«e questo cos’è?!» Il tono era non dissimile a quello di un bambino la mattina di Natale che trovava sotto l’albero un enorme regalo infiocchettato e indirizzato proprio a lui, e con la stessa gioia di quel ragazzino, le dita di Jordan toccarono il cartoncino colorato dimenticato sotto i menù dell’asporto, e dietro due bicchieri di carta accartocciati. Nel leggerne il contenuto, lo sguardo ceruleo dello special si fece sempre più eccitato, perché cosa c’era di meglio di «una festa?!» alla quale, a quanto pareva, era stato invitato personalmente?! Beh, oddio, non proprio personalmente perché era quasi certo di non esser stato lui a ritirare quell’invito, ma bensì un’altra delle akas ma… chi meglio di lui avrebbe potuto sfruttare l’occasione?! Non c’erano altri festaioli come lui… c’erano altri festaioli diversi da lui – tipo… Levi e Sam, ma non tutte le feste erano fatte per strusciarsi contro altri corpi, no? alcune erano da godersi solamente nella musica e nella danza – perciò dai, era un po’ come se fosse proprio per lui, quell’invito! Lo portò al petto e lo strinse, come se fosse la cosa più bella che gli fosse capitata di recente. E, in parte, era proprio così: Jordan, J all’interno della Scatola, appariva raramente in superficie, e quando lo faceva di solito serviva per risolvere qualche problema (grazie alla sua estroversione e alla sua simpatia, una combo che non si trovava in molti altri inquilini della Scatola) o per sbrogliare qualche situazione complicata che né Hart né Maddox avrebbero mai potuto gestire, ciascuno per motivi diversi; ma non lo chiamavano mai per momenti di festa, o di svago, come quello. Era abbastanza certo di non avere nulla di commissionato per quel giorno, e dal momento che nessun’altra aka stava sottolineando quello o quell’altro impegno dimenticato, urlandogli nella testa orari e luoghi da raggiungere, il musicista ne dedusse che fosse libero come un fringuellino! Poteva godersi la festa! YAY! Se lo meritava. Se lo meritavano un po’ tutti, in realtà. Avere Maddy al comando era… mh, divertente e di sicuro intratteneva le lunghe e grigie giornate senza fine degli abitanti di quel mondo tutto loro che era La Scatola ma non era proprio emozionante. E, soprattutto, li lasciava sempre un po’ tutti tristi e delusi dalla vita perché Maddox, per tutto il bene che Jordan voleva lui, non era affatto il più ottimista o positivo delle akas, perciò insomma. Ogni tanto, vivere almeno qualche ora di spensieratezza e gioia, serviva anche a loro. Ed era qui che entrava in gioco lui! Grandioso! Già non vedeva l’ora di recarsi sul posto, mostrare con un sorrisone il proprio invito, che certificava appartenesse a quella festa anche lui, entrare e fare baldoria — non nel modo in cui l’avrebbe fatta una Levi, dando spettacolo con i suoi abitini striminziti o creando scompiglio con i suoi atteggiamenti provocanti e il suo pessimo giudizio in fatto di conquiste, ma a modo suo. Divertendosi, ballando, e duh perché no, bevendo! Si sarebbe goduto quelle ore al comando della nave al meglio del suo potenziale, parola di scout! «uhm… ciao?» Prima stranezza: al suo arrivo al Captain Platinum, Jordan non aveva notato nessuna coda fuori dal locale, ma l’aveva dismesso con semplicità, credendo di essere arrivato a festa già inoltrata, quando tutti erano dentro. Possibilissimo! «sei… anche tu qui per la festa?» Seconda stranezza: nessun buttafuori l’aveva fermato sulla porta per chiedergli l’invito. Jordan l’aveva comunque tenuto nella tasca del giacchetto di jeans, pronto a mostrarlo con orgoglio a chiunque l’avesse chiesto! «oh mio dio, si tiene in una sala nascosta?!» Terza stranezza: una volta messo piede nel locale, si era accorto che fosse stranamente vuoto, con solo un solitario bevitore seduto al bancone, bottiglia di Tequila piena a metà al suo fianco. «sai indicarmi dov'è?» Quarta stranezza: non c’era nemmeno un barista dietro il bancone, nessuno ad accogliere Jordan o a versare da bere all’altra persona, che si riempiva i bicchieri da sé. Uhm. «guarda,» visto che non era né Maddox – con la sua inspiegabile fobia nei confronti di altri esseri umani – né Hartley – che li odiava già solo per il fatto che respirassero –, Jordan si avvicinò trotterellando all’unica altra anima all’interno del Cap, e gli sorrise con entusiasmo mostrando il cartoncino colorato. «sono stato invitato!» oh boi. | the normals, they make me afraid; the crazies, they make me feel sane. You like me best when I'm off my rocker, tell you a secret, I'm not alarmed. So what if I'm crazy? The best people are.
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