(a.s. 23-24) lezione di pozioni, trasfigurazione ed erbologia

tempo fino al 9 febbraio

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    That's me, that's me The devil won't let me be
    Freddie era felice.
    Rilassato.
    Raggiante — vabbè, ora non esageriamo. Ma sì, quella sul suo viso era davvero l'ombra di un sorriso, riuscite a crederci?
    Forse si sarà drogato, forse è solo il professor Jackson che ha preso la polisucco, forse ha vinto alla lotteria, forse è emozionato per il prossimo San Valentino — tutte ipotesi che circolavano nell'aria, borbottate a bassa voce dall'uno o dall'altro studente, e tutte possibili, certamente, ma non le più realistiche e intelligenti.
    Forse ora fa fare tutto il lavoro al suo assistente e ha meno lavoro, forse ha iniziato a scopare, forse è solo... felice.
    Din din din.
    Cioè, non faceva fare tutto il lavoro al povero Hugo Cox, chiariamolo, ma doveva ammettere che delegare, di tanto in tanto, e prendersi una pausa, gli stava facendo più che bene, e che gli piaceva il modo in cui il Cox stava lavorando, soprattutto ora che aveva imparato che non c'era bisogno di chiedergli ogni minuto se avesse bisogno di qualcosa e che poteva tranquillamente starsene in ufficio e leggere in silenzio mentre lui faceva altro.
    E magari aveva pure iniziato a scopare (sempre Freddie, non Hugo. Scusa Hugo), che ne sapete voi, e forse non aveva mai davvero smesso!!!1!
    Ma sì, in soldoni si poteva dire che in linea di massima il Faustus fosse semplicemente... felice, che era un fatto ambiguo sempre, ed ancora più strano se contiamo che tra due giorni a quella parte ci sarebbe stato il temutissimo plenilunio e la sua vicinanza iniziava a farsi sentire. Eppure, a parte la tipica espressione da cane bastonato e da perenne mal di testa, il prof di Trasfigurazione sembrava star affrontando quella giornata nel modo più pacifico possibile.
    Che dite, non c'entrava assolutamente nulla il fatto che al suo fianco per quella lezione non c'era il neopartoriente professore di Arti Oscure e l'ormai disoccupato professore di Strategia (no davvero, mica l'aveva capito ora cosa faceva il Barrow dopo aver lasciato il posto — fisso — a Hogwarts).
    Guadalupe Ramos e Anjelika Queen erano a mani basse le persone con cui aveva lavorato più facilmente (non ce voglia Mae): avevano stabilito i compiti in silenzio, avevano stilato degli obiettivi in silenzio, e si erano propriamente divisi i ruoli in silenzio. C'era forse qualcosa migliore di quello? Nessuna gita, nessun video dal dubbio gusto, nessun pappagallo pronto a molestare studenti, e nemmeno un giro omicida sullo spacobus guidato dal Jackson: il paradiso.
    Il gruppo classe aveva infatti raggiunto il San Mungo in modo assolutamente veloce e indolore, attraverso delle pratiche e magiche passaporte che li avevano catapultati giusto di fronte all'entrata dell'ospedale magico, dove il tedesco aveva fatto un passo avanti e prese la parola con un colpo di tosse.
    «bentornati, ragazzi» fece un giro veloce con lo sguardo per assicurarsi che ci fossero tutti e che nessuno (e perché proprio ficus) non si fosse perso, ma sapeva che nel frattempo gli assistenti si erano già mossi per contarli uno ad uno, quindi non perse ulteriore tempo e proseguì: «la Professoressa Ramos è stata sufficientemente chiara ed esaustiva sulle regole che dovrete seguire mentre siamo qui, quindi non c'è bisogno che le ripeta, giusto?» alzò il sopracciglio, guardò torvo qualcuno più di qualcun altro, poi annuì «bene, allora possiamo procedere: una volta all'interno dell'ospedale verrete divisi in gruppi da due o da tre, e ogni gruppo verrà condotto in diversi reparti e da lì verrà affidato a una diversa equipe di medici. Il vostro compito è molto semplice» is it? considerando gli studenti presenti non ci avrebbe messo la mano sul fuoco «dovrete guarire i pazienti a voi assegnati» la risata non-troppo-soffocata della Queen la diceva lunga su quanta fiducia il trio di professori avesse negli studenti, ma il Faustus continuò con la sua spiegazione. «vi verrà consegnata la cartella clinica del vostro paziente» sventolò davanti ai loro visini confusi il tipico fascicolo color giallo contenente diverse carte e diversi fogli «e in base a quello che leggerete sulla cartella, quello che vedrete con i vostri occhi, e i materiali che avrete (o non avrete) a disposizione, dovrete trovare la giusta cura per il loro problema. Ricordate che oggi non vi si chiede di essere dei medimaghi, ma di mettere in pratica quello che avete imparato durante le ore di Pozioni, di Erbologia, e di Trasfigurazione, chiaro?» ancora un attimo di silenzio per guardarli sommariamente, poi con un cenno del capo si convinse che (non) erano pronti «bene, possiamo iniziare allora, e mi raccomando» detto un po' sottovoce ma con una nota di puro terrore «non uccidete nessuno» a quel punto lasciò che fossero gli assistenti a dividere la classe nei gruppi stabiliti, mentre i tre colleghi prendevano posto all'entrata dell'edificio, pronti a supervisionare ora questo gruppo ora quell'altro, in una giornata di cultura, di pratica, di apprendimento, e di totale relax 🥰🥰
    «ah Cox» prese il suo assistente da parte solo per un attimo, prima di lasciarlo andare con il suo gruppetto «se qualcuno fallisce davvero tanto hai carta bianca per mandarlo direttamente in sala torture» una pacca sulla spalla del più giovane e poi via, insomma buon divertimento studenti, mh?
    32 | 1991
    transfiguration
    werewolf
    sinister kid
    the black keys


    SPOILER (click to view)
    OFF // ben ritrovati, amici! come spiegato nel post, quindi, gli studenti sono al San Mungo per fare, letteralmente, pratica sul campo: sono stati portati al San Mungo alle ore 10.30, dai professori e dai loro assistenti, e dopo una breve spiegazione di come si svolgerà la giornata, sono stati divisi in coppie/trii, ed è stato affidato a ciascuno di loro un fascicolo contenente un caso reale e attualmente in cura presso l’ospedale; da quel momento, la mattinata la passeranno nei reparti di competenza per eseguire il compito.
    (Potranno fare un’ora e mezza di pausa pranzo dalle 12.30 alle 14, e poi continuare le attività nel pomeriggio, fino alle 16.30, ora di raccolta e di rientro al castello.
    Ogni caso si differenzia per cause e reparto, ma lo scopo dei gruppi è sempre lo stesso: analizzare il caso e preparare una pozione che sia adatta a curare, o alleviare, i dolori della patologia.
    Ci sono diverse tipologie di pozioni che potrebbero essere richieste (es: pozione generica, veleno e/o antidoto, unguenti, elisir, distillati, ecc) ma la modalità per svolgere il compito sarà la medesima per tutti.

    HOW TO.
    1. dopo aver letto attentamente la lista con studenti e fascicoli, andate a cercare il vostro (o i vostri) compagno/i di progetto, e organizzatevi; non sarà necessario coinvolgere i professori su telegram, in quanto avete libero arbitrio su come portare avanti il compito, sta tutto nelle vostre mani;

    2. dividetevi i compiti — nello specifico, ogni studente del team dovrà postare un pezzo del progetto, più o meno in questo modo.
    PG1 → erbologia (// stilare un elenco degli ingredienti, che deve contenere almeno due piante con annessa motivazione sulla scelta; possono essere anche inventate, ma non è un requisito fondamentale; in ON, a tutti gli studenti viene fornita una lista di ingredienti insieme al fascicolo, alcuni appuntati dai medimaghi, altri ipotizzati, altri già utilizzati; tra questi può esserci un ingrediente sbagliato che gli studenti dovranno riconoscere e correggere — in OFF, tutto questo, è ovviamente affidato a voi, sia la lista “sbagliata” che l'ingrediente che va eventualmente sostituito)
    PG2 → pozioni (// descrivere la ricetta su come preparare la pozione)
    PG3 → trasfigurazione (// inventare un incantesimo di trasfigurazione secondo le istruzioni date nel fascicolo del paziente; la trasfigurazione può consistere in una semplice trasformazione (ex: un ingrediente sbagliato in un altro ingrediente, oppure un ingrediente sbagliato/in più in un oggetto che vi manca per la creazione della pozione) o, in altri casi, in una trasformazione trans-specie (ex: una parte del corpo del paziente è trasfigurata in qualche altra cosa).
    ndF (note di Freddie): sarà specificato nel fascicolo se avete a disposizione un ingrediente errato o se vi manca un oggetto
    IMPORTANTE: nel caso della trasfigurazione trans-specie, in ON gli studenti dovranno castare un incantesimo di detrasfigurazione generale, ma in OFF andrà comunque inventato l’incantesimo che ha portato a quella trasfigurazione, che gli studenti dovranno citare in ON.


    N.B.: in caso di coppie, PG1 prenderà l’elenco degli ingredienti + la ricetta; PG2 l’ingrediente eventualmente errato e l’incantesimo per trasfigurarlo.

    3. postate in questa discussione scrivendo sotto spoiler la parte del compito, compilando i moduli che vi forniremo, e ricordandoci con chi siete in gruppo ♡

    4. avete tempo per postare la vostra parte di compito entro e non oltre il 9.02 (tutta la notte compresa, dai, ci sentiamo buoni); chi fallirà a svolgere l’assegnazione entro la data, verrà bocciato (no, scherzo) (unless?).


    modulo per erbologia
    HTML
    <b>lista ingredienti:</b> (max 10 in totale, compreso quello errato)
    <b>ingrediente sbagliato:</b> + motivazione

    (in caso vogliate inventare delle piante: )
    <b>nome:</b>
    <b>descrizione:</b> petali, colore, stelo, semi, foglie, ecc ecc
    <b>proprietà:</b> magiche e non


    modulo per pozioni
    HTML
    <b>nome:</b> nome_pozione
    <b>descrizione:</b> blablabla
    <b>lista ingredienti:</b> solo quelli corretti
    <b>procedimento:</b>
    1. blabla
    2.blabla
    3. blabla
    4. ecc ecc ecc.
    <b>effetti:</b>
    <b>effetti indesiderati:</b>


    modulo per trasfigurazione (ricordate di cambiare anche il livello (matricola, apprendista, mago, leader), a seconda della difficoltà dell’incantesimo!)
    HTML
    <div class="card objs LIVELLO trasfigurazione">
    <h2>NOME_INCANTESIMO</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>formula_qui</i>. ++ descrizione_incantesimo (Cosa fa, come funziona, ecc)</p>
    <h6><span>info_incantesimo (verbale, non verbale, colore del fascio, gesto della bacchetta, ecc)</span></h6>
    </div>



    // nello spoiler qui sottostante troverete i fascicoli per i diversi gruppi //



    GRUPPO 1 – 3° PIANO NEUROLOGIA
    (sinead + mis)


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    POZIONE GENERICA

    Paziente: Aidon Rimemba

    Sintomi ed evidenze: problemi di concentrazione, difficoltà relative al sonno, marcate e talvolta esagerate reazioni agli stimoli esterni

    Diagnosi: effetti collaterali per oblivion andato male

    ndF: vi manca proprio un ingrediente se volete finire la pozione


    GRUPPO 2 – 2° PIANO VIROLOGIA
    (clay + nahla)


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    VELENO (NON LETALE)

    Paziente: Mr. Fungus

    Sintomi ed evidenze: gonfiore dei linfonodi, febbre, sudorazione

    Diagnosi: infezione da contagio vegetale

    ndF: vi diro, a occhio e croce credo che i suoi capelli non fossero verde pisello prima


    GRUPPO 3 – 1° PIANO ORTOPEDIA
    (paris + ictus)


    SPOILER (click to view)
    ANTIDOTO

    Paziente: Chan Kemorde

    Sintomi ed evidenze: ferita profonda e purulenta, pelle attorno annerita, arto opposto trasformato in zampa di cavallo

    Diagnosi: morso di creatura magica

    ndF: noope, quella zampa proprio non dovrebbe essere lì


    GRUPPO 4 – 2° PIANO TOSSICOLOGIA
    (ficus + mood + roxie)


    SPOILER (click to view)
    UNGUENTO

    Paziente: Vary Cello

    Sintomi ed evidenze: comparsa di puntini rossi pruriginosi a chiazze su varie parti del corpo, e gonfiori alle mani e ai piedi

    Diagnosi: eruzione cutanea dovuta a reazione allergica

    ndF: no, la professoressa Ramos NON si è dimenticata di darvi quell’erba lì


    GRUPPO 5 – 1° PIANO CHIRURGIA
    (ben + mona)


    SPOILER (click to view)
    ELISIR

    Paziente: Morph Yina

    Sintomi ed evidenze: spossamento, confusione e stanchezza eccessiva

    Diagnosi: sollievo post-operazione chirurgica

    ndF: sono abbastanza sicuro che il suo tatuaggio non fosse una svastica prima dell’operazione


    GRUPPO 6 – PIANO TERRA URGENZA E PRONTO SOCCORSO
    (darah + theo)


    SPOILER (click to view)
    DISTILLATO

    Paziente: Margy Kabula

    Sintomi ed evidenze: convulsioni, nausea, e perdita di conoscenza

    Diagnosi: ferita magica causata da incantesimi oscuri

    ndF: un ingrediente mi sembra proprio superfluo, invece il mortaio per le erbe che vi manca…


    GRUPPO 7 – 4° PIANO ANATOMIA PATOLOGICA
    (kaz + delilah + mary jane)


    SPOILER (click to view)
    DISTILLATO

    Paziente: Fatykaz Tuy

    Sintomi ed evidenze: lento irrigidimento muscolare, senso di bruciore crescente all’interno del corpo, mano sinistra trasformata in una mano di un lego

    Diagnosi: maledizione di tipo fisica causata da artefatto incantato

    ndF: no, non potete lasciargli quella mano; no, nemmeno se è divertente
     
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    mood bigh
    shoould have burned
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    when i had the chance


