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    I think I'll pace my apartment a few times
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    ROXANNE O'DEATH | riddikulus
    Roxie, in tenuta da pirata, braccia incrociate al petto, aspettava. Odiava aspettare. Aveva lanciato un'occhiataccia a Milo che l'aveva salutata con la manina appena aveva incrociato lo sguardo con lei. Aveva lentamente districato le braccia e alzato un dito medio. Gli avrebbe voluto dire "guarda che se ti distrai, muori" ma non erano cazzi suoi. Finché finalmente, Kieran si era avvicinata a loro. «uh. ciao, com’è?» era stata drogata, e lasciata a marcire per dieci giorni in una stanza d'hotel, ammanettata a Rain. Era rimbambita da qualunque tipo di gas nervino o simile avessero dato loro per metterli a tacere. Ma a parte questo? La sua raggia era ai massimi livelli, così come voglia di mietere teste. «una meraviglia, non vedo l'ora di ammazzare i coglioni che mi hanno ammanettata a questo deficiente» disse alzando il braccio per mostrarle le manette e fatle fare il suo lavoro il più in fretta possibile. Aveva anche cercato di tagliarsi il braccio per far uscire un rivolo di sangue per creare lei stessa una chiave ma il suo potere non sembrava funzionare e le manette non erano magiche quindi probabilmente era stata colpa della droga o quel gas nervino. «tadan!» non la ringraziò ma da come la guardò, si poteva notare che fosse felice di essere stata liberata. Si alzò di scatto andando a recuperare il fucile lasciato a terra da uno dei nemici e lo puntò dritto su Rain. «non ce la facevo più, una tortura» essere un ostaggio, guardare gli altri combattere e lei non poteva perché nessuno fra gli ostaggi voleva fare casino e ribaltare la situazione e Rain probabilmente per dispetto l'avrebbe tenuta a terra. Pavor del cazzo. Abbassò il fucile per buttarsi nella mischia. Non era il caso di ucciderlo ora, poteva ancora rendersi utile, forse. «ora roxie si diverte» ma roxie tanto con i punti pa che hai non fai un cazzo. Vabbè ma ti pare? Avrebbe dato del suo meglio anche al peggio delle sue condizioni. «oh! signorina o'death, da questa parte!» le persone non avevano ancora imparato che con la faccia che si ritrovava non dovevano permettersi di darle ordini. L'avrebbe lasciata a morire solo out of spite, se non si fosse capito, la sua pazienza era ai minimi storici. «non darmi ordini, so dove andare anche da sola» gli occhi, per sua fortuna, li aveva ancora. Corse verso Vanya e le saltò addosso di spalle, cercando di tenerle le braccia legate dietro e tirandole un calcio nello stomaco per aggrapparsi a lei con le gambe. «SPARA ORA» e lei invece le morse la spalla. Poi saltò giù e si allontanò da loro, per sparare un colpo di fucile ad Hakkai lì dove non batte il sole per farlo piegare in due dal dolore e non permettergli di attaccare Adrian. Forse anche un monito per qualcuno, eh Rain? Side eye.
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    Io sono la più pazza che c’è, che c’è
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    E voglio gridarlo ancora
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    <b>(11) DIFESA AMA (twat + murphy + rain):</b>
    <b>ATTACCO IDRIS (murphy + rain):</b>

    <b>(10) DIFESA NINA (clay + adrian + roxie):</b>
    <b>ATTACCO VANYA (nina + roxie):</b>

    <b>(9) DIFESA ADRIAN (lena + adrian + roxie):</b>
    <b>ATTACCO HAKKAI (lena):</b>

    <b>(5) DIFESA REMO (twat + cory):</b>
    <b>ATTACCO NIKO (remo + cory):</b>

    <b>LENA LIBERA QUALCUNO DI SUA SCELTA</b>


    PRENDE IL FUCILE

    (10) DIFESA NINA (clay + adrian + roxie): le salta addosso e la tiene ferma con le braccia dietro la schiena
    ATTACCO VANYA (nina + roxie): la morde

    (9) DIFESA ADRIAN (lena + adrian + roxie): spara a hakkai nei gioielli dj famiglia


