancone, ma tutti quei tentativi si erano sempre fermati al secondo sorso e nulla di più. E col cibo non era andata tanto meglio; i piatti avevano un aspetto magnifico, e il Cavendish poteva dirlo e sottoscriverlo, e avrebbe potuto descriverli nei minimi dettagli, perché tutto quello che aveva fatto era stato guardarli — non aveva nemmeno avuto il coraggio di smuoverli con la forchetta, li aveva scomodati giusto il tempo per fare una foto da mandare sulla chat di famiglia e poi aveva lasciato che fosse Chelsey a ruzzolare le sue porzioni.
    Non aveva un'intossicazione alimentare, né tanto meno un problema con l'alcool; il problema di Dominic sedeva a pochi tavoli di distanza, indossava un bellissimo vestito verde cucito a mano, e si faceva mantenere la borsetta da uno con la faccia da pesce lesso con le occhiaie che gli arrivavano fino allo scroto — un certo Zelda, gli avevano detto. Ma ti puoi chiamare con il nome di una principessa? Ma dico io.
    Di per sé, Nice non era un problema (forse poteva esserlo per qualcun altro, la stilista sapeva sempre come diventare un problema per le altre persone), ma la loro non-situazione lo era – e Dominic sapeva perfettamente che era una sua creazione, che era solo la conseguenza delle sue azioni, che meritava che le cose fossero andate in quel modo, che c’era un motivo per cui non aveva nemmeno lontanamente provato a parlare con l’ex fidanzata, e che aveva sbagliato fin troppo nei suoi confronti per potersi permettere di provare a sistemare le cose.
    Lo sapeva. Molto bene.
    Per la prima volta in vita sua sentiva di sapere un sacco di cose, peccato che in quel sacco ci fossero tutti i suoi irrimediabili errori.
    Ma la consapevolezza non gli impediva, purtroppo, di sentire una morsa stringergli il petto ogni volta che guardava l’ex serpeverde, o lo stomaco chiudersi a riccio, e non gli aveva nemmeno impedito di abbassare lentamente le palpebre quando per un attimo quando lei gli era passata di spalle e l’aveva investito con il suo profumo, lasciando a fantasticare su come sarebbe potuto essere quel giorno insieme a lei, o, peggio, come sarebbe potuto essere il loro matrimonio.
    Erano cambiate tante cose in quei lunghi mesi, lui prima di tutto (lo sperava, almeno, altrimenti il grande sforzo di continuare le sedute di terapia con Stiles non era valso a niente), ma i sentimenti del guaritore per la Hillcox non erano di certo tra quelle – ed erano proprio quelli, onnipresenti, a creargli un’enorme confusione in testa, a tenerlo ancorato a quella sedia, ben lontano dal ricevimento, e costringerlo a guardare malinconico e pensieroso, un po’ tormentato, verso l’interno.
    Quando la cenere arrivò a bruciargli le dita schiacciò il filtro della sigaretta nel posacenere, e solo allora, con un sospiro, si alzò sapendo esattamente cosa fare.
    Si fece largo tra la folla di invitati a suon di «permesso, scusate, permesso», e afferrò per le spalle l’ex tassorosso «cigei, lo faccio?», e quello, dall’alto della sua saggezza:
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    quindi il Cavendish gli lasciò un bacio sulla pelata e cinquanta galeoni per (andare a comprarsi la droga il gelato) il disturbo, prima di sgusciare via in mezzo agli altri invitati. Questa volta sentiva di avere disperatamente bisogno di alcool, quindi intercettò uno dei tanti camerieri che si aggirava fra i tavoli con lo champagne in mano, e mandò giù il contenuto del calice in un solo sorso. Chissà perché era parsa un’idea geniale, coraggio liquido, dicevano, eh ma nel momento in cui arrivò a destinazione non gli parve poi così tanto una buona idea, perché sentì improvvisamente il bisogno di rovesciare tutto – e non poteva assolutamente farlo, perché vomitare sulle scarpe di Berenice Hillcox non era decisamente il modo migliore per riconquistarla.
    Ecco, partiamo da questo: non aveva un modo, non aveva un piano; pensava di averlo, pensava di sapere cosa avrebbe detto alla vigilante, pensava di avere in mente un gran bel discorso ma che non le avrebbe dato nemmeno il tempo di elaborarlo perché l’avrebbe presa tra le sue braccia e l’avrebbe baciata, e avrebbero vissuto felici e contenti – era così che riconquistavano sempre le ragazze nelle romcom degli anni ’90, ed era esattamente così che non fece il Cavendish. In effetti, non fece proprio un bel niente: una volta arrivato alle spalle della ragazza il respiro gli si bloccò, la mente si svuotò, e rimase immobile, con lo sguardo posato sulla schiena di lei.
    sei bellissima
    sono un coglione
    scusa
    mi manchi tantissimo
    ti amo da morire
    C’erano tante cose che avrebbe voluto e che era pronto a dirle, invece restò zitto, con le labbra dischiuse a cercare aria e il petto ad alzarsi e abbassarsi più velocemente del normale.
    Aveva paura – che lei lo rifiutasse, che lui potesse sbagliare ancora e che potesse ferirla di nuovo, che avesse trovato qualcuno di migliore, di meno complicato, di più idoneo, o, peggio, che semplicemente non fossero fatti per stare insieme. Tutti quei pensieri si accumularono sul suo petto, pesanti e difficili da ignorare, ma quando partì la musica lanciò solo uno sguardo veloce alla sala, e tornò a respirare.
    Si chiuse la giacca del completo con un movimento lento, poi fece ancora mezzo passo in avanti e si schiarì la voce con un leggero colpo di tosse per segnalare la sua presenza. «lo so che è uno sbaglio, lo so che sono uno sbaglio» parlò piano e con calma, con voce bassa ma con insolita sicurezza. Non si soffermò su quel punto, ma allontanò quel discorso scuotendo leggermente la testa, per poi allungare solo un po’ la mano verso di lei, in attesa e nella speranza che lei la afferrasse «ma vuoi ballare con me?» posò lo sguardo sulle iridi chiare di lei, poi si lasciò scappare un mezzo sorriso morbido «sono tre anni che mi esercito aspettando questo momento» e non era nemmeno un’iperbole, l’ex corvonero attendeva il momento giusto dalla fatidica notte del prom in cui Nice aveva gli aveva rifiutato quella identica richiesta. Un azzardo provarci di nuovo, ma al guaritore non restava ormai che sperare che la risposta della ragazza questa volta fosse diversa.
    «sbaglia con me» Nice Hillcox non sbagliava mai, mirava sempre alla perfezione, e Dominic questo lo sapeva bene, ma lui era tutt’altro che perfetto, e per quanto potesse provare a esserlo per lei non lo sarebbe mai stato.
    Aveva sbagliato così tante volte che ormai credeva di essere diventato un errore vivente. Lo sapeva che quello – avvicinare Nice, riaprire ferite che, seppur non chiuse, erano state almeno disinfettate – era un errore, ma forse il trucco era fregarsene; forse non dovevano essere per forza perfetti, forse potevano sbagliare insieme e provare ad essere felici.
    But tell me you love me,
    come back and haunt me,
    Oh and I rush to the start
    when3 september 2023
    avignon, provencewhere
    board'till death do us part
    the scientist
    coldplay
    whodominic cavendish
    roleguest (groom's side)
    outfitdress (vibes)
    info27 y.o., pureblood
    infohealer, former ravenclaw


