Votes taken by Melanie~

  1. .
    fazione: pro

    nome pg: liz monrique
    fazione: pro
    dov'è: (scegliere una fra le seguenti opzioni)
    ULTIMA SETTIMANA — NORMALE

    nome pg: azrael lovell
    fazione: pro
    dov'è: (scegliere una fra le seguenti opzioni)
    RAPITO OBLINDER O MINIQUEST

    nome pg: ivette beaumont
    fazione: pro
    dov'è: (scegliere una fra le seguenti opzioni)
    PARTECIPANTE QUEST CHE NON E' NELL'ULTIMA SETTIMANA

    nome pg: myrtille roux
    fazione: pro
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    PARTECIPANTE QUEST CHE NON E' NELL'ULTIMA SETTIMANA

    fazione: contro

    nome pg: wind thunderstorm
    fazione: contro
    dov'è: (scegliere una fra le seguenti opzioni)
    RAPITO OBLINDER O MINIQUEST

    nome pg: erisha byrne
    fazione: contro
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    ULTIMA SETTIMANA — NORMALE

    nome pg: kul oh
    fazione: contro
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    ULTIMA SETTIMANA — OSTACOLO NELLA BOLLA

    nome pg: mireia iglesias-mendoza
    fazione: contro
    dov'è: (scegliere una fra le seguenti opzioni)
    RAPITO OBLINDER O MINIQUEST

    nome pg: lilith nightshade
    fazione: contro
    dov'è: (scegliere una fra le seguenti opzioni)
    PARTECIPANTE QUEST CHE NON E' NELL'ULTIMA SETTIMANA

    nome pg: kat volkova
    fazione: contro
    dov'è: (scegliere una fra le seguenti opzioni)
    PARTECIPANTE QUEST CHE NON E' NELL'ULTIMA SETTIMANA

    nome pg: delilah parker
    fazione: contro
    dov'è: (scegliere una fra le seguenti opzioni)
    ULTIMA SETTIMANA — NORMALE

    nome pg: adaline windsor
    fazione: contro
    dov'è: (scegliere una fra le seguenti opzioni)
    RAPITO OBLINDER O MINIQUEST

    nome pg: nahla hilton
    fazione: contro
    dov'è: (scegliere una fra le seguenti opzioni)
    RAPITO OBLINDER O MINIQUEST

    nome pg: vincenzo linguini
    fazione: contro
    dov'è: (scegliere una fra le seguenti opzioni)
    RAPITO OBLINDER O MINIQUEST
  2. .
    nome pg: Delilah Parker
    classe: guerriero cacciatore
    (solo se special) potere://
    arma: mazza chiodata
    punti salute a fine settimana: 38 pa
    punti attacco / punti difesa: 22 PA 20 PD
    (se switch) partecipa per: delilah/ ivette (gruppo I, mago)

    nome pg: Erisha Byrne
    classe: difensore anatema
    (solo se special) potere: geocinesi
    arma: spada
    punti salute a fine settimana: 45
    punti attacco / punti difesa: 18 PA 20 PD
    (se switch) partecipa per: myrtille/ erisha (gruppo I, mago)

    nome pg: Liz Monrique
    classe: sentinella seguace di arda
    (solo se special) potere:
    arma: rhino revolver
    punti salute a fine settimana: 48
    punti attacco / punti difesa: 21 PA 22 PD
    (se switch) partecipa per: liz/ kat (gruppo I, mago)

    nome pg: Kul Oh
    classe: rogue sanguinario
    (solo se special) potere: ombrocinesi
    arma:ak-47
    punti salute a fine settimana: 35
    punti attacco / punti difesa: 22 PA 11 PD
    (se switch) partecipa per: lilith/ kul (gruppo II, apprendista)
  3. .
    gli anatemi hanno la resistenza e la capacità adatti per attutire l'offensiva avversaria, dando una possibilità in più per sferrare attacchi decisivi contro i nemici.
    fece un gesto con la mano accantonando la questione lavoro «è uno studente, non credo che abbia intenzione di lavorare per ora» sollevò le spalle, poi poor le chiese se sapesse leggere nel pensiero… lo sapeva fare? no, per quanto si ricordasse l’unica arte magica che aveva appreso, e che utilizzava prima della scorsa guerra di primavera, era unicamente l’animagia «non??lo?? so??» cosa c’entrava ciruzzo in quel caso? mah ovunque si girasse c’era qualcuno che parlava dei pinguini ormai, tra l’altro con l’italiano prima che lollo la lasciasse in asso aveva un ottimo rapporto!!! si scambiavano persino i piercing all’ombelico «si lo conosco, ma che c’entra con il leggere nel pensiero?» con il pugno poggiato sulla guancia, mentre osservava charming Poor Withpotatoes, annuì alle sue parole «probabile, non me lo ricordo, devo dire che il rum sta iniziando a fare effetto, gira leggermente tutto» portò le due dita libere alla tempia, socchiudendo gli occhi, non era abituata a bere, non lo faceva poi così spesso «ah si, avevo un cavallo prima che mi disconoscessero dalla mia famiglia, ho preso lezioni di equitazione quando ero bambina » da vera nobile contessina insomma, arricciò le labbra alla questione passaporta, forse potevano davvero scalare il big ben «va bene, e… rubiamo un cavallo dal g-spot? » immaginava ash svegliarsi e non trovare uno dei suoi preziosi cavalli (blitzo core), la sua faccia e l’espressione terrorizzata «lo restituiamo domattina, ovviamente» seguì i movimenti del ragazzo guardandolo scendere dallo sgabello e inchinarsi, se non fosse stata una donna impegnata si sarebbe persino sentita lusingata «niente di meglio da fare, facciamo pure faville» e saltò, letteralmente, giù dallo sgabello afferrando la mano dell’altro.
    Erisha
    Byrne


