I'll come back to hunt you, memories will taunt you

poppins-86b + meowmeow-0325

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    poppins e meowmeow si imbattono in una bancarella per strada che vende oggetti esoterici, si avvicinano per curiosità e notano che una bambola di pezza sembra seguirli con lo sguardo. Non si fanno troppe domande, pensando sia la loro immaginazione. Poco dopo, una volta essersi allontanati dalla bancarella, si accorgono di essere seguiti da qualcosa: è la stessa bambola della bancarella. Forse sta cercando nuovi amici, o vi vuole uccidere. Non siete certi di voler rimanere per scoprirlo.
    poppins-86b
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    «quanto costa?»
    «Quanto puoi pagare?»
    Mads, china sulla bancarella, sì alzò a fissare il venditore. Non era lì per contrattare (o per comprare in generale), ma era come se sentisse che quella bambola voleva lei. Il sentimento era reciproco, e le sembrava una gentilezza toglierla da quell'oscuro lato del wicked, in quanto rimasta ultima del suo tipo e in mezzo ad oggetti che ben poco avevano a che fare con giochi d'infanzia, e portarla in una casa accogliente.
    Assolutamente non c'entrava il fatto che le avessero fatto vedere da poco toy story (tutti.) e pensasse fossero storie vere, nè si sentiva in colpa per tutte le bambole simili a quella neglettate durante l'infanzia o addirittura distrutte per divertimento ah ah ah............
    «è così costosa?» l'uomo indicò annoiato un cartello. Mads cercò di leggerlo, mettendoci qualche tempo in più di una persona normale, e nonostante le lettere e parole saltate le parve di capire che la sua futura bambola (sì ormai era così) fosse in realtà un qualche tipo di artefatto magico appartenuto ad un potente mago oscuro o qualcosa di simile... e fosse all'asta al miglior offerente. Mads dubitava di poterlo essere (con quali soldi ihih), ma non era quello a preoccuparla. A quanto pareva, la bambola andava maltrattata per usare al meglio il suo potere. La russa si sentì infinitamente triste. Certo, da bambina era stata cattiva con i giocattoli, ma l'idea che lo facessero adulti? Maghi? Che sapevano che i giochi erano vivi??
    «fin quando è in vendita?»
    «Questa sera finisce l'asta, domani mattina andrà alla sua nuova casa»
    L'avrebbe rapita.
    L'avrebbe salvata. Forse non era l'amica che quella bambola meritava, ma poteva essere gentile con lei. Mal che vada, poteva trovare qualche bambino special di cui si fidava all'Isola o nel quartiere.
    Si chinò sulla bancarella. «tornerò a salvarti» mormorò, certa che la bambina l'avesse sentita, e dopo un ultimo sguardo (rancoroso.) al venditore, se ne andò, seguita dallo sguardo del giocattolo. Era lì per lavorare (tuttofare: era stata assunta per controllare e aggiustare un paio di giostre dove la magia non sembrava sufficiente), ma c'era tempo prima di sera...
    Prese una scorciatoia, con l'idea di tornare nella zona più luminosa e nambinesca del parco... ma sentì un rumore alle spalle nel vicolo, e voltandosi non credette ai suoi occhi. La?? bambola?? Era lì?? «stai cercando... me?» sussurrò.
    Un po' sorpresa lo era: pensava i giochi si muovessero solo non visti dagli umani !!11 «sei scappata?» ok forse era un po' inquietante, ma non così tanto!!!
    QUOTEQUOTEQUOTE
    QUOTEQUOTEQUOTE
    MAX_8RIGHE
    NOMEARTISTA
    NOMECANZONE
    NOMEALBUM

    scusa altra persona non sapevo come incastrarti perchè non sapevo come usare il prompt ma mi fido di te

    e sì lascio il codice così com'è prima o poi lo sistemo o forse no non è male verde .


