Posts written by tentpole

  1. .
    It's beautiful how this deep normality settles down over me
    I'm not bored or unhappy, I'm still so strange and wild
    Non ricordava quando, esattamente, avesse scelto di fare capolino in quella stanza.
    A dirla tutta ricordava molto poco di ogni momento successivo alla fine. Ricordava Barry, finché Barry non era sparito dalla sua visuale. Mood, e quello strano scambio di sguardi; l’accusa che aveva interpretato nei suoi occhi, e che ancora non aveva avuto il modo, o il coraggio, di affrontare appieno. Qualcuno doveva averlo trascinato via dalla scena. Era abbastanza certo di non aver opposto resistenza, e se l’aveva fatto non doveva essere stato così bravo. Qualcosa — qualcuno — aveva mormorato tra i suoi capelli delle parole che vagamente somigliavano al conforto. Poteva esserselo immaginato. Harry era stato lì, in ogni caso. A scrutare negli occhi vuoti di Toothless, e a tenerlo fermo sotto la luce fioca del crepuscolo. Non aveva pianto, e non aveva urlato; guance miracolosamente asciutte e gola seccata dall’aridità nell’aria, ma non graffiante. Il pensiero era stato gratificante — sapere che nonostante tutto era riuscito a non attirare troppo l’attenzione su di sé, scalpitante come un bambino di fronte a tutto quell’orrore.
    Aveva scoperto solo dopo il destino dei Prescelti. E allora, nel privato della sua stanza, si era concesso di spingere i polpastrelli contro le estremità degli occhi fino a vedere bianco e lasciarsi andare. Liberatorio. Non l’aveva considerata, quella terza opzione. La morte, e quanto potesse bruciargli nelle vene. Il resto? Poteva imparare ad accettarlo. Lo aveva già fatto una volta.
    La routine che aveva seguito era stata al contempo familiare ed estranea. Trascinarsi in giro, crearsi uno spazio nel miasma post battaglia; in quel nulla totale, che a un certo punto avrebbe dovuto imparare a riconoscere come casa. I passi cauti attorno alla casupola, attorno alle persone; mento basso e occhi puntati sempre sull’inanimato. L’unico volto su cui era sostato per più di qualche secondo era stato quello di Aidan, alla quale aveva raccontato le sue avventure che avevano ben poco di eroico in sussurri prima di sgusciare via. Non si era chiesto se la sua presenza fosse accetta o meno; la porta era rimasta convenientemente aperta, e l’aveva preso come un segnale.
    Poi, chissà. Interesse morboso, forse.
    O la necessità di non appartenere da nessuna parte, ma con qualcuno al suo fianco. I passi lo avevano semplicemente guidato . Quasi un auto-tradimento.
    «tranquillo, non è così grave»
    Considerò l’idea di battere le nocche al muro e rendere la sua presenza ovvia, nascosto com’era tra le ombre del corridoio. Strinse i denti attorno al labbro inferiore, e spinse il peso contro l’arcata della porta, e alla fine non fece la cosa giusta. Si trovava meglio in quel limbo, Toothless. Abbastanza lontano da non dover essere inserito nella conversazione, e abbastanza vicino da poter fare i suoi conti e trarne i risultati.
    «davvero, non devi preoccuparti. gli vuole ancora bene, sai? nonostante tutto»
    Hm.
    E non si chiese chi, esattamente, il Morales stesse cercando di convincere. Ma una grazia — minima — glie la concesse. Spingendo la gomma delle Converse contro la pavimentazione e rompendo l’illusione. Se Clay voleva continuare a ignorarlo, a quel punto, era un problema suo.
    «non— non capisce perché Ani abbia fatto quello che ha fatto e, certo, si sente tradito»
    Sorrise. Un sorriso amaro, a pesare sul suo volto invece che illuminarlo. Lentamente, si sedette sul letto abbandonato. Strano ma vero, attese la fine di quel monologo senza infierire.
    «lo pensi davvero?»
    Fece scorrere lo sguardo su Remì, intoccato di fronte alle ferite esposte e il colore malaticcio della sua pelle. Non aveva mai vissuto direttamente gli orrori della guerra, Toothless, ma era cresciuto fra i risultati; persino Bodie, poco più che un punto su di una cartina della California, aveva assistito alle sue parate. Chi non era mai tornato; chi lo aveva fatto solo fisicamente, e neanche del tutto.
    Poi guardò Clay.
    «che gli voglia ancora bene, intendo. si può volere bene a qualcosa che non c’è più?» spinse la lingua contro il palato, e stese la schiena lungo il lenzuolo, reggendosi sui gomiti. «o forse vuole solo bene all’idea di anakin?» e roteò il capo indietro, perdendosi momentaneamente tra i popcorn del soffitto.
    «ciò che sperava diventasse.» ciò che non era più, e che forse non era mai stato.
    Le interpretazioni di Toothless tendevano a scendere sull’infelice. Che ci poteva fare: l’affetto, nella sua vita, era sempre stato collaterale. Una strana coincidenza di cui si parlava poco, perché non era in grado di esprimerlo apertamente.
    «scusa.» quello, però, stava diventando molto facile. Gli pareva quasi di averlo detto così tante volte, negli ultimi tempi, da sfidare Baltasar Monrique. Cinse un fianco con la mano, e schioccò con la lingua un paio di volte. «posso farti stare un po’ meglio, però.» parole che uscirono macchinose, impacciate nel suo palato.
    Eh, dopo avergli distrutto ogni sogno. Piegò la testa contro la spalla, lo sguardo ora puntato sulla porta in attesa di un pitter patter che non tardò ad arrivare. Ci aveva messo più tempo del previsto a capire come far funzionare lo strano meccanismo di Baby Allen in quel fulcro di magia potente e sconosciuta, ma alla fine ci era riuscito a sincronizzarlo a qualunque cosa lo tenesse in vita. Sincera e affettuosa, la curvatura delle sue labbra; e con un cenno del mento invitò anche Clay a guardare.
    Cosa? Ma che domande.

