[oblinder '24] non era abbastanza, noi soli sulla jeep

Flyingclown ft. riddikulus

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    Lotus Mirage Resort - room #006
    Flyingclownriddikulus
    Lotus Mirage Resort, un hotel situato a Montrose, piccolo villaggio portuale magico sulla costa est della Scozia. L?edificio è su quattro piani (reception, hall, bagno, sala da pranzo ? all?occasione sala da ballo ? e cucine al piano terra; alcune stanze al primo piano, altre stanze e due suite al secondo; alloggi dello staff, magazzino e stanze di servizio al piano interrato) ed è inserito perfettamente nella conformità paesaggistica del luogo, con le pareti di pietra dai colori chiari, il tetto di tegole rosso mattone e il basso muro di cinta che accoglie gli ospiti, mettendo in mostra l?insegna (il nome dell?hotel con sul fondo un fiore di loto i cui petali si aprono e si chiudono).
    Durante i mesi di campionato, quando la squadra della città ? i Montrose Magpies ? gioca in casa, la struttura ospita tifosi arrivati da ogni parte della Scozia, e dei dintorni; il resto dell?anno, è principalmente meta dei turisti che scelgono di visitare il villaggio magico e le spiagge rocciose di quel lato della Scozia, una vista mozzafiato che la posizione privilegiata in cui è stato costruito il resort (in cima ad una collinetta che affaccia proprio sul mare) regala a tutti i villeggianti.
    Noia. Curiosità. Ricerca. Psycho shipping. Fascinazione.
    Potrebbero essere tante, forse addirittura troppe, le ragioni dietro il perché la notte del quattordici febbraio sia diventata, oramai, una notte speciale nel mondo magico; quali che siano i motivi che spingono persone, o gruppi di persone, a lanciarsi ogni anno nell?organizzazione più assurda per garantire la migliore riuscita dell?evento, comunque, non è importante. Il perché raramente lo è, infondo. Non cambia le conseguenze, e non rende più comprensibile l?incredibile ? e francamente inspiegabile ? clamore dietro una notte che, all?apparenza, dovrebbe essere una come tutte le altre.
    Il passaggio di testimone, da un anno all?altro, serve solo a sottolineare ancora di più l?imprevedibilità che San Valentino porta con sé; simulazioni, sopravvivenza, ricerca scientifica.
    Cosa succederà l?anno prossimo?
    È la domanda che si fanno tutti.
    Beh, quasi tutti.

    E poi, in uno schiocco di dita, l?anno prossimo è già qui ? e maghi e streghe e special e babbani (perché no, non c?è più alcun velo a separare i due mondi, dopotutto) di ogni età si trovano, loro malgrado, ad essere i più vicini a scoprire la risposta a quella domanda.
    Che lo abbiate desiderato per trecentosessantacinque giorni o meno, che l?abbiate temuto o agognato, che abbia occupato anche solo una minima parte dei vostri pensieri in questi dodici mesi oppure no, non importa: perché quest?anno il fato ? o chiunque sia a muovere i fili del destino al suo posto, a questo giro ? ha scelto proprio voi come vittime.
    Uhm, pardon: come fortunati vincitori della lotteria annuale.
    Una scelta probabilmente fatta a caso, il proverbiale bastoncino corto beccato per sbaglio, e contro la vostra volontà; o magari vi hanno tenuto d?occhio per tutto l?anno, prendo appunti e aggiungendo note e trascrizioni alla murder board tenuta in soggiorno; lo so, è una possibilità terrificante, non è vero? Essere controllati. Eppure, nessuno può escluderla.

    Qualsiasi sia la ragione, qualsiasi sia il prima, non ha importanza.
    In quella stanza di albergo, quest'anno ci siete voi, e non siete soli.
    E in quello stesso istante, nel momento in cui aprite gli occhi e prendete nota di ciò che vi circonda ? del materasso morbido e delle lenzuola delicate, o del pavimento fresco, o di quanto sia stranamente comoda la vasca? ?, quello è il momento in cui vi rendete anche conto di essere ammanettati a qualcuno. Proprio così: vere manette d'acciaio fredde al contatto con la pelle nuda del polso.
    E potrà sembrare assurdo, ma non è quella la cosa più strana di cui vi rendete conto; e ne prendete velocemente atto quando provate ad avvicinarvi alla porta della stanza, portandovi dietro la vostra anima gemella, e in un battito di ciglia siete di nuovo al centro, accanto al letto, o nel bagno. Potete riprovarci quante volte volete, e potete persino tentare con la finestra che da sul mare: non importa, quanti, o quali, tentativi facciate, non c?è via d?uscita, e perseverare non porterà a nulla ? solo ad un forte mal di testa. La magia che vi tiene lì, è chiaramente una magia più forte di quello che vi sareste aspettati. Ed è anche l'unica magia che funzioni: non ci mettete molto a capire che né le vostre bacchette, né i vostri poteri, sembrano funzionare.