    Edited by ‚soft boy - 9/10/2022, 00:09
     
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    «tornerò a salvarti»
    Dick, miglior offerente tì-em: huh.
    Inarcò un sopracciglio, studiando discretamente la ragazza dal suo lato della bancarella. Roteò nel palmo della mano l’amuleto che fino a pochi secondi stava osservando (sotto l’occhio da falco di quello che supponeva essere l’aiutante del proprietario; ogni volta che provava ad avvicinare ulteriormente l’oggetto verso di sé il collo del ragazzo si allungava di conseguenza, le unghie a imprimere mezzelune sul cartone dello stand), poi lo posò distrattamente e finse di interessarsi a un tomo sull’alchimia dall’aspetto antico e malmesso.
    A essere del tutto onesti Richard non si era mai particolarmente dilettato con la magia nera, e di certo non avrebbe iniziato con una bambola di dubbia provenienza; era, però, uno storico. E in quanto tale, di fronte a un possibile artefatto perduto di Laudfolt il Necromante, poteva forse tirarsi indietro? Il fatto che il venditore conoscesse le origini della bambola era sospetto, sicuramente. Un pezzo così interessante — svenduto a un mercato con un prezzo di partenza di pochi galeoni? Aveva girato abbastanza posti dubbi (spinto, ovviamente, solo dalla sete di conoscenza; ffs) da sapere quando una truffa era mascherata da affare, ma la cosa non lo avrebbe fermato. Se il suo stipendio da professore non era in grado di offrirgli una vita agiata, d’altronde, c’erano sempre i gioielli di famiglia a mettere le pezze dove il vizio di Dick finiva inevitabilmente per provocare danni critici al suo portafoglio. Un bene, forse, che nonostante tutto fosse riuscito a tenersi stretto l’eredità dei Quinn: non era decisamente fatto per una vita da classe media.
    E casomai la cosa non fosse abbastanza ovvia, attese che la sconosciuta si volatilizzasse prima di posare il libro dove lo aveva trovato e annunciare, con un sorriso educato, «se non le dispiace, raddoppio la mia offerta.»

    «stai cercando... me?»
    E Richard sussultò, preso alla sprovvista. Cercò con lo sguardo la sconosciuta, riconoscendo tra le ombre del vicolo la ragazza di poco prima. Aggrottò la fronte, a quel punto, aprendo la bocca per mettere a tacere ogni suo dubbio: talmente preso nel suo lungo, lunghissimo flusso di coscienza da non essersi reso conto (1) di dove fosse finito, (2) di non essere solo. La situazione era piuttosto incriminante, però; non voleva che tipella strana pensasse che fosse in cerca di una vittima da caricarsi nel furgone.
    Prima che potesse tirar fuori alcunché, però, lei lo precedette: «sei scappata?»
    Scappato. Lui. Da… da che.
    Sguainò la bacchetta, a quel punto, e si voltò in cerca di possibili minacce. Lo aveva tenuto sott’occhio per tutto quel tempo? Non era strano che Dick perdesse del tutto senso con la realtà; il suo cervello era sempre cento passi in avanti rispetto al suo corpo. Era un uomo di routine per un motivo preciso, d’altronde: certi processi, ormai, li aveva automatizzati per sopravvivenza. Troppo facilmente distratto dalle sue pergamene, il buon Richard.
    Fu allora che la notò. A pochi metri di distanza, appoggiata a un palo grezzo, c’era il vero destinatario di tutte quelle attenzioni. Rilassò le spalle che, inavvertitamente, si erano irrigidite in una postura da soldato; quindi stirò la giacca con le mani, e schiarì la gola.
    «la invito a mantenere le distanze.» rivolto a Mads, casomai le fossero venute strane idee. «è un oggetto maledetto; le sue intenzioni potrebbero non essere… delle migliori.»
    E rivolse un ulteriore sguardo inquisitorio alla bambola: uno specialis revelio non sarebbe stato in grado di sortire alcun tipo di risultato, contro un incanto oscuro. Gli serviva tempo.
    Gli occhi freddi del Quinn si posarono brevemente su Mads, a quel punto, prima di tornare alla bambola. «e, in ogni caso, temo d’informarla che, per come sono messe attualmente le cose, questo è un mio problema da risolvere.»
    Che era un modo per dire: giù le mani, che il giocattolo è mio. Ma chi si credeva d’essere, Morgana ladra.
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    "mi fido di te" sì ma manco io so come usarlo quindi spero tu non ti sia fidata troppo <3

