Posts written by look what you’ve done

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    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    1996|Pyrokinesis
    2000|Hemokinesis
    Wind Thunderstorm
    Vincenzo Linguini


    Beh Cyleno (non ripieno di zucchero) non era morto col fuoco, cioè quasi, ma il colpo di grazia non lo aveva inflitto lei, intanto gli ostaggi si liberavano e iniziavano ad appropriarsi di armi, seppur barcollanti, per aiutarli con i mercenari «si anche io non glielo lascerei fare» spallucce, mentre ancora una volta si metteva dinnanzi a Wren ed Ethos, cercando di colpire quest’ultimo con il calcio del fucile allo stomaco«attenti, piccioncini» disse in tono canzonatorio a Wren e Lapo, mentre ricaricava il fucile, lanciava uno sguardo d’intesa a Corvina, e sparava dieci colpi verso quel bastardo
    «fortunati ci fossi io» occhiolino, un cenno del capo come ringraziamento a Veena, e lo sguardo a cercare subito dopo yejun. dove cazzo era.

    Meanwhile Vincenzo aveva visto Giacomino in difficoltà, poteva mica lasciare che il più prezioso dei cugini si facesse male? no ovviamente, fuck danny, si lanciò in picchiata verso lui provando a dargli una spallata che lo stordisse.
    Oh i metodi dei cuozzi napoletani di solito non fallivano mai, che volete.


    E sono solo uno dei tanti
    Col sorriso triste e con gli occhi stanchi
    Che non riesce più a fidarsi degli altri
    Con una mano mi abbracci e con l'altra mi ammazzi
    E sono stato sempre quello solo
    Perché non sono mai stato come loro
    Che hanno lo sguardo pieno d'odio e il cuore vuoto
    Il nostro amore maledetto mi mancherà in eterno



    (10) DIFESA GIACOMINO (vinc + ethan + saw): spallata
    (3) DIFESA CHOUKO (javi + mina + kyle):
    ATTACCO DANNY (chouko + yejun+ mina + saw + kyle):

    (10) DIFESA MINA (john + yejun + dani):
    (6) DIFESA JOHN (seb + mina):
    (5) DIFESA JAVI ( grey + ellis + ada):
    ATTACCO BUBBLES (john+ grey + seb):

    (14) DIFESA SEBASTIAN (javi + ellis + mira):
    ATTACCO G-BABY (ellis + mira):

    (9) DIFESA WREN (wind + seb + corvina): calcio del fucile nello stomaco di Ethos
    ATTACCO ETHOS (wind + corvina): spara 10 colpi

    OSTAGGI 2/2
    — (GREY) breccan & iris
    — (JOHN) alice & shiloh
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    Wind Thunderstorm
    Vincenzo Linguini


    Era un caso che ogni volta che si trattenesse, per essere civile, le prendesse di brutto? Una volta rialzata si poggiò una mano sulla spalla sentendo la frescura del sangue, faceva un male cane « Miststück» e se parlava in tedesco, c’era qualcosa di cui preoccuparsi, strinse i denti ed imbracciò il fucile, mentre si guardava intorno e faceva caso a chi avesse potuto subire la sua ira in quel momento, la sua scelta ricadde su Cyleno, che stava assalendo uno dei ragazzi italiani, con uno scatto, dopotutto aveva il braccio sinistro fuorigioco, non le gambe, prima di correre però dall’altra parte del campo di battaglia, si sentì di gridare «ATTENTA» verso Chouko, la sua attenzione si spostò altrove e si avvicinò a quel tipo che stava puntando alle caviglie di Vincenzo e sollevò il piede destro puntando a dargli un calcio sul naso con la punta davanti dell’anfibio.
    sperava gli uscisse molto sangue, con tutto il cuore.
    e poi.
    yejun: non incendiarci tutti
    nessuno:
    ma proprio proprio nessuno:
    wind:
    Wind richiamò a se una fiamma, dalle mani ormai libere dai guanti, e guardò il tipo sotto di lei «è così che ho fatto fuori la mia famiglia» uno sguardo di sufficienza, dall’alto «ritieniti fortunato, se rimani vivo potrai dire di essere uno dei sopravvissuti al mio fuoco» e puntò la sua fiamma sul corpo del povero Cyleno, probabilmente a breve avrebbero sentito odore di carne alla brace.
    ma a lei purtroppo non interessava.


