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    All of these faces who don't know what space is &&
    crowds are shut down, I'm over-stimulated, nobody gets it,
    say I'm too sensitive but I can't listen 'cause I'm eyeing the exits
    This mind isn't mine, who am I to judge? I should be fine, but it's too much.
    when & where
    22 | 02.02.01
    what
    metamorphosis
    who
    aka hartley
    Raccontare quella storia lo aveva svuotato.
    Sentiva di non avere più la forza neppure per abbandonare il piano fisico e disperdersi in quello astrale, ma avrebbe voluto: esistere era davvero una fatica immotivata, inutile, e sopravvalutata. A chi serviva? Di certo non a Maddox Rory.
    «sarebbe cambiato qualcosa?»
    L’interesse da parte del magiavvocato, poi, non faceva che peggiorare tutto; non era abituato ad essere interessante, il Rory, e per il cielo se non gli piaceva. Si sentiva molto più a suo agio nell’essere un vetro trasparente attraverso cui continuare a vedere il mondo, seppur in parte distorto, ma non abbastanza da rendersi conto che ci fosse un essere umano ad occupare uno spazio, in quel preciso punto. Essere visto – fine, stop; ma ancor di più se per qualcosa di atroce – lo metteva incredibilmente a disagio.
    Alle domande di Jack Daniels, quindi, non poteva fare altro se non abbassare lo sguardo ancora di più, socchiudendo le palpebre e trattenendo a forza altre lacrime.
    Se l’era domandato spesso; se lo domandava ogni volta che spariva e ogni volta che tornava, e qualcosa di tremendo era accaduto nel frattempo. Se per una volta avesse scelto di rimanere — sarebbe cambiato qualcosa?
    La risposta, qualunque essa fosse, lo spaventava troppo per trovare in se stesso la forza di scoprirla.
    Sapeva già, in cuor suo, che poteva andare solo in due modi: nel primo caso, sarebbe stato troppo vigliacco e debole per fermare qualsiasi altra aka dal fare quello che volevano fare; nel secondo, terribile scenario, lo convincevano che fosse giusto, che andasse fatto, e finivano per sempre i suoi giorni di beata ignoranza in cui poter fingere di non averne saputo nulla, di non averne preso parte. Sarebbe stato complice; sarebbe stato artefice.
    Un respiro strozzato rimase incastrato in gola, togliendogli il fiato per qualche istante. Non aveva mai pensato di essere una bella persona – troppo inutile, troppo inetto, troppo fragile – ma non voleva nemmeno esserne una brutta.
    Venne strappato dalle sue riflessioni dalla voce di Jack Daniels.
    «tu. Ti sei svegliato… tu. dopo un omicidio»
    Trasalì, per la risata roca e al vitriolo del consigliere, e per le parole dure. Cosa pensava? Che a Maddox avesse fatto piacere aprire gli occhi e trovare il pavimento della stanza imbrattato di sangue? I suoi abiti resi appiccicosi dal sangue che gli si asciugava addosso, i rimasugli dell'ultimo pasto a risalire la gola e minacciare di riversarsi a terra, a fare compagnia al sangue secco? Non era stato affatto piacevole, e se avesse potuto (se avesse saputo farlo) avrebbe volentieri ceduto di nuovo il controllo a qualcun altro pur di non essere fisicamente e mentalmente . Ma non funzionava così, non bastava chiudere gli occhi e desiderarlo per sparire ed essere sostituito da qualcun altro. Non lo sapeva come funzionava la maledetta Scatola.
    Nonostante la pressione della mano di Hyde sotto il mento, Maddox continuò comunque a guardare altrove, distrutto da ricordi che avrebbe preferito tenere lontani dalla superficie ancora un po', e dalla consapevolezza che quello facesse di lui un assassino. Era più difficile negarlo, anche se solo a se stesso, quando qualcuno di esterno alla Scatola veniva messo al corrente della cosa.
    Non era più un segreto solo suo, solo loro.
    E se... e se qualche akas avesse deciso da sé che il capo del consiglio come testimone fosse un po' troppo, e avesse cercato di sbarazzarsi anche di lui? Oh, Dio.
    Si accorse con qualche istante di ritardo che la bacchetta non era più lì a premere contro la carne morbida, e lo fece solo quando la conclusione ovvia e scontata del magiavvocato lo riportò (di nuovo) con la mente al presente.
    «sei la loro coscienza»
    «uh?»
    «pensa.»
    Ancora una volta, la piega delle labbra di Jack Daniels fece tutto fuorché rincuorare Maddox: si vedeva già ammanettato, sbattuto in una cella la cui chiave veniva stata gettata nel più profondo degli oceani. Il fatto che l'altro si fosse allontanato non significava necessariamente qualcosa di buono — ma perlomeno permise al Rory di prendere un respiro a pieni polmoni, il primo che si concedeva da davvero troppi minuti.
    La loro coscienza? Era davvero… assurdo. Impensabile.
    «io non–» credo? Beh, no, ne era certo. E poi, sembrava un ruolo complicato e difficile, Maddox non voleva svolgerlo.
    Ma richiuse la bocca, attendendo un altro verdetto da parte del ministeriale: arresto sì, arresto no. Uh.
    «non sto lavorando»
    Che… non era una vera risposta, ma okay?
    Aggrottò appena le sopracciglia, affidandosi ancora di più al divanetto alle sue spalle, senza fiatare. «e poi, non me ne frega un cazzo»
    Onesto. Onestissimo, ed improvvisamente lo status quo delle cose era stato ristabilito.
    Ma.
    Ma.
    Da quando Maddox Rory era così fortunato, nella vita? Strabuzzò gli occhi, osservando l'altro senza capire, preso alla sprovvista dalla mancata opportunità di sbattere uno come lui in una cella e farlo sparire per sempre dalla faccia della terra. Non lo voleva nemmeno un po? Dopotutto, gli aveva appena confessato di aver occultato un omicidio per chissà quanto tempo, e aver fatto intendere di non essere poi così stabile mentalmente da poter promettere di non fare più una cosa del genere — non dipendeva da lui, infondo. Non solo, comunque.
    Quel Daniels era davvero strano, e se lo diceva Maddox!!
    «senza contare che avete già reso la vostra vita una prigione» Ah beh, ci pareva strano.
    Quella verità non fece troppo male, Mad era consapevole di non vivere la migliore tra le vite e che quella convivenza forzata con altre voci nella testa potesse non essere il massimo (e portare alla follia, a lungo andare), ma abbassò comunque lo sguardo fino a farlo cadere sulla bottiglia offerta, e lì rimase per qualche istante, guardingo. Non poteva essere avvelenata perché aveva visto il Daniels bere dalla stessa per tutto il tempo che erano stati lì — a meno che l'altro non avesse fatto sua la tecnica del microdosing, avvelenando se stesso con piccole quantità di veleno ogni giorno, per aumentare la propria resistenza?
    No, dai, ma a cosa vai a pensare Maddox.
    (Unless?)
    Sospirò, abbassando le palpebre sugli occhi stanchi solo per un istante.
    Di solito aveva con sé la sua fiaschetta semprepiena (recuperata da chissà quale aka e chissà dove, non voleva davvero saperlo) perché l'idea che fosse lei a scegliere per lui cosa bere lo faceva stare meglio (prendere una decisione? sembrava troppo estremo, mpf) ma per abitudine la lasciava insieme al cappotto e al resto dei suoi effetti personali prima di iniziare il turno. Ora ne sentiva la mancanza.
    Rimase un attimo incerto, le mani congiunte in grembo e l'improvvisa realizzazione che Jack Daniels fosse in attesa di un rifiuto o una conferma da parte sua, quando si rese conto che lo sguardo dell'altro era tutto per l'anello che Maddox aveva indossato nella mancina.
    Si affrettò a nascondere la mano, colpevole. «l'ho trovato per terra,» si giustificò, afferrando con la mano libera il collo della bottiglia e tentare così di distrarre il maggiore, «lo stavo portando all'entrata… in caso, sai… il proprietario torni a cercarlo, poi mi... mi sono distratto» la verità, bisbigliata contro il bordo di vetro come se fosse una giustificazione. Lo era? «non l'ho rubato.» assassino e ladro: pacchetto completo. Non si faceva mancare nulla.
    Ma tanto il biondo era già andato avanti. Per fortuna.
    Forse.
    «cos’hai fatto? Dopo esserti svegliato sporco di sangue» Oh no, potevano tornare a parlare dell’anello rubato?! «chi di voi si occupa di occultare cadaveri?»
    «non–» si fermò prima di completare quella frase, una smorfia colpevole a dipingersi sui tratti morbidi del viso, la bottiglia ancora stretta nelle mani ma l’attenzione ora tutta per il ministeriale. Prese un respiro, e ci riprovò. «ho vomitato. e ho pianto.» lo guardò, e forse per tutta l’assurdità della situazione, forse per il modo in cui l’alcol gli stava già scaldando la gola e il petto, e rendendo i pensieri più leggeri (sì, con due sorsi; no ma dico, lo avete visto? certo che è un lightweight di prima categoria, mpf), o forse perché il Daniels non lo stava giudicando come Maddox si era aspettato facesse, o forse perché era solo stupido, lasciò che un angolo delle labbra si arcuasse leggermente verso l’alto, per la pateticità di quella risposta e per la sua prevedibilità, poi nascose quel sorriso sciocco dietro il colletto della felpa, portato fin sotto al naso.
    Il resto delle parole arrivò ovattato, contenuto e diradato dalla stoffa dietro il quale era ancora celato. «ho pensato che fosse un fottuto incubo.» ugh, ora diceva anche le parolacce come Hart, stava davvero prendendo tutte le sue abitudini peggiori!! «non c’era un… un cadavere» oddio che parola orribile, aiuto. «ma solo un sacco di sangue. cioè non così tanto, ma abbastanza. insomma… non credo lo avessero fatto Abbassò la felpa, aggrottando le sopracciglia, e prese un altro sorso dalla bottiglia. «abbiamo passò la bottiglia al Daniels, e poi entrambe le mani sul volto: quanto era anche colpa sua? Non voleva pensarci; non voleva saperlo. «ah, ho fatto la doccia!» come minimo: ricordava ancora di aver passato così tanto tempo sotto il getto bollente della doccia da aver sentito la pelle bruciare — o forse quello era per colpa del modo in cui aveva cercato di scartavetrare via il sangue, utilizzando la spugna. Era stato inutile comunque: il sangue era rimasto sotto le unghie, sotto la pelle, per giorni. Se ci ripensava ora, stava di nuovo male.
