look at the earth from outer space, everyone must find a place

BloodWisp -MTT + rrrooar-flag

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    Quasi due mesi di nuovo mondo, ed ancora non riuscite a capacitarvi di quanto sia... diverso. Opposto a quello a cui eravate abituati. Ne avete prova ogni giorno, ogni istante. Ciascun passo sembra essere su un campo minato di scelte sbagliate, e vi costringe a trattenere il fiato ed aspettare. Cosa, non sapete dirlo con certezza. bloodwisp è seduto su una panchina poco distante da uno dei recentemente inaugurati Laboratori, ad osservare pigramente la fila all'infuori del locale gestita da dottori e legionari. Nelle vicinanze si aggirano anche Cacciatori, per controllare che la situazione rimanga sotto controllo. Non vuole davvero entrare, blood - forse? - ma non può fare a meno di essere curioso. Domandarsi cosa spinga le persone che hanno sempre ripudiato i Laboratori, a scegliere di andarci volontariamente. Non programma, o forse sì?, di dirlo ad alta voce, ma qualcosa delle sue elucubrazioni dev'essere sfuggito, perchè rrrooar risponde.
    BloodWisp -MTT
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    Liam O' Sullivan
    « THIS IS A TEST...I'VE ACCEPTED THIS TEST TO STAND VICTORIOUS AGAINST MY PAST»

    Non fu una cosa programmata, si stava godendo semplicemente una passeggiata durante il suo giorno libero quando accadde.
    Ultimamente stava utilizzando i suoi momenti di riposo per destreggiarsi in lunghe camminate e guararsi attorno, d'altronde quando i maghi erano al potere aveva sempre dovuto essere cauto nei suoi spostamenti, ma ora che gli special erano visti di buon occhio la situazione si era quasi ribaltata.
    Si era dato all'esplorazione urbana, infilandosi in posti abbandonati, in cerca di un rifugio sicuro e lontano da tutto e tutti... Non si sa mai cosa la sorte avesse in serbo per lui e qualcosa gli suggeriva che non tutti i maghi avrebbero accettato silenziosamente il nuovo status quo, quindi un posto dove nascondersi era il prossimo step nella sua lista di luoghi da trovare.
    Ma cosa era accaduto quel pomeriggio? Ebbene durante la sua passeggiata era finito in un nuovo parco che recentemente aveva scoperto, si sedette su una panchina che non aveva idea si trovasse davanti ad un laboratorio e vide una cosa disgustosa.
    Una fila di persone in attesa di entrare in quel luogo maledetto, pronti a farsi fare chissà quali procedimenti per probabilmente diventare anche loro special.
    Il ragazzo non riuscì a trattenere il suo disgusto e con uno sguardo schifato sputò per terra nella direzione di quella mandria di persone.
    Non poteva tollerarli, i laborari erano il simbolo di come la vita gli aveva strappato tutto, rapito da piccolo per poter condurre esperimenti sul suo corpo. Un semplice ragazzino di 13 anni tolto dalle braccia della sua famiglia per essere distrutto e ricomposto in qualcosa che non era, un piccolo mostro.
    Ed ora quelle bestie erano in fila come pecore, pronte a farsi cambiare e modificare, a cercare un cambiamento in loro del tutto innaturale di cui Liam avrebbe fatto volentieri a meno. Se quel nuovo pazzo despota al potere avesse avuto un briciolo di compassione avrebbe raso al suolo quei laboratori, per portare un minimo di rispetto alle persone che ci avevano sofferto all'interno.... Invece no, eccoli li in piena vista... Un monumento disgustoso alla debolezza dei babbani per chi di loro si fosse offerto volontario per quel genere di trattamento ed uno all' ipocrisia dei maghi, che prima schifavano la gente come lui.

    "Che schifo..."

    Borbottò il ragazzo, mentre metteva i propri gomiti sulle proprie ginocchia, per poi appoggiare il mento sulle proprie mani, fissando nel frattempo il laboratorio con odio. Nel frattempo si poteva notare un leggero colorito rossastro accendersi sulle guance di Liam, che non riuscendo a controllare i suoi poteri in quel momento, sentiva il sangue scorrergli come un fiume in piena nelle vene ed arterie.