    Quanto alla stanza... beh, è una banalissima stanza d?hotel. Niente di particolare salta all?occhio, se si esclude il fatto che non possiate uscire da lì, certo.
    C?è il numero per contattare la reception al piano terra e il menu per ordinare la colazione in camera, ma nessun dispositivo con cui mettersi davvero in contatto con l?esterno: non un telefono, né alcun oggetto incantato con cui comunicare; c'è una piccola toeletta disposta contro la parete, e una sedia; c'è il bagno (con la vasca, perché a quanto pare l'hotel, il resort, non si fa mancare nulla); c'è il letto, due comodini, alcune stanze hanno persino un balcone ? non che voi possiate uscirvi fuori, certo: vi dovrete accontentare di osservare il paesaggio da dietro i vetri delle finestre.
    E poi c?è un foglio.
    Sul letto, a terra, sulla toeletta, ovunque capiti.
    Poche parole, leggere sulla pergamena ma pesanti sulla coscienza. Cinque beffarde parole.
    Buon San Valentino, miei cari.


    //OFF: BENVENUTI AMICI AD UN NUOVO ED EMOZIONANTISSIMO OBLINDER!!
    Siete pronti?? SIETE KARIKI??? Mi auguro per voi (e per i pg) di sì!!
    Come avrete capito, siete in una stanza di hotel (dalla quale NON potete uscire) che alcuni potranno riconoscere magari dal logo sulle lenzuola o dal panorama esterno (se ci sono già stati). Cosa dovrete fare? BEH!! Ma ovvio: interagire con l vostra anima gemella. Non cercate un modo di uscire, sarebbe solo tempo perso: non c'è una via d'uscita SMACK
    Pensate piuttosto a fare una più approfondita conoscenza della persona con cui siete stati abbinati; il resto verrà da sé.
    XOXO
     
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    E quindi.. sì. Per una seconda volta la palla ha scelto Roxanne. Stavo già ridendo prima ma ora sto ridendo fortissimo. Mi dispiace per chi l'ha beccata perchè... Eh. Mi dispiace.

    Mentre il mondo si preparava ad andare a dormire per vivere la giornata che stavano aspettando da un anno a quella parte, lei decise che il giorno dopo sarebbe rimasta chiusa in casa e non sarebbe uscita. Il suo picco di stragi sarebbe potuto salire alle stelle e quella giornata sarebbe stata davvero colorata di rosso, rosso sangue. Aveva ancora i brividi a ricordare come era finita lo scorso anno, finendo accoppiata a Costas, che per i giorni seguenti aveva continuato a provarci. Il periodo più brutto della sua vita, voleva cancellarlo nuovamente dalla sua mente ma era un trauma indelebile ormai. Chi cazzo aveva pensato sarebbe stata un'ottima idea. Era andata a dormire tranquilla, sicuro non si aspettava che sarebbe successo ancora.

    Spalancò gli occhi svegliandosi con il presentimento che qualcosa di terribile fosse successo. Non aveva tutti i torti: la camera nella quale si trovava non era certo la sua, non aveva alba di dove fosse il che non era una cosa normale e l'aveva messa sull'attenti dopo qualche millisecondo. Era impossibile non avesse sentito nulla durante il sonno, si era addestrata affinché non avesse un sonno pesante così da non rimanerci secca nel sonno eppure era stata rapita. Doveva essere stata drogata ma non sentiva quella confusione che avrebbe dovuto provare, non aveva alcuna sensazione di mal di testa, anche se chiaramente aveva vuoti di memoria perchè non ricordava di essere arrivata lì. Quando si accorse del metallo attorno al proprio polso, non perse tempo ad alzare di scatto il braccio sopra la sua testa portando con sé anche quello dell'altra persona e altrettanto velocemente, portò le gambe verso il torace per dare lo lancio e piantare i piedi nello stomaco dell'altro essere vivente che sarebbe rimasto tale ancora per poco. «chi cazzo sei.» disse spostandosi a cavalcioni sulla persona, bloccando il suo braccio libero con il suo ginocchio e con la mano libera cercò il suo pugnale che ovviamente non trovò, così portò la mano al collo dell'altra persona e la guardò dritto negli occhi. I suoi stavano andando a fuoco dall'ira, non credeva come qualcuno fosse riuscito per la seconda volta a introdursi in casa e rapirla, era incazzata con se stessa per non aver deciso di rimanere sveglia e vigile per non farsi trovare impreparata. «liberami subito o ti uccido, ma prima ti spezzo quel polso» non sarebbe voluta rimanere un secondo in più attaccata a qualcun altro.
    E se in giro è tutto un manicomio
    Io sono la più pazza che c’è, che c’è
    Io sono pazza di me, di me
    E voglio gridarlo ancora
    Non ho bisogno di chi mi perdona
    io, faccio da sola, da sola
     