    «e poi ho semplicemente deciso che fosse stato un incidente. che… qualcuno si fosse fatto male. non… non sarebbe stato così strano. il sangue non era così tanto, e non c’era… nessuno, oltre a me.» nessun cadavere, nessun morto. «ho pensato che fosse sangue di Hart… che si fosse nuovamente fatto picchiare da qualcuno grosso il doppio di lui. non sarebbe stata la prima volta.» arricciò le labbra, pensieroso. «e nemmeno l’ultima Poi, con una scrollata di spalle, richiese la bottiglia al Daniels. «e non so chi abbia fatto sparire il cadavere, né dove sia. non l’ho mai –» voluto sapere, «chiesto.» quello faceva di lui una bruttissima persona, vero? «e nessuno ne parlava più, era davvero più facile credere non fosse successo nulla. io…» si morse l’interno della guancia, decidendo se trattenere quell’ultima verità per sé, o confidarla al Daniels: tanto, ormai. «se non fosse successo…» con un cenno indicò prima se stesso, poi il biondo, «questo, penso che avrei continuato a fingere di non saperne nulla. no, anzi. non stavo fingendo. l’avevo… l’avevo davvero rimosso. era più facile così, ma immagino tu non possa capire.» non quando andava a sparare alla gente a sangue freddo, come avrebbe potuto capire?
    maddox
    h. rory
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©


    +++ avvento: fiaschetta semprepiena
    CITAZIONE
    13) La famosissima (e utilissima) Fiaschetta Semprepiena: questo contenitore – di modeste dimensioni per essere nascosta facilmente anche sotto i vestiti – si riempie di qualsiasi cosa abbiate bisogno di bere in uno specifico momento, dall'acqua agli alcolici, con un piccolo twist: controindicazioni che variano a seconda dell'umore della fiaschetta, e passano da un attacco di ridarella acuta a improvvise sbronze, passando per mutazioni localizzate e momentanee (orecchie pelose, cambio del colore della pelle, genderswapping, ecc) — impossibili da prevedere!
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    Come disse un saggio: io di risposte non ne ho, mai avute e mai né avrò — anche perché, le rarissime volte in cui provava ad averne, Maddox finiva col dare la «risposta sbagliata». Sempre, ogni singola volta.
    Come in quel momento (o quella interna serata, per meglio dire), appunto.
    Si rendeva conto che il suo continuare a ripetere, come un disco incagliato, di non sapere assolutamente nulla lo avrebbe fatto passare come uno stupido o un bugiardo (ed era solo una delle due cose, lui) ma non sapeva – appunto. – cos'altro dire, se non quello, perché era così: non sapeva nulla, della vita in generale, nisba. Tre quarti delle cose traumatiche (e non.) che gli capitavano, venivano subito rimosse dal Rory per autoconservazione e (scarso) istinto di sopravvivenza; il restante quarto delle volte, non sapeva nemmeno che fosse mai capitato, ad essere del tutto onesti, fatti accaduti in uno dei suoi tanti momenti di shutdown, duranti i quali erano al comando le altre akas — di solito quelle meno frequenti, personalità che apparivano forse una volta nella vita e si godevano quelle scarse ventiquattro ore di aria fresca e poi sparivano di nuovo, portando con sé ricordi di intere giornate che Maddox non ricordava di aver vissuto.
    Insomma, un qualsiasi martedì nella vita del metamorfo.
    Quindi no, neppure quella volta aveva una risposta da dare al Capo del Consiglio che fosse diversa da quella; e la reputasse pure errata, se voleva, era comunque l'unica che Mad avesse da offrire. Magari qualche altra aka, messa alle strette e minacciata dal catalizzatore puntato alla gola, avrebbe almeno avuto la decenza di inventare una balla, ma non lui: Maddox era troppo (idiota) onesto per quelle cose, un (vero infp lawful good — gli mancava solo di essere un virgo) un fottuto libro aperto sull'indice e tutti i capitoli in bella mostra, con tanto di immagini esplicative ad accompagnare il tutto; piuttosto che dire una bugia, preferiva rimanere in silenzio e far dubitare gli altri del proprio QI (un dubbio, comunque, molto più che lecito), non era così terribile infondo.
    «un incidente»
    Anche per questo rimase in silenzio quando Jack Daniels ripeté quelle parole, limitandosi ad annuire una volta, e facendosi il più piccolo possibile — forse anche letteralmente, accedendo inconsciamente alla sua capacità di modificare il proprio aspetto, cosa che non faceva mai volontariamente.
    Era stato un incidente.
    O, perlomeno, era quello che le altre akas avevano ripetuto per giorni, per settimane, fin quasi a convincersene. Maddox, invece, aveva preferito dimenticare. E se non fosse stato per quella spiacevole piega, avrebbe continuato ad ignorare il problema a lungo. Per tutta la vita, se fosse stato necessario (e possibile). Ma il saggio diceva che non si può scappare dal passato, perché prima o poi torna a chiedere il conto, e forse quello era il momento in cui bussava sulla spalla del Rory per riscattare tutto il trauma che aveva cercato di evitarsi così a lungo.
    «che tipo di incidente?»
    Uno terribile, di cui Maddox non aveva voglia di parlare.
    Seguì per un breve istante lo sguardo del Daniels verso la folla, facendolo perdere in quel mare di gente che sembrava non badare minimamente a loro, e domandandosi solo marginalmente come sarebbe stato essere in grado di utilizzare il proprio potere consciamente, assumere l’identità di una persona normale, e scivolare tra i corpi accaldati per far sparire le proprie tracce.
    Con un sospiro pesante (e un mezzo singhiozzo), decretò che non l’avrebbe mai saputo perché, nonostante le lezioni di Controllo, trovava sempre molto complicato alterare il proprio aspetto, e non lo faceva mai se poteva evitare.
    «hai ucciso qualcuno?» Non fraintese il tono più morbido di Jack Daniels a quella domanda per qualcosa che non era – compassione – e lo accolse con prudenza e aria guardinga, conscio che quell’espressione aliena sul viso del ministeriale non fosse dettata da un’improvviso cambio di marcia nei suoi confronti, ma forse da una pericolosità tutta nuova. Un predatore che, improvvisamente, cambia strategia d’attacco; la preda non aveva scampo.
    Avrebbe potuto negare, mentire o inventare una spiegazione plausibile per quanto condiviso con l’altro — ma non ne era in grado, e Maddox era consapevole dei propri (tanti) limiti. Fece, invece, esattamente quello che una preda non avrebbe dovuto fare mai: distogliere lo sguardo dal suo aggressore, e abbassarlo. Avrebbe pagato caro quel gesto, probabilmente, ma non aveva il coraggio di guardare qualcuno negli occhi in quel momento; non quando la verità (o la cosa più vicina ad essa che Maddox potesse offrire) era lì sulla punta della lingua, pronta ad essere condivisa con qualcuno di esterno alla Scatola, per la prima volta in per sempre. Qualcuno che, e se ne rendeva conto solo con una piccolissima porzione di raziocinio, poteva arrestarlo, per una confessione del genere.
    Non lo fermò comunque dal farla.
    «non sono stato io quando parlò, lo fece con un filo di voce, così bassa e tremolante che temeva non sarebbe mai arrivata alle orecchie dell’avvocato, ma continuò comunque. «io… io non c’ero nemmeno.» non c’era stato per un sacco di tempo. «avevo bisogno di spazio, e hartley di godersi un po’ la superficie e…» un altro singhiozzo gli mozzò le parole in gola, e Maddox strinse i denti attorno alla carne del labbro inferiore, fino a sentire il sapore metallico del sangue scoppiargli in bocca. Doveva smetterla di piangere, non avrebbe minimamente aiutato la situazione. «andava tutto bene… era felice Non era necessario specificare chi; un evento più unico che raro, ricordi sbiaditi che aleggiavano nella Scatola come spettri di tutto quello che aveva(no) perso. Si asciugò le ultime lacrime rimaste impigliate tra le sopracciglia scure, e proseguì, incerto su come percorrere quel sentiero disastrato (e disastroso). «poi non so cosa sia successo… non di preciso, comunque. non ce l’ha mai voluto dire, e quei ricordi li ha nascosti fin troppo bene,» era complicato seguire il processo logico e funzionale della Scatola, e non era quello il momento per spiegarlo al ministeriale, ma sperava che, vista la sua mente brillante, potesse comunque stargli dietro e ricostruire da se un puzzle a cui mancavano importanti pezzi qua e la. «un– un giorno mi sono svegliato, ed era passato molto più tempo del solito… ed erano tutti agitati… tutti terrorizzati... e hartley era sparito. hartley… l’unico che c’è sempre» purtroppo, o per fortuna, anche quando nessuno lo voleva, «e c’erano abiti sporchi di sangue… non fresco, non ho idea di quanto tempo fosse passato. o cosa sia realmente accaduto. o chi sia stato il fiato corto, come se avesse corso una lunga maratona, lo costrinse a fare una pausa; si portò entrambe le mani al viso, e le passò sugli occhi stanchi prima di concludere, con la voce sempre più bassa, così flebile da risultare quasi trasparente. «adesso, ogni volta che… prendo del tempo per me, al mio ritorno ho sempre il terrore di svegliarmi e scoprire che sia tornato… che abbia fatto del male a qualcun altro.»
    perchè piangi? Gli aveva chiesto.
    Piangeva perché, per quanto negasse persino con se stesso un suo qualsiasi coinvolgimento, non poteva mettere a tacere le voci di chi sosteneva che fosse stato lui, fossero stati loro, a macchiarsi le mani di quel sangue che, a distanza di tempo, Maddox ancora sentiva sotto le unghie.
    Piangeva perché, dopotutto, nessuno poteva assicurargli che non sarebbe più successa una cosa simile — e lui non era abbastanza forte per impedirlo, sempre pronto a rifugiarsi nell’oblio al primo accenno di problema, alla prima situazione troppo grande e difficile da gestire, contento di chiudere gli occhi e ripetersi che non fosse un suo problema.
    Lo era, lo era eccome.
    Quando rialzò lo sguardo sul Daniels, lo fece con la consapevolezza di aver firmato la propria condanna. «ora mi arresterai?» altri special erano stati considerati defective per molto meno, ma non c'era paura, per una volta tanto, nella voce di Maddox; solo cupa rassegnazione.
    maddox
    h. rory
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    «e questo cos’è?!»
    Il tono era non dissimile a quello di un bambino la mattina di Natale che trovava sotto l’albero un enorme regalo infiocchettato e indirizzato proprio a lui, e con la stessa gioia di quel ragazzino, le dita di Jordan toccarono il cartoncino colorato dimenticato sotto i menù dell’asporto, e dietro due bicchieri di carta accartocciati.