    "Dovrei distruggere questo posto con le mie mani..."

    Continuò nel suo brontolio, adirato da quella vista patetica, ma non era un idiota. Sapeva perfettamente che con i suoi poteri non sarebbe riuscito a compiere un impresa del genere, almeno non per il momento. Stava allenando i suoi poteri, testava i suoi limiti e cosa poteva essere in grado di fare con quel dono maledetto che gli era stato spinto a forza in gola, ma per il momento non aveva esperienza in combattimento... Tutti quei cacciatori lo avrebbero arrestato o peggio.
    Eppure non riusciva a sopportare quella visione, quello era un tipo di luogo dal quale aveva tentato di scappare per anni... Ed ora la gente pagava per entrare.

    "Non posso crederci."

    Ora, Liam era furente, ma il suo viso e la sua postura non erano particolarmente adatti all'esprimere una rabbia incontenibile, quindi per una persona che avesse potuto osservarlo in quel momento avrebbe avuto la stessa sensazione di guardare un peluches con una faccia imbronciata.




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    Roxanne era tornata alla vita di prima molto facilmente. Si era leccata le ferite, aveva fatto piazza pulita del sangue nemico di dosso e aveva ripreso a farsi i cazzi suoi perchè a lei di tutta quella storia non le fregava un cazzo. Quel mondo non era mai stato un posto accogliente per lei e non lo sarebbe mai stato, né avrebbe voluto che lo diventasse. Se c'era qualcosa che però la faceva ridere di gusto era giusto l'incoerenza delle persone. Aveva saputo, ascoltando i passanti, che non troppo distante dal posto in cui era ora, c'era uno dei nuovi laboratori dove le persone andavano di propria spontanea volontà. Assurdo. Probabilmente non avevano nemmeno idea di cosa fossero i veri laboratori per decidere anche di sborsare una somma per essere trasformati in special. Cos'è ora era diventato il nuovo lifting? Gli esseri umani non li avrebbe mai capiti. Ogni giorno si svegliava con la consapevolezza che lo sterminio era la risposta ad ogni domanda. «che schifo...» la voce del ragazzo la raggiunse e gli si avvicinò alle spalle per ascoltare cosa stesse dicendo. «dovrei distruggere questo posto con le mie mani... non posso crederci.» fece qualche altro passo per avvicinarsi e inclinò la schiena in avanti e gli sussurrò all'orecchio. «fallo» le piaceva seminare un po' di caos e rimanere ad osservare con i popcorn in mano. Non aveva potuto godere dell'espressione del ragazzo agendo alle sue spalle, così spuntò davanti a lui qualche millisecondo dopo. «non è la cosa più divertente che tu abbia mai visto?» passò davanti a uno in fila pizzicandogli la guancia, tentata se prenderlo per i capelli e creare un pugnale col proprio sangue per sgozzarlo lì davanti a tutti. Già stava gongolando. A quanto pare nemmeno la guerra aveva saziato a lungo la sua sete di sangue. Quando l'uomo alzò la mano verso di lei, lei ringhiò di rimando, mostrando i denti. «ci schifavano» parlava al plurale riferendosi a se stessa e alle persone uguali a lei, del ragazzo non sapeva assolutamente nulla anche se qualcosa le diceva che quella rabbia e quello schifo che leggeva sul volto del ragazzo erano fin troppo potenti per non mascherare che anche lui avesse vissuto le stesse cose accadute a lei, sulla propria pelle. «ci sopprimevano» fece un salto sulla panchina, appoggiando i piedi sulla seduta per sedersi invece a bordo schienale. «e ora pagano per essere come noi» rise, la O'Death, guardando quella massa di ricconi in fila per diventare degli special come lei. Li odiava a morte, li odiava tutti. Voleva sterminarli dal primo all'ultimo. «un po' come il sottomarino titan» ricconi che pagavano a valangate per fare delle visite turistiche al Titanic, ammirandolo così tanto da fare la stessa fine. «e bravi coglioni» fece una serie di lenti applausi. Se volevano farlo, erano liberissimi di perdere la loro magia per acquisire un potere ma chiunque fosse entrato lì doveva essere davvero senza cervello. Avevano perso facilmente la paura che avevano nei loro confronti. Ora li vedevano più forti addirittura della loro stessa maglia, li prendevano come modello, how the turntables. Lei era lì per assecondare l'ira del ragazzo con la sua punta di menefreghismo e quella sana voglia di spargere del sangue.
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    Il primo istinto di Liam fu quello definito "fight or flight", una reazione primordidale che spingeva una creatura spaventata a fuggire oppure a combattere ed in quel determinato caso tutto nel suo corpo gli gridava di indurire il sangue nella sua mano e di spezzare la mascella di qualunque cosa gli fosse vicino in quel momento con un destro ben piazzato.
    Ovviamente si limitò semplicemente a fare un leggero scattino di lato, ma rimanendo seduto sulla panchina.
    Tutto questo non fu causato da una forma di rabbia nei confronti di quella bizzarra ragazza sbucata dal nulla, ma semplicemente lei lo aveva genuinamente spaventato. Immaginatevi seduti in un parchetto, contemplando la vostra vita e borbottando a voi stessi quando dal nulla una voce che non conoscente vi sussurra in un orecchio "fallo"... Terrificante.
    Il giovane si riprese rapidamente da quella sorta di introduzione, andando a fare ancora più spazio sulla panchina, alcuni potrebbero pensare che fosse per far spazio all'altra persona ma molto probabilmente era per mettere più spazio tra se stesso e quella strana figura.