    prefect ✧ slytherin, vi ✧ 16 y.o.
    And just one mistake
    Is all it will take
    We'll go down in history
    Remember me for centuries
    La professoressa Ramos era felice. Il Faustus, era felice. La cosa più assurda di tutte?
    Anche Mood Bigh era felice. A suo modo, certo. Quello tutto peculiare in cui la felicità era semplicemente l’opposto del sempreverde ago della bilancia ad oscillare fra suicidio ed omicidio, e non uno stato emotivo a sé - ma pur sempre qualcosa, e qualcosa d’onesto a brillare negli occhi scuri con cui osservava il Laboratorio. Incuriosito ed affascinato, quasi reverente nell’inspirare l’aria asettica del San Mungo. Poteva sentire il cuore battere quieto con l’eco di quello che se fosse stato meno Mood, un giorno, avrebbe potuto diventare. In un altro universo magari; non l’au canon, un altro ancora: così alternativo che il Bigh avrebbe potuto usare la propria conoscenza e curiosità nei confronti del mondo per salvarlo, anziché cercare sempre il modo per bruciarlo e rovinarlo.
    Il Serpeverde era tante cose, ma poche di quelle erano conosciute ai più. Sapevano fosse studioso, non necessariamente intelligente; mite, e discreto; un solitario socievole con un’ottima pagella, e prospettive di lavoro noiose ma remunerative. Certo non sapevano della sua (respiri profondi) moderata ossessione verso le piante ed i veleni che l’avevano spinto, sin da quando ne aveva avuto la possibilità, ad avere un laboratorio tutto suo dove giocare al piccolo pozionista. Possedeva un erbolario di tutto rispetto, curato negli anni ed aggiornato in maniera (altri respiri profondi) del tutto sana. Teorie empiriche e sperimentali. Linee spinte sempre un po’ oltre la normalità per il puro gusto scientifico della scoperta. Un campo di studio ampio, intrigante, e pieno di possibilità – la sua tazza di tè, insomma. Non era difficile per i suoi compagni di gruppo capire che fosse entusiasta di essere lì, ma per puro orgoglio personale, aveva perlomeno mitigato la propria euforia: troppo intimo, e personale. Erano stati loro stesso ad aiutarlo nell’impresa, considerando che Ficus non si faceva domande, ed a Roxie non interessavano le risposte.
    Gli piacevano perfino entrambi, i suoi amichetti di disavventura. Pensate un po’. Considerando la quantità di studenti che gli stavano sul cazzo, che gli avessero affibbiato due delle persone che meno desiderava affogare nelle profondità del Lago Nero, era quasi scandaloso nella sua perfezione. Niente Balt; niente Liz a sniffare ogni polvere presente nel circondario; niente ragazzini emotivi a piangere per la dipartita di un fuckin bambino. Richiedevano solo un babysitting moderato (Ficus) ed un basico istinto di sopravvivenza per giungere alla fine con tutti gli arti ancora attaccati (Roxie) e, non vi stupirà scoprirlo considerando fosse eccezionale in tutto quello che faceva, Mood Bigh era bravo in entrambe le cose. Non gli interessava neanche quanto, o se, potessero essere utili in un lavoro di gruppo – non gli dispiaceva fare tutto il lavoro, fintanto che alla fine avessero portato a casa il risultato – o se si sarebbero rivelati zavorra.
    Avevano passato la mattinata a studiare la cartella clinica del paziente, un tale Vary Cello che presentava una reazione cutanea allergica causata dall’esposizione a magia infetta. Non avevano ancora rilevato se si fosse trattato di una pianta – una delle tante che nella realtà post bellica di Abbadon, si era mutata di natura ed effetti – o di semplice vicinanza ad una zona particolarmente contaminata, motivo per cui per avvicinarsi al paziente era necessario indossare tutte le precauzioni di un caso potenzialmente infettivo. A giudicare dai segni sul paziente, e dal fatto che non presentasse effetti interni come rinite od asma, Mood reputava più probabile la prima opzione: inciampato su qualche ortica resa ancor più irritante dalla magia selvaggia del Quinto Fondatore, avrebbe detto, notando come presentasse eruzioni cutanee su varie parti del corpo, e gonfiore alle mani ed i piedi. Dubitava fosse contagioso, e sapeva che se i guaritori l’avessero pensato non li avrebbero fatti avvicinare; immaginava vigesse la politica del meglio prevenire che curare, ed andava benissimo così. Abbastanza di buon umore da aiutare Ficus a mettersi i guanti – un’impresa, con quelle lunghe dita da ragno che sembravano incastrarsi in ogni parte del lattice – e non fare una piega quando la O’Death lo spinse ad entrare nella stanza per primo. Lui, che avrebbe sacrificato i suoi stessi fratelli pur di essere nelle retrovie. Diceva davvero tante cose.
    Non si era unito alla pausa pranzo, preferendo rimanere nel Laboratorio con i medici del turno. Il pensiero di interrompere quello che stava facendo per qualcosa di banale e mondano come mangiare con altri esseri umani, era troppo all’infuori delle sue corde perché potesse spingersi a tanto – neanche per la propria immagine. Bugiardo sì, ma con dei limiti. - ed aveva approfittato di quel tempo per raggruppare gli ingredienti dalla lista ricevuta insieme la cartella clinica, studiarli. Aveva anche avuto una mezz’ora d’avanzo per importunare i Guaritori del San Mungo ad un tour del piano, conquistato dalle migliaia di boccette contenute nel magazzino e dalla descrizione dei casi più atipici che avevano avuto nell’ultimo anno. Aveva ascoltato le loro teorie, e si era morso la lingua dal fare più domande rispetto a quante un normale sedicenne avrebbe potuto formulare, ma mh. MhHhHhMhMh. Ok, ok! Ok. Un sacrificio che era stato disposto a fare, pur di non essere additato come troppo sveglio; si era perfino concesso cinque (5) domande assolutamente stupide, giusto per intenerirli. Era stato terribile.
    Aveva utilizzato quello stesso auto controllo con i compagni, quando si erano riuniti. Limato ogni angolo di sé che voleva sottolineare la loro ignoranza con lente occhiate allusive. Roxie e Ficus gli piacevano abbastanza da averlo spinto a spiegare in maniera semplice ed intuitiva, senza la terminologia tecnica che gli veniva più naturale, ogni ingrediente della loro lista, qualora non ne fossero stati a conoscenza. Era il 2024, santo cielo: lasciava il mansplaining solo ai momenti di totale umiliazione, e loro non la meritavano.
    Yet.
    Questo era prima che Roxie gli sputasse sulla mano e Ficus iniziasse a mangiare il necessario per la pozione, ma quella era una storia per qualcun altro.
    «non tutte le pozioni richiedono acqua depurata. In alcuni casi non è neanche necessario sia potabile, ma questo unguento in particolare, dovendo essere applicato su zone più propense all’infezione, non può essere contaminato da nulla.» Aveva spiegato al Tassorosso, indicando l’ingrediente sulla lista. Un tono gentile, senza troppe pretese – non era così interessato al fatto che lo ricordasse, gli bastava lo sapesse per quanto concerneva il loro compito.
    «l’aloe vera è un cicatrizzante, come la liquirizia» un’occhiata a Roxie. Sapeva manipolasse il sangue, e deduceva che potesse tornarle utile come informazione per tutte quelle volte che si fosse tagliata per poter usare il proprio potere. Ma anche per quando accoltellava qualcuno, dava l’idea di farlo spesso. «contiene» (respiri profondi) AMINOACIDI, VITAMINE C E D, MUCOPOLISACCARIDI CHE STIMOLANO I FIBROBLASTI «sostanze che aiutano a mantenere la pelle elastica, ed idratarla. Viene usata spesso negli unguenti di questo tipo, aiutano a combattere il prurito e contrastano l’arrossamento» Osservò la pelle molto chiara, e molto britannica, del Tassorosso. «puoi usarlo anche sulle scottature d’estate. È anche facile spremere il gel dalle foglie, e la pianta non richiede particolari attenzioni» Mi sono appena ricordata che a Capodanno Ficus ha strozzato Mood, quindi no, non gliene avrebbe regalata una per Natale, anche se lo stavo per scrivere. How dare you, Millepied, che sei il triplo. Bullo.
    Erano entrambi maghi, anche se Roxie non la era da un po’, quindi non scese nei dettagli riguardo l’ollavio. L’unica cosa che disse, occhi attenti a rimbalzare dalla lista alla cartella clinica del paziente, fu «questo è centrale nel tipo di unguento che serve a noi, per opporsi agli effetti magici che hanno causato la reazione allergica. Ci servono le foglie, e non serve neanche siano sminuzzate finemente»
    Indicò uno degli ingredienti ai compagni. «ne ho recuperato un po’, ma se non l’avessimo trovato, l’olio di cocco si poteva sostituire con burro di karitè. Non ha proprietà magiche, serve solo ad idratare in profondità la pelle» Non guardò nessuno dei due, ma era un commento molto specifico e che valeva per entrambi – facessero del suo consiglio quello che preferivano. «fa bene anche ai capelli, sapete? Secchi. Doppi punte. Fragili» Niente side eye, ma l’avrebbero meritato entrambi.
    «il ribes nero viene usato spesso come rimedio naturale per le allergie. Non ha un effetto antistaminico – in pratica, non… lavora a livello chimico, inibendo la produzione dell’istamina, che causa l’allergia; sì, esatto, è quello che invece fa la liquirizia – ma è un potente C23A58naturale. Sì, proprio così: ne ne contrasta gli effetti, ma non cura il male alla radice» Non si stava dando risposte da solo – forse – voglio dare per scontato che le conversazioni siano avvenute a triplo senso e con tutti i presenti.
    «l’ananas? Ha proprietà drenanti, quindi… aiuta l’organismo ad assorbire meglio l’acqua. Qui è indicato per il gonfiore, vedi? È anche contenuto in molte pozioni contro la cellulite» Non era affar suo che a Vary Cella servisse o meno anche per quello, ma male non gli avrebbe fatto – non più di essersi rotolato in piante tossiche e potenzialmente letali.
    E quella che provò di lì a poco, prima che il mondo tornasse al suo status quo e Mood a repellere il concetto stesso di esistere, fu quasi ammirazione. Stupore, che cercò di mascherare perché poco lusinghiero nei confronti del compagno. La fierezza la lasciò trasparire, un sorriso quasi orgoglioso a pungere gli angoli delle labbra quando Benjamin (che strano. Mi sembra un altro pg. Chiamare Ficus Benjamin, è un po’ come il “figliolo” della bocciofila. Non so spiegare, ma è così) fece notare quello che ormai avrebbe dovuto essere sotto gli occhi di tutti.
    La liquirizia. Quella che aveva tutte le premesse per diventare la nuova origin villain story di Mood, esattamente come il pappagallo. Coincidenze che c’entrasse sempre trasfigurazione, in qualche modo? (sì)
    Osservarono tutti i rotolini di liquirizia insieme al resto degli ingredienti. Certo non era così che si trovava in natura, e – come aveva detto accennando all’acqua depurata – gli ingredienti non potevano essere contaminati. Di conseguenza, neanche raffinati. Esisteva un incantesimo specifico che avrebbe volentieri lasciato al compagno. Trasfigurazione era una materia… difficile, che richiedeva conoscenze e competenze molto specifiche: trasformare quella liquirizia in qualcos’altro, avrebbe richiesto abilità chimiche, scientifiche e mediche che neanche lui poteva vantare – quindi, senza offesa, era escluso che il Millepied ne fosse in grado – ma il tipo di trasfigurazione necessaria in quel caso, sembrava invece proprio nelle corde di un sempliciotto (non derogatory, addirittura un po’ affectionate, come ai cani) come il compagno.
    «vai, tutto tuo»
    Photos taken before disaster.
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©



    GRUPPO 4 – 2° PIANO TOSSICOLOGIA
    (ficus, trasfigurazioni + mood, erbologia + roxie, pozioni)

    CITAZIONE
    UNGUENTO

    Paziente: Vary Cello

    Sintomi ed evidenze: comparsa di puntini rossi pruriginosi a chiazze su varie parti del corpo, e gonfiori alle mani e ai piedi

    Diagnosi: eruzione cutanea dovuta a reazione allergica

    ndF: no, la professoressa Ramos NON si è dimenticata di darvi quell’erba lì

    lista ingredienti:
    1. acqua depurata (per evitare contaminazioni)
    2. aloe vera (un antinfiammatorio naturale utile per lenire il prurito)
    3. ollavio (pianta inventata, vedi sotto)
    4. liquirizia (altro anti infiammatorio naturale, oltre a calmare prurito e rossore, ha un effetto cicatrizzante)
    5. ribes nero (poco perché potrebbe avere l'effetto inverso, ma anche lui ha effetto kinda ish antistaminico)
    6. olio di cocco (per idratare la pelle)
    7. ananas (contiene bromelina, principio attivo contro gonfiore)

    ingrediente sbagliato: liquirizia raffinata; è necessaria nella sua forma originale.


    nome: Ollavio
    descrizione:
    Una pianta rampicante, adattiva a qualunque tipologia di clima e temperature, dal tronco spesso ed i rami sottili e flessibili. La sua particolarità è che, al contrario di molte altre piante, non può sopravvivere dove non sia presente magia, motivo per cui ha sempre affollato le periferie delle cittadine magiche, rendendola introvabile nel mondo babbano. Post guerra, qualcuno l'ha definita infestante, in quanto sembra avere avuto uno sviluppo ben a di sopra della media (altre piante hanno avuto la stessa evoluzione, grazie alla mancanza di inquinamento causata dagli uomini, ma non quanto l'Ollavio); gli studiosi hanno notato che, in particolare, sembra aver trovato il proprio habitat nelle zone più contaminate dalla magia. Sono inoltre un ottimo campanello d'allarme per le così dette "zone morte", dove la magia non funziona, perchè per loro è impossibile sopravvivere in quei punti.
    Le foglie, larghe e morbide, vengono usate per unguenti e pozioni generiche utili ad attenuare gli effetti causati da un evento magico: un tatuaggio incantato andato male, ingestione di troppe caramelle - esempio, voli incontrollati causati dallo zucchero volato - o esposizione a forti sbalzi di magia.
    I fiori tendono a cambiare sfumatura a seconda della quantità di magia contenuta nell'aria, rimanendo sempre sulle tonalità del rosa. Hanno un profumo dolce, ma retrogusto legnoso; il loro olio essenziale pare avere un effetto calmante, oltre sempre alla capacità di arrotondare gli angoli più affilati della magia, motivo per cui vengono spesso utilizzati in ambienti ostili e delicati come gli studi degli psicomaghi.
    Il frutto dell'ollavio, piccolo e di colore bianco, non è commestibile per gli umani, ma non sembra dare gli stessi problemi alle specie animali magiche, motivo per cui le bacche vengono impiegate a livello veterinario per tutti quei disturbi che causano una produzione eccessiva di magia dalle creature.

    proprietà:
    La proprietà magica particolare dell'Ollavio, è la sua capacità di assorbire magia. Non in quantità letali, nè per l'ambiente nè per le creature magiche che lo abitano (maghi e special compresi), ma funziona in maniera contenitiva, dando una forma al caos. Il legno dell'Ollavio non viene usato per le bacchette per ovvi motivi, ma è molto impiegato nella creazione di culle per neonati, o porte di casa solitamente usate per le camere dei bambini, quando la magia è più selvaggia ed incontrollata. Pare che per un periodo, prima che il responsabile degli special facesse ricorso, sia New Hovel che Different Lodge ne possedessero in gran quantità, non tante quanto le prigioni magiche, ma quasi.
     
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    Then they'll tell you
    it's fair
    Mis Jacksson era del tutto intenzionato a farsi i cazzi propri per l’intera durata della lezione. Come ogni persona che ne avesse un estremo bisogno, aveva sempre odiato gli ospedali. Il fatto che all’interno di quelle mura non potesse diventare cane perché poco igienico, poi, certo non aveva aiutato né i suoi nervi, né l’umore, né la sua indole già poco collaborativa. La situazione era leggermente, marginalmente, migliorata quando aveva visto con chi avrebbe dovuto affrontare quella disgrazia (se Sinéad Mikahilova era la migliore amica di Theo, significava fosse perfettamente in grado di tradurre ed interpretare i grugniti, che era quanto Mis avesse da offrire quel giorno - e quelli prima, e quelli successivi, ma chi siamo noi per giudicare) ma non abbastanza da privarlo del broncio e le sopracciglia corrugate.
    Non si sentiva a suo agio, fra tutti quegli odori e quegli sconosciuti. Esattamente come il paziente di cui gli avevano smollato la cartella clinica – e sì, Mis credeva fosse un modo per snellire il lavoro del personale del San Mungo, come assumere tanti piccoli tirocinanti: tanto quanto gliene poteva sbattere, a loro, se qualcuno moriva nel mentre – era sovra stimolato dall’ambiente ospedaliero, muscoli tesi e sguardo guardingo. Attento ad ogni movimento all’interno della sala, e più concentrato sui camici bianchi che sul compito da svolgere.
    Aidon Rimemba, come nome sulla cartellina, non gli aveva detto nulla. Non ricordava i nomi – degli esseri umani; con gli animali, era una bomba – pur avendo una memoria infallibile per le facce, e non era il tipo di persona che tendeva a farsi più domande del necessario in merito a questioni che non lo riguardavano. Poi l’aveva visto, e nulla era cambiato nell’espressione del faunocineta: sempre seccato, e vagamente annoiato; sempre attento, ma mai sulle cose giuste.
    L’aveva riconosciuto, ed aveva finto di non farlo. Mentire era pur sempre la sua specialità, per quanto non fosse una delle sue attività preferite. C’erano situazioni che meritavano menzogne ed inganni, e la Resistenza era sempre stata la sua eccezione. Il fatto che conservasse segreti come punti di sutura, non significava che gliene sbattesse un cazzo di qualcosa – a meno che non fosse per la causa, ed allora da incurante diventava meticoloso, e personale.
    L’aveva visto al Quartier Generale. Rilesse la cartella clinica -
    effetti collaterali per oblivion andato male -
    e non si domandò se si trovasse al San Mungo perché avesse scelto di lasciarli, o se fosse stata una misura estrema per salvarli. Avrebbe comunque cercato di aiutarlo anche se quella fosse stata la conseguenza della decisione di abbandonarli, perché era fatto così: burbero e grezzo, ma sempre una mano allungata verso chi credeva lo meritasse. Più intelligente di quanto chiunque gli desse credito, nella consapevolezza che la Resistenza non fosse per tutti, e non fosse una colpa; poteva almeno dire che ci avesse provato, che era più di quanto chiunque altro su quel mondo corrotto potesse dire.
    Mini, di poche parole come piaceva a lui – era evidentemente che avessero in comune un Kayne, perché sarebbe stato impossibile averlo nella propria vita, ed occupare tanto spazio quanto faceva Theo: si tenevano sulle loro entrambi, Mini e Mis, e nel loro – gli sbattè sotto al naso la lista degli ingredienti per la pozione.
    E lo guardò. Senza neanche battere le ciglia. Ricambiò lo sguardo qualche secondo, permettendo ad un del tutto lecito dubbio d’insinuarsi nello sguardo verde muschio. Lui? Non sapeva un cazzo di pozioni. Era nato con la capacità di manipolare il mondo animale, ergo il campo di quel particolare tipo di magia, gli era sempre stato estraneo. Soprattutto, non era mai stato interessato ad approfondirlo: funzionava a risparmio energetico, e tendeva ad accumulare solo quanto potesse essergli utile, e potesse fare da solo. Sapere come creare un distillato, non l’avrebbe portato da nessuna parte, se non nel misero e banale atto di essere promosso in una materia scolastica – decisamente qualcosa che non poteva sbattergliene di meno neanche se l’avesse voluto intenzionalmente. Dopo qualche lungo, infinito secondo nel quale nessuno dei due sembrava deciso a proferire parola, ruppe il silenzio con un «sei tu la strega» dall’inflessione ruvida, perché non parlava da ore, e perplessa, perché non credeva che un mago gli avesse mai chiesto nulla in merito a qualsiasi cosa concernente il loro mondo. Compreso suo fratello, ma lui trascendeva la questione: Theo faceva solo domande sbagliate, e solo quando non gli serviva la risposta. Strappò comunque il foglio dalle mani della ragazza, osservandola ancora un paio d’istanti prima di concedersi la lettura degli ingredienti, e del compito richiesto per quel giorno. Aveva ascoltato i docenti solo passivamente, considerando che non solo non gliene piaceva neanche uno, ma non era interessato né alle loro materie, né a quanto avevano da offrire. Fosse stato per Mis, avrebbe frequentato solo strategia, perché leale al Crane fu responsabile spie, e CDCM, perché adorava le creature di ogni tipo, e Raphael (scusa prof, non ricordo come si scriva il suo cognome) gli andava abbastanza a genio. Passò la lingua sull’arcata dei denti, allungando la mano libera per sfogliare la cartella clinica letta ed abbandonata sul tavolino poco distante.
    «non so che pozione sia» esordì, dopo mezz’ora di meritato silenzio, ed intenso studio. «ma visto i sintomi» le indicò sulla cartella (mancanza di sonno, difficoltà a concentrarsi, ed esagerata reazione agli stimoli esterni? Poteva chiaramente essere l’anello mancante fra sé e suo fratello) la diagnosi dei guaritori. «ha senso ci siano zenzero, passiflora e menta. Sono tutti usati come rilassanti naturali. Antinfiammatori, calmanti, sedativi» si strinse nelle spalle. Flora e fauna non avevano segreti per il Jacksson, il cui destino era chiaramente quello di vivere sul cucuzzolo di una montagna, e sopravvivere alla natura da eremita. Sapeva lo zenzero fosse spesso usato dagli studenti, in quanto grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, aiutava nella concentrazione senza causare lo stato eccitato di caffeina e teina, rilassando i muscoli e dando uno stato di quiete serena; la passiflora, poi, era un finto sedativo per eccellenza, il migliore amico di chi soffriva d’insonnia o di quel genere di stanchezza che rendeva impossibile connettere i pensieri; la menta aveva numerosi benefici, anche se solitamente veniva usata in quantità così misere da risultare utile solo ad insaporire la bevanda e renderla rinfrescante. Eccezionale contro il mal di testa, if you even care. «mai presa una tisana?» domandò, trascinando le lettere e rilanciando la lista alla russa. «una volta, intrugli simili li bevevano direttamente dall’interno dei fiori. Orchidea, per chi poteva» il suo fun fact del giorno, perché aveva un certo non so che di fairy core che rendeva le emicranie adorabili. Accennò poi al loro paziente. «questo tizio ha solo bisogno di dormire» (nota d’autore: noi, amo)
    Punto, aveva già parlato troppo.
    Fu ben felice di lasciare le redini alla bionda (ma sei bionda? Per Mis sì) nel mettere insieme i pezzi della loro non murder board: trovare quale fosse l’ingrediente mancante alla pozione, prepararla – l’aveva osservata, senza aiutarla a meno che non fosse stato strettamente necessario – e risultare nell’insieme inutile, sì, ma perlomeno non un peso. Non rendeva più difficile il lavoro, Mis Jacksson; no, non lo facilitava neanche, ma comunque un’enorme differenza.
    Quando ebbe completato la pozione, lo guardò.
    Il Tibiavorio ricambiò l’occhiata, chiedendosi cosa volesse da lui: che la bevesse?
    «sai cosa dobbiamo fare ora?» Carina, a chiederglielo. Le sorrise, perché la risposta a quella domanda la sapevano entrambi: «no.»
    E fu così che Mis rimase a guardare la Mikahilova mentre agitava la bacchetta in movimenti concentrici sopra la pozione, mormorando una formula. Osservò il fascio di luce bianca sparire, e qualcosa tintinnò nel calderone. Mh. Si affacciò, osservando il bracciale sul fondo del paiolo. Perplesso, infilò la mano sotto la camicia, usandola come presina nel prendere l’oggetto ancora caldo, ed osservarlo alle luci al neon del San Mungo.
    Ne aveva già visti di simili. Non si era mai chiesto come funzionassero, o da dove arrivassero: sapeva che una volta applicato al polso, l’altro non avrebbe potuto toglierlo fino ad effetto finito, e che ogni tot, rilasciasse la propria sostanza, facendola assorbire all’individuo grazie al contatto con la pelle. Immaginava avesse senso che in quel caso specifico, fosse necessaria quella metodologia d’applicazione: anziché fare effetto tutto insieme, cosa che avrebbe fatto ingurgitando la pozione, si sarebbe diluita nel tempo, abituando il paziente al nuovo stato rilassato, e permettendo un sonno quieto ma non totalmente indotto.
    «sei brava in quello che fai» Non regalava complimenti, ed anche quella non la reputò propriamente una lusinga. Un dato di fatto, al massimo.
    Fine.
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©