    Nel leggerne il contenuto, lo sguardo ceruleo dello special si fece sempre più eccitato, perché cosa c’era di meglio di «una festa?!» alla quale, a quanto pareva, era stato invitato personalmente?! Beh, oddio, non proprio personalmente perché era quasi certo di non esser stato lui a ritirare quell’invito, ma bensì un’altra delle akas ma… chi meglio di lui avrebbe potuto sfruttare l’occasione?! Non c’erano altri festaioli come lui… c’erano altri festaioli diversi da lui – tipo… Levi e Sam, ma non tutte le feste erano fatte per strusciarsi contro altri corpi, no? alcune erano da godersi solamente nella musica e nella danza – perciò dai, era un po’ come se fosse proprio per lui, quell’invito!
    Lo portò al petto e lo strinse, come se fosse la cosa più bella che gli fosse capitata di recente.
    E, in parte, era proprio così: Jordan, J all’interno della Scatola, appariva raramente in superficie, e quando lo faceva di solito serviva per risolvere qualche problema (grazie alla sua estroversione e alla sua simpatia, una combo che non si trovava in molti altri inquilini della Scatola) o per sbrogliare qualche situazione complicata che né Hart né Maddox avrebbero mai potuto gestire, ciascuno per motivi diversi; ma non lo chiamavano mai per momenti di festa, o di svago, come quello.
    Era abbastanza certo di non avere nulla di commissionato per quel giorno, e dal momento che nessun’altra aka stava sottolineando quello o quell’altro impegno dimenticato, urlandogli nella testa orari e luoghi da raggiungere, il musicista ne dedusse che fosse libero come un fringuellino! Poteva godersi la festa! YAY! Se lo meritava.
    Se lo meritavano un po’ tutti, in realtà.
    Avere Maddy al comando era… mh, divertente e di sicuro intratteneva le lunghe e grigie giornate senza fine degli abitanti di quel mondo tutto loro che era La Scatola ma non era proprio emozionante. E, soprattutto, li lasciava sempre un po’ tutti tristi e delusi dalla vita perché Maddox, per tutto il bene che Jordan voleva lui, non era affatto il più ottimista o positivo delle akas, perciò insomma. Ogni tanto, vivere almeno qualche ora di spensieratezza e gioia, serviva anche a loro.
    Ed era qui che entrava in gioco lui! Grandioso!
    Già non vedeva l’ora di recarsi sul posto, mostrare con un sorrisone il proprio invito, che certificava appartenesse a quella festa anche lui, entrare e fare baldoria — non nel modo in cui l’avrebbe fatta una Levi, dando spettacolo con i suoi abitini striminziti o creando scompiglio con i suoi atteggiamenti provocanti e il suo pessimo giudizio in fatto di conquiste, ma a modo suo. Divertendosi, ballando, e duh perché no, bevendo!
    Si sarebbe goduto quelle ore al comando della nave al meglio del suo potenziale, parola di scout!
    «uhm… ciao?»
    Prima stranezza: al suo arrivo al Captain Platinum, Jordan non aveva notato nessuna coda fuori dal locale, ma l’aveva dismesso con semplicità, credendo di essere arrivato a festa già inoltrata, quando tutti erano dentro. Possibilissimo!
    «sei… anche tu qui per la festa?»
    Seconda stranezza: nessun buttafuori l’aveva fermato sulla porta per chiedergli l’invito. Jordan l’aveva comunque tenuto nella tasca del giacchetto di jeans, pronto a mostrarlo con orgoglio a chiunque l’avesse chiesto!
    «oh mio dio, si tiene in una sala nascosta?!»
    Terza stranezza: una volta messo piede nel locale, si era accorto che fosse stranamente vuoto, con solo un solitario bevitore seduto al bancone, bottiglia di Tequila piena a metà al suo fianco.
    «sai indicarmi dov'è?»
    Quarta stranezza: non c’era nemmeno un barista dietro il bancone, nessuno ad accogliere Jordan o a versare da bere all’altra persona, che si riempiva i bicchieri da sé. Uhm.
    «guarda,» visto che non era né Maddox – con la sua inspiegabile fobia nei confronti di altri esseri umani – né Hartley – che li odiava già solo per il fatto che respirassero –, Jordan si avvicinò trotterellando all’unica altra anima all’interno del Cap, e gli sorrise con entusiasmo mostrando il cartoncino colorato. «sono stato invitato!»
    oh boi.
    the normals, they make me afraid;
    the crazies, they make me feel sane.
    You like me best when I'm off my rocker,
    tell you a secret, I'm not alarmed.
    So what if I'm crazy? The best people are.
    whenoctober 2023
    captain platinumwhere
    boardi'm crying my best
    mad hatter
    melanie martinez
    whomaddox j(ordan)rolethe fun onealignmentdeatheater
    infotwenty-ishinfometamorphosisinfote quiero tequila!



    CITAZIONE
    19- PG1 è stato inviato ad una festa ma sbaglia giorno e ora; quando arriva non c'è nessuno, solamente PG2 e la sua bottiglia di tequila.
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    La forza dell'impatto di quegli improvvisi ricordi lo aveva colto alla sprovvista, e aveva lasciato il Rory senza fiato. Annaspava alla ricerca d’aria, lo special, una mano portata alla gola per allargare inutilmente lo scollo tondo della maglia, per poi portarle entrambe a mezz’aria, con i palmi rivolti verso il Capo del Consiglio. Non sono stato io. Una giustificazione vana, troppo sottile e trasparente per fermare la reazione del maggiore.
    In un attimo, Maddox si ritrovò con la bacchetta del mago puntata alla gola, il fiato ancora corto per quanto appena vissuto e tagliato del tutto dal gesto repentino del Daniels; Maddox non l’aveva visto muoversi, troppo impegnato a ficcare di forza quelle memorie laddove erano state per anni, in un cassetto chiuso a forza, ma anche fosse stato pronto e attento, non avrebbe mai avuto i riflessi abbastanza pronti per evitare l’aggressione. Non lui, almeno .
    «non–»
    «cos’hai fatto?»
    «nulla!» ora la voce di Maddox era più stridula, ma pur sempre un sussurro che a fatica riusciva a lasciare le sue labbra; tutto ciò che vedeva era il viso del maggiore ad occupare il suo campo visivo, la durezza del suo sguardo, e la promessa che quella serata non sarebbe finita bene per Maddox. «non sono stato io, mi hanno spinto, scusa, io non–»
    In aggiunta al trigger di aver rivissuto per qualche istante degli spiacevoli ricordi, ci si mettevano anche le minacce del mago: non un momento strepitoso per essere Maddox Rory. Deglutì a fatica, la sua voce ad acavallarsi debolmente su quella dell’altro. «scusa, scu–»
    «cosa ho visto?»
    Come una doccia gelata, quelle parole mozzarono di nuovo l’aria nella gola di Maddox.
    Cosa ho visto?
    Pietrificato dalle immagini ancora impresse nelle sue retine, e nella sua mente, l’unica cosa che Maddox poté fare fu fissare Jack Daniels negli occhi, confuso e spaesato. Cosa ho visto?
    Oh. Oh; Maddox sapeva molto bene ciò che aveva visto — ma com’era possibile che l’avesse visto anche Jack Daniels? Non lo era. A meno che non ci fosse un telepate, da quelle parti; uno anche piuttosto sadico, a parere dello special.
    Scosse piano la testa, solo un paio di volte, e senza fare movimenti bruschi. «non lo so» stava diventando ridicolo, ma a qualcuno toccava essere l’aka bionda della Scatola, e quel qualcuno era proprio Maddox. Involontariamente, gli passò di nuovo davanti l’immagine della moto di Hartley accartocciata contro l’albero dove aveva frenato la sua corsa, dopo aver distrutto il guardrail: avevano, tutti loro, volontariamente rimosso quel giorno. Erano stati molto bravi, fino a quel momento, a tenerlo chiuso sotto chiave. Eppure era l’elefante nella Scatola, e lo sapevano tutti.
    Non erano propriamente suoi ricordi, ma dopotutto, c'era davvero differenza? Maddox si ostinava a credere che ognuno di loro fosse libero di avere la propria vita e i propri ricordi e le proprie relazioni — ma alla fine della fiera erano tutti una cosa sola.
    «quello che hai visto,» la sua voce ormai era poco più di un alito di vento inconsistente, un po’ come si sentiva lui sotto la minaccia della bacchetta pronta del ministeriale, «è stato un incidente.» Il fatto che lo rivedesse, ma anche quello che era successo. «non–» non poteva parlarne; l’aveva promesso ad Hartley. Lo aveva promesso a se stesso.
    Maddox sentiva il cuore tentare di battere al centro del petto, troppo sconvolto per farlo ad un ritmo regolare; a quel punto, non sapeva se l’avrebbe ucciso prima la paura o l’arma del mago.
    Stavolta, il tocco fu volontario; senza pensarci, messo alle strette e disperato, portò le dita a stringersi attorno il polso di Hyde, un riflesso involontario per tentare di fermare il maggiore. Il per favore a morire sulle labbra quando una nuova ondata di ricordi investì Maddox — e con ogni probabilità anche Jack Daniels.
    Le immagini, quella volta, erano più nitide; una pellicola messa a fuoco ma comunque abbastanza distante da riuscire a delineare un confine frastagliato fra ciò che era vero e ciò che non lo era. Vide (videro?) perfettamente la figura del biondo impugnare una rivoltella e premere il grilletto; l’accenno di sorpresa quando, a giudicare dal modo in cui l’odore acre di paura aveva cessato di esistere, Hartley aveva preso il suo posto; delle mani pallide a stringere l’elsa di un pugnale, la calma e l’impassibilità che poco si addicevano alla scena, e quasi una sensazione di soddisfazione nel sentire la carne morbida cedere sotto la lama; altre mani, sovrapposte alle prime, che quella stessa carne l’avevano accarezzata e stretta e percorsa e pizzicata più e più volte; una polaroid rovinata tenuta tra le pieghe del portafoglio di pelle; Jason e Derulo nella fossa; la voce di Hartley nella sua testa (nella loro testa) che gli intimava di smetterla, di stare zitto e di non dire una parola; la promessa che nessuno avrebbe più parlato di quel giorno. Il senso di colpa nascosto come polvere sotto il tappeto, ma sempre lì pronto a fare inciampare i meno attenti.
    Quando riuscì a districare la presa dal polso fino e delicato del mago, Maddox era senza fiato.
    E pronto a rigettare anche la propria anima, scosso da quel vortice di immagini che erano riaffiorate tutte insieme, pericolose come emozioni tenute imbottigliate troppo a lungo e che improvvisamente esplodono, portando con sé solo devastazione. Immaginava di aver cambiato colorito, ma non avrebbe saputo dire se fosse più cianotico o pallido; sapeva solo che sentiva risalirgli su anche la vita, e premette il dorso della mano contro le labbra. Vomitare addosso al Consigliere era fuori discussione, ma un pianterello? Perché no.