    " Scusa, mi hai sorpreso."

    Disse il ragazzo, commentando il suo movimento repentino, prima di poter osservare la strana sussurratrice dato che era saltata dalla parte di Liam della panchina. Le diede una lunga occhiata tenendosi le proprie opinioni su di lei per se, per poi ascoltare le parole che provenivano dalla bocca della sua nuova interlocutrice.
    La donna gli diede un pizzicotto sulla guancia, cosa che lo lasciò veramente perplesso, non ne riceveva uno da quando era piccolo, quando sua madre lo aveva rimproverato per aver mangiato un'intero pacchetto di biscotti prima di cena. All'improvviso quel ricordo si fece vivido, ormai era da molto tempo che non vedeva i suoi genitori, quasi dieci anni per esattezza e doveva ammettere che i ricordi con loro diventavano sempre meno... Come se un po' alla volta li stesse dimenticando.
    Tutta questa piccola interazione lo lasciò stordito, quindi non reagì in alcuno modo al pizzicotto di lei almeno non volontariamente, ma fu riportato alla realtà da una sorta di ringhio emesso dalla strana ragazza che iniziò il suo piccolo rant sulla situazione dei laboratori, molto simile a quello dello stesso Liam.

    " Divertente non direi proprio... La descriverei come triste e rivoltante, al massimo."

    Risposte, andando ad osservare per un secondo la folla di persone fuori dal laboratorio, tutti un branco di ratti troppo spaventati o ipocriti per combattere questa nuova sorta di "moda special".
    Non aveva idea di cosa fosse il sommergibile Titan, non si teneva informato sugli avvenimenti nel mondo in generale ed ancora di più su quello babbano per paura di ricevere notizie macabre sui suoi genitori, soprattutto dopo che lo statuto di segretezza era stato sciolto. Non parlava nemmeno molto spesso con le altre persone, questo spiegava come mai non avesse mai visto quella ragazza, nonostante anche lei probabilmente viveva nel ghetto per special a Diagon Alley ma quella era solo una supposizione che Liam aveva fatto.
    Era schivo, gli piaceva rimanere per conto suo e soprattutto non si fidava delle persone in generale, un piccolo trauma lasciato dai suoi lunghi anni in uno dei laboratori.