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    Chi più, chi meno, sembrate riprendervi tutti dopo il primo momento di confusione e disagio. Ma è realmente così? Solo il tempo potrà dirlo, cari amici. Di sicuro, c’è che quella sensazione di smarrimento sembra essersi appiccicata alla vostra pelle; avete dato un nome (forse) al posto dove siete, ma non ancora una motivazione sufficientemente credibile per spiegare il perché. Beh, quello è ovvio, amici: è San Valentino. E se non sapete dell’oblinder, chiaramente non avete amici nei posti giusti, perché è l’evento più atteso delle stagione da anni. Ed è anche altrettanto chiaro che non leggete i miei articoli, tsk.
    Non è quindi del motivo che dovreste preoccuparvi, ma piuttosto delle condizioni in cui ci siete arrivati. Lo stomaco a gorgogliare prepotente nei momenti di silenzio indica forse una cena troppo leggera la scorsa sera? Non sapete dirlo, in effetti non ricordate di preciso qual’è stata l’ultima cosa commestibile che avete mandato giù. Brutto segno? Forse no, mi dispiace solo non ci sia un banchetto ricco ad attendervi nelle stanze: per il momento dovrete combattere contro la fame e la sete, e contro lo stordimento, alla vecchia maniera: arrangiandovi.
    Niente rimedi estremi, capito? Non siamo la società della neve, qui.
    Ma… hey, sì dico a te, non sei un po’ troppo giovane per avere quegli ematomi nell'incavo del braccio? Sembra quasi il segno di ... ah, magari qualcuno di voi saprà riconoscerlo. Ago.
    Uh, uh, amico… la droga non è mai la risposta.
    (Unless.)

     
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    Forse l’adrenalina inizia a fare effetto, scuotendo membra evidentemente provate, perché dopo il livido sul braccio, vi rendete conto di qualcos’altro. Qualcosa a cui prima, troppo presi dalla sorpresa dell’insieme – svegliarsi in un posto che non conoscete, senza magia, ed ammanettati a qualcuno – non avevate fatte caso.
    Abbassate lo sguardo sui vostri vestiti. Alcuni sono troppo grandi per voi, o troppo piccoli. Taglie sbagliate, forme che mai avreste pensato di indossare. Sembrano pescati casualmente, come se qualcuno avesse afferrato gli abiti abbandonati nell’hotel, e ve li avesse messi addosso.
    Profumano di bucato, però. Almeno quello. Una cosa è sicura: non sono i vostri.

     
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    San Valentino non si passa mai da soli. In un modo o nell'altro avrebbero trovato qualcuno!!
    Perché ammettiamolo: chi potrebbe non resistergli?
    Forse qualcuno sano di mente o che lo conosce.
    Quella sera ha bevuto, forse troppo. Forse per nulla.
    Perché ricorda benissimo quella sveltina nel bagno.
    Sicuramente non si è mai programmato di essere aggredito come risveglio.
    Ma mai.
    Ammanettato si. Cioè i giochini aggiungono e Rain a qualcuno di sexy non sa dire di proprio di no.
    Ma sei pazza! ah no perché se qualcuno si chiede quanto political corect sia.. beh la risposta non sembra sorprendere da come non esita a cercare di darle una capata in bocca. Così si sta zitta e smette di sparare stronzate se dovessi rapire qualcuno non sarebbe di certo una patata ambulante!!! per mettere i punti sulle i con tanto di classe ed eleganza.
    Lei sarebbe la classica rappresentazione della c.d: figa con i denti.
    Poi quelle manette le condividono. Quindi è doppiamente stupida. Se dovesse rapire qualcuno mica fa in modo di portarselo dietro. Lo incantena da qualche parte come un seminterrato. È sul manuale per stupidi rapitori.
    Vogliamo mettere anche lo stomaco che gli inizia a brontolare perché ha fame. Tanta. Il che lo rende ulteriormente di pessimo umore.
    Già non sa dove si trova, come ci è arrivato e sia finito in quella assurda situazione. Non ha nemmeno realizzato la situazione che si è trovato a fronte di una minaccia, per nulla sensuale o virile.
    Se al posto di quella pazza ci fosse stato un ragazzo, probabilmente più che arrabbiato, sarebbe stato oltremondo eccitato.
    togliti di dosso esaurita buongiorno anche a lei principessa. Prego godetevi il magnifico soggiorno.
    Soprattutto: qualcuno controlli il topper!!!
    Poi perché quella sia vestita da pirata non lo sa. O meglio, forse, forseeeee. Ma proprio forse è pazza. È lei che lo ha rapito e ora cerca di dare la colpa a lui per confoderlo.
    Il che spiegherebbe anche quel crop top che gli va stretto e quei leggings arcobaleno. È più che sicuro di aver indossato altro la sera prima. Quando mai lui mette qualcosa di colorato?!?!
    È tutto così surreale.
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    Ooh Noo, I can't save us

    Eccoci qui, io mi dissocio da lui e mi dispiace per la bruttezza di questo post :dont cry for me argentina:

    Penso di aver sballato il codice.. aiut..