    Strizzò le palpebre, cercando di cacciare via le immagini che si erano prese la libertà di affiorare in maniera disordinata, in un ordine tutto loro e senza coerenza, ma riuscì solo ad imprimerle ancora di più nella memoria; con la mano già al viso, asciugò le lacrime che erano scivolate sulle guance, e solo quando era (abbastanza, mai certo) di non rovinare gli abiti del mago con la sua cena, gli ripeté ancora una volta che non era stato lui. «io non posso fare… queste cose.» di quello era abbastanza sicuro: la metamorfosi era un potere fisico, non mentale, non era mai stato provato che quelli come lui potessero condividere ricordi in una maniera più o meno simile a quella appena vissuta da Maddox e Hyde. L’idea che potesse essere l’anello indossato in maniera del tutto casuale, non lo aveva nemmeno sfiorato. «non volevo…» figuriamoci se avrebbe mai condiviso volontariamente quei ricordi con Jack Daniels — o con chiunque altro, per quel che valeva. «lasciami andare e sparirò,» per sempre, magari, «lo prometto.»
    Maddox non poneva alcuna minaccia per l’incolumità del mago, e non aveva alcun interesse a rimanere lì e dimostrare il contrario. Potevano ancora fingere che non fosse successo nulla e continuare ciascuno con la propria vita — Maddox era intenzionato a farlo, subito dopo aver trovato qualcuno in grado di obliviarlo a dovere, certo. Meglio eliminare direttamente il problema alla radice, no?
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    22 | 02.02.01
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    aka hartley
    «perchè qualcuno ha decretato che insieme funzionassimo?»
    Confuso dalla scelta di parole, lo special ci mise un po' a capire che il biondo intendesse Jack Daniels e Maddox Rory, e che non stesse più parlando dell'insieme confuso di voci incorporee che vivevamo nella testa del metamorfo. «huh»
    Non aveva una risposta da dare al maggiore (strano!) perciò preferì rimanere in silenzio, stringendosi nelle spalle; lui non aveva ancora capito nulla (punto) di tutto quello, cosa pretendeva che gli dicesse? “Non lo so” sembrava un po' ripetitivo persino per i suoi gusti…
    «Però… Ha funzionato, no?» Perlomeno, per quanto concerneva quell'assurdo esperimento sociale messo in piedi dalla psycho shipper di turno: erano usciti vivi da lì, e sulle loro gambe (uno più dell'altro, certo), anche se Maddox sapeva del proseguimento della serata solo per vie traverse, non avendo assistito a nulla in prima persona.
    ...a ben pensarci, forse avevano funzionato proprio perché lui non c'era stato.
    Un "oh" , stavolta silenzioso, dischiuse le sue labbra mentre realizzava, non senza una punta di isterismo – e fastidio? – che ancora una volta Hartley Rory era stato più utile di lui e li aveva fatti sopravvivere per un giorno di più, nonostante professasse sempre l'esatto contrario. Forse Maddox doveva imparare a dare più credito al moro; forse ci teneva davvero a se stesso, e alle akas; forse, dopo anni, stava finalmente superando l'incidente e poteva tornare ad comportarsi da essere umano semi funzionale, lasciandosi dietro il cuore spezzato dal tradimento e dai sensi di colpa. Forse.
    Battè un paio di volte le palpebre, confuso e preso alla sprovvista dalla risata a metà del consigliere, contagiato suo malgrado dell'assurdità della cosa: se non altro, perché era tutto così fottutamente ironico che non si poteva fare nulla se non ridere (o piangere; ma la sessione di skincare nel magazzino del Fiendfyre, poco prima, aveva esaurito le scorte giornaliere di lacrime del Rory che si stavano, a quanto pareva, ancora ricaricando quindi risata sia). Non capiva cosa ci fosse di divertente in un Hartley suicida che voleva sabotare l'intera Scatola solo per una stupida questione di principio nei confronti del Daniels, ma tant'è: erano un sacco le cose che Maddox non capiva, non si faceva più domande.
    «sarei curioso di vederlo. quando vuole» Con calma, ma senza troppo timore a palesarsi nello sguardo scuro, lo alzò su Jack Daniels e lo fissò per qualche istante, senza bisogno di cercare di capire se fosse serio o meno: lo era. «Non penso riferirò il messaggio.» contrariamente a quello che sosteneva o dava a vedere, Maddox ci teneva alla propria pelle e non voleva aggiungere benzina su quel fuoco implacabile (e imprevedibile) che era Hartley. «Lo prenderebbe come un affronto, o peggio, un invito, e—» lasciò la fine della frase vaga, come il cenno della mano che la accompagnò, di libera interpretazione per il biondo.
    Ma una parte di Maddox quasi sospirò – sollevata o rassegnata o risentita, era impossibile dirlo – all'idea che, nonostante tutto, Jack preferisse, in qualche modo, la compagnia di Hartley alla sua. Hartley, e non Levi o J o Sam o qualsiasi altra aka.
    Hartley.
    Non Maddox.
    Comprensibile, eh; raramente le persone tornavano volontariamente da lui, dopo la prima volta, e ancora più di rado ritenevano di avere null'altro da dirgli già dopo un primo e fugace scambio di parole, perciò c’era piuttosto abituato; perché lo colpisse proprio in quel momento, non avrebbe saputo dirlo. Sapeva solo che lo portava (ancora e sempre) a riflettere sul perché ci fosse lui a capo di tutto, e se fosse possibile chiedere un cambio di pilota a qualcuno, da qualche parte. Se c'era un ufficio reclami per identità smarrite, tipo, grazie e aiuto.
    Mah.
    (Magari bastava un bravo psicomago, eh, la butto lì amore di mamma.)
    «io non lo odio»
    Sospirò, desiderando non per la prima volta che lo stesso valesse anche per l'altro.
    Erano molte le cose che Mad non sapeva o non capiva, e questo era stato già chiarito in più occasioni, ma quella, suo malgrado, l'aveva percepita: per Jack Daniels odiare qualcuno richiedeva troppo sforzo e lavoro, forse, ma non per l’altro Rory; quello era il genere di lavoro a cui Hartley dedicava la totalità delle proprie, pigre, giornate, come se fosse uno a tempo pieno, odiando tutti anche per il più futile dei motivi come il fatto che… boh, che respirassero.
    «non più degli altri» «mh?» «forse un po’ di più.» «ah» non la più rincuorante delle affermazioni, ma eh vabbeh, se lo immaginava.
    Un'ombra scura passò sul viso imberbe dello special, lo sguardo a incastrarsi in quello chiaro e quasi trasparente del Daniels. «glielo chiederò quando mi verrà a cercare. Perché ci abbia messo così tanto» «spero non lo faccia mai» non sapeva più come sottolineare quel concetto con altre parole, le aveva finite tutte; poteva solo lasciare appena accennato il fatto che fosse felice di averlo beccato lui, quella sera, quando la Scatola era silenziosa e nessun Hart in vista all'orizzonte, e che sperava di potergli tenere nascosto quell'incontro, e quell'invito tentatore del maggiore, il più a lungo possibile.
    «Meglio se—» «lo sai che puoi andare, se vuoi» il continuo della frase gli morì in gola.
    Certo, ovviamente, che stupido; avevano parlato per una manciata di minuti, forse senza raggiungere neppure lo scoccare dell'ora, ma non significava assolutamente nulla. Jack Daniels era annoiato, e lui abbastanza atipico da risultare, per certi versi, interessante ad una mente analitica e affilata come quella del consigliere; erano entrambi ancora lì solo ed esclusivamente per quel motivo, per intrattenere il Daniels.
    Maddox lo sapeva.
    Eppure riuscì comunque a sorprendersi all'invito (non così velato) di levare le tende, ritirandosi inconsciamente nel proprio spazio (mentale e fisico) il più lontano possibile dal maggiore, pur rimanendo seduto sul divanetto.
    Meglio se non coinvolgiamo Hartley, ora o in futuro ciò che avrebbe voluto dire.
    «Meglio se vado, sì.» Ciò che disse, braccia lungo i fianchi ed espressione distrattamente controllata sul viso pallido.
    «non ti sparerò alle spalle»
    Sapeva di aver rubato a quella conversazione, e al consigliere, più tempo di quanto non fosse lecito; di quanto non fosse permesso.Il perché l'avessero fatto, entrambi, sarebbe rimasto un mistero — quantomeno per il Rory. Gli rivolse comunque il più timido e meno sentito dei sorrisi, per nulla rincuorato dalla sua promessa e poi si alzò, i palmi sudati delle mani a sfregare contro i jeans insozzati, guardandosi intorno come riemergendo per la prima volta nella realtà, con la musica che rimbombava ovunque nello spazio intorno a loro, e l'odore di corpi sudati e profumi più o meno costosi che si mischiavano gli uni con gli altri. Abbassò lo sguardo sul Daniels solo per un attimo, inclinando il capo verso la spalla e prendendo nota della figura abbandonata contro lo schienale del divano, la birra appoggiata al petto, le mani alzate in segno di resa, o momentanea tregua. «Grazie... Immagino.» Per la promessa di non sparare a vista, e anche per averlo ascoltato quando non era così scontato che lo facesse. O dovuto, insomma.
    Si guardò intorno, incerto sul da farsi: doveva andare via e basta, fine dei giochi, o doveva salutarlo stringendogli la mano e congedandosi? Ugh, non sarebbe stato più facile sparire e basta, no eh?
    E poi la palla (saraeli) ha detto: “cade?” “sicuramente. ma si dai”
    E quindi: un attimo prima Maddox faceva vagare lo sguardo nella sara alla ricerca di un appiglio, o un manifesto, che gli spiegasse come salutare un altro essere umano e allontanarsi senza sembrare troppo sospetto, e quello dopo qualcuno, passando, nella foga di fare festa gli diede una spinta e lo rimandò contro i divanetti, senza dargli il tempo di capire cosa stesse succedendo.
    O come cadere senza finire addosso al consigliere.
    «scusa, è stato–» un incidente? sì, esatto, come quello di sfiorare la spalla del biondo, nella caduta, prima di poter rotolare via sulla parte di divano rimasta libera; troppo tardi, comunque, perché a giudicare dai flash che passarono davanti agli occhi del metamorfo era appena successo qualcosa.
    Cosa? Eh bella domanda, non ne aveva mezza idea; ma qualcosa senza ombra di dubbio. Aveva visto il sorriso di Hartley – quello vero, sincero, quello del prima – e poi aveva visto dei ricordi che non spettava a lui rivivere, e delle mani scure, ciao magandi rosso sangue e un vetro spaccato e la moto schiantata contro il guardrail e altro sangue e la piega del sorriso che era diventata una smorfia ferina e ferale. Scosse piano la testa, Maddox, confuso e disorientato dalla forza di quei ricordi (perché era certo che lo fossero, seppure appartenessero ad altre akas), dalla loro subitaneità. Allacciando lo sguardo allarmato con quello del biondo, si affrettò a ritirarsi il più possibile nel proprio spazio, e a mettere le mani avanti. «non– non sono stato io, scusa, mi hanno spinto.» Non aveva ancora capito esattamente cosa fosse successo (per quanto riguardava i ricordi; la spinta, in sé, era invece piuttosto chiara) ma scusarsi gli pareva una buona idea per evitare di ricevere, dopotutto, quel proiettile fatale alla schiena. O in mezzo agli occhi.