    " Già, è molto ironico il fatto che ora corrano a fare la fila per diventare special... Immagino che quando qualcuno al potere prende in simpatia un determinato gruppo di persone, tutti vogliano far parte di quel gruppo"

    Non stava giustificando quegli schifosi, ma capiva che era cosi che girava il mondo e che nulla avrebbe cambiato quella situazione.
    Se l'obiettivo di lei era quello di istigare la rabbia di Liam, allora avrebbe fatto un miglior lavoro rimanendo nell'ombra, perché ora tutta l'attenzione del ragazzo era rivolta a donna.
    Era una strana sensazione quella che provava nei confronti della strana figura, era come ritrovarsi faccia a faccia con un predatore, come un leone od un orso. Era affascinante, ma allo stesso tempo terrorizzante perché sai che da un momento all'altro quella creatura potrebbe saltarti alla gola per sgranocchiare le tue ossa. Non sapeva giustificare quella strane vibes che percepiva nei confronti di lei, probabilmente era solo molto paranoico, dopotutto quando aveva incontrato Amaranth pensava fosse qualcuno mandato per riportarlo al suo vecchio laboratorio e rinchiuderlo in cella... Si, probabilmente era paranoia bella e buona.

    "Chi sei? Vai spesso in giro per parchi ad istigare la gente?"