    «non farti mangiare le dita.» perché sapeva, duh, che la tentazione di prenderlo in braccio fosse tanta. Spinse meglio il gomito nel materasso, allora; e accavallò le gambe, riportando le iridi smeraldo su Clay. Non che fossero cazzi suoi, ma. «stai avendo ripensamenti?»
    Oh, cucciolo d’uomo.
    toothless
    simmons / baudelaire

    It's never too late, baby,
    so don't give up
    even stars
    burn out
    wizkid
    time traveler
    folk hero — la sanità mentale! — bubblin'You're in the wind, I'm in the water
    Nobody's son, nobody's daughter
    Suburbia, The Brentwood Market
    What to do next? Maybe we'll love it
    chemtrails over the country club
    lana del rey
    moonmaiden, guide us


    e facciamo che i crediti della gif nel post li metto qui o da telefono ti si apre il popup molesto.
  2. .
    nickname: tentpole
    gruppo: bolla
    link in firma? slay queen cuntyyyy
  3. .
    toothless simmons
    i was just a kid
    nothing but thieves
    I was just a kid
    I needed answers
    I found a screen
    Promised adventure
    Tooth non stava avendo una bella giornata.
    Ne aveva avute di peggiori, tutto sommato. Nel grande schema delle cose, ecco. Ma quella si piazzava sicuramente a un punto della classifica tra il medio-alto; superata giusto dai traumi della guerra e quelli infantili tra la fanghiglia di Bodie, in pratica. E no, non era affatto un ragazzo melodrammatico, che dite, discriminazione.
    Anche perché aveva la tinta che si stava seccando contro la sua pelle, punto primo. Una che probabilmente aveva anche quel giusto livello di tossine elevate in grado di trasferirsi sul colore naturale della sua pelle e renderlo bluastro per almeno un paio di mesi. E di farlo stare male, anche, ma quello era l’ultimo dei suoi pensieri.
    Poi. Era stato sedotto e abbandonato.
    Slealtà e inganno.
    Disonore ai Nickelback.
    Disonore alle loro mucche.
    «Neanche sapreste gestirle, delle mucche.»
    Detto da un vero avventuriero cresciuto nel Far West; un insulto vero. Serio, col suo peso emotivo.
    E POI MINCHIA VOLEVA DAVVERO INCONTRARE L’HELLFIRE MA CHE STORIA MISTICA ERA QUELLA.
    Lui che era un vero fan. Che sapeva dove fossero le priorità (Fear che prende le redini della storia e si appropria del potere, altro che Rezmir) (ALTRO CHE SAMMIE E KEAGAN BUUUUUUUUUUUUUUUU).
    Lui che aveva ignorato i compiti di Erbologia e ora non poteva logicamente più perché i suoi impegni del weekend erano, beh. Saltati non è il termine giusto.
    A quanto pare non erano mai esistiti.
    Ma sapete cosa.
    Non era solo, chiaramente.
    E sapete cosa but in a different font.
    Quel vago livello di disperazione (suo, di Aidan che si era probabilmente andato ad impiccare a uno dei pali degli stand col cravattino da piccolo lord) non lo avrebbe fermato dall’essere il solito, emerito dito nel «secondo me.»
    E a proposito di dita messe in luoghi dove non dovrebbero logicamente stare, spinse un indice praticamente in faccia dello sconosciuto.
    «Keagan nasconde qualcosa.» e con chi altro poteva star parlando, d’altronde, se non l’unico altro povero sfigato che aveva colto il memo sbagliato tanto quanto lui. Per niente intimidito dalla differenza di stazza; somigliava pure un po’ a quel pirla di Arci.
    «l’unico che non ha condiviso la sua storia, mhm. Nella seconda campagna rivelerà la sua vera identità.» palpebre ridotte a fessure, tono cospiratorio: «come, ad esempio, il fatto che la sua finta cottarella sia in realtà un modo per controllare Salem, perché lui è un servo di Daurgothoth.»
    LA SUA (!!!) TEORIA (!!!!!!) che sui forum gli veniva contestata. Maledetti shipper.
    Team marinaiosenzanome.
    «e comunque il tuo cosplay è inesatto.»
    Parliamone.
    dostoyevsky-official
    potatoes non grata
    persona au gratin

