[miniq05] I'm waiting, my eyes are on the prize

[piano interrato]

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    It's fate, not luck.

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    gruppo due - piano interratomurphy, clayton, amaranth, milo, tvättbjörn, remo, kieran, ryuzaki, adrian, nina, mckenzie, mis, milena
    Dicono che nei casi di rapimento, le prime ventiquattro ore siano fondamentali. Che l'orologio inizia a ticchettare più lentamente verso l'obiettivo successivo; che oltre le quarantotto ore, sia solo questione di fortuna.
    Di ore, ne sono passate duecentoquaranta. Minuto più, minuto meno.

    Il 13 Febbraio era un giorno uguale a mille e cento d'altri, prima che trentotto persone venissero prelevate per le strade britanniche. Caste diverse, razze diverse, e nulla in comune se non l'ironico e crudele gioco che ogni anno prende due frammenti, e li forza a stringersi fra loro per formare un intero. Poligoni irregolari, ma di intrattenimento. Innocui, perfino nelle eccezioni più assurde e sanguinolente.
    Quando, un gioco smette di essere trattato come tale? Nel momento in cui cessa di essere divertente.
    Nessuno sorrideva più, dieci giorni dopo la scomparsa delle anime gemelle - nessuno a cui importasse, perlomeno.
    Com'era inevitabile fosse, la vita era andata avanti: lezioni ad Hogwarts con assenti ingiustificati, missioni ministeriali incomplete dei suoi membri, serrande lasciate chiuse in mancanza dei proprietari a sollevarne la saracinesca. Locandine lasciate appese ad Hogsmeade, e Londra, ed ogni palo su cui potessero arrivare le dita di amici, amanti; fratelli, genitori. Domande lasciate senza risposta, e richieste gridate ad orecchie sorde.
    Cercarli era uno spreco di risorse, dicevano. Sarebbero tornati, o non l'avrebbero fatto. Alcuni biasimavano gli smarriti, dicendo che di quei tempi avrebbero dovuto fare più attenzione; altri puntavano il dito contro sommosse babbane, o ribelli.
    Il Ministero promette giustizia, a chi cerca aiuto. A seconda del suo interlocutore, cambia versione della storia, decidendo se fossero vittime o carnefici.
    Pubblicamente, perlomeno. Le teste più importanti sapevano del Lotus; sapevano del riscatto.
    Il Ministero non trattava con i terroristi. Che sacrificassero pure trentotto dei loro cittadini: sarebbero passati a raccogliere le ceneri, dopo; li avrebbero pianti, unendo il pubblico sotto una stessa, miserabile, bandiera vendicativa, dando un obiettivo a chi così disperatamente andava a cercarlo in ogni angolo buio del mondo magico.
    Andasse come andasse, per il Regime sarebbe stata una vittoria.

    Se solo la pazienza non si fosse esaurita, certo.
    Se le voci riguardo il Resort non fossero arrivate alle orecchie giuste, quelle disposte ad ascoltare. Abbastanza disperate da prendere le redini della situazione, e stringere.

    Alcuni arrivano da soli, nell'imbocco della via per il Lotus. Altri in piccoli gruppi, sprimacciati fra loro come cuscini su un divano.
    Pugni chiusi lungo i fianchi.
    Armi alla mano.
    Tu che ci fai qui.
    Un passaparola risoluto, scivolato di bocca in bocca in maniera così naturale che sapete, dovete sapere, non possa esserlo affatto.
    Naturale, si intende.
    Ma a volte ne vale la pena, non è così? Perché ci sono i vostri amici, lì dentro. La vostra famiglia, scelta o trovata. Qualcuno per cui rischiare.
    E se non lo fa la legge, la legge dovete diventare voi.

    In qualche modo, ve ne accorgete. Istinto primordiale a far prudere il palato quando avanzate, cauti, all'interno del Lotus.
    Non pensate che qualcuno vi abbia visto, ma sapete l'abbiano fatto - e siete pronti.
    Non è quello, a preoccuparvi. Non lo è neanche il silenzio che vi attende oltre i cancelli, o il fatto che sembra non esserci anima viva.
    Qualcos'altro.
    Ma cosa.
    La magia funziona.
    E allora cosa.
    Avete sondato il territorio, e sapete quello che vi attende: sapete che stanno arrivando; sapete che non siano tutti.
    Una parte di voi rimane al piano terra a distrarre, e prendere un tempo che in qualche modo, sentite di non avere.
    Il resto del gruppo scende.

    Lo sapete, che sono lì sotto.
    E cosa sono, un paio - dozzine - di mercenari, quando sapete che loro - vivi; vi sembra perfino di riuscire a sentirne le voci, sotto gli incantesimi ed i colpi di arma da fuoco - vi stanno aspettando.
    Occhi sul premio, uh? Occhi sul premio.

    Non rimanete nella stanza da ballo insieme al resto dei commilitoni.
    Avete notato la porta sulla sinistra chiudersi, ed un rapido sguardo attorno vi suggerisce che gli scomparsi non siano solo lì.
    Adocchiate le scale che conducono ai piani superiori, l'ascensore rimasto aperto a causa dell'ingombro di un vestito abbandonato fra le sue porte. Avete poco tempo per riflettere, ma decidete di seguire il primo istinto - e di rivolgere un'occhiata ai vostri compagni.
    Non avete bisogno di parlarvi: in qualche modo, vi capite.
    E mentre loro distraggono le guardie al piano, voi spingete e saltate e scivolate verso la porta ora chiusa, sfondandola per proseguire.
    Frenate la vostra corsa appena prima delle scale. Le pareti non sono più in marmo, ma in pietra. Superate stanze vuote, proseguendo verso il basso, e l'aria sembra farsi più umida.
    Sentire rumore d'acqua.
    Non è abbastanza per impedirvi di udire anche il suono delle voci - molteplici. Familiari.
    Un ultimo scatto finale, e siete di fronte alla luce azzurra di una piscina a riflettersi sul volto dei vostri amici, le ombre a scavare solchi sotto gli occhi. Uomini e donne in abiti scuri li circondano come una cortina di fumo. Non vi sembra di conoscerli; è il loro lavoro, dopotutto, passare inosservati.
    Un passo verso i vostri amici, è un passo verso di loro.
    Lo fate comunque, perché potete vederli. Sentirli.
    Sono vivi.
    Gli altri? Non per molto, a giudicare dalle armi spianate contro di voi.


    murphy10 pa20 pd40 pskatana | geocinesi
    clay10 pa20 pd40 pskaginawa | assorbimento cinetico
    amaranth10 pa20 pd40 pscalibro 22 | pirocinesi
    milo20 pa10 pd40 pspallone da pallavolo
    twat10 pa20 pd40 pssai | emocinesi
    remo20 pa10 pd40 pssemiautomatica
    kieran10 pa20 pd40 psfalce | mimesi
    ryuzaki10 pa20 pd40 psfucile d'assalto | ombrocinesi
    adrian10 pa20 pd40 pscolt | emocinesi
    nina20 pa10 pd40 pslanciagranate
    mac20 pa10 pd40 pssemiautomatica
    mis10 pa20 pd40 pssassi | faunocinesi
    milena20 pa10 pd40 psak-47
    domnhall20 pa10 pd40 psattacco: 15 (murphy)pugnale | ombrocinesi
    thoma20 pa10 pd40 psattacco: 12 (clay)fucile
    idris20 pa10 pd40 psattacco: 11 (ama)ascia bipenne
    jacques20 pa10 pd40 psattacco: 2 (milo)semiautomatica
    gertrude20 pa10 pd40 psattacco: 15 (twat)semiautomatica | moltiplicazione
    niko20 pa10 pd40 psattacco: 19 (remo)nunchaku | empatia
    pilar20 pa10 pd40 psattacco: 4 (kieran)sai
    quincey20 pa10 pd40 psattacco: 9 (ryu)machete
    hakkai20 pa10 pd40 psattacco: 15 (adrian)kusari-fundo
    vanya20 pa10 pd40 psattacco: 10 (nina)fucile
    parisa20 pa10 pd40 psattacco: 12 (mac)chinese ring daggers
    sven20 pa10 pd40 psattacco: 14 (mis)pugnale | onde sonore
    dorina20 pa10 pd40 psattacco: 3 (milena)balestra


    MURPHY: non lo vedi sparire, e nemmeno riapparire, perché quando lo fa, Domnhall è alle tue spalle e prova a tagliarti la gola
    CLAY: Thoma mira alla gamba destra, e spara
    AMA: leggermente più moderato l'inizio di Idris, che prova solo a tagliarti di netto un braccio usando la sua ascia bipenne
    MILO: era impegnato a guardare gli ostaggi, Jacques, per questo reagisce in ritardo e prova a fermarti con una spallata
    TWAT: semplice, ma sempre valido – Gertrude ti spara al petto
    REMO: Niko è per il work smarter, not harder e lascia che sia tu a fare il lavoro, suggerendoti di puntare la pistola contro te stesso
    KIERAN: un inizio delicato per Pilar, che cerca di farti inciampare allungando un piede
    RYU: Quincey cerca di colpire il ventre.
    ADRIAN: Hakkai fa volteggiare un paio di volte i pesi della sua arma, prima di puntare direttamente alle tue tempie
    NINA: da lontano, Vanya prende la mira e prova a colpirti allo stomaco
    MAC: Parisa è svelta nei movimenti, e in breve ti è accanto, prova ad aprire due profondi tagli sulle tue gambe usando entrambi i pugnali
    MIS: sfruttando le onde sonore, Sven prova a scaraventarti contro la parete opposta
    MILENA: Dorina ti da appena una spallata, chiaramente confusa dalla mischia

    ┉┉┉ recap.
    1. avete un massimo di 3 azioni a post, di cui solamente 1 di attacco, mentre le altre 2 di difesa. Ricordate che i propri personaggi valgono come un singolo e potranno fare comunque due difese (non in combo tra loro) e un attacco.
    2. INCANTESIMI - POTERI
    3. le difese combo fra più personaggi, devono essere postati a massimo due ore di distanza; non possono esserci combo in attacco. Avete 48h di tempo per difendervi, dopodichè l'attacco scadrà ed il pg lo prenderà tutto senza possibilità di difesa.
    4. specificate sempre sotto spoiler la strategia corretta.