    freddie: parla con piz e nate, fa il cupido per loro
    dom: sfrega la pelata di cigei e poi si avvicina a nice


    si scusate nulla di utile, ma 1) ho letteralmente dimenticato come si scrive 2) avevo bisogno del mio momentoTM, quindi sì in sostanza niente di utile, mi dispiace
  13. .
    CITAZIONE
    ma amo Dominic

    Lo dicono tutti in off EPPURE NESSUNO GLIELO DICE IN ON 😒
  14. .
    dominic s. cavendish
    scheda | healer | musician | naive
    21.09.97
    ravenclaw
    2043: Heathcliff Wayne-Maddox
    • ex corvonero, giocava nella squadra di quidditch come battitore
    • è ancora patito di quidditch, tifosissimo dei Falcons, il suo mito è Elwyn Huxley, e no il fatto che sia anche suo amico non significa che lo tratti meno da superstar (no, letteralmente, è l'admin del suo fanclub)
    lavora ad Hogwarts come infermiere ha lavorato ad Hogwarts come infermiere fino alla fine dell'a.s. 2021/2022, ma da settembre 2023 (circa) lavora al San Mungo come guaritore, ed è responsabile del reparto di Chirurgia e Ortopedia; oltre ad essere il guaritore della squadra di quidditch degli Almighty Gunners
    • suona la chitarra e scrive canzoni!!! è bravo? chissà, chiederemo alla palla
    • (i dadi però hanno detto che è molto bravo in altro wink wink)
    • biondo fuori ma anche dentro
    stressed, depressed, but still well dressed
    • ha kinda un’ossessione per la sua barba, la cura in modo maniacale
    • è un inguaribile romantico, è abbastanza sottone e anche abbastanza zerbino
    • prova un'antipatia specifica per i tassorosso; scusate, it is what is, a 17 anni un tassorosso gli ha fregato la ragazza e lui se l'è legata al dito
    • per la maggior parte del tempo è un pulcino che non farebbe mai del male a una mosca, ma ci sono alcune cose per cui potrebbe trasformarsi in un gallo da combattimento
    • tipo il suo gatto
    • no davvero non toccategli il gatto, vi ammazza
    holden collins
    scheda | journalist | writer | rebel
    29.09.93
    gryffindor
    • ex grifondoro fiero, prefetto, secchione e primo della classe; non è cambiato neanche un po’, solo che ora invece di fare il pesantone a scuola lo fa nel privato
    • è giornalista, ma vorrebbe diventare scrittore; ha già scritto qualche bozza di romanzo, ma ancora nessuno ha voluto pubblicare nulla :c
    • è ribelle dal suo ultimo anno a Hogwarts, crede molto nella causa ed è l’unico motivo per cui è disposto a fare qualcosa di pericoloso; i volantini che incitano alla sovversione che svolazzano ogni tanto per le strade di Hogsmeade? li ha scritti proprio lui!!!
    • soffre di insonnia; non dorme o dorme poco, ma ormai si è abituato, la notte è il momento migliore per scrivere!!1!!
    • beve earl grey tea e tisane di ogni genere, ma negli ultimi tempi è iniziato a piacergli molto anche il caffè oh good british lord save his soul
    • può sembrare schivo e antipatico ma in realtà… è schivo e antipatico. no dai, è solo molto chiuso, gli piace tormentarsi da solo sulle cose, non si apre facilmente con le persone, soprattutto gli sconosciuti, ma è anche molto sensibile, e intelligente, e pondera molto le sue decisioni (molto tipo per sempre, e infatti è bilancia, è indeciso di natura)
    • ha un cane, un corgie che pare fosse della regina, di nome Sherlock
    • big fan di shakespeare, potrebbe recitare Hamlet a occhi chiusi