    Edited by pathetic. - 25/2/2024, 15:50
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    ROXANNE O'DEATH | riddikulus
    Rain a prima occhiata non sembrava averla presa sul serio. Si chiese cosa non gli fosse chiaro dato che non aveva dato il minimo segno di simpatia verso l'altro e che aveva iniziato a tirargli calci e pugni appena aperti gli occhi. Era il fatto di essere più giovane di lui o che non fosse una pavor? Nessuna delle due significava niente per lei perché non aveva intenzione di lavorare al Ministero, le sarebbe piaciuto di più lavorare per vie meno legali e soprattutto in un combattimento all'ultimo sangue, probabilmente quello scuoiato sarebbe stato lui. Era meglio che si togliesse dal mirino prima che lo facesse fuori. Poi oh, a ognuno il suo, meglio per lei se Rain la giudicava inferiore e in alcun modo un pericolo nonostante lo avesse avvisato, le dava un vantaggio. Lo guardò dall'alto in basso quando cadde per terra con un tonfo come pianificato. Sfortunatamente non sembrava essersi rotto l'osso sacro. «ma che cazzo fai?! se invece di là ci sono i rapitori!» alzò gli occhi al cielo dandogli uno scappellotto per farlo tacere e lasciar parlare gli adulti. Un cervello tutto suo lo aveva o lo aveva votato ai Pavor che se l'erano sbranato in un secondo? Lo guardò come se fosse stupido. «se di là ci sono i rapitori e non ci vogliono svegli o vogliono ucciderci, per entrare apriranno quella porta» l'altra opzione era che usasseri gas nervini per metterli k.o. ma questa volta sarebbe in caso stata pronta all'evenienza. «e se ci aprono, ci fanno un favore» il problema era che non c'era alcun rapitore nella stanza accanto alla loro. I loro rapitori si fidavano della cella in cui li avevano rinchiusi, se non lo avessero fatto, avrebbero messo qualcuno di guardia alle loro camere e non aveva sentito nessun passo o alcuna parola provenire dal corridoio. Quindi o erano isolati — e questa ipotesi era stata scartata nel momento in cui avevano sentito rumori provenire dalla camera accanto — oppure c'erano altri ostaggi. «E BASTA MI STAI FACENDO VENIRE MAL DI TESTA» e le manette gli facevano male e aveva fame e ora aveva mal di testa... e quello era un pavor? Ma chi cazzo li accettava al giorno d'oggi. Fu lui a tirarla questa volta e per nessun motivo apparente. Cioè proprio così, out of spite. «la smetti di lamentarti?» ovviamente anche a lei quelle manette stavano lasciando segni sul polso che era diventato dolorante e aveva fame ma almeno soffriva in silenzio. «NON TI SOPPORTO PIٻ Audace da parte sua pensare che lei lo avesse mai sopportato invece. Non c'era mai stato un singolo momento, un secondo uno, in cui lei lo avesse trovato sopportabile. Era già pronta ad alzare la mano per prendere la testa dell'altro e spaccarla contro il muro quando qualcuno dall'altro lato della stanza, rispose. «FAI QUELLO CHE TI PARE SORELLA. SENTITI LIBERA!!» uh- slay?interessante. Non la risposta che si era aspettata di ricevere. Accennò un sorrisetto scrutando Rain dal basso verso l'alto per capire da dove le sarebbe piaciuto iniziare. «TU MI PIACI. FACCIAMO A CAMBIO?» gridò senza staccare gli occhi da Rain, tamburellando le dita sul muro. Almeno si sarebbe tolta dai piedi quello sgorbietto. «QUANTI SIETE DI LÀ?» che informazione utile gli avrebbe dato quella domanda? Boh. Proprio stupido, si vedeva che avessero diverse priorità. «ma che domande stupide fai? chissene importa di quanti sono» tanto non avrebbero potuto salvarli lo stesso se mai fossero riusciti a scappare. Portarsi dietro altre persone li avrebbe resi solamente più riconoscibili e vulnerabili. Le bastava solo che ci fosse una persona per fare da tramite con altre stanze. Comunque, nel caso in cui fossero riusciti a scappare, sperò che la ragazza trovasse un modo per salvarsi da sola, sembrava in gamba. «PERCHÈ, VI SENTITE SOLI?» MAGARI. Sarebbe stata molto più felice di trovarsi in quella stanza da sola piuttosto che con quel coglione di Rain. «NO SIAMO GIÀ IN TROPPI» assottigliò gli occhi guardando Rain. «ancora per poco.» sentì dei passi allontanarsi e alzò un sopracciglio quando proprio accanto a dove aveva trovato il bigliettino di San Valentino, trovò anche una copia del Boccino d'Argento. 24 febbraio 2024. «ora capisco perché ho iniziato a vederti come una bistecca» disse rivolgendosi a Rain e spiaccicandogli il giornale in faccia, poi tornò a fissa il muro. «SIAMO RINCHIUSI QUI DA ALMENO 10 GIORNI.» almeno 10 perché quell'articolo poteva comunque essere di qualche giorno fa. «SIETE IN CONTATTO CON QUALCUN ALTRO? AVETE ALTRE INFORMAZIONI?» magari qualcuno aveva davvero trovato un modo per uscire di lì.
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    «MA CHE FAI MI MISCHI LA RABBIA???!» e aveva colpito in pieno l'ego del ragazzo. Non ci voleva molto a capire quanto tenesse al suo faccino. Basare la propria esistenza meramente su un fatto estetico, patetico. «magari, almeno mostreresti un po' di palle. in senso figurato.» disse anticipando qualunque suo commento a riguardo per metterlo a tacere. «ma spero di averti passato ben altro, magari la faccia ti si riempie di bubboni, ti crescono tre braccia e zampetterai come un ragnetto, chissà» sarebbe stata davvero una bella scena, sfortunatamente non l'avrebbe mai potuta vedere. Quando nominò il fatto che puzzasse di una notte di sesso, vide quella punta di orgoglio trapelare. Ew. E ci aveva pure condiviso il letto per non si sapeva quanto. «tu no» un commento da bambino. Bastava aggiungesse il gne gne gne perculante tipico e non avrebbe notato la differenza con un odioso bambino di 5 anni. Se pensava che così l'avrebbe offesa in alcun modo, si sbagliava. Certo, gli avrebbe torto il collo solo per quello sguardo che le aveva lanciato dall'alto in basso ma per il resto non era che la verità. Non faceva sesso ma non se n'era mai lamentata perche non lo ricercava come il ragazzo. Traeva eccitamento da ben altro «mi diverte fare altro con le persone» tipo provare il loro sangue e poi ucciderle. Solitamente non sopravvivevano. «non mi sembra che tu sei estremamente utile se nemmeno tu sai un cazzo...patata ambulante» doveva essere masochista o non se lo spiegava. Se le cercava proprio, eh. «ti devo ricordare che possiedi uno dei tuoi punti deboli proprio sotto di me? dai pugni alla castrazione è un attimo» le sarebbe anche solo bastato fargli vedere le stelle. Si era già annoiata di lui, gli avrebbe spaccato la testa contro il muro se solo fosse sicura che in quella stanza non ci fossero telecamere. Non era di certo in guerra dove tutto era concesso davanti agli occhi di tutti. «magari non sono utile a te, ma io qui rinchiusa potrei vivere per un po' con una mammoletta come te. ho acqua e carne a sufficienza» e questa volta fu lei a guardarlo dall'alto in basso. Cannibalismo is the way, non si sarebbe fatta problemi in caso di necessità, la sopravvivenza era essenziale. Era ancora a cavalcioni su di lui quando sentì dei rumori e delle voci provenire dalle stanze accanto. Notò lo sguardo dell'altro puntato su di lei e annuì. Forse non erano gli unici rinchiusi lì dentro. «levati» le mimò e sentì il ragazzo cercare di divincolarsi. Forse questa volta lo avrebbe accontentato «oh, sì certo mia grazia, come desidera, ora mi sposto» e con un mezzo sorrisetto saltò di lato, scendendo direttamente dal letto e senza fermarsi si avvicinò alla parete da cui aveva sentito provenire dei rumori, trascinando Rain con sé, nella speranza che non fosse riuscito ad appendersi a nessuna parte e fosse caduto con il culo per terra. Si piegò giusto per raccogliere la pergamena da terra e leggerla. Strappò il bigliettino senza nemmeno farlo leggere a Rain «buon san valentino sta minchia» iniziò a battere i pugni sul muro violentemente, tirando bruscamente Rain. «C'È QUALCUNO? SE NON MI FATE USCIRE DA QUI COMMETTO UN OMICIDIO. SIETE STATI AVVISATI.» il prossimo passo sarebbe stato usare la testa di Rain al posto dei suoi pugni.
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    «ma sei pazza!» roteò gli occhi al cielo e scoccò la lingua sul palato, infastidita. Era davvero offesa. Come aveva osato anche solo pensare che non lo fosse. Cosa aveva al posto del cervello, una nocciolina? L'avrebbe sembrato senza battere ciglio e avrebbe tenuto la sua opera esposta in una collezione se solo avesse voluto, anche se è probabile che avrebbe venduto gli organi al mercato nero. Una garanzia. «ma buongiorno. era ora che te ne accorgessi» non è che fossero completamente sconosciuti. Certo, non gli aveva mai dato chissà che a parlare ma insomma, la sua fama la precedeva... Comunque, non lo vide. O meglio, lo vide arrivare troppo tardi. Fece in tempo solo a spostare il viso di lato in modo che la testata le prendesse la guancia e non naso e bocca e gemette per il colpo. Se prima era incazzata, ora era imbestialita. Gli aveva offerto ben due scelte: soffrire in silenzio o dare inizio a una guerra e aveva scelto quella sbagliata, la violenza. Non ci pensò nemmeno, il suo braccio scattò automaticamente verso il viso dell'altro con l'unico intento di sfracassarglielo. Meglio se lo sfregiava nel frattempo dato che il suo ego era talmente tanto grande. Non avrebbe esitato a ucciderlo e non avrebbe nemmeno dato peso alle conseguenze, se l'era cercata. «senti, testa di minchia, hai due secondi per dirmi quello che sai o l'ultima cosa che vedrai sarà il fondo di quella vasca» disse spostando il suo braccio ammanettato dietro la sua nuca, costringendo l'altro a tenere il braccio piegato davanti a sé, così che se avesse nuovamente cercato di darla una testata, ci si sarebbe strozzato. «se dovessi rapire qualcuno non sarebbe di certo una patata ambulante!!!» una patata ambulante. UNA PATATA AMBULANTE. Ma chi cazzo si credeva di essere? «una patata ambulante» mormorò ancora a se stessa, incredula. Cioè davvero le aveva dato della patata ambulante? Che cazzo di insulto era poi. Si fermò dal torturarlo ancora solo perché (è una semplice role e non posso ucciderti il pg, nyx) qualcos'altro le fece storcere il naso. «parla quello che puzza di una nottata di sesso. manco ti sei lavato, che schifo» e non si stava riferendo al croptop o i leggins arcobaleno che sembrano usciti da una di quelle sessioni di zumba. Lo guardò con un'espressione disgustata. «togliti di dosso esaurita» gli ficcò le unghie nella pelle sotto il collo e lo guardò negli occhi. «la mia pazienza si sta esaurendo» quella di riserva, perché in generale l'aveva presa al primo calcio nello stomaco dato. Non si alzò comunque, anche se avrebbe voluto con tutta se stessa. Ma se quello era tutto un test per sapere se fosse degna di farsi istruire da Jericho? Magari avevano già iniziato e non le era stato detto niente. Le sembrava strano - anche perché comunque erano in un hotel e sembrava tutto così surreale - ma non scartò l'idea. Non notò nemmeno che fosse vestita da pirata anche se il peso sulla sua nuca le aveva fatto sospettare di avere qualcosa di strano addosso. «quindi fammi capire, non sei stato tu ad ammanettarci? quindi stai qui solo a lamentarti e sei pure inutile? ma che cazzo ci fai qui.» uomini. Inutili. Di quello che stava accadendo fuori, del languorino che aveva e di San Valentino gliene poteva fregar di meno.
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    ROXANNE O'DEATH | riddikulus
    E quindi.. sì. Per una seconda volta la palla ha scelto Roxanne. Stavo già ridendo prima ma ora sto ridendo fortissimo. Mi dispiace per chi l'ha beccata perchè... Eh. Mi dispiace.

    Mentre il mondo si preparava ad andare a dormire per vivere la giornata che stavano aspettando da un anno a quella parte, lei decise che il giorno dopo sarebbe rimasta chiusa in casa e non sarebbe uscita. Il suo picco di stragi sarebbe potuto salire alle stelle e quella giornata sarebbe stata davvero colorata di rosso, rosso sangue. Aveva ancora i brividi a ricordare come era finita lo scorso anno, finendo accoppiata a Costas, che per i giorni seguenti aveva continuato a provarci. Il periodo più brutto della sua vita, voleva cancellarlo nuovamente dalla sua mente ma era un trauma indelebile ormai. Chi cazzo aveva pensato sarebbe stata un'ottima idea. Era andata a dormire tranquilla, sicuro non si aspettava che sarebbe successo ancora.