    "She's such a good girl"
    That's all they ever say, but there's so much more to me
    difensore anatema
    off:RIMUOVE 20PA DA ATTACCO AVVERSARIO
    SPECIAL
    MAGO
    geokinesis — ex ravenclaw — orphanI'm so tired of hiding what I feel
    So here I am, not gonna disappear

    Because I cannot fake it
    Bad girl
    Aviva
    moonmaiden, guide us
  4. .
    gli anatemi hanno la resistenza e la capacità adatti per attutire l'offensiva avversaria, dando una possibilità in più per sferrare attacchi decisivi contro i nemici.
    Erisha invece, al contrario di Poor, aveva priorità ben chiare.
    e salvare Giacomino Linguini era una di quelle.
    Quando lo aveva saputo, non si ricordava dov’era e cosa stava facendo ma solo un suono ovattato nella sua testa dopo quelle parole, aveva rotto la pianta di gelsomino, lasciandola cadere sul pavimento.
    come il suo cuore a pezzi.
    ed aveva subito iniziato a cercare, si era quasi consumata, tra i ritagli di giornale e le teorie sussurrate da qualcuno, era caduta più e più volte e le uniche mani a rialzarla erano state quelle di benedictus.
    benedictus con cui aveva discusso, sul fatto che sarebbe andata in missione ancora, sul fatto che avrebbe rischiato la vita ancora, sospirò prendendo fra l’indice e il pollice il bicchierino da shot e portandoselo alle labbra, buttandone giù il contenuto e arricciando il naso al sapore forte del superalcolico, in un bar di sabato sera per scordarsi dei litigi e dell’imminente aria di morte che gravava sul proprio collo «anche per me un altro» non doppio, visto che già sentiva in fiamme la gola e le orecchie, occhiata quasi annoiata, dal contesto, verso Poor «ah non guardarmi, la lascerò al mio ragazzo in caso di morte» l’eredità, ovviamente, beh aveva già scritto una lettera chiusa nel mobiletto nella sua cucina, si doveva essere previdenti in quei tempi «la lista dici? » beh anche lei aveva un bel po di cose che voleva fare prima di essere morta e sepolta, del tipo… prendere una passaporta e andare a nuotare fra le balene?? si poteva fare?? «quindi. la finiamo insieme?» avvicinò lo sgabello a quello dell’affascinante e charming Poor «non sei mai andato a cavallo? se vuoi posso insegnarti » era stata o no una nobile in vita passata dopotutto? «bella quella dell’Empire State Building!! secondo te troviamo una passaporta per farlo?»
    Erisha
    Byrne


    "She's such a good girl"
    That's all they ever say, but there's so much more to me
    difensore anatema
    OFF: rimuove 5-10 pa da attacco avversario
    SPECIAL
    MAGO
    geokinesis — ex ravenclaw — orphanI'm so tired of hiding what I feel
    So here I am, not gonna disappear