    julian t. bolton
    scheda | keeper | sun | 30 cm
    04.06.04
    gryffindor
    • grifondoro, portiere titolare della squadra di quidditch
    • sportivo convinto, si allena tutti i giorni e gli piace fare attività fisica. di qualsiasi tipo!! jogging? he's in! flessioni? totally in! squat? the master? scalata in montagna? sì! bungee jumpee? anche quello
    • è nato in Russia, ha un sacco di fratelli (e una gemella, sigh, Livy) e una famiglia allargata, ma vive in Inghilterra da quando era piccolo.
    • è un sole, kinda literally. è sempre di buonumore, sorride a chiunque e vede il buono in qualsiasi persona (ed è anche altissimo, quindi illumina tutti quanti da lassù)
    • anche se ha un sacco di muscoli è incapace di fare del male a qualsiasi altro essere vivente, neanche con il pensiero, ma farebbe anche di tutto per difendere i suoi loved ones
    • è dipendente dalle sfide; ma seriamente. sfidatelo a qualsiasi cosa e lui accetterà senza batter ciglio perché that's who he is as a person
    • ossessionato dal natale!! il suo periodo dell'anno preferito!!! LE CANZONI! LE LUCI! BABBO NATALE! L'ALBERO! tutto troppo bello.
    • se glielo chiedete ce l'ha di 30 cm (;
    mort rainey
    scheda | seeker | full of rage | famous?!
    01.04.05
    slytherin
    2043: Birch Nimbus Laurence Panasonic Hilton-Peetzah
    • serpeverde, cercatore titolare della squadra di quidditch; prefetto e poi caposcuola. così ha inizio il suo regno del terrore
    • è molto sicuro e convinto, ma anche molto irascibile, astuto, e vendicativo
    • dai lo conoscete è mortino, come faccio a descriverlo seriamente
    • ha scritto un'autobiografia (e fa già ridere così) dal titolo “Mort Rainey: dai lego ai legami della più giovane personalità di successo”, e ha già in programma di pubblicare altri due volumi
    • svolge il tirocinio al Ministero nell'ufficio strateghi; in pratica porta il caffè ad Alister e Hyde, in teoria è convinto di avere un ruolo importantissimo e che senza di lui il (mondo) Ministero non vada avanti
    • sì il suo sogno è quello di (conquistare il mondo) diventare Ministro della Magia
    • lui è il Cavaliere Oscuro, agisce nell'ombra per sconfiggere il crimine -- ma ha una concezione di crimine tutta sua
    • parla un sacco. ma proprio... tanto eh e non per fare conversazione, lui non vuole il confronto, a lui piacciono i monologhi
    • picchia anche un sacco, ma in questo è meno bravo
    • ha una villain origin storyTM da far invidia a qualsiasi altro villain nella storia dei villain
    • odia i corvonero perchè this is a Mckenzie Hale hate account + Willow Beckham, Joey Moonaire, e tutto il gruppetto di sfigati lì
    • (odia anche Arturomaria Hendrickson, ma questo è più specifico)
    • sì, sono tratti della sua personalità