    GRUPPO 1 – 3° PIANO NEUROLOGIA
    (sinead, erbologia + pozioni + mis, erbologia + trasfigurazione)


    CITAZIONE
    POZIONE GENERICA

    Paziente: Aidon Rimemba

    Sintomi ed evidenze: problemi di concentrazione, difficoltà relative al sonno, marcate e talvolta esagerate reazioni agli stimoli esterni

    Diagnosi: effetti collaterali per oblivion andato male

    ndF: vi manca proprio un ingrediente se volete finire la pozione

    lista ingredienti (1/2):
    1. zenzero (proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, migliora le funzioni cognitive.)
    2. passiflora (proprietà sedative, e può aiutare a indurre il sonno)
    3. menta (proprietà calmante, contrasta affaticamento e mal di testa)

    CODICE
    <div class="card objs mago trasfigurazione">
    <h2>Potio Armi</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>armillami</i>. Utilizzato per trasfigurare le pozioni (funziona anche con i veleni, ma non con gli unguenti nè con i distillati) in bracciali. Questi bracciali, una volta applicati al polso del paziente, a contatto con la pelle rilasciano gradatamente il loro contenuto. Il mago che ha castato la trasfigurazione, può modificare il tempo di rilascio picchiettando la bacchetta prima su un timer, e poi sul bracciale. Il paziente non può toglierlo fino a che l'effetto non svanirà.</p>
    <h6><span>Verbale. Colore bianco. Con la bacchetta a pochi centimetri dalla pozione, compiere movimenti concentrici in senso orario fino a che non si addensa diventando un bracciale.</span></h6>
    </div>
     
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    Just a feeling that I won't leave behind, because it's something that is on my mind. I guess it goes like na-na-na, na-na-na-na-na

    credi che ci faranno aggiustare ossa rotte o cose del genere? Sarebbe tutta pratica per balt!
    le sue esatte parole, quelle.
    prima di seguire la mandria (composta. nessuno osava tirare un fiato di troppo camminando alle spalle della professoressa queen) all'interno della struttura; prima di accettare con un sorriso radioso e un mezzo saltello l'assegnazione al suo nuovo gruppo di lavoro — gli piacevano, mood e roxie. vero anche fosse difficile trovare qualcuno che non andasse a genio al Tassorosso, ma c'erano un sacco di persone verso le quale si sentiva del tutto indifferente: non avrebbe sprecato un saltello di puro giubilo per, che ne so, Cillian Noolan (l'arcinemico di Joni. canon sia ancora a scuola perché pluribocciato. capra ignorante.)
    Ricordava la gentilezza che il Bigh gli aveva riservato alla festa dei freaks, Ficus viveva la sua vita (un quarto di miglia alla volta) basandosi inconsciamente sul modus operandi dei corvi: se qualcuno gli dimostrava comprensione, cortesia e umanità (ma non vi viene da ridere???? mood. comprensivo, cortese e umano 💕✨) il diciassettenne si impegnava a ricambiare fino alla fine dei suoi giorni. non aveva mai scambiato più di due parole con Roxanne, ma il cipiglio da animale selvatico della ragazza e il fatto che non mostrasse il benché minimo timore di fronte a nessuno si erano dimostrati fattori di indubbio interesse. fascinazione, persino. grumpy one and sunshine one sempre una buona accoppiata, anche per le sante brotp 🙏
    e quindi si, fino a quel preciso momento della suddivisione Benjamin si era dimostrato entusiasta.
    poi Frederick Faustus li aveva spediti nel reparto di tossicologia.
    bello eh. non fosse stato per
    hhhhhhhhhh
    tutti quei puntini rossi a macchiare la pelle del povero malcapitato sul lettino dell'ospedale.
    gli ricordavano i bubboni purulenti che avevano ricoperto lo zio Rudolph quando si era beccato l'Asfargillus Polentis durante un viaggio a Tijuana — inutile dire che Ficus ci aveva creduto, alla palla del ero li per studiare un rarissimo tipo di pianta magica. sì. come Lele. «hhhhhhh» era quanto di meglio fosse riuscito a dire il diciassettenne mentre i prof consegnavano loro le cartelline con gli appunti dei medimaghi, apparentemente incapace di distogliere le iridi azzurre dalle mani gonfie dell'uomo ricoverato. riusciva a pensare solo al rumore liquido con cui di tanto in tanto i bubboni dello zio scoppiettavano allegramente rilasciando un odore simile a zolfo e puzzette.
    poi era successo qualcosa.
    e quel qualcosa era, nello specifico, mood che spiegava gli ingredienti per preparare una macedonia (cit.) «i ribes neri sono buonissimi! » finalmente riscosso dal suo torpore e liberatosi dalla morsa dei warflashback, il millepied decise che era giunta l'ora di fare la sua parte nel compito loro assegnato: trasformando in parole il primo pensiero a formarsi nella mente. sintomo che fosse tornato in sé — era quando diceva qualcosa di sensato, che bisognava iniziare a preoccuparsi.
    non era certo the sharpest tool in the shelf, probabilmente stazionava nella parte più bassa dell'elenco, ma aveva alcuni trigger specifici capaci di richiamare ogni singola goccia di concentrazione presente nel corpo oblungo e sproporzionato; arrivava quasi a sembrare intelligente. una cosa inquietante da vedere «beh (non tryhard, ciao chimi, manchi), ma la liquirizia così non possiamo usarla. vedete? come ha detto mood» pensavate che non avesse ascoltato, eh!!!!! «questo unguento non può essere contaminato, no? quindi ogni ingrediente deve essere aggiunto nella sua forma più» virgolette con le dita «pura. prima che venga lavorata e raffinata» prese le rotelle di liquirizia e le sistemò sul tavolino? banchetto? qualunque ripiano avessero dato loro a disposizione per appoggiare calderone, libri e componenti vari, annuendo nel ricevere l'avallo del Serpeverde (e un'occhiata deadpan di roxie, che benjamin interpretò come il "daje Ficus daje" che probabilmente non era)
    «per trasfigurare questa caramella e ottenere l'ingrediente necessario» sollevò lo sguardo cercando gli occhietti cisposi del signor Cello, perche a quel punto la prima sensazione di disgusto era passata in secondo piano e il diciassettenne ci teneva a rendere anche lui partecipe «un bastoncino di liquirizia. una pianta!» per una lezione di erbologia??? ASSURDO!!
    l'attenzione tornò sui compagni «l'incantesimo più adatto sia l'incanto grezzo» una leggera stretta di spalle, le dita della mancina a grattare la testa. normalmente, non si sarebbe offerto volontario per dare una dimostrazione; Ficus e la bacchetta avevano un rapporto di amore e odio, soprattutto quest'ultimo dovuto al fatto che il ragazzino studiava poco e ci capiva ancora meno della teoria. ne conseguivano difficoltà di un certo peso, e nessuno si stupiva fosse stato persino bocciato al quarto anno. ma, e c'è quasi sempre un ma, quella magia nello specifico il millepied l'aveva usata almeno un centinaio di volte: nelle cucine di Hogwarts, circondato dagli elfi che applaudivano di fronte ai suoi successi culinari, per rimediare a piccoli errori di condimento e cottura che avrebbero altresì previsto di buttare via cibo ancora in perfetto stato.
    «vai, tutto tuo»
    ok, bro.
    Ficus prese un bel respiro.
    pensò ai ben.
    alla lezione con i lamantini e alla E+ che si era portato a casa.
    pensò alle decine e decine di mele caramellate sulle quali aveva sperimentato l'incantesimo.
    you can do it, you stupid hoe.
    «ad originem» la bacchetta puntata contro una delle caramelle, il movimento del polso circolare e a ritroso. tutto come il Signore don Bosco richiedeva che fosse fatto.
    il resto
    roxie che sputa in mano a mood
    Ficus che mangia i ribes necessari a preparare l'unguento

    è, come si suol dire, storia.

    hufflepuff
    vi, ben10
    17, pureblood
    (It Goes Like) Nananapeggy gou


    utilizza l'incanto grezzo per riportare la rotella di liquirizia alla sua forma originale di bastoncino legnoso, l'ingrediente corretto per la preparazione dell'unguento.

    GRUPPO 4 – 2° PIANO TOSSICOLOGIA
    (ficus + mood + roxie)


    CITAZIONE
    UNGUENTO

    Paziente: Vary Cello

    Sintomi ed evidenze: comparsa di puntini rossi pruriginosi a chiazze su varie parti del corpo, e gonfiori alle mani e ai piedi

    Diagnosi: eruzione cutanea dovuta a reazione allergica

    ndF: no, la professoressa Ramos NON si è dimenticata di darvi quell’erba lì

    HTML
    <div class="card objs apprendista trasfigurazione">
    <h2>incanto grezzo</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>ad originem</i>. sebbene non vi siano testimonianze sulla creazione di questo incantesimo, e quindi quale fosse il tuo scopo originale, l'utilizzo che se ne fa oggigiorno è più che noto. la possibilità di riportare un elemento alla sua forma <i>grezza</i> si è scoperta particolarmente utile soprattutto in ambito culinario: a chi non è mai capitato di ottenere la consistenza sbagliata del dolce involucro di una mela caramellata? e perché buttare via l'intera preparazione, quando si può far tornare il frutto alla sua forma iniziale, così come lo si trova appena colto dall'albero? provare e riprovare, questo è il segreto.
    un incantesimo di semplice fattura, il <i>grezzo</i>, che non richiede particolari abilità o conoscenze — questo perché non influisce sulla natura o la composizione fisica e chimica dell'elemento trasfigurato, ma solo sulla forma assunta da quest'ultimo in seguito ad una <i>lavorazione</i>. la quale, è sempre bene precisarlo, dovrà essere molto basica: un maglione può venire riportato alla condizione di gomitolo, ma l'incanto non funzionerà ad esempio su una torta, quindi un <i>insieme complesso di più elementi</i></p>
    <h6><span>verbale, fascio di colore aranciato simile al rame. per castarlo correttamente bisogna pronunciare la formula prima toccando l'oggetto da trasfigurare, poi creare dei centri concentrici con la bacchetta muovendosi a ritroso e quindi allontanandosi dallo stesso.</span></h6>
    </div>
     
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    Vi presentiamo Mary Jane, la prima di cinque bimbi che stanno lì in inception a prendere la polvere e che non mi aspettavo che avrebbero vissuto. Mary Jane è un personaggio, ma davvero è un personaggio.
    Scozzese, parla in dialetto stretto, è troppo espansiva, si fa a botte con chi le da fastidio e soprattutto è... COMPLOTTISTA.
    Per esempio, la prima ministra per caso è governata dal 5g? Hogwarts è stata fondata dagli alieni? Cosa volevano dirci i Maya nel 2012 quando avevano predetto la fine del mondo? E se fosse stato un codice per dirci dei poteri forti che controllerano il mondo intero?
    Domande che non avranno risposta, infondo il loro povero e disgraziato insegnante ci teneva a sottolineare l'importanza del non fare casino e a quel punto Mary Jane disse « Non si preoccupi, signò. Io so un ninja. » del villaggio della foglia, nello specifico perché le piacciono le piante. Ad ogni modo, Mary Jane è stata assegnata al team Kaz e Delilah quindi, con un bel sorriso saluta « Wellà bellissimi, annamo a vedé chi dobbiamo resuscità? » e per chi se lo stesse chiedendo, sì Mary Jane parla in romanaccio questo perché serve a simulare l'accento stretto della Scozia.
    Andiamo a resuscitare gente va.
    E candidamente Mary Jane, mentre legge il rapporto che è stato consegnato a lei e agli altri, ammette « Io non so un cazzo de medimaggia. » e qui punti per l'onestà « Però io ve sò dì tutto sulle piante, me sa che se ce provano a dargli sto distillato non succede na minchia. Voglio dì, la camomilla? »
    Nella lista di ingredienti nel distillato che avrebbe dovuto prendere il signore della lego, ormai era così per lei, cioè che cazzo di maledizione è una che ti trasforma in un lego, c'era la camomilla che sì, è un atinfiammatorio ma dello stomaco quindi la pozioncina non c'è. Tuttavia, si poteva sostituire con qualcosa, una pianta rara che c'era tra le cose dell'ospedale, o almeno Mary Jane se lo spera che ci sia altrimenti si offende, già non ne capisce un tubo di sta roba, figuriamoci poi se non trova la piantina giusta.
    « Se chiama Fiore di Blogirin, se tratta de un nome improprio perché mica è un fiore no? » warning a chi è tripofobico, il fiore che non è fiore è un fungo che secerne una sostanza strana « Ma sto liquidino ha come principio attivo de aiutà la circolazione e rilassà i muscoli. » quindi se usato nel distillato avrebbe dunque aiutato a ripristinare il corretto funzionamento della circolazione. Mary Jane trova belle tutte le piante, dalla canapa a quelle più strane come il Fiore di Blogirin, sono tutte così belline e divertenti, insomma hanno un'anima.
    Così dice lei.
    « Che figo, ce sta pure la Ciolanka Sbilanka, però è un fiore, mica na barzelletta. » questo fiore è stato chiamato così perché effettivamente sembra una ballerina russa con l'anca storta, ma dettagli serve anche questo fiorellino a rendere il distillato un po' più potente, almeno a naso, secondo l'adorabile ninja della foglia Mary Jane Hendricks. Bene, la lista è pronta e l'ingrediente sbagliato è stato identificato, non restava che scrivere il tutto e dire che è « Tutto apposto regà, posso dare na mano con la pozione se non è un problema. Prima però meglio retrasfigurargli la mano, sennò è inutile. » ma va? Beh sì è ovvio, però con calma e tranquillità bisognava tenere conto di tutti i passaggi.
    Ora il suo l'ha fatto, vediamo che succede.
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    metamorfomagus
    16 Y.O.
    hufflepuff



    CITAZIONE
    DISTILLATO

    Paziente: Fatykaz Tuy

    Sintomi ed evidenze: lento irrigidimento muscolare, senso di bruciore crescente all’interno del corpo, mano sinistra trasformata in una mano di un lego

    Diagnosi: maledizione di tipo fisica causata da artefatto incantato

    ndF: no, non potete lasciargli quella mano; no, nemmeno se è divertente

    lista ingredienti:
    - Acqua distillata (per creare la sospensione ed avere poca contaminazione)
    - Menta (riduce contrazioni e dolori muscolari)
    - Ciolanka Sbilanka (potente rilassante muscolare ed anti-infiammatorio)
    - Radice di Angelica Cinese (riduce la tensione e il turgore a livello tendineo e muscolare, favorisce il recupero della circolazione)
    - Camomilla (riduce l'infiammazione)
    - Fiore di Blogirin

    ingrediente sbagliato:Camomilla.
    Nonostante la Camomilla sia effettivamente un anti-infiammatorio, essa applica il suo effetto sull'apparato digerente o su infiammazioni cutanee lievi della pelle. Ha inoltre un'azione calmante e rilassante nel caso non si riesca ad avere sonno, dunque non è l'ingrediente giusto in un distillato che mira al ripristino delle funzioni motorie di articolazioni, muscoli e della circolazione.


    nome: Fiore di Blogirin (TW: TRIPOFOBIA)
    descrizione: Un fungo molto carnoso di colore generalmente bianco che secerne un liquido rosso dall'odore dolciastro. Solitamente lo si trova nelle foreste pluviali nel sud america, ma è possibile coltivarlo in serre che replicano l'ambiente umido da cui proviene.
    proprietà: Del fungo si cerca di utilizzare il liquido dolciastro che secerne, per il semplice fatto che esso fa delle fortissime proprietà benefiche su circolazione e muscoli. Viene impiegato nella creazione di antidolorifici, pozioni e distillati, tuttavia la parte bianca del fungo viene fatta seccare e resa polvere diventa un rilassante nel caso venga utilizzata insieme ad un altro ingrediente con tale principio attivo.
    In purezza infatti la polvere è un potente allucinogeno utilizzato ovviamente per scopi ricreativi e vietata in tutto il mondo.

    nome: Ciolanka Sbilanka
    descrizione: Fiore dalla corolla molto alta e dal profumo delicato, tipico delle zone del nord-est europeo.
    proprietà: Gli utilizzi che si fanno del fiore Ciolanka Sbilanka sono molteplici. Questo fiore dalle proprietà magiche, viene spesso usato in infusione e aiuta a conciliare il sonno e a rilassare la muscolatura. In campo medico esso viene utilizzato come anti-infiammatorio, raffinato ovviamente e ridotto in polvere. Tuttavia, questo fiore ha una parentela con il papavero, non è un oppiaceo ma se utilizzato in quantità massicce come medicina, può causare dipendenza.