    Spalancò gli occhi svegliandosi con il presentimento che qualcosa di terribile fosse successo. Non aveva tutti i torti: la camera nella quale si trovava non era certo la sua, non aveva alba di dove fosse il che non era una cosa normale e l'aveva messa sull'attenti dopo qualche millisecondo. Era impossibile non avesse sentito nulla durante il sonno, si era addestrata affinché non avesse un sonno pesante così da non rimanerci secca nel sonno eppure era stata rapita. Doveva essere stata drogata ma non sentiva quella confusione che avrebbe dovuto provare, non aveva alcuna sensazione di mal di testa, anche se chiaramente aveva vuoti di memoria perchè non ricordava di essere arrivata lì. Quando si accorse del metallo attorno al proprio polso, non perse tempo ad alzare di scatto il braccio sopra la sua testa portando con sé anche quello dell'altra persona e altrettanto velocemente, portò le gambe verso il torace per dare lo lancio e piantare i piedi nello stomaco dell'altro essere vivente che sarebbe rimasto tale ancora per poco. «chi cazzo sei.» disse spostandosi a cavalcioni sulla persona, bloccando il suo braccio libero con il suo ginocchio e con la mano libera cercò il suo pugnale che ovviamente non trovò, così portò la mano al collo dell'altra persona e la guardò dritto negli occhi. I suoi stavano andando a fuoco dall'ira, non credeva come qualcuno fosse riuscito per la seconda volta a introdursi in casa e rapirla, era incazzata con se stessa per non aver deciso di rimanere sveglia e vigile per non farsi trovare impreparata. «liberami subito o ti uccido, ma prima ti spezzo quel polso» non sarebbe voluta rimanere un secondo in più attaccata a qualcun altro.
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    (secondo me dato che nessuno ha ancora postato vale ???)
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    (fun)3r4l
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    c00kiemonster
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    roxanne o'death
    not super into
    giving a shit


    hemokinesis ✧ vega, vii ✧ 18 y.o.
    never break your enemies' heart they only have one
    Break their bones instead,
    they have 206 of them
    A Roxanne mancava la guerra. Era stato il suo paradiso terrestre, il che era tutto dire ma era felice: niente scuola, violenza gratuita e non doveva neanche nasconderlo perché era quello che doveva fare e nessuno si aspettava diversamente da lei. Invece ora si trovava nuovamente a seguire le lezioni, lezioni in cui non poteva picchiare, ferire o uccidere - o almeno non quella. Quel giorno dovevano curare pazienti, cosa che reputava totalmente inutile perchè se uno stava già male avrebbero fatto prima a troncarlo in due e ucciderlo. Pensateci: posti di lavoro in più, meno soldi da spendere per malati, le pompe funebri ci avrebbero guadagnato, la popolazione sarebbe dimezzata. Il paradiso. Poi mica insegnavano a guarire cose utili e fighe, no, è un po' quando vai a un open day per le scuole babbane e ti fanno vedere cose bellissime e poi una volta iscritta non facevi nulla di tutto quello perchè è solo un'esca per allodole. Come faceva a saperlo? Aveva dovuto seguire una ragazzina una volta ma quella è un'altra storia. Erano obbligati a trovare una soluzione per questo Vary Cello con la reazione allergica che poteva benissimo starsene a casa e farsi qualche impacco da solo o evitare di grattarsi. Mood invece sembrava sprizzare gioia da tutti i pori. Così di buon umore da quasi dar fastidio. Era nel suo ambiente o almeno, lo era più di lei. Beato lui. La sua soluzione sarebbe stato scorticarlo e passa la paura, beh, non quella del paziente probabilmente ma quello era un suo problema e anche il perchè non avrebbe mai lavorato come medimago. Forse anche per quello lo spinse per primo in laboratorio quella mattina. «meh» disse quindi dopo aver lanciato uno sguardo al paziente. «potevi anche impegnarti un po' di più. neanche un po' di sangue o qualche arto da amputare?» se avesse finito per traumatizzare qualche paziente la colpa sarebbe stata unicamente dei professori che avevano deciso di metterla a contatto con dei pazienti.
    benissimo così. Aveva fatto la sua parte ma niente più del minimo indispensabile e aveva principalmente osservato i due compagni deadpan. In pausa pranzo, avrebbe voluto saccheggiare qualche sacca di sangue come... souvenir però sarebbe stato difficile portarselo dietro tutto il tempo con tutto quello che avevano da fare e aveva optato per spaventare qualche famiglia per poi sparire dalla circolazione per non farsi beccare. Era tornata infine in laboratorio solo dopo aver finito il pranzo in uno sgabuzzino nel quale era finita per nascondersi dai pazienti che aveva istigato. Mood era ancora nel suo mood monologo e lo lasciò fare, un po' ignorandolo e un po' ascoltando. «l’aloe vera è un cicatrizzante, come la liquirizia» Mood le aveva lanciato un’occhiata, probabilmente pensando potesse esserle utile. «potrei farlo anche io» e si sarebbe tagliata sul braccio dritta davanti a lui per dimostrarglielo se solo non avesse rallentato il lavoro. Teoricamente poteva coagulare il sangue fino a causare svenimenti, paralisi o addirittura la morte. Si stava allenando per raggiungere quei livelli ma guarire qualche ferita? Rientrava nelle sue corde anche se non lo usava spesso, soprattutto non per aiutare gli altri. Però magari quell'informazione sarebbe potuta esserle utile in futuro, chissà. Poi continuò a dare consigli velati non richiesti e non apprezzati ma lasciò correre perchè sinceramente, non poteva fregarle meno. Mood li acculturò e anche Ficus partecipò alla conversazione. Roxanne partecipò con lo spirito, lanciando occhiatacce e piccoli commenti qua e là. In realtà se la cavavano anche senza di lei quindi avrebbe anche potuto andarsene ma sfortunatamente anche lei doveva dare il suo contributo. «sentite, passiamo alla parte pratica, mi sono già rotta il cazzo» non era Mood il problema, era lei. Le mancava un po' di azione e stavano parlando da tutta la giornata, era ora di fare qualcosa a riguardo. «prima di tutto depuriamo l'acqua. è necessario filtrarla con carboni attivi, in altri casi basterebbe bollire l'acqua ma non eliminerebbe sostanze chimiche e disinfettanti» e poiché la procedura poteva rallentarli chiese a mood di velocizzare la procedura con la bacchetta. Voleva finire il prima possibile e tornarsene a Hogwarts. Una volta che l'acqua fu pronta la versò nel calderone insieme a un cucchiaio di olio di cocco e fece accendere il fuoco a Mood «fuoco lento.» Fece partire il timer di 5 minuti e allontanandosi indicò l'ananas a Ficus. «tu taglia e pesta due fette di ananas. bevilo solo se vuoi fare un giro in sala torture» avrebbe voluto aggiungere di farlo il più lontano possibile da lei dato che l'odore dell'ananas era per lei infestante ma lo spazio quello era e decise di non respirare e allontanarsi per prendere aria. Una cosa da psicopatici. «tu mood trita l'ollavio» visto che prima aveva dato prova delle giuste competenze e anche su quanto tritare le foglie. Cosa avrebbe fatto lei? Aspettato lo facessero e che mettessero tutto nel calderone alla fine del timer. Dopotutto stava utilizzando tutti i suoi neuroni per ricordare il procedimento per quell'unguento. Una volta versato tutto nel calderone dovettero mescolare in senso orario per 3 minuti.
    A me mi viene
    La noia
    La noia
    La noia
    La noia
    Muoio senza morire
    «i ribes neri sono buonissimi! » Roxanne non era conosciuta per essere una persona paziente. Non lo nascose nemmeno, anzì, sbattè la mano sul bancone per attirare la sua attenzione e fortunatamente non aveva ancora un coltello in mano. «ficus smetti di mangiare quelle dannate bacche di ribes nero e spremile direttamente nel calderone» rigorosamente fra piatto della lama e pollice. Probabilmente avrebbe fatto prima a farlo lei ma ormai lui aveva fatto fuori quasi l'intera scorta. Nel frattempo si fece passare il bastoncino di liquirizia e lo fissò intensamente.
    «sciacquati la bocca» per una volta che non aveva parlato e non aveva mandato all'inferno chiunque le fosse passato davanti? «oh ma chi cazzo sei» un medico a quanto pareva ed era sbottata prima di rendersi conto che le era stato offerto del collutorio per disinfettare letteralmente la sua bocca. Spostò lentamente lo sguardo dal collutorio al medico, rimanendo con lo sguardo puntato su di lui senza dire una parola, poi lo prese e si diresse in bagno. Mentre faceva i dovuti gargarismi, si guardò allo specchio e: aveva proprio la faccia di chi non ce la faceva più. Probabilmente avrebbe potuto essere scambiata per qualche tirocinante alle prese con un turno infinito e la giornata ancora lunga davanti a sé. Aveva la faccia di quando lavorava al bde, quelle volte che non combinava qualche bestialata delle sue, il che era tutto dire. Niente alla fine usano un incantesimo quindi questo è inutile ma ve lo lascio lo stesso
    Portò alle labbra il bastoncino di liquirizia, lo masticò fino ad ammorbidirlo facendo uso di tutte le sue magiche abilità con la lingua, poi quando Mood, le chiese la liquirizia manco fosse un bisturi, lo fissò dritto nelle palle degli occhi e gliela sputò in mano. «la saliva è antibatterica ma forse dovresti disinfettarlo prima di metterlo nel calderone» dopotutto era stato lui stesso a dire di non voler contaminazioni e il passaggio con la saliva era necessario. Alzò le spalle alla sua faccia schifata e aspettò facesse il suo stupido lavoro. «nel frattempo estraggo il gel dalla foglia di aloe. » era importante che la pianta avesse almeno 3 anni e Roxie non ricordava nemmeno il perchè, ma le era stato ripetuto così tanto e a quanto pare lo aveva assimilato passivamente. Comunque non era brava nella teoria quanto nella pratica e quello sarebbe stato facile perchè non prevedeva una bacchetta ma un coltello e lei di coltelli se ne intendeva, perciò recise la foglia dal basso, incidendola successivamente lungo il contorno, eliminando così la parte con le spine e raccogliendone il gel. Un lavoro di precisione di cui onestamente andava molto orgogliosa ma sfortunatamente era solo una pianta. Avvisò gli altri di spegnere il fuoco una volta raggiunta l'ebollizione e quando ebbe finito, versò il gel e fece mescolare in senso antiorario Mood per altri 5 minuti e dulcis in fundo. «okay basta, ora fai la magia e raffredda tutto» side eye a Mood, giusto per ricordargli che l'unico a possedere e poter utilizzare la bacchetta fosse proprio lui. Nel caso in cui avessero lasciato loro mettere l'unguento, lo avrebbe preso e lanciato in faccia a Vary Cello come se avesse avuto una palla di neve in mano e gli avrebbe detto di stenderselo da solo che lì non erano pagati per toccargli le pustole — sì, Mood, lo sa che non sono pustole. Roxie's out.
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©