    gifs: emziess.tumblr.com
    i panic! at (a lot of places besides) the disco
    i see it, i like it, i want it, i got it
  4. .
    toothless simmonsvi annomascotte
    Ma innanzitutto «KAZ PRESIDENTE.»
    E poi batti le ciglia due secondi e Ara sta di nuovo morendo (aw tutta suo papà in quest!!!!!).
    Clay: sguardo disperato
    Tooth, da dietro ai suoi dieci chili di costume:
    sub-buzz-16059-1514401669-3
    Gesticolò inutilmente per qualche secondo di troppo; e decise saggiamente di comprarsi un po’ di tempo, braccia tese verso la squadra cheer a ondulare come una danzatrice hawaiiana. Doveva comprarsi un po’ di tempo, Tooth. Rifletterci sopra con occhio critico come quella volta in cui aveva dovuto trattare con il nemico nel mezzo di una sessione tragica – metà del suo party pericolosamente vicino ai tiri di salvezza, decisamente troppi colpi critici necessari per buttare giù il lich. E giulia ha la sua mort che vuole a tutti i costi parlare, oggi, quindi è un po’ difficile ragionare.
    Lungo respiro, e schiarì la gola.
    Era giunto il momento del tifo ancora più head empty del tifo precedente.
    «SOLITA NOOOOOOTTE DA LUPI IN STAMBERGA
    NEL LOCALE STAN SUONANDO UN BLUES DEGLI STONESCHENONFARIMAAAA
    LOSCHI INDIVIDUI SUL CAMPO A GIOCAR
    E ARA NON PUò RAGIONAAAAR

    TUTTO AD UN TRATTO GLI SPALTI FAN SLAM
    IL GUERCIO ENTRA DI CORSA CON UNAAAA NOVIIIITààà
    DRITTA SICURA SI MORMORAAA CHE
    IL BOLIDE HA FATTO SLAAAM

    HAAAA—NNOOOOOO COLPITO LA MAZZA
    CHI SIA STATO NON SI SA
    FORSE QUELLI DELLA MAAAALA FORSE I CORVI PROPRIO Là
    HANNO COLPITO LA MAZZA
    NON SI SA NEANCHE PERCHé
    ARA AVRà FATTO LO SGARRO
    ALL’INDUSTRIA DEL BOLIDé»

    Sì.
    you only live once
    the strokes
    living in the middle between the two extremes
    (eliandi's version)


    tifo tassi!!
  5. .
    daniel shinbibliotecariotifiamo
    Dani, anni venti, il mento praticamente a toccare il petto per quanto stesse cercando di farsi piccolo: «stanno perdendo?»
    Una domanda onesta, la sua. Aveva mai seguito mezza partita di Quidditch in sette anni di studi ad Hogwarts? No. Era tra gli spalti della sua ex casata? Also no. Un errore in buona fede, il suo; che di imbucarsi nella balconata dei professori gli era parso un po’ eccessivo, e in un qualche momento imprecisato aveva semplicemente… perso la via. Si era lasciato trascinare dalla folla ovunque questa portasse, e la sindrome dell’impostore che era calata con grandezza grande sulla sua testa non gli aveva concesso di prendere nota del numero allarmante di stemmi bronzoblu che popolavano quella particolare area degli spalti.
    E a quel punto aveva deciso saggiamente di accettare il suo destino, piuttosto che girare i tacchi e ammettere sconfitta. Ok che era legalmente più grande di (buona parte, almeno: a Hogwarts non si può mai sapere) buona parte del corpo studentesco, ma il terrore provocato dall’adolescente medio non se lo era mica scollato di dosso. Un singolo sguardo perplesso puntato su di lui e sarebbe evaporato sul posto. No, grazie. Viva Corvonero, eccetera eccetera.
    «stanno morendo?»
    Ancora più onesto, come dubbio. Daniel Shin era stato il genere di studente che da quelle pratiche sadomasochiste aveva preso le debite distanze; difficile comprendere esattamente perché l’idea di venire presi a bolidate nel cranio fosse così allettante per il resto dei suoi amichetti, ma chi era lui per giudicare. Pubblicamente.
    Nel privato se lo concedeva, di tanto in tanto. As a treat.
    17PQ di bolidi (plurale): arrivano.
    «stanno decisamente morendo.»
    E lui non voleva guardare, quindi strinse una mano sul volto, faccia stretta in una smorfia dolorosa e spazietto tattico tra le dita perché un po’ curioso lo era lo stesso, insomma.
    «hhhhhhhhh» hhhh indeed.
    maroon
    taylor swift
    living in the middle between the two extremes
    (eliandi's version)