    la bambola la immagino come quella di nadja. fun fact
    (sì, il mago oscuro è drew. nostro drew. drew gioco alcolico. ciao lele)
    dick pensa che mads si stia riferendo a lui quando fa domande alla bambola perché in inglese le frasi di mads hanno genere neutrale (were you looking for me? / did you run away?). fun fact x3

    e sì scusa è brevissimo ma mi sono davvero data 20 minuti massimo per scrivere x d
     
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    Quando sentì l'altra persona nel vicolo con lei sfilare la bacchetta, Mads fu rapida a richiamare le ombre e a compattarle per avere con sè un lungo bastone. Si erano vicendevolmente ignorati fino a quel momento, lei e l'uomo - o così pensava - ma avere un'arma puntata addosso tendeva a metterla sul chi vive. Pensava il mago non l'avesse seguita, che fosse una casualità si trovassero lì insieme, ma magari sbagliava, e lui era stato più bravo di quanto lei credesse nel mimetizzarsi e sembrare un nessuno qualunque in giro per il parco.
    Si stupì quando l'uomo si sistemò gli abiti schiarendosi la voce, minimizzando lo scatto che entrambi avevano appena avut, e portando invece la sua attenzione sulla bambola di Mads.
    La ragazza passò lo sguardo da uno all'altra per tornare poi da lui.
    «la invito a mantenere le distanze.»
    «mi scusi?»
    «è un oggetto maledetto; le sue intenzioni potrebbero non essere… delle migliori.»
    Mads inclinò la testa di lato, e osservò la bambola, ora immobile - eppure con lo sguardo sempre fisso nel suo. Non le sembrava particolarmente... cattiva. Sapeva che esistevano oggetti magici con volontà propria, che questi erano pericolosi, ma non voleva credere il giocattolo rientrasse fra questi. Quel piccolo esserino le aveva lanciato una richiesta d'aiuto con lo sguardo. Ancora lo stava facendo.
    Voleva la libertà, e non c'era sentimento che Mads non capisse meglio.
    «e, in ogni caso, temo d’informarla che, per come sono messe attualmente le cose, questo è un mio problema da risolvere.»
    «Gli esseri umano tendono sempre a pensare che le cose che non capiscono, abbiano cattive intenzioni» non mantenne le distanze, non fece scomparire il bastone, ma non si mosse per avvicinarsi alla bambola o all'uomo. Sapeva che ci fossero alte possibilità di star prendendo un granchio.
    «perchè pensa che questa bambola sia maledetta?» agitò una mano in aria «in caso non può... smaledirla e basta? Poi potrò occuparmene io»
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    «Gli esseri umani tendono sempre a pensare che le cose che non capiscono, abbiano cattive intenzioni»
    E di nuovo, Dick aggrottò la fronte. Un bene che la sua faccia fosse parzialmente coperta dalle ombre; era indubbiamente poco educato mostrare così apertamente la confusione in volto, ma la sconosciuta aveva molto probabilmente fatto allusioni sul non essere umana.
    Nonostante ogni fibra del suo corpo gli pregasse di chiederle di più, scelse saggiamente di non commentare. Non voleva di certo mostrarsi più sfacciato di quanto avesse già fatto.
    Lasciò scorrere lentamente lo sguardo sul bastone oscuro tra le sue mani, però; pochi secondi, prima di tornare a cercare gli occhi dell’altra. Strinse quasi impercettibilmente la mandibola e aggiustò la presa sulla bacchetta, ma mantenne una forma rilassata. Non era lì per uno scontro; fino a pochi secondi prima, a dirla tutta, non era lì per alcun tipo di motivo. Quindi, insomma.
    «perchè pensa che questa bambola sia maledetta? in caso non può... smaledirla e basta? Poi potrò occuparmene io»