    Che ne poteva sapere che Hyde avesse visto le sue stesse identiche cose, eh maledetto anello?
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    A dire la verità, Maddox non si era aspettato di ricevere molte domande durante il suo discorso perlopiù incoerente e incomprensibile; anzi, a dirla proprio tutta, questa maledetta verità, non aveva neppure creduto possibile, per uno come lui, intrattenere una conversazione con Jack Daniels senza scoppiare a piangere o fuggire via a gambe levate.
    Eppure era lì.
    Eppure l’altro stava facendo domande.
    Uh, com’era strano il mondo certe volte.
    Rimaneva il fatto che Maddox non aveva preventivato la possibilità che al biondo venissero in mente domande, o che volesse sentire (e sapere) di più di quanto il Rory non stesse già condividendo; dall’aria stanca e annoiata, non si sarebbe detto.
    E anche se Maddox era Maddox, e non il più perspicace degli individui, persino lui poteva capire molto dallo sguardo inconsistente del Daniels.
    Poco ma sicuro, inoltre, non si era preparato per una domanda così — banale, in effetti, ma insolita e inaspettata: «chi sceglie i nomi?»
    Quattro semplici parole che lasciarono lo special confuso, più confuso di prima, e sgomento. Non era pronto alla curiosità – se così poteva essere definita la nota impercettibile nella voce del consigliere –, figuriamoci, dunque, se fosse pronto con delle risposte.
    Aprì e chiuse le labbra un paio di volte, smarrito; non c’era altra parola per descrivere lo sguardo vuoto rivolto alla pista da ballo, le sopracciglia aggrottate, la bocca semi dischiusa in una mezza risposta che non aveva mai avuto e sulla quale Maddox non si era mai soffermato.
    Non sapeva se valesse la stessa cosa anche per le altre akas, ma lui di sicuro non aveva mai indagato su tutta “la questione” — preferiva lasciare il divertimento agli altri; e nessuno di loro, c’era da dirlo, aveva mai condiviso eventuali scoperte con il resto della classe.
    O con Maddox, per quanto valesse.
    O forse era solo bravissimo lui a chiudere fuori qualsiasi tipo di informazione troppo difficile da elaborare; era più facile convincersi di non sapere che dover affrontare la verità, qualsiasi essa fosse.
    Al Daniels, al suo fianco, rivolse solo quello sguardo spaesato e una scrollata di spalle. «Non… non lo so.» Era un po’ troppo pretenzioso aspettarsi delle risposte da lui, ma Jack Daniels non lo conosceva ancora così bene; non che ci fosse molto da conoscere, e ben presto l’altro si sarebbe fatto un’idea abbastanza completa di che razza di persona fosse Maddox Rory, insomma, era esattamente ciò che sembrava: incompetente, disagiato, introverso, problematico, solitario. Ma aveva anche dei difetti!
    «Sono... lì, immagino.» L’increspatura sulla fronte aumentò impercettibilmente sotto lo sforzo insolito di Mad di dare un senso a qualcosa che, citando un saggio, un senso non ce l’ha; aveva dato per buone e assodate un sacco di cose, nel corso di quegli anni — domandarsi chi avesse scelto i nomi era stato così in basso sulla sua lista di priorità che era la prima volta in cui si soffermava a pensarci. Per quel che valeva, nel suo caso aveva semplicemente aperto gli occhi e saputo che il suo nome fosse Maddox. Fine...?
    Avrebbe compreso se Jack Daniels l’avessee trovata una risposta senza senso; non lo aveva neppure per Maddox, ma era così.
    Quando, finalmente, distolse l’attenzione dalla massa informe di corpi danzanti, per riprotarla sul ministeriale al suo fianco, Mad lo trovò che lo stava già guardando, con quello sguardo pesante e giudicante, che esprimeva tutto quello che chiunque aveva (e avrebbe) mai pensato su Rory: che fosse senza palle, e uno smidollato, che non avesse la forza, o peggio, la dignità, per prendere di petto la sua vita e svoltarla.
    E lui era così abituato a quei giudizi che non potè non reagire se non nella solita maniera, abbassando la testa e annuendo, dandogli ragione. Cos’altro poteva dire? Infondo era proprio così, no? Viveva la sua vita un quarto di terrore alla volta, si recava tutte le sere a svolgere un lavoro che non sopportava e al posto del quale si sarebbe fatto volentieri sparare (di nuovo!!) dal consigliere seduto al suo fianco, condivideva l’esistenza con un gruppo non meglio quantificato di non-persone che erano tutte più funzionali di lui — eppure, per qualche assurda, inspiegabile, e fottutamente ironica ragione, toccava a lui la responsabilità di tutto.
    Tutto quello sarebbe bastato a far perdere la (poca) sanità (rimasta) a chiunque; figuriamoci ad un Maddox Rory.
    Era la persona meno interessante del pianeta terra; era un miracolo che il Daniels fosse abbastanza annoiato da voler continuare quella improbabile conversazione, o che lui stesso avesse deciso di assecondarlo — attendeva solo il momento in cui l’altro si sarebbe alzato dal divanetto, sparendo tra la folla senza un’altra parola. O quello in cui avrebbe ricordato a Maddox che era lì per lavorare e che facesse meglio a tornare al suo compito e lasciarlo in pace; entrambe le opzioni, a dirla tutta, sarebbero state più che in linea con il personaggio.
    E invece, erano lì.
    E Maddox, nonostante tutto, si lasciò persino sfuggire una piccola smorfia alle risposte volutamente vaghe di Jack; non era una smorfia di tristezza o delusione, ma uno di rassegnazione: perché avrebbe dovuto immaginarlo che domandare fosse lecito e rispondere cortesia, ma non necessariamente le concessioni fornite dovevano avere l'aspetto di vere e proprie risposte, no? Nel loro essere vaghe e inconcludenti avrebbero potuto benissimo essere domande a loro volta.
    Annuì, pur non avendo compreso, soffermandosi brevemente su un ricordo lontano ma allo stesso tempo chiaro abbastanza da essere rimasto impresso nella sua mente logora e provata: un Jack Daniels che, rivoltella in mano puntata alle gambe di Maddox, lo informava che non credeva nel destino.
    Il giorno era San Valentino, ma avrebbe potuto essere in qualsiasi altro momento della vita: quantomeno, il ministeriale era una persona coerente.
    Maddox decise – saggiamente – di lasciarlo al suo mutismo (non così) selettivo. Onestamente? Slay, non aveva idea nemmeno del perché lui stesse parlando così tanto quando, in altre situazioni, avrebbe fatto prima a sparire in una faglia apertasi improvvisamente nel terreno che a formulare un pensiero coerente. Arrischiò un’altra occhiata ad Hyde, e il sorriso rivolto nella sua direzione lo fece rabbrividire, costringendolo ad abbassare lo sguardo e farlo disperdere nuovamente sulla folla danzante; non capiva come fosse possibile che qualcuno risultasse tanto terrificante con una semplice ed innocente smorfia tanto quanto impugnando un’arma. Quel pensiero lo portò, suo malgrado, a parlare di Hartley e a confessare qualcosa per cui, se il moro fosse stato lì, quella sera, a commentare nella testa di Maddox ogni singolo istante e ogni scambio con Jack Daniels, gli sarebbe sicuramente costato un sacco di insulti e grugniti di disapprovazione.
    Ma Hartley non c’era.
    Non c’era nessuno.
    C’era solo Maddox, che si sentiva solo e disorientato come mai prima nella vita.
    «e tu no?»
    Una domanda interessante, quella del maggiore: lui lo odiava?
    Come risposta, Maddox gli rivolse un'espressione colpevole e un'alzata di spalle insignificante: in realtà, sotto certi aspetti lo capiva — si sarebbe sparato anche lui, fosse stato in possesso dell'arma del consigliere.
    «Avrei voluto,» gli confessò, giocando con l’anello che aveva trovato sul pavimento del locale non troppo tempo prima, «ma sul momento ero troppo spaventato per provare qualsiasi altra cosa.» Ricordava vagamente di aver pianto (non una novità) e di aver implorato in silenzio che finisse alla svelta, prima di lasciarsi trasportare dall’oblio più oscuro; dopodichè, anche dopo tutto quel tempo, non avrebbe saputo dire quanto fosse rimasto lontano dalla Scatola, ma stando all’umore nerissimo di Hart, immaginava di averlo costretto al comando della nave per troppo a lungo. Giorni, forse settimane; cos’era il tempo ah ah.
    A quel punto, Maddox aveva già rimosso tutta la (dis)avventura di febbraio ed era andato avanti: rimozione dei ricordi traumatici! Funzionava!
    Non alzò lo sguardo su Jack Daniels, quando continuò a parlare, ma lo tenne fisso sull'incisione sconosciuta di quell’anello dalle fattezze di un certo valore: si domandò, solo in maniera periferica, chi mai poteva averlo perso, e se fossero già tornati a reclamarlo. «E dopo… è difficile dire se siano i sentimenti di Hartley, o i miei.» Erano piuttosto bravi a scindere le emozioni gli uni dagli altri, o comunque alcuni erano più bravi di Maddox, senza dubbio, ma alle volte succedeva che si mescolassero come i colori sulla tavolozza di un pittore e diventassero qualcos’altro; il Rory non aveva abbastanza lucidità in sé per decidere volontariamente di elaborare.
    O affrontarli.
    «Ti odia molto intensamente.» Alcuni giorni, poi, più di altri; impossibile dire cosa triggerasse l’altro Rory, Mad sapeva solo che fosse lui a dover sopportare il muso lungo i repentini cambiamenti di umore di Hart.
    «la fortuna è come il destino»
    Non avrebbe dovuto farlo, perché non c'era niente di divertente o incoraggiante nelle parole di Jack, ma Maddox sorrise. «Già, immagino.»
    Non ci credeva, era stato più che chiaro; Maddox un po' sì. La fortuna raramente gli sorrideva, e quelle poche volte in cui succedeva voleva credere che fosse destino; che se lo meritasse di essere lasciato in pace almeno per lo spazio di qualche ora.
    Smorzò il sorriso inopportuno, stringendo le labbra in una riga dritta e alzando lo sguardo dalle proprie mani, portandolo solo brevemente sul biondo. «dici che non è abbastanza sveglio da aver imparato dai suoi errori?»
