«il cielo…» Non sai a chi parlare, se a te stesso o a chi ti è intorno. Il punto è che, di certo, passare per uno schizzato che comunica da solo non è il tuo problema principale.
Va tutto bene.
«il cielo… sta…» Alzi l’indice, indicando lo spazio sopra di te. Lo segui distrattamente, per il semplice fatto che è nel tuo campo visivo, ma non ti sfugge il fatto che sta tremando. Lo ritieni del tutto comprensibile.
Apri gli occhi.
«sta… crollando…» Nel secondo stesso in cui lo dici, ti rendi conto di quanto sia assurdo. Eppure lo sai, lo senti, che i tuoi occhi non ti ingannano.
Lo vedi?
Quella voce… fino a quel momento, non sei riuscito a percepirla davvero. Un brusio di sottofondo, parole lasciate al vento dal marasma di gente della piazza, un rumore bianco a rimbalzare dentro di te senza attecchire da nessuna parte. Adesso, non puoi ignorarla, così come non puoi pretendere di non conoscerla: lo stesso senso di déjà-vu che hai vissuto con i tuoi compagni da quando… Da quando… Da quanto? Dieci minuti. Due ore. Cinque giorni. Tre mesi. Due anni. Non sai quantificarlo, mentre ti volti alla ricerca della voce. L’unica impressione che hai è quella di aver vissuto una vita intera, un’intricata trama che ti aggroviglia e alla quale ti avvinghi con le unghie e con i denti. Lo sguardo si ferma sulle persone. Su quelle che continuano a camminare in quel tiepido, infinito sabato pomeriggio, ignare del fatto che il cielo stia crollando; su quelle immobili, i cui contorni e segmenti divergono dallo standard e si spostano, scorrono su loro stessi, spariscono, e poi tornano al punto di partenza; su quelle poche con la testa sollevata, come te.
Non è così male.
Non è… non è così male? Non è così male che i palazzi e le case, dalle cime dei loro tetti, stiano iniziando a perdere pezzi? Tratti di costruzioni, sfumature di marrone che si erodono a blocchi e si staccano da ciò che erano fino a due secondi prima, che scivolano avanti e indietro e a destra e a sinistra e scompaiono, lasciando dietro di sé… il nulla. Spazi del nero più scuro, con venature geometriche di blu elettrico e rosso sangue, laddove avrebbero dovuto lasciare il posto, idealmente, agli spazi interni dell’edificio. Non è così male che chiunque si sia fermato, lo sguardo perso nel nulla? Se gli si muove una mano davanti, essi non si muovono; se vengono presi a schiaffi, non fanno una piega. Continuano ad esistere nel momento in cui si sono bloccati, ed in nessun altro al di fuori di quello. Non è così male che pezzi di cobalto si stacchino dall’alto, come pannelli di un soffitto logoro, e che cadendo a terra perdano forma e consistenza? E che dietro di essi, lo stesso spazio nullo – senza profondità, senza fine, con vene e arterie che si accavallano quasi, quel posto, fosse un organismo?
È solo un –
Li guardi. I tuoi compagni, che fermi ed incuranti iniziano a disintegrarsi come gli edifici, come il cielo. Pezzo dopo pezzo. E tu lì, impotente. Cerchi di raggiungerli, cerchi di svegliarli ancora, e ancora, e ancora, e ancora, senza riuscire nel tuo intento. Fino a che del primo non resta che una sagoma vuota. E del secondo, e di quelli a venire, e non puoi più raggiungerli – perché sotto di te l’asfalto incorre nella stessa, medesima e tragica fine.
Ohi?
Sollevi le mani, solo in quel nulla cosmico. Non sei solo, però: c’è ancora qualcuno. Qualcuno che ti guarda con la stessa espressione che sai di aver dipinta sul viso, e tu guardi quella persona – e poi di nuovo le tue mani, mentre sempre un po’ troppo lentamente, e troppo velocemente, le dita iniziano a svanire sotto i tuoi occhi.
Mi senti?
E le mani. E le braccia. Le sollevi, ma non ci sono più. E non ci sei più.