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    Avvicinarsi di soppiatto alle spalle del ragazzo era stata un'idea geniale, vista la sua reazione: aveva sobbalzato spostandosi leggermente di lato e successivamente si allontanò ancora di più a bordo panchina, aumentando la distanza fra loro. Roxanne doveva fargli davvero paura e non si era nemmeno impegnata. Quello poteva essere un nuovo record da segnare sulla sua agendina. «scusa, mi hai sorpreso.» fece spallucce con non chalance. Non le importava. Peggio per lui che aveva abbassato la guardia quando la guerra era appena finito e il mondo doveva ancora assestarsi al nuovo cambiamento. «queste sarebbero potute essere le tue ultime parole» e sarebbero state davvero divertenti. «"scusa, mi hai sorpreso" splat.» immaginò con un sorriso la scena simil fumetto con vignetta con su scritto SPLAT a caratteri cubitali. La lama che affondava nella carne, uno sparo diretto allo stomaco, una delle sue mazzate in testa... le le venne da ridere. Se solo avesse potuto leggergli nella mente, lui probabilmente sarebbe già fuggito. Come passione aveva quella di leggere liste e liste delle ultime parole famose delle persone. Era un hobby leggero che conciliava il suo humor nero e la mancanza di tempo per far altro oltre a suonare, ascoltare musica e nutrire la sua tarantolina. «divertente non direi proprio... la descriverei come triste e rivoltante, al massimo.» lei non era d'accordo. Continuava a trovarlo sciocco e divertente. Era come osservare un capriccio di un bambino. Probabilmente non ci avevano pensato due volte a farlo. Non avevano idea di cosa significasse perdere la magia, non avevano probabilmente nemmeno pensato a quante cose avrebbero dovuto iniziare a fare senza l'ausilio di un bacchetta e qualche parolina magica. Probabilmente qualcuno se ne sarebbe pentito. A meno che le cose fossero cambiate negli ultimi tempi, come per la bacchetta, non era il mago a scegliere il potere ma viceversa. Lei si riteneva molto fortunata ma qualcuno avrebbe anche potuto odiare e dover convivere con il proprio potere senza poter tornare indietro. Era un processo indelebile e incurabile. Avrebbe adorato vedere la disperazione nei loro sguardi accorgendosi di cosa avevano appena fatto. Sfortunatamente era anche qualcosa con cui volente o nolente si veniva a patti ed entrava nella quotidianità, lasciando pian piano svanire quel vuoto dato dalla mancanza di magia. Nemmeno il suo divertimento in quel caso sarebbe stato d'intrattenimento perchè comunque, in fondo, se lo erano scelti loro e non avrebbero quindi nutrito alcuna rabbia verso nessuno, a differenza della persona seduta sulla panchina lì vicino a lei. Non c'era voluto troppo a riconoscere quel tipo di rabbia: inizialmente l'altra ipotesi era che lui fosse uno di quelli fermamente convinti che gli special rimanessero dei mostri e chi si fosse adattato al quel regime lo fosse altrettanto. Ne avrebbe apprezzato la coerenza almeno, invece non avendo battuto ciglio quando aveva svelato di essere special, l'unica altra spiegazione a quell'odio fosse che i laboratori lui li avesse vissuti sulla propria pelle. «parole che non rientrano nel mio vocabolario. anzi, rivoltante è sapere che delle persone stiano facendo sesso nella tenda dove tu dovresti andare beatamente a dormire. quello è rivoltante.» riferimenti puramente casuali. Persone che avrebbero potuto dire qualcosa a riguardo erano gli uomini del dormitorio Serpeverde. Lì sì che giravano voci alquanto aberranti e una di queste riguardava la persona che chissà chi, aveva deciso di imprigionare con lei e altri deficienti a San Valentino e, ancor di più, aveva deciso di accoppiarli come anime gemelle. Cosa ne sapeva lui, di cosa fosse aberrante. «già, è molto ironico il fatto che ora corrano a fare la fila per diventare special... immagino che quando qualcuno al potere prende in simpatia un determinato gruppo di persone, tutti vogliano far parte di quel gruppo» e questo faceva intuire in che razza di mondo vivevano. «scommetto che il loro sogno più grande è sempre stato quello di trasformarsi in mostri» non era così che li avevano sempre visti rilegandoli all'estremità della società? Ora chi li aveva considerati dei mostri, voleva diventarlo a sua volta, solo che questa volta loro la credevano qualcosa come la supremazia della razza. «chi sei? vai spesso in giro per parchi ad istigare la gente?» come odiava presentarsi alle persone, Satana solo sapeva, così per il momento ignorò bellamente quella domanda. «così mi fai sembrare una depravata» e una predatrice ma per quello effettivamente non avrebbe potuto giustificarsi. Lo era sempre stata una predatrice, così tanto che dai laboratori ne era uscita emocineta, not the kind type. Uccidere era probabilmente l'unica cosa di cui lui poteva additarla eppure non l'aveva mai vista in azione quindi ai suoi occhi poteva solo sembrare un'adolescente un po' weird, tutto fumo e niente arrosto. Il ragazzo di fronte a lei però sembrava uno che si spaventava facilmente, non aveva detto niente di troppo inquietante, ancora. A meno che fosse un telepate, in quel caso avrebbe potuto aver senso essere spaventato dagli orrori che risiedevano nella sua mente. «non vado in giro per i parchi solitamente ma si potrebbe dire che non mi dispiaccia istigare la gente» quello che stava facendo al momento però non lo avrebbe detto istigare. Stava solo giocando un po' con lui. «fino a prova contraria, sono una persona e questo è tutto ciò che ti basta sapere di me» non sapeva nemmeno che se ne sarebbe fatto lui del suo nome dal momento che lei non aveva alcuna intenzione di instaurare un'amicizia. «mamma mi ha insegnato a non accettare (i cookies) caramelle e rivelare informazioni personali agli sconosciuti»
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    Liam O' Sullivan
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    Il giovane alzò un sopracciglio alle parole della ragazza, più esprimeva concetti e più Liam desiderava defilarsi da quella situazione, di certo la persona che si era ritrovato davanti non poteva considerare "normale". Non nel senso stretto del termine, non si parlava di abilità magiche, strani poteri o bacchette... Lei aveva probabilmente qualcosa che non andava nella testa.
    "«queste sarebbero potute essere le tue ultime parole» «"scusa, mi hai sorpreso" splat.»" Una totale sconosciuta che dal nulla ti avverte che potresti morire da un momento all'altro doveva avere dei seri problemi, era più bizzarra di ogni mago, strega o special che avesse mai incontrato.