    Arricciò le labbra e alzò appena il mento. Dunque, era davvero convinta di potergli soffiare la bambola da sotto al naso. Lavorava per qualcuno? La stava acquistando per terzi? Era semplicemente nuova a quella scena, e non avevano mai avuto modo d’incontrarsi? Brutte abitudini mai disimparate lo avevano portato a racchiudere la ragazza in una scatola ben precisa. L’aveva notata adocchiare l’artefatto e aveva rapidamente catalogato le sue vesti, l’acconciatura dei capelli, le mani, il linguaggio; c’era qualcosa d’indubbiamente strano, in lei. Poco ma sicuro, non appariva come il genere di persona in grado di controbattere a un offerente con un reddito disponibile come il suo. Non ricordava di aver visto il suo volto tra quelli delle casate nobili che, nonostante i suoi migliori sforzi, riuscivano a infestare le sue giornate con inutili eventi d’alta classe e conversazioni rubate tra le strade di Diagon Alley.
    Ma forse – forse si era semplicemente sbagliato. Forse, come lui, aveva scelto di sparire lontana dagli sguardi della società magica inglese per riniziare altrove; a giudicare dalle sue peculiari abilità, probabilmente erano stati i genitori stessi a nasconderla come un segreto in un posto dove nessuno avrebbe potuto sbattergli porte in faccia in quanto traditori.
    Batté le palpebre, lasciando vagare di nuovo lo sguardo sulla bambola.
    Aveva altre cose a cui pensare, in ogni caso.
    «vuole acquistare un oggetto di cui non conosce le origini?» una scelta… sicuramente interessante, la sua.
    «si suppone risalga al 1400, all’incirca. Nessuno conosce la magia esatta che l’ha portata in vita – oscura, indubbiamente. Sinistra, oserei dire. Il mago che ha soffiato vita nella sua stoffa era imprevedibile tanto quanto era potente.»
    Ripensò alle parole del venditore; prima che rivolgesse sguardi decisamente poco gentili alla ragazza aveva accolto con decisamente più entusiasmo le domande di Dick – il quale, certo, giocava la parte dell’acquirente in modo migliore: un pesante cappotto di marca dalle linee eleganti abbracciavano la sua forma, e le sue mani erano coperte da guanti in pelle di drago dalle cuciture magistrali; composto e imponente come un uomo in grado di sostenere il più alto dei prezzi. Meritevole di attenzioni diverse. Il genere di atteggiamento che lo lasciava con l’amaro in bocca, ma a volte aveva i suoi vantaggi.
    Si chiese se la ragazza fosse rimasta in ascolto, in quel lasso di tempo. Quindi, ci tenne a precisare: «come spesso accade in questi casi, temo si tratti di un personaggio incompreso. Colpa delle innumerevoli interpretazioni errate; ne avrà forse sentita una proprio stanotte.
    «Ebbene, Laudfolt non era malvagio. Molte sono le testimonianze che portano a credere il contrario, perché è cosa comune soffermarsi sui casi di omicidio che lo hanno inevitabilmente portato alla gogna»
    #ripeirith «ma, seppur le sue intenzioni non siano mai risultate chiare, dai diari che ci ha lasciato – o, quantomeno, le poche pagine che ci rimangono – appare piuttosto ovvio che non fosse mosso da una sete di sangue. Semplicemente, la sua magia era… difettosa.»
    Sospirò, e rivolse lo stesso sorriso educato di poco prima alla sconosciuta: «qualunque cosa l’abbia resa senziente richiede un controincantesimo inesistente. O introvabile, com’è spesso il caso delle maledizioni antiche. Sarà familiare con quella della licantropia, suppongo.
    «Posso assicurarla, però, di essere in grado di prendermi cura dell’artefatto ed evitare che crei alcun tipo di problema.»