Si staccò dal muro, da dove per un breve periodo di tempo era rimasto ad osservare la stanza nel suo complesso, in un silenzio rotto soltanto dai rumori dei motori e dei macchinari in funzione. Non c’era una singola ruga d’espressione a corrucciare il volto dell’uomo, impassibile nonostante le circostanze: in fin dei conti, era tutto sotto controllo. Andava tutto come doveva andare. Raggiunse il ragazzo al centro della stanza, piegando il capo sulla spalla e picchiettando con il pugno chiuso sulla sua testa. Non si mosse di un singolo centimetro quando le nocche impattarono su di un materiale appena più duro di quanto non avrebbe dovuto essere il corpo umano, esattamente come aveva immaginato – un po’ meno come aveva sperato, ma erano lì per quello. Fece scivolare lo sguardo cioccolato dalla mano, poggiata su un prisma olografico, fino al volto, gli occhi fissi su di un punto imprecisato davanti a sé. Sarebbe stato difficile, per chiunque altro, affermare che quella fosse una persona e non una sua replica, una statua di cera fatta e finita. «ok, direi che va bene così, ora apri gli occhi.» gli batté le mani di fronte, ma il ragazzo non fece un singolo movimento. Sporse il labbro inferiore, braccia incrociate e dita della mancina a tamburellare sul gomito. Secondo i suoi calcoli, avrebbe dovuto svegliarsi subito: non era preoccupato, semmai affascinato nonché desideroso di capire cos’era che intaccava il processo. Con ogni certezza, un nonnulla per il quale non avrebbe nemmeno avuto bisogno di chiamarla. «non è così male, uh?» qualsiasi cosa stesse succedendo, intendeva. Non che quel che, a conti fatti, era un guscio momentaneamente vuoto potesse rispondergli; avrebbe aspettato che tornasse in sé. O forse no. Prese mentalmente nota di quel lieve tremolio nel corpo immobile del giovane, e del lieve bagliore all’interno del prisma tra le sue dita. «oh, capisco.» picchiettò ancora sulla sua testa, avvicinando le labbra al suo orecchio: i canali naturali, a quel punto del lavoro, avrebbero dovuto funzionare correttamente. «ohi, mi senti?» tecnicamente, sì. «è solo un glitch, non preoccuparti.» facile parlare dal canto suo, ne era consapevole – a volte, era anche quello il bello di essere lui. Il fatto che la matrice stesse glitchando, poteva voler dire soltanto due cose. La prima, era che chi l’aveva messa in moto stesse uscendo: doveva davvero perfezionare quel fattore. La seconda, era che la realtà stava per implodere su sé stessa – il che avrebbe implicato o la morte di chi vi era all’interno, o comunque innumerevoli deficit mentali. Rischi che andavano corsi. Rischi che erano stati corsi. «alla buon’ora!» sorride, l’uomo, quando lentamente il ragazzo torna a muovere la gabbia toracica. «mancavi solo tu.» indica, con nonchalance, altre persone rimaste fino a quel momento in silenzio; non salutano, perché anche loro devono ancora riprendersi. «non dovreste essere qui.» serio ed imperscrutabile, sul suo volto non permane nemmeno l’ombra della piega che fino a pochi infinitesimi d’istante prima premeva sulla bocca. «seguitemi.» E lo sanno, che non possono fare altrimenti. Sanno, di essere già andati troppo oltre. «cos’era quello?» È notte: un’informazione apparentemente irrilevante, ma non per chi ha messo piede in quella stanza. È notte, e mentre passano davanti alle stanze, alle casupole all’esterno dell’edificio fuori dal quale siete appena stati scortati, se ne rendono realmente conto. Non c’è anima viva che si aggiri per quella che, ormai da un mese e poco più, è diventata una piccola comunità. Ognuno è nelle sue stanze, e dorme. Perché non noi? «oh, quello?» volge il capo sopra la propria spalla, guardando il piccolo gruppetto senza mai smettere di camminare. «quello, come lo chiami tu, è… una misura cautelativa, diciamo.» torna a guardare davanti a sé. «un piano b, ecco. uno dei tanti.» Si guardano, quelli dietro l’uomo, e tutti quanti si stanno ponendo la stessa domanda – lo sanno, senza il bisogno di doverla esporre a voce. «sapete, le cose potrebbero andare male sempre, da un