    Because I cannot fake it
    Bad girl
    Aviva
    moonmaiden, guide us


    Edited by Melanie~ - 7/4/2024, 21:16
  5. .
    Erisha Byrne
    Benedictus Deogratias
    I once believed love would be Black and white
    But it's golden
    se avessero detto ad Erisha Byrne che si sarebbe ritrovata nel dormitorio corvonero di nuovo dopo la grande guerra, dopo aver perso la propria bacchetta, non ci avrebbe creduto.
    Se le avessero detto che ci sarebbe tornata, in un momento in cui stava avendo pensieri non proprio ortodossi, con Benedictus Diogratias, avrebbe risposto che quello era solamente uno di quei sogni strani che la geocineta faceva da quando era tornata dalla guerra e si era ritrovata con il medium, e che non poteva trattarsi della realtà.
    Ma la realtà dei fatti era che erano lì, entrambi e quello era il suo letto, quel peluche era però nella sua attuale camera a different lodge, quindi… com’era successo? si mordicchiò il labbro inferiore e poi, finalmente, si tirò su i capelli, beandosi dell’aria fresca che si posava sul collo «Non ne ho idea…? E come abbiamo fatto a entrare, visto che…» non avevano salito alcuna scala, non avevano pronunciato la risposta all’indovinello, era tecnicamente impossibile fossero lì per davvero, eppure più si guardava intorno più quell’ambiente era… familiare la foto sul comodino con le due lucrezie e la “x” gigante fatta con il pennarello rosso sul viso di romolo linguini, l’odore di cannella della sua candela preferita, lo specchio col manico che usava per intrecciare i capelli prima di dormire «non…capisco» fece qualche passo in avanti allontanandosi dal proprio accompagnatore guardandosi intorno, girando su se stessa «Però c’è solo un letto» già, era forse finita nella realtà psichedelica di due natali precedenti dove gideon era una sottospecie di bianconiglio? no quello era stato un sogno, attualmente era sveglia e ben vigile; l’indice andò a posarsi sul labbro inferiore secco e torturato dai propri incisivi, restò qualche secondo così prima di sgranare leggermente gli occhi, che fossero finiti nella… «…stanza delle necessità?» fu quello il momento di arrossire del tutto, fino alle orecchie, e voltarsi verso il letto per osservare la trapunta attentamente, erano finiti lì e c’era solo un letto era colpa sua!! e dei pensieri terribili che faceva di continuo su un minorenne, terribile, cancellata, avrebbe voluto farsi una doccia super fredda, un’ice bucket challenge per i pervertiti, oh insomma!
    si sventolò il viso un paio di volte con la mano ma senza successo, doveva accettarlo, quello era Benedictus, innocente e minorenne e lei lo desiderava, non solo come un amico «Eri… non mi ha trascinato qui senza che io lo volessi. Mi hai… salvato. Là dentro stavo… stavo soffocando. Non so bene come spiegarlo, ma delle volte… quando ci sono tante persone… quando c’è tutta quella confusione… mi sento proprio male fisicamente, capisci?» come avrebbe detto un saggio: jcjswkaisoaoao, insomma come faceva a dirle cose tanto carine se lei ora stava pensando a tutt’altro, e quel tutt’altro non era di natura innocente? avrebbe dovuto trattenersi ancora? chiuse gli occhi e prese un bel respiro cercando di ricordare quello che diceva la propria odiosa nonna contegno ed espressione neutra, la odiava ma magari in quel momento avrebbe potuto esserle utile «Mentre quando ci sei tu… mi sento così bene da stare male.» oh, al diavolo il contegno si girò ed ebbe uno scatto quasi felino si trovò faccia a faccia, anzi faccia al petto vista la sua statura, con il medium «vuoi sapere come mi sento io, invece quando sono con te?» avrebbe creato una crepa tra loro, magari Ictus non avrebbe voluto più vederla… figurarsi toccarla «ho voglia di toccarti, continuamente» e finalmente gli posò le mani sul petto, stringendone leggermente il tessuto «mi sento maledettamente in colpa perché so che tu non pensi a me in quel modo ma starti vicino è… ubriacante, ed io sono astemia» cercò il suo sguardo pronta a leggerci disgusto, delusione «scusami» disse prima di afferrare il colletto della sua camicia e portare le proprie labbra su quelle di Benedictus, sempre che lui non l’avesse respinta prima.
    Era una codarda, ma era una codarda innamorata.
    altair
    VII
    Geokinesis
    DaylightTaylor Swift
  6. .
    Erisha Byrne
    Benedictus Deogratias
    I once believed love would be Black and white
    But it's golden
    Lo aveva capito che c’era qualcosa che non andava.
    Ictus aveva completamente cambiato espressione e comportamento da quando si erano incontrati fuori al dormitorio.
    Era lei che lo metteva a disagio? probabilmente aveva esagerato come faceva sempre, magari Benedictus non aveva mai avuto intenzione di andare al ballo scolastico con lei, magari invitandolo l’aveva costretto a fare qualcosa che non voleva, ed ora si sentiva oppresso; era uno dei suoi difetti, dopotutto, soffocare le persone a cui voleva bene di attenzioni, se si aggiungeva alla lista il fatto che quello per lo special non fosse un semplice ed innocente bene i conti tornavano.
    Nella sua vecchia relazione non aveva mai sentito il bisogno impellente di contatto fisico, lei e Romolo Linguini si erano scambiati qualche bacio e nulla più, ma complice il fatto che il rapporto si fosse allentato prima di spezzarsi completamente, erisha non aveva mai dato sfogo al suo lato fisico, erano state forse le sensazioni del combattimento che aveva vissuto a farle capire che il tempo era prezioso, era anche per questo che era alla continua ricerca di calore da parte del medium: si sentiva una pervertita, quasi un’Isabella Swan qualsiasi in astinenza pre matrimoniale, si vergognava di quel suo nuovo lato e si malediva per non riuscire a controllarsi, lei che era stata abituata a tenere tutto dentro, ad essere posata e al bere il tè con il mignolo all’insù che provava il bisogno di toccare un uomo?
    Erisha non era una sempliciotta, sapeva di cosa parlava il proprio linguaggio del corpo, ma non si capacitava del perché non sapesse più contenersi improvvisamente… e da quando faceva così caldo? «V-va tutto bene… davvero…», Erisha mollò immediatamente la presa sulla mano di benedictus sentendo le guance andare a fuoco, non andava nulla bene, per niente «Non devi sforzarti, se non stai bene devi dirmelo» avrebbe dovuto scappare a gambe levate, Benedictus, avrebbe dovuto scappare da una maniaca come lei, per merlino era persino minorenne! «quel posto era diventato soffocante» già, non solo per lui, ma anche per lei, restare lì in mezzo, davanti ai suoi amici, davanti a tutti, avrebbe significato doversi allontanare dal proprio accompagnatore
    otium, Catulle, tibi molestum est: si morse il labbro inferiore, girandosi verso di lui e fermandosi di colpo, non guardandosi intorno «Dovremmo tornare… ti riaccompagno! Al massimo io poi… vado… così la smetto di…» strinse i pugni, guance rosse e sopracciglia aggrottate «io lo capisco se non ti allieta la mia compagnia » lo sguardo non riuscì più a sostenere quello cristallino dell’altro, e si andò a posare sul nastrino che decorava il proprio petto, che ben presto venne raggiunto dalla mano destra, che iniziò a giocarci «ti ho trascinato qui senza che magari tu lo volessi, ho pensato solo ai miei interessi, quindi se vuoi tornare dai tuoi amici vai pure » le dita dei piedi le si contorcevano in quei pesanti e lunghi fino al ginocchio stivali da cowboy, poi questi si incrociavano fra loro mentre l’ex corvonero ciondolava sul posto otio exsultas nimiumque gestis: finalmente alzò lo sguardo rivedendo i colori della propria casata, si sentì a casa, per la prima volta di ritorno dalla guerra, sentì la bocca secca, le parole le morirono in gola otio otium et reges prius et beatas
    perdidit urbes.
    non ci stava capendo nulla; sentiva le orecchie in fiamme, il cuore che le batteva ad un ritmo incredibile, come se le volesse uscire fuori dal petto «come… siamo finiti qui?» una domanda lecita, a cui non sapeva darsi risposta

    L’ozio, Catullo, ti è dannoso;
    nell’ozio smanii e ti agiti troppo.
    L’ozio in precedenza sia re che città felici.
    ha distrutto.
    altair
    VII
    Geokinesis
    Daylight Taylor Swift
  7. .
    CODICE
    <tr>
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      </tr>
     