    E sono solo uno dei tanti
    Col sorriso triste e con gli occhi stanchi
    Che non riesce più a fidarsi degli altri
    Con una mano mi abbracci e con l'altra mi ammazzi
    E sono stato sempre quello solo
    Perché non sono mai stato come loro
    Che hanno lo sguardo pieno d'odio e il cuore vuoto
    Il nostro amore maledetto mi mancherà in eterno



    (20) DIFESA ETHAN (grey + mina + kyle):
    ATTACCO SHARPY (wren + kyle):

    (2) DIFESA GREY (ethan + javi + dani):
    ATTACCO GHALI (ethan + dani):

    (4) DIFESA CHOUKO (javi + wind + corvina): la avvisa
    ATTACCO DARGEN (chouko):

    (9) DIFESA VINC (wind + giacomino + dani): gli da un calcio (visto che sta a terra) al viso
    ATTACCO CYLENO (wind): cerca di bruciarlo vivo. it can be like that sometimes

    (8) DIFESA ELLIS (mina + ethan + corvina):
    ATTACCO CROZ (mina + corvina):

    GREY LIBERA VIN E SCARLETT
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    Vincenzo Linguini


    Non era solita avere pazienza, Wind, fosse stato per lei ogni cosa si sarebbe risolta alla sua maniera, che non era probabilmente accettabile in società (togliendo il probabilmente), tra colpi di pistola e fuoco, però, sarebbe rimasto ben poco lì dentro, compresi gli ostaggi, dopo quindi aver dato una bella botta a quei mercenari, ed averne uccisi alcuni, a cui corpi diede un calcio per essere sicura dell’operato, sia mai avessero avuto l’idea di rialzarsi tipo lazzaro, mentre stava pensando (thinking) di provare a liberare qualcuno, Ethos (che nome di merda possiamo dirlo?) cercò di colpirle di nuovo la spalla, la stessa per giunta, aggrottò le sopracciglia «minchia c’hai il viz-» non riuscì a finire la frase che il suo ragazzo la fece piroettare via dalla traiettoria di quella mazza chiodata volante, si prese il suo princess treatment, eccezione che valeva solo per Yejun, e poi quando le disse che aveva qualcuno da uccidere gli sorrise divertita, lo prese per il colletto e gli lasciò un bacio a fior di labbra «pensaci tu ok? fagli il culo, vado a liberare qualche ostaggio» e corse verso dani e kyle «potrebbe fare un po’ male, scusate, stringete i denti» non era famosa per essere una persona delicata, si tolse i guanti gettandoli chissà dove e prese la catena delle manette fra le mani, surriscaldandola e facendola sciogliere.
    non c’è libertà senza un po’ di sofferenza cit


    Nel mentre vincenzo sentiva il suo cuoricino battere forte forte, venire salvato da Mina?? un onore incredibile aiuto, avrebbe voluto fare un video, commemorare il momento, ma non aveva avuto il tempo.
    la triste vita di chi si era messo nei casini per salvare una testa di minchia.
    E mentre lo zombie si prendeva un calcio rotante per lui, Vincenzo guardò i morti. i morti lo guardarono. «prendo il vostro sangue, tanto non vi serve più» e lo richiamò a se per creare una mazza da baseball che usò per colpire Cyleno e lanciarlo via.

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    (4) DIFESA JOHN (mina + wren):
    ATTACCO BUCK (wren):

    (11) DIFESA WIND (wind + yejun): piroetta spostandosi dalla traiettoria
    ATTACCO ETHOS (yejun):

    (10) DIFESA CHOUKO (ellis + ethan):
    ATTACCO DARGEN (ellis):

    (20) DIFESA VINC (vinc + mina): crea una mazza con il sangue e lo lancia via
    ATTACCO CYLENO (mina):

    (9) DIFESA GREY (ellis + giacomino):
    ATTACCO GHALI (giacomino):

    grey e wind liberano gli ostaggi:
    kai & veena
    dani & kyle
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    Vincenzo Linguini



    era iniziato tutto dieci giorni prima, quando una mattina di quelle era semplicemente andato a lavoro, nel bordello di suo fratello, e lui non si era presentato manco una volta a scartavetrare i coglioni, manco per dieci minuti!! capite quanto la giornata di Vincenzo era migliorata grazie a quella piccola accortezza? aveva preso quella notizia benissimo, era strano, ma si era convinto che magari quel coglione avesse da fare per san valentino?? insomma sapeva che aveva un ragazzo (povera anima pura, pregava ogni giorno per lui) e magari era impegnato, sperava fosse tornato il più tardi possibile e super rilassato, lui che era appena tornato da Naples city per la (non) vittoria di Geolier, che aveva comprato le sim tarocche, che aveva votato con i cinque cellulari nella tuta gold, aveva avuto una gioia?? un week end lungo da passare in pace?
    un sogno, forse una favola
    e poi.
    e poi avevano ricevuto la notizia, e si erano riuniti nel bar di famiglia.
    erano spariti, non solo i suoi familiari, ma gente di ogni tipo, e li avevano rapiti?? ma che cazzo lui voleva solo che il fratello si facesse un weekend di sesso sfrenato mica che sparisse per sempre, mannagg a [redacted].
    lo aveva deciso mentre fumava una sigaretta, fuori al bar dello sport, che sarebbe andato a riprenderlo per le orecchie, e aveva scoperto che Remo e Giacomino erano con lui.
    Non ci andava d’accordo, ma Lapo era l’unico consanguineo che gli era rimasto e che, a malincuore, doveva salvare.
    testa di cazzo.