momento all’altro. non si può mai sapere cosa succederà, è sempre meglio tenersi quanto più preparati. quella in cui sei stato tu,» con il pollice, indica il ragazzo. «era la… realtà virtuale, chiamiamola così,» fa intendere che è molto più complicata di così. «più verosimile. la mia preferita è quella in cui sei capitata tu,» e guarda la giovane donna, sorridendo estasiato. «voglio dire, cowboy spaziali!» c’è bisogno di dire altro? Non è mai stato un uomo di tante parole, in quell’ultimo periodo. Diceva quanto necessario, senza mai sbilanciarsi: manteneva l’equilibrio, e pochi sapevano l’avesse sempre fatto; in quella situazione, non sarebbe certo stato da meno. Avevano sempre saputo, tutti quanti, il necessario. Niente più. Quindi: perché, dopo averli colti in fragrante, stava anche spiegando cosa fosse quella stanza? «oh!» si ferma di colpo, battendo le mani tra di loro. «siamo arrivati.» Non c’è bisogno che spieghi dove sono arrivati. È chiaro, che quello sia il Confine. «spero vi sia piaciuta l’esperienza, ma mi dispiace…» unisce le mani e si picchietta il mento, pensieroso. «sono cose top secret quelle che avete visto…» Sospira; chiude gli occhi. «non posso continuare a tenervi qui.» Un pretesto. Tutto ciò che gli serviva. «mi dispiace, ragazzi.» Tira fuori la bacchetta, e non esita a puntarla contro il petto – uno dopo l’altro, senza che possano fare nulla per difendersi. Come se avessero una minima possibilità di farlo, s’intende: tutti loro sanno che è ben oltre le loro capacità. Un gesto secco ciascuno, all’altezza della clavicola sinistra e poco sopra al cuore. Lo sentono, che non serve difendersi – perché, d’altronde, quando dal petto viene tolto un peso. Qualcosa che non avrebbe dovuto essere lì, e che dal ventiquattro febbraio spinge tra la carne e le ossa. L’uomo solleva la mano, dove sospesi a mezz’aria giacciono i microchip che erano stati impiantati nei loro – come in quelli di tutti gli altri – corpi. Affari di magi-tecnologia che a lui erano sempre interessati relativamente, ma che si erano rivelati molto utili: sinceramente, dubitava che nella loro progettazione non ci avesse messo lo zampino anche quell’altro; erano un’arma vera e propria. Bastava non rientrare entro l’orario stabilito, dire una frase fuori posto, e – puff. La medimagia non avrebbe nemmeno saputo bollare la causa del decesso. A mali estremi, estremi rimedi: l’aveva sempre saputo; che gli piacesse o meno, era un altro discorso. «siete liberi di uscire, ora!» spalanca le braccia, gioviale, ma nel sorriso c’è qualcosa… di sbagliato. Machiavellico. Non fanno in tempo, i sei di fronte a lui, a chiedersi cosa significhi. «oblivion» un gesto della bacchetta fluido, che coinvolge i presenti lasciandoli inermi. Soppesa i chip, studiandoli vago. Per inciderci sopra una magia potente come quella che portava alla morte al minimo sgarro, bisognava vincolarli in qualche modo, a qualche condizione: costringevano le persone a non gironzolare senza meta, a tenerli relegati lì dentro, per cui aveva pensato che per eliminarli dall’organismo, dovesse venire a mancare la possibilità di rimanere. Quale miglior occasione, se non l’eventualità che un segreto così grande trapelasse? Un rischio, certo: non era sicuro avrebbe funzionato, e nelle peggiori delle ipotesi avrebbe avuto sei persone sulla coscienza. Tutto bene quel che finisce bene, no? «ricorderete quel che è necessario ricordare, tranquilli.» incalzò, veicolando l’incantesimo di memoria a proprio piacere: non aveva senso che dimenticassero ogni cosa. Dovevano poter portare delle prove, al mondo esterno, appigli cui aggrapparsi. Immagini, scene di vita, alcuni nomi. Gli bastava resettare alcuni punti, tutto lì. Un altro, lieve colpo con il catalizzatore. Un «imperio» necessario, affinché arrivassero esattamente dove voleva arrivassero. «tornate a trovarci, mi raccomando!» Li guardò voltarsi, succubi della maledizione, e non guardarsi mai alle spalle mentre oltrepassavano la soglia. L’americano si sistemò la giacca, e sventolando la mano al cielo si smaterializzò.