    swag jättelik
    scheda | stoner | son of a god | telekinesis
    17.10.03
    altair
    2043: Tumnus Quinn
    • ex ivorbone, ha frequentato Hogwarts dopo essere uscito dal lab
    • è special con il potere della telecinesi; non è stato molto traumatica l'esperienza dei lab (perché è traumatizzato di suo) e il suo potere gli piace tantissimo e lo trova anche più figo della bacchetta, tanto comunque non era molto bravo con gli incantesimi
    • è svervegese, nato al confine tra la svezia e la norvegia; letteralmente la madre aveva una gamba in un paese e una in un altro, quindi ha la doppia cittadinanza, e soprattutto è nato in un negozio Ikea
    • per questo crede di essere il figlio del Dio Ikea mandato sulla terra per convertire i fedeli alla nuova religione
    • sì, si droga un sacco, esatto. ma solo roba naturale, non preferisce le cose sintetiche
    • lavora per (Eddie) la gang del bosco. fondamentalmente ruba ed è caotico
    • è molto caotico, anzi, ma è anche molto molto simpatico e divertente, un comic relief assicurato perché di solito non capisce proprio un cazzo quindi è impossibile che prenda le cose seriamente.
    ginevra lemon linguini
    scheda | italian pride | bar sport | umbrakinesis
    01.08.02
    beauxbatons
    • ex beauxbatons, poi espulsa e finita nel lab di Maranello
    • è diventata special con il potere di manipolare le ombre (praticamente Ms Darkling)
    • italiana e fiera, napoletana e ancora più fiera, fa parte dell'allargatissima famiglia Linguini che ha colonizzato l'Inghilterra nel 2021 (??)
    • è la proprietaria del Bar dello Sport a Hogsmeade, bar/ristorante/tavola calda tipicamente italiano dove si trovano tutti prodotti genuini e caserecci provenienti dall'italia e più specificamente da Casa Linguini; al Bar vengono trasmesse tutte le competizioni sportive che potrebbero interessare gli italiani: ovviamente tutto il campionato di serie A, ovviamente la Coppa Italia, ovviamente la Champions e l'Europa League, ma anche il tennis, la Formula 1, campionati nazionali di pallavolo e basket, etc etc
    • le piace tantissimo cucinare, molte delle cose che vende al Bar sono fatte proprio con le sue mani
    • dipinge e disegna per sport e per passione, ama l'arte in tutte le sue forme
    • è vegetariana, animalista, pacifista, femminista, ambientalista, sì esatto è una lesbica comunista
    • è un po' antipatica e acidella, ma solo di facciata, in realtà è una natural mom e si preoccupa di tutti (cugini imbecilli compresi)
    frederik faustus
    scheda | german | werewolf | teacher
    22.12.91
    durmstrang
    • ex durmstrang
    • è tedesco, ma dopo la scuola ha girato un po' tutta l'europa fino a stanziarsi definitivamente in Inghilterra negli ultimi anni
    • è professore di Trasfigurazione a Hogwarts dal 2022
    • è un lupo mannaro da quando aveva sedici anni; non gli piace, ma si trova comunque bene in mezzo alle bestie infatti ha due cani (badum tss)
    • è un po' schivo, se può starsene sulle sue se ne starà sulle sue, ma se conosce bene qualcuno poi ci mette poco ad affezionarsi
    • (non sembra ma in realtà è molto soft)
    • suona il pianoforte e il clavicembalo -- ma in realtà non lo fa così spesso, soprattutto l'ultimo. chi è che ha un clavicembalo a casa, non lui sicuramente
    • grande bevitore di alcolici e soprattutto di birre, da buon tedesco
    cassandra turner
    scheda | dancer | classie | killer queen
    00.00.00
    ravenclaw
    2043: Lucille Shine-Webber
    • ex corvonero e cheerleader della squadra di quidditch
    • attualmente ballerina al Lilum, e il suo lavoro le piace
    • tiene molto alle apparenze, le piace farsi bella e prepararsi, vestirsi alla moda e con abiti succinti, non le dispiace farsi guardare (e desiderare)
    copertina e tisanina? no
    drama e caipirinha? sì
    • è molto determinata e quando si mette in testa qualcosa raramente si riesce a farle cambiare idea
    • ha bisogno di stare sempre in movimento e fare qualcosa, odia oziare e perdere tempo
    • è un po' stronza, soprattutto con i penemuniti
    marjorie marshall
    scheda | animagus | detective | curious
    00.00.00
    hufflepuff
    • ex tassorosso
    • è un detective, un agente segreto ingaggiata (ancora) da nessuno, le piace scovare notizie apparentemente innocue e trovare fatti loschi nascosti dietro (qualche volta ci riesce e qualche volta no)
    • il suo animagus è un topo, e lei è Basil l'investigatopo! (e infatti ha un sacco di amici topini e nemici gattini)
    • è ribelle, lo è diventata durante gli anni della scuola e cerca di rendersi sempre più utile per la causa
    • simpatica e travolgente; caotica eh, ma indubbiamente simpatica
    • partecipa quasi a tutti i raduni dei detective. e infatti li conosce tutti tutti!!
    thomas kent
    scheda | werewolf | momma boy | traumatized kid
    00.00.00
    slytherin
    non lo so, non ricordo niente, devo rileggere i MAGO, qui arriverò dai, prendetevelo per buono e basta
    • è un feto cresciuto, in pratica
    • è un lupo mannaro e ha ucciso una persona
    • ma in realtà è stato un errore ed è ancora un bimbo piccolo :c

    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©



    + dexter e alex che non sono nello schemino e che prima o poi aggiungerò.