    Gettò il mozzicone della sigaretta per terra schiacciandolo con gli anfibi, quel posto non sarebbe potuto essere più una merda di quanto già era, dopotutto, gli ricordava un po’ i laboratori dove l’avevano rinchiuso qualche anno prima, privandolo della magia e del beneficio di rimanere da sua madre, sospirò e si passò indice e pollice sulle sopracciglia, una mano sulla spalla di giacomino «ce li riportiamo a casa, mh?» che sapeva un po’ di c arripigliamm tutt chell ca è o nuostr, un po’ di autoconvinzione non faceva mai male visto che se fossero tornati a mani vuote gin li avrebbe uccisi, resuscitati, e poi uccisi di nuovo, e poi aveva conosciuto suo cognato. Un fucking santo, lo adorava già, e gli aveva pure chiesto se fosse un cugino di Lapo, lui aveva risposto deadpan che era il fratello purtroppo.
    Strinse nella mano destra la semiautomatica, mentre entravano in quel postaccio, aveva una leggera pelle d’oca sulla spina dorsale perché gli sembrava tutto troppo tranquillo, dove straminchia erano gli ostaggi? mentre il silenzio tombale aveva invaso la stanza, quell’enorme sala da ballo che gli pareva uscita dai miglior romanzi di King, lo sapeva lui, che l’inculata stava dietro l’angolo, soprattutto quando vide il fratello lì per terra.
    non si mosse di una virgola.
    almeno stava bene.
    dal cielo (come se fossero stati una visione di Diego Armando Maradona) scesero (Madonne) i power ranger in giacca e cravatta, che iniziarono ad attaccarli, ovviamente «c sfaccimm» semplice, coinciso, mentre correva verso Wren e cercava di colpire Diodato (fuck you ridacci aldo moro) con una gomitata, come dicevano i suoi cugini ndo cojo cojo, strinse i denti e sparò due colpi verso Ghali, minchia ma quanto era alto quel bastardo «fa fridd la ngopp?» chiese, mentre cercava di fare lo sgambetto a Brandi «stai pure morendo, fai il bravo» a quanto pare non era ancora il momento di buttare il sangue




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    (12) DIFESA WREN (wren + vinc): gomitata
    ATTACCO GHALI (vinc): gli spara due colpi

    (6) DIFESA VINC (vinc + yejun): fa lo sgambetto
    ATTACCO CYLENO (yejun):

    (10) DIFESA ETHAN (grey + ethan):
    ATTACCO SHARPY (grey):
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    Vincenzo Linguini





    E se una mattina, qualche giorno dopo San Valentino, vi foste svegliati e fosse giunta al vostro orecchio la notizia che un vostro caro amico non risultava essere reperibile da qualche giorno?
    Sparito nel nulla, come se mai fosse esistito, con altre persone, familiari, parenti, che mancavano all’appello da più di cinque giorni.
    Quando Wind aveva saputo di Barbie, da Yejun che si era fiondato a casa sua, si era messa a sedere e aveva poggiato due dita alla tempia, cosa che faceva molto spesso per pensare, era possibile che una persona sparisse senza alcun motivo e che non lasciasse alcuna traccia? aveva guardato il suo ragazzo e l’aveva rassicurato sul fatto che l’avrebbero trovato, poi si era vestita e precipitata al quartier generale per cercare di comprendere se qualcun altro sapesse cosa stava succedendo.
    aveva incontrato Javier, altre persone lì riunite, ed aveva scoperto che erano spariti Diaz, Moka, Mireia.
    aveva sentito il panico trasformarsi in potere nelle sue mani, in rabbia per essersi fatta sfuggire da sotto al naso quelle persone, aveva stretto i denti e i pugni evitando che il fuoco divagasse tra le proprie dita, era stata in silenzio, non sapendo ancora bene come esprimersi, ed era tornata a casa, trovando come unica soluzione rifugiarsi tra le braccia di Yejun.
    «dovremmo andare a recuperarli» aveva detto, mentre aveva sollevato il capo dal petto di Yejun e lo aveva guardato in viso, mentre lui affondava la mano nei suoi capelli, entrambi sul divano di casa sua, in religioso silenzio da quando avevano avuto quella terribile notizia; era pronta ad avere una delle loro solite discussioni, basate sul fatto che fosse pericoloso buttarsi in quel tipo di situazioni a capofitto, ma il mezzo italiano era consapevole di chi stesse decidendo di far entrare nella propria vita quando aveva deciso di aprirle il proprio cuore, e Wind poteva essere migliorata nei comportamenti, ma sapeva ancora battersi come le era stato insegnato e non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo, perché era ciò che la faceva sentire viva.
    al contrario, però, di ciò che si aspettava, ovvero un litigio con i fiocchi, Yejun sembrò capire il suo punto di vista, decisamente rassegnato ma consapevole del fatto che non l’avrebbe mai lasciato andare da solo in quel posto, quindi Wind scattò in piedi, pronta a preparare ciò che le serviva per andare in ricognizione.
    ben conscia che sarebbero andati, mano nella mano, a riprendersi i propri amici, a qualsiasi costo.