    Edit con vestiti.


    Edited by Cassianyx - 16/2/2024, 15:45
     
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    Cercando di uscire dalla stanza, vi rendete conto di tre cose: primo, non sentite alcun passo provenire dal corridoio, segno che nessuno stia facendo la ronda all'esterno della camera; secondo, riuscite a percepire, seppur distanti, i mormorii indistinti di vittime come voi - vicini, altri più lontani, ma forse potreste fare qualcosa in merito; terzo, e questa è la parte in cui vi viene la pelle d'oca, spiando dalla finestra notate che…non ci sia nessuno. È bassa stagione, certo, ma siete in un hotel, e perlomeno il personale e la manutenzione dovrebbero passare ogni tanto. Qualcuno nelle altre stanze, magari lo notate pure; hanno le manette come voi, però. Dove sono tutti gli altri? Questo gioco, non è più divertente.

     
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    «ma sei pazza!» roteò gli occhi al cielo e scoccò la lingua sul palato, infastidita. Era davvero offesa. Come aveva osato anche solo pensare che non lo fosse. Cosa aveva al posto del cervello, una nocciolina? L'avrebbe sembrato senza battere ciglio e avrebbe tenuto la sua opera esposta in una collezione se solo avesse voluto, anche se è probabile che avrebbe venduto gli organi al mercato nero. Una garanzia. «ma buongiorno. era ora che te ne accorgessi» non è che fossero completamente sconosciuti. Certo, non gli aveva mai dato chissà che a parlare ma insomma, la sua fama la precedeva... Comunque, non lo vide. O meglio, lo vide arrivare troppo tardi. Fece in tempo solo a spostare il viso di lato in modo che la testata le prendesse la guancia e non naso e bocca e gemette per il colpo. Se prima era incazzata, ora era imbestialita. Gli aveva offerto ben due scelte: soffrire in silenzio o dare inizio a una guerra e aveva scelto quella sbagliata, la violenza. Non ci pensò nemmeno, il suo braccio scattò automaticamente verso il viso dell'altro con l'unico intento di sfracassarglielo. Meglio se lo sfregiava nel frattempo dato che il suo ego era talmente tanto grande. Non avrebbe esitato a ucciderlo e non avrebbe nemmeno dato peso alle conseguenze, se l'era cercata. «senti, testa di minchia, hai due secondi per dirmi quello che sai o l'ultima cosa che vedrai sarà il fondo di quella vasca» disse spostando il suo braccio ammanettato dietro la sua nuca, costringendo l'altro a tenere il braccio piegato davanti a sé, così che se avesse nuovamente cercato di darla una testata, ci si sarebbe strozzato. «se dovessi rapire qualcuno non sarebbe di certo una patata ambulante!!!» una patata ambulante. UNA PATATA AMBULANTE. Ma chi cazzo si credeva di essere? «una patata ambulante» mormorò ancora a se stessa, incredula. Cioè davvero le aveva dato della patata ambulante? Che cazzo di insulto era poi. Si fermò dal torturarlo ancora solo perché (è una semplice role e non posso ucciderti il pg, nyx) qualcos'altro le fece storcere il naso. «parla quello che puzza di una nottata di sesso. manco ti sei lavato, che schifo» e non si stava riferendo al croptop o i leggins arcobaleno che sembrano usciti da una di quelle sessioni di zumba. Lo guardò con un'espressione disgustata. «togliti di dosso esaurita» gli ficcò le unghie nella pelle sotto il collo e lo guardò negli occhi. «la mia pazienza si sta esaurendo» quella di riserva, perché in generale l'aveva presa al primo calcio nello