Posts written by starlord

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    il voto dei protettori è quello di permettere a se stesso ed ai compagni di vedere l'alba successiva, sopravvivere per combattere un'altra guerra.
    Gaylord conosceva molto bene il sapore della perdita. Tendeva a indugiare sulla lingua come gli ultimi strascichi del caffè, amarognolo e pungente, spezzato solo dal sollievo che il tempo concedeva. E ne aveva avuto di tempo, il Beckham, per metabolizzare. Anni, da quando aveva visto sua sorella per l’ultima volta. O sua madre, la madre biologica. Ma Gaylord era ormai diventato abile a glissare oltre e soffermarsi su pensieri più rosei, perché era l’unico modo che aveva per far fronte alla successione inevitabile di eventi che aveva costellato la sua vita. Ed era proprio perché conosceva quel sapore, che simpatizzava con chi aveva deciso di partecipare a quella missione. Anche loro avevano perso qualcosa, qualcuno, e avrebbero lottato per battere le statistiche. Era un ottimista per natura, il Beckham, e voleva credere che potesse esserci una luce alla fine di quel tunnel. Un lieto fine per qualcuno, se quel qualcuno non poteva essere lui. Forse si sarebbe unito anche lui alle schiera di volontari per quella missione, un pensiero che continuava a indugiare ai limiti della sua mente ogni volta che superava la porta chiusa della stanza di Mac. Ogni volta che lasciava vagare lo sguardo per il Quartier Generale, sedie vuote a fissarlo dall’altra parte del tavolo. Sospirò nell’aria stantia della camera, ciglia a sfiorare gli zigomi laddove le palpebre erano ancora chiuse. Non voleva alzarsi, Gay, non ancora, perché alzarsi avrebbe significato ripetere la routine che da mesi perseguitava ogni angolo della sua vita. Ma non per molto ancora, di quello ne era certo, non quando ormai la Missione era imminente. Chissà che non potesse usare il pretesto per concedersi di varcare le porte della palestra dove Piz lavorava, indugiare nel familiare calore della presenza del padre, sebbene per l’uomo rappresentasse un cliente come un altro. Still, fingere di essere parte di qualcosa era confortante a suo modo, se non poteva riavere la sua famiglia. Non ancora. Non si accorse della mancanza di un altro corpo all’altro lato del letto finché non udì il manico della porta scricchiolare, poi il tonfo del legno a far tremare l’aria nella stanza. Ormai in gesto spontaneo, una seconda natura per il Beckham, accolse tra le braccia Dylan, lasciando che posasse il capo sulla cadenza accennata del petto. Sarebbe stato impossibile non notare il fine tremore a scuotere le spalle della ragazza, ma anche se non lo avesse fatto, poteva percepire sulla punta della lingua la tristezza che permeava la sua figura. La strinse un po’ più forte tra le braccia, il capo ad abbassarsi per posare un bacio sul capo di Dylan «che succede, dyl?» appena un sussurro, quello del Beckham, tinto di preoccupazione e del timbro ruvido che portava la notte «vuoi parlarne?» se così non fosse stato, si sarebbe limitato a stringerla un po’ più forte per farle sapere che era lì, che non sarebbe stata da sola quella volta.
    gaylord
    beckham

    I fantasize to feel you like a bullet
    And all your layers to the fullest
    difensore protettore
    [un tiro pd bonus]
    MAGO
    LEADER
    2003 — influencer — rebelBut I don't wanna stop, yeah, I just need to see
    If your love's the truth or the spirit of deceit
    No, I don't wanna talk, baby, give it all to me
    There's honey drippin' from your teeth
    skin and bones
    David Kushner
    Mother of Night, darken my step
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    gaylord romeo beckham
    pink friday girls
    nicki minaj
    Phone rings in the middle of the night
    My father yells, "What you gonna do with your life?"
    Oh, Daddy dear, you know you're still number one
    But girls, they wanna have fun
    Bugiardi. Tutti bugiardi con le vostre 200 parole e via senza senso. Ma non importa, perché ci sono io a ristabilire l’ordine con la cocaina in corpo e una preghiera rivolta al Signore.
    Gaylord, being Gaylord, era felice. Di default, proprio, perché a quanto pare quando si era famosi, belli e benestanti non era difficile mantenere un permanente sorriso sul viso. Eppure quella volta vi era un motivo, e aveva a che fare con la lettera che qualche settimana prima era stata recapitata al suo appartamento. Un’associazione che si occupava di bambini con una rara sindrome emorroidale, o qualcosa del genere, non importavano le specifiche quando il Beckham poteva dare una mano al prossimo. Dopotutto non tutti potevano essere fortunati come lui, ed era sempre il primo a riconoscere il proprio privilegio. Quindi sì, aveva fatto una donazione all’associazione, e aveva promesso di partecipare al loro evento. O meglio, l’aveva fatto il suo manager, ma contava comunque. Il Beckham non si era preoccupato di indagare sui dettagli, aveva lasciato che il flusso della vita lo trasportasse fino a quel momento, motivo per il quale rimase sorpreso quando finalmente giunse al luogo dell’evento. Perché…non si aspettava proprio quello. Sembrava davvero tutto molto disorganizzato, come se delle persone a caso si fossero riunite in un luogo a caso per fare cose a caso. Mah, strange forte. Quello che era innegabile, tuttavia, era che ci fossero dei bambini. Certo, non sembravano particolarmente malati, ma che ne sapeva lui non era un professionista. E sapete cos’altro vedeva? «MORT????» davvero, nessuno ever era mai stato così felice di vedere Mort in vita propria prima di quel momento. Così felice che gli corse incontro, rivolgendogli uno dei suoi sorrisi smaglianti (perché si faceva anche sbiancare i denti, ovvio) «cosa ci fai qui? hanno invitato anche te?» beh, in effetti era una figura pubblica. Kinda……………..se vendere due copie del proprio libro contava.