    Non faceva freddo come in Siberia, non sapeva spiegare cosa si aspettasse, ma l’ultima volta che aveva imbracciato un fucile e si era ricongiunta con un gruppo di persone fuori da una struttura nella quale avrebbero dovuto irrompere si trovava dall’altra parte del mondo, con almeno 20 gradi in meno, con il vento che le graffiava le guance e lo stomaco in subbuglio.
    lo sguardo vagò sulle pareti di quel posto di merda, mentre stringeva le mani coperte da guanti di pelle di drago, una recente gentil concessione verso se stessa visto che la aiutavano a controllare i nuovi poteri, sul fucile.
    Erano lì per un motivo, ed era pronta a sparare chili di piombo per riportare a casa sana e salva quel gran numero di ostaggi.
    una mano andò a cercare quella di Yejun «non farti uccidere» disse mentre poggiava la fronte alla sua spalla, prendendo un bel respiro «ricorda che solo io posso avere questo privilegio» sorrise mentre gli lasciava un bacio sulla tempia, non glielo aveva detto a parole, ma era ben chiaro nei suoi gesti.
    ti amo.
    I passi riecheggiavano su quel pavimento ridicolmente bianco, puro come non lo era, Wind aveva alzato il fucile tenendolo dritto dinnanzi a se, pronta a reagire a qualsiasi cosa avesse allertato i propri sensi, un silenzio innaturale che le rimbombava nelle orecchie «qualcosa non torna» si guardò intorno senza però abbassare la guardia, un passo, due passi, in quell’enorme sala da ballo, giusto il tempo di rendersi conto che erano lì, li guardò velocemente e non disse nulla, premette le labbra fra loro sentendo una certa inquietudine, e poi.
    e poi era arrivata la cavalleria.
    sospiro bestemmia, mercenari, ovviamente, via la sicura del fucile, sollevò lo sguardo verso Yejun e vide quel tipo corrergli incontro con quell’arma sguainata, strinse i pugni contro il metallo del fucile e scattò verso Brandi, uno slancio con le braccia; provò a colpirlo con il calcio del fucile dietro la nuca «giù le mani dal mio uomo» scandito, quasi ringhiato, mentre si voltava verso Ethos, che sembrava volersi portare la sua spalla a casa, sollevò lateralmente la gamba cercando di colpirlo allo stinco destro, mentre sollevava il fucile e gli sparava 9 (fucking) colpi.
    vediamo se mi ricordo ancora come si fa





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    <b>(10) DIFESA YEJUN (yejun + wind):</b>
    <b>ATTACCO BRANDI (yejun):</b>

    <b>(16) DIFESA WIND (yejun + wind):</b>
    <b>ATTACCO ETHOS (wind):</b>


    (10) DIFESA YEJUN (yejun + wind): colpisce Brandi alla nuca con il calcio del fucile
    ATTACCO BRANDI (yejun):

    (16) DIFESA WIND (yejun + wind): calcio nello stinco destro
    ATTACCO ETHOS (wind): gli spara nove colpi
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    Wind Thunderstorm
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    «lo vedo. sento che non la definisci casa tua, non al momento perlomeno» forse…forse yejun si sbagliava: pochi minuti prima anche lei avrebbe detto che quella non era casa sua, se si considerava la propria casa come un luogo di rifugio, un luogo a cui, aveva pensato sempre stupidamente, si era legati senza alcun motivo in particolare, non le veniva certo in mente quell’appartamento scialbo e senza calore, o meglio, senza calore umano, visto che di fuoco in quei giorni ce n’era stato abbastanza, ma… da quando ci aveva messo piede lui l’aria le sembrava addirittura più limpida, le sembrava di avere il cuore più leggero e quasi le veniva da sorridere (greve) «se io non riuscissi a trovarti da nessuna parte di sicuro non cercherei qui», e dove mi cercheresti? avrebbe voluto chiedergli, per poi fargli notare che alla fine l’aveva trovata proprio lì, a casa sua, ad autocommiserarsi e far evaporare tisane e bruciare tutto ciò che toccava, le sembrava di essere il re Mida, magari era stata troppo avara nel distruggere, nel prendersi la sua rivincita, e quella era stata la sua punizione, aveva usato la sua magia in modo sbagliato e ora Dio, le veniva da ridere solo a pensarci visto che era tutto fuorché religiosa o credente, l’aveva punita nel peggiore dei modi: privandola dei suoi poteri.
    «non ho nessun posto da chiamare casa» era vero, non si sentiva bene da nessuna parte, o quasi, forse in quel momento ad un palmo dal viso del mangiamorte si sentiva incredibilmente bene, ma non c’era bisogno di dirlo, no? aveva già mostrato troppo di se stessa, quello poteva…ometterlo. «non avresti dovuto cambiare il nome, avresti dovuto vendicarti dandogli un nuovo significato» avrebbe potuto ma lei non era un’eroina di un fantasy qualsiasi o una moderna cenerentola, non avrebbe potuto salvarsi o essere salvata così semplicemente perché non era buona, anzi, il suo nome forse le si addiceva alla perfezione, e sua nonna aveva avuto davvero ragione quando aveva avuto quella stupida visione che le aveva rovinato la vita «non meriti di essere infelice con una come me, dovresti davvero lasciar perdere» lo dimostrava il fatto che non avesse il minimo rimorso, per quello che aveva fatto alla sua famiglia, forse l’unico rimorso era quello che aveva sentito, dopo anni, proprio con l’ex grifondoro, un rimorso che le aveva distrutto la mente a tal punto da andarlo a cercare per assicurarsi che fosse vivo, di poterlo toccare ancora «me lo avevi detto, no? non mi avresti risparmiato se mi avessi trovato di fronte. veniamo alla domanda importante invece: hai mantenuto la promessa sulla cicatrice?» le…aveva chiesto se gli aveva lasciato una cicatrice? le venne da ridere mentre tirava su col naso «non puoi dire sul serio» disse tirandogli un pugnetto al petto, ancora «niente cicatrici, non ancora per lo meno» e poi. oh era tutta orecchi per quella storia, com’era? si era limonato… quattro persone? arricciò le labbra e si avvicinò al volto di yejun, incredibilmente seria, guardandolo negli occhi «e… sentiamo» gli poggiò una mano sulla spalla e si avvicinò al suo orecchio sussurrandogli un «ti hanno fatto scordare dei miei baci, mh?» se c’era una cosa da sapere era che Wind era tremendamente territoriale.
    e leggermente gelosa.
    gif code
    1996
    pyrokinesis
    rebel
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    nickname: Melanie~
    role attive: delilah 25/11
    PE accumulati sulla carta fidelity: 5
    scheda livelli:gruppo 1-erisha, maddy, liz delilah