stomaco dato. Non si alzò comunque, anche se avrebbe voluto con tutta se stessa. Ma se quello era tutto un test per sapere se fosse degna di farsi istruire da Jericho? Magari avevano già iniziato e non le era stato detto niente. Le sembrava strano - anche perché comunque erano in un hotel e sembrava tutto così surreale - ma non scartò l'idea. Non notò nemmeno che fosse vestita da pirata anche se il peso sulla sua nuca le aveva fatto sospettare di avere qualcosa di strano addosso. «quindi fammi capire, non sei stato tu ad ammanettarci? quindi stai qui solo a lamentarti e sei pure inutile? ma che cazzo ci fai qui.» uomini. Inutili. Di quello che stava accadendo fuori, del languorino che aveva e di San Valentino gliene poteva fregar di meno.
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    MA STIAMO SCHERZANDO!?!
    Il SUO BELLISSIMO VISO sfregiato da delle mani zozze MA CHE FAI MI MISCHI LA RABBIA???! oh beh! Sicuramente la soluzione migliore e soffocarlo per farlo star zitto, visto che da quel preciso momento è partito un rullo di lamenti e sbuffi.
    Lui è GIÀ al fondo della vasca visto che lo sta sopra quella deficiente, pure stupida. UNA STUPIDA BESTIA. ANIMALE. IGNOBILE. IL SUO VISOOOOOOO.
    Mai offesa più grande potrebbe essergli fatta.
    Sebbene a quel puzza di una nottata di sesso vacilla in un sorrisetto di soddisfazione: lui almeno scopa. Lei per stare così no. Almeno una vittoria.
    tu no, e capisco anche il perché deve specificarlo?
    Da come alza quelle sopracciglia, sforce la bocca e muove le pupille da su verso giù. Una semplice espressione di mezzo disgusto.
    Perché è davvero un animale: Lo ha FIU-TA-TO... eeew.
    Poi guardatela come lo sminuisce, tanto da fargli roteare gli occhi più volte. Almeno sembra di capire la sua lingua. Menomale.
    Non mi sembra che tu sei estremamente utile se nemmeno tu sai un cazzo...patata ambulante beh... le ultime parole vanno proprio sul personale o almeno fino a quando non sente qualche rumore e voce. Lì le sopracciglia si stringono tra di loro, puntandole gli occhi con fare fermo e serietà: anche lei ha sentito?
    levati smuove il busto e le mima con le labbra quella frase, affinché possa concentrare meglio il suo udito... anzi, dovrebbe lasciare a lei fiutare i dintorni.
    In tutto ciò deve lavarsi la faccia e quella tipa, estremamente familiare, si deve levare dai coglioni prima che usi la mano libera per tirarle in capelli.
    Nessun può mettersi tra lui e la sua beauty routine. Nemmeno un rapimento. Deve tornare a casa!!!
    Poi la sua patatina Nemesìs come fa senza di lui!? Oddio deve darle da mangiare e il bacino del buongiorno. Si sentirà abbandonata. Papino torna presto.
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    Sempre più dettagli vengono alla luce, ora che la situazione pare prendere una forma; sapere che non siete soli, in quella follia, forse aiuta a rendervi più lucidi. Ed è proprio in questo modo che vi rendete conto di un’altra cosa molto strana: c’è il sole, fuori dalla finestra. È alto, ad occhio e croce mezzogiorno deve essere passato da qualche ora — ma ciò che vi colpisce è il cielo sereno. Non una nuvola all’orizzonte; strano, il meteo aveva previsto pioggia per quel giorno, e alcuni di voi sicuramente avranno buttato un’occhio alle previsioni, prima di organizzarsi per quel San Valentino… che i meteorologi si siano sbagliati? Possibile.