È il venti aprile, e va tutto bene. Siete liberi. Siete a casa. Liam, Amaranth, John. Adrian, Corvina, Scarlett. Non avete fatto rumore, quando siete tornati alle vostre vite, ma solo perché non era il momento di farlo. Vi siete mossi in automatico, guidati da memoria muscolare ed istruzioni che neanche sapevate di star seguendo. Un libretto destinato a giungere alla sua conclusione dopo un paio d'ore; cinque, sei. Tutto normale, finché in un battito di ciglia non lo è più, e la realtà si schianta su di voi rendendovi improvvisamente consapevoli. Giunge casuale: mentre fate colazione; mentre uscite per andare a cercare la vostra famiglia; mentre vi state gustando il vostro letto dopo quaranta giorni lontani da lui. Ma giunge, e sapete bene qual è la vostra missione. Una sola – la più semplice, e la più pericolosa. Parlare. Sapete, perché lo sa colui che vi ha affidato quel compito, da chi andare, e dove farlo. Cosa dire, soprattutto: avete ricordi frammentati - camere d'hotel, fronde spesse dietro cui nascondervi, il sudore lungo la schiena, le corse a saltare radici; le persone con cui avete condiviso quel mese lontano dalla società popolano ogni vostro brandello di memoria, anche dove non riuscite a rimembrare cosa abbiate fatto, o dove abbiate vissuto. Non ricordate se siete scappati, o se siete stati liberati; non ricordate né il viso né la voce di chi ha passato l'ultimo mese a darvi ordini - ed anche se il messaggio da consegnare non ha alcun senso per voi, non ha importanza. Lo ha, per qualcun altro: non tutto è perduto. La guerra non è stata vinta. Respiriamo; esistiamo; resistiamo. E vi stiamo aspettando. Il prezzo da pagare è un debito ancora aperto: potete scegliere la moneta. O lo faremo noi. Chi non vi prenderà per pazzi, così come è già successo a chi, quel lontano ventiquattro di febbraio, è riuscito a fuggire dal Lotus Mirage Resort. Chi vi ascolterà realmente, quando racconterete di aver contribuito alla costruzione di – un mondo nuovo... alcuni di noi lavoravano all’interno, altri dovevano uscire in piccoli gruppi e... cercare qualcosa. non potevano restare –; chi lo farà da dietro un angolo, carpendo quel che serve. Chi, quelle informazioni, le farà girare nei giusti posti, e con le giuste persone; chi creerà una rete funzionale, utile, schermandola dalle istituzioni ufficiali e mobilitando piccole masse. Chi saprà decifrare le coordinate rimaste impresse a fuoco nella corteccia, mappa alla mano così da segnare i punti più strategici per circondare la zona e organizzare l’operazione di recupero. Voi sei non siete gli unici a cui è stata affidata una missione, ce ne sono altri come voi - ma non tutti a riportare le stesse vostre coordinate: buffo, non è vero? - e per ciascun punto d'incontro, il Ministero stesso prenderà provvedimenti. Il messaggio è arrivato chiaro e forte, ad Abbadon, e non gli è piaciuto. Squadre vengono organizzate per estirpare il malessere alla radice, prima che possa allargarsi come una malattia: l'obiettivo è sterminare. Ma c'è anche chi avrà bisogno di sentirsi raccontare qualcosa, qualsiasi cosa, per avere uno spiraglio di speranza. Chi di quel messaggio sentirà solo che i loro amici sono vivi, da qualche parte. Qualcuno connetterà i puntini: i morti che sono apparsi per le strade di Londra e dintorni, tutti deceduti senza apparente motivo, e tutti con il medesimo segno sulla clavicola che portano i Sei. Una cicatrice; un chip a controllarli. Qualcuno capirà che l'unica differenza è insita nella memoria, e che il chip funzioni come un hard disk: con un contenuto danneggiato - ad esempio, ipoteticamente, una memoria manipolata e selettiva - non ha più motivo di funzionare. Non ha nulla da proteggere. Nessun segreto da portare alla tomba. E ci sarà, fra chi ascolterà il vostro racconto, chi storcerà il naso quando capirà, o supporrà, chi ci sia dietro tutta quella storia; chi ne sorriderà guardingo. Chi alzerà gli occhi al cielo, capendo che in ballo ci sia molto più di quanto non appaia. Voi, dovete solo fare la vostra mossa. Una soffiata. Dovete soltanto accendere la miccia: il resto, verrà da sé. | but pay as you go. |
&&. iscrizioni Avete tempo per iscrivervi fino alle 23.59 del 05.04. Dal 06.04 al 13.04, sarà possibile svolgere le role pre quest. Sono facoltative ma faranno guadagnare PE, e ricordo che alle role pre quest (che saranno... role normalissime, semplicemente ambientate prima della quest, e di conseguenza dopo quanto avvenuto in questo post) potranno partecipare solo pg effettivamente iscritti alla quest. La Quest inizierà ufficialmente il 14.04.