    "Ti sembra una cosa normale da dire a qualcuno che hai appena incontrato? <hei, potevi morire in questo istante>. "

    E la conversazione non sembrava prendere una piega meno strana, ora si parlava di persone che fanno sesso nella tua tenda? Che diavolo di paragone era? Liam rimase in silenzio per qualche istante, quasi stordito dalla similitudine che la sconosciuta aveva appena fatto, ma tantovaleva risponderle a tono, tanto la discussione non avrebbe di certo raggiunto picchi migliori.

    " E' per questo che non dormo in una tenda con altre persone... Anzi, non dormo proprio in tenda... Ed evito le altre persone."

    Ed ecco che la sociopatia iniziava a mostrarsi, fortunatamente la paranoia era rimasta ben nascosta per ora. Tendeva a non fidarsi delle persone, temendo che qualcuno volesse riportarlo nel laboratorio dal quale era fuggito. Era una paura del tutto inrazionale, ora i laboratori erano aperti a tutti e nessuno era costretto a sottoporsi ai trattamenti, nessuno era più prigioniero... Ma al pensiero di tornare nella stanza in cui lo tenevano rinchiuso, tornare agli esperimenti con il suo sangue... Le lame... Una sorta di fobia si era instillata nel ragazzo ed ogni persona che incontrava poteva essere un potenziale agente pronto a riportarlo alla sua prigionia, anche se probabilmente nessuno ai laboratori si ricordava nemmeno della sua esistenza.
    Tornando alla conversazione... «così mi fai sembrare una depravata»

    "E non lo sei?"

    Era chiaro che il tono dello special laciava trasparire un po' di dubbi riguardo alla ragazza che dal nulla era comparsa facendogli notare che le sue ultime parole potevano essere benissimo quelle che aveva pronunciato poco fa.

    "Non vai in giro per parchi? Preferisci i vicoli oscuri nel cuore della notte, di solito? "

    Disse andando a guardare ancora una volta la fila che si era creata all'entrata del laboratorio, per poi alzarsi dalla panchina sulla quale era seduto, doveva spostarsi dato che non voleva assistere a quello spettacolo pietoso.

    "Beh, mi fa piacere di non trovarmi davanti a qualche demone mutaforma o qualcosa del genere... Mi manca il mio mondo semplice, dove la magia non esisteva, non dovevi nemmeno chiederti che cosa avessi davanti a te. Magari potevi essere uno di quei cosi che si trasformano nella tua paura più grande.. come si chiamano... Molli... Molliqualcosa."

    Già, tutto era più semplice quanto era un bambino, prima che lo rapissero per portarlo in uno dei laboratori. Chissà che vita si era perso, una con meno paure e traumi probabilmente.

    "Tua madre ha saltato la lezione <non sussurrare nell'orecchio agli sconosciuti> a quanto sembra..."