    Edited by Yuna ~ - 7/2/2024, 19:21
     
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    «e mi raccomando» aveva detto il professore di trasfigurazione, «non uccidete nessuno» e poi aveva lasciato uno dei pazienti in mano a Dara e Theo. C’era un che di ironico in quello, non che a Mona interessassero davvero le condizioni dei pazienti all’interno dell’ospedale: era lì perché doveva, perché la lezione lo richiedeva, e avrebbe fatto il suo lavoro al meglio perché poteva, pur non provando alcun tipo di emozioni nei confronti della magimedicina o di ciò che vi ruotava intorno — nel suo futuro c’era sempre stata una sola ed unica carriera possibile, quella di avvocato, e qualsiasi prova pratica e sul campo non organizzata al IV livello del ministero, scivolava addosso alla Benshaw e perdeva di interesse, limitandosi ad essere ciò che era: un compito da portare a termine e per il quale ambire al massimo dei voti, fine.
    Era abbastanza certa che, se qualcuno avesse fallito (e non sarebbe stato di certo il caso di Mona), guaritori e medimaghi più esperti di loro (un ragtag team di studenti più o meno capaci anche solo di allacciarsi le scarpe – con qualche dovuta eccezione –, figuriamoci di produrre pozioni in grado di curare qualcuno, mpf) sarebbe intervenuto per porre rimedio al problema e far sì che il povero malcapitato non lasciasse quel mondo prima del tempo. Unless.
    Dal canto suo, come già detto, pur non avendo mai sentito il bisogno di scoprire i lati interessanti e i pro di indossare un camice, avrebbe fatto del suo meglio per affrontare quella giornata nel migliore dei modi, dimostrando – ancora una volta! – di poter riuscire in letteralmente qualsiasi cosa.
    Aiutava che, al suo fianco, ci fosse Bennett: la compagna non solo aveva cieca e totale fiducia in lei e, al contempo, aveva la sua stessa ambizione e voglia di portare a casa un bel voto (anche solo per vincere la dannata competizione delle case) ma anche per il semplice fatto che Mona non avrebbe mai potuto pensare di fare brutta figura davanti alla Meisner: in un modo o nell’altro, che fosse malsano o meno, la cacciatrice tendeva a spronare Mona ad essere sempre la versione migliore di se stessa, perché non voleva deludere le aspettative che, ne era certa, Bennett aveva nei suoi confronti.
    «nulla di interessante» e non era una domanda quella soffiata contro la guancia dell’amica, mento posato sulla spalla di Ben e iridi turchesi a guizzare sul fascicolo che la mora teneva in mano; era un dato di fatto. Avrebbero potuto almeno assegnare al duo un caso più intrigante, o più complesso, invece si trattava di una fumatrice incallita rincoglionita dall’operazione a cui era stata sottoposta il pomeriggio precedente. Wow.
    La cosa più degna di nota, se proprio Mona doveva sforzarsi di trovarne una, era il tatuaggio sul braccio di miss Yina — un errore, o un fermo ideale politico? Stando alle note di Faustus, si trattava della prima opzione: Mona non ne era così certa, e trovava quantomeno interessante che, fra tutte le forme che avrebbe potuto assumere il tatuaggio preesistente, aveva scelto quella di una svastica. C’erano modi meno plateali per esprimere il proprio credo; ma chi era Mona per giudicare, lei che aveva pregato più e più volte sua nonna di farle vedere il simbolo tatuato sull’avambraccio, memorie di un tempo lontano; lei che aveva chiesto, con occhi grandi e dita minuscole a tracciare il profilo del serpente, quando sarebbe toccato a lei — lei, che nei Mangiamorte ci aveva sempre creduto, e continuava a farlo anche ora che si erano ridotti a nulla più di un manipolo di burattini comandati dal Quinto Fondatore.
    Schioccò la lingua contro il palato, staccandosi da Bennett ma senza allontanarsi. «mi ricorda balt dopo una sbronza» bacino simbolico rivolto al povero ben con gli arti maciullati, «quella sarei quasi tentata di lasciarla» sussurrò all’orecchio della Meisner, senza indicare il tatuaggio: non c’era bisogno, si sarebbero capite. Si capivano sempre. Lo sguardo rimase invece impassibile e fermo sul volto del guaritore che le aveva condotte fino al lettino di miss Yina, e che sembrava intenzionato a seguire ogni loro mossa e ogni loro decisione. Non si fidava? Peggio per lui.
    Con lo stesso interesse con cui avrebbe sfogliato un album di figurine del quidditch (ovvero nessuno), Mona passò le dita a mezz’aria sopra gli ingredienti messi a loro disposizione, stando bene attenta a non toccarne neppure uno: non si fidava (di nessuno, ma ancor meno) dei professori, e non escludeva a priori che qualcuno di quegli ingredienti fosse maledetto.
    «guanti?» chiese invece, e seguì il cenno con la testa del guaritore a cui erano state affidate, mentre coinvolgeva Ben riguardo le sue ipotesi: se fossero state da sole non ne avrebbe avuto bisogno, si sarebbero capite con un cenno, ma doveva dimostrare all’uomo (annoiato quanto lei, forse di più; era chiaro che quella mattina non si fosse recato al San Mungo con il desiderio di fare da babysitter a due studentesse.) che sapesse il fatto suo, nel caso in cui quello lì avesse poi fatto riporto ai professori.
    «l’alcol lo teniamo,» a prescindere, non si poteva mai sapere quando sarebbe tornato utile; ma in quel caso specifico: «come base della soluzione. poi,» picchiettò le dita, ora foderate dal lattice dei guanti, sul banchetto dove si erano appoggiate, e poi le allungò verso la menta. «oltre a dare gusto all’elisir, combattono la stanchezza e aiutano a ritrovare la concentrazione.» cosa che chiaramente a miss Yina mancava. Mona non stava giudicando. (O forse sì?) «le uniamo ai semi di peperoncino e all’olio essenziale di rosmarino,» perché lo stava dicendo? Le sembrava così superfluo: Bennett non aveva bisogno del suo aiuto, né di ripassare. E l’uomo era chiaramente su un altro pianeta, con la testa.
    Yina… beh, lei dormiva.
    Mona sollevò gli occhi verso le luci al neon dell’ospedale, ed espirò. «ho visto delle bacche di vitaevortix,» poi, più a bassa voce e rivolto solo a Ben, «ne teniamo un po’ da parte? potrebbero tornare utili» infondo il castello era pieno di persone così stupide che le avrebbero mangiate senza fare domande; con un tono di voce normale, aggiunse. «uniamo il loro succo e le radici di guaranà. no, quella no.» che ci facevano con l’escolzia, e infatti lo sapeva anche Bennett. Puntellando lo sguardo turchese sul guaritore, sospirò annoiata: «ci servirebbero i peli di kroyshire,» ce li avevano? infondo non stava chiedendo la polvere derivata dai loro artigli: il pelo veniva raccolto durante una banale tolettatura, no?! «o dei pungiglioni di billywig. essiccati, possibilmente. non più di due, ma anche uno andrà bene. » e, stando a quello che vide passando nuovamente in rassegna gli ingredienti, billywig sia. «mi sembra di star preparando una di quelle bevande monstruose di cui dara è tanto ghiotto,» brr.
    mona benshaw
    bennet meisner
    goodnight to my wife
    && fuck the rest of y'all
    theo kayne
    dara sunwoo
    cult leader
    king mala


    GRUPPO 5: ben (ingrediente errato e incantesimo) + mona (lista ingredienti e pozione)
    Sintomi ed evidenze: spossamento, confusione e stanchezza eccessiva
    Diagnosi: sollievo post-operazione chirurgica

    POZIONE + LISTA INGREDIENTI
    nome: elisir energizzante (oppure: energia liquida)
    descrizione: come dice il nome, è un rimedio contro la sensazione di spossatezza e la fatica, utile per chi si trova in momenti particolarmente difficili ed è in riserva di energie; i babbani potrebbero scambiarla per una delle loro bibite energizzanti, e in realtà avrebbero ragione: questo elisir sembra proprio la versione magica di un gatorade, solo che non presenta né i colori sgargianti della bevanda babbana, né i gusti fruttati. aka: il multicentrum dei maghi.
    lista ingredienti:
    – Alcol etilico (come base della soluzione)
    – Foglie di menta essiccate (per ridurre la stanchezza e aumentare la concentrazione; inoltre danno un sapore fresco e piacevole all’elisir)
    – Semi di peperoncino tritati (stimolano i sensi; ottimo in combinazione con l’effetto concentrante della menta)
    – Olio essenziale al rosmarino (può aiutare a stimolare la mente e combattere la confusione)
    – Radice di Guaranà (per le sue proprietà stimolanti, ma graduali)
    – Succo delle bacche di Vitaevortix (aumentano l'energia e sono ideali contro la stanchezza)
    – Peli di Kroyshire (spesso utilizzate in pozioni energizzanti)
    oppure
    – Pungiglioni di Billiwyg essiccati (non più di due, per evitare che il soggetto inizi a fluttuare)
    procedimento:
    1. aggiungere 3 misurini di foglie di menta essiccate e ½ di semi di peperoncino nel mortaio
    2. aggiungere 3 cucchiaini di olio di rosmarino
    3. tritare gli ingredienti e poi aggiungere 3 radici di guaranà
    4. frantumare il tutto fino ad ottenere un composto cremoso
    5. versare il contenuto nel calderone
    6. mescolare 2 volte in senso orario
    7. lasciar riposare per 1 minuto
    8. mescolare 2 volte in senso antiorario
    9. portare il composto ad ebollizione
    10. aggiungere il succo di 2 bacche di vitaevortix (si consiglia di schiacciare prima le estremità della bacca per far uscire meglio il liquido)
    11. mescolare 4 volte in senso orario
    12. unire il pelo di kroyshire o 1 pungiglione di billiwyg essiccato
    13. mescolare 2 volte in senso antiorario
    14. lasciare fermentare per 30 min
    15. con l’aiuto di un passino e un mestolo, filtrare la soluzione in un’ampolla contenente l’alcol etilico
    16. lasciar raffreddare per almeno 1 ora
    17. compiere mezzo giro con la bacchetta in direzione dell’ampolla, poi disegnare una X senza fermare mai il movimento
    effetti: ridare energia al corpo e combattere la stanchezza e il torpore
    effetti indesiderati: un uso prolungato di questa bevanda rischia di portare all’insonnia (e a provocare tachicardia); si consiglia di utilizzare l'elisir energizzante con moderazione.

    PIANTA INVENTATA
    nome: Vitaevortix
    descrizione: classificabile come “frutto di bosco”, il Vitaevortix è una pianta erbacea che cresce in prossimità di acque dolci (torrenti, fiumi, paludi, ecc) e presenta dei frutti di colore verde smeraldo. Non produce alcun fiore, ed è una pianta molto bassa che raramente supera i 50cm di altezza; le sue foglie sono pallide, quasi bianche, e molto velenose. In tempi antichi, venivano fatte seccare e messe sotto la lingua come palliativo e per aiutare persone gravemente malata a soffrire di meno negli ultimi istanti di vita; al contrario, le bacche di vitaevortix vengono raccolte e utilizzate nell’ambito delle pozioni e delle bevande energizzanti per il loro liquido (insapore e trasparente) che contiene antiossidanti e nutrienti che combattono la stanchezza e aumentano l’energia. Sono leggermente più grandi di more o lamponi, quasi come una noce. Il succo è contenuto in una piccola sacca che funge da "nocciolo" della bacca stessa, e lo separa dalla polpa che, ricordiamo, per quanto invitante, sia letale almeno quanto le foglie della pianta stessa ed è per questo che è sconsigliato mangiare le bacche così come si trovano.
    Contrariamente a molte altre piante di rovo, il Vitaevortix non presenta spine.
    proprietà: nessuna oltre quelle descritte, ma una “particolarità” della pianta, se vogliamo, è il suo non essere esclusivamente una pianta per maghi in quanto il veleno, tanto quanto il liquido energizzante, non ha bisogno di essere attivato dalla magia per fare il suo effetto. Un babbano potrebbe assaggiare il liquido insapore di una bacca e sentirsi leggermente più rinvigorito dell’attimo precedente; così come potrebbe fare l’errore di mangiarne una, confondendola con una mora ancora acerba, ed essere ucciso dal veleno.
     
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    Avrebbe potuto capitare in qualsiasi parte del San Mungo e con chiunque dei propri compagni, eppure il destino aveva voluto che il suo nome non solo fosse accompagnato a quello di uno dei ben, non solo nello specifico Desdemona Benshaw, ma nel reparto chirurgia.
    Tutti quei bisturi luccicanti.
    Natale era arrivato in anticipo di quasi un anno, e Bennett Meisner era euforica.
    Aveva salutato i suoi amichetti con un sorriso sornione ed uno sfarfallare di dita nella loro direzione, perché lei aveva Mona e loro no. Credeva nelle proprie capacità, e sapeva di essere una strega indipendente che non avesse bisogno di nessuno per portare a termine i compiti a lei assegnati, ma avere al proprio fianco la bionda Corvonero, non poteva che migliorarle l’umore e l’aspettativa. La faceva sentire più sicura, averla con sé. Sapere le fosse concesso di sbagliare, perché la Benshaw avrebbe raddrizzato le cose; non aver timore di essere giudicata, perché Mona con lei non l’aveva mai fatto. Poteva affrontare quella simulazione a cuor leggero, conscia che avrebbe fatto del proprio meglio e che sarebbe bastato, perché a portarle all’eccellenza ci avrebbe pensato la cheerleader.
    Si arrampicò su una sedia libera, occupando uno dei tavoli del reparto per sistemare il materiale, lanciando solo un’ultima, intensa, occhiata all’uomo che era stato incaricato di far loro da baby sitter. Dire che diffidasse degli sconosciuti, sarebbe stato un eufemismo, ma sapeva quando tenere sotto controllo il proprio disappunto – do it for la coppa delle case. Non aveva ancora superato che i Corvonero fossero arrivati ultimi, l’anno prima. Lasciò scorrere gli occhi sulle righe del fascicolo, corrugando appena le sopracciglia.
    «nulla di interessante»
    Ed era… vero. Tristemente, vero. Avrebbero potuto avere menomazioni, sacrifici sull’altare andati male, incidenti sanguinari e carichi di pathos, invece avevano avuto… quello, una tizia strafatta post operazione, e non era neanche stata un’operazione degna di nota. Le labbra della Meisner si curvarono d’istinto verso il basso, la testa curvata di lato a cercare la guancia di Mona. Adocchiò i giocattoli del San Mungo, accennando un sorriso inquietante verso gli arnesi metallici. «magari vogliono che lo rendiamo interessante noi» un palmo sollevato in pace verso la loro Guardia, prima che pensasse facesse sul serio ed intervenisse. Se c’era qualcosa peggiore di uno sconosciuto, era uno sconosciuto (gasp! bambino) che volesse parlarle – e sì, Ben era comunque una cameriera. Continuò a leggere, occhi neri a rimbalzare dalla cartella alla paziente, e dalla lista ingredienti a ciò che il San Mungo aveva da offrire, prima di tornare a soffermarsi sul tatuaggio. Quella era forse l’unica cosa intrigante del loro caso, qualcosa che avendo più tempo – e voglia, soprattutto: aveva di meglio da fare delle sue giornate – le sarebbe piaciuto capire: perché, fra tutte le forme, era diventato una svastica? Quale reazione chimica aveva innestato la metamorfosi fisica delle linee in un simbolo politico derivante, supponeva, dagli stimoli neuronali? Non se ne intendeva abbastanza di medimagia da poter fare ipotesi, e sapeva che chiedere agli esperti avrebbe reso quella trasformazione molto meno avvincente di quanto non facessero i suoi headcanon. Si tenne i suoi dubbi per sé, puntando piuttosto la bacchetta a pochi centimetri dal braccio della donna. «ci sono ancora i segni del cerotto anti-nicotina» detto nel tono più derisorio e paternalistico possibile, perché era quello che meritava. Tutti sapevano che le sostanze rilassanti rilasciate dai cerotti, quelle che avrebbero dovuto dare il senso di soddisfazione di una sigaretta nei momenti in cui non si poteva soddisfare quel bisogno, cozzavano contro quasi qualsiasi eccipiente contenuto nei medicinali. Era come mischiare droga ed alcool. Perfino Ictus l’avrebbe saputo! Si chiese se, come un tossico qualsiasi, avesse corso il rischio pensando di non far parte della percentuale di popolazione che riscontrasse contro indicazioni; decise che non poteva importarle la risposta, altrimenti non avrebbe svolto il suo compito, e l’avrebbe lasciata nello stato letargico con un silente cazzi tuoi. Come era arrivata a procurarsene, poi – se l’era nascosto nelle mutande del cambio? Provò a toccare la pelle con la punta della bacchetta, pur sapendo già che non avrebbe fatto alcuna differenza: era penetrato sotto cute, andando a sballare tutti i livelli di magia del corpo di Yina, compreso l’inchiostro antecedente l’operazione. Prima o poi avrebbe esaurito il proprio effetto, e Ben un po’ pensava che meritasse di pazientare e tenersi una svastica sul braccio tutta la vita, ma aveva una E da portare a casa. Schioccò rumorosamente la lingua sul palato, tirando su le maniche della camicia. Dopo uno sguardo interrogativo verso il loro Cane ed aver ottenuto un cenno d’assenso, frugò negli effetti personali della donna, trovando una scatola aperta di No-Smok. Appoggiò uno dei cerotti sul comodino, osservandolo fino a memorizzarne la forma: non era brava negli incantesimi di trasfigurazione, come dimostravano i suoi persistenti tentativi fallimentari di diventare animagus, quindi voleva essere molto sicura di avere bene impresso cosa volesse togliere dal corpo della signora Morph. Gli incanti evanescenti erano più semplici di quelli di evocazione o trasmutazione, ma non si sapeva mai. «poi dicono ai giovani» Sorrise a Mona, sollevando un angolo della bocca. L’evanescente incastrato era quasi banale, uno dei primi appresi al castello. Tipicamente usato per rimuovere schegge, o chiodi rimasti incastrati nel muro. Tornava utile in interventi semplici di oggetti all’interno di corpi vivi come ostruzioni in gola, o altre… cose incastrate in cavità intime (i tampax, nella migliore delle ipotesi) e quello rientrava in categoria. Pronunciò l’incantesimo solo mentalmente, la punta della bacchetta sopra la parte di pelle dove un tempo aveva applicato il cerotto.
    Sorrise trionfante alla Benshaw, mostrandole tutti i denti.
    Tolto quell’impiccio, toccava alla pozione rimpolpante con cui far credere a Morph Yina che vivere fosse bello e ne valesse la pena. Una parte che lasciò volentieri alla cheerleader, perché né erbologia né pozioni rientravano nelle sue competenze (in pratica nessuna delle materie di quel giorno, esatto: lei era da scherma e strategia, corpo a corpo, arti oscure. FATELE CAUSA). Si permise di ridere, secca e ruvida, solamente quando lesse uno degli ingredienti in lista.
    «wow. I prof devono davvero avere poca fiducia in noi»
    (ed avrebbero avuto ragione)
    «l’escolzia?? ma se questa è già andata in para non potendo fumare nelle ore successive un’operazione! Massì, diamole un tranquillante ipnoinducente, così magari oltre ad addormentarsi, trova un’altra dipendenza» non che la pianta la causasse, aveva effetti molto blandi, ma supponeva che la carne della buona Yina fosse debole, e che provato il senso di rilassamento dell’erba, volesse darsi a qualcosa di più forte. Tipo metanfetamina. «che in realtà. pensandoci» sguardo alla telecamera. Era così che al San Mungo fidelizzavano i loro pazienti? Trovando scuse per farli tornare? «un’ottima mossa di marketing»
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    GRUPPO 5 – 1° PIANO CHIRURGIA
    (ben, ingr. sbagliato & trasfigurazione + mona, erbologia & pozioni)
    CITAZIONE
    ELISIR