    donboscosupremacy
    oh donby prega per me

    gifs: haydenpanettieresgifs.tumblr.com
    i panic! at (a lot of places besides) the disco
    i see it, i like it, i want it, i got it
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    gaylord romeo beckham
    camden peetzah
    'Cause baby, I could build a castle
    Out of all the bricks they threw at me
    And every day is like a battle
    But every night is like a dream
    Gaylord era un po’ dense, capitava che ogni tanto non cogliesse i giusti clues sociali e finisse per mettersi in imbarazzo. Fortuna che la sua faccia da cucciolo bastonato aveva un potere più grande delle parole del Papa e di Beyoncé messi insieme. Quindi no, non si rese affatto conto dello sguardo confuso e derogatory di Mac. Beckham passava oltre a quei dettagli, aveva bisogno di parole e gesti per comprendere la natura della vita, l'intuizione non faceva parte dei suoi innumerevoli pregi. Tamburellò i polpastrelli sul legno del tavolo, le punte delle ciabatte a sobbalzare sul pavimento in appena contenuto entusiasmo: pendeva dalle labbra dell’Hale, come un cane che aspettava il suo premio. Qualcuno gli aveva scritto online che era un Golden Retriever bf, forse non avevano tutti i torti. «uhm rafting magari...no» processing, molto lentamente, con tanto di cerchio del loading che girava in sovrimpressione sul volto del ragazzo. In effetti, ora che ci rifletteva, era prima mattina (per Mac, almeno) e stava facendo ancora colazione. Era più che naturale che l’idea di salire su un gommone non fosse particolarmente invitante. Annuì piano, il Beckham, la mano a sollevarsi e a posarsi sul mento per sorreggerlo, l’indice a picchiettare distratto sulle labbra «hai ragione, non avevo pensato che avevi il cibo sullo stomaco. magari possiamo andarci un’altra volta!» niente, Gaylord non era intenzionato a mollare l’osso: doveva avere il rafting con il suo amico. Sì, amico, nonostante i dubbi esistenziali di Mac. L’ex grifondoro era sempre stato sociale, si era circondato di amici sin dal primo giorno di scuola materna, ma la maggior parte delle volte quelle relazioni rimanevano superficiali. Amicizie di lavoro, fini al farlo conoscere a un pubblico maggiore, amicizie dovute alla sua fama, e ancora amicizie di chi lo credeva un parente di David Beckham. Era raro che considerasse qualcuno un amico stretto, con cui potersi confidare e lasciarsi andare e Mac rientrava in quella categoria. E i veri amici andavano a fare rafting, bonding!! Ma ok, ok. Ho 15 minuti per finire questo post quindi andremo di flusso di coscienza. «possiamo...ma tu cosa fai quando esci» una domanda onesta, glielo chiedevano sempre anche nelle sue lives. Gaylord si illuminò d’un tratto, l’impiccio del rafting subito dimenticato, la mano a cadere sul tavolo mentre drizzava la schiena: era il suo momento di brillare. Un po’ come quando ad Elisa chiedono di parlare della F1. Cosa che dovrebbero fare più spesso. «faccio tante cose, anche troppe secondo willow» alzò gli occhi al soffitto, ma i lineamenti si ammorbidirono appena al ricordo della sorella «mi piace andare in palestra ma forse ora non–» lanciò un’occhiata piena di significato all’Hale, con tanto di sopracciglia a fare pump pump «è il caso. oppure sai cosa? andare a recensire i posti da mangiare che trovo su toctoc! è un’app magica, dove fanno cose…balletti, parlano. fanno davvero tante cose ora che ci penso» e non voleva avventurarsi sulle persone che usavano le varie parti dei trattori per fare cose, quello l’aveva lasciato particolarmente traumatizzato. «qualche volta aiuto in una casa di riposo poco lontana da qui, ma non so quanto ti piacciano gli anziani» a lui tanto !!! Ambiente naturale, davvero. «o possiamo andare a dare da mangiare ai piccioni. lo sai, l’altro giorno ho visto questo video molto toccante su come gli umani abbiano abbandonato i piccioni….» niente Mac, qui ti ha raccontato tutto il video sui piccioni mi dispiace.