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    «ti sembra una cosa normale da dire a qualcuno che hai appena incontrato? <hei, potevi morire in questo istante>.» sì. Certo che sì. Di che altro si doveva parlare con le persone se non di omicidio? E gli aveva solo fatto un favore, spiegandogli quanto fosse stato debole in quel momento. Bisognava sempre tenere alta la guardia. Meglio per lei se non era abituato a farlo. Se avesse avuto bisogno di ucciderlo, sarebbe stata una preda facile, lo avrebbe sicuramente aggiunto nel suo diario, insieme a tutte le altre info che sarebbe riuscita a cavargli di bocca. «sì, parlare di cose normali è sopravvalutato e riservato alle persone normali» e lei non era una persona normale ed essere paragonata ad esseri umani che non fossero una Jericho, guru che osannava, l'avrebbe presa come un insulto. Non si stava allenando mica per niente. «è per questo che non dormo in una tenda con altre persone... anzi, non dormo proprio in tenda... ed evito le altre persone.» wow ma quindi qualcosa in comune l'avevano. Magari non era così scemo come dava a vedere. Le persone rendevano la vita difficile e uno strazio, well, almeno finché non ti comportavi da predatore, lì diventavano divertenti, dei giocattolini con i quali divertirsi finché non ti annoiavi e li lasciavi marcire a loro stessi. «a volte si è obbligati a condividere tende con qualcuno o... la vita» tipo lei che era costretta a vivere con i suoi coetanei a Hogwarts e manco i suoi Serpeverde dato che non lo era più e quella legge del cazzo che avevano appena rifatto non le permetteva di rientrare nella sua vecchia casata. Ma quello era un discorso a parte, ora stavano parlando di depravati seriali. «e non lo sei?» beh... come dire. Sì. Non dal punto di vista sessuale del temine, intendiamoci, ma sì, di certo non era l'angioletto che il ragazzo sperava tanto di incontrare per sentirsi al sicuro. Era anche assurdo pensare di fare tale domanda e credere alla risposta, credere alla sincerità di una sconosciuta, ma lei dopotutto non aveva niente da nascondere. «certo che lo sono. sorpreso?» non è che avesse fatto molto per nasconderlo fra minacce di morte e apparizioni silenziose. Chissà se lo avrebbe perseguitato addirittura nei sogni, sarebbe stato molto divertente, sembrava molto debole da quel punto di vista. In combattimento doveva ancora farsi un'idea, magari poteva addirittura essere bravo, anche se non ci avrebbe messo una mano sul fuoco. «non vai in giro per parchi? preferisci i vicoli oscuri nel cuore della notte, di solito?» non amava farsi vedere, doveva apparire come facente parte dello sfondo, il buio era suo alleato, non quanto i manipolatori delle ombre, però sapeva muoversi abbastanza bene da non essere notata. «i miei preferiti... mi scambiano per una debole scolaretta. i loro corpi squarciati possono raccontarti quanto io mi sia divertita» si portò l'indice alle labbra come per riassaporare il ricordo del sangue sulle labbra. Avere i poteri da vampiretta e non potersi cibare di sangue era sempre la cosa di cui si pentiva di più, ma non si lasciava sfuggire almeno un assaggio delle sue vittorie. Dal gesto poteva sembrare stesse scherzando ma chi la conosceva, sapeva che non stesse scherzando. «beh, mi fa piacere di non trovarmi davanti a qualche demone mutaforma o qualcosa del genere... mi manca il mio mondo semplice, dove la magia non esisteva, non dovevi nemmeno chiederti che cosa avessi davanti a te. Magari potevi essere uno di quei cosi che si trasformano nella tua paura più grande.. come si chiamano... molli... molliqualcosa.» qui mancavano le competenze basi. Sempre più convinta fosse di famiglia babbana. Tanto non ci avrebbe speso molto altro tempo ancora. «i mollicci. e cosa vedresti in un molliccio?» di certo non stava chiedendo per amor di conversazione o perchè era preoccupata per lui, ma più informazioni raccoglieva e più poteva completare il suo Death Note personale. «tua madre ha saltato la lezione <non sussurrare nell'orecchio agli sconosciuti> a quanto sembra...» fece spallucce guardando il ragazzo di fronte a sé. oh, sua madre aveva saltato molte lezioni a quanto pare. Ma quelle giuste, quelle giuste sì che gliele aveva insegnate. «da bambini ti insegnano ad aver paura, ma non ti insegnano mai a non diventare un orrore vivente» sua mamma poi, era stata lei stessa a renderla così. Tale madre, tale figlia. Roxanne non poteva essere più felice di così, era stata lei stesso a chiederle di fare di lei la propria macchina da guerra. Aveva ancora tanto da imparare ma era sopravvissuta ad una guerra, il suo battesimo di sangue l'aveva fatto.