      <tr>
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      <td>pv: Emily Rudd</td>
      </tr>

      <tr>
      <td>profilo: [URL= https://oblivion-hp-gdr.forumcommunity.net/m/?act=Profile&MID=12242429]Myrtille Roux[/URL]</td>
      </tr>
     
      <tr>
      <td>altro: [URL= https://pin.it/5ydNi98]pinterest [/URL]</td>
      </tr>


    aria di cambiamenti
  8. .
    HTML
    <tr>
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    </tr>

    <tr>
    <td rowspan="3" width="40%" style="padding:10px" bgcolor="#0c0c0c">[URL=https://keetikagifs.tumblr.com/eratajkowski/las]<div style="background:url(https://64.media.tumblr.com/048c634a472dfa7ed2549608ab72b7d0/19ca1ccf134249fa-41/s540x810/58faf33d34be676e064b58de2f05ff5e60261ed1.gif) no-repeat center; background-size: cover;width:175px;height:80px;"></div>[/URL]</td>
    <td>pv: Emily Ratajkowski</td>
    </tr>

    <tr>
    <td>profilo: [URL=https://oblivion-hp-gdr.forumcommunity.net/m/?act=Profile&MID=12597088]Adaline <i>Ada</i> Windsor[/URL]</td>
    </tr>

    <tr>
    <td>altro: [URL=https://pin.it/5CtRiue]pinterest [/URL]</td>
    </tr>


    non mi piacciono i numeri dispari
    (è la bimba rewind)
  9. .
    Erisha Byrne
    Benedictus Deogratias
    And I don't know how it gets better than this
    You take my hand and drag me head first
    Fearless
    ne sarebbe uscita una persona completamente diversa.
    (cit J dopo quasi due anni di oblivion)
    Si guardava allo specchio e si rendeva conto di quanto fosse ormai cambiata dalla prima volta che aveva messo piede in quel castello, era una strega purosangue, non conosceva nessuno, non aveva amici, non sapeva cosa fosse l’amore, aveva il cuore freddo come il ghiaccio, la delusione imminente del proprio padre sparito a pesarle come un corpo estraneo con la nuca.
    e poi?
    e poi aveva cominciato a vivere, era salita su una scopa, si era fatta male, si era sbucciata le ginocchia come avrebbe dovuto fare anni prima, aveva riso, aveva pianto, aveva trovato delle persone che amava, la sua natura era cambiata perché aveva deciso di non essere più codarda, aveva deciso di combattere per ciò in cui credeva.
    Si era rotta, si era rialzata, era tornata a sorridere seppur fosse così maledettamente difficile, aveva perso tutto, ma aveva trovato qualcuno pronta a sostenerla qualsiasi fossero le sue scelte, qualunque fosse stato il suo aspetto, seppur non avesse più magia.
    Una di quelle persone era Benedictus: l’aveva lasciato in bilico con una lettera, senza avere il coraggio di salutarlo decentemente, avrebbe capito se al suo ritorno non avesse più voluto vederla… ma contro ogni sua aspettativa, Ictus le era stato accanto, l’aveva aiutata in quel percorso di transizione, l’aveva aiutata col suo nuovo potere e l’aveva fatta sentire giusta e benvoluta.
    ed ora lei lo aveva invitato al prom.
    «mi fanno sembrare stupida?» con la mano destra afferrò una delle codine che si era fatta dopo essersi data da fare con la tricopozione lisciariccio, anche se non era più una strega poteva sempre usare le pozioni, e da anni quella in particolare era diventata la sua salvezza, al cenno di negazione di Neffi, che tra l’altro stava già uscendo dopo averla salutata, erisha si affrettò ad infilare gli stivali, da cowboy, che aveva già preparato, afferrò il girasole sul davanzale della finestra e corse fuori dal dormitorio, consapevole di essere in ritardo.

    «scusascusascu…» disse correndo verso Ictus con un leggero fiatone, si fermò un attimo a guardarlo «Oddio che carino» i pantaloncini del suo colore preferito, la camicia dai gusti discutibili abbottonata decisamente male, erisha portò due dita verso l’asola e ci congiunse il bottone giusto «andavi di fretta? anche io» gli diede un buffetto al petto per poi alzarsi sulle punte e mettergli un piccolo girasole dietro l’orecchio «Volevo portarti qualcosa. Un fiore, d’accordo. Ma poi ho pensato che… sarebbe stato stupido…Per cui ho chiesto a una delle anime di aiutarmi e… sai che in vita Linneus era un erborista e botanico bravissimo?» Erisha rise, tentata di chiedere chi fosse Linneus, visto che al momento le sfuggiva ma venne interrotta dallo sproloquio, a cui era totalmente abituata e che trovava adorabile «Sì, no, scusa, ecco. Lui mi ha aiutato a fare… questo.» l’ex corvonero spostò gli occhi sul fiore iridescente, portò una mano sulla guancia «oddio ma è bellissimo» gli occhi ricercarono quelli del ragazzo «Lo so, è un po’ macabro, ma… è un fiore fantasma?? Se non ti piace non sei obbligata a mettertelo, però! Linneus non si offenderà!!» scosse il capo con veemenza per rendere l’idea di quanto le piacesse quel regalo «mi piace tantissimissimo» come te, gli porse il polso «mi aiuti a metterlo?»
    e poi niente, lo aveva preso per mano, si erano fatti mettere lo smalto uguale, aveva sorriso e trotterellante, senza mai lasciare la presa sulla sua mano, si era avvicinata agli amici di Ictus raggiante.
    e se mona aveva fatto qualche commento sarcastico non l’aveva sentita, o meglio, si era convinta di non averlo fatto.
    Altair
    vii year
    geokinesis
    Fearless Taylor Swift