     
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    «MA CHE FAI MI MISCHI LA RABBIA???!» e aveva colpito in pieno l'ego del ragazzo. Non ci voleva molto a capire quanto tenesse al suo faccino. Basare la propria esistenza meramente su un fatto estetico, patetico. «magari, almeno mostreresti un po' di palle. in senso figurato.» disse anticipando qualunque suo commento a riguardo per metterlo a tacere. «ma spero di averti passato ben altro, magari la faccia ti si riempie di bubboni, ti crescono tre braccia e zampetterai come un ragnetto, chissà» sarebbe stata davvero una bella scena, sfortunatamente non l'avrebbe mai potuta vedere. Quando nominò il fatto che puzzasse di una notte di sesso, vide quella punta di orgoglio trapelare. Ew. E ci aveva pure condiviso il letto per non si sapeva quanto. «tu no» un commento da bambino. Bastava aggiungesse il gne gne gne perculante tipico e non avrebbe notato la differenza con un odioso bambino di 5 anni. Se pensava che così l'avrebbe offesa in alcun modo, si sbagliava. Certo, gli avrebbe torto il collo solo per quello sguardo che le aveva lanciato dall'alto in basso ma per il resto non era che la verità. Non faceva sesso ma non se n'era mai lamentata perche non lo ricercava come il ragazzo. Traeva eccitamento da ben altro «mi diverte fare altro con le persone» tipo provare il loro sangue e poi ucciderle. Solitamente non sopravvivevano. «non mi sembra che tu sei estremamente utile se nemmeno tu sai un cazzo...patata ambulante» doveva essere masochista o non se lo spiegava. Se le cercava proprio, eh. «ti devo ricordare che possiedi uno dei tuoi punti deboli proprio sotto di me? dai pugni alla castrazione è un attimo» le sarebbe anche solo bastato fargli vedere le stelle. Si era già annoiata di lui, gli avrebbe spaccato la testa contro il muro se solo fosse sicura che in quella stanza non ci fossero telecamere. Non era di certo in guerra dove tutto era concesso davanti agli occhi di tutti. «magari non sono utile a te, ma io qui rinchiusa potrei vivere per un po' con una mammoletta come te. ho acqua e carne a sufficienza» e questa volta fu lei a guardarlo dall'alto in basso. Cannibalismo is the way, non si sarebbe fatta problemi in caso di necessità, la sopravvivenza era essenziale. Era ancora a cavalcioni su di lui quando sentì dei rumori e delle voci provenire dalle stanze accanto. Notò lo sguardo dell'altro puntato su di lei e annuì. Forse non erano gli unici rinchiusi lì dentro. «levati» le mimò e sentì il ragazzo cercare di divincolarsi. Forse questa volta lo avrebbe accontentato «oh, sì certo mia grazia, come desidera, ora mi sposto» e con un mezzo sorrisetto saltò di lato, scendendo direttamente dal letto e senza fermarsi si avvicinò alla parete da cui aveva sentito provenire dei rumori, trascinando Rain con sé, nella speranza che non fosse riuscito ad appendersi a nessuna parte e fosse caduto con il culo per terra. Si piegò giusto per raccogliere la pergamena da terra e leggerla. Strappò il bigliettino senza nemmeno farlo leggere a Rain «buon san valentino sta minchia» iniziò a battere i pugni sul muro violentemente, tirando bruscamente Rain. «C'È QUALCUNO? SE NON MI FATE USCIRE DA QUI COMMETTO UN OMICIDIO. SIETE STATI AVVISATI.» il prossimo passo sarebbe stato usare la testa di Rain al posto dei suoi pugni.
    E se in giro è tutto un manicomio
    Io sono la più pazza che c’è, che c’è
    Io sono pazza di me, di me
    E voglio gridarlo ancora
    Non ho bisogno di chi mi perdona
    io, faccio da sola, da sola
     
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    Da come tira i zigomi ed arriccia il naso con fare del tutto perplesso: una battuta migliore no eh?
    Sono anche andati nella stessa scuola. Ennesima dimostrazione che non tutti escono da lì con il sale nella zucca.
    wow che grandi argomentazioni. Le minacce ragazzi. Le minacce quelle vere. Sicuramente se fosse una passeggiata diventare un Pavor lo sarebbero tutti. E lui è il migliore. Non lo sapevate? Ora lo sapete.
    Beh in realtà, un po' di timore ce l'ha. Perché un pugno alle parti intime fa malissimo. Ma tanto tanto. Allo stesso tempo non può farsi vedere intimorito.
    Regola dei Pavor n.103930: mai mollare un cazzo. Nemmeno una scoreggia.
    N.23444 mai contrattare con il nemico.
    E Fake che voleva fargli la scuola mah.
    Ecco cosa avrebbe fatto una volta uscito da lì, arrestarla. Lo ha menato. Minacciato. Le manette le ha già ai polsi. Oooooh. Dolce vendetta. Hehehe.
    Caduto in un silenzioso sorrisino. Non ha intenzione di risponderle. Non merita risposta quella bestia. Vale meno di un babbano morto.
    Ma poi l'imprevedibile: Roxie si sposta e lo trascina, che non ha il tempo di mettersi in piedi che cade a terra.
    LA ODIA. LA ODIA FORTISSIMO. MA CON TUTTO SE STESSO.
    Poi che cazzo ha addosso! Perché quei leggings orribili.
    Cioè va bene un rapimento, legarlo con una pazza ma PRENDERSI COSÌ GIOCO DEL SUO ORGOGLIO ANCHE NO.
    Cerca perfino di capire il motivo per cui ha rotto quel biglietto SENZA NEMMENO FARGLIELO LEGGERE.
    ma che cazzo fai?! se invece di là ci sono i rapitori! Serve prudenza. Essere cauti. Un piano. Tipo sbucare dalla porta e metterli ko. NON ATTIRARE L'ATTENZIONE.
    il suo stomaco brontola fortemente. Si lamenta anche lui per come gli sta iniziando a fare male il polso a causa di quel tirare.
    E sapete cosa!
    I suoi occhi sono puntati, prima sulla finestra e la bella giornata di sole, poi sul bagno. Vuole vedere un attimo che faccia ha. SE LO HANNO SFIGURATO?
    E BASTA MI STAI FACENDO VENIRE MAL DI TESTA e questa volta è lui a tirare lei. Se quello è un gioco di squadra loro due avrebbero perso. NON TI SOPPORTO PIÙ ormai sono al centesimo anniversario di matrimonio.
    È sul punto di guerra. State certi da finiranno per picchiarsi. E lui è pronto per l'avvenienza.
    E comunque lui sente quello che dice la voce dell'altra stanza. Forse non è stata poi una così cattiva idea sbattere i pugni contro il muro. Ma non lo ammetterà mai. MAI.
    QUANTI SIETE DI LÀ? giusto per informazione. Se non sono solì...perché non sono soli?
    C'è bisogno di indagare!
    I'm sorry 'cause I can't be enough to make your dreams come true
    I'm sorry for the things i've said to you..I can't save us