    Perciò poteva anche lasciarlo ai suoi affari, ora.
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    «vuole acquistare un oggetto di cui non conosce le origini?»
    Beh, tanto per iniziare non voleva acquistare proprio niente: voleva (rapirla.) salvarla, ma a parte quello... sì? La gente prendeva di continuo oggetti di cui non conosceva le origini, vuoi perchè consideravano tali cose innocue, vuoi perchè era più facile pensare che un qualcosa apparisse già fatto in un negozio piuttosto che alla forza lavoro che era stata sfruttata per averlo a quel basso costo. Non era così assurdo che avrebbe portato a casa una bambola magica, ai propri occhi.
    «Non dovrei?» era ingenua quando si parlava di magia, disinteressata a dirla tutta - ma in sua difesa, pur avendo quasi capito quanto c'era scritto sulla bancarella, non voleva dire ci credesse del tutto: quanto poteva essere pericolosa una bambola venduta in un parco divertimenti? Senza contare che lei non aveva intenzione di farle del male, come sarebbe servito per attivare il suo potere.
    Le lanciò uno sguardo. Le pareva la bambola si fosse avvicinata.
    Ascoltò le parole dell'uomo, sinceramente affascinata. Le erano sempre piaciute le storie, anche se odiava leggersele, e quella dello sconosciuto era interessante. Ne sapeva un sacco del creatore di quella bambolina, eh?
    «...Semplicemente, la sua magia era… difettosa.» sollevò un sopracciglio. L'ultima (unica?) volta che aveva sentito parlare di magia difettosa, stavano parlando di quella special. Chissà se intendeva lo stesso.
    «qualunque cosa l’abbia resa senziente richiede un controincantesimo inesistente. O introvabile, com’è spesso il caso delle maledizioni antiche. Sarà familiare con quella della licantropia, suppongo. Posso assicurarla, però, di essere in grado di prendermi cura dell’artefatto ed evitare che crei alcun tipo di problema.»
    «oh» il suo viso si intristì. «vuole... ucciderla?» scosse la testa, rendendosi conto dell'errore nella scelta delle parole. «O toglierle la vita- la coscienza» era confusa «Perchè? È solo un giocattolo, che problemi potrebbe creare?» La indicò «stava sulla bancherella tranquilla fino a poco fa, e a meno che il venditore non sia morto, immagino... non sia particolarmente pericolosa» sollevò di nuovo le sopracciglia «se non è infastidita»
    Resistette al guardare la bambola e controllare se era sporca di sangue NON AVEVA UCCISO IL VENDITORE GIUSTO???
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    Poteva uccidere una… bambola?
    Aprì e chiuse la bocca, inutilmente, per qualche momento. La sua coscienza? Ma poteva mai chiedere una cosa simile a un Dick? Mads, you got a big storm coming.
    Arricciò le labbra, pronto a un sermone così lungo da poter probabilmente esorcizzare la bambola per la sola noia, ma evidentemente la sconosciuta aveva altri piani.
    «Perchè? È solo un giocattolo, che problemi potrebbe creare?»
    Di nuovo, Dick provò a infierire: niente da fare. «stava sulla bancherella tranquilla fino a poco fa, e a meno che il venditore non sia morto, immagino... non sia particolarmente pericolosa»
    Alzò l’indice in aria, a quel punto – il gesto pacato di chi sta chiedendo, per favore, di poter parlare. D’altronde anche lui, come una qualunque sara sr, credeva nei grandi insegnamenti di gesù: non fare agli altri (i suoi studenti) ciò che non vorresti fosse fatto a te (parlare a vanvera senza prima chiedere il permesso).
    «mi preme confessarle, innanzitutto, che trovo la sua teoria decisamente molto interessante.»
    Poteva capitarti un qualsiasi cristiano normale, eh? E invece no. Hai Richard Quinn e te lo tieni.
    «un oggetto senziente è effettivamente in possesso di una coscienza? È un dubbio che molti, prima di lei, si sono posti. Deve sapere che Sigmund Freud trovò nell’immagine dell’oggetto animato motivo di unheimlich. Qualcosa che ci perturba, una realtà nascosta che torna sottoforma di trauma provvisorio. È anche vero che – almeno secondo le mie fonti – Freud non si è mai effettivamente ritrovato di fronte a una bambola in grado di alzarsi e camminare, e le sue supposizioni si basavano principalmente sugli esempi dati dalla letteratura e la più contemporanea, reale rivoluzione industriale che stava mandando in crisi il panorama filosofico del novecento.» poi Freud si voleva fottere la mamma, non era davvero un buone sempio per nessuno.
    Schiarì la gola; quindi drizzò la schiena ulteriormente, incrociando le braccia in quella che era a tutti gli effetti la sua posa da professore tì-em.
    «mi chiedo cosa avrebbe pensato o detto di fronte a un simile conundrum.»
    Eh, probabilmente sempre qualcosa legato a sua madre per giustificare un complesso di Edipo neanche troppo latente: vabbè, insomma.
    «no, non ho intenzione di farle alcunché. Se non, certo, metterla in un posto dove possa rimanere al sicuro – e dove, soprattutto, non rappresenti un pericolo per gli altri. Al di là di quelle che potrebbero essere le intenzioni della bambola – questo, sempre, supponendo che sia in grado di avere pensieri propri e che non si muova meccanicamente –, una maledizione è una maledizione. La magia, se trattata nel modo giusto, può manifestarsi in modi eccezionali. Temo non sia il caso di questo artefatto in particolare.»
    Che per giunta lo stava guardando male, ora, mentre le sue manine di stoffa si contraevano a ritmi regolari. Che non fosse intenzionata a saltargli alla gola?
    Comprensibile ma non particolarmente carino.
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    non ho scritto una singola parola di qesto post sobria
     