    indossa questo pigiamino, preso in prestito da neffi, ha le codine ed i camperos neri, rossetto rosso, regala un girasole a Ictus, indossa quello fantasma che le ha regalato, si fa mettere lo smalto e si avvicina ai ben10
  10. .
    Erisha Byrne
    Sunflower
    My eyes, want you more than a melody
    Let me inside
    Wish I could get to know you
    La vita di Erisha Byrne era cambiata.
    Aveva preso, inizialmente, quel cambiamento come se fosse stato qualcosa di orribile, come se non fosse stato il suo corpo quello, guardava le sue mani e non riusciva ad accettare che in lei non ci fosse più magia in se
    e poi un giorno aveva visto nel suo nuovo potere una possibilità
    rinascita
    aveva l’abilità di creare la vita, di restituire bellezza a ciò che era appassito, grigio e renderlo colorato.
    Allora lo aveva accettato, aveva accettato di essere una geocineta e pian piano stava iniziando a convivere con i suoi poteri.
    C’era una cosa che non era cambiata però, da quando era partita per la guerra, qualcosa che non si sarebbe mai aspettata dopo la delusione d’amore che aveva ricevuto mesi prima, qualcosa di completamente nuovo, in un certo senso: il batticuore per qualcuno, le farfalle nello stomaco (vi vedo che state pensando che è tutto terribile, vi odio) e non per il ragazzo che era stato il suo primo bacio, non per colui con cui aveva avuto il suo primo appuntamento.
    Per qualcuno con cui si riuniva il sabato mattina in biblioteca, per leggere di festa amorose, qualcuno a cui aveva scattato una caramella, non sapendo ancora quanto fosse capace di entrare nel suo cuore (e non solo).
    «allora siamo d’accordo, no? io fischio e tu lo fai affacciare» disse erisha, osservando il portiere della sua ex squadra, quello faceva ancora male, ouch, mentre affondava le mani nelle tasche della felpa«mi raccomando, non fargli capire nulla» guardò paris alzare due pollici e incamminarsi verso chissà dove, sorrise mentre a piedi scalzi si incamminava sotto la finestra incriminata, quella dove si trovava il quadro della signora grassa, che aveva scelto per le sue grandi gesta; pantaloncini corti e felpa oversize, non si era nemmeno cambiata d’abito, tanto Ictus l’aveva vista in pigiama più volte di quante avesse voluto, ora che erano nello stesso dormitorio, poggiò le mani sul prato chiudendo gli occhi e sentendo fluire il potere fra le dita, uno sfregolio sopportabile e piacevole, quando sollevò le palpebre dei girasoli erano cresciuti in modo che potessero formare la scritta “PROM?” sul verde del cortile, ed erano fortunati che ci fosse il sole, quel giorno.
    Così fischiò, con due dita tra le labbra «PARIS! ci sei?» e sorrise, mettendo una mano dinnanzi al viso, braccio disteso, per ripararsi dai raggi solari ed osservare l’espressione di ictus mentre si affacciava «allora? ci vieni con me?» una mano di fianco alla bocca per amplificare il suono, mentre sorrideva verso ictus e sperava le dicesse di si.

    gif code
    Geokinesis
    Altair
    18 y.o.


    Edited by Melanie~ - 14/6/2023, 14:54
  11. .
    Erisha Byrne
    aveva accavallato le gambe, poggiato la bacchetta sul tavolo e scoperto la nuca tenendo su i capelli con una pinza che era la sua migliore alleata quando tornava in biblioteca, era piacevole stare seduta accanto a Benedictus, aveva il potere di tranquillizzarla e farla sentire a proprio agio senza fare nulla in particolare «Voglio dire che… insomma…Scusa! Cioè, ecco, sì. Scusami tu, se mai. Non io a te?? È che… Sì, siamo tanti, noi Ben, ma è difficile confonderci??» Erisha ridacchiò, era probabilmente colpa sua, che l’aveva messo in imbarazzo con un soprannome che non era di suo gradimento «è colpa mia, ti ho dato un soprannome senza nemmeno chiederti se ti piacesse» alzò le spalle e iniziò a scartare una gelatina, alla fragola, le uniche che mangiava, dall’involucro «Ictus va bene, se a te piace» gli sorrise, porgendogli la gelatina senza carta, era un modo per farsi perdonare? certo, offrire la sua gelatina preferita, senza carta, era un gesto che faceva con le persone a cui teneva di più, si sentiva anche un po’ ridicola quando lo faceva, visto che era un’azione che poteva essere associata ad una bambina di dieci anni su per giù, ma era il suo modo di dimostrare gratitudine o affetto e non avrebbe smesso, chissà se ictus l’avrebbe presa per una svitata o per una sempliciotta «Ma no… la biblioteca è di tutti…» Erisha scosse il capo mentre arrotolava con l’indice una ciocca di capelli sfuggita alla pinza, ancora in imbarazzo per essersi praticamente seduta accanto ad Ictus senza lasciargli una scelta ed averlo chiamato Bennie, se lui non avesse voluto più parlarle per il resto dell’anno scolastico non l’avrebbe di certo biasimato «è di tutti, certo, ma chi tardi arriva male alloggia» fece una leggera pressione col labbro superiore su quello inferiore, prima di continuare «e tu non ci hai pensato due volte prima di farmi posto, quindi dovevo ringraziarti» cercò di sbirciare quello che lui stava leggendo, prima che lui dicesse che gli piaceva quel posto perché c’erano tanti libri alla portata di tutti «anche io lo penso! dei libri alla portata di tutti, da sempre un senso di pace poter leggere quello che vuoi quando vuoi» perché a casa sua non era di certo così, i libri babbani erano severamente proibiti, e gli unici che le erano passati fra le mani erano quelli di incantesimi o semplicemente materiale scolastico, era così che era riuscita a praticare l’animagia, con suo cugino «Perché?… Nonono!! Scusa!!» Eri poggiò un piede sulla panca che condividevano, portando una delle ginocchia al petto, non prima di essersi accertata che nessuno stesse guardando e potesse sgridarla «non scusarti!! era una domanda lecita» ridacchiò poggiando una mano sulla sua, d’istinto, per rassicurarlo, per poi rendersi conto di quello che aveva fatto e ritirarla subito, con le guance rosse «non faccio male a nessuno, hai ragione, non dovrei vergognarmene ma a volte mi preoccupo troppo di ciò che pensano gli altri» ecco, con ictus si sentiva libera di dire ciò che voleva senza paura di un giudizio errato o affrettato «sono un po’ sempliciotta e credo nel ”vissero felici e contenti” non ci posso fare nulla» era per quello che aveva letto anche le fiabe dei fratelli grimm, che erano più inquietanti di quanto si aspettasse in realtà.
    E poi, le chiese di cime tempestose «È vero che ci sono anche delle anime? Insomma, dei fantasmi…Sono un po’… suscettibile, sull’argomento…» tamburellò le dita della mano destra sul tavolo, mentre le labbra si piegavano in un sorriso dolce «non si tratta di anime in quel senso» la gamba che aveva in precedenza portato al petto andò a calarsi verso il basso in modo che la corvonero potesse avvicinarsi come a volergli confessare un segreto «si tratta di… anime gemelle, due persone che si incontrano e realizzano che le loro anime sono uguali» e probabilmente, se prima aveva solo le guance rosse, in quel momento lo diventarono anche le sue orecchie «che si rendono conto che sono fatte per stare insieme, e che stare separati fa più male di una ferita» gli occhi color ambra cercarono quelli di ictus «potremmo… leggerlo insieme? se ti va ovviamente»