    CIAO EVE!!!
    Questa è la mia banda, puoi farci un po' quello che vuoi, faccio un po' pena a proporre cose e a trovare legami, ma possiamo lavorarci!!
    tipo:

    DOMINIC: è più grande, ma è stato infermiere ad Hogwarts fino a due (??) anni fa, quindi si saranno beccati in infermeria. ma soprattutto la sua famiglia è tipo purosangue antica e noiosa di ministeriali (teoricamente, perché in realtà viene dal 2043 ma sssh questa è un'altra storia), quindi magari si conoscono perché le famiglie si conoscono?!? Facciamo i brunch insieme la domenica mattina?!? A lui non frega proprio niente della purezza del sangue et similia, but still l'ambiente potrebbe essere quello.

    HOLDEN: credo sia un po' inutile, è giornalista e ribelle, quindi il massimo che può fare per Alexander è tipo giudicarlo malissimo e provare a fargli il lavaggio del cervello (anche qui, teoricamente, perché poi nella pratica a quanto pare è un rebel scout pessimo .)

    JULIAN: si è diplomato quest'anno ed era portiere grifondoro. è un labrador che non farebbe mai male a una mosca e odia le ingiustizie, quindi secondo me non si stavano molto simpatici .

    ma

    MORT: aka la creme de la creme. anche lui diplomato quest'anno, era serpeverde ed è stato prima prefetto e poi caposcuola. non saprei come descrivere bene Mort, è... /qualcosa/, ti basta sapere che ha una villain origin story, ha scritto un'autobiografia, ha fatto il tirocinio nell'ufficio strateghi e sarà il prossimo primo ministro della magia, poco ma sicuro. Per il resto eH non lo so, secondo me è meglio che qualcun altro te lo descriva, ma secondo me si prendevano bene perché è un serpeverde super fiero che ci tiene molto alla gloria della casata e della scuola, e infatti lui aveva appeso questo volantino, ed è stato INGIUSTAMENTE punito per aver detto la verità e nient'altro che la verità


    SWAG: è uno special, quindi questo già esclude qualsiasi possibile legame, ma se per caso Alexander fosse interessato alla religione Ikea fai un fischio (e porta una canna)

    GIN: anche lei special (ombrocineta, quindi è letteralmente darklina!!!), è italiana di Napoli, ha un bar a Hogsmeade dove trasmette le partite di serie A e di tutti gli altri sport, e infatti si chiama il bar dello sport, e niente, se vuoi una fetta di pizza e una tentacolata gratuita dietro la testa la trovi lì!!

    FREDDIE: è il prof di Trasfigurazione!!! è proprio done con la vita, una volta al mese ha il ciclo (è mannaro), ed è tedesco. la sua famiglia tecnicamente è una famiglia di purosangue antichissima ma sono in rovina quindi è povero, al massimo puoi conoscere il suo cognome per fama. Per il resto, se sei un bravo studente e non rompi il cazzo ti vorrà bene, se gli rompi il cazzo ti odierà in silenzio e con un sospiro

    CASSIE: Alexander è un po' troppo piccolo per andare al Lilum a vedere gli (spogliarelli) spettacoli di Cassandra, ma semmai avrà una carta d'identità falsa e Svetlana non lo sbatterà fuori a calci in culo potrà godere dei suoi balletti

    JO: ex tassorosso e animagus, si trasforma in un topo e diventa una bravissima investigatrice privata!!! (Basil l'investigatopo o Thea Stilton, same) quindi se hai bisogno di sapere se i tuoi genitori si tradiscono e sei pronto a sborsare dei soldi, she's ready

    TOMMY: anche lui serpeverde!!! ha indefiniti anni ma sicuramente è ancora a scuola. come ho scritto, è un feto cresciuto e non ricordo assolutamente niente della sua storia, né l'ho mai mosso, ma siamo compagni di casata!!

    di alex e dex so allo stesso tempo poco e molto, ma non ho informazioni utili per una presentazione, quindi passo, puoi affidarti alle vibes di Pinterest.