    è la seconda volta che scrivo questo post dato che l'ho per sbaglio cancellato la prima, siate comprensivi se fa schifo o non si capisce niente #wat

    GRUPPO 4 – 2° PIANO TOSSICOLOGIA
    (ficus, trasfigurazioni + mood, erbologia + roxie, pozioni)

    CITAZIONE
    UNGUENTO

    Paziente: Vary Cello

    Sintomi ed evidenze: comparsa di puntini rossi pruriginosi a chiazze su varie parti del corpo, e gonfiori alle mani e ai piedi

    Diagnosi: eruzione cutanea dovuta a reazione allergica

    ndF: no, la professoressa Ramos NON si è dimenticata di darvi quell’erba lì

    nome: unguento ollav(i)o ollaspacca (la i è muta)
    descrizione: unguento che prende il nome dalle foglie di ollavio presenti nell'unguento. è un rimedio utilizzato soprattutto per contrastare gli effetti delle reazioni allergiche, anche quelle più gravi e derivanti da piante magiche (recentemente è stato scoperto anche per quelle mutanti) o da secrezioni di creature magiche. Viene prescritta anche per curare l'acne giovanile ed altre eruzioni cutanee.

    lista ingredienti:
    250ml di acqua depurata (per evitare contaminazioni)
    1 foglia di aloe vera
    3 foglie di ollavio
    1 bastoncino di liquirizia
    2 bacche di ribes nero
    1 cucchiaio di olio di cocco o 1 noce di burro di karitè
    2 fette di ananas

    procedimento:
    1. depurare 200ml d'acqua con carboni attivi e velocizzare il processo con la bacchetta
    2. riscaldare l'acqua a fuoco lento con un cucchiaio di olio di cocco
    3. aspettare 5 minuti
    4. pestare 2 fette di ananas fino a ricavarne un succo, tenere eventuali grumi
    5. tritare 3 foglie di ollavio
    6. versare l'ananas e le foglie tritate di ollavio nel calderone
    7. mescolare in senso orario per 3 minuti
    7. spremere fra piatto della lama e pollice 2 bacche di ribes direttamente nel calderone
    8. masticare un bastoncino di liquirizia fino ad ammorbidirla
    9. disinfettare magicamente il bastoncino prima di metterlo nel calderone
    8. estrarre il gel di aloe vera dalla foglia
    9. una volta che l'acqua bolle, spegnere la fiamma
    10. versare il gel e mescolare in senso antiorario per altri cinque minuti
    11. raffreddare con la bacchetta

    effetti: idrata la pelle, riduce il gonfiore, cicatrizza e presenta un'azione antinfiammatoria utile per lenire il prurito.

    effetti indesiderati: se applicata più di una volta al giorno e per periodi prolungati potrebbe causare un'intorpidimento delle zone interessate
  9. .
    NOME PG: roxanne o'death
    CASATA: serpeverde (??)
    RUOLO: cacciatrice (riserva)

    NOME PG: amethyst harmony sage
    CASATA: corvonero
    RUOLO: cercatrice (riserva)

    NOME PG: iris roux
    CASATA: grifondoro
    RUOLO: cacciatrice (riserva)

    Edited by pathetic. - 10/11/2023, 00:53
  10. .
    roxie

    2006

    i came out to attack people
    and i'm honestly having such
    a good time right now
    nome. Roxanne. Deriva dal persiano Raushana, che significa "finestra di luce" e per estensione "luminosa", "splendente". Venne poi adattato nel greco Rhoxane e nel latino Roxane, da dove passò al francese Roxane.
    cognome. O'Death. Cognome ormai caduto perchè reputato offensivo, la sua famiglia però non ha mai voluto cambiarlo. Essendo molto raro, in famiglia si è addirittura deciso di farlo tramandare alle figlie femmine.
    data di nascita. Roxanne è nata - per la gioia delle sue madri - allo scoccare della mezzanotte del 1 gennaio 2006 ed è stata segnata come la prima bambina nata in Inghilterra quel nuovo anno.
    allineamento. Mangiamorte. In realtà non sempre condivide gli ideali delle persone al potere ma non si schiererebbe mai nemmeno dalla parte dei ribelli, se non teniamo in conto che sono stati proprio loro a lasciarle come bel regalino un viaggio di sola andata per i laboratori. Non ama schierarsi ideologicamente per uno o per l'altro schieramento, si schiera per soddisfare la propria sete di sangue e di vendetta. Non è mai stata una persona pacifica e non crede affatto che si possa trovare un compromesso a parole, la violenza è sempre la risposta a tutto.
    roxanne fucking
    vampire
    o'death
    aspetto fisicotemperamento
    Alta 1.65m è troppo alta per essere bassa e troppo bassa per essere alta, in una folla di persone non sarebbe che un puntino identico a tutti gli altri. Non ha mai tinto i suoi capelli che sono invece di un castano scuro e che solo alla luce del sole rivelano qualche riflesso ramato. Capelli castani lasciati cadere sciolti sulle spalle, sembrano quasi sempre spettinati perchè ama attorcigliarli compulsivamente alle dita, la divisa - se la indossa - perennemente sgualcita, i bottoni della camicetta puntualmente slacciati sul collo a intravedere la pelle sottostante, la cravatta non legata ma appoggiata attorno al collo, un coltellino accuratamente e segretamente nascosto in una tasca interna della gonna della divisa che lei stessa a cucito. A primo impatto, niente in lei sembra essere al posto giusto. Nonostante sia una bella ragazza e abbia davvero del potenziale, non ci tiene mai davvero a mostrarsi bella e sistemarsi a dovere, la cura del suo aspetto fisico è l'ultima cosa che le interessa e fa il minimo indispensabile. Indossa quello che vuole, quando vuole, se vuole. Non le interessa rispettare i dettami sociali e non ha mai cercato di vestirsi per piacere ad altri, tantomeno a se stessa. Il trucco è il più naturale possibile, a volte composto semplicemente da una linea di mascara. L'unica cosa che cura maggiormente sono le mani, o meglio, le unghie che sono sempre curatissime e smaltate, affilate tanto quanto il coltellino che tiene nascosto. Non è raro invece quel suo tipico sguardo freddo e calcolatore contornato da due occhiaie livide sempre presenti. Quelle iridi verdi che seguono in ogni più piccolo movimento le persone che la circondano, senza mai lasciarli, lo sguardo di un predatore che osserva la propria preda aspettando il momento giusto per attaccare, ma quello che forse rimane più impresso di lei è quella scia di profumo persistente di legna bruciata - di cui olfatti più fini avrebbero potuto riconoscere come noce - ribes rossi, prugna e talvolta anche di una nota pungente di sangue.