    tifo corvi!

    toccata e fuga con danielino perché non ho tempo per pensare al nome di una tipa che arriverà per i prossimi tifi. boop
  6. .
    toothless simmonsvi annomascotte
    Casomai ci fossero dubbi a riguardo: Toothless si era perso. Lost in the sauce, per entrare in tecnicismi più precisi.
    In momenti come quelli si sentiva un po’ come Giulia quando gioca da supporto e la tank si lancia contro un intero team al 100% dell’hp, muore, ci riprova (e muore di nuovo): spaesato, confuso, e con la continua domanda perché siamo qui. solo per soffrire? a balenargli nella mente all’incirca una volta al secondo. Gli mancavano gli spalti, e il suo ruolo passivo nel giro di scommesse. Strinse le labbra in una linea sottile, e si chiese se stesse perdendo guadagni.
    Probabile.
    Tanto quanto era probabile che qualcuno ci restasse secco a quel giro, E NON ERA MANCO LA PERSONA (balt) SU CUI AVEVA PUNTATO MANNAGGIA.
    «aiuto.»
    Aggiustò meglio il costume, e lanciò uno sguardo perplesso nella direzione dei cheer: non era solo per dire. La sua era una richiesta specifica. Sentita, dal kwore.
    E poi la mia docente mi ha scritto per il tirocinio, mi sono distratta, e ho dimenticato cosa volessi scrivere. Ma va bene così! Toothless core; probabilmente anche lui era stato attratto come una falena dalla zona vip, si era ricordato dei millanta compiti che aveva procrastinato in attesa della partita (perché chi sa fare più di una cosa nello stesso giorno? Di certo non lui e la sua fedele amica Ansia Daprestazione) ed era entrato in tilt. Menomale che c’era santo Clay.
    «oh ski.» trascinò la bacchetta contro il terreno – perché non si fidava a puntarla verso l’alto: al solito, preferiva evitare accidentali omicidi con il poco controllo che aveva sulla sua bestia di satana tutta speciale e lo scotch magico che la teneva ancora (vagamente) funzionante –, e prese un lungo respiro. «give me strength.»
    Skifo, con un singolo spruzzino di magia a uscire dall’estremità legnosa: not ao.
    E un tentativo fallimentare dopo, li produsse davvero quei segnaletti al neon – un ARACOELI decisamente troppo grande rispetto al SCHIVALO, ma si apprezza lo sforzo.
    «E QUELLO è IL NEMICO GIURATO COMUNQUE» rivolto a fucking Millepied MA TI SEMBRA IL CASO.
    you only live once
    the strokes
    living in the middle between the two extremes
    (eliandi's version)
  7. .
    si era reso conto di essere giunto a un impasse.
    succedeva, ogni tanto. è che il suo cervello giocava degli scherzi davvero interessanti, quando voleva. un momento era tooth – con la sua pergamena di storia della magia dimenticata tra i plichi nascosti sotto il letto del dormitorio, la cartella scolastica svuotata per dare spazio ai modellini freschi di pittura e i manuali di dungeons & dragons (plurale: quello da giocatore della quinta edizione, quello da dungeon master, quello sui mostri, quello sulla campagna su cui si stava basando), i quaderni di appunti (anche qui, plurale; una dedizione che i suoi professori potevano solo sognare di vedere riflessa nei quaderni distrutti e disordinati che si trascinava a lezione). quello dopo era toothless simmons – che forse quella pergamena di storia della magia non l’aveva dimenticata, ma la stava ignorando perché pensarci troppo provocava una morsa decisamente poco piacevole al suo stomaco. che rinviava le sessioni per la suddetta pergamena, e poi rimandava fino al tardo pomeriggio, e il dopo cena, e passava la nottata sveglio a fissare il soffitto e ripassare mentalmente il programma del giorno dopo. che doveva basarsi su di una precisa scaletta che lo voleva sveglio tre ore prima della colazione (la colazione l’aveva saltata perché aveva finito per svegliarsi troppo tardi) così da dedicarsi ai paragrafi che aveva procrastinato il pomeriggio prima, e poi in biblioteca dopo la lezione di trasfigurazione (si era presentato davanti alla biblioteca; aveva fissato la porta chiusa; era balzato come un furetto quando uno studente del settimo anno aveva picchiettato sulla sua spalla per chiedergli se fosse intenzionato, insomma, a entrare o a spostarsi; era schizzato verso la sala comune) per scrivere fino alle tre di notte (si era addormentato sulla poltrona e svegliato in tempo per la cena; aveva cenato; e la stanchezza che lo aveva fatto collassare in sala comune era tornata, permeando fino alle ossa; si era trascinato nei dormitori, ed era tornato a dormire).