    — LISTA OSTAGGI
    kaz & theo
    finn & liam
    roxie & rain
    remi & nahla
    marcus & sin
    hold & reggie
    hans & avery
    cybil & az
    barbie & styx
    cory & ciruzzo



    Edited by portavoce del karma‚ ossequi - 24/2/2024, 00:51
     
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    Adriano è tornato, ma questa volta non è solo. A sostenerlo c'è Nina, Nina Ninetta che dopo aver sentito la terribile notizia che alcuni dei suoi studenti... No aspettate, non è come pensate, Nina mica è un'insegnate, è una torturatrice.
    Non ve lo avevo detto?
    Beh ora lo sapete.
    Che poi non è detto, magari il colloquio non lo supera, ma vi posso assicurare che a far soffrire le persone è brava, molto brava. E poi lei ha bisogno di cavie per i suoi intrugli, come farebbe senza i suoi studentelli.
    Vabbè, passiamo alle cose serie.
    « Senti Mackenzie... » si Mac, Adriano si sta rivolgendo proprio a te, mentre tutti insieme allegramente state andando a salvare gli altri « Non sono mai riuscito a chiederti scusa per quello che è successo mesi fa. Mi piacerebbe mettere da parte i dissapori, vista la situazione. »
    Un redemption arc, forse c'è speranza, dopo le caramelle magari un riavvicinamento ci può stare? Che ne dici Mac? La vuoi aprire la busta?
    E sta per dire che gli avrebbe offerto da bere essendo un barman ma non fa in tempo, arriva qualcuno.
    « Cazzo. » arma in mano, coltellino svizzero pronto a tagliare e si parte.
    Nina intanto chiede una cosa al signor Milo « Ma la tua palla è esplosiva? » no perché se sì ti prego mostragliela, ha gli occhioni sbrilluccicosi mentre imbracca il suo scintillosissimo lanciagranate che ha rubato dall'armeria del nonno.
    « Comunque ciao sono Nina, piacere! » e sorride, sorride mentre sta per essere attaccata, ma tu guarda sti fissati con l'alchimia, cioè si vede lontano un miglio che sono degli sciroccati « E piacere anche a voi, ma potreste CREPARE AMABILMENTE?! » che vi dicevo?
    Un Volate Ascenderai non verbale, sguardo psicopatico di una ventenne pronta ad uccidere in modo gentilissimo e... Adriano che... Fa adriano.
    Il coltellino svizzero intanto taglia e sferette belle di emoglobina si manifestano al costo dei PS, so is the life in Avadaborne, e le scagliamo in faccia di uno e dell'altro sulla gamba per evitare che lo colpisca, per mettere in chiaro che quella è la porta e se vogliono possono amabilmente sloggiare.
    Paint the sky red, burn this city down
    We will make them suffer, hate and greed are terrible lovers
    We victimize, dehumanize
    I fantasize it's just you and I

    We victimize, dehumanize
    I fantasize it's just you and I



    (19) DIFESA REMO (twat + mis)://
    ATTACCO NIKO (mac): //

    (15) DIFESA ADRIAN (adrian + mis): Palla di emoglobina alla gamba
    ATTACCO HAKKAI (nina): Volate Ascenderai (psicopatico)

    (12) DIFESA MAC (twat + ryu): //
    ATTACCO PARISA (remo): //

    (9) DIFESA RYU (ryu + adrian): Palla di emoglobina in faccia
    ATTACCO QUINCEY (kier): //
     
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    kieran sargent
    ryuzaki kageyama
    Ryuzaki poteva riassumere il tutto con: stavano succedendo molte cose. Troppe cose, per qualcuno che a malapena riusciva ad elaborare la propria vita al momento. Perché la gente continuava a sparire, perché una cazzo di guerra non era stata abbastanza, e perché lo special in un modo o nell’altro si trovava sempre al centro di tutto quello. Li aveva visti i volantini, aveva impressa ognuna delle facce dei suoi fratelli scomparsi e di coloro che suo malgrado aveva lasciato avvicinare. Gli sarebbe piaciuto di essere stato lucido, quando si era trascinato in quel luogo che Grey chiamava appartamento, ma non era stato così. Ricordava sprazzi di conversazione, l’urgenza di far capire al fratello che dovevano fare qualcosa, se il Ministero non avrebbe alzato il culo. Non era un eroe, il Kageyama, non vestiva i panni del cavaliere nelle storie che tesseva da bambino, ma poteva essere colui che si sporcava le mani per chi non poteva farlo. Era il suo lavoro, no? Strinse il fucile al petto, il peso dell’arma familiare nelle sue braccia, un alleato che sapeva non l’avrebbe tradito– non come la sua magia, capricciosa e volatile come la fiamma d'una candela al vento. Fu memoria muscolare, quando i primi spari richeggiarono tra le pareti della stanza, spostarsi un po’ più vicino a Mac. Erano famiglia, per quanto suonasse surreale alle sue orecchie, e Ryuzaki non avrebbe lasciato a uno stronzo qualsiasi di usarli come bersagli di tiro. Sgusciò alle spalle della donna, complice il rumore della battaglia nel coglierla di sorpresa, e portò il calcio del fucile alla sua nuca per disorientarla. Ma il Kageyama era troppo concentrato sul parare il culo a Mac, e aveva dimenticato di difendere prima se stesso. Bene ma non benissimo, preferiva non beccarsi un machete in pancia prima di liberare gli ostaggi. Tentò di schivare il colpo spostandosi rapido a destra con il corpo, una sequenza di passi ormai istintiva nella sua linea di mestiere. Quello che non si aspettava era che qualcuno stesse prestando attenzione, e fosse disposto a dargli una mano. E perché proprio Kieran Sargent. Tutto troppo terribile, preferiva non pensare ai ricordi che evocava la figura. Osservò la ragazza muoversi con una violenza che in quel corpicino era francamente terrorizzante, la lama della falce spietata nel venire giù, diretta verso il braccio che teneva il machete del mercenario. «Non ce n’era bisogno, ma grazie» perché era una persona educata quando voleva, duh.
    Siamo suicidi e noi che scommettiamo ancora sui vivi
    Sopra i chiodi coi passi di danza
    Fino all'ombra dei fari a scomparsa
    Ti presterei le ali per andartene
    E non tornare davvero, e non tornare mai

    Ti darei il mio carattere per fregare il mondo
    Anche se ti gira contro, non odiare mai


    arriverò nel prossimo post ad interagire smack

    (12) DIFESA MAC (twat + ryu): disorienta Parisa con il calcio del fucile alla nuca

    (9) DIFESA RYU (ryu + adrian): si sposta
    ATTACCO QUINCEY (kier): trancia il braccio di quincey
     