    Il comportamento di Roxanne ha spesso fatto venire i brividi alle persone, alcune le ha portate addirittura al pianto. Non le è mai importato perchè il suo scopo è sempre stato riuscire in quell'intento e rendere orgogliose le cerchie di persone che ha da sempre idolatrato. Gli altri non capivano, probabilmente non l'avrebbero mai capita e andava bene così, non le importava niente di loro. Non avrebbe battuto ciglio se fossero stati tutti sterminati, spera sempre un meteorite colpisca la terra e faccia sterminio degli esseri umani come fece con i dinosauri. Ha sempre apprezzato la violenza, lo stesso mondo in cui vive le ha insegnato il potere che detiene: la violenza - fisica o verbale - è l'unico modo per farsi valere. Essere buoni non ha mai portato a niente di buono - se ha mai effettivamente portato a qualcosa (non le risulta). Non le è mai piaciuto essere debole o mostrarsi come tale, odiava pensare ai laboratori proprio per quello, per diventare ciò che era diventata, aveva ceduto e ancora non se lo perdonava. Roxanne è la prima ad attaccar briga se qualcosa non le va a genio, fa di tutto per imporre la propria idea agli altri e tende ad essere irascibile. Sin da piccola le mamme dei suoi compagni l'avevano sempre allontanata lanciandole sguardi scioccati. Non era normale ai loro occhi. Probabilmente la vedevano come l'Anticristo, se solo ci avessero creduto. Se poi pensiamo che incarnasse molti dei sette peccati capitali, . Come abbiamo detto prima, è irascibile; l'ira è l'unica emozione che le sfugge dal totale controllo di sé e non a caso: non ha mai cercato di imbrigliarla, anzi, l'ha sempre lasciata libera e l'ha sfruttata a proprio vantaggio per essere più forte, per infliggere più dolore, per squarciare e uccidere.

    opportunistica

    avara, avida tanto di denaro quanto di potere e riconoscimento.

    egoista



    impertinente

    Se c'è una cosa che Roxanne ama fare è minacciare gli altri, la diverte davvero tanto, tiene anche una specie di death note, un diario personale dove scheda tutte le persone che conosce e sulle quali prende appunti che comprendono le debolezze e caratteristiche che in futuro potrebbero esserle utili per ammazzarli, ad esempio. Non si può dire che Roxie sia una ragazza tutto fumo e niente arrosto, non esiterebbe a dimostrare con molto piacere le proprie capacità, se qualcuno ne dubitasse mai. Per questo non sono rare le volte che le persone hanno additato Roxanne di essere un mostro, di non aver ricevuto affetto durante l'infanzia, quando probabilmente quelli a non avercelo avuto sono stati proprio loro. Roxanne è cresciuta in una famiglia che è stata sempre affettuosa e presente, è sempre stata spronata a dare il meglio di sé e consolata quando non raggiungeva i propri obiettivi, dandole gli strumenti per rialzarsi e riprovarci ancora e ancora. Lo spazio e il necessario per conoscere se stessa e crescere non le è mai mancato. Non permettere a nessuno di definirti. Quelle erano le parole che le sue mamme le avevano sempre inculcato da bambina. L'avevano spronata fin da piccola a creare il proprio carattere. Le aveva intese anche come "non permettere nemmeno a te stessa di definirti", spronandola a provare cose nuove e che spesso andavano anche fuori dalla sua comfort zone. Ogni tanto decideva così di abbandonare ogni sua certezza e lanciarsi ad occhi chiusi, in qualcosa di più grande di lei. Le piaceva pensare che questo l'avesse un po' forgiata, resa anche caparbia e tenace se non spesso troppo cosciente delle proprie capacità e vanitosa. Se non doveva permettere a nessuno di definirla, era anche vero che lei fosse la prima a definire gli altri. Ogni persona che incontrava e di cui veniva a sapere le più piccole e inutili informazioni, venivano catalogate preziosamente in un taccuino, esattamente quel death note preannunciato prima. Nome, cognome, data di nascita, aspetto fisico e tratti particolari, carattere, curiosità e background. Insomma teneva tante piccole schede pg, come una piccola serial killer<3. Chiaramente non ha mai avuto amici. Semplicemente non è mai stata un tipo socievole, non per chissà quale ansia sociale, semplicemente ha sempre odiato le persone e non si è mai sentita di farne pienamente parte: troppo chiassose, stupide, deboli. Non capiva come le persone normali riuscissero a convivere con le altre senza aver voglia di strangolare ogni persona dopo aver passato più di 5 minuti insieme. Era un po' come uno di quei gatti che giocava con il suo nuovo giocattolino ma ne diventava indifferente dopo qualche minuto. Per questo ha sempre preferito chiudersi in camera e allenarsi con il basso o con sua mamma piuttosto che socializzare con bambini della sua età che reputava - fra le altre cose - alquanto stupidi.
    if you heard anything
    bad about me,
    believe all that shit
    and leave me
    the fuck alone
    some people just
    need a high-five.
    in the head.

    with a chair.
    segni particolari & curiosità.
    ( +++ ) ha quella che definisce una stupida, malsana e infantile ossessione per i dinosauri. Nonostante non possa far altro che riconoscere l'assurdità di quel suo tratto alquanto peculiare, non riesce a trattenersi dal comprare qualunque cosa contenga anche solo l'immagine di un dinosauro. Ossessione che ci tiene a nascondere e che svelata, la obbliga a minacciare chiunque abbia visto la propria collezione.
    ( +++ ) suona il basso da quando aveva 10 anni ed è amante della musica rock, soprattutto quella degli anni '80
    ( +++ ) le piacciono le parole che iniziano per 's' e come un'intenditrice disse, un sacco di cose belle iniziano con 's': sabotare, sacrificio, sadico, sangue, stiletto, spada,
    istruzione. Nonostante i primi due anni ad Hogwarts li abbia trascorsi fra i Serpeverde, è stata la casata Tibiavorio a reclamarla a sé a pochi mesi dall'inizio del terzo anno, una volta tornata ad Hogwarts dopo la gita assolutamente non programmata ai laboratori.
    potere. Manipolazione del sangue. Insomma, è diventata ancora più ossessionata dal sangue di quanto lo fosse già e si sente più vampiretta di quanto in realtà sia e di quanto in realtà il suo corpo lo permetta.
    your honor it was just
    a feminine urge

    vol i: roxanne
    You can try to break me
    I cut my teeth on people like you
    It's gonna take lot more to take me down
    I'm a step ahead, watch me wear my crown

    L'infanzia di Roxanne era stata a dir poco movimentata. Roxanne aveva sei anni e non aveva ancora mostrato alcun segno di magia. Tenerla a casa la mattina sfortunatamente non era un'opzione fattibile e avrebbero voluto evitare estranei in casa come babysitter o quant'altro perciò avevano deciso di mandarla in una scuola babbana. In realtà non erano state proprio d'accordo sul mandarla in una scuola babbana: mentre una trovava la cosa indifferente, l'altra aveva storto il naso e fatto una smorfia però alla fine aveva accettato di farla provare almeno un anno. Diciamo che Blythe e Ophelia - le sue mamme - erano spesso in disaccordo perché erano una l'opposta dell'altra: se una le diceva di calmarsi provando a meditare, l'altra le diceva di sfogarsi davanti a un sacco da boxe; se una le diceva di farsi valere, l'altra le consigliava di rimanere calma e pensare a mente lucida per non fare errori. Per quanto avesse provato a mettersi accanto a Blythe imitandola per la meditazione o avesse provato a non esplodere dalla rabbia per renderla orgogliosa, era ovvio propendesse più per i metodi di Ophelia. Sicuramente non si poteva dire che fosse docile, anzi, era una testa calda. Aveva sin da subito creato problemi in classe, anche se aveva giurato che — se i suoi compagni si fossero fatti i fatti loro — lei non avrebbe creato disordini. I genitori dei suoi compagni avevano additato lei e le sue mamme dopo qualche settimana. Le poteva immaginare spettegolare al bar fuori dalla scuola. Ben presto voci di corridoio erano circolate fra i compagni di classe e non era passato inosservato il fatto che fosse l'unica in quella scuola ad avere due mamme. Per lei non era mai stato un problema, nè capiva perché per gli altri lo fosse. Non sentiva alcuna mancanza, un padre non lo voleva, né le era mai interessato cercare la sua famiglia biologica perché aveva già l'unica famiglia di cui avesse bisogno. Inoltre due genitori erano già abbastanza, pensate averne quattro.