    influencer
    twenty
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    new romantics
    taylor swift
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    whowilliam barrow II
    roleguest (groom's side)
    outfitfront suit & back suit
    infofrench + traveller
    infotwenty-height + security
    William Barrow II non avrebbe dovuto essere lì. Era una consapevolezza che sentiva nelle ossa, che non era riuscito a scrollarsi di dosso nemmeno dopo la fine della cerimonia. C’erano molteplici motivi per i quali quello non era il luogo adatto a lui, il più lampante era il fatto che non appartenesse a quel tempo, e non fosse altro che un ospite in quella piega temporale. Il secondo si poteva ricavare dalla linea rigida delle spalle e dai denti ad affondare nella carne cedevole della guancia, lo sguardo guardingo che saettava da un lato all’altro del giardino. Strinse lo stelo del flute, e portò il vetro alle labbra per svuotarne il contenuto. Non male, scendeva una meraviglia. Anche se, arrivato a quel punto della serata, William si sarebbe accontentato anche dell’acqua dei sottovasi. Qualsiasi cosa che potesse fargli dimenticare quello a cui aveva assistito nelle ultime ore, e in generale negli ultimi mesi. Non fraintendetelo, era felice per suo prozio e per la missione impossibile che era riuscito a portare a compimento, ma non era nel mood per celebrare le unioni altrui quando la sua relazione era appena (da qualche mese, ma gli sembrava ieri) terminata. Ma il francese stava bene! La vita continuava, la terra continuava a girare attorno al sole e Will aveva trovato di meglio per se stesso. Certo, se pagare un escort per venire a tenergli compagnia platonicamente a casa per suscitare una qualche reazione nel suo ex (che viveva insieme a lui) poteva essere considerato di meglio. Stesso ex che aveva deciso di portare tra le loro mura un bambino. Una collaterale della guerra fredda Barrow-Hamilton, e l’unica ragione per la quale non aveva deciso di abbandonare Jamie al suo destino. Era chiaro ad entrambi che il cronocineta non fosse in grado di prendersi cura di se stesso, figurarsi un bambino. William dubitava del buon cuore dell’Hamilton quando aveva raccontato di aver trovato l’orfano per strada, era abbastanza intimo alla sua persona per vedere attraverso le sue cazzate: un manipolatore, egoista e capriccioso, che pur di tenersi stretto il Barrow aveva deciso di mettere di mezzo una terza pedina. Eppure, Will non l’aveva mandato a fanculo. Perché Jamie Hamilton era una delle poche persone che aveva amato nella sua vita, e che continuava ad amare nonostante tutto. Allungò la mano per sfilare l’ennesimo flute dal vassoio di uno dei camerieri e posare l’altro ormai vuoto, ignaro della cifra alla quale fosse arrivato. Era ancora sobrio, quindi non abbastanza. Certo, era avvolto da quel piacevole buzz che accompagnava il calore dell’alcol nello stomaco, ma era fin troppo conscio dell’ambiente circostante per essere soddisfatto. Perché William non era stupido, sapeva che Jameson sarebbe venuto a cercarlo. E sapeva anche che era inutile evitare quel confronto. Ciò non voleva dire che non poteva prima estraniarsi da quel piano astrale. Rabbrividì quando una brezza leggera accarezzò la parte di schiena scoperta e si insuinò fino alla scollatura profonda sul davanti, una costellazione di brividi ad apparire sulla pelle. Aveva optato per togliere la camicia dopo la cerimonia, certo che l’alcol e i balli di gruppo in cui l’avrebbe trascinato sua nonna avrebbero reso il completo insopportabile. Era il suo revenge dress, e l’avrebbe indossato con la pettiness che meritava. Decise di dirigersi al tavolo, dove aveva adocchiato una bottiglia di vino rosso che avrebbe fatto il suo lavoro meglio dello champagne. Sarebbe stato difficile definire un adeguato lasso di tempo che passò da quando si sistemò al tavolo a quando un profumo intossicante, fin troppo familiare lo raggiunse. Se respirò un po’ più profondamente, cercando di imprimere quell’odore nella sua memoria e sulla punta della lingua, erano solo affari suoi. Pur vivendo nella stessa casa, William aveva smesso da tempo di riconoscere l’esistenza di Jameson. «non ho tempo per i tuoi giochi» asserì severo, rigido nella postura e nelle parole, le labbra a formare una linea sottile. Lo lasciò prendere il bicchiere perché non era così stupido da rischiare di versarselo addosso, ma si rifiutò di voltarsi e incrociarne lo sguardo. Osservò con la coda dell'occhio la mano tesa nella sua direzione, e suo malgrado colse una frazione di quello che era dipinto sul volto del cronocineta. Gli spilli incastrati nel muscolo cardiaco lacerarono un po’ di più la carne, a mordere in profondità e a stuzzicare una ferita che non si era mai chiusa. «jamie» aveva una sensazione di deja vu, il Barrow, e non gli piaceva per un cazzo. C’era rimpianto in quella manciata di sillabe, un’offerta di perdono, non il tormento che si sarebbe aspettato. Chinò il capo, William, un’ondata di nausea e vergogna ad avvolgerlo. Pensava di essere meglio di così, che non bastasse la mera presenza di Jamie per abbattere tutti i fragili muri che aveva eretto per proteggere la sua effimera dignità. Finalmente, trovò la forza di portare lo sguardo sul viso del suo ex migliore amico. Non allungò la mano, ma il fatto che non lo stesse ignorando era più di quanto meritasse. «cosa vuoi, hamilton?» allungò il braccio verso il tavolo e strinse le dita con più forza del necessario sul collo della bottiglia, portandolo poi alle labbra per far scivolare il liquido in gola. Non credeva di poter affrontare quel momento senza il suo nuovo migliore amico a tenergli la mano. «credo che tu abbia di meglio da fare che tenermi compagnia, no?» non menzionò l'abbondante scelta che aveva a sua disposizione, perché non era per niente salty. Davvero, l'aveva superata. Così fottutamente bene. «ma se hai qualcosa da dire ti concedo fino a quando non avrò finito la bottiglia» visto? Era una persona ragionevole in fondo. Portò nuovamente il vetro alle labbra e prese un abbondante sorso di vino, ignorando il modo in cui la testa stava iniziando a girare. Fuckin' finally. Dov'erano gli spritz di Carmen quando servivano?