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    mckenzie hale
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    Sfregò l’interno del labbro fra i denti fino a sentire il sapore del sangue. Strinse finché la fitta di dolore non lo costrinse a lasciare la presa, e massaggiare con la lingua la carne cruda e ruvida.
    La vita era proprio una cazzo di farsa.
    Credeva di averlo già imparato, Mckenzie Leighton Hale. Poi da un giorno all’altro
    (Reggie. Barbie. Corvina. Moka. Hans. Chelsey)
    l’universo ci teneva a sottolinearlo un po’ di più, strizzando i polmoni in risate che avrebbero quasi potuto sembrare singhiozzi. A chi doveva dare il culo l’anima per avere un maledetto anno sabbatico di ripresa emotiva e morale? Non era certo di possederne ancora una, ma era disposto a rischiarsi tutto quel che era rimasto fra una costola e l’altra, ed al peggior offerente, se significava una fottuta parentesi in cui gli fosse concesso respirare. Una pausa. Non chiedeva troppo, l’Hale – il tempo di rimettersi in piedi, sentirsi stabile, dormire qualche ora in più a notte senza essere svegliato da urla e morti e sangue e tutto quel sangue. Era così… così frustrante, esistere. Così - cazzo - frustrante, il cuore in gola ed il terrore compagno più costante della sua stessa ombra. Lo seguiva anche quando non c’era luce.
    Chiuse gli occhi e nascose il viso dietro il palmo. Nella mano libera, teneva una pistola con la canna contro il cemento. Una pistola. Mac! Ed aveva anche imparato ad usarla. Sarebbe stato divertente, se solo non gli fosse venuto da piangere e basta.
    In effetti, non era divertente neanche un po’.
    Tenne lo sguardo basso, incapace di sollevarlo e rischiare di incrociare lo sguardo di Ptolemy. Fra tutti, ed erano istericamente tanti, ancora il tasto più sensibile e vulnerabile, tenuto compresso fra senso di colpa e vergogna. L’argento di quella miseria andava a Lena, perché era passato un anno ed anziché migliorare era peggiorato: se non meritava prima l’orgoglio della donna, certo non poteva farlo dopo tutte le scelte dell’anno precedente.
    Tutti quei morti.
    Il bronzo lo concedeva un po’ a tutti. Con quelle spalle sottili dritte come se non avesse avuto alcuna preoccupazione al mondo, Mckenzie voleva sparire per almeno una decade senza più avere a che fare con nessun essere vivente, e possibilmente, una scorta di kleenex in cui asciugare la propria umana sofferenza senza sentirsi giudicato da nessuno.
    « Senti Mackenzie... » Le labbra si tesero istintivamente in un sorriso. Isterico, certo – non meno divertito. Mantenne gli occhi sulla punta delle proprie scarpe, seguendo piano il resto dei compagni come se quel Resort non puzzasse a tutti di trappola. Lo stavano facendo volontariamente.
    Qualcuno doveva pur farlo, d’altronde.
    Mckenzie Hale, signorx.
    «no, adrian, non mi piace la m-»
    «Non sono mai riuscito a chiederti scusa per quello che è successo mesi fa. Mi piacerebbe mettere da parte i dissapori, vista la situazione.»
    Oh. Oh?
    Corrugò le sopracciglia, lasciando che fosse qualcun altro a dettare legge e fare strada. Era un ottimo soldato, Mac; fin troppo zelante, si sarebbe potuto dire. Gli occhi grigi saettarono al proprio fianco per cercare Twat, cui rivolse un’occhiata interrogativa pur sapendo che il fratello non avrebbe potuto comprendere. Corvina e Reggie sì. Ignorò come rivedere l’uomo, avesse fatto scattare tutti i punti con cui si fosse tenuto a malapena integro. La scia di sangue alle proprie spalle, dopotutto, era rossa solo per lui.
    «la situazione» ripetè, lasciando che il sorriso tremolasse sulle labbra. Cioè, in guerra poteva imboccarlo, ed ora improvvisamente la questione era seria? Lasciò che lo sguardo si facesse divertito e leggero, prima di posarlo su Adrian. «grazie?» Non era arrabbiato? Ma bisognava sempre apprezzare l’iniziativa, quindi non avrebbe sminuito le sue scuse facendogli notare che no, non ce l’avesse con lui per il suo comportamento passato – avevano combattuto insieme, certe cose rimanevano… nello storico, ma senza rancore.
    Non dopo il resto, ecco.

    Mis Jacksson aspirò l’aria fra i denti. Forte. Un passo all’interno del Lotus, e tutti i suoi sensi erano scattati all’erta. Un brivido, fisico, lungo la schiena, lo costrinse a fermarsi e guardarsi alle spalle. Abbassò lo sguardo sul braccio esposto – indipendentemente dalla stagione, Mis girava sempre con pochi vestiti; quando si ricordava di metterli, memore che vivessero in una società composta da persone, era già un trionfo – notando l’istintiva pelle d’oca.
    Non gli piaceva.
    Un cazzo di niente, gli piaceva.
    (che non è qualcosa di reale, un concetto diverso dal monster kink di dara. Specifico)
    Sciolse i muscoli del collo a destra ed a sinistra, broncio così pronunciato da risultare l’emblema del mal di vivere di un adolescente medio, con la differenza che l’intensità emanata dal faunocineta, riverberava di tutti quei vecchi che bucavano la palla finita nei loro cortili ed imprecavano ai bambini in strada. Un paradosso molto peculiare; gli stava a pennello. Reclinò il capo, seguendo tutti i rumori provenienti dall’hotel.
    E sì, per Dio, rimase vicino a Murphy, prima che perderlo di vista le causasse un infarto. Aveva già troppe preoccupazioni perchè Mis diventasse una di quelle, e se poteva evitarle di lasciare orfani i gemelli, l’avrebbe fatto. La Skywalker gli piaceva così tanto, che le aveva anche concesso due dei suoi sassi per colpire Sinclair: punto. Degli altri, non poteva dire lo stesso.
    Chi cazzo erano. Come ci erano arrivati lì.
    Puntò gli occhi verdi su Wren e Ptolemy (mi fa troppo strano che non ti conoscano come Javi. Dude), assottigliando le palpebre a due fessure. Sapeva che avessero ottimi motivi per essere lì, ma non si sentiva… tranquillo, e odiava non sentirsi tranquillo, soprattutto nel caso del cileno ripieno di zucchero vecchio: erano stati nello stesso campo penso, eri spia no? per anni credo, non lavoravi negli uk ma eri nostro no?? e dai di questo sono sicura lo rispettava, gli piaceva. Parlava poco, era funzionale e pragmatico, non perdeva tempo.
    Ma lì dentro c’era Theo, e non sapeva se potesse fidarsi di due delle puttane di Abbadon. Senza offesa. Nulla di personale, eccetera eccetera.
    Ma poi chi cazzo erano tutti gli altri.
    Strinse i denti, trattenendo il respiro per evitarsi l’ennesimo ringhio basso. Spontaneo.
    Vibrava di rabbia non filtrata e paranoia, Mis. Vi dirò più, si sentiva anche del tutto giustificato. Cioè, si erano trovati fuori dal Lotus senza mettersi d’accordo, entravano nel resort come se fossero stati una squadra, ed il tutto senza manco sapere se sapessero usare una cazzo di arma? Come poteva essere certo, poi, che fossero dalla loro parte? Voleva prendere Clay, Kieran e Murphy e Twat, e creare il proprio mini rebel-branco.
    Invece no. Sembravano essere tutti d’accordo sull’essere una squadra. Okay.
    Branco con un lupo solo, fosse.
    Inspirò profondamente, trovando odori che non rispondevano a nulla di ciò che vedevano i suoi occhi. Cosa -
    Cosa.
    Hotel. Volantini. Ostaggi. Armi.
    Diaz-Kyle-Chelsey-Moka-GrifondoroRandom.
    Ma dove cazzo era quello stra minchione bastardo (secondo nome e cognome, rispettivamente) di suo fratello. Non rimase fermo sul posto, perché non era il tipo da pensare, Mis: lasciò che iniziassero a picchiarsi, fremendo per fare lo stesso e sgusciando nel mentre oltre tutti.
    Voleva sbattersene di tutti, infilarsi nei buchi (mlml) e scuotere Iris come una pignatta per chiederle se quella testa di culo del Kayne si fosse perso da fermo, ma prima di fare qualcosa di molto, molto stupido come infilarsi oltre le linee nemiche, vide alcuni dei suoi (compagni? mh. Diciamo… individui con cui condivideva degli interessi. Forse) Esseri Umani lanciarsi in un corridoio.
    L’idea di scendere non gli piaceva. Neanche un po’.
    Aveva scelta? Da qualche parte in quel posto di merda, c’era Theo. Aveva passato dieci giorni d’inferno, il Jacksson; un fottuto arto fantasma a mancare ad ogni passo e non.
    L’avrebbe trovato e picchiato così forte da fargli rimpiangere non l’avessero ucciso.