    Paziente: Morph Yina

    Sintomi ed evidenze: spossamento, confusione e stanchezza eccessiva

    Diagnosi: sollievo post-operazione chirurgica

    ndF: sono abbastanza sicuro che il suo tatuaggio non fosse una svastica prima dell’operazione

    ingrediente sbagliato: Escolzia; oltre a causare sonnolenza, cosa di cui la paziente non ha bisogno, la sua natura ipnoinducente, pur non creando dipendenza, potrebbe spingere la paziente - con già forme di dipendenza, vedi il tabagismo - a cercare sollievo in medicinali più forti.

    CODICE
    <div class="card objs matricola trasfigurazione">
    <h2>Evanescente incastrato</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>Evanesco Inserto</i>.  Permette di estrarre un corpo estraneo senza forzarne la fuoriuscita. Possibile utilizzarlo sia sulle persone, che gli animali e gli oggetti inanimati. Bisogna essere a conoscenza di cosa si vuole estrarre con estrema precisione; no, il contenuto del caveu di una banca non vale.</p>
    <h6><span>non verbale. Non presenta alcuna colorazione. Puntare la bacchetta contro la zona interessata, concentrarsi sulla tipologia di oggetto che si è interessati a far sparire (attenzione! non funzionerà se non si sa quale sia il corpo estraneo da estrarre) e picchiettare una volta il catalizzatore.
    </span></h6>
    </div>
     
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    Roxanne O'Death

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    giving a shit


    hemokinesis ✧ vega, vii ✧ 18 y.o.
    never break your enemies' heart they only have one
    Break their bones instead,
    they have 206 of them
    A Roxanne mancava la guerra. Era stato il suo paradiso terrestre, il che era tutto dire ma era felice: niente scuola, violenza gratuita e non doveva neanche nasconderlo perché era quello che doveva fare e nessuno si aspettava diversamente da lei. Invece ora si trovava nuovamente a seguire le lezioni, lezioni in cui non poteva picchiare, ferire o uccidere - o almeno non quella. Quel giorno dovevano curare pazienti, cosa che reputava totalmente inutile perchè se uno stava già male avrebbero fatto prima a troncarlo in due e ucciderlo. Pensateci: posti di lavoro in più, meno soldi da spendere per malati, le pompe funebri ci avrebbero guadagnato, la popolazione sarebbe dimezzata. Il paradiso. Poi mica insegnavano a guarire cose utili e fighe, no, è un po' quando vai a un open day per le scuole babbane e ti fanno vedere cose bellissime e poi una volta iscritta non facevi nulla di tutto quello perchè è solo un'esca per allodole. Come faceva a saperlo? Aveva dovuto seguire una ragazzina una volta ma quella è un'altra storia. Erano obbligati a trovare una soluzione per questo Vary Cello con la reazione allergica che poteva benissimo starsene a casa e farsi qualche impacco da solo o evitare di grattarsi. Mood invece sembrava sprizzare gioia da tutti i pori. Così di buon umore da quasi dar fastidio. Era nel suo ambiente o almeno, lo era più di lei. Beato lui. La sua soluzione sarebbe stato scorticarlo e passa la paura, beh, non quella del paziente probabilmente ma quello era un suo problema e anche il perchè non avrebbe mai lavorato come medimago. Forse anche per quello lo spinse per primo in laboratorio quella mattina. «meh» disse quindi dopo aver lanciato uno sguardo al paziente. «potevi anche impegnarti un po' di più. neanche un po' di sangue o qualche arto da amputare?» se avesse finito per traumatizzare qualche paziente la colpa sarebbe stata unicamente dei professori che avevano deciso di metterla a contatto con dei pazienti.
    benissimo così. Aveva fatto la sua parte ma niente più del minimo indispensabile e aveva principalmente osservato i due compagni deadpan. In pausa pranzo, avrebbe voluto saccheggiare qualche sacca di sangue come... souvenir però sarebbe stato difficile portarselo dietro tutto il tempo con tutto quello che avevano da fare e aveva optato per spaventare qualche famiglia per poi sparire dalla circolazione per non farsi beccare. Era tornata infine in laboratorio solo dopo aver finito il pranzo in uno sgabuzzino nel quale era finita per nascondersi dai pazienti che aveva istigato. Mood era ancora nel suo mood monologo e lo lasciò fare, un po' ignorandolo e un po' ascoltando. «l’aloe vera è un cicatrizzante, come la liquirizia» Mood le aveva lanciato un’occhiata, probabilmente pensando potesse esserle utile. «potrei farlo anche io» e si sarebbe tagliata sul braccio dritta davanti a lui per dimostrarglielo se solo non avesse rallentato il lavoro. Teoricamente poteva coagulare il sangue fino a causare svenimenti, paralisi o addirittura la morte. Si stava allenando per raggiungere quei livelli ma guarire qualche ferita? Rientrava nelle sue corde anche se non lo usava spesso, soprattutto non per aiutare gli altri. Però magari quell'informazione sarebbe potuta esserle utile in futuro, chissà. Poi continuò a dare consigli velati non richiesti e non apprezzati ma lasciò correre perchè sinceramente, non poteva fregarle meno. Mood li acculturò e anche Ficus partecipò alla conversazione. Roxanne partecipò con lo spirito, lanciando occhiatacce e piccoli commenti qua e là. In realtà se la cavavano anche senza di lei quindi avrebbe anche potuto andarsene ma sfortunatamente anche lei doveva dare il suo contributo. «sentite, passiamo alla parte pratica, mi sono già rotta il cazzo» non era Mood il problema, era lei. Le mancava un po' di azione e stavano parlando da tutta la giornata, era ora di fare qualcosa a riguardo. «prima di tutto depuriamo l'acqua. è necessario filtrarla con carboni attivi, in altri casi basterebbe bollire l'acqua ma non eliminerebbe sostanze chimiche e disinfettanti» e poiché la procedura poteva rallentarli chiese a mood di velocizzare la procedura con la bacchetta. Voleva finire il prima possibile e tornarsene a Hogwarts. Una volta che l'acqua fu pronta la versò nel calderone insieme a un cucchiaio di olio di cocco e fece accendere il fuoco a Mood «fuoco lento.» Fece partire il timer di 5 minuti e allontanandosi indicò l'ananas a Ficus. «tu taglia e pesta due fette di ananas. bevilo solo se vuoi fare un giro in sala torture» avrebbe voluto aggiungere di farlo il più lontano possibile da lei dato che l'odore dell'ananas era per lei infestante ma lo spazio quello era e decise di non respirare e allontanarsi per prendere aria. Una cosa da psicopatici. «tu mood trita l'ollavio» visto che prima aveva dato prova delle giuste competenze e anche su quanto tritare le foglie. Cosa avrebbe fatto lei? Aspettato lo facessero e che mettessero tutto nel calderone alla fine del timer. Dopotutto stava utilizzando tutti i suoi neuroni per ricordare il procedimento per quell'unguento. Una volta versato tutto nel calderone dovettero mescolare in senso orario per 3 minuti.
    A me mi viene
    La noia
    La noia
    La noia
    La noia
    Muoio senza morire
    «i ribes neri sono buonissimi! » Roxanne non era conosciuta per essere una persona paziente. Non lo nascose nemmeno, anzì, sbattè la mano sul bancone per attirare la sua attenzione e fortunatamente non aveva ancora un coltello in mano. «ficus smetti di mangiare quelle dannate bacche di ribes nero e spremile direttamente nel calderone» rigorosamente fra piatto della lama e pollice. Probabilmente avrebbe fatto prima a farlo lei ma ormai lui aveva fatto fuori quasi l'intera scorta. Nel frattempo si fece passare il bastoncino di liquirizia e lo fissò intensamente.
    «sciacquati la bocca» per una volta che non aveva parlato e non aveva mandato all'inferno chiunque le fosse passato davanti? «oh ma chi cazzo sei» un medico a quanto pareva ed era sbottata prima di rendersi conto che le era stato offerto del collutorio per disinfettare letteralmente la sua bocca. Spostò lentamente lo sguardo dal collutorio al medico, rimanendo con lo sguardo puntato su di lui senza dire una parola, poi lo prese e si diresse in bagno. Mentre faceva i dovuti gargarismi, si guardò allo specchio e: aveva proprio la faccia di chi non ce la faceva più. Probabilmente avrebbe potuto essere scambiata per qualche tirocinante alle prese con un turno infinito e la giornata ancora lunga davanti a sé. Aveva la faccia di quando lavorava al bde, quelle volte che non combinava qualche bestialata delle sue, il che era tutto dire. Niente alla fine usano un incantesimo quindi questo è inutile ma ve lo lascio lo stesso
    Portò alle labbra il bastoncino di liquirizia, lo masticò fino ad ammorbidirlo facendo uso di tutte le sue magiche abilità con la lingua, poi quando Mood, le chiese la liquirizia manco fosse un bisturi, lo fissò dritto nelle palle degli occhi e gliela sputò in mano. «la saliva è antibatterica ma forse dovresti disinfettarlo prima di metterlo nel calderone» dopotutto era stato lui stesso a dire di non voler contaminazioni e il passaggio con la saliva era necessario. Alzò le spalle alla sua faccia schifata e aspettò facesse il suo stupido lavoro. «nel frattempo estraggo il gel dalla foglia di aloe. » era importante che la pianta avesse almeno 3 anni e Roxie non ricordava nemmeno il perchè, ma le era stato ripetuto così tanto e a quanto pare lo aveva assimilato passivamente. Comunque non era brava nella teoria quanto nella pratica e quello sarebbe stato facile perchè non prevedeva una bacchetta ma un coltello e lei di coltelli se ne intendeva, perciò recise la foglia dal basso, incidendola successivamente lungo il contorno, eliminando così la parte con le spine e raccogliendone il gel. Un lavoro di precisione di cui onestamente andava molto orgogliosa ma sfortunatamente era solo una pianta. Avvisò gli altri di spegnere il fuoco una volta raggiunta l'ebollizione e quando ebbe finito, versò il gel e fece mescolare in senso antiorario Mood per altri 5 minuti e dulcis in fundo. «okay basta, ora fai la magia e raffredda tutto» side eye a Mood, giusto per ricordargli che l'unico a possedere e poter utilizzare la bacchetta fosse proprio lui. Nel caso in cui avessero lasciato loro mettere l'unguento, lo avrebbe preso e lanciato in faccia a Vary Cello come se avesse avuto una palla di neve in mano e gli avrebbe detto di stenderselo da solo che lì non erano pagati per toccargli le pustole — sì, Mood, lo sa che non sono pustole. Roxie's out.
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©



    è la seconda volta che scrivo questo post dato che l'ho per sbaglio cancellato la prima, siate comprensivi se fa schifo o non si capisce niente #wat

    GRUPPO 4 – 2° PIANO TOSSICOLOGIA
    (ficus, trasfigurazioni + mood, erbologia + roxie, pozioni)

    CITAZIONE
    UNGUENTO

    Paziente: Vary Cello

    Sintomi ed evidenze: comparsa di puntini rossi pruriginosi a chiazze su varie parti del corpo, e gonfiori alle mani e ai piedi

    Diagnosi: eruzione cutanea dovuta a reazione allergica

    ndF: no, la professoressa Ramos NON si è dimenticata di darvi quell’erba lì

    nome: unguento ollav(i)o ollaspacca (la i è muta)
    descrizione: unguento che prende il nome dalle foglie di ollavio presenti nell'unguento. è un rimedio utilizzato soprattutto per contrastare gli effetti delle reazioni allergiche, anche quelle più gravi e derivanti da piante magiche (recentemente è stato scoperto anche per quelle mutanti) o da secrezioni di creature magiche. Viene prescritta anche per curare l'acne giovanile ed altre eruzioni cutanee.

    lista ingredienti:
    250ml di acqua depurata (per evitare contaminazioni)
    1 foglia di aloe vera
    3 foglie di ollavio
    1 bastoncino di liquirizia
    2 bacche di ribes nero
    1 cucchiaio di olio di cocco o 1 noce di burro di karitè
    2 fette di ananas

    procedimento:
    1. depurare 200ml d'acqua con carboni attivi e velocizzare il processo con la bacchetta
    2. riscaldare l'acqua a fuoco lento con un cucchiaio di olio di cocco
    3. aspettare 5 minuti
    4. pestare 2 fette di ananas fino a ricavarne un succo, tenere eventuali grumi
    5. tritare 3 foglie di ollavio
    6. versare l'ananas e le foglie tritate di ollavio nel calderone
    7. mescolare in senso orario per 3 minuti
    7. spremere fra piatto della lama e pollice 2 bacche di ribes direttamente nel calderone
    8. masticare un bastoncino di liquirizia fino ad ammorbidirla
    9. disinfettare magicamente il bastoncino prima di metterlo nel calderone
    8. estrarre il gel di aloe vera dalla foglia
    9. una volta che l'acqua bolle, spegnere la fiamma
    10. versare il gel e mescolare in senso antiorario per altri cinque minuti
    11. raffreddare con la bacchetta

    effetti: idrata la pelle, riduce il gonfiore, cicatrizza e presenta un'azione antinfiammatoria utile per lenire il prurito.

    effetti indesiderati: se applicata più di una volta al giorno e per periodi prolungati potrebbe causare un'intorpidimento delle zone interessate
     