    nickname: Melanie~
    role attive: Azzy 12/11PE accumulati sulla carta fidelity: 10
    scheda livelli:gruppo 2-Wind, Azzy, Kul
  8. .
    una perchè sono realista dai
  9. .

    WindThunderstorm
    «non ci voglio andare» aveva detto Wind tirandosi su le coperte fino al naso come se fosse stata una bambina di 5 anni; era raro poter scorgere altri lati di wind oltre a quello arrabbiato o quello impassibile, ovvero quelli che indossava ogni giorno, più che raro era quasi impossibile scorgere altre emozioni sul suo viso, ma Yejun era quello che probabilmente aveva scorto i lati più nascosti di Wind, ed era lui che l’aveva buttata giù dal letto pretendendo andasse a fare il controllo in ospedale, il ginocchio era guarito, ma non era tornato come prima, le faceva ancora male, per quanto non lo desse a vedere e cercasse di fare come sempre la tosta, non erano rare le volte in cui si ritrovava a zoppicare, era da tempo ormai che non usava neanche più tanto frequentemente le sue amate scarpe dal tacco dodici, prediligendo sneakers o mocassini.
    Sospirò wind, portando la mano destra alla tempia, mentre raggiungeva il piano delle visite, il dottore che la seguiva le aveva detto che era uno dei pochi casi in cui l’ossofast o un incantesimo guarito o non bastavano, i babbani chiamavano quella specie di continuità riabilitazione, la turca l’avrebbe chiamata piuttosto tortura; ma perché poi erano tutti così maledettamente felici? cosa c’era di bello nel farsi infasciare, pungere o addirittura bere pozioni disgustose? Wind non lo capiva proprio, probabilmente il suo disappunto le si leggeva in volto, abbassò lo sguardo sullo schermo del cellulare digitando un sono qui nel quale si leggeva tutto il suo cattivo umore, quando come risposta ricevette solo emoji colorate e foto delle sue gatte che dormivano sulla testa decolorata di yejun un mezzo sorriso le si dipinse in volto, non poteva restare arrabbiata per molto tempo, quella piccola canaglia aveva il potere di farle tornare il sorriso con un battito di ciglia «bom dia, miss» mh? Wind sollevò lo sguardo e guardò di traverso da dietro i vetri scuri degli occhiali da sole quella figura ballerina, fin troppo sgargiante ed allegra per i suoi gusti «Buongiorno» quasi biascicato, pronunciato per educazione più che per altro, yejun le stava insegnando come essere una brava persona senza doverlo fare realmente, erano gli opposti, ma lo ammirava per avere sempre il sorriso stampato in volto e per la gentilezza che usava con tutti «le dispiace se mi fermo un po'? il piano è in subbuglio, penso che ce ne vorrà un po' prima che uno dei medimaghi possa essere con lei.» se non fosse stata in quelle circostanze wind si sarebbe pizzicata l’attaccatura del naso con indice e pollice e probabilmente avrebbe sbuffato, anzi sicuramente avrebbe sbuffato, ma ci stava davvero provando a non spaventare quell’… infermiera? oddio se ne fosse stata una di sarebbe potuta proporre per farle la visita al posto del medimago che di solito le controllava il ginocchio, di cui già non si fidava …possiamo parlare di quello che vuole, il mio nome è Lita! Sono una volontaria.» oh ecco, ma non sarebbe dovuta servire ai bambini? di sicuro con il suo fare allegro li avrebbe rallegrati alla grande, lei invece… «è sicura che non ci sia nessun altro ad aver bisogno di lei?» accavallò le gambe e sollevò gli occhiali da sole sulla fronte «la loquacità non è il mio forte… forse è troppo colorata per intrattenermi» a differenza sua che era grigia e cupa.