    EEE FINE! Questa è la presentazione molto caotica dei miei pg, non so quanto possano esserti utili ma in caso tu voglia stanno tutti qua e sai dove trovarmi (literally) ✨
  15. .
    whofrederik faustus
    roleguest (groom's side)
    outfitdress (vibes)
    info31 y.o., pureblood
    infoprofessor, werewolf
    A Dominic piacevano i matrimoni; l’atmosfera festosa, l’emozione sul viso degli sposi, la sensazione che tutti potessero semplicemente innamorarsi da un momento all’altro, la preparazione nei minimi dettagli, i vestiti eleganti e gli accessori costosissimi – diciamoci la verità, tutte queste cose erano proprio la sua tazza di tè: ci sguazzava dentro e allo stesso tempo se ne saziava. Eppure, quelle situazioni sociali piene di gente avevano il terribile potere di farlo tornare bambino e di fargli sentire quel familiare vuoto allo stomaco che lo assaliva quando partecipava agli importanti eventi di casa Cavendish e ministeriali e famiglie di alto rango iniziavano a ronzargli attorno, facendogli schizzare alle stelle la paura di poter fare, dire, o anche solo pensare qualcosa di sbagliato, di muovere solo mezzo passo falso e di rovinare tutto. In quel preciso momento storico, poi, l’ex corvonero sentiva più di ogni altro momento la sensazione di poter soccombere da un momento all’altro se sottoposto a una pressione simile – non sarebbe preciso dire che dopo quello che era successo, dopo la guerra, Dominic era semplicemente sparito dalla circolazione, ma in un certo senso non era neanche una descrizione molto lontana dalla realtà. Non era sparito, ma si era nascosto al massimo delle sue possibilità, e sebbene avesse iniziato a frequentare posti più affollati era sempre stato molto accorto a evitare quelli dove poteva incontrare gente che conosceva, amici, presunti tali.
    Insomma, era una questione spinosa quella; riteneva di avere degli amici, ma quelli, d’altra parte, lo ritenevano ancora un amico? Willa, Bells, Wren, Bertie, gli Oakes, tutte quelle persone che l’avevano visto puntargli la bacchetta e l’arco contro dall’altro lato del campo di battaglia, tutte quelle persone che aveva aiutato a distruggere – in un modo o nell’altro – lo ritenevano ancora un amico?
    Non gliel’aveva chiesto. Preferiva non saperlo, preferiva semplicemente girare lo sguardo e smaterializzarsi il prima possibile appena sentiva la più remota possibilità di incrociarli; preferiva, in sostanza, non pensare a quello, non pensare a loro, non pensare ad assolutamente niente, e piuttosto starsene in ospedale a fare il suo lavoro, circondato da ossa rotte, muscoli stirati, e scartoffie da compilare.
    Con queste premesse, come cazzo faceva Dominic Cavendish a presentarsi a quel fottutissimo matrimonio?

    A Frederik, d’altronde, i matrimoni avevano sempre dato una sensazione di stress superfluo – con particolare enfasi sulla parola “superfluo”, che riteneva perfettamente esplicativa di tutta l’atmosfera intorno ai matrimoni; un concetto che il tedesco non aveva esitato a esprimere quando chiamato in causa, con un sospiro stanco e un po’ esasperato di fronte alle espressioni sconvolte di Eugene Jackson e Nathaniel Henderson, che invece – ovviamente – la pensavano in modo diametralmente opposto.
    Non che si aspettasse una reazione differente da parte dei due colleghi, aveva capito ormai che tipi fossero, ma pensava che un po’ di buonsenso gli fosse rimasto. Insomma, non si trattava nemmeno di avere una visione differente della vita di coppia – okay sì, anche, magari in parte – ma era soprattutto una questione di pragmatismo, di restare con i piedi per terra.
    Prima di tutto: i soldi. Lui forse era un po’ troppo crucco riguardo quel topic, ma c’erano persone che spendevano tipo diecimila galeoni solo per i fiori. Diecimila galeoni. E non era considerata nemmeno una cifra assurdamente alta nel settore. Sapete quante vacanze a Honolulu si potevano organizzare con diecimila galeoni?! Per non parlare dei vestiti immotivatamente costosi, i menù sopravvalutati e sovrapprezati, lo spreco di carta, cibo, materiali vari, l’inquinamento acustico e ambientale, il disturbo della quiete pubblica – tutte queste cose rendevano i matrimoni la rappresentazione terrena più vicina alla sua idea di inferno.
    Ma a parte quello, il professore cercava di convincersi del fatto che in realtà la sua mancata fascinazione per i matrimoni era causata da quella trappola mortale che era stato il matrimonio dei suoi genitori – per lui, per sua madre, in parte anche per suo fratello e suo padre, sebbene non riuscisse a provare pena per i due maggiori di casa Faustus. Insomma, non era colpa sua se faticava così tanto a credere che quel vincolo potesse sancire l’inizio di una famiglia felice. Un calcolo razionale e una matematica perfetta fatta di statistiche e di probabilità gli venivano incontro in quel ragionamento, eppure molto in fondo sentiva di provare anche lui il desiderio remoto di qualcosa di simile: una famiglia, un matrimonio, qualcuno a cui giurare amore eterno.
    E poi, eh, c’era quell’altra questione – la questione. Ormai sembrava che lo facessero quasi di proposito, che il mondo si voltasse verso di lui con un ghigno divertito e gli ricordasse che non gli fosse concesso nemmeno un istante di tranquillità. Puntualmente, infatti, i suoi impegni e gli appuntamenti importanti apparivano come per magia sul calendario solo ed esclusivamente durante la settimana segnata in rosso (quella del ciclo, sì), o immediatamente prima, o immediatamente dopo. E sapete quanti pleniluni aveva avuto il fantastico mese di agosto 2023? BEN DUE, di cui l’ultimo era avvenuto solo il trentuno agosto – eh, esatto, solo un paio di giorni prima; eh esatto, proprio il giorno prima dell’inizio dell’anno scolastico.
    Uno non voleva sempre stare lì a rompere il cazzo, però a na certa davvero… che cazzo, dal profondo del cuore.