    [un meme “run” con gli ombrelli dopo]

    Battè le palpebre cercando di abituare la vista alla scarsa luce della stanza.
    cory & ciruzzo: chi cazzo siete
    barbie & styx: mai visti
    cybil & az: ok
    hans & avery: ? Ok
    hold & reggie: no
    marcus & sin: guardò Murphy.
    remi & nahla: zero dubbi
    roxie & rain: mh
    finn & liam: boh
    «kaz & theo» punto.
    First thing first, prese un sasso e lo scagliò verso Theo (1. lucky bastard) poi decise che si ERA ROTTO LO STRA CAZZO E LO STRACAZZONE, quindi dopo aver approfittato dei pollici opponibili per fare un dito medio al Kayne, si trasformò in cane.
    Si sentì subito meglio, al toccare il pavimento con quattro zampe. Si lanciò contro il primo tizio a tiro (non Adrian) per serrare i denti sul polpaccio e stringere come un bastardo, possibilmente lasciando l’impronta delle zanne come quella del rossetto di Angela sulla camicia. Poi, scattando veloce, saltò su un tizio random per atterrarlo.
    Fingeremo tutti sapesse fosse dei loro e non un nemico.
    «bau bau»

    Aveva salutato Corvina e Moka, Mac.
    Così, sapete, come fosse la cosa più normale del mondo. Aveva seguito Twat, perché non poteva perdere anche lui, e aveva salutato Corvina e Moka ed il resto degli ostaggi – giuro, agitando perfino la manina – perché non era evidentemente un essere umano funzionale. Cazzo. Mckenzie. Santiddio. Bro. Due. Homie. Ma che dovevi fare, quando vedevi qualcuno che conoscevi ed eri felice fosse vivo senza avere la possibilità di rimanere? L’Hale non lo sapeva, ed infatti aveva solo sfarfallato le dita.
    Aveva passato il resto della discesa a pensarci e rabbrividire. Se fosse morto, l’avrebbero ricordato così. Fantastico. Strepitoso. Una meraviglia.
    Ed eccoci alla SPA! Finalmente una piscina in cui affogarsi!
    «ho una pistola» annunciò istericamente, premendo la mano libera contro il naso. Ma quante – cosa – come faceva a sparare se c’erano – persone che facevano cose? Un respiro profondo, ed un passo verso Reggie. Hans. Barbie.
    No? Alzò lo sguardo sui tizi brutti. Ah, non poteva?
    Ma perché dovevano farlo incazzare, bAsTa, era sensibile, ed aveva pochi tasti dolenti ma quelli scattavano tutti. Strinse i denti, risoluto. Si schiarì la voce e picchiettò il catalizzatore contro la spalla dell’ometto. O donnina. O creatura umana che fosse.
    «scusi, dovrebbe. mh. Levarsi dal cazzo? grazie» bacchetta puntata, incantesimo pronunciato, era troppo forte a quel gioco.
    [remo che muore in background difeso dai pidies]

    Tu sai che avevo bisogno d'aiuto,
    potevi pure mandarmi a fanculo
    Invece mi hai detto che gli occhi che indosso
    non sono mai stati più tristi



    (15) DIFESA ADRIAN (adrian + mis): morde un polpaccio (è un cane.) DEL NEMICO NON ADRIAN
    (19) DIFESA REMO (twat + mis): caricaaaa (è sempre un cane.) (remo. carica remo)
    ATTACCO NIKO (mac): incanto soffuco (che è quello oscuro che soffoca. basic)



    CODICE
    <b>(19) DIFESA REMO (twat + mis):</b>
    <b>ATTACCO NIKO (mac):</b>

    <b>(15) DIFESA ADRIAN (adrian + mis):</b>
    <b>ATTACCO HAKKAI (nina):</b>

    <b>(12) DIFESA MAC (twat + ryu):</b>
    <b>ATTACCO PARISA (remo):</b>

    <b>(9) DIFESA RYU (ryu + adrian):</b>
    <b>ATTACCO QUINCEY (kier):</b>
     
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    Oh Totti, give me strength: «ao.»
    Due semplice lettere che potevano significare tanto, se non tutto, nelle stanze sotterranee del Lotus – ao, di tutte le belle stanze che doveva avere quell’albergo proprio nelle cantine umide e senza nemmeno una boccia di vino dovevano finire; ao, li mortacci vostra, quanto cazzo sete brutti; ao, saluto rivolto a Ciruzzo. Ao ad un sacco di cose, e sebbene il Linguini le pensasse e intendesse tutte allo stesso momento, ad altro era rivolto il monosillabo.
    E quel “altro”, per inciso, era un ragazzino biondo dallo sguardo ferale fisso non sulle fila dei nemici, bensì oltre le stesse, laddove suo cugino e gli altri ostaggi attendevano soltanto che loro – che poi, loro chi: l’italiano conosceva letteralmente due persone in croce, e solo perché le aveva intraviste ad Hogwarts; l’avevano persino diviso da Vincenzo e Giacomino, una cazzo di tragedia –, con una specie di palla da tennis densa e dalle tinte rossastre tra le dita. Quel «ao?», ripetuto un po’ titubante, aveva più le sfumature del “fratè, che cazzo stai a fa’?” che non altro.
    Di certo non aveva alcuna intenzione, né motivo, di giudicarlo: se ci fosse stato suo fratello dall’altra parte della stanza, gli avrebbe riservato lo stesso sguardo, oltre ad un quantitativo di parole poco lusinghiere che avrebbero rincoglionito tutti i lì presenti; ciononostante, non poteva fare a meno di pensare che non fosse il caso di... beh, fare qualsiasi cosa avesse intenzione di fare, probabilmente. Remo non aveva mai partecipato a nessuno scontro del mondo magico – non gli era mai interessato e non aveva mai avuto alcuna ragione che, come quella volta, lo spingesse a scendere in campo –, ma aveva un po’ di esperienza in questione di risse in mezzo alle quali non avrebbe dovuto trovarsi per sapere che ci fossero dei limiti.
    Paletti che, a Tvättbjörn, non erano mai interessati – nella vita, figurarsi in un momento come quello. Perché ne aveva abbastanza, un po’ sempre e un po’ di tutto, ma degli stronzi che sparivano ancora di più. Aveva dovuto accettare che Posh fosse partito per chissà dove, che Brandy fosse scomparso senza dirgli se sarebbe tornato o meno; per quanto lo riguardava, potevano anche essere morti e non gliene sarebbe potuto interessare di meno.
    Ma Reggie, Barbie. Moka. Hans.
    Tutti insieme, svaniti nel nulla e senza lasciare traccia. Era incazzato, il Cömmstaj. Era furioso.
    (Era preoccupato.)
    Li odiava da morire, e nemmeno riusciva ad essere del tutto sollevato nel trovarli vivi perché a rapporto mancava ancora il Telly.
    Aveva tutte le ragioni del mondo per mirare alla fronte del Belby e colpirlo, prima ancora di pensare a liberare lui e tutti gli altri, perché vaffanculo Hans.
    «testa di cazzo.» la sua fiducia nei fratelli lasciava il tempo che trovava, e non aveva dubbi che Reggie e Barbie fossero stati rapiti da qualche setta – alla prima era già successo, lui stesso testimone, e da quanto aveva capito non sarebbe stata la prima volta che qualcuno con torce e forconi accerchiava lo Jagger. Ma per dieci giorni, dieci fottuti giorni, aveva avuto il terrore di ritrovare il migliore amico così come lo aveva trovato quasi un anno prima, ma troppo tardi.
    Sorrise a mezza bocca, soddisfatto dopo aver colpito lo special, piegando lo sguardo verso Mac – sempre al suo fianco, perché non aveva la minima intenzione di perderlo di vista nemmeno per un secondo – sapendo che avrebbe avuto molto probabilmente da ridire (del tipo che Hans sembrava chiaramente già più di là che di qua, dettagli che all’emocineta importavano molto relativamente).
    Giusto in tempo, perché non si poteva avere nemmeno il tempo di tirare una palla di sangue in faccia al proprio migliore amico (1pa, ma solo perché non voleva farti davvero male) che qualche alberghiera frustrata pensava bene di tagliare le gambe alla gente. Vide Ryu arrivare velocemente, e decise di approfittare del colpo alla nuca della donna per afferrarla e spingerla lontano, contro uno degli altri nemici.
    Forse in tempo per evitare che il Linguini si sparasse da solo, forse (molto probabilmente) no, ma Twat sapeva bene che per fare una frittata andava rotto qualche uovo.
    Cosa di cui era a conoscenza anche Remo, a dire il vero, con la sola differenza che quest’ultimo applicava tale filosofia in un solo ambito: dietro ai fornelli del Bar dello Sport, dove fottutamente cucinava e dove voleva tornare il più in fretta possibile con tutti i suoi cugini, sani e salvi.
    Non voleva morire lì sotto, e tantomeno uccidersi da solo – ma la mano si era mossa da sola, e non aveva potuto fare niente per evitarlo.
    Aveva chiuso gli occhi.
    Quando li aveva riaperti, era a terra con un cagnolone sopra di sé. «anvedi oh!» ma chi era che si era trasformato in un cane senza dirglielo? Potevano essere in due! «bravo cucciolone, però giocamo dopo eh.» aveva delle priorità, ed al momento una di quelle era prendere nuovamente il controllo della pistola e sparare volontariamente ai nemici.
    E sono solo uno dei tanti
    Col sorriso triste e con gli occhi stanchi
    Che non riesce più a fidarsi degli altri
    Con una mano mi abbracci e con l'altra mi ammazzi


    difesa mac: prende parisa e la lancia...
    difesa remo: ... contro niko
    attacco parisa: spara
     
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    (19) DIFESA REMO (twat + mis): 11+16=27pd (+8)
    ATTACCO NIKO (mac): 8+8=16pa
    DIFESA NIKO: 1 (-15ps)
    È quasi emozionante vedervi non fallire la difesa, considerando le premesse ci fossero tutte ed entrambi sembraste presi a fare altro (bullizzare gli ostaggi .); eppure ve la cavate, e Niko non ci prova nemmeno a difenderai dall'attacco di Mac.