    A quel punto un'altra risata, questa volta più amara e di scherno, sfuggì dalle labbra dello special. «Ma chi, Hartley Derogatory; assolutamente. Imparare dai suoi errori? Ma quando mai! Era la persona meno propensa ad ammettere i propri sbagli che Maddox avesse mai avuto la sfortuna di conoscere, «non hai idea di quante volte abbia pensato di venire a cercarti, e chiedere un rematch» ed erano state davvero tante volte; perlomeno, quelle che Maddox ricordava — non sapeva cosa fosse successo quelle in cui, invece, lui si era spento e aveva lasciato il moro al comando.
    Ma se erano vivi poteva solo dedurre che non fosse mai andato davvero a sfidare il consigliere. Per fortuna.
    Distolse lo sguardo, ancora una volta rivolto alla folla senza davvero guardarla, pensieroso. «In effetti non so perché non l'abbia fatto. Dubito sia stato l’istinto di autoconservazione a farlo desistere,» lo sapevano entrambi che Hartley non ne aveva, «e ancora meno il buonsenso.» Il maggiore dei Rory non aveva nemmeno quello.
    Forse stava solo aspettando l’occasione giusta, chi poteva dirlo; di certo non Maddox. Condividevano lo stesso spazio mentale, lui e Hart, ma non lo avrebbe capito nemmeno in altre dieci vite; a malapena capiva se stesso.
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    HELLOU! CIao Nyx, benvenuta! Io sono pandi :flower: attualmente litigo con il mal di testa e il ciclo, al culmine di una settimana già *stelline* difficile *stelline* (mi fa andare avanti solo il pensiero che venerdì vado in ferie) quindi sarò molto breve scusa MA CI RIFAREMO PROSSIMAMENTE!
    Per farmi perdonare ti lascio link ai miei pg (sono....un sacco, scusa.) che puoi leggere con calmezzissima e importunarmi quando vuoi per qualsiasi cosa, che siano plot o role super random !! tanto i miei tremila account sono linkati nella discussione che ti ha suggerito ari #wat
    CHE MANGA HAI LETTO?? Io di recente (oddio.... un paio di mesi fa, in effetti) ho riletto Saiyuki Gaiden perché sono una pagliaccia e mi voglio male :') ma pensandoci è un sacco che non leggo (e... in generale ho letto poca roba; e me ne ricordo ancora meno perché soffro di demenza senile già da quando ho venti anni).
    ANCORA BENVENUTA!! CI BECCHIAMO IN GIRO!!
  8. .
    CITAZIONE
    purtroppo vivo gli hobby molto male, fuochi di paglia che lascio spegnere dimenticandomi poi di quanto mi piacessero, quindi sono pratica ni.

    same here. ma nel mio caso va incolpata la pigrizia #sad

    CITAZIONE
    Mi piace smanettare con la tecnologia anche se ne capisco poco, sigh.

    cit. Se non fosse che io lavori nel settore tecnologico – informatico, in realtà, but still.

    CITAZIONE
    Di solito i miei personaggi sono un po' anarchici, ma stavolta vorrei provare un personaggio un po' più scopa nel culo.

    ci piace!! DICCI DI PIÙ!!

    Nel frattempo, benvenutissima Roberta, io sono Pandi!! Vorrei linkare i miei millemila pg ma da cell mi viene difficile eeee niente ci becchiamo in giro BACIONI
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    Non era certamente l'aka con la personalità più sveglia ed acuta all'interno della Scatola, Maddox, arrivato alla veneranda età di ventidue anni solo grazie all'aiuto delle altre identità — ma persino a lui non fu difficile cogliere l'intensità nello sguardo del Daniels, e capire che forse avrebbe fatto meglio a chiudere il becco, senza dare particolari spunti all'altro ragazzo su come aiutarlo a lasciare quel piano astrale. Era palese che avesse detto una parola di troppo, storia della sua vita. Un po' malediva le altre akas per aver scelto proprio quella sera, fra tutte, per sparire: non aveva ricevuto neppure un commento, non uno, né sprezzante, né di supporto, in chissà quante ore, e non poteva di certo negare che in quel momento gli avrebbe fatto comodo un loro consiglio, anche che fosse, banalmente, quello di sloggiare e andarsene il più lontano possibile. Il Burkina Faso sembrava abbastanza lontano. Il Tagikistan, magari. Persino la Siberia gli pareva una meta affascinante. Ovunque, fuorché lì.
    E invece, abbandonato al suo inesistente istinto di conservazione, fece l'esatto opposto, avvicinandosi al maggiore ma rimanendo comunque ad una distanza tale che, per riuscire ad aggredirlo fisicamente, l'altro avrebbe dovuto compiere lo sforzo fisico di muoversi, e a giudicare dall'aria indolente mostrata fino a quel momento, non doveva essere grande fan dell'idea. Certo, Jack Daniels poteva sempre fare ricorso alla magia e stecchirlo laddove si trovava, ma Maddox non voleva pensarci. Non voleva pensarci affatto.
    Sotto lo sguardo insistente preso a studiarlo centimetro per centimetro, e a scrutarlo come se volesse entrargli nella testa per capire come funzionasse (che, ti dirò: in bocca al lupo, Hyde, non l'ha capito nemmeno Maddox ancora, figurati) il metamorfo non riuscì a rilassare le spalle, rimanendo rigido come un manico di scopa a farsi, semplicemente, studiare.
    Era una sensazione che non gli piaceva, gli creava disagio (come qualsiasi altra cosa nella vita, vero.) e gli faceva solleticare i peli alla base della nuca, gli metteva la pelle d'oca e, più in generale, lo faceva sentire esattamente per ciò che era sempre stato: un fenomeno da baraccone. Un caso clinico da studiare, e da capire. Il divertimento di psicomaghi e scienziati. Uno scherzo della natura. Non si era mai sentito adeguato, il Rory, e persino le akas più spavalde e sicure di sé, cedevano ogni tanto sotto la consapevolezza di essere sbagliati, in più versi che uno.
    Ma non si tirò indietro, lasciando che Jack formulasse (o no, come preferiva lui insomma) le proprie teorie al riguardo, e sorprendendosi da solo quando finì con il fornire più spiegazioni di quante avrebbe mai dato a chiunque altro.
    «l’altro tizio?»
    «sì e no.» rispose, grattandosi la nuca, senza distogliere lo sguardo, «hartley.» era sempre difficile capire da dove iniziare a sbrogliare la questione “akas”, trovare l'inizio della matassa e scioglierla un filo alla volta; quando che ci provava, succedevano sempre due cose: o veniva fuori tutta insieme, in un fiume di parole incomprensibili e confuse, oppure incontrava nodi nel gomitolo impossibili da sciogliere, e si bloccava, inciampando nelle sue stesse parole, incapace di continuare. Avrebbero scoperto insieme, quella sera, quale delle due alternative si sarebbe presentata loro. «il ragazzo che hai conosciuto è hartley.» non sapeva nemmeno spiegargli come fosse Hartley, poteva solo dirgli che fosse Hartley. Davvero, tutta quella questione di come funzionava la Scatola era un mistero per Mad. «ma nemmeno lui è fan di questo lavoro» figuriamoci, Hart odiava le persone e le sopportava molto meno di Maddox; infatti, non aveva lavorato mai neppure una volta al Fiendfyre al suo posto.
    Nessuna delle akas lo aveva fatto, in effetti.
    «non è stato lui a trovarmi— beh, trovarci, immagino, questo lavoro. Ma poi è toccato a me tenerlo» perché, a conti fatti, non poteva (e non sapeva) fare nient'altro. Si strinse nelle spalle, senza fornire ulteriori chiarimenti, e lasciando intendere che non ci fossero solo loro due, Hart e Maddox, nella testa del Rory.
    Non si aspettava che Jack Daniels lo considerasse niente più di inetto, o che avesse grandi considerazioni di lui, perciò non provò nemmeno a nascondersi dietro scuse di vario genere, o frasi atte a colmare quelle lacune nella personalità che avrebbero potuto, altrimenti, aiutarlo ad uscire da una situazione nella quale chiaramente non voleva stare. Era fatto così. «magari un giorno» impazzirò del tutto, un'altra aka prenderà il sopravvento e usciremo da questo buco nero, «mi licenzierò, ma non è questo il giorno. o la notte, insomma.» e non lo sarebbe stata nemmeno quella dopo, probabilmente.
    Sfiancato da quante più parole non avesse detto nelle ultime tre settimane, si afflosciò contro il tavolino alle sue spalle, poggiandoci i fianchi, constatando come non avesse mai notato il Daniels, al locale, prima di quella sera. «è esattamente il motivo per cui vengo qui» «per sparire?» che.. Vi dirò. Aveva senso, in mezzo a quel mare in movimento di persone. Quello che aveva meno senso, senza alcun dubbio, era la constatazione finale del Capo del Consiglio. «non ci credi davvero» Maddox inclinò il capo, studiando il volto del biondo; non una domanda, la sua, quanto più un’affermazione che sentiva fosse vera, perché Jack Daniels non gli sembrava affatto il genere di persona da credere in cose come il destino.
    Ma, ancora una volta, chi era Maddox per dirlo? Tra le sue skills non rientrava di sicuro l’abilità nel saper leggere le persone, perciò non indagò oltre, limitandosi a stringere le spalle e abbassare il capo. «ah, tra parentesi: Hartley ti odia.» una precisazione inutile da fare, chiunque avrebbe potuto dirlo, ma per qualche motivo si ritrovò a parlare prima di riflettere. «ma per mia fortuna stasera ha scelto il silenzio» così da farantire di farli vivere un giorno (di sofferenza.) in più, yay. «ora chiudo la bocca.» un monito rivolto a se stesso, piuttosto che un'informazione da condividere con l'altro, e distolse lo sguardo per la prima volta dall'inizio di quell'incontro, mordendosi l'interno della guancia.
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    when & where
    22 | 02.02.01
    what
    metamorphosis
    who
    aka hartley
    Maddox non si sentiva affatto a disagio, sotto lo sguardo morto di Jack Daniels, figuriamoci. Per niente proprio. Zero. Come su un qualsiasi balcone italiano ad aprile 2020, anche sul viso dello special si poteva leggere la stessa identica frase ripetuta in tutte le salse: andrà tutto bene, con la postilla, piccola e a prova persino di vista aguzza: non andrà bene proprio un ca— (fiori colorati coprivano la parolaccia, i bambini non dovevano essere disturbati da tanta volgarità.) (Maddox, Maddox era il bambino.)
    Stava alla grande! Benone! YAY!
    Ah.
    Mega sospiro.