&&. come funziona ON GDR, come deducibile dal post, la missione è organizzata dal Ministero. Sempre on gdr parlando, esistono più missioni, in quanto non tutti i tornati portano le stesse informazioni. Nessuno sa quali siano le coordinate giuste, quindi vengono prese in considerazione tutte quante. OFF GDR, seguiremo solo un tipo di coordinate (:moon:) che saranno quelle riportate dai nostri amici del Lotus. Ufficialmente, l'obiettivo della missione è scoprire cosa stia succedendo, e distruggere eventuali minacce al Regime di Abbadon; meno ufficialmente? Citando i Linguini, ce ripigliamm' tutt' chell che è 'o nuost'. Starà a voi scegliere i motivi per i quali i vostri personaggi partecipano alla quest, ma sappiate che possono essere i più vari (vendetta, dedizione al regime, salvataggio: you do you!) e che dall'arrivo dei tornati alla missione vera e propria, passeranno una decina di giorni (info utile nel caso vogliate svolgere role pre quest, che andranno ambientate in quel lasso di tempo). Aggiungo che i sei fortunelli (ne è stato estratto uno per player dei player già precedentemente contattati per sapere se sarebbero o meno rimasti al Lotus, aka coloro con pochi, se non unico, pg) sanno solo quanto scritto nel post, ma se vorrete portarli in quest e avrete bisogno di specifiche precise, hit us up.
In seguito al sondaggio, a maggioranza di voti ha vinto l'opzione con switch o senza switch. Funzionerà esattamente come la scorsa quest. Per chi non ricordasse:
I PG che si possono portare sono un totale di 8, 4 per ogni settimana. A tal proposito, avrete due scelte: fare uno switch di personaggi tra la prima e la seconda settimana, o proseguire con gli stessi per tutta la durata della quest. [ESEMPIO PRATICO] Switch. Lele decide di portare Justin, Balt, Al e Dave, ma di muoverne soltanto due per ciascuna settimana: la prima Justin e Balt, la seconda Al e Dave. In questo caso, Justin ed Al varranno come un solo personaggio (stesso discorso per Balt e Dave) al fine dei PE presi a fine evento e di progressi lungo tutto la sua durata (punti salute, eventuali bonus, etc…). Senza switch. Lele decide di portare Justin, Balt, Al e Dave, e di muovere sempre loro per tutto il tempo: alla fine della prima settimana, questi PG lasceranno il gruppo con cui sono stati per essere riallocati in un altro della seconda settimana. Nel caso del non-switch, sarà possibile portare un massimo di quattro personaggi. Nel caso dello switch, otto personaggi ma in modo che siano in numero pari così da fare in modo di avere una continuità (quindi verranno iscritti in coppia – appunto, Justin-Al).
&&. incantesimi, poteri, armi e bonus Al momento dell'iscrizione, vi sarà concesso di scegliere un'arma: qui trovate la lista delle armi bianche, qui di quelle da fuoco; ciò non toglie che possiate portare qualsiasi cosa voi desideriate (anche un coltello da cucina, per intenderci.) NOTA BENE: Le munizioni delle armi da lancio e di quelle da fuoco, come il numero di granate, non sono illimitati. Per arco e balestra saranno disponibili 24 frecce. Shuriken e coltellini da lancio saranno riutilizzabili (a discrezione del Fato) e saranno 5. Le granate di qualsiasi tipo saranno in confezioni (?) da 5. I fucili disporranno, che siano a canne mozze o semiautomatici, di 12 munizioni ciascuno. Le pistole semiautomatiche avranno 2 ricariche (una già all’interno dell’arma e l’altra di scorta) da 12 proiettili ciascuna. Le rivoltelle hanno un tamburo con la capacità di contenere 6 proiettili, e ci saranno 4 ricariche per un totale di 24 proiettili. Le pistole mitragliatrici hanno un totale di 60 proiettili, ma ogni volta che si spara con quest’arma sarà il Fato, estraendo un numero compreso tra 1 e 10, a decretare il numero di proiettili sprecati nell’attacco. Sempre al momento dell'iscrizione, dovete specificare la classe del personaggio (spiegate in regolamento combattimenti); il livello dei punti esperienza (qui il regolamento); il gruppo di livelli per i quali guadagnerete i PE; il potere (se wizard/muggle). Qui trovate la lista incantesimi e la lista poteri come dovrà essere usata all'interno della quest. Qui trovate una simpatica guida nient'affatto simpatica sempre utile quando si parla di quest. attenzione: nel momento in cui aderite ad una quest, accettate che i vostri pg possano subire ripercussioni a livello di storyline (perdita di memoria, di arti, di vita), quindi prestate molta attenzione alla vostra scelta.