    RebelPyrokinesisalways grumpycat lover

    I've never been a fan of change
    But I'd follow you to any place
    gif credit: brumarchesine.tumblr.com/
    ms. atelophobia panics at a lot of places beside the disco
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    HTML
    [URL= https://oblivion-hp-gdr.forumcommunity.net/m/?t=62755456#entry460989958]Wind Thunderstorm [/URL]

    - Capo Guerriglieri
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    confermo wind capo guerriglieri hhhhh
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    «è che non sono mai stato a casa tua. non pensi che le case altrui svelino molto di più di quanto una persona voglia ammettere? l'ordine e il disordine, le decorazioni, i colori, la luce, le foto»
    fece leva sulle braccia Wind, per seders sul tavolo e lasciare riposare il ginocchio ancora martoriato, evidente il sollievo sul suo volto probabilmente «e di me? hai capito qualcosa?» era un appartamento asettico quello di Wind, niente ghirigori o souvenir, niente foto, solo lo stretto indispensabili e di colori neutri, l’ordine non mancava ma negli ultimi giorni lasciava un po’ a desiderare grazie al suo nuovo potere «non ci ho messo molto ad arredarla» alzò le spalle, era la verità, aveva scelto il primo locale tranquillo dove sarebbe potuta tornare per riposarsi e rilassarsi «se sono silenzioso è perchè sto cercando più informazioni su di te senza esplicitamente chiedertele, spero non ti metta a disagio, deformazione professionale» scosse la testa «finchè sei tu non mi da fastidio» o non l’avrebbe fatto entrare, era il primo a mettere piede in casa sua, e per quanto per i suoi gusti si fosse esposta fin troppo, continuava a sentirsi tranquilla, ed era strano per lei, che non si era mai fidata di nessuno se non di se stessa.
    E con la fiducia, con quel sentimento che le provocava quel leggero calore alla bocca dello stomaco, era arrivata anche la paura di poterlo perdere, spesso a letto da sola pensava di non meritarlo, di non meritare qualcuno che la tenesse tra le mani cosi delicatamente, che la trattasse come una cosa fragile e le dedicasse tutte le attenzioni del mondo, lei che le mani le aveva sporche di sangue, lei che aveva ucciso senza pensarci due volte su «mi spaventa la possibilità di vederti uscire da quella porta e non rivederti mai più, non lo sopporterei» distolse lo sguardo e lo portò sul palmo della mano poggiato sul ginocchio ancora violaceo siamo pari disse yejun, ma non lo sarebbero mai stati, lui aveva il suo cuore, la teneva in pugno, era pericoloso per lei, un profumo intossicante che le faceva bruciare la gola, ma non poteva farne a meno perché quando le era accanto tornava a respirare «hai ancora la collana» un’affermazione accompagnata da due dita che si posavano sulla pelle scoperta del collo, di fianco alla catenina, tracciando una leggera linea e creando la pelle d’oca sul ragazzo; «resto» fu la parola che fece tornare a respirare wind, non si era nemmeno accorta di aver trattenuto il respiro fino a quel momento, ignorò il dolore al ginocchio e incrociò i piedi scalzi dietro la sua schiena per portarselo vicino ed appoggiare la testa sulla sua spalla «grazie al cielo» disse con voce flebile, mentre ascoltava il battito del suo cuore, e si godeva il tepore delle mani sulle sue guance «sarai la fiammella che illumina le mie giornate.» rise di cuore Wind dandogli un leggero pugno sul petto «e non il tuo sole? rude direi» lo sguardo andò a cercare nuovamente il suo «se sono al tuo fianco posso fare tutto » disse avvicinando il viso al suo e facendo sfiorare i loro nasi, con l’intenzione di far unire le loro labbra, ma qualcosa la fermò, una domanda che sperava non sarebbe mai arrivata: «cos'altro devo sapere?»
    wind prese un respiro profondo prima di parlare «io… non sono una brava persona, ho ucciso la mia famiglia provocando un incendio enorme» pizzicò il ponte del naso con due dita, prima di proseguire «il mio vecchio nome era Afet Rickenbach, significava disgrazia, ero una reietta per loro, mi evitavano come la peste ed erano razzisti, ho dato fuoco alla mia, alla loro casa prima di venire in inghilterra » si mordicchio il labbro inferiore «sono una disgrazia, Yejun, durante la guerra avevamo delle… allucinazioni, era terribile, ognuno di noi vedeva le persone che amava di più, ed io ho visto te» tirò su col naso, mentre le lacrime cominciavano a scendere sulle guance, un simbolo di umanità, Wind era umana e dimenticava di esserlo troppo spesso, da quanti anni non piangeva? «ti ho ucciso Yejun, ti ho sparato, mi si è spezzato il cuore ma ho pensato di aver ucciso anche te, di averti condannato» nascose il capo nella sua spalla, consapevole che a breve avrebbe potuto non godere più di quel calore «non ti merito, per niente»
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    Wind Thunderstorm