    When no one is around, my dear
    You'll find me on my tallest tiptoes
    Spinning in my highest heels, love
    Shining just for you

    CaptainRavenclaw18 y.o.
  12. .
    Erisha Byrne
    A time when I
    Didn't feel like there was something missing
    Now my body and mind are so distant
    Don't know how to escape from this prison
    How can I free my mind?
    Quando aveva fatto il numero di casa, l’unico che conosceva a memoria, in una cabina a gettoni poco distante dall’accampamento, si era sentita un pesce fuor d’acqua.
    aveva ancora la bacchetta nella cinta dei pantaloni e le gambe distrutte dai rovi di Abbandon.
    Abbandon che aveva guardato negli occhi, che le aveva rivolto la parola, che le aveva tolto la magia.
    Si sentiva un guscio vuoto.
    Non perché fosse ormai diversa, non era quello il motivo.
    Era cambiato tutto. si sentiva spezzata, stravolta, come un fuscello sotto l’impetuosità del vento, e non poteva farci niente.
    «Pronto?»
    «Mamma, sono io» poggiata con il capo al muro, l’indice con lo smalto mangiucchiato ad arrotolare il filo del telefono
    «Bambina mia… menomale, sei salva… dove sei? Puoi venire da me in Ind…»
    «non sono più una strega, mamma, non c’è più magia in me» semplice e coinciso, la interruppe prima che potesse fare piani, che potesse essere felice di avere la sua unica figlia salva
    «…» Erisha rise, una risata disperata, dettata dal silenzio della madre «immagino che io non sia più la benvenuta, dico bene?» aveva combattuto per lei, per non costringerla a vivere sotto un regime dittatoriale peggiore di quello attuale, peggiore di quello di suo padre.
    aveva perso, ma almeno ci aveva provato «Lo sai che tuo zio..tuo nonno, non accetterebbero mai la tua presenza qui in quelle condizioni » per un attimo erisha smise di respirare «e tu? mi accetteresti così?» poggiò la fronte al muro per ricevere solamente un silenzio assordante come risposta dall’altro capo del telefono, non la voleva, ora che per lei era difettosa, sbagliata, non le andava più bene «non provare a riscuotere i fondi del mio conto, io sono l’unica Byrne, l’eredità è mia, l’hanno lasciata a me, sono maggiorenne e posso andare a prenderla quando voglio, non cercarmi più.» con gli occhi lucidi e la voce rotta le disse «non hai più alcuna figlia» fu quello il momento dove si rese conto di essersi comportata da Byrne.
    le persone che più odiava al mondo.


    Era passata una settimana da quando aveva avuto quella conversazione, l’ultima, con sua madre, e chiunque l’avesse vista dall’esterno avrebbe potuto confermare quanto Erisha Byrne fosse diventata uno spettro della vecchia se, i capelli arruffati, le occhiaie scure e il capo chino non erano mai stati parte integrante della sua personalità, ma lo erano diventati; quello scatolone che teneva fra le mani sembrava quasi più grande di lei, dentro c’erano le sue cose, la sua bacchetta, i guanti della sua divisa da quidditch, cravatte e sciarpe dello stesso colore del cielo di notte, non le servivano più, non le sarebbero mai più servite, sembrava piccola piccola Erisha Byrne, le spalle erano chiuse, forse per aver incassato troppi colpi, ed ogni sguardo tagliente che le si posava addosso sembrava far richiudere la diciottenne sempre più in se stessa «possiamo dormire tutti insieme stasera. Se vi va» dormire? quasi non sapeva più cosa fosse, era ormai routine svegliarsi di soppiatto per gli incubi, per aver sognato quegli occhi che le facevano ancora venire i brividi, nella follia di quei momenti la Byrne cercava la bacchetta pronunciando un lumos, l’incantesimo che ti insegnano da bambini, quello più semplice, si rendeva conto troppo tardi che fra le sue mani, quella bacchetta, non aveva più alcuna importanza, e piangeva, si permetteva di farlo solo lì, abbracciata all’oscurità della notte mentre nessuno la vedeva.
    sarebbe stata forte, era il mantra che si era ripetuta, dura come una roccia
    e allora perché le mancava il fiato, perché non riusciva quasi a respirare? «non è così male essere come noi. giuro» Erisha sorrise, perché non era quello il problema, non si riconosceva più, non aveva più una famiglia, un posto in cui tornare per le vacanze, delle mani che le avrebbero carezzato il capo solo come una mamma sapeva fare «rimango con voi tutto il tempo» la mano di Erisha andò a cercare quella di Kaz, enorme rispetto alla sua, e quella di Neffi «vi prego, non lasciatemi sola anche voi» pronunciato con voce flebile, tirò su col naso, si costrinse a stare zitta, per non scoppiare in un pianto disperato
    sarebbe stata forte
    ma non ci stava riuscendo affatto.