    (15) DIFESA ADRIAN (adrian + mis): 7+19=26pd (+11)
    ATTACCO HAKKAI (nina): 2+11=13pa
    DIFESA HAKKAI: 3 (-10ps)
    Lo sentite esclamare qualcosa riguardo il chiamare un accalappiacani, insieme a molte bestemmie in giapponese, quando le fauci di Mis si chiudono sul suo polpaccio; ma Nina Ninetta Ninuccia non ha pietà e lo sbatte a terra like a (damn sociopath) pro. WELL DONE!

    (12) DIFESA MAC (twat + ryu): 6+15=21pd (+9)
    ATTACCO PARISA (remo): 17+9=26pa
    DIFESA PARISA: 9 (-17ps)
    È tutto quasi perfetto, in questa strategia e se fosse stato chiunque altro avreste potuto fare davvero faville — ma è Parisa, e ci prova così tanto che lo leggete nel suo sguardo d'ebano che vi odia da morire. Persino con il buco cremisi aperto sulla spalla, potete giurare di vedere pure unfiltered hatred brillare nei suoi occhi.

    (9) DIFESA RYU (ryu + adrian): 5+13=18pd (+9)
    ATTACCO QUINCEY (kier): 8+9=17pa
    DIFESA QUINCEY: 7 (-10ps)
    Quinn ci prova, ma non abbastanza: è confuso e disorientato dalle due difese, e quando arriva La Morte con la sua falce, può a malapena tentare di alzare le braccia per difendersi dal colpo — ma ci rimette un braccio, mozzato via dal gomito in giù. Kieran being Kieran.

    REMO: Niko è così rintronato dalla botta che, ancora ad occhi chiusi, agita il nunchaku sperando di prenderti da qualche parte
    RYU: Quincey è ambidestro! ha perso una mano, ma ne ha un'altra e dimostra di saperla usare quando si scaglia contro di te per brandendo il machete
    ADRIAN: Hakkai prova a impedirti i movimenti bloccando un braccio, avvolgendolo nella catena
    MAC: Paris, being Parisa, proprio non ci sta e si accanisce contro di te, stavolta cercando di pugnalarti al petto (no, non puoi lasciarla fare.)
     
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    Remo guardò la pistola, e la pistola guardò Remo. Non si era sparato da solo, e questo era già tanto; ma poi.
    Ma poi.
    «me cojoni.» appena bisbigliato e decisamente compiaciuto, nell’ammirare il colpo andato perfettamente a segno nella spalla dell’avversaria.
    Preferiva azzuffarsi, il romano, mani nude contro alla carne, zigomi tagliati e nocche spaccate, ma ciò non significava che non sapesse come usare un’arma, né che non avesse mai stretto tra le dita una pistola – ma un grilletto non lo aveva mai premuto, se non alle fiere di borgata per vincere qualche stupido premio. Era stata una sorpresa per lui, tanto quanto per Parisa. Con l’eccezione, certo, che per quest’ultima fosse meno piacevole.
    Momentaneamente dimentico del perché fossero lì, o del fatto che fosse ancora spaparanzato a terra come la Paolina del Canova alla Galleria Borghese, alzò lo sguardo nocciola per cercare quello di Ciruzzo e piegare gli angoli delle labbra in basso, soddisfatto.
    Lo riportò alla realtà la figura a frapporsi tra sé e il cugino, e la mano sporta per dargli un appiglio a cui aggrapparsi per rimettersi in piedi. Ma l’occhiata fredda di Twat suggeriva chiaramente che non ci fosse solidarietà in quel gesto, solo analitico spirito di squadra: l’emocineta, semplicemente, non voleva pesi morti in mezzo ai piedi, ed il corpo del Linguini fino a quando fosse stato ancora caldo e non un cadavere da saltare come in una corsa ad ostacoli, gli serviva che fosse funzionale.
    «gra– oh frà, quella te vole sparà!» il Cömmstaj corrugò le sopracciglia, prima di volgere l’attenzione nella direzione indicata dalla bacchetta del ragazzo: oramai masticava bene l’inglese, senza troppi problemi nemmeno nel parlarlo; l’inglese romano, tuttavia, era un altro paio di maniche. Scattò via non appena capì davvero il significato dietro le sue parole, sentendo uno «stupeficium!» lanciato verso la donna. «comunque si dice “grazie”, eh!»
    Ok.
    Non gli interessava.
    «clay!» arrivò a ridosso di un tipo che aveva l’arma puntata contro di lui – ed oltre alle teste di cazzo che si erano fatte rapire, oltre a Mac, c’erano poche altre persone lì dentro la cui incolumità gli importasse: il Morales, come gli altri ribelli, faceva parte di questi. Colpì il braccio dell’uomo con il sai, cercando di fargli perdere la mira, e poi guardò attentamente il minore.
    Molto attentamente.
    «mira bene con quel coso.» perché era sicuramente addestrato, ma con un rampino? Eh.
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    DIFESA TWAT (twat + murphy): si lancia...
    DIFESA CLAY (twat + clay): ...addosso a Thoma per colpirlo con i sai
    ATTACCO GERTRUDE (remo): stupeficium

    CODICE
    <b>(12) DIFESA CLAY (clay + twat):</b>
    <b>ATTACCO THOMA (clay):</b>

    <b>(15) DIFESA TWAT (twat + murphy):</b>
    <b>ATTACCO GERTRUDE (remo):</b>
     
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    il peso del sasso nel palmo della mano aveva un che di confortante.
    non che avesse bisogno di conforto, murphy — ad un certo punto si andava semplicemente oltre. e lei quel punto non solo era riuscita a raggiungerlo con uno sprint di tutto rispetto
    runelial
    se non respirano significa che sono morti

    ma aveva anche deciso fosse il caso di superarlo
    erinbarryshotstiles
    e aggiudicarsi la medaglia d'oro.
    record mondiale nella corsa a ostacoli della vita. la guerra, con tutte le conseguenze del caso, era stata solo la ciliegina sulla torta per la geocineta: inevitabile, come la guerra e le tasse.
    il peso del sasso nel palmo della mano aveva un che di concreto.
    ed era quello, ciò di cui murphy aveva più bisogno: qualcosa che la tenesse ancorata a terra, con i piedi ben saldi sul pavimento; non poteva più permettersi il lusso di sentirsi debole, la Skywalker. esserlo, men che meno. e l'unico modo, imparato a sue spese, era sostituire la preoccupazione con la rabbia; l'ansia con il desiderio di fare del male a qualcuno. e perché proprio Sinclair.
    «tutto sommato, non sembrano così provati» nonostante fosse difficile distogliere lo sguardo da suo padre, le iridi cioccolato di murphy si mantennero ferme sugli uomini armati, una parvenza di calma a nascondere il battito furioso del cuore nel petto. al piano di sopra era riuscita a scorgere alcuni volti conosciuti, membri della resistenza e quelli che non potevano esserlo più, e ricordava benissimo di aver pensato la stessa cosa.
    una brutta cera, certo, ma in apparenza illesi.
    sentì comunque il dovere di ribadirlo ad alta voce, perché l'alternativa a quella constatazione innocente sarebbe stato un urlo incontrollato e monocorde — pronta per finire nel meme di Sanremo insieme ad Albano e tutti gli altri.
    il peso del sasso nella mano aveva un che di- «BUCCHIN 'E MAMMT» perché delle tre ipotesi le sembrava quella più adatta all'occasione; e il sasso, alla fine, glielo tirò davvero. contro la faccia dell'hensen, non al nemico di turno: una strategia di distrazione (bullismo sugli ostaggi) che tutti i ribelli conoscevano, a quanto pare.
    infatti clay vide il sasso volare preciso (5pa) oltre le fila nemiche e colpire sin in testa, il tutto senza battere ciglio. letteralmente: temeva, ed a quel punto era un timore fondato, che se avesse chiuso gli occhi anche solo per un istante il volto emaciato di kaz sarebbe scomparso alla sua vista. aveva trattenuto il fiato, quando i primi ostaggi si erano palesati alle spalle di uomini e donne armati fino ai denti, terrorizzato suo malgrado non dai fucili e dalle lame puntati contro di loro ma dal fatto che tra quelle figure mancasse il suo migliore amico. avrebbe voluto essere meglio di così, il morales: preoccuparsi per tutti allo stesso modo, prendersi un secondo per controllare che ciascuno di loro stesse bene.
    ma le iridi caramello erano scivolate rapidamente su facce conosciute e non, come uccellini spaventati da un rumore troppo forte, e tutto ad un tratto era diventato difficile respirare. istintivamente, aveva fatto un passo per avvicinarsi a murphy, e senza nemmeno sapere come, si era ritrovato al piano di sotto; la corda del rampino stretta convulsamente attorno al palmo, attento a rimanere alle spalle della Skywalker fino all'ultimo istante. quello in cui non era più riuscito a resistere, e aveva sollevato lo sguardo.
    convinto di non trovarlo.
    trovandolo.
    «KAZ! STAI BENE???» si, lo so, domanda stupida da fare in quel momento, con kieran che mozzava il primo braccio della giornata schizzando sangue ovunque e cane!mis (WHO'S A GOOD BOY????? hmmm che tentazione spericolata di fargli i grattini dietro le orecchie) che mordeva la gente, ma non poté trattenersi. talmente abbagliato da quella nuova stilla di speranza - letale, nella maggior parte dei casi: non lo sapeva ancora, clay, che per ogni buona notizia bisognava aspettarsene due di merda - da un rendersi conto della pistola puntata nella sua direzione. «clay!» che? ah, già: c'erano anche quelli che volevano farli secchi.
    seguì il movimento di twat, riprendendosi giusto in tempo per decidere che la mossa migliore fosse rotolare a terra come un uramaki al salmone in salsa piccante; anche questo movimento fluido ed elegante (no) lo aveva imparato grazie agli insegnamenti di nelia, tra un pugno in faccia e una mossa di wrestling spacca ossa «mira bene con quel coso.» se non era mancanza di fiducia quella. clay, sdraiato a terra in posizione fetale dopo aver fatto tre capriole sul pavimento: 👌🏻👌🏻👌🏻 ma certo che avrebbe mirato bene. cosa poteva mai andare storto.
    il rampino — quello poteva andare stortissimo e finire in testa ad un compagno (o colpire gli ostaggi. a quel punto nessuno si sarebbe sorpreso), ma era un'eventualità alla quale clay preferì non pensare. certi compiti solo il fato bellissimo poteva svolgerli, amen.
    murphy in the background che vede rotolare clay verso l'infinito e oltre: «i think I've seen this film before» davvero troppe volte. scosse la testa, scegliendo volutamente di non guardare contro chi il sedicenne avrebbe lanciato il rampino, concentrandosi sulla donna che aveva preso di mira twat. o, meglio, sul pavimento sotto ai suoi piedi; lo immaginò spaccarsi dall'interno, le radici sottostanti a spingere di prepotenza contro il cemento per raggiungere la superficie, legarsi alle gambe di Gertrude e immobilizzarla a terra prima che potesse premere il grilletto.
    non dico tanto, almeno uno sgambettino.