    La prima cosa di cui si preoccupò Gaylord quando Dylan gli parlò del matrimonio, era che non conosceva il francese. Sarebbe stato tenuto in Provenza, no? Gli sembrava un requisito fondamentale masticare la lingua, seppur in maniera molto rudimentale. Voleva essere preparato, Dylan l’aveva portato come suo +1 al matrimonio del suo capo e Gay non aveva intenzione di farla sfigurare. Non aveva capito che non c’era bisogno che passasse i seguenti mesi su Duolingo ma ormai il danno era stato fatto. Così come non aveva capito che, a parte delle rapide congratulazioni, non avrebbe rivolto parola (in francese o meno) al Capo Cacciatori. Gaylord era stato invitato a diversi eventi di alto profilo, ma dubitava che raggiungessero il livello di sfarzo di cui era circondato. Più fissava le posate alla sua destra e meno si ricordava come usare una forchetta, punto. Ricordava di aver visto un tutorial qualche giorno prima, ma non era mai stato bravo a memorizzare e ritenere le informazioni- infatti faceva l’influencer, mica l’università italiana. Spostò lo sguardo al suo fianco, laddove era seduta Dylan, la quale sembrava essersi sciolta di qualche grado rispetto a prima della cerimonia. Ovviamente, era bastato che Gay si perdesse un attimo nei propri pensieri, che gli adulti (aiuto) al loro tavolo avevano attaccato bottone. Adulti che conosceva, per fortuna, e che stavano offrendo alcol come se fosse la cosa più normale del mondo. AH, TAKE THAT MOM! - Gaylord, legalmente adulto (non) funzionale di vent’anni. Subito, l’educazione impartita nel Beckham si infiammò come una miccia a contatto con il gasolio, e scattò sull'attenti «non si preoccupi, faccio io!» si offrì, per poi prendere la bottiglia di vino e versarlo a Dylan, Lydia e poi ad Archibald. Solo dopo, riempì il proprio bicchiere. Volse poi la propria attenzione alla sua ragazza, heart eyes e il battito a skippare per qualche attimo alla vista del suo volto illuminarsi: quando si trattava di pettegolezzi, Dylan era la numero uno. Era la numero uno in molte cose, ma dettagli. Gaylord era un uomo, e come tale capiva la sua posizione. Il suo compito era di stare zitto e di lasciare che l’ex tassorosso parlasse, senza cercare di inserirsi in un discorso dove nemmeno c’entrava. Sarebbe stato ben felice di aggiungere i suoi pezzi di gossip dopo, al momento opportuno.
    I try to be tough, but I wanna scream
    How could anybody do
    the things you did so easily?
    I say I don't care, I say that I'm fine
    But you know I can't let it go
    when3 september 2023
    avignon, provencewhere
    board'till death do us part
    i turn to you
    cornelia jakobs
    whogaylord beckham
    roleguest +1 (bride's side)
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    infoinfluencer + traveller
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    WILLIAM: parla con jamie
    GAYLORD: ascolta il discorso e versa il vino. ha capito il suo posto di uomo.
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    gaylord romeo beckham
    camden peetzah
    'Cause baby, I could build a castle
    Out of all the bricks they threw at me
    And every day is like a battle
    But every night is like a dream
    Gaylord era entusiasta.
    Certo, tale entusiasmo poteva essere dettato dalla tazza di caffè -americano, sempre- consumata ora prima e dal sano allenamento che aveva completato, ma era certo che parte di esso avesse a che fare con la situazione cui si era trovato davanti quella mattina. Una situazione insolita e aliena, ma che aveva preso con filosofia e aveva abbracciato come faceva con il caos della vita. Certo, non era tutti i giorni che si ritrovava un uomo mezzo nudo -più nudo che altro a dire la verità- a cercare i propri indumenti nel salotto di casa. Gaylord non aveva tendenze omosessuali, ma persino lui doveva riconoscere che Mac aveva fatto conquiste notevoli la sera prima; se fosse stato lì, avrebbe alzato un pollice all’insù verso di lui. Ah, come crescevano. Di certo, dopo un incontro del terzo tipo intimo come quello che aveva avuto con Daniel, Gay non poteva voltarsi dall’altra parte e lasciarlo sgusciare via di casa come un ladro. Dov’erano le sue buone maniere? Sua madre non l’aveva cresciuto così, e il Beckham si sarebbe comportato da perfetto padrone di casa. E poi, era la perfetta occasione per farsi gli affari del suo coinquilino! Chi lo sapeva che non aveva finalmente trovato l’amore. E se quello fosse stato il suo ragazzo segreto? Ah, quante possibilità, non vedeva l’ora di fare il resoconto a Dylan. Così, Gaylord lo aveva fatto accomodare al tavolo della cucina e l’aveva invitato a servirsi: uova strapazzate, pane tostato, latte, cereali, qualsiasi cosa volesse. Non aveva certo il braccio corto, il Beckham. Era così preso dal fare conversazione con Daniel che, quando Mac si era unito a loro, non aveva notato l’aria di morte interiore che aleggiava attorno al minore. L’Hale non era mai stato una persona mattiniera, quindi il suo silenzio era previsto. In qualche modo, Gay doveva riempire quei buchi creati tra un boccone e l’altro, e prima che se ne accorgesse, era diventato assorto dalla storia del giovane. Aveva persino una sorella come lui! E un sogno nel cassetto! Dovevano davvero fare un video insieme, così da dare al ragazzo la possibilità di farsi conoscere. Non tutti erano stati fortunati come lui, e Gaylord era felice di poterli aiutare anche se solo in parte. «Gay, oggi è domenica» la voce dell’Hale fu come un fulmine a ciel sereno, e per poco non lo fece saltare dalla sedia. Gaylord, mente svuotata di qualsiasi pensiero, ebbe un breve ma conciso pensiero: «sì, il giorno del signore» forse in un passato oscuro anche Gay aveva frequentato i locali del CNOS. Posò il telefono sul tavolo, vagamente conscio che quella conversazione richiedesse la sua attenzione. «la domenica non devi fare…?» mh. Tante cose? Si sentiva a Reazione a Catena, solo che Mac non gli stava dando molti indizi per capire la parola. Dov’era l’aiuto dal pubblico? Da casa? «rafting?» ah, certo. Rafting! Il famoso rafting…che faceva ogni domenica. Un campione, davvero. Annuì piano, gli occhi nocciola a passare prima da Daniel e poi a Mac- e fu in quel momento che capì. Oddio! Voleva cacciare Daniel????? In effetti, aveva finito la sua colazione da tempo, ed erano state le chiacchiere del Beckham a trattenerlo lì. Battè le mani tra di loro, il volto ad illuminarsi di un entusiasmo che non doveva nemmeno fingere (troppo) «ah, rafting! mi