    gif code
    18 y.o.
    pheromones manipulation
    ex ravenclaw
  13. .
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
    Erisha Byrne era tante cose.
    una moglie, una madre, una strega.
    ma di certo non era una traditrice, non lo era mai stata, troppo onesta, troppo sincera, non era nella sua indole.
    eppure.
    eppure quell’uomo lì davanti le stava facendo rivalutare le proprie priorità, da quando non provava una tale attrazione per qualcuno? probabilmente dai tempi della scuola, quando era solo una ragazzina.
    si poggiò una mano al petto trovando la pelle, scoperta dalla camicia da notte, bollente, quando aveva iniziato a fare così caldo? poco prima aveva indossato la sciarpa per andare ad aprire la porta ed ora aveva maledettamente caldo.
    per i suoi gusti, inoltre, le era troppo vicina, si allontanò di un passo, era stata lei ad avvicinarsi ma ora l’aria iniziava a farsi tesa, sentiva che avrebbe potuto fare una stupidaggine standogli troppo vicino.
    e non le sembrava il caso.
    «Sono... ero... Neffi»
    Erisha schiuse le labbra e sgranò leggermente gli occhi «Neffi?» si poggiò nuovamente allo stipite della porta, avrebbe potuto sentire le gambe venir meno in qualsiasi momento «La mia Neffi?» ecco perché lo stomaco le si contorceva quando lo guardava, ecco perché era così maledettamente familiare.
    ma perché aveva voglia di baciarlo?
    «Non avrei dovuto disturbarti» ... «ma avevo bisogno di vederti, di parlare con te, di...»
    Di fare cosa?
    «Entra.» voce piatta mentre si sporgeva e gli afferrava una mano, ignorando quanto questa fosse calda e quanto avesse voluto di più oltre ad una stretta di mano «Di cosa avevi bisogno, Neffi?» le avrebbe chiesto una volta dentro casa, e dopo essersi chiusa la porta alle spalle «o… come dovrei chiamarti? sei sparita per così tanto che hai addirittura cambiato identità » sarcastica, ferita, perché così tanto? non lo sapeva nemmeno lei.
    «sparisci per dieci anni e poi pretendi che io ti riconosca, per di più sotto mentite spoglie» un leggero pugno sul petto, nella foga si era di nuovo avvicinata «conto così poco per te? un’altra spinta, ma questa volta la mano non accennò a lasciare la presa sul giubbotto di pelle, sul suo petto.