    Ma l’espressione saldamente nascosta dietro le mani ancora premute sulla bocca — che aveva smesso di ridere, finalmente, ma funzionavano lo stesso come copertura. O così voleva sperare. Non stava affatto valutando come indietreggiare e sparire dalla vista del Capo del Consiglio, confondendosi tra la folla e facendo perdere ogni traccia di sé, figuriamoci.
    Eppure non ci riusciva, perché lo sguardo dell’altro lo teneva inchiodato sul posto. A disagio, ma pur sempre lì.
    «non sono stato io»
    Stavolta non ebbe l’impulso di toccare nuovamente il sangue (che non aveva smesso di colare dal naso duramente colpito) ma finalmente sciolse la presa delle mani, e — eh, erano decisamente di troppo, non sapeva cosa farsene. Incrociarle al petto? No, sarebbe sembrato scorbutico e scostante. Unite all’altezza del petto? No, non era il professore di francese di pandi, che usava il panzone come cuscino per riposare le mani. Unite, ma tenute basse? No, dai, che disperato. Portate sui capelli, fino a tirarli via ciocca per ciocca? Eh, tempting. Cioè, capite il suo disagio? Era davvero difficile funzionare.
    Alla fine, le lasciò cadere a peso morto lungo i fianchi. «no, stavolta no» non ancora, ma perché specificarlo e sigillare la propria cassa di legno — una in cui aveva già iniziato a mettersi comodo il San Valentino precedente, per giunta. Confuso, ma non sorpreso, dalle parole del Daniels, inclinò la testa e si ritrovò a chiedere: «ci sono altri modi in cui vorresti uccidermi?» prima di rendersi conto che fosse una domanda molto stupida. «sai cosa?» alzò le inutili appendici e le agitò nello spazio che li divideva: finalmente servivano a qualcosa. «non serve che tu risponda. Non farlo. davvero» certo che poteva ucciderlo in altri modi, ce n’erano davvero un sacco! E il Capo del Consiglio gli pareva una persona (pigra) in perenne modalità risparmio energia, ma decisamente non una con poca fantasia.
    E poi, davvero. Davvero.
    L’ultima cosa che si sarebbe aspettato era che l’altro lo invtasse a fare conversazione.
    Era finito in qualche dimensione alternativa mistica, senza rendersene conto? Oddio, la botta lo aveva forse mandato in coma? Stava sognando tutto? No, sarebbe stato un sogno troppo strano.
    Doveva per forza essere reale, perché faceva ridere e la sua vita era notoriamente una barzelletta.
    «lavori qui?» Maddox annuì, prima di trovare la forza, o le parole, per articolare una risposta che avesse senso; il tutto, senza distogliere lo sguardo dall’altro, se non per un breve istante in cui lo portò al posto libero che gli veniva indicato, soppesando le (ipotesi) opzioni.
    Non ricordava granché di quel nefasto quattordici febbraio, il Rory, che si era spento alla vista del proiettile incastrato nella pelle morbida del ventro (o era la gamba? Sinceramente non ricordo e sono troppo pigra per cercare la discussione, sara, amami comunque) ma era abbastanza sicuro che Jack e Hartley non avessero conversato granché, tra un colpo di rivoltella e un tentato (e quasi riuscito) omicidio. Faceva ridere (e un po’ anche riflettere) che quella fosse la prima vera conversazione che aveva con il maggiore. Terribile.
    Si avvicinò cautamente di qualche passo, vicino abbastanza da non dover urlare per sovrastare la musica del locale, ma non abbastanza da finire accidentalmente nello spazio personale del Daniels. «mh... sì.» tirò le labbra in una linea sottile, guardandosi intorno. La pista era gremita di gente, corpi sudaticci che più passavano il tempo e le canzoni, e più si stringevano gli uni agli altri, diventando una sola cosa informe e fuori tempo. Un incubo. E ci finiva in mezzo tutte le sere; poi vi domandate perché fosse così misero. «purtroppo. Non ci verrei di sicuro, se potessi evitare di farlo» stava parlando più con se stesso che con il Daniels, ormai. «o... perlomeno non ci verrei di proposito. volontariamente. Cioè, non io rimbalzò lo sguardo scuro in quello chiaro dell’altro, scuotendo la testa. «va beh, hai capito no?» no.
    Tanto lo sapeva che Jack sapesse — era solo strano, e inusuale, per Maddox accennare alla questione aka di proposito. Raramente ne parlava, persino con coloro che ne erano a conoscenza; Jack lo aveva visto passare dallo spaventato e frignone Maddox, all’antipatico e maleducato Hartley, perciò immaginava si fosse fatto una vaga, se non marginale, idea di cosa accadesse nella sua testa.
    O forse no, ed era davvero tutto nella sua testa. AH! Sarebbe stato molto ironico e buffo.
    «non ti avevo mai notato prima» banalmente, perché lo special cercava di limitare il più possibile il contatto e le interazioni sociali, e tendeva a non osservare, non davvero, per paura di notare dettagli che non gli sarebbero poi piaciuti; ma conoscendolo, e riconoscendolo, non aveva potuto non notare la figura del Daniels, quella sera. Prima di quel giorno? Eh, solo un gran buco nero di ansia sociale e attacchi di panico; difficile richiamare alla memoria ricordi nitidi; certe volte sembrava più strafatto dei clienti del Fiendfyre, lui!
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    Hartley non si reputava una brava persona, ma non aveva neppure (ancora) ucciso nessuno, quindi davvero – davvero. – non se la meritava una punizione divina come quella. «Uhuh, le chiami stupide ma prima le stavi mangiando.» Ugh, mangiare era un parolone, le stava a malapensa spizzicando. Non che dovesse giustificarsi, infondo. Era già tanto si fosse preso la briga di puntare lo sguardo gelido in quello caldo dell’altro — anche in quello, non avrebbero potuto essere più diversi.
    «Sai che questa suona come un’altra frase badass, vero? E poi non è cool essere stronzi. Solo se lo fai con chi se lo merita.» A quell’affermazione, si guardò intorno, di proposito, allungando il collo in una direzione e nell’altra. Poi riportò lo sguardo sul FastidioTM e sul suo Furnic, rimanendo a fissarlo con intenzione. «Non vedo persone che non se lo meritano.» Doveva essere proprio ottuso se non capiva; o troppo scemo se continuava a fingere di non capire. Quale che fosse l’opzione, Hartley era comunque molto infastidito dall’atteggiamento dello sconosciuto: ma perché non lo lasciava in pace?
    Nemmeno gli insulti sembravano funzionare; forse doveva passare alle maniere forti. OK, vero, stava ancora soffrendo per l’ultimo incontro illegale a cui aveva partecipato, ma uno o due pugni in canna ce li aveva sempre pronti. E non era così maturo da risparmiarsi dal picchiare anche gli Zac di quel mondo. «Grazie ma non sei il mio tipo.» Specialmente se dicevano stronzate simili. Parole che non avrebbero dovuto pungere così sul vivo — ma lo fecero. Ma chi credeva di essere. Distolse lo sguardo con un «tsk» oltraggiato e offeso. Ma tu guarda un po’! «Com’è che ti chiami, comunque??» Si concesse di squadrarlo un attimo, con aria truce, solo con la coda dell’occhio: poi tornò a fissare il parco di fronte a sé, ignorando la domanda, e la voce di Levi, che nella sua testa continuava a ripetere, come un disco rotto: dai diglielo diglielo diglielodiglielodiglielo.
    Ah, maledetta ninfomane; ci si metteva anche lei, adesso. Hart serrò istintivamente le labbra, sapendo che nello spazio mentale che condividevano solo uno dei due era abbastanza forte per prevalere — e non era di certo lui, in recupero dalla peggior sbronza della sua vita (cosa che la diceva molto lunga sulle sue condizioni). «Che importa, tanto non ci rivedremo mai più.» Una promessa e una minaccia, tutta insieme.
    Avrebbe volentieri continuato a dare spiegazioni, per fargli capire che non fosse una battuta, la sua, ma piccole goccioline pesanti iniziarono a cadere dal cielo, e di riflesso Hart alzò lo sguardo verso l’alto per osservare la pioggia. Ci mancava giusto questo, pensò, constatazione a cui Levi rispose con un «rende tutto più romantico, musone!» che Hartley, prontamente, ignorò.
    Una goccia si incastrò tra le sue ciglia, e Hartley le batté un paio di volte per sbarazzarsene.
    «AMO LA PIOGGIA.»
    «non avevo alcun dubbio»
    Il commento gli uscì ancor prima di rendersene conto, e rimase a fissare l’altro che aveva assunto, se possibile, un’aria ancora più radiosa; l’umore di Hart, al contrario, era sempre più nero. Lo osservò prendere il Furnic, alzarsi e poi voltarsi nella sua direzione. «Preferisci stare lì col broncio o…?» «Sì.» Non dovette nemmeno pensarci: ogni cosa, anche un meteorite dritto sulla testa, sarebbe stato meglio che andare con lui; il mal di testa ce l’aveva già, grazie tante, non serviva che peggiorasse le cose. «Ma tu vai pure, eh,» gli fece un gesto con la mano per scacciarlo, «non lasciare che sia io a fermarti. Vai, vai.» Non era davvero un invito, quanto più una disperata richiesta che lo assecondasse. «Vattene.» Cos’altro più doveva dirgli, per fargli recepire il messaggio?!
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    In the valley of the dolls we sleep,
    living with identities that don't belong to me
    but oh, he ispissed of for real
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    21 | metamorphosis | ddi | cleaning guy
    La confusione di Maddox non aveva mai raggiunto livelli così alti come quella sera in quel vicolo buio. In che senso «le pulizie di casa mia! eh, ho l’uomo delle pulizie sì» ??!! Non era la bugia in sé ad aver confuso lo special, quanto più il fatto che quella sconosciuta stesse mentendo per lui: perché???? Si aspettava forse qualcosa in cambio? Maddox non aveva assolutamente nulla con cui ricambiare quel favore.
    «vedi un asiatico e lo scambi per un altro? lui lo può dire perché è kinese, ma te? V E R G O G N A» ok, OKAY. OKay. Quello era un po’ too much: insultare così l’omone che lo teneva per la collottola gli pareva un po’ controproducente, sai com’è..... «lei sta scherzando ah ah» tentò di distrarre la guardia, gesticolando di fronte alla sua faccia «non si deve vergognare, signor buttafuori, è del tutto normale confondermi con altri ah ah si figuri.... ah. ah Un’occhiata supplichevole, poi, lanciata verso la ragazza: per favore smettila.
    E invece boh, in qualche mistico modo riuscirono ad uscirne.
    (Il mistico modo: cash.)
    Davvero: Maddox non capiva perché la sconosciuta stesse facendo tutto quello. Non era la prima volta che finiva nei guai (e mai per volontà sua, c’è da dirlo) ma era di certo la prima volta che qualcuno si impegnava tanto per aiutarlo ad uscirne. E, di certo, era la prima volta che qualcuno pagava la mazzetta al suo aguzzino.