ero dimenticato, hai ragione. sì, mi dispiace daniel ma dobbiamo davvero andare prima di fare tardi» al loro incontro molto fittizio di rafting, il che era un peccato perché non gli sarebbe dispiaciuto cimentarsi in uno sport adrenalinico capace di ucciderlo. era un uomo, dopotutto, non aveva mai detto di essere intelligente. Fu quindi costretto ad accompagnare Daniel alla porta mentre Mac…non aveva capito perché fosse rimasto seduto, ma Gay stava incominciando a preoccuparsi. Rivolse un sorriso a Daniel, con tanto di pacca fraterna sulla spalla «allora facciamo così, mi scrivi su ig e ci organizziamo» aveva sempre voluto fare una collab musicale!!! Ma comunque, tornando ad argomenti di maggior importanza. Si chiuse la porta alle spalle, approcciando lentamente la cucina con la stessa espressione di una madre preoccupata «bello il ristorante ieri sera?» ignorò il tentativo (apprezzato) di Mac di fare conversazione, le mani a intrecciarsi davanti al grembiule a fantasia animalier «mac» iniziò piano, pacato come se si stesse approcciando a una bestia dormiente «stai…bene? ti fa male da qualche parte?» chiaramente si stava riferendo al fatto che non si fosse ancora alzato dal tavolo. Se quel maledetto Daniel gli aveva fatto male, Gaylord non ci avrebbe pensato due volte ad insegnargli una lezione. Ma prima di saltare alle conclusioni voleva saperlo dall’Hale. «Comunque, se vuoi possiamo andare davvero a fare rafting!» era fin troppo entusiasta per qualcuno che stava proponendo di andare a morire in mezzo a un fiume, ma Gaylord era fatto così: starter pack «oppure possiamo fare qualcos'altro se stai bene? dai, guarda che bella giornata non possiamo stare dentro tutto il giorno!!!» e invece sì.

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    We do our best vampire routines
    As we suck the dying hours dry
    kinda famoustraveller
    gaylord
    beckham
    Certo che Gaylord si cacciava sempre in situazioni al limite del reale. Se non avesse saputo meglio, ossia vissuto in quella realtà, avrebbe pensato che fossero state suggerite da un bot di ChatGPT. E sapete cosa, forse sarebbe stato meglio di trovarsi in compagnia del Generale Mort Rainey, ma il Beckham viveva nel suo universo alternativo dove apprezzava la sua compagnia. Era un ragazzino eccentrico, chiaramente con qualche grave lacuna affettiva, era sicuro che con qualche seduta dallo psicologo si sarebbe rimesso in sesto. E degli psicofarmaci, chissà. «il segreto è ponderare accuratamente le proprie scelte, non lasciare che gli eventi ti travolgano e portare avanti le proprie convinzioni a tutti i costi» annuì, l’ex grifondoro, prendendo appunti mentalmente come una Pandi qualsiasi in autostrada. E che dire, il punto che Mort stava portando avanti era anche convincente, tanto che non poté provare una scintilla di ammirazione per suo fratello- chissà cosa aveva passato, per essere così. Non derogatory, ma insomma. «non lo so, è facile parlare ma bisogna mettere in conto che viviamo in una società» come avrebbe detto un saggio: we live in a society. Ma in effetti, era proprio quella società che li spingeva ad aizzarsi gli uni contro gli altri, e tutto aveva un’origine ben precisa. Vedete, circa seimila anni fa, si sviluppò il patriarcato. Le cause furono i violenti cambiamenti climatici che interessarono il pianeta- ecc ecc. Gaylord poteva scrivere un essay, ma avrebbe preferito evitare per finire la role. «e certe volte non è così facile ignorare le sue influenze» oddio, ma com’era diventato saggio, ma che stava succedendo. Forse era l’istinto da fratello maggiore a manifestarsi, assolutamente unprompted e molesto. «il mio lavoro, lo sai, semplicemente non possono perdermi di vista, sono sempre a rischio» seguì lo sguardo del minore sulla finestra, oltre la strada e verso l’orizzonte. Chissà cosa stava guardando, forse si era perso nei suoi pensieri come gli anziani quando perdevano il filo del discorso. «ah, certo. l’efficienza del ministero è invidiabile» era serio, il Beckham, ma non davvero- chi lo conosceva bene sapeva che trovava il governo dei pagliacci, inaffidabili e volti solo ai propri interessi. Il fatto che suo fratello vi ci si fosse fatto invischiare non gli andava giù, ma cosa poteva fare? Aveva perso qualsiasi diritto di immischiarsi nella sua vita quando aveva aperto gli occhi per la prima volta in quel tempo. Comunque Elisa è molto ferita dall’affermazione che il caffè amaro sia da psicopatici, perché lei non lo è affatto. Forse, chissà. Gaylord, invece, era molto ammirato dalla scelta di bevanda del ragazzo. Non era da tutti favorire il puro sapore di morte e tristezza che il caffè amaro regalava, specie quando si poteva avere un delizioso caffè macchiato con quattro tacche di zucchero. E fu esattamente ciò che digitò il Beckham, l’ordine di una persona sana di mente. «Morley Peetzah? Cosa sei, il suo scout?» lo sentì tutto, lo sguardo giudicante di Mort, ma non fece nulla per sottravicisi. Al contrario, rimase rilassato a sorseggiare il suo caffè bollente -una cosa di famiglia, da quello che vedeva «no, solo un suo fan. era per fare conversazione, come sai….ha avuto i suoi scandali recentemente» non così recentemente, ma cos’era il tempo quando vivevi nel tuo au come Mort Rainey. Ma anche Gaylord. «ma che stecco, ma cosa dici» offeso, si vide costretto a portare una mano sul petto come la gif che conosciamo tutti, e se non fosse stato suo parente si sarebbe anche offerto di fargli vedere quanto non fosse secco. O stecco, vabbè i giochi di parole lo confondevano. Ascoltò tutto quello che Mort aveva da dire, che era davvero tanto, domandandosi come avrebbe preso il fatto che quel deficente era suo padre e condividevano parte del genoma. A dire la verità, il serpeverde gli dava tutta l’aria di chi non avrebbe accettato nemmeno la monarchia inglese come parenti. E a buona ragione, in effetti. «in effetti, anche io ce lo vedrei al grande fratello. un fan fave di sicuro, ma penso che andrebbe a infilarsi in situazioni del cazzo» sì, si stava già facendo i suoi headcanons, come se Piz non fosse stato uno dei protagonisti del suo stesso reality show. «una carriera in politica? tipo- superpavor? qualcosa del genere?» stava SUDANDO FREDDO ma in che senso, cioè ok che aveva letto il libro ma. Sperava proprio di non trovarsi suo fratello a braccarlo, un fuckin’ incubo. E vabbè, se proprio doveva avrebbe accettato anche il libro firmato, magari un giorno sarebbe divenuto un cimelio inestimabile.