    era toothless che trascinava uova e bacon nel piatto il giorno dopo ancora, il volto posato contro il pugno e lo sguardo distante. che combatteva contro l’acre sapore delle sue emozioni, perché non erano davvero giustificate. non era successo nulla, di fatto; si stava comportando come un bambino. i suoi compagni, due anni più piccoli, non solo erano riusciti a completare con largo anticipo, ma discutevano apertamente della consegna – lamentandosi di quanto fosse stata noiosa la ricerca, perché il libro utilizzava un linguaggio tutto fuorché scorrevole. menomale che avevano preso appunti durante le lezioni del professor quinn.
    tooth non aveva nulla da dire. durante le lezioni sul capitolo di storia della magia aveva disegnato lich e pensato al set da campeggio che aidan aveva promesso di comprargli in cambio di un voto decente. i suoi appunti erano frasi sconnesse e punti interrogativi e commenti; parole scambiate col suo compagno di banco.
    il libro lo aveva a malapena aperto. era incappato sulla prima parola difficile, la frustrazione lo aveva attanagliato, e aveva deciso di chiudere e pensarci in un secondo momento. perché c’era tempo, tanto.
    non c’era più tempo. aveva centodieci pagine sulla guerra dei goblin da leggere, un tema da scrivere, e a malapena un weekend. altre scadenze per il lunedì, anche quelle abbandonate agli albori, e la sessione che non poteva rimandare – perché aveva già bocciato troppe giornate – la domenica, e quella gli avrebbe tolto un sacco di ore. tra pianificazione, gioco, pause, debriefing.
    si sentiva stupido, e incapace di cose che sarebbero dovute risultare elementari alla sua mente di diciassettenne, e vicino al pianto. costantemente. una bomba a orologeria che macinava da giorni.
    inadeguato. imbarazzato dalla situazione, quindi aveva mentito a chiunque dicendo che aveva già concluso il tema, doveva solo consegnarlo. non era vero mai.
    i suoi piedi lo avevano portato quasi spontaneamente fino a quo vadis. ufficialmente, per farsi dare ripetizioni da quel saputo del cazzo (...affectionate; shh, non doveva saperlo davvero) di aidan gallagher.
    tanto che, aprendo le porte del locale, si diede appena il tempo di buttare la borsa su uno dei pochi tavoli ancora vuoti prima di schiaffare le braccia contro il bancone ed esordire con un «hai visto aidan?»
    a un livello… subconscio, se proprio vogliamo – senza la parte sub, a dirla tutta: ma non gli piaceva ammettere a se stesso di aver bisogno di aiuto, quindi non lo faceva –, ciò di cui necessitava era la persona che neanche stava guardando in faccia. gli occhi puntati contro le dita, occupate a tamburellare sulla superficie del vetro espositivo; eh, si vergognava di brutto, tooth, ma era un po’ di vecchio comfort a mancargli. un punto di riferimento e un’ancora allo stesso tempo.
    e magari di un ghost writer, se proprio riusciva a comprarselo abbastanza.
    tirò su col naso, e indietreggiò appena. poi spinse il polpastrello contro il vetro, incurante del cazziatone all’orizzonte. lasci impronte, poi devo pulirle. gngngn.
    «voglio quella ciambella.»
    e aveva anche bisogno di una ciambella.
    toothless
    simmons


    What am I waiting for?
    Feet planted beneath
    hufflepuff
    bodie, california
    can't handle change