    "Almeno le mie mamme mi hanno scelta, i tuoi genitori no e devono convivere con un tale imbarazzo per te" inutile dire che avesse urtato il suo fragile orgoglio a tal punto da fargli alzare le mani. Mossa avventata e stupida dato che non la si potesse di certo definire una bambina indifesa e lei ovviamente aveva risposto con il doppio della dose. Aveva iniziato lui ma era stata lei quella mandata a casa, sia perchè l'altro bambino era finito in ospedale che perché nessuno le aveva creduto quando aveva promesso di non aver attaccato briga per prima. Sapevano che era lei quella che solitamente rincorreva per prima alla violenza e avevano pensato stesse dicendo delle bugie per non finire nei guai. In seguito a quell'evento aveva cambiato classe e poi — dopo altri episodi — alla fine del primo anno era stata direttamente cacciata dall'istituto. Aveva provato in un'altra scuola ma non era andata meglio e alla fine era lei a chiedere di rimanere a casa e che fossero proprio le sue mamme a insegnarle tutto ciò che c'era da sapere.

    vol ii: mercenary
    You better watch your back
    'Cause she can see right through you
    Knows exactly how she'll kill you

    Ophelia era un sicario. Sua mamma non le aveva mai mentito sul proprio lavoro e quando era arrivata l'età giusta le aveva spiegato in cosa consistesse. Sua mamma aveva sempre ritenuto Roxanne abbastanza matura da comprendere che non fosse una cosa da dire in giro e che fosse invece un segreto da custodire. Solo crescendo Roxanne aveva veramente capito quanta fiducia avesse riposto in lei. L'aveva sempre trattata da adulta, non aveva mai indorato la pillola, le aveva sempre raccontato tutto e mai una volta nella sua vita l'aveva trattata come una bambina incapace di pensare, riflettere e capire. Non si era mai sentita ignorata o tagliata fuori dai discorsi di famiglia e aveva sempre potuto dare la sua opinione, anzi, molto spesso erano state loro ad invogliarla ad esprimere le proprie opinioni.

    esclusa

    Accompagnava le sue lezioni di anatomia


    con la


    Roxanne aveva solo 8 anni ma già sapeva elencare tutti i punti vulnerabili di una persona con annessi modi per mandare k.o. l'avversario o ucciderlo e aveva appreso le basi del combattimento corpo a corpo. Aveva chiesto a sua madre di insegnarle già ad usare un'arma ma lei le aveva risposto "Roxie, il nostro corpo è di per sé un'arma e spesso l'unica di cui necessitiamo. Senza sapere come fare di un'arma il tuo corpo, non riuscirai mai a colpire l'avversario, nemmeno con un'arma in mano."



    vol iii: hogwarts
    QUOTE
    QUOTE QOUTE
    QUOTE



    vol iv: labs
    but when she smiles
    All her teeth are made of razors
    She doesn't care about your words
    Or how you'll save her
    Where she comes from, there's no saviors


    BURN
    2WEI, EDDA HAYES
    HUSH
    KROH, MIZZ FISH
    LILITH
    ELLISE
    i don't even care about you
    MISSIO
    i don't give a...
    missio, zeale
    Alycia Debnam-Carey is Roxanne O'Death
    gifs: iiiiii
    There is no bad, there is no good
    I drank all the blood that I could, Made myself mythical


    Edited by pathetic. - 7/3/2024, 18:41
  11. .
    Roxanne O'Death
    You don't know what's in my head
    I'd still like to hit ya in the throat
    Avvicinarsi di soppiatto alle spalle del ragazzo era stata un'idea geniale, vista la sua reazione: aveva sobbalzato spostandosi leggermente di lato e successivamente si allontanò ancora di più a bordo panchina, aumentando la distanza fra loro. Roxanne doveva fargli davvero paura e non si era nemmeno impegnata. Quello poteva essere un nuovo record da segnare sulla sua agendina. «scusa, mi hai sorpreso.» fece spallucce con non chalance. Non le importava. Peggio per lui che aveva abbassato la guardia quando la guerra era appena finito e il mondo doveva ancora assestarsi al nuovo cambiamento. «queste sarebbero potute essere le tue ultime parole» e sarebbero state davvero divertenti. «"scusa, mi hai sorpreso" splat.» immaginò con un sorriso la scena simil fumetto con vignetta con su scritto SPLAT a caratteri cubitali. La lama che affondava nella carne, uno sparo diretto allo stomaco, una delle sue mazzate in testa... le le venne da ridere. Se solo avesse potuto leggergli nella mente, lui probabilmente sarebbe già fuggito. Come passione aveva quella di leggere liste e liste delle ultime parole famose delle persone. Era un hobby leggero che conciliava il suo humor nero e la mancanza di tempo per far altro oltre a suonare, ascoltare musica e nutrire la sua tarantolina. «divertente non direi proprio... la descriverei come triste e rivoltante, al massimo.» lei non era d'accordo. Continuava a trovarlo sciocco e divertente. Era come osservare un capriccio di un bambino. Probabilmente non ci avevano pensato due volte a farlo. Non avevano idea di cosa significasse perdere la magia, non avevano probabilmente nemmeno pensato a quante cose avrebbero dovuto iniziare a fare senza l'ausilio di un bacchetta e qualche parolina magica. Probabilmente qualcuno se ne sarebbe pentito. A meno che le cose fossero cambiate negli ultimi tempi, come per la bacchetta, non era il mago a scegliere il potere ma viceversa. Lei si riteneva molto fortunata ma qualcuno avrebbe anche potuto odiare e dover convivere con il proprio potere senza poter tornare indietro. Era un processo indelebile e incurabile. Avrebbe adorato vedere la disperazione nei loro sguardi accorgendosi di cosa avevano appena fatto. Sfortunatamente era anche qualcosa con cui volente o nolente si veniva a patti ed entrava nella quotidianità, lasciando pian piano svanire quel vuoto dato dalla mancanza di magia. Nemmeno il suo divertimento in quel caso sarebbe stato d'intrattenimento perchè comunque, in fondo, se lo erano scelti loro e non avrebbero quindi nutrito alcuna rabbia verso nessuno, a differenza della persona seduta sulla panchina lì vicino a lei. Non c'era voluto troppo a riconoscere quel tipo di rabbia: inizialmente l'altra ipotesi era che lui fosse uno di quelli fermamente convinti che gli special rimanessero dei mostri e chi si fosse adattato al quel regime lo fosse altrettanto. Ne avrebbe apprezzato la coerenza almeno, invece non avendo battuto ciglio quando aveva svelato di essere special, l'unica altra spiegazione a quell'odio fosse che i laboratori lui li avesse vissuti sulla propria pelle. «parole che non rientrano nel mio vocabolario. anzi, rivoltante è sapere che delle persone stiano facendo sesso nella tenda dove tu dovresti andare beatamente a dormire. quello è rivoltante.» riferimenti puramente casuali. Persone che avrebbero potuto dire qualcosa a riguardo erano gli uomini del dormitorio Serpeverde. Lì sì che giravano voci alquanto aberranti e una di queste riguardava la persona che chissà chi, aveva deciso di imprigionare con lei e altri deficienti a San Valentino e, ancor di più, aveva deciso di accoppiarli come anime gemelle. Cosa ne sapeva lui, di cosa fosse aberrante. «già, è molto ironico il fatto che ora corrano a fare la fila per diventare special... immagino che quando qualcuno al potere prende in simpatia un determinato gruppo di persone, tutti vogliano far parte di quel gruppo» e questo faceva intuire in che razza di mondo vivevano. «scommetto che il loro sogno più grande è sempre stato quello di trasformarsi in mostri» non era così che li avevano sempre visti rilegandoli all'estremità della società? Ora chi li aveva considerati dei mostri, voleva diventarlo a sua volta, solo che questa volta loro la credevano qualcosa come la supremazia della razza. «chi sei? vai spesso in giro per parchi ad istigare la gente?» come odiava presentarsi alle persone, Satana solo sapeva, così per il momento ignorò bellamente quella domanda. «così mi fai sembrare una depravata» e una predatrice ma per quello effettivamente non avrebbe potuto giustificarsi. Lo era sempre stata una predatrice, così tanto che dai laboratori ne era uscita emocineta, not the kind type. Uccidere era probabilmente l'unica cosa di cui lui poteva additarla eppure non l'aveva mai vista in azione quindi ai suoi occhi poteva solo sembrare un'adolescente un po' weird, tutto fumo e niente arrosto. Il ragazzo di fronte a lei però sembrava uno che si spaventava facilmente, non aveva detto niente di troppo inquietante, ancora. A meno che fosse un telepate, in quel caso avrebbe potuto aver senso essere spaventato dagli orrori che risiedevano nella sua mente. «non vado in giro per i parchi solitamente ma si potrebbe dire che non mi dispiaccia istigare la gente» quello che stava facendo al momento però non lo avrebbe detto istigare. Stava solo giocando un po' con lui. «fino a prova contraria, sono una persona e questo è tutto ciò che ti basta sapere di me» non sapeva nemmeno che se ne sarebbe fatto lui del suo nome dal momento che lei non aveva alcuna intenzione di instaurare un'amicizia. «mamma mi ha insegnato a non accettare (i cookies) caramelle e rivelare informazioni personali agli sconosciuti»
    gif code
    2006
    DEATHEATER
    HEMOKINESIS
  12. .
    Roxanne O'Death
    You don't know what's in my head
    I'd still like to hit ya in the throat
    Roxanne era tornata alla vita di prima molto facilmente. Si era leccata le ferite, aveva fatto piazza pulita del sangue nemico di dosso e aveva ripreso a farsi i cazzi suoi perchè a lei di tutta quella storia non le fregava un cazzo. Quel mondo non era mai stato un posto accogliente per lei e non lo sarebbe mai stato, né avrebbe voluto che lo diventasse. Se c'era qualcosa che però la faceva ridere di gusto era giusto l'incoerenza delle persone. Aveva saputo, ascoltando i passanti, che non troppo distante dal posto in cui era ora, c'era uno dei nuovi laboratori dove le persone andavano di propria spontanea volontà. Assurdo. Probabilmente non avevano nemmeno idea di cosa fossero i veri laboratori per decidere anche di sborsare una somma per essere trasformati in special. Cos'è ora era diventato il nuovo lifting? Gli esseri umani non li avrebbe mai capiti. Ogni giorno si svegliava con la consapevolezza che lo sterminio era la risposta ad ogni domanda. «che schifo...» la voce del ragazzo la raggiunse e gli si avvicinò alle spalle per ascoltare cosa stesse dicendo. «dovrei distruggere questo posto con le mie mani... non posso crederci.» fece qualche altro passo per avvicinarsi e inclinò la schiena in avanti e gli sussurrò all'orecchio. «fallo» le piaceva seminare un po' di caos e rimanere ad osservare con i popcorn in mano. Non aveva potuto godere dell'espressione del ragazzo agendo alle sue spalle, così spuntò davanti a lui qualche millisecondo dopo. «non è la cosa più divertente che tu abbia mai visto?» passò davanti a uno in fila pizzicandogli la guancia, tentata se prenderlo per i capelli e creare un pugnale col proprio sangue per sgozzarlo lì davanti a tutti. Già stava gongolando. A quanto pare nemmeno la guerra aveva saziato a lungo la sua sete di sangue. Quando l'uomo alzò la mano verso di lei, lei ringhiò di rimando, mostrando i denti. «ci schifavano» parlava al plurale riferendosi a se stessa e alle persone uguali a lei, del ragazzo non sapeva assolutamente nulla anche se qualcosa le diceva che quella rabbia e quello schifo che leggeva sul volto del ragazzo erano fin troppo potenti per non mascherare che anche lui avesse vissuto le stesse cose accadute a lei, sulla propria pelle. «ci sopprimevano» fece un salto sulla panchina, appoggiando i piedi sulla seduta per sedersi invece a bordo schienale. «e ora pagano per essere come noi» rise, la O'Death, guardando quella massa di ricconi in fila per diventare degli special come lei. Li odiava a morte, li odiava tutti. Voleva sterminarli dal primo all'ultimo. «un po' come il sottomarino titan» ricconi che pagavano a valangate per fare delle visite turistiche al Titanic, ammirandolo così tanto da fare la stessa fine. «e bravi coglioni» fece una serie di lenti applausi. Se volevano farlo, erano liberissimi di perdere la loro magia per acquisire un potere ma chiunque fosse entrato lì doveva essere davvero senza cervello. Avevano perso facilmente la paura che avevano nei loro confronti. Ora li vedevano più forti addirittura della loro stessa maglia, li prendevano come modello, how the turntables. Lei era lì per assecondare l'ira del ragazzo con la sua punta di menefreghismo e quella sana voglia di spargere del sangue.
    gif code
    2006
    DEATHEATER
    HEMOKINESIS
  13. .