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    «mi preme confessarle, innanzitutto, che trovo la sua teoria decisamente molto interessante.»
    *Aria sulla iv corda by batch playing*
    Mads era... affascinata. Confusa? Molto. Ma affascinata! Ascoltava in silenzio l'uomo sconosciuto parlare, innamorato egli stesso dalle proprie parole così tanto da non rendersi conto che la sua interlocutrice si era persa eoni prima e non stava capendo nulla - nè, in realtà, stava totalmente ascoltando. Si era emozionata a sentir nominare Freud (lo conosceva! Avevano aperto un circolo dove parlavano di lui a San Pietroburgo! Uomo dalle idee rivoluzionarie per quello che aveva sentito, molto moderno!), ma poi... eh. La sua attenzione non era mai stata delle migliori quando doveva semplicemente ascoltare ferma, e aveva iniziato a dondolare sui piedi, gli occhi imbarazzati fissi in quelli dell'altro anche se moriva dalla voglia di distogliere lo sguardo - tanto più dopo aver notato i leggeri movimenti da parte della bambola.
    «...mi chiedo cosa avrebbe pensato o detto di fronte a un simile conundrum.»
    annuì.
    Cono... cosa... sembrava una parola inglese, ma non una che aveva mai sentito.
    «Non sono certa...» di aver capito una fava di niente di quello che ha detto, grazie!! «- di avere un'opinione interessante da condividere» sorrise - un po' imbarazzata, ma per lo meno sincera. «Ma continuo a chiedermi dove la voglia portare, per tenerla al sicuro. Le darà una casa?» finalmente, guardò la bomba. «Penso abbia bisogno di-» un amico, o una famiglia, avrebbe detto, come tutti, ma non ne ebbe l'occasione.
    «Parlare per sè!» Era la prima volta che la bambola parlava, e Mads si stupì non poco dell'accento straniero e per niente inglese. Se possibile, si affezionò ancora di più a lei. Era in terra straniera, come la Peskov!! «A nessuno importa di sapere la mia opinione?? Ok, boomer» e incrociò le piccole braccine (o... ci provò; erano di porcellana, non si piegavano), guardandoli torvi (di nuovo: come il suo visetto immobile le permetteva).
    uh, le pareva boomer fosse un insulto piuttosto... moderno, cosa che mads non si aspettava di sentire da una bambola chiaramente vestita in maniera gotica e antica, ma chissà: forse era su quella bancarella circondata da bambino da anni e aveva assimilato il loro linguaggio.
    «...uh... scusa. Non pensavo...» guardò l'uomo, chiedendo aiuto. Guardò la bambola. «...ci chiedevamo se sei maledetta, o... ti serve una mano...?» mads confusa come arianna da cosa accade e come andare avanti
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