&&. fittizi Un pg fittizio è un pg da utilizzare solo e soltanto per la quest, per cui non sarà necessaria una scheda pg. Saranno personaggi che voi strutturerete in tutto e per tutto, carattere e biografia, ma la cui storia accennerete solamente nelle role e non in una scheda vera e propria. Potrete decidere la fazione, se Ribelli o Mangiamorte, se Esperimenti. Ovviamente per rendere il tutto più intrigante, potrete per questi pg creare degli inciucci con pg già esistenti, oppure fra i pg fittizi stessi. Ad esempio, un fratello, un cugino, un vecchio amante, un amico dei vostri o di altri pg. Una volta che avrete in mente un personaggio, se vorrete potete chiedere in wanna..? delle relazioni esattamente come fate per i pg normali. NOTA BENE: Se avete un pg in costruzione, o pensate ad un futuro personaggio che vorreste provare a muovere, questa è la vostra occasione!
&&. modulo per iscriversi SENZA SWITCH
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<td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">
<tr><td width align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b> classe bonus </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i> <div style="padding-top:5px"> arma & potere </div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td> </tr>
</table></td> <td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">
<tr><td width align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b> classe bonus </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i> <div style="padding-top:5px"> arma & potere </div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td> </tr>
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</tr> <tr>
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<tr><td width align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b> classe bonus </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i> <div style="padding-top:5px"> arma & potere </div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td> </tr>
</table></td> <td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">
<tr><td width align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>
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<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i> <div style="padding-top:5px"> arma & potere </div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td> </tr>
</table></td>
</tr> </table>
CON SWITCH
HTML <table cellspacing="2" bgcolor="#0a0a0a" width="100%" style="font-family:nunito,sans-serif;font-size:10px;line-height:14px;color:#aaa;width:520px"> <tr>
<td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">
<tr><td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> <td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b> classe bonus </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i> <div style="padding-top:5px"> nomepg: arma & potere nomepg: arma </div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td> </tr>
</table></td> <td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">
<tr><td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> <td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b> classe bonus </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i> <div style="padding-top:5px"> nomepg: arma & potere nomepg: arma </div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td> </tr>
</table></td>
</tr>
<tr>
<td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">
<tr><td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> <td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b> classe bonus </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i> <div style="padding-top:5px"> nomepg: arma & potere nomepg: arma </div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td> </tr>
</table></td> <td width="50%"> <table width="100%" bgcolor="#101010" style="border-radius:5px" cellpadding="3" cellspacing="2">
<tr><td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> <td width="50%" align="center" style="border-radius:5px;font-weight:bold;text-transform:uppercase" bgcolor="#0a0a0a"> nomepg </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:uppercase;font-size:9px"> <b>livellogruppo</b> classe bonus </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"> <i class="fa-solid fa-gun" style="color:orange;transform:rotate(-20deg);border:1px solid #222;border-radius:100%;padding:3px 6px;line-height:16px"></i> <div style="padding-top:5px"> nomepg: arma & potere nomepg: arma </div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="center"> <div style="background:#222;height:1px"></div> </td> </tr>
<tr><td colspan="2" align="left" style="text-transform:lowercase;font-size:9px"><i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> accetto le conseguenze delle mie azioni <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> qui finisce il mio agire e inizia il mio silenzio <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> sono nel pieno delle mie facoltà mentali <i class="fa-solid fa-arrow-right" style="font-size:7px;transform:rotate(45deg);color:#555"></i> prendo i pe per: <b>gruppo I/II/III/IV/V/V</b> </div> </td> </tr>
</table></td>
</tr></table> |