    Ooh Noo, I can't save us
     
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    Gli indizi c’erano tutti: la stanchezza ingiustificata, la fame, il luogo in apparenza abbandonato e abbastanza appartato da non destare alcun sospetto, degli abiti non vostri e la sensazione a pizzicare sotto la pelle che fosse passato più tempo di qualche manciata di ore, dall’ultimo momento che ricordavate di essere coscienti.
    Perché è esattamente così.
    E la conferma è proprio lì sotto il vostro sguardo, stampata nero su bianco su quella pagina di Morsmordre che vi fissa di rimando; o sull’intestazione sbiadita di uno scontrino dimenticato; o ancora, su quella copia del Boccino d’Argento lasciata per errore sul comodino da qualcuno. Non sapete chi, dovrebbe importarvi, ma non abbastanza perché le vostre attenzioni sono tutte per quel numero che si prende, beffardo, gioco di voi.
    24 febbraio 2024.
    Potete dirlo ai vostri amici, urlarlo attraverso le pareti o continuare a scriverlo con il sangue sui vetri; la domanda è se qualcuno vi crederà, o no. A malapena riuscite a crederci voi.

     
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    Roxanne O'Death

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    Rain a prima occhiata non sembrava averla presa sul serio. Si chiese cosa non gli fosse chiaro dato che non aveva dato il minimo segno di simpatia verso l'altro e che aveva iniziato a tirargli calci e pugni appena aperti gli occhi. Era il fatto di essere più giovane di lui o che non fosse una pavor? Nessuna delle due significava niente per lei perché non aveva intenzione di lavorare al Ministero, le sarebbe piaciuto di più lavorare per vie meno legali e soprattutto in un combattimento all'ultimo sangue, probabilmente quello scuoiato sarebbe stato lui. Era meglio che si togliesse dal mirino prima che lo facesse fuori. Poi oh, a ognuno il suo, meglio per lei se Rain la giudicava inferiore e in alcun modo un pericolo nonostante lo avesse avvisato, le dava un vantaggio. Lo guardò dall'alto in basso quando cadde per terra con un tonfo come pianificato. Sfortunatamente non sembrava essersi rotto l'osso sacro. «ma che cazzo fai?! se invece di là ci sono i rapitori!» alzò gli occhi al cielo dandogli uno scappellotto per farlo tacere e lasciar parlare gli adulti. Un cervello tutto suo lo aveva o lo aveva votato ai Pavor che se l'erano sbranato in un secondo? Lo guardò come se fosse stupido. «se di là ci sono i rapitori e non ci vogliono svegli o vogliono ucciderci, per entrare apriranno quella porta» l'altra opzione era che usasseri gas nervini per metterli k.o. ma questa volta sarebbe in caso stata pronta all'evenienza. «e se ci aprono, ci fanno un favore» il problema era che non c'era alcun rapitore nella stanza accanto alla loro. I loro rapitori si fidavano della cella in cui li avevano rinchiusi, se non lo avessero fatto, avrebbero messo qualcuno di guardia alle loro camere e non aveva sentito nessun passo o alcuna parola provenire dal corridoio. Quindi o erano isolati — e questa ipotesi era stata scartata nel momento in cui avevano sentito rumori provenire dalla camera accanto — oppure c'erano altri ostaggi. «E BASTA MI STAI FACENDO VENIRE MAL DI TESTA» e le manette gli facevano male e aveva fame e ora aveva mal di testa... e quello era un pavor? Ma chi cazzo li accettava al giorno d'oggi. Fu lui a tirarla questa volta e per nessun motivo apparente. Cioè proprio così, out of spite. «la smetti di lamentarti?» ovviamente anche a lei quelle manette stavano lasciando segni sul polso che era diventato dolorante e aveva fame ma almeno soffriva in silenzio. «NON TI SOPPORTO PIٻ Audace da parte sua pensare che lei lo avesse mai sopportato invece. Non c'era mai stato un singolo momento, un secondo uno, in cui lei lo avesse trovato sopportabile. Era già pronta ad alzare la mano per prendere la testa dell'altro e spaccarla contro il muro quando qualcuno dall'altro lato della