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    «sì, parlare di cose normali è sopravvalutato e riservato alle persone normali» Era chiaro che lei normale non lo fosse, più il discorso andava avanti e più diventata trasparente il fatto che quella ragazza avesse bisogno di qualcuno davvero bravo per sistemare i problemi che aveva in testa, ma lui poteva considerarsi diverso?
    Poteva davvero definirsi una persona normale? No, non dopo tutto quello che aveva fatto e che stava ancora portando avanti. Doveva trovare delle risposte a delle domande e queste si potevano ottenere solo tramite dei sacrifici, presto si sarebbe trovato a compiere atti che qualcun altro avrebbe trovato orrendi... Ma aveva bisogno di quelle risposte.

    "Forse hai ragione... e noi non siamo di certo persone normali."

    «a volte si è obbligati a condividere tende con qualcuno o... la vita» Sperava di non doversi trovare mai nella situazione di dover davvero essere obbligato a stare accanto a qualcuno, dividere i propri spazi personali con un altra persona era una delle cose la cui sola idea gli dava il voltastomaco. Persino durante la sua prigionia nel Laboratorio aveva la sua cella isolata, dove potersi rintanare.

    "Dividere i miei spazi con qualcuno non fa per me."

    Rispose sottovoce, quasi non prestando nemmeno attenzione alle parole che uscivano dalla propria bocca, mentre diede un ultima occhiata al laboratorio davanti a se. Ormai era pronto ad andarsene, non voleva attirare l'attenzione di qualcuno che faceva guardia a quel luogo. Si alzò, non sapendo bene come congedarsi dalla strana figura accanto a lui quando delle parole suscitarono il suo interesse. «i miei preferiti... mi scambiano per una debole scolaretta. i loro corpi squarciati possono raccontarti quanto io mi sia divertita» Stava dicendo sul serio? Forse era solo una strana e macabra battuta della quale Liam non stava capendo il tono, eppure quelle parole gli diedero un'idea. Aveva bisogno di corpi e sangue, andare in giro a raccogliere i caduti della guerra tra i Ribelli e Abbadon stava diventando rischioso e quindi... Perchè non approfittare? Aveva già buttato al vento la sua morale quando aveva scelto questa via.
    Prese un foglietto che aveva nel suo zaino, scrivendoci sopra qualcosa e allungandolo alla ragazza.

    "A Londra c'è un vicolo malfamato a questo indirizzo, è una zona industriale quasi del tutto abbandonata. Infondo a questa via ci sono dei vecchi cassonetti che nessuno utilizza mai, probabilmente la ditta incaricata di svuotarli è fallita. Se davvero vai in giro ad uccidere e ti devi disfarre di un corpo, buttalo in quei cassonetti. Sparirà nel nulla prima che qualcuno possa accorgersi che è li."

    Era rischioso svelare i posti sicuri che aveva scoperto durante le sue esplorazioni, se trovava un luogo adatto ai suoi scopi di solito se lo teneva per se, ma era ora di correre dei rischi se voleva ottenere dei progressi.
    Sperimentare sui roditori non bastava, se voleva migliorare nella manipolazione del sangue aveva bisogno di corpi umani.
    «i mollicci. e cosa vedresti in un molliccio?»
    Mollicci, che stupido nome per una creatura che può incutere tanto timore. Era una domanda interessante, cosa avrebbe visto in un molliccio? Forse le sagome dei "dottori" dei ribelli con bisturi ed altri arnesi del mestiere, forse avrebbe visto il laboratorio stesso dal quale era fuggito, forse le guarde della sua cella sempre inclini ad utilizzare la magia per sottometerlo...

    "Forse il tavolo su qui mi legavano per gli esperimenti. Tu cosa ci vedresti?"

    Chissà di cosa poteva fare paura ad una ragazza del genere, non sembrava una in grado di spaventarsi facilmente, quindi era genuinamente curioso della risposta.
    Trovava strano parlare di questo genere di cose con una sconosciuta e nonostante fossero andati ben oltre il classico "Che brutto tempo oggi, vero?" ancora non sapeva il suo nome, infatti prima si era rifiutata di presentarsi, ma forse con un altro approccio sarebbe riuscito ad ottenere qualche risultato.

    "Mi chiamo Liam..."

    Esatto, presentarsi per primi, forse quello poteva aiutare.

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