    mi han detto che il destino te lo crei soltanto tu
    vai a tempo col respiro e se corri ne avrai di più
    ma se morirò da giovane, spero che sia dal ridere


    murphy: tira un sasso a sin.
    clay: di base sta attaccato a murphy e parla a kaz

    (12) DIFESA CLAY (clay + twat): rotola via
    ATTACCO THOMA (clay): rampinata in faccia

    (15) DIFESA TWAT (twat + murphy): richiama/crea (?) radici dal sottosuolo per bloccare Gertrude


    Edited by saudade. - 24/2/2024, 15:31
     
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    (12) DIFESA CLAY (clay + twat): 17+20=37pd (+25)
    ATTACCO THOMA (clay): 5+25=30pa
    DIFESA THOMA: 7pd (-23ps)
    Che botta. Minchia anche botta.
    Lo stendete e vedete che è davvero molto (ma molto.) provato; peccato si rialzi lo stesso.

    (15) DIFESA TWAT (twat + murphy): 20+13=33pd (+18)
    ATTACCO GERTRUDE (remo): 1+18=19pa
    DIFESA GERTRUDE: 2pd (-17ps)
    Devono essersi allineati gli astri, o voi ad essere molto – molto – bravi; forse a motivarvi sono gli ostaggi che intravedere dietro le guardie... quale che sia il motivo, non importa: state andando alla grande, per ora.
    (Qualcuno ha portato i pg di Lele a Lourdes di recente?)
    (L'avevo scritto prima di estrarre il d20 di Remo. Nevermind.)

    CLAY: Thoma prova a spararti di nuovo, al braccio
    TWAT: Gertrude ti da un calcio sullo stinco, tiè
     
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    tvättbjörn cömmstaj
    Rivolse un cenno del capo al ragazzo, e se il Morales nell’ultimo anno aveva iniziato a conoscerlo al Quartier Generale, sapeva bene che fosse davvero tanto da parte sua. Dire che avesse fiducia in Clay sarebbe stato poco veritiero – niente di personale: Twat, semplicemente, non si fidava di nessuno oltre che di sé stesso e pochi altri eletti –, ma sapeva che fosse un ribelle da molto più tempo di lui e che potesse, invece e senza particolari dubbi, fare affidamento nelle sue capacità. Quando vide di non essere stato rampinato come un muro qualunque, ebbe la conferma di aver fatto bene.
    Quel “ben fatto” non detto era, comunque, il massimo che avesse il tempo di rivolgergli: già normalmente non era un amante delle chiacchiere, tutto spreco di energie che la gente avrebbe fatto meglio ad usare per attivare qualche sinapsi in più, ma in battaglia ancora di meno. Soprattutto se le motivazioni per essere lì erano tra le più forti che avesse mai provato; soprattutto se aveva qualcosa da dimostrare – a più persone di quante volesse ammettere. Per questo distolse lo sguardo repentinamente, portando le iridi azzurre su altri nemici: su chi poteva raggiungere con il proprio corpo, e su chi con il potere. Questione di pensare alla tattica più sensata nel momento più giusto, che lo portò a focalizzarsi sull’uomo che aveva intenzione di catapultare via Mis – e forse, nel profondo, anche di preferenze: se doveva scegliere, meglio salvare i compagni ribelli prima degli altri –, premendo sul sistema circolatorio del nemico per occludere la magia nelle sue vene e zittirlo quanto bastasse.
    Cosa che avrebbe voluto fare anche su qualcun altro, ancor di più quando aveva notato che l’unico buono motivo che avesse per aprire bocca era pronunciare formule magiche, e aveva deciso di farlo pure male.
    Che gli incantesimi non fossero il forte di Remo, d’altronde, lo sapevano anche i muri. Dopotutto per il romano la magia a scorrergli nelle vene era sempre stato un mero optional, un soprammobile regalatogli dalla nonna così tanti anni addietro che se ne stava sulle mensole soltanto a prendere polvere: bello, per carità, ma non gli serviva davvero. Voleva continuare a lavorare dietro ai fornelli, e (per quanto volesse bene a sua cugina e ne fosse altrettanto terrorizzato) nel proprio futuro vedeva un ristorante con il suo nome; aveva sempre vissuto ai margini della società, in luoghi dove la magia veniva usata dagli animatori ai compleanni dei bambini, e quella vita gli era sempre andata bene così com’era – nemmeno sapere sin dalla prima infanzia di essere destinato ad impugnare una bacchetta aveva mai cambiato la sua visione d’insieme, tantomeno gli ultimi sviluppi della trama mondiale che aveva portato i due mondi a mescolarsi, sovrapporsi e distruggersi.
    «c’ho provato.» forse nemmeno più di tanto, a dire il vero: pronunciare uno Schiantesimo alla romana non doveva essere stata una brillante idea, ma il danno era fatto e, tutto sommato, non era andata nemmeno così male come poteva sembrare.
    Ad ogni modo, aveva altri punti di forza. Uno di quelli decise di palesarsi al momento più opportuno, quando il biondo apatico decise di lanciargli con un calcio sulla lombare una persona addosso. «MIAAA!» come se quella fosse una partita di pallavolo e, al contempo, di calcetto nei campetti disastrati del Vigor Breda. Perché quando ce l’ebbe a portata di testa, non poté resistere alla tentazione di caricare il colpo, portando indietro il capo, e di tirargli una capocciata sul setto nasale. Tristemente, non c’era nessuna rete dentro cui potesse spingere quella palla di merda che aveva sul collo.
    E sono solo uno dei tanti
    Col sorriso triste e con gli occhi stanchi
    Che non riesce più a fidarsi degli altri
    Con una mano mi abbracci e con l'altra mi ammazzi


    difesa mis: cerca di annullare il potere di sven
    difesa kier: spinge pilar contro remo
    attacco remo: dà una capocciata a pilar

    CODICE
    <b>(2) DIFESA MILO (ryu + mis):</b>
    <b>ATTACCO JACQUES (ryu):</b>

    <b>(4) DIFESA KIERAN (kier + twat):</b>
    <b>ATTACCO PILAR (remo):</b>

    <b>(14) DIFESA MIS (twat + mis):</b>
    <b>ATTACCO SVEN (mac):</b>
     
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    «bravo cucciolone, però giocamo dopo eh.»
    Certo che era bravo. Il più, bravo. Avvicinò il naso umido alla faccia dell’italiano, gocciolando sangue e saliva sul collo del ragazzo con un basso ringhio gutturale, l’equivalente dell’occhiata truce nella sua forma umana. Quando fu abbastanza soddisfatto della propria non troppo velata minaccia, saltò nuovamente sul pavimento della grotta (che non era davvero una grotta, ma la sembrava) appiattendosi contro il suolo per arrivare di soppiatto alle caviglie di qualcuno. Quand’era in forma canina, il sapore del sangue non lo disgustava quanto in forma umana.
    Preferiva comunque le patatine, potendo scegliere. Si faceva quel che si poteva.
    Si scagliò contro uno dei tizi che sembrava essersela presa con uno dei suoi – da animale, sentiva meno limitante il concetto di branco appiccicato all’etichetta che il Jacksson dava solo ai ribelli, e poteva considerarli una squadra. Ish – zampe sollevate per spingerlo, se non a terra, almeno lontano dal ragazzo.
    Ragazzo che aveva una palla, su cui subito fiondò gli occhietti neri e lucidi scondinzolando piano e con intenzione. lancia lancia lancia lANCIA - spostò la propria attenzione quando si sentì osservato con un po’ troppa intensità, trovando uno dei mercenari a fissarlo. Era troppo lontano per fare alcunchè, quindi lasciò cadere pelo e zanne in favore della propria pelle. Nuda, come mamma l’aveva fatto. Non aveva il pudore tipico della società, ed avrebbe tranquillamente potuto rimanere supino al suolo con tutto al vento, ma Murphy non era della stessa idea: allungò un braccio per afferrare l’asciugamano (ora è canon) lanciato dalla geocineta, rotolandocisi dentro come un hosomaki fino a coprirsi completamente, ed afferrò uno dei sassi lasciati cadere disordinatamente sul pavimento. «minchia guardi» gomito piegato, e sassolino scagliato sulla fronte dell’uomo.