    Edited by homini lupus - 30/4/2023, 02:48
  8. .
    toothless simmons
    gifhufflepuffhogwarts
    Would I rather be feared or loved? Easy. Both. I want people to be afraid of how much they love me.
    Silenzio.
    «ok.»
    Bee aggrottò la fronte, roteando il polso come un sommelier prima di svuotare il bicchiere pieno di noccioline in bocca. Spostò il peso da una gamba all’altra, gli occhi scuri ancora fermi sullo studente accucciato a terra – binocolo in mano ed espressione grave a completare il quadro da birdwatcher.
    «ok. posso chiederti che problemi hai?»
    Ma era un’usanza britannica che l* sfuggiva? Di tutta risposta, individuo-strano arricciò le labbra in una smorfia. Non sembrò sorpreso dalla sua presenza, né tantomeno particolarmente offeso dalla domanda. Poteva rispettarlo.
    «solitamente dipende dalla persona a cui lo chiedi.»
    Poteva rispettare anche quello. Registrò solo in un secondo momento l’accento americano. Niente usanza britannica, allora: era solo lui ad essere strange forte.
    Vabbè. «ok», ripetè. Si sarebbe sedut* a terra per assecondare le tendenze inquietanti del tipello, ma voleva davvero rischiare di essere pres* per la collottola da un prefetto e farsi spedire nell’ufficio del preside a causa sua quando, a conti fatti, se l* era stato concesso di partecipare al Ballo era stato esclusivamente perché sua madre era un’insegnante e aveva garantito per l*i?
    La risposta, realisticamente, era un forse.
    Masticò l’aria per qualche attimo – poi scrollò le spalle, sbottonò lo smoking, e si accomodò a terra. «che stiamo facendo?»
    E quello , che attirò l’attenzione di Toothless Simmons. Spostò finalmente lo sguardo su Beezus, cipiglio irritato neanche vagamente celato.
    «io», scandì lentamente, perché forse non era chiaro che il suo fosse un lavoro serio e individuale, «sono in missione per conto di dio.»
    Non era, indubbiamente, la cosa più strana che Beezus avesse sentito. Che non significava che non sedesse nella sua personale top 10, ma una volta suo padre aveva accidentalmente consumato una tegliera di brownie corretti e l’aveva scambiat* per un saggio gufo in grado di prevedere il riscontro delle partite di spellball, quindi c’era di peggio.
    Scrollò nuovamente le spalle, e pigiò un polpastrello nel cocktail di sale e briciole rimasto sul fondo del bicchiere; mandò giù con gran gusto, e annuì solenne.
    «mood.»
    Tooth rizzò le spalle, facendo saettare gli occhi da un lato all’altro: «…bigh è qui?»
    «chi.»
    Tooth batté le palpebre, ora genuinamente confuso. Con estrema concentrazione richiamò a sé il neurone che forse ancora balzava in giro per la stanza.
    «cosa.»
    Un ringhio frustrato: «vai via.» E tornò al suo binocolo, scuotendo un palmo in aria come se stesse scacciando una mosca particolarmente insistente. «ho da fare. drama da documentare. ship da far nascere. polgy da contattare.» un lungo respiro. Joker voice: «non potresti capire.»
    E Bee, che non voleva impacchettare i bagagli precocemente, trattenne l’istinto di piantargli una scarpa sullo zigomo. Esclamò un «sei noioso» con finalità, e calpestò il pavimento fino al tavolo delle bevande con la violenza che avrebbe voluto sfogare sul Tassorosso.
    Ignorò bellamente ogni tipo di conversazione attorno a l*i, gettandosi a capofitto sull’odore pungente dei punch. Sperava qualcuno li avesse impasticciati d’alcol, anche se ne odiava il sapore e gli effetti collaterali; per il gusto, insomma, di girarselo nelle guance come colluttorio e risputarlo nel bicchiere e lamentarsi di qualcosa.
    Quantomeno si prese la briga di usarne uno diverso da quello usato per i salatini. Non voleva davvero rimettere il pranzo di dieci domeniche prima sulla pavimentazione di Hogwarts. Quel castello era un dinosauro – come minimo l’acido l’avrebbe sciolto e sarebbe crollata l’infrastruttura intera sulle loro teste. Tempo di annusarne i contenuti e buttarli giù senza troppi fronzoli, che aveva un indice accusatorio puntato contro un chad qualunque.
    «mi chiamo Beezus Oberlin», petto infuori e mento alto, anche perché arrivava alle spalle di Paris. «e sono cert* di poterti fare il culo a strisce su di una scopa.»
    Fucking titolare della sua squadra, babey. Neanche se ne accorse, del veritaserum a scorrerl* nelle vene: quando eri Beezus i peli sulla lingua li avevi solo baciando con troppa aggressività la testa di un cane.
    sooner or later you're gonna tell me a happy story. i just know you are.
    gifwildcatsalembeezus oberlin
    time to pretend
    mgmt
    now
    playing
    And I knew exactly what to do. But in a much more real sense, I had no idea what to do.