    Watching the nighttime
    turn into day
    it's okay if we both end up afraid
    Watching the days
    turn to decades
    Every moment's
    just a memory away
    matt maeson
    a memory away
    never had to leave
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    gaylord romeo beckham
    From sprinkler splashes to fireplace ashes
    I called a taxi to take me there
    I search the party of better bodies
    Just to learn that my dreams aren't rare




    2003 ✧ traveler ✧ kinda famous
    'Cause there were pages turned with the bridges burned
    Everything you lose
    is a step you take

    So make the friendship bracelets
    Take the moment and taste it
    You've got no reason to be afraid
    You're on your own, kid
    Il tempo si era fermato così tanto che non solo Natale era passato, ma persino Pasqua! Ma non erano affari di Gaylord, perché non aveva bisogno di un calendario per sentire il Natale nel cuore. Un po’ come chi ascoltava Michael Bublé ad agosto, con un mojito ghiacciato in mano e i piedi a mollo in riva al mare. NON LUI! Assolutamente non lui. Ognuno aveva dei segreti oscuri che li rendeva delle persone orribili e soggetti a varie critiche da parte del pubblico, e quello era il suo. Forse Ty lo aveva percepito nel profondo nel suo cuore, perché lo stava guardando in modo molto particolare. Non riuscì a decifrare l’esatta emozione che si rifletteva nelle iridi nocciola, e non ne ebbe nemmeno il tempo, dato che fu sopraffatto da un fiume di parole. Il che era unexpected dato che di solito era lui quello logorroico, un qualcosa che poteva solo essere ricondotto a una deformazione professionale. Parlava per lavoro, per fatturare come un milanese qualsiasi, dunque ormai gli veniva naturale come respirare, o ordinare la pizza il sabato sera. «non avevo il coraggio di disturbare il mio ragazzo mentre è a lavoro, e mentre pensavo a quanto sono stupido mi sono ritrovato qui dentro senza rendermene conto» ah, l’amour. Quante volte si era trovato in quella situazione? Non personalmente, ma aveva dovuto fare da spalla agli amici che aspettavano il moroso fuori dal bar cui lavorava, spesso fino alle due di notte. E alla fine che ringraziamento aveva ricevuto? Nessuno, a meno che non si consideravano le paccate moleste a cui aveva dovuto assistere. Ma Gaylord non era un voyeur quindi rimaneva pur sempre una vita grama. «tranquillo, è più comune di quanto pensi» offrì come consolazione, e fosse stato qualsiasi altro avrebbe allungato la mano per una pacca sulla spalla, ma si trattenne. Non era il momento, non quando stava imboccando la strada della redenzione. «però sei stato un sacco creepy. voglio dire, sempre carino eh, sei molto carino, però mettevi ansia» ok, ok glielo concedeva. La modalità in cui glielo stava comunicando era brutale, ma aveva ragione, e il meglio che il Beckham poteva fare al momento era accettare le sue ragioni. Quello non gli impediva al senso di disagio di dilagare in lui, un metro e ottanta di cristiano che stava iniziando a sudare freddo e a cercare con gli occhi la prima uscita da cui fiondarsi. «ah, sì. immagino di sì» ma dov’erano i terremoti quando servivano? Spiderman in gita a Londra che correva dietro a Mysterio? «menomale che sei scappato in tempo, a dyl è andata peggio» e no, non avrebbe elaborato perché la memoria in sé era già mortificante di suo. Ancora si chiedeva come avesse fatto a conquistarla, quando tutto quello che faceva era l’opposto di quello che desiderava quando si trovava con lei. La sua immagine da influencer cool e ragazzo maturo? Gettata fuori dalla finestra sin da subito, lasciando solo un dilagante disagio a riempire il suo cervello come ovatta. «si, certo io.. ho preso delle caramelle ma non sono buone, credo ci sia qualcosa di strano» ma scusate, prima gli diceva che c’era qualcosa di strano dentro, e poi gliele porgeva? Ma dude, a che gioco stai giocando. Pensi che Gaylord sia così pirla da accettarle? «uh, allora le provo grazie! così vediamo….se c’è qualcosa di strano» le ultime parole famose, prima di accettare la caramella con un sorriso a trentadue denti. Strano, che fossero riusciti ad avvelenarlo solo una volta in vita sua, data la frequenza con cui accettava cibo sconosciuto dalle persone. Per il momento, con la caramella sotto la lingua, si sentiva ancora normale- un’altra vittoria per il team umanità! «le cose che hai detto... cioè erano belle eh. era la posizione* a farti parlare?» seguì il ragazzo ai tavolini, non un singolo pensiero nella sua testa, troppo occupato a gongolare dentro per il suo redemption arc con Ty. Si sedette davanti a lui, una posizione speculare a quella che avevano tenuto mesi prima al Locale Maledetto. «penso che fossero cose che già sentivo, ma che ho confessato alla persona sbagliata» così, mettiamo le cose in chiaro una volta per tutte. Si lasciò andare a un’aria trasognata a pensare a Dylan, della serie: this man gone. Ma non era il momento! Basta fare figuracce davanti a Ty, doveva esserci un numero massimo prefissato dall’universo or something. «è stato difficile convincerla che non avessi una cotta per te, era davvero, ma davvero convinta. continuava a dirmi cose come Ty è un ragazzo davvero fortunato, sai? e io che pian piano morivo dentro. terribile.» MA CE L'AVEVANO FATTA!!!! Nessuno sapeva bene come, ma sicuramente c'era stata un'intervenzione divina. Il miracolo di Lourdes. «ma dimmi, come va con il tuo fidanzato?» Gaylord ciatella mode: on. Era solo giusto che anche lui chiedesse, non poteva essere l'unico ad essere in imbarazzo.