    Will you still love me when I'm no longer young and beautiful?
    Will you still love me when I got nothing but my aching soul?
    I know you will
    Il cuore le batteva all’impazzata e sembrava volesse fuggire dal petto «e io mi sciolgo per te, wind» era quello che aveva pronunciato Yejun pochi minuti prima, l’aveva sentito con le sue orecchie, ma ancora stentava a crederci, portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre lo anticipava ed andava verso il salotto «vuoi… qualcosa?» disse mentre si poggiava col sedere al tavolo, senza sedersi e lo osservava bene, era bello, maledettamente bello, Wind lo aveva sempre saputo, fin dai principi, fin quando erano in siberia «sei un po’ silenzioso, o sbaglio?» finalmente sorrise, Wind, un lusso che si concedeva solo con pochi, e che solo alcuni avevano possibilità di vedere.
    ma Yejun non era uno dei tanti, le aveva appena detto di volerla conoscere, aveva capito senza che lei glielo spiegasse il perché fosse scappata così, senza dirgli nulla, lei non aveva confermato, era rimasta in silenzio, mentre le guance le si imporporavano leggermente: ammettere che yejun aveva ragione avrebbe significato parlare a cuore aperto ed ammettere l’innamoramento verso quel ragazzo, che le aveva fatto? l’aveva stregata? cosa ne era stata di quella Wind dal cuore di pietra e dallo sguardo severo? sepolta nei meandri della sua anima, probabilmente, pronta a salire a galla quando non si trattava di lui e mai in sua presenza « io… voglio che tu sappia tutto di me, così potrai decidere tu se rimanere o restare» pronunciare quelle parole le provocava un bruciore alla bocca dello stomaco, ma per quanto volesse ignorarla quella possibilità c’era: wind aveva fatto cose sbagliate, e non tutti avrebbero voluto avere a che fare con lei, se Yejun avesse deciso, dopo il suo racconto, che stare al suo fianco non sarebbe stato possibile, Wind l’avrebbe rispettato e lasciato andare via senza controbattere.
    dopotutto lei portava sfortuna, era una maledizione
    «che ne sai magari ero un vampiro e stavo solo aspettando tu mi facessi entrare» rise e scosse leggermente il capo, commentando con un « che scemo» ma la sua risata si arrestò quando yejun le chiese «wind ma... quella è la mia felpa? ecco che fine aveva fatto», Wind avvampò parecchio portando la mano piegata dinnanzi alle labbra « beh si… l’ho presa quella sera e la uso per dormire, per sentirti più vicino» distolse lo sguardo imbarazzata « non riesco a dormire senza» era la verità, da quando ce l’aveva non era passata notte che non l’avesse indossata per dormire, abbracciandosi e sentendo il suo odore in essa « la rivuoi?» sperava proprio di no.
    in tutto ciò la distanza tra loro era ancora presente, voluta da Wind « ecco la prima cosa che devi sapere è questa» mise una mano dinnanzi a se innalzandone l’indice, sul quale apparve una fiammella « niente più magia in me, ed inoltre non so controllarlo, potrei farti male» chinò il capo, stringendosi ancora da sola, mentre aspettava la risposta dell’altro
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    Edited by look what you’ve done - 4/6/2023, 08:24
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    Non se l’aspettava.
    Era l’ultima persona che si aspettava di trovare fuori casa sua, l’ultima persona che pensava l’avesse voluta cercare.
    Si era comportata male, malissimo, era scappata senza dire una parola dopo averlo praticamente sequestrato per un giorno, per dargli un degno addio, per poter morire in pace, con il ricordo di averlo stretto fra le braccia un’ultima volta, sapeva stessero perdendo, sapeva che molto probabilmente per lei sarebbe finita male, non voleva che lui provasse a trattenerla, perché molto probabilmente ci sarebbe riuscito senza nemmeno insistere troppo.
    lei doveva combattere, era la sua essenza, forse la sua unica ragione di vita.
    lo era.
    prima di incontrare yejun.
    «forse sei tu ad aver dimenticato qualcosa, qualcuno» Wind si mordicchiò il labbro inferiore prima di riuscire a dire « ti sbagli» flebile ma ben udibile in quel silenzio calato dopo quell’affermazione, si strinse le braccia per non carezzargli una guancia, afferrargli una spalla, non era possibile spiegare a parole quanto le fosse mancato e quanto desiderasse poterlo abbracciare, sentire la sua pelle sotto le mani «le lacrime che ho pianto da quanto te ne sei andata» lo sguardo scuro seguì quella boccetta infrangersi sul pavimento, e l’unico pensiero che le passò per la mente di quello che non potesse più riparare ad una cosa del genere con la facilità con cui avrebbe potuto qualche settimana prima «lo so che non ci crederai, ma mi mancavi» eri l’unico pensiero a tenermi viva, durante la guerra lo pensò ma non lo disse, era una tipa di poche parole e si era esposta già tanto dicendole che le era mancato «perchè non mi hai svegliato?» sorrise a