    *taps mic* helloooooooo
    chi siamo:
    - lia: pgvero
    - tooth: studente di hogwarts (tasso), 17 anni, anno V. he/him, in inglese perché in italiano non mi piace come suona. è un bimbodiquest: nel 2017 alcuni prescelti sono finiti a spasso nel tempo. alcuni si sono ritrovati in francia, nel 2117, altri nella città fantasma -- allora popolata -- di bodie, nel 1917. lì, tra gli svariati casi umani, c'era tooth: un orfano dapprima spiritualmente adottato da alcuni viaggiatori del tempo, poi legalmente diventato di famiglia una volta tornati nella linea temporale giusta nel 2019. si veste male, è un po' scemo, ma è bellissimo ed è questo ciò che conta. una volta si è vestito come un membro degli abba per fare la promposal a una ragazza del settimo anno (CIAO SERSHA L'AMORE VERO TI ATTENDE SEMPRE KUI........ < 3). a scuola è la minaccia di ogni tifoseria di quidditch e leader di un giro illegale di scommesse su chi cade dalla scopa per primo, ed è nel club di d&d (che forse non abbiamo mai reso ufficiale, chissà, siamo pigri). fedele allo shipper club. fedele alla sacra voce di polgygirl. aroace. morde come un cane rabbioso ma non per cattiveria, he's just some guy.
    - beezus: studente di salem (wildcat), 15 anni, anno V. usa un po' tutti i pronomi indifferentemente. purosangue. la mami è un'insegnante di salem, il padre un casalingo malewife boyboss backstab belittle. i pv sono timothy olyphant e ashley johnson btw. if you even care. gioca a spellball e ha fatto più falli l*i della maggior parte delle persone con un solo anno di gioco alle spalle. ha una collezione di coltellini che puntualmente l* vengono sequestrati. una minaccia per il quieto vivere di tutti. l*i e la sua ex ragazza si mostravano affetto alzando reciprocamente un pollice in aria quando si beccavano nei corridoi (hanno parlato letteralmente due volte in quasi due mesi di relazione). la pizza con l'ananas è il cibo degli dei.

    che facciamo:
    - tooth vi osserva con un binocolo a debita distanza; vuole gli scoop
    - bee fa cose inutili, va al tavolo delle bevande, becca il veritaserum, bullizza paris
    - (sì, la cosa del gufo saggio è una ref al superb owl di wwdits, i am so normal about this show!!)
  9. .





    You think it's all over
    Get up and try again
    You've got to act your age, darling
    Before you fall back in