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    kaz oh & mis jacksson
    well,
    that went horribly


    lumokinese ✧ ivorbone, vii ✧ 17 y.o.
    They'll kick you,
    then they'll beat you
    Then they'll tell you
    it's fair
    «non uccidete nessuno»
    Ecco, l’aveva detto. Matematico, quindi, che sarebbe successo. Inspirò secco l’aria dal naso, Kaz Oh, trattenendola sulla punta della lingua mentre congiungeva le mani davanti alla bocca. Occhi chiusi in preghiera: forse a Dio non interessava quel che l’Oh aveva da dire, ma la cantante dei Ricchi e Poveri non l’avrebbe mai tradito, e sapeva che lei, come lui, fosse preoccupata per l’incolumità dei pazienti del San Mungo. «ma prof» piagnucolò, abbattuto, non avendo cuore di sollevare le palpebre.
    Il Tibiavorio non voleva avere nessuno (altro, Kaz. Nessun altro, ricordi?) sulla coscienza, e quell’esperienza a lui sembrava semplicemente bullismo. Aver integrato gli special alle lezioni dei maghi, poteva sembrare progressivo solo ed unicamente ai maghi, considerando che loro non potevano letteralmente fare nulla se non guardare. Voyeuristi culturali, certo; senza quello specifico kink, però, solo strange forte e basta. Spiò fra le palpebre i compagni, attendendo come un pacco di Amazowl di essere smistato.
    Anatomia patologica. Ma perché. Un verso sgusciò impotente dalla bocca dell’Oh, labbra strette sui denti. Non aveva un bel nome, sembrava… complicato, e pure infettivo. Era infettivo?? MA COSA SI FACEVA IN ANATOMIA PATOLOGICA, COSA SIGNIFICAVA, DOVE LO STAVANO MANDANDO, ERA CAGIONEVOLE COME UNA DONNA VITTORIANA! Con la battitrice Serpeverde, poi!! Ed una tizia di cui non capiva assolutamente nessuna parola – l’inglese non era la prima lingua di Kaz, figurarsi con il marcato accento scozzese – ma a cui continuava ad annuire perché aveva l’aria di una che sapeva le cose. Quali cose, non avrebbe saputo dirlo. Aveva importanza? (sì)
    Prese i vari fascicoletti, usando gli ingredienti per farsi aria mentre prendevano l’ascensore diretti al piano giusto, ed il fascicolo per avere qualcosa da fare in attesa di scoprire come sarebbero morti. Si soffermò sul nome, per qualche motivo lo trovava più importante del resto, e schioccò la lingua sul palato. «fatykaz! No, non siamo parenti» nessuno l’aveva chiesto, ma era molto geloso del suo clan del kaz, e ci teneva a sottolineare di non avere nulla a che spartire con l’uomo lego.
    «magari basta il bacio del vero amore. Come nelle favole» sorrise, l’Oh. Il tipo di maledizione che aveva colpito il paziente, sembrava esattamente una di quelle da cui avevano tratto la favola della Bella e la Bestia – non un vero e proprio incantesimo, ma oggetti maledetti perché causassero a chiunque li toccasse di diventare come loro; era vero eh, l’aveva visto sul wiztok! - quelli che venivano chiamati capricci magici. Talvolta i rimasugli di magia, a furia di depositarsi come polvere, causavano effetti collaterali, tipo essere in grado di trasmutare l’uomo in oggetto.
    Forte.
    ALLORA ERA UN CASO FACILE! Non sapeva nulla di magia – aveva frequentato pochi mesi come mago, ed il resto del tempo era stato troppo impegnato a sopravvivere a se stesso ed un mondo che non lo voleva, per preoccuparsi di cose banali come lo studio - non conosceva le erbe che Mary Jane andava elencando, non sapeva quale fosse l’incantesimo generico di trasfigurazione in grado di riportare la mano al suo stato originale, e non poteva fare la pozione, ma ERA ENTUSIASTA. La cheerleader del gruppo!! Ai commenti di Mary Jane continuò a oooh e aaah come se tutto avesse senso (non lo aveva) e fu il primo a mettersi all’opera nella preparazione degli ingredienti per il distillato. ANCHE QUELLO LO CONOSCEVA. La sua estate da gymbro l’aveva cambiato, e più di una volta sullo yacht dei Monrique si era impasticcato per non svegliarsi la notte con malefici crampi al polpaccio. Certo, non aveva idea di cosa contenesse – e dopo aver visto spremere il fungo, decide che avrebbe preferito non saperlo; forse si teneva l’affaticamento muscolare – né di come produrlo, ma poteva forse significare qualcosa nel grande disegno della vita? No, esatto. Seguì le istruzioni delle compagne, canticchiando a bassa voce fra sé la canzone del film lego. «chissà se è alan. Come, in che senso chi è alan? L’arci nemesi di MORT» ignorato da tutti, iniziò a rantare sul libro del Rainey – non aveva mica capito fosse reale, pensava fosse una… storia, una parodia, e l’aveva trovato geniale e divertente: sperava ci facessero un fumetto, peccava di disegni – applicandosi nella produzione delle materie prime con la stessa meticolosità con cui preparava le colazioni e gli aperitivi al Platinum. Non era poi così diverso dal fare un caffè shakerato.
    Accese il fuoco sotto il paiolo, attento di versare solo metà dell’acqua all’interno del pentolone. Passò l’altra metà alla Parker, così che potesse metterla in freezer. Con l’aiuto di una mezzaluna, e minchia se si sentiva un ninja, ridusse la radice in [lazza’s voice] ceeeeeeeeeeeeneeere, continuando ben oltre il dovuto nella sua missione di renderlo una polvere così fine da stupire Lapo Linguini, e tentarlo ad una sniffata. Pestò la menta – CI FACEVA I MOJITO COSì!! JAY GUARDAMI, DOVREBBE VALERE PER IL TIROCINIO – fermato dalla mano di MJ prima di aggiungere tutta la menta, sostituendo il rimanente con i petali di Ciolanka. Era arrivato alla parte in cui Mort scopriva il furto del lego, quella ricca di pathos, e versò la menta mancante continuando a pestare con la disperazione del Rainey bambino di fronte al tradimento del migliore amico. Aveva quasi le lacrime agli occhi, quando qualcuno gli infilò gli occhialini protettivi e lo intimò a spingere più a fondo i guanti dandogli fra le mani il fungo da strizzare. Si sentì come la signora pimple pepper, o qualunque fosse il suo nome. Tutto quel… sebo. Quel fungo proprio non conosceva la skin care basica. Arricciò il naso inorridito, rapido a pucciare il cucchiaio nella polvere per raccoglierne fino all’ultima briciola, e mettere il tutto nel paiolo.
    Lasciò fosse MJ a girare il composto come fosse stato un Carmine Di Salvo, e la Parker ad assicurarsi che l’acqua non stesse bollendo troppo, mentre recuperava l’acqua dal freezer.
    Bicchierone? C’era. L’etichetta diceva fosse termoresistente.
    Liquido diventato viola? C’era.
    Si tastò le tasche alla disperata ricerca di una caramella al limone, prima di servire con tutti i riguardi del caso il beverone al suo quasi omonimo: «PAPALINA A LEI!» perché i vecchi amori si ricordano sempre.
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©


    GRUPPO 7 – 4° PIANO ANATOMIA PATOLOGICA
    (kaz, pozioni + delilah, trasfigurazioni + mary jane, erbologia)


    CITAZIONE
    DISTILLATO

    Paziente: Fatykaz Tuy

    Sintomi ed evidenze: lento irrigidimento muscolare, senso di bruciore crescente all’interno del corpo, mano sinistra trasformata in una mano di un lego

    Diagnosi: maledizione di tipo fisica causata da artefatto incantato

    ndF: no, non potete lasciargli quella mano; no, nemmeno se è divertente

    nome: Distillato Sciogli-Muscoli di Frop Kao
    descrizione: Creato dal mago di cui prende il nome, Frop Kao, lo Sciogli-Muscoli è un potente distillato indicato contro le tensioni muscolari. Molto usato da chi ha appena iniziato a frequentare le palestre - specialmente in Giappone: la famosa linea sportiva Mokepon ne è lo sponsor ufficiale - per sciogliere i muscoli tesi dopo esercizi affaticanti. Usato anche nell'ambito della fisioterapia per la riabilitazione. In paramagia, vengono vendute delle pillole contenenti piccole quantità del distillato per contrastare i crampi muscolari: al contrario di altre pasticche, però, l'unico gusto disponibile è quello alla banana.
    lista ingredienti:
    - 250 ml di acqua distillata
    - 40 g di foglie di menta finemente tritate
    - 10 g di petali di Ciolanka Sbilanka
    - 15 g di radice di Angelica Cinese sbriciolata
    - 15 ml di succo di Fiore di Blogirin
    procedimento:
    1. accendere il fuoco sotto il paiolo con 125ml di acqua (metà del totale) e posizionare l'altra metà (125 ml) in freezer
    2. su un tagliere, sbriciolare la radice di angelica cinese fino ad ottenere una polvere fine
    3. in un mortaio, pestare metà della menta richiesta dal distillato (20g) ed aggiungere i petali di Ciolanka
    4. continuare fino ad ottenere un composto omogeneo, aggiungendo nel mentre la menta mancante
    6. con la necessaria protezione (guanti, ed occhialini) spremere i funghi come si farebbe con un brufolo, fino a riempire un cucchiaio del liquido secreto dalla pianta (circa 15 ml)
    7. raccogliere la polvere della radice con il cucchiaino intriso di succo
    8. utilizzare lo strumento per girare il distillato, facendo attenzione a non bruciarsi
    9. appena l'acqua giunge a bollore, spegnere il fuoco
    10. attendere 10 secondi: la pozione dovrebbe variare il suo colore da verde, a viola brillante
    11. quando la pozione avrà cambiato colore, dovrà essere versata sopra il ghiaccio precedentemente estratto dal freezer
    (11b: fare molta attenzione al tipo di contenitore usato, non tutti riescono a reggere il repentino cambio di temperatura)
    12. servire tiepida, con una caramella al limone per poterne apprezzare il gusto fresco e rinvigorente.
    effetti: scioglie l'irrigidimento muscolare, donando freschezza ed elasticità.
    effetti indesiderati: (scritti molto in piccolo, forse mai tradotti dai kanji giapponesi) Da non utilizzare in caso di problemi vascolari. Un eccessivo e prolungato uso del distillato, può creare dipendenza, dissenteria, incapacità muscolare, senso di disorientamento, e se fai parte dell'una (1) possibilità di Sottor Drange, un pozionista avversario che ha studiato gli effetti prolungati nel tempo della Sciogli-Muscoli, la morte 🥰
     
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    clayton morales
    tibiavorio, altair
    In spite of how the world decides to see my life
    Would I still have a chance for us to say good bye

    «ciliegie» vi dirò, inspirare a pieni polmoni l'aria poco salubre all'interno del SanMungo e sentire quel profumo non era esattamente nella bingo card di clay.
    giulia voice in the background: casomai te lo stessi chiedendo ciliegie è perché a quanto pare i profumi con note di ciliegia somigliano all’odore della putrefazione
    rob con un cucchiaino di marmellata di ciliegie in bocca: totem
    per fortuna del cinetico, non c'era nessuno pronto a rovinargli l'idea stessa della colazione con quell'associazione poco felice, e forse non l'avrebbe nemmeno permesso: stava chiaramente avendo un'epifania. non succede spesso, ma pare che almeno un pg di rob all'anno ci debba passare — ✨REALIZZAZIONE DI SÉ✨e prima Barry con (la sofferenza. il dolore. il tradimento) la sua insospettabile thing per prendersi cura dei ragazzini, poi Joni che scopre di essere davvero brava in qualcosa diverso dal Quidditch. se ci pensate bene, era inevitabile che tra Clayton e Ficus toccasse al primo: Benjamin sapeva benissimo cosa fare nella vita. nella sua stupida semplicità, era quello che si faceva meno paranoie sul futuro, rendendo la consapevolezza di se stesso e dei propri desideri molto più facile da leggere. non gli serviva nemmeno un traduttore interno — gli piaceva cucinare? e allora cucinava.
    ma per lo special, ritrovarsi all'interno di un ospedale, messo di fronte alla possibilità di aiutare persone malate o ferite, fu come ricevere una botta in testa. utile per liberare un pensiero che probabilmente aveva già avuto, ma non si era dato peso di ascoltare: ed è così che abbiamo trovato anche il tirocinio 🤟🏻«cioè, voglio dire, non è il più celestiale dei profumi, ma sempre meglio che l'odore di—» parlando, si era per istinto voltato nella direzione di Kaz. avevano camminato fianco a fianco fino a quel momento, e certo clay non si aspettava di trovarsi vicino un'altra persona al posto dell'amico «necrosi» concluse, sbattendo rapido le ciglia nel posare le iridi color ambra sulla figura di nahla. per quanto tempo si era perso nei suoi pensieri? abbastanza da permettere ai professori di dividerli in gruppi di lavoro senza accorgersi assolutamente di nulla, a quanto pare «scusa, ero sovrappensiero» alla ragazza dedicò un sorriso celestiale (non chiederò mai più parole random da inserire in un post), innocente e irresistibile — probabilmente quello che avrebbe rivolto a Kaz se fosse stato lui il suo interlocutore.
    bros for life.
    e qui ci mettiamo un doveroso [stacchetto].

    perché c'era un paziente da curare (ma aveva dei fili d'erba in testa??? e perché proprio di un color verde acido? eh, la challange), un voto decente da portare a casa e un post da finire prima delle 20:30 di questa sera. che poi rob si conosce: inizia Sanremo e non riesce più a scrivere una parola che abbia senso, ma nemmeno una che non ce l'abbia «ehm.. credo che questo sia sbagliato» rivolse a nahla la propria attenzione, mostrandole la cartelletta aperta tra le mani. all'interno sul primo figlio visibile, c'era un elenco di ingredienti tra quelli a loro disposizione; gliene indicò uno puntando l'indice, gli occhi scusi a cercare i suoi «il Capsicum chinense Habanero non lo metterei. voglio dire, è un peperoncino, quindi un vasodilatatore. se ha già la febbre alta rischia soltanto di aumentare la sudorazione e quindi disidratarlo più in fretta» diede una rapida occhiata al signor Fungus, che sembrava già messo male di suo «oltretutto aumentando la pressione sanguigna l'infezione potrebbe espandersi più velocemente» parve quasi cercare conferma sul viso della compagna, e quando ricevette un cenno di assenso si sentì subito meglio.
    a clay erbologia piaceva.
    alle lezioni di pozioni stava attento soprattutto per istinto di sopravvivenza.
    ma aveva sempre qualche difficoltà a mantenersi concentrato troppo a lungo, e spesso le nozioni gli entravano da un orecchio ed uscivano dall'altro senza sostare nel mezzo; non avere la magia, nonostante la situazione ultimamente fosse cambiata abbastanza da ribaltare uno status quo vecchio di anni, non lo aiutava a sentirsi del tutto sicuro. non nelle proprie capacità, almeno. sapeva di poter sbagliare, che fosse una probabilità molto alta, e se poteva raccogliere conferme lo avrebbe fatto ovunque. persino dal paziente, che trovò la forza per sollevare un po la mano e fargli thumb up — aaawwww<i> «quindi direi che per preparare il Sospiro del Diavolo ci serviranno.. allora» diede un'ulteriore occhiata alla lista, annuendo tra sé e sé «innanzitutto dell'acqua naturale. va messa a sobbollire a fuoco molto basso» ne misurò la giusta quantità, rovesciandola nel piccolo calderone a loro disposizione, e attese che fosse nahla ad accendere il fuoco al di sotto «una volta raggiunta la temperatura ottimale, bisogna aggiungere i pistilli di fairytopia ganja selvatica essiccati, che vanno prima ridotti in polvere» cosa che clay fece, pestandoli con il suo pestello, riducendo l'infiorescenza in grani finissimi. lasciò alla compagna il compito di spiegare le caratteristiche della pianta magica, conoscendola poco, e soprattutto quanto fosse importante la differenza tra quella naturale (che serviva per il loro scopo) e quella trattata con specifiche pozioni magiche (vedi spoiler) «sono l'elemento principale del veleno, e aiutano a contrastare l'infezione in corso. vanno lasciati sobbollire qualche minuto insieme ai petali di oleandro. si tratta di un'altra pianta velenosa, ma contiene anche dei... » <i>glicosidi cardioattivi.
    niente, non se lo ricordava.
    melma.
    «insomma, delle cose che aiutano a rallentare il ritmo cardiaco. in questo modo cala anche la pressione sanguigna e quella sui linfonodi» stava dicendo cose davvero strane, che si spiegavano soltanto con una totale e assoluta devozione alla causa: voleva portare a casa un bel voto, clay. dimostrare ai prof che l'intuizione avuta appena messo piede all'interno dell'ospedale non era proprio campata in aria; ricordare, soprattutto a sé stesso, che la paura provata nei mesi precedenti non doveva per forza opprimere ogni suo gesto. annuì, più convinto, girando gli ingredienti stemperarli «infine si aggiungono le foglie di menta piperita, che sono note per la loro azione spasmolidica, e qualche goccia di olio di cocco per mascherare il sapore amaro dato dalle altre piante. » così si che andava giù liscio come il velluto. osservò con attenzione nahla far cadere le gocce a una ad una nel paiolo, mentre lui continuava a mescolare in modo che le foglie rimanessero in superficie «a questo punto si spegne il fuoco e si lascia in infusione fino al completo raffreddamento, e solo a quel punto è possibile filtrare la pozione e somministrarne al paziente poche gocce per un breve lasso di tempo» sono pronti i muffins, spero di non aver scritto troppe cavolate SCUSATE PROFS ❤
    e sette parole su dieci.
    la prossima volta farò meglio 🙏


    17, vii
    kinetic
    rebel
    red
    survive said the prophet


    HTML
    <b>lista ingredienti:</b>
    &#149; fairytopia ganja selvatica (vedi sotto) — essenza velenosa, contrasta l'infezione come un virus
    &#149; menta piperita — azione spasmolidica, rilassa i muscoli e riduce i crampi
    &#149; petali di oleandro — i glicosidi cardioattivi contenuti nella pianta (velenosa anch'essa) rallentano il ritmo cardiaco
    &#149; olio di cocco — maschera il cattivo sapore del veleno, rendendolo simile ad un qualunque dolcificante (amuchina nel caffè docet)
    &#149; acqua naturale — base degli ingredienti, va bollita in precedenza

    <b>ingrediente sbagliato:</b> Capsicum chinense Habanero (peperoncino in polvere) + sebbene questa pianta in particolare sia ricchissima di principi attivi (contiene infatti vitamine, sali minerali tra cui calcio, rame e potassio, carotenoidi, bioflavonoidi e lecitina), è anche nota per stimolare eccessivamente la circolazione sanguigna (che nel caso del nostro paziente favorirebbe l'estensione più rapida dell'infezione). inoltre, aumentando la sudorazione, è sconsigliata l'assunzione in presenza di febbre alta (già causa di disidratazione).
    non ha comunque effetti di sorta sulla buona riuscita del Veleno in questione.

    PIANTA INVENTATA
    <b>nome:</b> Fairytopia Ganja
    <b>descrizione:</b> da non trattata sembra una normalissima pianta di colore azzurro fluo, con la classica foglia a cinque punte, cresce rigogliosa e rampicante nei boschi nei dintorni dei pozzi d’acqua, quando viene invece coltivata in cattività viene annaffiata con delle pozioni specifiche che la rendono azzurra mentre, se è verde, risulta velenosa e non idonea da trattare.
    Sotto forma di ingrediente si presenta come erbetta disidratata che perde leggermente il colore azzurro fluo, diventando leggermente più verdognola, ma se risulta verde petrolio non è idonea da consumare e può portare effetti collaterali e anche gravi (leggere attentamente il foglio illustrativo)
    <b>proprietà:</b> di solito è usata nelle terapie del dolore in ospedale ed è uno dei metodi più efficaci per la guarigione di organi interni, si predilige quella di cui si sa la provenienza perché di solito la selvatica è di un colore difettoso e porta effetti collaterali tra cui: diventare verdi.