    Un biondo e un moro, un inglese e un tedesco, un inguaribile romantico e un inguaribile e basta; due storie e due attitudini completamente differenti, ma entrambi accomunati, per un motivo o per un altro, da quella sensazione che morire sarebbe stato meno doloroso che partecipare a quel matrimonio; e ovviamente entrambi, manco a dirlo, non potevano assolutamente mancare a quell’appuntamento.
    Dominic era un Cavendish prima ancora di essere un responsabile del San Mungo, e i Cavendish non mancavano a quegli appuntamenti – e soprattutto, facevano regali costosi.
    Freddie non aveva davvero avuto una scelta, non gli era stata concessa quella libertà, non gli era stato dato nemmeno un invito, era stato semplicemente informato che il giorno tre settembre (di domenica poi, ma chi cazzo si sposa di domenica?) sarebbe stato impegnato.
    Grazie tante, insomma. Il libero arbitrio, questo sconosciuto.

    «finché morte non vi separi»
    Una promessa.
    Una condanna.
    tag your oc.

    «Chel, me l’hai promesso: nessun bombarda» abbassò lo sguardo sull’ex grifondoro, cercando il suo sguardo per avere la conferma che la battitrice avesse afferrato davvero il punto «nemmeno al buffet dell’aperitivo per farti spazio» ci tenne a chiarire dopo appena qualche istante, consapevole che quel pensiero stesse vagando nella testa della minore come un bolide impazzito «e nemmeno al taglio della torta» arrivò anche quella postilla, con un brivido di terrore ad attraversare la schiena del guaritore, che immaginava già l’entusiasmo della rossa per quei fuochi d’artificio a sorpresa «e…» si apprestò a fare l’ennesima precisazione, a indicare l’ennesimo momento della cerimonia che la Weasley non aveva il permesso di rovinare facendo saltare tutto in aria, ma alzò appena lo sguardo per posare le iridi chiare sulla scena di fronte a sé e si bloccò.
    Le parole gli si fermarono in gola, i piedi interruppero il loro incedere, mentre con il fiato sospeso guardò davanti a sé nientepopodimenoche Nice Hillcox, perfettamente preparata e vestita di tutto punto, mentre allungava le dita affusolate per aggiustare il papillon del ragazzo insieme a lei. La gola gli si chiuse in un nodo strettissimo, improvvisamente sentì le gambe cedergli, e lo assalì la terribile sensazione che sarebbe svenuto da un momento all’altro, o avrebbe vomitato, o entrambe le cose contemporaneamente.
    Non vedeva la sua (ex) fidanzata da quando aveva lasciato l’appartamento in fretta e in furia al tramonto il giorno stesso dell’annuncio di Abbadon, lo scorso maggio. Non l’aveva più cercata, non l’aveva più vista, aveva deciso che non l’avrebbe più tormentata con i suoi problemi, dopotutto, nonostante le “chiacchierate” con Stiles il pensiero che non fosse la persona giusta per la vigilante, e la convinzione che le avesse provocato ormai troppo dolore, non riusciva ad abbandonarlo; ma non aveva mai smesso di pensarla, e non aveva mai smesso di amarla. Vederla lì, però, per la prima volta dopo mesi, nemmeno a dirlo gli fece crollare il mondo di convinzioni che aveva costruito intorno a sé e che gli aveva permesso di tirare avanti fino a quel momento: voleva rinnegare tutto, voleva piangere, voleva semplicemente correre nella sua direzione, tirare un pugno a chiunque fosse quella faccia da mummia che stava con la stilista, e dimostrarle che poteva ancora essere il ragazzo perfetto per lei – quello che le aveva promesso che non le avrebbe mai fatto del male, non quello che l’aveva delusa per due volte.
    Si aggiustò gli occhiali da sole sul naso e si prese ancora qualche istante per guardare la coppia (erano una coppia? probabilmente sì, ma Dominic si rifiutava anche solamente di pensarlo) andare via insieme, e poi tornò a dedicare attenzione alla sua accompagnatrice. «forse un solo bombarda in effetti non farà male a nessuno, ma deve essere molto preciso…» soppesò con un sospiro pesante e forzando un sorriso «ma prima ho bisogno di alcool»