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  8. .
    Role scritte prima del disastro, ore 17:29.
    Meno 31 minuti al Gran Premio d’Arabia Saudita.
    Diario di bordo pre gara.
    Non si poteva dire che Gaylord fosse pervaso da chissà quale speranza per quel GP, anche una persona ottimista come lui prima o poi era costretta a guardare la realtà dritta negli occhi. Aveva assistito alle qualifiche e all’assurdo colpo di scena di un Max Verstappen costretto a ritirare la macchina contro qualsiasi aspettativa. Forse, quello era un disperato tentativo di tenere compagnia al suo compagno Giacomino Linguin- cioè, Charles Leclerc. Ah, il caro e vecchio Carlo, sicuramente un argomento delicato e che andava affrontato con il massimo tatto. Gaylord Beckham non era un tifoso per sé, come ogni inglese che si rispettava era un devoto fan della Mercedes e di Lewis Hamilton, ma il monegasco gli aveva da subito ispirato una certa simpatia. La storia di un ragazzo che aveva perso gli affetti più cari da così giovane, che aveva coronato i suoi sogni di guidare al fianco del suo idolo e nella scuderia che tutti consideravano tra le più prestigiose. La storia di un ragazzo finalmente vicino da sfiorare quella coppa, ad assaporare il dolce sapore dello champagne, ad un passo dallo scalino più alto. Insomma, il Beckham era un sucker per tali favole, si sarebbe venduto per molto meno. Ciononostante, nel suo cuore sapeva bene che avrebbe sentito nuovamente l’inno olandese, un motivo che ormai si era insinuato anche nei suoi sogni più intimi.

    Ma come vi era finito Gaylord in Arabia Saudita? Era un’ottima domanda, del tutto lecita. Era sicuro che fossero in diversi a conoscere la sua passione per lo sport, dal calcio, al Quidditch, fino alla Formula 1 (e 2, e 3). Era meno sicuro del fatto che qualcuno si sarebbe aspettato di vederlo presenziare a un Gran Premio. Tuttavia, non ne vedeva il motivo, non quando aveva i mezzi per ottenere due paddock passes per lui e Julian. E qui, il secondo interrogativo: ma come vi era finito Gaylord in Arabia Saudita con Julian Bolton? Bella domanda, ottima a dire la verità. La risposta non poteva che risiedere nelle forze combinate di Dylan e Joni. Più Dylan, che Joni, la quale si era limitata ad incrociare le braccia al petto e a lasciare che l’entusiasmo della Kane facesse il suo corso. Il piano geniale -Gaylord, da supportive boyfriend qual era, era completamente d’accordo- della tassorosso era spedire lui e il Bolton da qualche parte per un intero pomeriggio a divertirsi da qualche parte per bondare. A quanto pare, la finalità ultima di Dylan era organizzare degli appuntamenti a quattro, ma per farlo prima le serviva che le due quote blu del gruppo si conoscessero. Cioè, Gaylord lo conosceva anche Julian, ma non avevano mai frequentato gli stessi circoli. Quello che però sapeva, era che l’ex grifondoro era un grande patito di Quidditch dunque, tecnicamente, un evento come quello non doveva essere così lontano dai suoi interessi. E poi, faceva sempre parte di farsi una cultura sul mondo! Quale uomo bianco cisetero non amava le cose che facevano broom broom? L’odore di benzina? Il drama che accadeva nel paddock???? «e qui ci sono tutti i garage dei team, che sono ordinati in base a chi l'anno precedente ha vinto la coppa dei costruttori» finì la sua spiegazione sul generale funzionamento del GP e dello sport (perché Elisa amerebbe dilungarsi ma è sicura che non interessi. bestie.) non appena raggiunsero i tavolini che si affacciavano sulla pista. Era uno dei luoghi migliori per assistere alla gara, se non si contava il garage del team, al quale non era ancora stato invitato per suo grande rammarico. (Ma Lapo sì, sappiatelo tutti.) Il Beckham salutò con un cenno della mano due ragazzi seduti più avanti, lo sguardo a scivolare poi sulla figura al suo fianco «novalak e armstrong, uno è un pilota di formula 2 mentre l'altro di indy» era sicuro che non sapesse nemmeno di che categorie stesse parlando, ma non faceva male condividere la sua conoscenza con chi non era stato abbastanza fortunato da venire a contatto con lo sport. Guardò prima il bicchiere di champagne che aveva in mano, per poi riportare lo sguardo sul Bolton. Tentò di sorridere, qualcosa di immensamente bro che emanasse simpatia e mascolinità ma chi vogliamo prendere in giro, non ci riuscì così bene «sono sicuro che non sia il tuo genere di sport, ma ha i suoi lati emozionanti» tipo la Ferraro che rovinava la vita a un povero Leclerc, un Goatfi qualunque che mandava la macchina a muro e rovinava l'ultima chance di Hamilton di vincere il suo ottavo mondiale ed entrare nella storia. «anche se non sono sicuro che dylan e joni intendessero questo come bonding» dai bro vienigli incontro, era già imbarazzante così. Sperava che la gara iniziasse presto, così poteva bestemmiare in pace.