    Neanche soffocare era stato abbastanza perché lo lasciassero passare. Quella selezione era peggiore di quella all’entrata del Lilum. Battè le ciglia, ingoiando bile e saliva nel spostare lo sguardo dall’uomo agli ostaggi (… ma erano ostaggi? Non sembrava li stessero usando come… ostaggi) alle sue spalle. Cercò il segno di ferite evidenti, senza trovarne. «fanno sempre così?» Domandò, perché chiedere se potessero muoversi, gli sembrava un po’ superfluo, ed anche poco divertente. Se avessero potuto farlo, non sarebbero stati lì. Fece per puntare la bacchetta contro le manette della coppia più vicina (dado: 1), ma a giudicare dallo sguardo omicida del ragazzino biondo, fu un bene che non riuscì nel proprio intento. Quello che mancava loro, era un adolescente on a rampage che si facesse più male che altro. Kaz, meanwhile, leccava con un certo orrore la camicia hawaiana, cercando di togliere dal proprio volto quanto più sangue incrostato possibile. Non piangeva, ma quasi.
    «CLAY. CLAY! NON PENSARE A ME STO BENISSIMO STAI ANDANDO ALLA GRANDE»
    Beh. Almeno si erano tolti ufficialmente il dubbio se quelli fossero davvero loro o meno. Fu più o meno in quel battito di ciglia, che l’Hale alzò gli occhi per trovare quelli scuri di Reggie. Un sorriso a metà – triste, violentemente amorevole – e dita portate alla fronte in saluto, con un cenno del capo ad Adrian. «mi ha anche chiesto scusa» un dettaglio importante, considerando che avrebbero potuto morire tutti in qualsiasi momento.
    Non è che si stava facendo solo i cazzi propri, eh – quasi – perché mentre stava riflettendo su come aggirare il problema bad guys ed arrivare dai suoi amici, aveva anche avuto il tempo di evocare delle meravigliose corde di luce da far schioccare contro uno dei mercenari, strizzando il cappio attorno al suo collo per bloccarlo e trascinarlo a terra. Yeehaw? Ve lo dirò post fateggio.
    Tu sai che avevo bisogno d'aiuto,
    potevi pure mandarmi a fanculo
    Invece mi hai detto che gli occhi che indosso
    non sono mai stati più tristi



    (2) DIFESA MILO (ryu + mis): caricaaaa

    (14) DIFESA MIS (twat + mis): lancia un sasso
    ATTACCO SVEN (mac): cowboy funis (crea delle corde di luce) yeehaw

    CODICE
    <b>(2) DIFESA MILO (ryu + mis):</b>
    <b>ATTACCO JACQUES (ryu):</b>

    <b>(4) DIFESA KIERAN (kier + twat):</b>
    <b>ATTACCO PILAR (remo):</b>

    <b>(14) DIFESA MIS (twat + mis):</b>
    <b>ATTACCO SVEN (mac):</b>
     
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    Prima mutilazione della giornata: check. Non era nemmeno stupita, la Sargent, non quando ormai erano anni che accadeva. This is the skin of a killer, Bella. Avevano ragione quelli di Twilight, praticamente la sua autobiografia. Perché la special preferiva pensare a quegli stupidi libri piuttosto che al sangue che zampillava dalla ferita, l’arto abbandonato in terra e l'espressione ferale del mercenario. Preferiva non spostare lo sguardo agli ostaggi, dove aveva paura di trovare di risposte. Perché, cosa succedeva se non le fossero piaciute? Non era un videogioco, non poteva fare restart quando si accorgeva di aver fallito. Ma– ma Kieran era meglio di così, no? Aveva pregato ore e ore, giorni che si stretchavano in un lasso di tempo indefinito, di rivedere quei volti. «tutto sommato, non sembrano così provati» si concesse un’occhiata a Murphy, perché se sapeva di potersi fidare di qualcuno era proprio lei che- non avrebbe mentito, no? E alla fine fu costretta a guardare, quando la stessa Skywalker lanciò un sacco addosso a suo nonno «ma cosa fate?» scandalizzato, rivolto a tutti quei fenomeni che erano ricorsi alla lapidazione, mentre le dita si stringevano per un frangente sull’avambraccio di Murphy per poi lasciarlo andare. Gli ostaggi erano…erano vivi, e tanto le bastava. Avevano visto giorni migliori, ma dopo tutto quello che Kierana aveva letto e visto negli ultimi anni? Poteva tirare un maledetto sospiro di sollievo, e tentare di riportare il proprio battito cardiaco a livelli umani. Rivolse un sorriso stanco, esitante nella sua fragilità a Hold mimando con le labbra tutto bene? anche quando la risposta era così ovvia. Non voleva pensare al giorno in cui era scomaprsa, perché non era il caso di rivivere la figuraccia fatta a San Valentino e– Dio, era stata così stupida. Ed Elisa vorrebbe postare quindi stacchetto. Kieran doveva essersi distratta più del normale per non accorgersi della presenza di Pilar, la gamba distesa per farla inciampare. E uh, sapete cosa? La prima cosa che le venne in mente fu quella di tirarle un calcio così forte che se lo sarebbe ricordato anche nella tomba e quindi lo fece, dando retta ai propri pensieri intrusivi. Nel frattempo, Ryuzaki prese a muoversi come un fottuto ninja killer, lanciandosi verso Jacques e contrastando la sua spallata con una a sua volta nel tentativo di fargli perdere l’equilibrio. Quando Ryuzaki lo vide vacillare, troppo disorientato per rendersi conto di quello che stava succedendo, lo afferrò per i capelli e con una violenza che … aiuto ma siamo in Kill Bill, gli sbatté ripetutamente la testa alla colonna.
    Uh, so there’s that.
    Magari ora si allontanava anche.
    Molto lontano.
    Siamo suicidi e noi che scommettiamo ancora sui vivi
    Sopra i chiodi coi passi di danza
    Fino all'ombra dei fari a scomparsa
    Ti presterei le ali per andartene
    E non tornare davvero, e non tornare mai

    Ti darei il mio carattere per fregare il mondo
    Anche se ti gira contro, non odiare mai


    (2) DIFESA MILO (ryu + mis): spallata jacques
    ATTACCO JACQUES (ryu): gli sbatte la testa alla colonna

    (4) DIFESA KIERAN (kier + twat): calcio
     
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    (2) DIFESA MILO (ryu + mis): 14+6 = 20 (+18)
    ATTACCO JACQUES (ryu): 3+18=21
    DIFESA JAQUES: 3 (-18ps)
    che scrive con la c infatti non lo trovavo in tabella, mormora un oui oui baguette mentre ryu lo sbatte come un tappeto. slay!

    (4) DIFESA KIERAN (kier + twat): 3+8 = 11pd (+7)
    ATTACCO PILAR (remo): 10+7=17
    DIFESA PILAR: 1 (-16ps)
    "poverx pilar" e infatti non ci prova manco a difendersi, prendendosi tutti i colpi come un punchball.