    CODICE
    <b>nome:</b> soffio del diavolo
    <b>descrizione:</b> si tratta di un veleno non letale, che può però portare a gravi complicazioni in quanto agisce  principalmente sul sistema cardiovascolare. sono noti moltissimi casi di reazioni allergiche alla polvere di foglie di eucalipto contenute nella soluzione finale, ma rari decessi registrati, e quasi tutti dovute ad un errore nel dosaggio degli ingredienti. il veleno si presenta come una soluzione acquosa trasparente e inodore, dal sapore dolciastro (dovuto all'olio di cocco), che copre quello più <i>verde</i> ed erboso della  Fairytopia Ganja. poche gocce sono sufficienti per rallentare il battito cardiaco e rilassare i muscoli fin quasi al totale intorpidimento; una dose maggiore somministrata può portare alla paralisi del soggetto, con rischio di soffocamento. viene utilizzato questo veleno in alcuni casi specifici di contagio da piante magiche, in quanto l'essenza di  Fairytopia Ganja agisce come inibitore dell'infezione.
    <b>lista ingredienti:</b>
    fairytopia ganja selvatica — 5gr di pistilli, polverizzati
    &#149; menta piperita — 5 foglie
    &#149; petali di oleandro — 20gr
    &#149; olio di cocco — 10 gocce
    &#149; acqua naturale — 300ml
    <b>procedimento:</b>
    1. far bollire 200ml di acqua naturale a fuoco molto basso
    2. aggiungere 5gr di pistilli di fairytopia precedentemente seccati e polverizzati. in alcune botteghe magiche è possibile trovare già l'ingrediente pronto sotto forma di polvere, ma è più facile recuperarlo fresco.
    3. lasciar sobbollire sempre a fuoco basso per almeno dieci minuti
    4. aggiungere 20gr di petali di oleandro freschi
    5. lasciar bollire altri dieci minuti
    6. aggiungere l'acqua rimanente
    7. spegnere il fuoco
    8. aggiungere 5 foglie di menta piperita essiccate e 10 gocce di olio di cocco
    9. coprire con un coperchio e lasciare riposare
    10. una volta raffreddato, filtrare il liquido ottenuto. deve risultare trasparente e privo di impurità visibili.

    <b>effetti:</b> poche gocce somministrate per almeno cinque giorni consecutivi (una volta al giorno), possono rallentare il battito cardiaco accelerato dalla febbre alta e rilassare i muscoli contratti per via dell'infezione. l'estratto di fairytopia ganja selvatica, opportunamente lavorato, contrasta molte delle infezioni dovute a contagio da altre piante magiche, agendo in modo simile alla penicillina — non è detto però che funzioni in qualunque caso. è sempre fondamentale scoprire l'origine del contagio e, se possibile, valutare soluzioni alternative alla somministrazione del veleno.
    <b>effetti indesiderati:</b> sebbene si base non sia un veleno letale, il soffio del diavolo rimane comunque potenzialmente dannoso per l'uomo. quantità eccessive, o errori anche infinitesimali nella preparazione, possono portare a conseguenze gravi sul sistema cardiocircolatorio e, in casi estremi, a paralisi totale o morte del soggetto.
    un effetto collaterale di importanza secondaria, ma sempre presente in seguito alla somministrazione di poche gocce giornaliere come cura medica, è la trasfigurazione di capelli (e peli) in sottili fili d'erba. se non contrastato entro la fine del periodo di cura, il cambiamento sarà definitivo.


    GRUPPO 2 – 2° PIANO VIROLOGIA
    (clayn erbologia e pozioni + nahla, pianta e trasfigurazione)


    CITAZIONE
    VELENO (NON LETALE)

    Paziente: Mr. Fungus
    Sintomi ed evidenze: gonfiore dei linfonodi, febbre, sudorazione
    Diagnosi: infezione da contagio vegetale
    ndF: vi diro, a occhio e croce credo che i suoi capelli non fossero verde pisello prima
     
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    Razionalmente, Ictus sapeva benissimo che, per la legge dei grandi numeri, era quasi impossibile non capitare insieme ad almeno uno dei suoi amici, a lezione. Eppure, quando aveva aperto la propria cartellina e vi aveva letto dentro il nome di Paris, si era illuminato e sentito subito graziato. Non era tanto il fatto che si trattasse del Tipton, dal momento che non aveva preferenze tra i suoi amici, ma, appunto, si trattava di un Ben. Alzò un attimo lo sguardo dal foglio per cercarlo e, quando lo individuò, gli sorrise, ma prima di avvicinarsi fu catturato nuovamente dalla parola scritta. Era più forte di lui: sentiva il bisogno di leggere. Era sempre stato così, ma da quando aveva un’intera biblioteca a disposizione (e potenzialmente qualsiasi biblioteca, ovunque, in tutto il mondo!!) la sua necessità si era fatta ancora più forte. Per non parlare poi del fatto che, adesso, condividesse quella passione con Erisha, e proprio grazie a quell’interesse in comune era, be’, successo tutto.
    Il leggero sorriso che ancora aveva dipinto sulle labbra quando aveva ribassato lo sguardo dopo aver saputo e visto di Paris, e pensato a Eri, si spense mentre leggeva il contenuto del fascicolo. D’accordo, c’era sempre di peggio, ma quella storia non sembrava esattamente da nulla. Chan Kemorde, a differenza sua, non era un ragazzo molto fortunato.

    «Me l’ero immaginato diverso», ammise a bassa voce, una volta che lui e Paris furono nella stanza del paziente. C’era un odore, anzi, una puzza non indifferente, lì dentro. «Sembra di essere in una stalla.» Lungi da lui essere irrispettoso, anzi, si sarebbe volentieri flagellato davanti a quell’eventualità; era semplicemente un dato di fatto. «Mi ricorda un po’ Bodie.» Sospirò e guardò l’amico. «Hai qualche idea?»
    Per quanto lo riguardava, Ictus ne aveva parecchie, anche se quasi tutte gli sembravano decisamente assurde. La paura di sbagliare, e quella conseguente di essere giudicato, erano a dir poco intrinseche, in lui. Eppure sapeva benissimo che non sarebbe successo; non con un Ben. Certo, tra tutti e dieci Paris era secondo solo a Mona in quell’arte, ma lo special sapeva che entrambi non lo facevano con cattiveria, non davvero. «Io…», iniziò quindi esitante, dopo essersi inumidito le labbra, visto che il corvonero non aveva ancora proferito parola. «Io penso sia stato morso. Cioè. Questo è ovvio.» Indicò con un cenno del capo l’uomo sdraiato nel letto e, soprattutto, il braccio martoriato dall’orribile ferita purulenta. «E c’è scritto anche qui», segnalò, accompagnandosi con un dito, quell’informazione nel fascicolo. «Però non dicono da cosa… o da chi. Credo sia stato un cavallo mannaro. Per, emh, ovvie ragioni, anche qui.»
    Si fermò, osservando alternativamente l’amico e il malato, il malato e l’amico, la cartellina aperta in una delle grandi mani, poi prese a gironzolare per la stanza, pensoso. «Già gli antichi Romani sapevano come trattare i morsi dei cavalli mannari. Certo, non efficacemente come dopo la scoperta della penicillina, però esistono tantissime testimonianze dell’uso che facevano dell’allium caballinus, l’erba cavallina, insomma, e del ruggito di drago Tornò ad arrestarsi, sia a parole che a gesti, vicino al lettino del paziente. Guardare la ferita gli scatenava dispiacere, più che orrore, perché tra Bodie e l’orfanotrofio era sempre stato abituato a trattare con cose, e soprattutto corpi e situazioni, schifosi. «C’è anche un detto latino su chi è stato morso dai cavalli mannari, lo conosci?», domandò a Paris, rivolgendo lo sguardo verso di lui. «Più o meno si traduce come… i cavalli sono persone orribili Fece una smorfia. «Uno stupido pregiudizio, insomma.» Dopotutto, nessuno sceglieva volontariamente di diventare un cavallo mannaro… no?
    Sfogliò il fascicolo, scorrendo i dati che vi erano raccolti. «Mmh, qui dice che hanno provato a calmare l’infezione con la ruta… ma non con i fiori di camomilla. Non sarebbe meglio? Hanno pure un sapore più buono…», rifletté ad alta voce, tanto con sé stesso, quanto con Paris. «Hanno usato un sacco di cose, ma quasi mai abbinandole.» Con la fronte aggrottata, continuò a studiare ora il fascicolo, ora Chan. «Sicuramente sarà una follia, ma… potremmo preparare una pozione? Qualcosa di antibiotico, che combatta l’infezione dall’interno… e anche il morso stesso, se vogliamo che il signor Kemorde non completi la trasformazione e diventi del tutto un cavallo mannaro…»
    Così rifece mente locale insieme al Tipton di tutto quello che, secondo lui, poteva essere utile al loro scopo. Nel mentre, lo sguardo gli cadde su una boccetta posata sul comodino del paziente. Incuriosito, si avvicinò e la prese in mano, studiandone l’etichetta. «Cavallo goloso… è sciroppo di zucchero

    Scusate, questo post è totalmente no sense. E senza schema.
    MA NON HO GUARDATO SANREMO PER SCRIVERE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Apprezzate lo sforzo.


    GRUPPO 3 – 1° PIANO ORTOPEDIA
    (paris + ictus)

    ANTIDOTO
    Paziente: Chan Kemorde
    Sintomi ed evidenze: ferita profonda e purulenta, pelle attorno annerita, arto opposto trasformato in zampa di cavallo
    Diagnosi: morso di creatura magica
    ndF: noope, quella zampa proprio non dovrebbe essere lì


    Ictus: ingredienti + pozione
    Paris: ingrediente sbagliato + trasfigurazione


    lista ingredienti:
    1. Penicillina (antibiotico ricavato dalla muffa penicillium notatum con una forte capacità battericida. Ideale per combattere le infezioni, è anche un farmaco poco tossico, dunque tendenzialmente sicuro)
    2. Fiori di camomilla (infiorescenze della camomilla, si presentano come delicati fiori dai piccoli e fitti petali bianchi. Hanno effetti calmanti e anti-infiammatori, oltre ad agire positivamente sugli organi digestivi, soprattutto in presenza di convulsioni e di gonfiore, e spesso aiutano contro eczemi e irritazioni di vario genere della pelle)
    3. Ruggito di drago imbottigliato (in natura, quasi tutte le specie di drago apprezzano la carne di cavallo, tanto che spesso gli allevatori e le scuderie devono dotarsi di protezioni verso questi animali. I cavalli stessi, in quanto prede naturali dei draghi, hanno imparato a riconoscere il loro verso anche a grande distanza, così da tentare, quanto meno, di fuggire. Di conseguenza, il ruggito di drago terrorizza i cavalli – e tutto ciò che somiglia a un cavallo)
    4. Erba cavallina (vedere sotto)
    5. Sciroppo di zucchero (a chi non piace lo zucchero? Certo, i cavalli lo preferiscono sottoforma di zolletta, ma nella preparazione di una pozione è più indicata questa consistenza, già perfetta per qualsiasi preparazione)
    6. Ruta (pianta europea contenente derivati cumarinici, ovvero i principi attivi anticoagulanti. Utilizzata anche come potente digestivo e spasmolitico, nell’antichità veniva spesso somministrata, in dosi massicce, per i suoi effetti abortivi, sebbene alquanto tossici)

    nome: erba cavallina (allium caballinus)
    descrizione: Pianta perenne della famiglia delle Liliacee, forma fitti cespugli che arrivano al metro di altezza. La radice ricorda, nella forma, lo zoccolo di un cavallo, mentre le foglie sono sottilissime e fitte, quasi fossero la criniera di un animale, se non fosse per l’intenso colore verde. I fiori, che compaiono tra la fine della primavera e i primi mesi estivi, si presentano a grappoli di minuscoli gigli bianchi e hanno un odore molto forte, che a tratti sembra quasi quello che si percepisce in una stalla. In piena estate, i frutti arrivano a maturazione: dalla forma insolitamente cubica, possono essere di quattro colori diversi (rosso, giallo, blu e arancione), capaci però di manifestarsi tutti in un singolo cespuglio. Ogni fiore è ricoperto da una patina del tutto simile allo zucchero grezzo ed emette, alla giusta distanza, un profumo altrettanto dolce. Tanto le foglie e i fiori quanto i frutti sono perfettamente commestibili, ma non potrebbero avere sapori più diversi: mentre le foglie e i fiori si avvicinano al resto della famiglia, con un forte retrogusto di aglio, i frutti sono dolci e fruttati, in modo quasi stucchevole.
    proprietà: Sebbene possa essere benissimo usata in cucina come la sua più famosa sorella, l’erba cavallina è famosa sin dall’antichità per le sue proprietà anti-mannare. Non sono solo i cavalli a esserne golosi, ma anche i cavalli mannari; per questi ultimi, tuttavia, i frutti dell’erba cavallina sono altamente tossici, motivo per cui, da sempre, vengono utilizzati per preparare antidoti di vario genere a queste creature.

    nome: febris equestri
    descrizione: Pozione dalle proprietà altamente antibiotiche, è usata per curare infezioni interne ed esterne. Pur potendo essere sfruttata anche ad ampio raggio, è fortemente consigliata nel trattamento del morso di cavallo mannaro, che provoca lesioni medio-gravi con conseguente putrefazione della parte del corpo interessata e, agendo internamente, scatena la trasformazione del soggetto colpito in un ibrido umano-equino.
    lista ingredienti:
    - Penicillina
    - Fiori di camomilla
    - Ruggito di drago imbottigliato
    - Erba cavallina
    - Sciroppo di zucchero
    procedimento:
    1. Versare 33 cl di sciroppo di zucchero in un calderone, mescolando alternativamente in senso orario e antiorario.
    2. Una volta che lo sciroppo comincia a sobbollire, farvi cadere dentro uno alla volta, per un totale di 13, i fiori di camomilla.
    3. In un mortaio pestare 66 g di penicillina, fino a ottenere una polvere fine e verdastra.
    4. A fuoco spento, cospargere con un cucchiaino la penicillina nel calderone.
    5. Mescolare il composto ottenuto 9 volte, tracciando delle linee, e non dei cerchi, da destra a sinistra e da sinistra a destra. NB: l’ultima linea non torna indietro.
    6. Lasciar riposare per 33 minuti.
    7. Riaccendere il fuoco e far riprendere l’ebollizione al composto.
    8. Dopo essersi muniti di paraorecchie, versare contemporaneamente nel calderone una bottiglia da 66 fiati di ruggito di drago e 3 frutti e mezzo di erba cavallina (uno rosso, uno blu, uno giallo e metà arancione), senza smettere mai di mescolare in senso antiorario.
    9. Lasciar riposare per altri 33 minuti.
    effetti: Curare le infezioni, in particolare quelle provocate dal morso di un cavallo mannaro.
    effetti indesiderati: Anche se in via di guarigione, è stato osservato che circa il 33% dei pazienti nitrisce per tutti i 3 giorni di somministrazione. Un 3,3% degli utilizzatori di questa pozione che avevano contratto il morbo del cavallo mannaro, riferiscono di essere tornati totalmente umani, a eccezione degli organi genitali.
     
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    I'm undefined
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    feel the rain
    on your skin
    No one else can feel it for you
    Only you can let it in

    no one else
    no one else
    Can speak the words on your lips
    Drench yourself in words unspoken
    Live your life with arms wide open
    Today is where your book begins
    The rest is still unwritten


    a clay piaceva erbologia? beh a nahla non proprio.
    aveva guardato con aria scettica quella quantità innumerevole di ingredienti, poi aveva guardato il paziente, chiedendosi se davvero lei potesse effettivamente aiutarlo e non ucciderlo definitivamente «….si anche secondo me è sbagliato» borbottò tenendo la cartellina aperta fra le mani, se non serviva a nulla almeno poteva essere usata come appoggino «niente peperoncino, mica vogliamo dargli il colpo di grazia» aveva aggiunto, mentre clay si prodigava a schiacciare erbe e creare un rimedio per il proverò malcapitato dinnanzi a loro, il suo unico contributo era stato quello di parlare della fairytopia ganja «è quella pianta simile a… insomma hai capito, ma che se prendi del colore sbagliato può avere degli enormi effetti collaterali, ma spesso viene usata perché contrasta il virus» ed il fatto che quella fosse la sua massima conoscenza era tutto dire «non senti anche tu questo odore di… ciliegie?» ritornando al discorso di prima, anche J usava questo magnifico e costosissimo profumo alle ciliegie, poi un giorno le avevano detto che sapeva di putrefazione ed aveva smesso. così. «ma secondo te oltre l’antidoto… proviamo a fargli il controincantesimo?… mi sembra opera dell’incantesimo vegetabilis» alzò le spalle e recuperò la bacchetta dalla tasca
    «spero non si trasfiguri in un finocchio… del tutto» e picchiettò tre volte sul piede del malcapitato con il catalizzatore


    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©


    CODICE
    <div class="card objs matricola trasfigurazione">
    <h2>incantesimo vegetabilis</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>plant vitam </i>.  incantesimo che trasfigura il malcapitato in un finocchio, se non va a buon fine potrebbe trasfigurare solo alcune parti come i capelli o le braccia</p>
    <h6><span>non verbale. di colore verde. Puntare la bacchetta verso il petto del malcapitato e agitarla per tre volte come se si stessero dando colpi di frusta.
    </span></h6>
    </div>
     
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    Can you see the dark?
    Can you fix the broken?
    Can you feel, can you feel my heart?