    I've got scars
    Even though they can't always be seen
    And pain gets hard
    But now you're here and I don't feel a thing
    Erisha Byrne
    Ex Quidditch Player
    39 y.o.
    Married
    ex Ravenclaw
  14. .
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
    il suo sguardo non accennava a voler lasciare andare la figura di quell’uomo fermo sulla soglia di casa sua: chi era? come conosceva il suo indirizzo? «Guardami» le aveva detto «Sono io»., Erisha aveva seguito attentamente i suoi movimenti delle sue mani come un’ape attirata dal miele, non lo conosceva ma aveva qualcosa di tremendamente familiare, qualcosa che continuava a farle battere il cuore.
    Non aveva sposato un mago, dopo la breve storia finita in modo disastroso con il giovane linguini, non era riuscita a trovare nessuno che riuscisse a conquistare il suo cuore, per anni aveva suscitato la curiosità della stampa, per anni i titoli di giornale avevano supposto di tutto su di lei, sul perché la giovane e promettente stella del quidditch non avesse qualcuno con cui presentarsi agli eventi, e poi, col passare del tempo, perché non avesse qualcuno con cui crearsi una famiglia; quando poi aveva incontrato un magono, appunto soprannominato Goblin, capace di farle battere il cuore, e di farle ancora arrossare le guance, aveva deciso di non darlo in pasto al grande pubblico, erano usciti allo scoperto solo quando erisha byrne aveva deciso di ritirarsi dalla carriera agonistica e dedicarsi al suo, a quel tempo imminente, matrimonio.
    Era stato un matrimonio felice, l’armonia non era mancata nella loro casa e le loro figlie erano cresciute in un ambiente sereno, ma per quanto fossero il ritratto di una famigliola perfetta erisha si era sentita, e continuava a sentirsi, in gabbia.
    Il non avere contatti con le sue più vecchie e care amiche, il vivere in tutt’altro posto rispetto a dove aveva passato l’infanzia, il non poter essere semplicemente se stessa, il privarsi di usare la magia se non in casi estremi, l’aver rinunciato ad una delle sue più grandi passioni, tutte queste cose avevano causato in lei un blocco emotivo, non riusciva davvero ad essere libera e spensierata come anni addietro, in più aveva capito, da qualche tempo a quella parte, di non amare più come prima suo marito, era rimasto un bene sincero e profondo, ma dell’amore non c’era più neanche l’ombra.
    «Mi dispiace ... non avrei dovuto sparire nel nulla» scosse leggermente il capo «sono io che non riesco a capire» ma evidentemente il suo cuore, il suo corpo aveva capito molto prima di lei, ammetteva che il tipo fuori la porta fosse davvero attraente, ma non era la prima volta che le capitava di incontrare uomini di bell’aspetto, allora perché le prudevano le mani? perché aveva voglia di scostarsi e dirgli di entrare? «Non avrei potuto vederti sposare Goblin. Mi... mi dispiace». l’ex cacciatrice sgranò gli occhi, quel soprannome era qualcosa di piuttosto intimo e di cui aveva parlato nelle lettere e non solamente ai suoi amici «puoi dirmi, per favore, chi sei?»disse, facendo un passo in avanti, incurante della sporcizia sull’uscio e dei piedi scalzi, ignorando la differenza d’altezza e guardando il diretto interessato negli occhi, ambra nel blu oceano «conosci un po’ troppe cose, per essere uno sconosciuto»
    I've got scars
    Even though they can't always be seen
    And pain gets hard
    But now you're here and I don't feel a thing
    Erisha Byrne
    Ex Quidditch Player
    39 y.o.
    Married
    ex Ravenclaw
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    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
    Erisha Byrne era cresciuta.
    Non era più la ragazzina innamorata che bazzicava per Hogwarts alla ricerca della favola rosa che tanto desiderava, e non era nemmeno più una promettente stella del quidditch britannico, come lo era stata anni addietro, una volta diplomata.
    Era una moglie, una madre, ed era cresciuta: lo si evinceva dai lineamenti ormai maturi, dall’espressione quasi sempre neutra sul suo viso, dal carattere decisamente più spigoloso rispetto agli anni della sua gioventù.
    Era sbagliato essere cambiata tanto? se lo chiedeva ogni qualvolta il suo sguardo incrociasse le foto esposte sulle mensole di casa sua, dove in abito bianco sorrideva all’obiettivo, e dopo tante riflessioni era arrivata alla conclusione che il tempo, il crescere cambiassero proprio tutti, nessuno escluso, in meglio o in peggio, in modo drastico o semplicemente smussando gli angoli di una personalità troppo infantile, il cambiamento c’era e non si doveva fare altro che accettarlo, semplicemente, per quanto semplice potesse risultare, un passaggio tanto difficile; carezzò con indice e medio una delle tante medaglie che teneva esposte in salotto, e poi si guardò allo specchio, che era lì di fianco, no, decisamente non era più una ragazzina, e oltre all’aspetto fisico lo dimostrava il fatto che metà delle persone che erano presenti nei fotogrammi appesi in giro per casa non fossero più nella sua vita: sua madre, era mancata pochi anni prima senza darle il tempo di poter realizzare di rimanere orfana, ad un età avanzata, ma pur sempre orfana, Mac, Barry, Gideon i suoi primi compagni di squadra, Sorta la sentiva troppo poco per i suoi gusti, avrebbe potuto elencarne tanti altri ancora ma i suoi occhi si soffermarono su Neffi, era quella che era sparita senza alcuna spiegazione, senza lasciare tracce, non aveva risposto all’invito del suo matrimonio e non le aveva mai scritto una lettera, non sapeva davvero cosa facesse nella vita ma sapeva che aveva deciso di tagliarla fuori, per quanto facesse male doveva accettarlo, ed a malincuore aveva imparato a farlo durante gli anni, seppur avesse un peso al petto ogni qualvolta le venisse in mente.
    Quella nostalgia, quel magone allo stomaco, dimostrava che Erisha fosse ben conscia che si trovassero in una situazione favorevole, i titoli di giornali lo dicevano ogni giorno, il mondo sta finendo, era vero, per quanto volesse ignorarlo, anni addietro aveva pensato che quella fosse l’ultima notte al mondo ed aveva capito solo da poco cosa questo significasse, non poter riabbracciare le persone a cui più teneva, non poter far niente per cambiare le cose.
    Si strinse nella sciarpa di cashmere, sola in casa, circondata da un silenzio assordante, non era la prima volta che capitava dopotutto, ci aveva quasi fatto l’abitudine, si avviò verso la cucina pronta a prepararsi un tè, di quelli indiani e non britannici, per poi mettersi a letto ed addormentarsi in quel silenzio che pareva volesse strozzarla.

    sentì il campanello di casa suonare con ancora la tazza fra le mani, aggrottò le sopracciglia, era strano che suo marito tornasse a quell’ora, con i piedi scalzi si avviò verso l’entrata, spiò dall’occhiello non riuscendo però ad incontrare alcuna faccia conosciuta, puntò la bacchetta sulla serratura mormorando un «alohomora», usava sempre la magia per chiudere la porta quando era sola in casa, e finalmente aprì la porta.
    «Hey...» forse un’ espressione sbigottita si dipinse sul suo volto, non conosceva affatto quell’uomo, ed il fatto che la salutasse in modo così colloquiale la prendeva contropiede, cercò di ripararsi dall’aria fredda incrociando le braccia al petto «... non ci vediamo da un po'». Erisha arricciò le labbra prima di schiuderle per dire «mi scusi, credo che lei stia sbagliando persona» si poggiò allo stipite della porta ben attenta a non perdere di vista la bacchetta, in caso ci fosse stato bisogno di intervenire, era una donna sola ma non indifesa «non credo di conoscerla» sguardo ambrato severo, verso il viso di quell’uomo, era certa di non conoscerlo, e allora perché le si stavano attorcigliando le budella?
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    Erisha Byrne
    Ex Quidditch Player
    39 y.o.
    Married
    ex Ravenclaw
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