    «Ma chi sei» il metamorfo era, per un sacco di motivi più che validi, sconvolto. E affascinato. Doveva per forza chiederlo, occhioni a mandorla spalancati e bocca dischiusa in quella domanda incredula. Si era sempre considerato debole ai ragazzi, il Rory, e aveva ben presto capito di essere irrimediabilmente gay ma — cavolo, ora si che aveva una crush. Non così strano, in effetti, una delle sue mille personalità doveva pur amare il gentil sesso, gli pareva impossibile il contrario. Ma lui? Maddox Rory?!? Mai, in vita sua, avrebbe pensato di arrossire di fronte ad una ragazza per motivi diversi dalla paura.
    E non era neppure vero imbarazzo, il suo. Non lo sapeva, cosa fosse. Era tutto molto strano.
    «ah, ma non ci siamo presentati» Maddox, perso nei suoi pensieri, sussultò. «sono shiloh abbot! o pitt, dipende dalle circostanze» «Io sono Maddox,» con riluttanza, perché era pur sempre un caso umano, accettò la mano di Shiloh e la strinse.
    Che poi, “stringere” è davvero un parolone: Mad aveva la stretta di mano meno vigorosa di quella di un bambino. «O Hartley, dipende dalle circostanze Era così nervoso che stava facendo battute stupide che nessuno avrebbe capito, classic Maddox!
    «dai vieni ti offro un drink, te lo meriti! cosa bevi? analcolico?» Non gli passò nemmeno per l’anticamera del cervello di offendersi a quelle parole: in effetti sì, avrebbe gradito un bel drink analcolico. Colorato, ovviamente. «Lo sai che ho l’età legale per bere...?» No che non poteva saperlo, l’altra, avete ragione. Mad si strinse nelle spalle, seguendola all’interno del Fiendfyre. «però sì, analcolico va bene. Sai, non era una bugia quella di prima: dovrei davvero iniziare a lavorare....» si guardò intorno, rivolgendo un cenno alla pista da ballo. «Non hai idea di cosa è in grado di lasciare in giro tutta quella gente.» Come se a Shiloh potesse importare qualcosa delle sue lamentele, eh: ma Maddox era fatto così, purtroppo. «Se- se non vai via, possiamo rimandare a più tardi? Cioè, non devi rimanere. Insomma. Puoi andartene. NON TI STO CACCIANDO. Però dico...cioè.....insomma....dìalbarmanchetimandoioecheoffroiopertesevuoi» e fece per sparire tra la folla: magari quel mare di corpi sudaticci l’avrebbe ingoiato e fatto sparire per sempre. Non male, come fine della sua storia; meglio, certamente, che morire d’imbarazzo!
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    22 | 02.02.01
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    Non c’era nulla di disagevole nell’essere fissato con una sola iride - talmente chiara al punto da sembrare trasparente sotto le luci della discoteca - uno sguardo così deadpan e morto dentro da arrivare a scrutare fino nell’anima
    (O forse quelli erano semplicemente i patemi tipici di uno special con una crisi di nervi dopo l’altra.)
    Assolutamente nulla.
    Nulla.
    Eppure era proprio così che Maddox si sentiva: a disagio. Ma, ancora una volta: poteva forse essere considerata una novità? Non direi, no. Maddox passava tutta la vita a sentirsi in quel modo — figurarsi se non era quello il caso, in mezzo a tutta quella gente e in piedi di fronte a Jack Daniels. Lo stesso biondo che pochi mesi prima l’aveva quasi ammazzato.
    (Con un buon motivo, c’è da dire; anche Maddox, ogni tanto, provava l’irrefrenabile desiderio di strangolare Hartley con le loro stesse mani, ma era troppo cordardo e debole per farlo davvero.)
    «cazzo ridi.» Eh, se lo chiedeva anche lui.
    Perchè davvero, non c’era proprio un cazzo da ridere. Niente. Nulla. Nisba.
    Provò a frenare la risata isterica portando anche la seconda mano a premere sulla prima, che già premeva inutile sulle labbra dischiuse: non servì a molto. In realtà, voleva anche un po’ piangere. Ma non lo fece.
    (E solo perché aveva già pianto abbastanza mezz’ora prima.)
    Quando Jack Daniels sorrise, Maddox si sentì pure peggio.
    «stai sanguinando»
    Ah, ma pensa, era vero; per un attimo, l’aveva rimosso. Con le mani ancora ben salde sulle labbra, mosse appena un dito per tastare la narice sanguinante. Era ancora lì, metallico e denso e caldo e — oh mio dio, meglio non pensarci, o si sarebbe sentito male. Doveva fare qualcos’altro. O anche solo pensare.
    E alla fine scelse di parlare. Cioè, non fu proprio una scelta logica o razionale la sua. Quando mai. Fu un riflesso involontario, come il calcio mollato quando il martelletto impatta contro un ginocchio; come strizzare gli occhi quando si starnutisce; come dire scusa quando qualcuno lo guardava male pur non avendo fatto alcunché di sbagliato. Gli venne istintivo, perché era scemo.
    Fine della storia.
    (La sua, probabilmente.)
    «Stai avendo anche tu un momento di déjà-vu?» perlomeno, PERLOMENO!, si riparmiò il finger guns disagiato che sentiva montare dentro. Voleva davvero, ma davvero davvero, tanto indirizzarlo verso il Capo del Consiglio.
    Non lo fece.
    Piuttosto, parlò ancora. Perché quella sera, ancora più che in tutta la sua vita, non sembrava riuscire a collegare le sinapsi per prendere la decisione più giusta.
    «Non hai la pistola dietro» che voleva essere una domanda, ma uscì come una dannata affermazione perché uno poteva solo sperare, ritrovandosi in casi del genere, di essere così tanto fortunato.
    Seguì un lungo silenzio imbarazzato da parte di Maddox.
    Sipario.
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    02.02.01, unknown
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    Non gli capitava spesso — anzi, no, non gli capitava mai di trovare qualcuno in cui riconoscersi, ma dopo un primo momento di panico generale, osservando gli occhioni chiari e sinceri del ragazzo che l’aveva pungolato, Maddox ebbe la vaga, ma certa, sensazione di aver beccato un’anima affine alla sua.
    Oblinder chi.
    E mi dispiace per Ficus, perché non è di certo un complimento, ma era innegabile che fosse così; anche lui, come Maddox, sembrava vivere in un mondo tutto suo. Forse per motivi (e in modi) del tutto differenti ma quel «cacchiolina, non ho i pantaloni!» Mad lo sentì nel profondo. Così nell’anima che si permise persino di rilassarsi un po’. Di rilasciare il respiro che aveva trattenuto fino a quel momento e di sciogliere la stretta intorno al proprio busto, un po’ messa lì a protezione e un po’ per assicurarsi di rimanere intatto e di non sbriciolarsi sotto la pressione dell’ansia che minacciava di ucciderlo, prima o poi.
    Riuscì persino ad annuire, un movimento lento e incerto del capo, lo sguardo lontano anni luce dal suggerire esattamente ciò che Maddox non trovava le parole per dire a voce: sì, da un sacco di tempo. Alcuni sostenevano che non si fosse mai trovato, e avevano ragione. La sua risposta, alla fine, fu un tremulo «credo di sì» tirato fuori dalla necessità e dal disagio.
    E da quel sorriso sincero abbastanza da far sì che Maddox evitasse di rannicchiasse ancora di più contro la parete alle sue spalle; lo sguardo che lanciò alla mano offerta in aiuto era solo parzialmente titubante. Non c’era nessuna voce (non c’era Hart) a suggerirgli di non farlo o impegnato a litigare telepaticamente con quella gentile creatura mezza umana, mezza watussa che si era offerta di aiutarlo. Maddox non era abbastanza bravo a giudicare le persone, né nel bene ma soprattutto non nel male, però qualcosa nell’aria un po’ stralunata dell’altro, lo convinse a fidarsi.
    Solo il tempo avrebbe detto se fosse stata una buona idea o no.
    «Grazie.» Prese la mano del mezzo gigante e si tirò su, ancora parzialmente spalmato contro la parete con cui oramai stava intrattenendo una storia d’amore e da cui difficilmente avrebbe voluto saputo separarsi. «posso accompagnarti fuori, ho anche la luce! sai, a volte I corridoi sembrano tutti uguali, bisogna conoscerli bene» «Sembrano Pensa un po’, Mad avrebbe detto che lo fossero. Si guardò intorno: non c’era nulla, niente, che aiutasse a distinguere quel corridoio da altri dieci tutti uguali. «La colpa è anche delle scale.» Quelle maledette!! Che cambiavano all’improvviso!! «Quale mente perversa le ha ideate.....» era una cosa che lo turbava nel profondo. Non lo stava chiedendo nello specifico all’altro, ma ad una rapida occhiata gli sembrava uno che sapesse cose inutili ma interessanti.
    Occhiata complicata, in realtà: forse era meglio quando stavano accucciati entrambi perché, una volta in piedi, Maddox arrivava forse ai fianchi di Ficus. Mio dio, ma con cosa li concimavano i giovani d’oggi?!
    «Sì...» percepì, più che sentire, la presenza di un’aka che lo esortava a dire di più, con una piccola spintarella mentale. «Sono Maddox.» Altra spintarella. «Seguo le lezioni di Henderson.» Altra spintarella. Altra spintarella?! Ma basta, cos’altro doveva dire!! «Tu vai spesso in giro senza mutande?» Nessuna spintarella.
    Maledetti bastardi, che lo lasciavano a briglia sciolta quando sapevano benissimo che non avesse affatto le social skills necessarie per intavolare delle conversazioni.
    «sai, pensavo fossi il fantasma di Bartolomé Durmant! sono cinque anni che cerco di beccarlo, ma niente!» «ohh interessante.» qualsiasi cosa, pur di non dover parlare ancora lui. «e questo Durmant....è uno spirito vendicativo?» chiedeva: l’ultima cosa che voleva era finire sulla traiettoria di fantasmi brutti e cattivi. «fai strada?» dai Ficus, facci uscire da lì.
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    vabbeh oh alle strabrutte cambio man mano che vi iscrivete se esce qualcosa di più spicy sara ti odio mi hai contagiata

    volontario: Wilhelmina Matthews
    (facoltativo) prigioniero: Hwang Daehyun (Grey)
    razza: Strega
    classe: Guerriero (Berserker) [ha scritto "WILLA" in fronte, questa classe.]
    arma: spada a due mani (fa ridere perché è più grandi di lei MA !! ci interessa? no. esatto. non conta la dimensione ma come lo usi!! cit.)
    pronto a morire per la gloria? non vedevo la fucking ora !! GELO SIBERIANO NUN TE TEMO
59 replies since 17/12/2020
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