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    Well, I'm begging on my knees
    Can you save my bastard soul?
    Will you wait for me?
    I'm sorry, brothers, so sorry, lover
    Forgive me, father, I love you, mother


    Quindi.
    Gli affidavano davvero dei pazienti?
    cioè sti tipi erano malati e loro, studenti manco così tanto affidabili in alcuni casi, dovevano curarli. così a sentimento. se avessero sbagliato sarebbero rimasti a vita, mutilati nei migliori dei casi.
    Beh,comunque, non era affar suo, Delilah aveva imparato a prendere la vita così come le veniva qualche giorno prima, quando si era ritrovata zuppa, e rinchiusa, nella stanza delle necessità con Lestrange, che per qualche strana ragione l’aveva seguita e importunata per tutto il tempo.
    importunata? si poteva dire così? ….unless?
    sì poggiò due dita sullo zigomo per accertarsi che le guance non si fossero accaldate, quello che succedeva nella stanza delle necessità rimaneva nella stanza delle necessità. non c’era bisogno di farne parola con nessuno.
    quello che succedeva al san mungo invece, beh quella era una questione diversa.
    «mh» un verso dubbioso mentre aiutava il più simpatico degli Oh con il distillato «ho l’impressione che non sia abbastanza» perché si, sarebbe guarito, sempre nelle migliori delle opzioni, e avrebbe ripreso ad avere le solite funzioni vitali, ma??? la mano? «dubito che quella torni com’era da sola» non fece niente per qualche secondo, sperando che qualcuno si proponesse per aiutare quella povera anima pia «ok ok, non troppo entusiasmo, vado io» mani sui fianchi e sguardo alla geolier che presenta la sad verso il letto del paziente «vediamo» recuperò la bacchetta e la picchiettò un paio di volte sulla plastica di quella mano, sperando funzionasse

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    CODICE
    <div class="card objs matricola trasfigurazione">
    <h2>incantesimo laterem</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>corpus latericius </i>.  trasfigura una parte del corpo, se non tutto il corpo, in un mattoncino lego, ovviamente con le sembianze delle varie parti del corpo, chi viene colpito da questa maledizione perde sensibilità all’arto trasfigurato e non può più usarlo in alcun modo</p>
    <h6><span>verbale. di colore rosso. Puntare la bacchetta verso l’arto che si vuole trasfigurare e pronunciare la formula mentre si traccia un quadrato con la bacchetta.
    </span></h6>
    </div>
     
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    Theo, poco ma sicuro, non era affatto felice di essere al San Mungo. Era uno dei posti che, più al mondo, detestava — non poteva farci nulla, continuava a preferire i bendaggi casalinghi e di fortuna alle garze sterili dei guaritori, e alle loro occhiate piene di rimprovero, delusione e pietà. Non era nulla di personale nei confronti specifici del San Mungo e i suoi impiegati, era un discorso che Theo Kayne applicava, banalmente, anche all'infermeria di Hogwarts. Il suo odio per le strutture ospedaliere era direttamente proporzionale al bisogno che aveva, quasi quotidianamente, di esse.
    Con la frequenza con cui riusciva a distruggersi in un modo o nell’altro, infatti, rischiava di dover passare davvero troppo tempo seduto su quei dannati lettini scomodi mentre mano sconosciute tastavano lividi e ferite e decidevano, al posto suo, quanto fosse grave o meno la situazione. Mpf, ma cosa volevano saperne loro; con i loro guanti e i loro camici e i loro anni di teste chine sui libri.
    Lenny era stata l’unica eccezione per sedici lunghi anni, l’unico a cui Theo avesse concesso il permesso di prendergli il mento tra le dita e costringerlo a guardarlo per osservare l’occhio nero o il naso rotto di turno; l’unico che avesse avuto il permesso (non esplicito, ma il verso gutturale e animalesco che Theo s’era lasciato sfuggire in più occasioni era suonato vagamente come un okay va bene fai pure e il maggiore se l’era fatto bastare come un permesso valido vita natural durante) di passare il disinfettante sulle ferite, o mettere dei punti di sutura su tagli troppo profondi — chiunque altro, Mis incluso alle volte, avrebbe perso la mano prima ancora di poterla avvicinare al portiere rosso-oro.
    Respirare l’aria asettica e che odorava di disinfettante l’aveva messo di cattivo umore.
    Non essere finito in gruppo con Mis o con Mini, aveva peggiorato la cosa.
    Vederli andare via per occuparsi dello stesso caso, aveva dato il colpo di grazia alla giornata.
    Theo aveva avuto, a quel punto, una sola speranza di poterla vagamente migliorare, e invece era capitato col ben10 sbagliato. «sunwoo,» l’aveva salutato con un cenno del capo e un grugnito che avrebbe potuto essere, come non essere, il nome di Dara; strano ma vero, il serpeverde non gli stava particolarmente antipatico, e Theo non sentiva alcun bisogno di trattarlo troppo male — o forse era solo la vocina nella sua testa che gli ricordava che dovesse assolutamente trovare l’approvazione di tutti e nove i ben rimanenti, se voleva– no, sapete cosa? doveva togliersi il Tipton dalla testa almeno per qualche ora, perché stava francamente diventando ridicola la cosa e Theo credeva di essere almeno un po’ più furbo di così.
    (Non lo era.)
    «Kane, riesci a procurarci un mortaio?»
    «non sono il tuo schiavo.»
    Solo per ripicca, avrebbe voluto davvero non dare retta alla richiesta del ben, ma suo malgrado si ritrovò a passare lo sguardo sui materiali che erano stati loro forniti dall’ospedale, rendendosi conto che non ci fosse un mortaio con cui tritare gli ingredienti. «non c’è il mortaio.» silenzio. altro silenzio. ancora silenzio. «ah, intendevi–» lasciò la frase a metà, un gesto vago della mano a smuovere l’aria davanti la sua faccia. «okay.» ora. Appurato in più occasioni quanto Theo Kayne non fosse l’attrezzo più affilato della scatola, risultava davvero così sorprendente realizzare che non avesse alcuna idea su come procurarsene uno? Doveva andarlo a chiedere a qualcuno…? Non c’aveva assolutamente sbatti.
    Così Theo, being Theo, scelse la via più lunga e contorta per arrivare alla propria meta; storia della sua vita.
    «io intanto posso cercare di concentrarmi sulla pozione. Anche se...»
    Senza stare a sentire davvero Dara, indicò un plico di fogli alla loro destra. «sì sì, bla bla, ok. secondo te quello serve?» ad occhio e croce, il grifondoro sospettava di sì; e proprio per quello lo scelse come vittima del suo esperimento.
    Uno che, strano ma vero!, era certo gli sarebbe uscito molto bene: aveva passato intere giornate con i bambini più grandi all’Istituto, a trasfigurare in argilla mucchi di foglie, rametti, rocce o qualsiasi altra cosa avessero sotto mano, per sé e per Mis, al punto che cretula era forse uno dei pochi (inutili) incantesimi che Theo Kayne sapesse lanciare senza far finire il mondo nel mentre.
    «cosa ne pensi del gingsen? Il coriandolo sarebbe meglio, e si amalgama bene con l'artemisia»
    «capisco tutte quelle parole separatamente» annunciò, mentre tirava fuori la bacchetta dalla tasca e rendeva l’equivalente di una settimana di analisi e test medici, un blocchetto di argilla da modellare poi affinché prendesse la forma di un mortaio e del pestello abbinato, «ma dubito fortemente a quello lì abbia bisogno di risvegliare desideri assopiti, in questo momento.» silenzio. altro silenzio. Con tutta la nonchalance del mondo, Theo alzò gli occhi e li puntò in quelli altrettanto scuri del serpeverde. «l’ho letto da qualche parte,» mica lo sapeva per esperienza personale che il ginseng veniva usato pure come afrodisiaco.
    Forse.
    «va beh.» bacchetta ancora alla mano, lanciò l’incantesimo indurente verso il mortaio per renderlo utilizzabile senza dover cuocere l’argilla. «tieni. è un po’ storto ma fattelo andare bene» mpf, lui ci aveva provato!
    mona benshaw
    bennet meisner
    hey, quick question:
    what the fuck is going on
    theo kayne
    dara sunwoo
    oh no!!!
    grandson



    SPOILER (click to view)
    GRUPPO 5: theo (ingrediente errato e incantesimo) + dara (lista ingredienti e pozione)
    Sintomi ed evidenze: convulsioni, nausea, e perdita di conoscenza
    Diagnosi: ferita magica causata da incantesimi oscuri

    INGREDIENTE ERRATO
    Ginseng: pur essendo un comunissimo e molto diffuso rimedio contro la stanchezza e in generale un alleato per stimolare le difese immunitarie, in questo caso la radice di ginseng non è utile nella pozione perché non contrasta a dovere gli effetti della magia oscura

    INCANTESIMO DI TRASFIGURAZIONE
    CODE
    <div class="card objs matricola trasfigurazione">
    <h2>cretula</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>cretula</i>. Un incantesimo semplice, che serve a tramutare un qualsiasi oggetto di piccole-medie dimensioni in argilla; utilizzato spesso per far fare pratica ai bambini, il risultato viene poi fatto plasmare e modellare come passatempo; se invece si è di fretta, è possibile dare una forma all’argilla utilizzando la bacchetta negli istanti successivi alla trasfigurazione, e forgiare così ciò di cui si ha necessità. Non può essere castato su persone o creature.</p>
    <h6><span>Incantesimo verbale dal colore rosso-bruno; per castarlo basta un gesto secco con la bacchetta in direzione dell’oggetto da trasfigurare, mentre si pronuncia la formula.</span></h6>
    </div>
     
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    Forse, forse se Sinéad Mikhailova non avesse passato così tanto tempo negli ospedali, quella lezione sarebbe potuta risultare piacevole. O almeno, una doverosa boccata d’aria dall’aria ormai stantia di Hogwarts. E invece no: sto cazzo e sto cazzone. Nell’addentrarsi nei corridoi dell’ospedale fece attenzione a tenere lo sguardo rivolto verso il pavimento in linoleum, la sua mente a tenere un ritornello di una canzone piuttosto che registrare la presenza del mondo che la circondava. Fu istintivo lo scivolare della mano sull’ancia, una carezza accidentale dei polpastrelli prima di ritrarsi come bruciati, colti inflagranti nell’azione. Fosse stato qualcun altro, Sinéad avrebbe trovato qualche cazzata pur di sottrarsi a quella lezione, ma non era quel genere di persona. Voleva dimostrare qualcosa a se stessa, un grande dito medio alle sue stupide esitazioni che non avevano modo di esistere. Almeno, da un punto di vista razionale. Fino a quel momento non era tanto male, distrarsi con le puttanate che uscivano dalla bocca dei suoi compagni aiutava, così come ricordarsi che non era lì per lei. Nope, solo un bel giorno per salvare vite, o qualsiasi cosa dicesse Derek Shepherd. RIP pace all’anima sua ecc. Affondò il volto nel collo della propria felpa, facendo suo il profumo familiare del detergente e le note di lavanda che riusciva ancora a percepire, un piccolo pezzo di casa in mezzo alla stanza vorticante. Si concesse di chiudere gli occhi per un battito, forzando le spalle a rilassarsi e i pugni fuori dalle tasche, e inspirò un altro po’. Lasciò che Mis prendesse la cartellina per primo, e che il silenzio si allungasse tra di loro. Non era mai stata tanto loquace, figurarsi in quel momento. Era grata le fosse capitato il fratello di Theo, almeno avevano una buona possibilità di non far fuori nessuno. Accidentalmente, si intende. Si trovò la lista degli ingredienti in mano, e le bastò una breve occhiata per trarre le sue conclusioni. Guardò Mis, del tutto impassibile, ma con un sottotono che era sicura avrebbe compreso. Ma io che cazzo ne so. «sei tu la strega» il che, onesto, ma era anche vero che la scuola per sempre stata un pensiero secondario per la Mikhailova, troppo concentrata su qualcosa che per lei aveva molto più valore. Cosa se ne faceva di passare ore sui libri, quando poteva spenderle sul ghiaccio. Duh. Si strinse tra le spalle, la serpeverde, casuale nell’offrire «sei tu che ti intendi di piante» quante cose si scoprivano quando ci si ritrovava ad una competizione di lapidi, assurdo. Dopo la canonica mezz’ora di silenzio religioso, con tanto di pausa caffè annessa, finalmente raggiunsero una quadra. «non so che pozione sia» in due non facevano mezzo neurone, ma andava bene così: i neuroni erano sopravvalutati. Bastava vedere Theo come viveva bene senza. Ascoltò la spiegazione del ragazzo, e all’improvviso si accese una lampadina nel cervello di Mini. La pozione le sembrava vagamente familiare, e finalmente riuscì a tirare fuori dai meandri del suo inconscio. Ma pensa te, ogni tanto funzionava come un essere umano. «manca un ingrediente» prese la lista in mano per passare in rassegna la lista degli ingredienti, e infatti ve n’era uno che era impresso nella sua memoria ma che non sembrava figurare nella lista. «la cellulosa microcristallina, questa polverina che fa da additivo alimentare e aiuta a stabilizzare e addensare le pozioni» polverina bianca, sottolineava chissà se valeva come sostituto per la cocaina. Non per lei si intende, ma per quei pezzenti dei suoi compagni. Si mise immediatamente al lavoro, disperata di avere qualcosa con cui occupare le mani. «mi serve un calderone di peltro, ce l’hanno?» a quanto pare, gli ingredienti tendevano a reagire bene a quel tipo di materiale, whatever that means. Iniziò a radunare gli ingredienti sul bancone e a dare indicazioni a Mis perché potesse aiutarla almeno a prepararli «ok, poi 500ml di acqua demineralizzata da portare a ebollizione. e fino a qua sembra semplice» versò la quantità richiesta nel calderone ed ebbe cura di regolare la fiamma a metà, così da non bruciare la pozione in seguito «ora grattugia dello zenzero, io intanto penso a polverizzare la passiflora» fate finire questa tortura mi sto perdendo sanremo e non mi funziona iù un occhio. Mini inserì gli ingredienti nell’ordine corretto, e poi abbassò la fiamma come da direzioni. Lanciò un incantesimo per misurare la temperatura, così da poterla tenere sotto controllo in ogni momento. Appena raggiunti i 75 gradi, lasciò che Mis mescolasse la pozione in senso orario per dieci volte, mentre lei pensava a pestare la menta nel mortaio. «dicono che aiuti a preservare l’aroma, ma non se sono così sicura» anche perché, che cazzo ne sapeva lei. Aggiunse la menta poco a poco, dovendo aiutarsi con un dito (pulito) per far scorrere la pasta nel calderone, per poi dosare con cura l’essenza di cardiaca. Che non FUCKIN SCENDEVA.
    Le ricordava qualcosa.
    QUINDICI GOCCE.
    Ma tutto ok, prima o poi le gocce scesero.
    Ormai aveva lasciato Mis con il timone (mestolo) in mano e lo indirizzò nel girare altre 20 volte ma in senso antiorario.
    Pausa di dieci minuti.
    «check colore giusto? ok si bene.» era già pienissima.
    Aggiunse anche la polvere di cellulosa microcristallina, tre grammi giusti dato che la pozione non sembrava presentare particolari problemi. Dopo averla girata per bene, fece un passo indietro e la lasciò a raffreddare. Timeskip alla trasfigurazione. Tutto bello, tutto fantastico. Si azzardò a offrire un pugnetto a Mis, perché si erano fatti un culo tanto ed era giusto celebrare «sei brava in quello che fai» ricevere un apprezzamento dal Jacksson era più unico che raro, quindi si morse la lingua e lo accettò, anche se non ne era così convinta «duh, qualcuno deve pur avere i neuroni» si si riferiva a theo haha scherzone vecchio come morandi. fine.
    Io non so come si
    controllano le emozioni
    Perciò delle volte
    ho fatto un po' il coglione
    Non abituarti,
    sono soltanto un bugiardo
    Con gli errori commessi
    ci farò una collezione
    insalata
    russa


    GRUPPO 1 – 3° PIANO NEUROLOGIA
    (sinead, erbologia + pozioni + mis, erbologia + trasfigurazione)


    CITAZIONE
    POZIONE GENERICA

    Paziente: Aidon Rimemba

    Sintomi ed evidenze: problemi di concentrazione, difficoltà relative al sonno, marcate e talvolta esagerate reazioni agli stimoli esterni

    Diagnosi: effetti collaterali per oblivion andato male

    ndF: vi manca proprio un ingrediente se volete finire la pozione

    lista ingredienti (2/2):
    4. cardiaca (proprietà sedativa cardiaca e generale)
    5. cellulosa microcristallina - ingrediente mancante (additivo alimentare, effetti stabilizzanti e addensanti + evita alla pozione di rapprendersi)
    6. demineralizzata distillata (base pozione)

    nome: pozione rexotav
    descrizione: si tratta di una pozione utilizzata per trattare sindrome ansiosa, tensione e insonnia. è raccomandato non assumere alcolici durante la durata del trattamento e non usarla in concomitanza di pozioni antidepressive. è importante notare che può essere somministrata solo a pazienti maggiori di 17 anni.
    lista ingredienti:
    1. zenzero (proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, migliora le funzioni cognitive)
    2. passiflora (proprietà sedative, e può aiutare a indurre il sonno)
    3. menta (proprietà calmante, contrasta affaticamento e mal di testa)
    4. cardiaca (proprietà sedativa cardiaca e generale)
    5. cellulosa microcristallina - ingrediente mancante (additivo alimentare, effetti stabilizzanti e addensanti + evita alla pozione di rapprendersi)
    6. acqua demineralizzata (base pozione)
    procedimento:
    1. preparare un calderone di peltro e aggiungere 500ml di acqua demineralizzata
    2. fare bollire la base a fiamma media fino a ebollizione
    3. grattugiare 10g di zenzero fresco, per poi inserirlo nel composto
    4. aggiungere 2g di passiflora essiccata
    5. abbassare la fiamma e lasciare che la temperatura dell’acqua raggiunga i 75 gradi
    6. mescolare in senso orario per dieci volte
    7. pestare 7g di menta in un mortaio, avendo cura di preservare l’aroma della pianta. aggiungere la pasta poco per volta e con l’ausilio di un cucchiaino
    8. usare essenza di cardiaca conservata in soluzione idroalcolica, versare 15 gocce nel calderone
    9. mescolare in senso antiorario per 20 volte e lasciare riposare la pozione per 10 minuti o fino a che non assume un colore ocra
    10. infine aggiungere la polvere di cellulosa microcristallina, indicativamente 3g ma regolare in base alla densità della pozione (aumentare se risulta poco densa)
    11. lasciare raffreddare, poi versare la pozione in una fiala di vetro
    effetti: provoca uno stato di rilassamento nel paziente dopo cinque minuti dall’assunzione. se la dose viene aumentata progressivamente, è possibile indurre anche il sonno.
    effetti indesiderati: se assunta per un tempo prolungato, potrebbe portare a dipendenza. inoltre, potrebbe avere effetti lassativi e provocare emicrania.
     
    .
16 replies since 26/1/2024, 19:19   390 views
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