stanza, rispose. «FAI QUELLO CHE TI PARE SORELLA. SENTITI LIBERA!!» uh- slay?interessante. Non la risposta che si era aspettata di ricevere. Accennò un sorrisetto scrutando Rain dal basso verso l'alto per capire da dove le sarebbe piaciuto iniziare. «TU MI PIACI. FACCIAMO A CAMBIO?» gridò senza staccare gli occhi da Rain, tamburellando le dita sul muro. Almeno si sarebbe tolta dai piedi quello sgorbietto. «QUANTI SIETE DI LÀ?» che informazione utile gli avrebbe dato quella domanda? Boh. Proprio stupido, si vedeva che avessero diverse priorità. «ma che domande stupide fai? chissene importa di quanti sono» tanto non avrebbero potuto salvarli lo stesso se mai fossero riusciti a scappare. Portarsi dietro altre persone li avrebbe resi solamente più riconoscibili e vulnerabili. Le bastava solo che ci fosse una persona per fare da tramite con altre stanze. Comunque, nel caso in cui fossero riusciti a scappare, sperò che la ragazza trovasse un modo per salvarsi da sola, sembrava in gamba. «PERCHÈ, VI SENTITE SOLI?» MAGARI. Sarebbe stata molto più felice di trovarsi in quella stanza da sola piuttosto che con quel coglione di Rain. «NO SIAMO GIÀ IN TROPPI» assottigliò gli occhi guardando Rain. «ancora per poco.» sentì dei passi allontanarsi e alzò un sopracciglio quando proprio accanto a dove aveva trovato il bigliettino di San Valentino, trovò anche una copia del Boccino d'Argento. 24 febbraio 2024. «ora capisco perché ho iniziato a vederti come una bistecca» disse rivolgendosi a Rain e spiaccicandogli il giornale in faccia, poi tornò a fissa il muro. «SIAMO RINCHIUSI QUI DA ALMENO 10 GIORNI.» almeno 10 perché quell'articolo poteva comunque essere di qualche giorno fa. «SIETE IN CONTATTO CON QUALCUN ALTRO? AVETE ALTRE INFORMAZIONI?» magari qualcuno aveva davvero trovato un modo per uscire di lì.
    E se in giro è tutto un manicomio
    Io sono la più pazza che c’è, che c’è
    Io sono pazza di me, di me
    E voglio gridarlo ancora
    Non ho bisogno di chi mi perdona
    io, faccio da sola, da sola
     
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    Che sia perché state facendo la conoscenza gli uni degli altri, o perché siete intenti a scrivere col vostro sangue sul vetro, oppure perché state urlando attraverso le pareti per farvi sentire da chi, come voi, sembra finito in quell’incubo, non importa: siete tutti troppo impegnati, troppo distratti, per accorgervene in tempo. E chi di voi lo fa, arriva comunque troppo tardi.
    Ha l’aria innocua, un disco di metallo di dieci centimetri di diametro e non più di due di spessore, tre al massimo. Era nascosto: sotto il secchio, dietro la sedia, sotto al letto. Non importa nemmeno quello; perché quando sentite il click, e il successivo sibilio, capite subito che qualcosa non va. Qualcuno, i più reattivi – o quelli abituati alle situazioni estreme e complicate –, proverà a proteggere naso e bocca con rimedi di fortuna (le lenzuola, i cuscini, la stoffa degli abiti che indossano). Ma, ancora una volta, è troppo tardi. Non sapete cosa sia la sostanza gassosa rilasciata dal dischetto, ma la state respirando, e nonostante i vostri valorosi sforzi soccombete, chi prima e chi dopo, ai suoi effetti. Nulla di troppo terribile, chiunque vi abbia messo lì dentro non vuole uccidervi — o l’avrebbe già fatto. Vogliono solo rendervi innocui, disorientarvi ancora di più e confondere i vostri sensi. E, con i poteri inibiti, funziona su tutti, special compresi.
    Passa un minuto, poi due. Il gas ha smesso di fuoriuscire, e voi di tossire — o di ribellarvi inutilmente ai suoi effetti. Ed è in quel momento che la porta della stanza si apre, e vorreste tentare di approfittare di quell’occasione per fuggire ma lo stordimento ve lo impedisce, ed è facile per quelle persone (mercenari assoldati da qualcuno? Cacciatori inviati dal ministero? non sapreste dirlo) trascinarvi fuori dalla stanza, insieme a loro.

     
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