    Altor: The King's Blacksmith
    Lilith
    Ellise
    code by eliandi
    roxanne o'death
    2006's
    HEMOKINESIS
    HOMICIDE
    Ovviamente Roxanne si era informata su chi sarebbe stata la sua futura coinquilina; lo faceva sempre per non essere colta impreparata. Non tutti stilavano una presentazione obiettiva di sé con tanto di regole di buona sopravvivenza: era un lavoro immenso. Bisognava comprendere appieno l'essenza di sé e capire anche cosa vedevano gli altri, cosa veniva categorizzato come eticamente corretto e come lei agiva in rispetto o meno di queste norme di comportamento. Per non parlare di stilare quella infinita lista su cosa lei si aspettava e non aspettava che gli altri facessero in sua presenza o comunque nel suo stesso appartamento. «mi sembra... onesto» patti chiari, amicizia lunga. Non che Roxanne si aspettasse di fare amicizia con lei ma aveva avuto troppi problemi con le coinquiline precedenti e quella situazione si stava rivelando davvero troppo stressante e con troppi cambiamenti. Le sarebbe andata bene una qualunque persona decisa a farsi gli affari propri e lasciarla vivere. «collezione di vinili? non la toccherei mai» non le sfuggì come le si illuminarono gli occhi al discorso dei vinili. «so quanto - insomma, ne ho sempre voluta una anch'io» Lo sguardo della O'Death cadde sulla custodia del violino della Tipton mentre quest'ultima ammetteva che le sarebbe piaciuto vedere la collezione, solo se voleva, magari più avanti. Nonostante le sue parole, era chiaro stesse fremendo di vederla in quel momento. Roxanne si fidava abbastanza? No. Glielo avrebbe impedito a priori? No perchè era orgogliosa della propria collezione e amava vantarsene, se proprio doveva intrattenere una conversazione con qualcuno. «resisti un mese qui e potrei mostrarti la collezione. ho visto che sei una musicista anche tu, potrebbero essere in buone mani» sotto la sua supervisione ovviamente e quello era il commento più carino che Roxie avesse mai fatto in vita sua. «io suono il basso, solitamente qui in camera ma conto di affittare un posto il prima possibile» Anche perchè, sì, aveva fatto di tutto per avere una camera ben insonorizzata ma le offerte disponibili non erano comunque ottimali e spesso le persone si lamentavano che suonasse a qualunque ora o che ascoltasse musica a volume troppo elevato. Non era il tipo di coinquilina amata dal vicinato. Non era sicura sarebbe stato un piacere per l'altra ragazza. «fidati, è meglio così» Annuì senza chiedere ulteriori spiegazioni. Sinceramente, non le interessava di quel Gali. «o-okay, sì. Mi piace sapere le cose in anticipo e mi piace leggere, quindi siamo a posto» il fatto che non avesse reputato assurda l'idea del manuale era un buon passo avanti anche se non l'aveva ancora letto e non era sicura sarebbe rimasta lì. Prima o poi comunque non avrebbero più avuto special con cui abbinarla e sarebbe finalmente rimasta da sola in camera. «vorrei non cambiare coinquilina per l'ennesima volta quindi se hai regole da proporre, possiamo provare a venirci incontro» provare. Dopotutto lei era in quella stanza da più tempo di lei quindi avrebbe decisamente preferito non stravolgere la sua quotidianità per una nuova arrivata. «ah, e avrei già una domanda preventiva» osservò la ragazza infilare una mano in tasca per tirarne fuori un pacco di sigarette «ci sono delle regole per fumare o, non so, posso offrirtene una?» osservò a braccia incrociate il pacchetto di sigarette, poi bengali e nuovamente il pacchetto di sigarette, allungando indice e medio della mano mano destra in direzione della ragazza. «ne accetto volentieri una» +4 punti oblinder e con un cenno della testa indicò la finestra con seduta dove sedersi con tranquillità e non rimanere impalate una difronte all'altra.
    - Roxanne's at that very special age when a girl has only one thing on her mind
    - Boys?
    - Homicide


    20 minuti giusti ed è appena finita la lezione
  14. .

    If i can't have love, i want power
    i'm not a woman, i'm a god
    halsey
    code by eliandi
    sorta motherfucka & roxanne o'death
    17 - 16
    slyth & ivor
    idgaf
    «andiamo, roxie.» non finì la frase che puntò la piuma con la quale stava scrivendo sul suo diario lasciando una macchia d'inchiostro. Non aveva bisogno di alzare lo sguardo per riconoscere la voce di Reggie. «questo è uno spazio condiviso; puoi dirlo, che sei troppo noiosa per pensare di socializzare.» non aveva nemmeno bisogno di socializzare. Era una perdita di tempo. Sinceramente non gliene fregava un cazzo delle persone lì dentro o di quello che pensavano di lei fin quando non diventavano irritanti dato che era facilmente irascibile e non impiegava troppo a scattare come una molla. «evidentemente i tuoi fan già lo sanno, però.» slow clap. Molto divertente. Voto: diesci. Menomale che aveva le mani occupate altrimenti avrebbe sì applaudito a quello spettacolino, ma battendo le mani con la sua testa in mezzo. «oh, reggie e tu hai molto tempo libero a disposizione da sprecarlo con una ragazza noiosa, vedo» schioccò la lingua contro il palato e alzò gli occhi la cielo. «quanto sei scesa in basso, mi fai quasi pena» lo disse con tutta l'apatia del mondo. Qualche sorrisetto ogni tanto qua è là lo lasciava sfuggire appositamente e nella maggior parte dei casi i sorrisi erano del tutto finti. Sicuramente nessuno ad Hogwarts l'aveva mai vista ridere e non aveva intenzione di farlo in quel momento. «ti stai annoiando? oh, forse lo so invece. ti stai trasformando anche tu in una persona noiosa?» Alzò un sopracciglio riprendendo a scrivere, questa volta su un'altra pagina:

    "CASO UMANO 003
    NOME: Reggie Lynch
    ETÀ: 18 anni
    CARATTERISTICHE: noiosa, impertinente, assillante, petulante. Trova pace solo quando sazia la sensazione di noia invadendo lo spazio vitale altrui con battutine che dovrebbero essere taglienti quanto i suoi canini ma da quand'è che non va dall'arrotino? N.B.: Il suo sangue potrebbe essere tossico e dal sapore sgradevole o addirittura rivoltante.
    DEDICA: principessina attenzione a scivolare così in basso che ti cade la corona."