    Che era un po’ la soluzione condivisa da tutti, in effetti, e soprattutto dal professore di trasfigurazione, che dopo la cerimonia, le promesse dei due sposi, e lo scambio degli anelli, si era alzato dalla sua postazione e con un sospiro si era diretto verso l’open bar (è già aperto? Si spera di sì, time to: ubriacarsi). Non l’avrebbe mai e poi mai ammesso ma un po’ si era emozionato a sentire le parole dei due sposi – e non era una cosa positiva, non per lui perlomeno. Era stato… strano. Non era solito a provare gelosia o invidia quando vedeva le coppiette per strada, ma, come si dice in gergo, in realtà si era fatto rodere un po’ il culo sapendo che quello non era il finale destinato a lui – per una sua personalissima scelta, certo, but still.
    Ma era felice per Will. Lo era davvero. Il Barrow gli era sempre stato simpatico, e sebbene l’inglese non sembrasse ricambiare la simpatia ai tempi in cui lui e Nelia erano una coppia, ora sembrava essere acqua passata (e che ne sapeva il tedesco che in realtà l’ex prof di strategia non aveva ancora unito i puntini); aveva dei difetti, certo, ma comunque non riteneva fosse il peggiore dei suoi colleghi.
    E a proposito di colleghi…
    Alzò lo sguardo e scorse tra la folla la Meisner; non l’aveva (ancora) avvicinata, per ovvi motivi, quindi si limitò ad aspettare che la professoressa ricambiasse il suo sguardo e a farle un cenno col capo, alzando il bicchiere verso di lei in segno di saluto e cercando di non pensare che anche quella fosse una situazione un po’ cringe. Non che fosse l’unica, comunque. E infatti eccallà, il moro prese un lungo sorso dal drink di aperitivo e poi si fermò a un passo da Eugene, cercando di non prestare troppa attenzione al vestito, o a tutto il resto. «Jackson» salutò così il professore di arti oscure, e avrebbe anche voluto aggiungere dell’altro, ma cosa? Cosa si diceva a un collega che improvvisamente si presentava con i capelli lunghi, le tette, e il pancione da donna incinta – perché era a tutti gli effetti una donna incinta? «ti dona questo colore» annuì seppur poco convinto «sei un inverno, mh? chi l’avrebbe mai detto» di male in peggio. Decise quindi di voltarsi verso la sua compagna, o compagno, o insomma Jaden, e stirò le labbra in un sorrisino «congratulazioni, comunque» anche se non era proprio sicuro fosse la cosa giusta di dire; era perlopiù confuso, glielo si leggeva in faccia, e aveva già bisogno di un altro drink – o altri dieci.

    Dominic, d’altra parte, non aveva perso tempo, ed era già al terzo bicchiere, appoggiato al tavolo dell’aperitivo, con lo sguardo attento a non perdersi nemmeno un movimento dell’ex serpeverde. Intanto, annuiva un po’ assente alle parole della Weasley; non stava davvero seguendo il suo discorso, ma poteva immaginarlo dai.
    Prese un sorso dal bicchiere e poi si strinse nelle spalle «sì, anch’io credo che i boxer gli donino molto di più degli slip e che quella fanart non gli renda giustizia» il soggetto? Potete immaginarlo, suvvia; ma sorprendentemente l’ex infermiere si affrettò a cambiare discorso da un momento all’altro, senza spostare un attimo lo sguardo da quella coppia inedita «senti, ma quindi tu sai quel biondo con la faccia da trota chi è?» non voleva essere rude, ma «cioè, no davvero, chi cazzo è?» era rude.
    But tell me you love me,
    come back and haunt me,
    Oh and I rush to the start
    when3 september 2023
    avignon, provencewhere
    board'till death do us part
    the scientist
    coldplay
    whodominic cavendish
    roleguest (groom's side)
    outfitdress (vibes)
    info27 y.o., pureblood
    infohealer, former ravenclaw


    aiuto non fanno assolutamente niente, e non so nemmeno quando è ambientato il post ma secondo me dopo la cerimonia, quando aprono le danze e soprattutto l'alcol dai.

    dom parla (e si lamenta) con Chelsey
    freddie odia tutto e si congratula con Euge e Jade

    fine. arriverò con cose più utili poi
196 replies since 18/7/2012
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