labbra chiuse, abbassò lo sguardo non avendo il coraggio di guardarlo dritto negli occhi «mi avresti lasciata andare, dopo?» la risposta era ovvia, se fosse stato il contrario lei non l’avrebbe mai fatto andare via consapevole di non poterlo rivedere mai più, «mi hai lasciato come la protagonista di una telenovela qualunque che veniva abbandonata dall'uomo di turno che voleva solo scoparla per poi sparire misteriosamente. wind, te ne sei sgattaiolata durante la notte…se non mi volevi più potevi dirmelo» …se non lo voleva più? Wind sgranò gli occhi mentre si stringeva nella sua felpa «sei impazzito?» si posò una mano sul volto ridacchiando leggermente «io non volerti più? semmai il contrario» si poggiò anche lei allo stipite della porta sciogliendo la tensione accumulata nelle spalle «io brucio per te, yejun » nel vero senso della parola ormai, visti i danni che faceva con la pirocinesi «ci sono cose di me che… non conosci, è cambiato molto da quella sera a madrid» arricciò le dita dei piedi, incrociando lo sguardo col suo «ma i miei sentimenti sono gli stessi, te lo assicuro, se non più forti » si scosto di lato «vuoi entrare o vogliamo discuterne per le scale?» e sorrise leggermente.
    perché yejun era il primo uomo ad entrare in casa sua, oltre che nel suo cuore.
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    «un uccellino mi ha detto che non vi piaccio» un guizzo, una scintilla scattò in aria «dovrei proprio uccidervi» le mani di wind si strinsero intorno alla tazza, per la prima volta un tè non corretto col brandy che teneva nella credenza, e che ormai era prossimo a finire, labbra verso il basso e sguardo perso nel vuoto «e lo so. lo so che non è colpa vostra. La società in cui avete vissuto finora, vi ha riempito la testa di idee sbagliate. hanno reso noi – noi! - i cattivi!» si porto la tazza alle labbra per prendere un’altra sorso di quella bevanda che doveva aiutarla a rilassare i nervi, gentile concessione di Halley quando l’era andata a trovare qualche giorno prima ed aveva trovato una casa mezza distrutta dalle fiamme che Wind non sapeva ancora domare, e sibilò.
    Era bollente come l’inferno.
    «Scheiβe!» disse mentre lasciava cadere l’ennesima tazza sul pavimento, praticamente vuota perché il liquido all’interno era evaporato, non ci avrebbe mai fatto l’abitudine, non avrebbe mai accettato di dover gettare via la sua bacchetta, amica di tante avventure, di non poter più cambiare sembianze a suo piacimento.
    di non potersi curare da sola uno stramaledettissimo ginocchio.
    «vi perdono, e vi faccio un regalo» le spine che trafiggevano la sua pelle, che laceravano la carne e facevano sgorgare sangue, la magia, l’unica cosa a cui aveva potuto fare affidamento durante gli anni e che non l’aveva mai tradita, risucchiata via, come se non fosse mai esistita, come se non fosse stata mai parte di se; strinse i pugni e i denti obbligandosi ad accovacciarsi e raccogliere i cocci di quella che una volta era la sua tazza preferita, zoppicare verso la pattumiera e gettarcela dentro, distrutta e irrecuperabile proprio come lei, distrutta e irrecuperabile come il suo cuore, ancor più martoriato di come lo ricordava.
    Da quando aveva quel nuovo potere, ironia della sorte voleva che ora potesse incendiare cose senza accendino, e soprattutto involontariamente, non c’era giorno nel quale non avesse fatto un numero compreso tra tre e cinque danni alla propria casa, il peggio era che per quanto provasse a controllarlo non riuscisse minimamente a farlo, ed era maledettamente frustrante continuare a sciogliere forchette o far evaporare bicchieri d’acqua, Halley aveva supposto che si trattasse delle proprie emozioni da tenere a bada, che si riversavano sulla cosa che al momento non sentiva parte di se.
    doveva abituarsi, doveva accettarsi erano le parole che aveva sentito in quei giorni, ma come faceva ad accettarsi se il suo cuore aveva un’altra direzione?
    non aveva avuto il coraggio di chiamarlo, non sapeva se avesse voluto rivederla, non in quelle condizioni, non quando poteva ferirlo, non quando non poteva nemmeno concedergli un abbraccio.
    se non avesse saputo controllarsi? se lui non l’avesse accettata così com’era? faceva male non ricevere un messaggio, faceva male non sentire il suo calore.
    fu il campanello a destarla dai suoi pensieri, aggrottò le sopracciglia e incrociò le braccia al petto «Halley?» era l’unica anima pia che le faceva visita in quei giorni, si strinse nella felpa rubata a yejun qualche giorno prima zoppicando verso la porta «Hai dimenticato qualcos...» e invece, si ritrovò davanti colui che una settimana prima aveva lasciato a madrid fuggendo con una passaporta.
    indietreggiò automaticamente, piedi scalzi sul pavimento freddo e sguardo spaventato.
    non gli avrebbe fatto male, non di nuovo.

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