    (14) DIFESA MIS (twat + mis): 14+11=25 (+7)
    ATTACCO SVEN (mac): 16+7= 23
    DIFESA SVEN: 4 (-21ps)
    mercenari comprati su wish evidentemente. twat lo controlla, mis inveisce con le sue pietrine, povera anima certo che si fa legare come un vitello. yeehaw davvero

    MILO: jacques è arrabbiatissimo. furioso. confuso ma non molla, punta la pistola al tuo petto e spara - click, boom boom boom.
    KIERAN: pilar, piroettando sul posto senza capire da che part sia girato, prova un debole expelliarmus per privarti della falce.
    MIS: sai che fa? ti calcia in faccia il tuo stesso sassolino. tiè
     
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    In che senso gli stava rilanciando il sasso. Un’espressione mortalmente offesa sul volto del Jacksson, occhi verde muschio fissi sul mercenario ed una mano stretta all’asciugamano per tenerselo legato addosso. Uno sguardo di sfida, quello di Mis. C’erano almeno altre trenta persone lì dentro, ma in quel momento, esattamente come un in un qualsiasi k-drama, era come ci fossero solo loro due al mondo. I suoni della battaglia ovattati e lontani, le forme intorno a lui in vago e confuso movimento.
    Un «viecce» vecchio quanto il mondo lasciò la bocca del faunocineta, senza alcun sorriso ad accompagnarlo. Un lancio debole, una traiettoria prevedibile. Valutò di rimanere fermo ed impassibile e lasciarsi colpire, non battendo ciglio come se a toccarlo fosse stata una piuma, ma non voleva dargli neanche quella soddisfazione, quindi all’ultimo momento rotolò lateralmente, trovando perfino il tempo di alzare entrambe le dita medie verso lo stronzo che pensava di poter fare uno reverse card a lui. Principiante del cazzo.
    (1+1 di difesa, Mis stordito a vita nel fisico e nell’orgoglio)
    L’unione faceva la forza, narrava la leggenda. Non erano solo i tizi random e casuali capitati con i quali erano entrati al Lotus a coprirgli le spalle, ma anche i tizi random e casuali ammanettati insieme a suo fratello lungo i bordi della stanza. Il fischio fu tutto ciò di cui ebbe bisogno per fermarsi, ubbidiente, sul posto, orecchie ritte malgrado fosse un sedicenne e non un cane di trentacinque kg e pelo nero come la pece. Trovò subito la fonte del suono – ma chi cazzo era. «qui, bello» a lui? Sì, era vero, e se avesse avuto una coda l’avrebbe agitata con fierezza ed orgoglio – ed abbassò d’istinto la mano frenando il sassolino fatto scivolare nella sua direzione. Gli rivolse un solidale cenno con il capo, gli occhi verdi a sgusciare sul resto della compagnia dell’anello.
    Picchiettò il sasso a terra, esattamente come si faceva con le carte per pescarne una buona, e lo lanciò alle ginocchia di una donnina a caso prima che quella potesse approfittare della vicinanza ad Uno Dei Suoi (capitalized so you know it’s true). Soffiò anche sulle dita; forse le roteò perfino nell’aria come un Carmine di Salvo qualsiasi.
    Qualcun altro lo richiamò sull’attenti, e Mis rispose alzando gli occhi. Era un suo… compagno? Aveva l’età per essere un suo compagno. D’istinto, cercò lo sguardo di Theo per le spiegazioni – era lui, di solito, che gli diceva chi fossero le persone – ma visto che quello era impegnato a fare il Theo Kayne, tornò a guardare interrogativo il ricciolino.
    «AL VOLO!»
    Oh, ma tutti lì dentro sapevano proprio come arrivare al suo cuore. Non la prese con la bocca solo perché ci teneva ai propri denti, ma aprì il palmo accettando di buon grado il secondo sassolino recuperato dalle proprie munizioni. Sorrise perfino, Mis, che stava iniziando a divertirsi un po’ troppo. Lo baciò come un giocatore di baseball avrebbe benedetto la sua palla, prima di intascarlo.
    Era pronto al round successivo.

    Yeehaw, indeed. Piegò il braccio verso di sé ed il basso con uno scatto repentino, strattonando il mercenario come gli avevano insegnato a Bodie con le mucche. Fu quasi un sorriso soddisfatto, quello a curvare le labbra sottili dell’Hale. Quasi, certo, perché non c’era un cazzo di cui essere orgogliosi visto che, ancora, non si arrendevano né mollavano il colpo. Non potevano parlarne e basta…? Come persone civili…? No, fosse mai che situazioni simili prevedessero diplomazia ed affari, sempre solo violenza e sangue. Spinse il labbro inferiore all’infuori, soffiando l’aria con una certa stizza.
    «che poi perché le manette a due e due» cioè, potevano almeno fare la catena umana degli schiavi, quello era solo degradante – soprattutto se Reggie veniva legata a Hold. Hold! Hold. Che scelta particolare ed affascinante. «potete – per favore – solo - uh» intervallò ogni richiesta con denti serrati e spalle curve a cercare di passare fra i mercenari, fino a che non si rese conto di qualcuno troppo vicino a Lena.
    Uh-uh. Ma perché, perchè dovevano sempre costringerlo a quello? Perchè non potevano (inhale ed exhale) lasciarlo fottutamente stare? Era un pacifista, voleva rimanere un pacifista, e quelli invece si intestardivano a prendersela con i suoi amici. Schioccò con disappunto la lingua sul palato, stanco e provato da un mondo che evidentemente non lo meritava.
    Oh, Javi, give me strenght.
    Javi: andale andale
    Tolse la sicura alla pistola, cercò di poggiarla direttamente sulla schiena della guardia così da evitare di colpire uno dei compagni, ed a bruciapelo premette il grilletto.
    Chissà che ne sarebbe stato dei proiettili impazziti in giro per la spa. Chi avrebbe colpito. Così tante possibilità.
    Tu sai che avevo bisogno d'aiuto,
    potevi pure mandarmi a fanculo
    Invece mi hai detto che gli occhi che indosso
    non sono mai stati più tristi



    (5) DIFESA MIS (mis + adrian) rotola.
    (3) DIFESA MILENA (mis + ama) colpisce alle cavità poplitee!!
    ATTACCO DORINA (mac) spara basta e se prende qualcun altro amen "sucate" cit

    CODICE
    <b>(15) DIFESA MURPHY (adrian + murphy)</b>
    <b>ATTACCO DOMNHALL (murphy)</b>

    <b>(3) DIFESA MILENA (mis + ama)</b>
    <b>ATTACCO DORINA (mac)</b>

    <b>(10) DIFESA CLAY (murphy + ama)</b>
    <b>ATTACCO THOMA (milo)</b>

    <b>(5) DIFESA MIS (mis + adrian)</b>
    <b>ATTACCO SVEN (nina)</b>
     
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    ed era ovvio, ovvio, che suo figlio (fresh outta adozione) avesse pensato fosse una buona idea ritornare in forma umana nel bel mezzo di uno scontro a fuoco — e non solo: rampini, sassi, palle di sangue, funi luminescenti. mancava solo che Kieran, BABY OF MINE, usasse il braccio mozzato del nemico per schiaffeggiare qualcuno e il caos™ sarebbe stato completo.
    al secondo giro di post, sì.
    per fortuna murphy era una ragazza previdente, e una madre super organizzata; con due gemelli piccoli e un quantità spropositato di falsi adulti a cui badare (sin), aveva finito per fare di necessità virtù. senza scomporsi troppo, e dopo aver dato un bacino in fronte alla Sargent, tolse lo zainetto magico dalle spalle e ne tirò fuori un asciugamano abbastanza grande da coprire le grazie di Mis. ne teneva parecchi lì dentro, insieme a scorte di patatine e biscottini vari, senza specificare cosa fosse per chi «copriti bubi, che prendi freddo» giovani. cosa be sapevano loro dell'artrite, dei reumatismi, di come dolevano le ossa quando cambiava il tempo: tutta colpa delle volte in cui non si era asciugata i capelli dopo la doccia, senza dubbio.
    ora.
    non si sa bene come, forse sesto senso o semplicemente gli occhietti strabuzzati di clay, ma murphy percepí il pericolo; nella forma infame e bastarda di Domhnill, che come un verme stava tentando di attaccarla alle spalle. forse meritava anche lui una delle tre ipotesi — e perché proprio mmocc a chitemmuort. non che avesse davvero tempo di pensare alla pronuncia esatta: quello che fece murphy fu abbassarsi con uno scatto ed estrarre la katana dal fodero rigido legato alla schiena. non provò nemmeno a voltarsi, preferendo attendere un istante così da avere il nemico un passo dietro di sé e tentare di infilzarlo al ventre facendo scivolare la lama della spada al proprio fianco destro.
    il tutto mentre un Marcus Howl decisamente strafatto, raccoglieva il sassolino rimbalzato dalla fronte di sin, e se lo portava davanti al volto; osservandolo con strafatta meraviglia x e un sorriso divertito sul volto «ti ha centrato in pieno» stava ridendo? oh si «qui bello, qui! vieni a prendere la pallina» questo, a scanso di equivoci, lo disse rivolto a mis, non all'HANSEN. quasi non aveva fatto caso che il ragazzino fosse tornato in forma umana, evidentemente valeva comunque la regola del good boy.
    murphy: totem.
    «ok» forse avrebbe dovuto colpire anche il sicario.
    ruotando su se stessa (trottolina amorosa dudù dadadà) si allontanò dall'uomo per fare un passo in direzione di clay, ancora perplesso per il lancio perfetto del rampino; gli strinse le dita attorno al braccio, trascinandolo con sé per un paio di metri, sperando fosse sufficiente a evitargli un proiettile. again.

    mi han detto che il destino te lo crei soltanto tu
    vai a tempo col respiro e se corri ne avrai di più
    ma se morirò da giovane, spero che sia dal ridere


    murphy: tira un sasso a sin.
    clay: //

    (15) DIFESA MURPHY (adrian + murphy): si abbassa
    ATTACCO DOMNHALL (murphy): colpisce al ventre con la katana

    (10) DIFESA CLAY (murphy + ama): lo sposta
     
    .
57 replies since 24/2/2024, 00:00   1283 views
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