    «ogni tanto mi piacerebbe vivere una giornata noiosa e normale. no, eh?»
    Tooth sbuffò una risata, labbra arricciate in una smorfia al limite del disgustato.
    «com’è caduto questo posto.»
    Aggiustò la bandana che dalla fronte era scesa al collo, e fece scivolare lo zaino a terra con un tonfo. Neanche si preoccupò di evitare di terrorizzare accidentalmente il povero cristo davanti a lui; un problema suo, se non l’aveva notato arrivare. L’intenzione era quella di tornare a perlustrare la mappa, ma non poté fare a meno di riportare lo sguardo serrato sul tipello che si stava piangendo addosso.
    Ah. «ma io ti conosco.»
    Pausa. Stropicciò la mappa tra le mani, e reclinò la testa sovrappensiero; si preoccupò persino di alzare un indice nella direzione generale dell’altro, gesto universale dell’aspetta un attimo frà.
    Se se lo ricordava da Hogwarts? «sei quello della lanterna.» ma ovvio che no, pff. Della maggior parte dei suoi (ex, correnti, futuri) compagni di sventura del castello gli interessava relativamente poco. Un amico, in Tooth, si vedeva all’infuori di quelle mura claustrofobiche; un nemico, lo si vedeva negandogli libri essenziali per il wordbuilding della sua campagna sotto la codarda scusa della legalità. Gngn, stai cercando di prendere in presto un libro destinato a un pubblico più grande. Gngn, chi me lo dice che tu non voglia sacrificare caproni e maledirmi casa.
    Tirò su col naso, annuendo piano. «sei quello che non mi faceva passare guida alla cucciolata perfetta di mamma Fearjad e solo perché aveva provato a prenderlo a sedici anni non compiuti e il libro era potenzialmente stato stregato con una magia di gran lunga superiore al suo livello. L’ironia, a guardarli ora! Toothless prevedibilmente pronto a fare il Rambo della situazione e Finn spaventato come un baby uccellino caduto dal ramo.
    Avrebbe potuto fare la persona matura e non sottolinearlo, ma era un Tooth. Tirò il petto in fuori, la testa a dondolare allegra e pura, incontenibile soddisfazione ad illuminargli lo sguardo: «ah, how the turntables.»
    Passò i palmi contro la carta per lisciare nuovamente la mappa, ancora un brodo di giuggiole. «mi neghi il sapere e ora sei qui, a fare il–» batté le palpebre, sinceramente perso per qualche secondo di troppo. Poi, in un sussurro: «cos’è il takscdsbhcfehs castle.» chiedeva per un amico. Lui, lui era l’amico.
    Vabbè. Dicevamo: «ora sei qui e in vantaggio sono io.»
    Vendetta vera, non finirò in galera.
    Lui, inutile dire!, quell’esperienza beargryllsiana la faceva ogni anno da quando ne aveva scoperto l’esistenza. Era partita come una scusa per praticare le mosse del suo mezzo orco barbarico che si era, in un secondo momento, specializzato nell’arte druica; un modo per entrare di più nel personaggio, pensare ad azioni più creative e in character. Poi Benji l’ammazzademoni era morto tragicamente per mano di un cupcake velenoso – l’incidente ai più noto come la Vaniglia di Maggio –, e Tooth aveva continuato a presentarsi. Un mix di nostalgia per la gang di orfani bodiotti con cui si rotolava nel fango come un branco di suini e la necessità di scaricare energia in una maniera che fosse meno frustrante, per lui, rispetto agli incantesimi esageratamente complessi che era solito propinargli Hogwarts e le interminabili pagine di Storia della Magia da studiare.
    Fece scoccare la lingua contro il palato, e considerò le sue opzioni.
    Ok, quindi. Punto primo: «mantieni alto l’onore della torta suprema.»
    Non era semplice cibo, quello. Era il frutto degli dei. Un sacro attimo di ricreazione alla fine del viaggio. Un’esperienza! Ma che ne capiva, lui.
    Poi: «io ti aiuto a uscire da qui tutto d’un pezzo e tu» di nuovo, fece una pausa. Aggrottò la fronte, studiando Finn di sottecchi: «anche se non… sei… giapponese……» ma era una regola non scritta che aveva ignorato finora? Nessuno glie l’aveva mai spiegato perché Tooth era bello e non doveva morire? Chissà.
    Alzò un pugno in aria, e liberò il pollice. «mi dai parte della tua torta.» uno.
    Lasciò andare anche l’indice. «mi aiuti a rubare la biografia di sir Keagan dai Buchi Molteplici.» tutta reference.
    Inarcò un sopracciglio. «aggiudicato?»


    tooth
    less
    simmons


    bodie odie odie - hufflepuff - 17 y.o.

    my toxic trait is how badly i want to domesticate a racoon
  10. .
    nickname: tentpole
    gruppo: tassi
    link in firma? al post di tumblr da cui ho preso la gif? sì c'è (poi lo metto dai giuro......)
  11. .
    personaggio:
    HTML
    [URL=?t=62617020]toothless simmons[/URL]

    scuola: hogwarts
    casata: tassorosso
    gli studenti di tibiavorio/ivorbone specifichino se vega o altair.
    ripetente? sì (+2)
    anno di nascita: 1906 / 2006
    nato dopo settembre? no
    se nato dopo settembre, il vostro pg frequenterà hogwarts con l’anno successivo al suo (es: chi è nato a novembre del 1989, inizierà hogwarts a settembre del 1990, quindi con tutti i personaggi del ’90).
  12. .
    HTML
    </li><li>[URL=?t=62617020]toothless simmons[/URL]

    NEUTRALE
  13. .
    HTML
    <span class="pv-m">gaten matarazzo</span> toothless simmons [URL=?t=62617020][color=#999920] scheda pg[/color][/URL]


    HTML
    <span class="pv-n">lalisa manoban prenotata da niwabi</span>
  14. .
    ↳ PRIMA UTENZA: homini lupus
    ↳ NUOVA UTENZA: tentpole
    ↳ PRESENTAZIONE: tooth_irl
    ↳ ROLE ATTIVE:
    aidan
    arci [26.09]
    esorcismo [09.10]
    dick
    indagini [09.10]
    mads [09.10]
    ken
    jd [29.09]
    jd [09.10]
    ↳ ULTIMA SCHEDA CREATA:
    fa ridere ma fa anche un po' piangere. dick [25.05 a.c.]
  15. .

    per scaramanzia eggsy starà molto lontano

    aggiorno e già che ci sono faccio cambio tattico con han jisung
    (ciao blaisito tornerò da te)
    HTML
    <span class="pv-n">Gaten Matarazzo prenotato da tentpole</span>
23 replies since 18/8/2022
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