    «dovresti starmi alla larga, essere noiosi è contagioso» e accompagnò la frase cerchiando la parola "noiosa" appena scritta. «se ti fa sentire meglio, però, non sei di certo l’essere più patetico a questa festa.» Inarcò un sopracciglio inclinando leggermente la testa. «stai per ammettere di essere tu la fortunata?» ma le parole successive della ragazza, le distrussero quel minimo di speranza che aveva finto di avere. «tipo: lui ti batte al tuo stesso gioco.» Seguì con lo sguardo il punto indicato da Reggie. Quello sì che era davvero «patetico.» non c'erano paragoni. Non poteva nemmeno essere lontanamente paragonata ad uno come lui. Spostò lo sguardo su qualcosa di più interessante tipo il liquido all'interno del bicchiere che le era stato offerto dalla Lynch sperando che almeno questo non fosse annacquato quanto quello precedente che, invece, l'alcool lo aveva visto col binocolo. Portò il bicchiere alle labbra e con un sorso ne finì il contenuto. Era decisamente più alcolico del precedente, ma ancora troppo leggero per i suoi gusti. Quei drink li stava buttando giù manco fossero acqua. Che festa era se non poteva manco ubriacarsi un po'? Avrebbe dovuto bere così tanto da dover passare metà serata in bagno ad espellere liquidi. Chiuse il suo taccuino e lo ripose nella borsa insieme alla piuma. «non mi ubriacherò mai di questo passo» Quello però era diventata la sua mission impossible a quella festa: ubriacarsi tanto quanto i maggiorenni. Si umettò le labbra assaporando così l'ultimo residuo del lucidalabbra di Reggie che le era rimasto appiccicato sulle labbra e riempì nuovamente i bicchieri, questa volta con la tequila, uno per lei e uno per Reggie e ne bevve un sorso. «quindi, tornando alla tua idea di divertimento... consumare il tuo sicuramente costosissimo lucidalabbra in alcool è la parte divertente o hai intenzione di darmi una dimostrazione migliore?»
    Party rock is in the house tonight
    Everybody just have a good time
    And we gon' make you lose your mind


    roxie parla con reggie

    SORTA DADO: 5

    ROXY DADO: 0.5 (1/2) + 3 (6/2) + 1.5 (3/2) = 5
    song: sunday bloody sunday by U2

    AGGIORNAMENTO SCHEMINO:
    Ben10, a caso (agli alcolici?)
    Freaks e Turo, sul divano
    Eggsy, in cucina
    Linguini, Ash, Jojo?, alcolici
    Mood e Anathema, cibo
    Roxy e Reggie, alcolici
    Sorta, tavolo da beerpong

    Altri che non so dove sono:
    Mac
    Kieran e Fitz
    Liz
  15. .

    Altor: The King's Blacksmith
    Lilith
    Ellise
    code by eliandi
    roxanne o'death
    2006's
    HEMOKINESIS
    HOMICIDE
    Condividere un appartamento, per lei, non era mai stato semplice. Tutti lì erano pericolosi, delle bombe pronte ad esplodere, soprattutto chi era alle prime armi e doveva imparare ancora a gestire i propri poteri. Roxanne era una dei tanti. Non che fosse special da poco, il suo vero problema era stato il non essere in grado di gestire i propri scatti d'ira e di conseguenza i propri poteri. In realtà non ci aveva mai provato davvero a reprimerli, amava liberare i suoi istinti omicidi, quel potere le era stato di grande aiuto. C'era chi lo vedeva come una maledizione, chi cercava di trarne del bene da esso e chi, come lei, le uniche trasfusioni di sangue che accettava erano dalla sua preda al suo corpo. Il sangue le piaceva, in un modo che stentava l'ossessivo. Una volta aveva anche provato a bere quanto più sangue possibile. Era un po' come doparsi, era una droga e la faceva sentire forte. Almeno fino a quando, aveva vomitato tutto il sangue. Quella volta aveva capito di non essere diventata propriamente un vampiro, ma era quanto di più simile c'era a quelle creature. Era capitato che in preda ad uno dei suoi istinti, aveva morso una delle sue coinquiline, quella successiva era così spaventata da quello che aveva fatto alla precedente che non aveva resistito più di qualche giorno e la successiva si era trovata ad assistere a Roxanne in una pozza di sangue, nella vasca da bagno, che sperimentava i propri poteri su se stessa.

    Sapeva che quel giorno sarebbe arrivata una nuova coinquilina. Non che avesse preparato un benvenuto ospitale e caloroso, non aveva pulito a lucido la camera, preparato biscotti o cose sdolcinate che le persone facevano solitamente in occasioni speciali come quelle. Per lei d'altronde non era affatto speciale, quando qualcuno si trasferiva da lei significava una sola cosa: guai. Per non parlare del fatto che venivano ad invadere il suo spazio personale. Quando la porta venne spalancata, Roxy osservò la ragazza che era entrata, la sua nuova coinquilina. Non sembrava spaventata quindi le opzioni erano due: o non aveva letto l'incredibile grande cartello sulla scia di attenti al cane ma con su scritto "Attenti a Roxanne" con tanto di sua faccia stampata sopra o non era minimamente spaventata o preoccupata dalla sua nuova coinquilina. «qualunque cosa ti abbiano detto, sappi che di solito non do fuoco alle cose» inarcò un sopracciglio dubbiosa. Le torce umane lasciavano sempre devastazione quando non era intenzionale. Esistevano fin troppi oggetti infiammabili per non mandare a fuoco qualunque cosa si trovasse nel loro cammino. «non intenzionalmente, almeno» ah ecco. Era curiosa di vedere cosa si era portata dietro la sua nuova coinquilina. Sperava sempre che qualcuna si portasse dietro delle armi da nascondere sotto il cuscino. Aveva sempre desiderato trovare qualcuno con la sua stessa voglia di uccidere con cui scontrarsi nel buio della notte ma non era mai stata così fortunata. I suoi sogni erano sempre stati tranquilli ed ininterrotti. «qualunque cosa ti abbiano detto, sappi che è vera» Probabilmente nemmeno la ragazza che aveva di fronte sarebbe durata più di qualche giorno. Ormai si era arresa al fatto che quell'appartamento fosse più che altro una stazione, un aeroporto, una zona di passaggio. Non era mai stato un problema per lei, anzi, avrebbe vissuto anche meglio da sola ma quando era andata a chiedere se fosse possibile, le avevano risposto che non era possibile per questioni di spazio e fra l'altro le avevano anche sfacciatamente detto di comportarsi da buona coinquilina e trovare una sistemazione fissa perché stava creando fin troppi problemi. Stava creando fin troppi problemi, capito? Lei aveva pure lasciato un manuale su come comportarsi con lei, cosa fare e cosa NON fare, avvertendo su tutto ciò a cui sarebbero state sottoposte come sue coinquiline, se non erano manco state capaci di leggere quelle pagine per la propria incolumità, non erano fatti suoi. Patti chiari, amicizia lunga. «non mi faccio spaventare da un fuocherello ma se succede a me quello che è successo alla tua precedente coinquilina, ti ammazzo.» sorrise a 32 denti, qualcuno avrebbe anche potuto pensare che stesse scherzando, ma era serissima. Così seria che si fingeva un angioletto, facendo finta di non dar peso alle cose così che, le persone, sentendosi in uno spazio libero di esplorare e sbagliare, cadevano proprio nella sua trappola. Roxanne era molto paziente, una delle persone più pazienti al mondo, tranne quando si parlava di esseri umani. «i tuoi esperimenti li fai nella tua zona, i miei effetti personali non devono rimanere intaccati, soprattutto la mia collezione di vinili o i miei esperimenti li faccio su di te» che era esattamente ciò che desiderava vista la sua passione di mordere le persone. «piacere di conoscerti bengali, io sono roxanne» le strinse la mano per poi ritrarla quando il contatto umano aveva raggiunto il massimo livello sopportabile e proseguì «non credo di conoscere questo gali» sicuro era qualcuno della sua generazione che le ragazze della sua età adoravano. Quando si parlava di musica invece lei sentiva di essere nata nella generazione sbagliata e a meno che avesse con chi parlarne, evitava completamente l'argomento perché sinceramente non le interessava. «e questa è la tua guida alla sopravvivenza in questo dormitorio, ti consiglio di leggerlo con attenzione quando sarai più calma e di farmi domande nel caso in cui le cose non fossero chiare» pena, la tua morte (o quasi).
    - Roxanne's at that very special age when a girl has only one thing on her mind
    - Boys?
    - Homicide


    Edited by pathetic. - 1/8/2022, 21:17
15 replies since 1/8/2022
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