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    It's Friday again
    It's Saturday, Sunday, what?
    It's Friday again, -gain, -ain, -ain
    Endless weekend, on a wave, yeah
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    influencer, ex gryff
    manifesting fortissimo



    elisa che prendeva gli appunti durante la gara (sì con tanto di typo):
    ⁃ cavallino rampante di droni
    ⁃ tributo trash di charles di sky italia con un guasto d’amore
    ⁃ i freni di stroll fumano ok
    ⁃ ALONSO PRIMO SUVITO
    ⁃ UN CKNTTATO NELLE RETROVIE PRIMO LAP
    ⁃ CHARLES NONO DA12
    ⁃ chalres villain era attacca gasly e lo supera
    ⁃ finta di sainz sul pit. stroll va in pit e si gioca un po’ la strategia. poi quando sainz fa il suo pit dopo, esce prima di stroll OTTIMO OVERCUT.
    ⁃ verstappen vola prende leclerc e niente charlie entra nei box quindi strada libera per max
    ⁃ MA VAFFANCULO
    ⁃ STOP ON TRACK DI STROLL
    ⁃ cioè safety di merda quando sta dentro alla cia di fuga che non l’hanno messa a monza e suzuka. ma che cazzo fate coglioni di metda. NON ERA SAFETY ERA VIRUAL
    ⁃ safety infinita a caso va bene
    ⁃ ma spostato sainz cazzo e fai passare chalres
    ⁃ noooo break failure per albon :((((
    ⁃ problemi a max con il driveshaft, insegue checo
    ⁃ max e checo che ignorano gli i genieri che dicono di fare 1.33 guru
  9. .

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    rebel
    Se Gaylord fosse stato un po’ più lucido, la mente meno annebbiata dall’amortentia, avrebbe realizzato della cazzata che stava facendo. O del fatto che i sorrisi della Kane non fossero davvero rivolti a lui, o a qualcosa che le avesse detto, erano del tutto dettati dalla sua psycho shipper interiore. Forse in un universo parallelo, quelle parole sarebbero state per lei- aspetta, aspetta. Ma che cosa stava dicendo, perché pensava a Dylan? Gaylord si buggò per un attimo, i suoi pensieri procedevano lenti e confusi come se fossero immersi una una sostanza viscosa e densa. Si sentiva un po’ ubriaco, anche se era conscio che fosse impossibile. A meno che non gli avessero corretto il tè con il rum, il che non gli sarebbe nemmeno dispiaciuto così tanto. «Ty è un ragazzo davvero fortunato, sai?» lo pensava veramente??? Le guance del Beckham si fecero un po’ più colorite, l’effetto dell’Amortentia si stava facendo sentire non solo nelle sue parole, ma persino nelle sue reazioni. «grazie» perché era un ragazzo educato, e mamma gli aveva insegnato bene. «Sono rari i ragazzi che hanno il coraggio di aprire il loro cuore in questa maniera..e ancora di più quelli che non hanno paura a mostrarsi fragili. Si vede proprio che eri un Grifondoro!!» dYLAN BASTAAA voleva fargli avere un collasso in mezzo alla strada? Gaylord non reggeva bene i complimenti, non aveva idea di come reagire o che espressione assumere, se poi veniva bombardato in quel modo era difficile riuscire ad elaborare tutto. Ma soprattutto: venivano dalla persona che gli piaceva. Cosa? Cosa? Ecco che si stava buggando di nuovo. Voleva dire Ty! Era chiaramente Ty la persona che gli piaceva!!! Tipo i suoi capelli lunghi, rossi, il suo coraggio, la sua gentilezza………proprio Ty! «Se fossi al posto di Ty mi sentirei davvero combattuta dopo un discorso simile!!!» capito Ty!! Dylan aveva proprio capito tutto della vita. «ma non voglio essere uno sfasciafamiglie :(» sì, con tanto di faccina incorporata, perché era così che si sentiva dentro e fuori. Per fortuna, Gaylord non aveva mai vissuto la realtà di una coppia divorziata (non ancora. aveva tempo) ma sapeva che non era il best of both worlds, e capite?? Non poteva rischiare che lo cancellassero per qualcosa che non aveva fatto davvero!!! «forse dovrei lasciare perdere………sento che il mio cuore dice altro….» sì, avrebbe decisamente dovuto. Tipo la persona che aveva davanti! GAY SVEGLIATI CAZZOOO. E proprio perché si voleva male sfilò il telefono dalla tasca -eh pandi se no stiamo qui a pettinare le bambole e a fare i complimenti a ty- mostrando uno screenshot di Polgy a Dylan. ”Gaylord dovrebbe prendere spunto, e regalare anche lui qualcosa alla sua amata!! A chi?? ma ovviamente a Dylan! Lo sanno anche i muri che ha una cotta per lei!” «ma te lo sapevi??» così. COSI FOR SCIENCE!!!!!!! Non voleva assolutamente vedere la reazione della ragazza!!!
    Don't wipe this smile right off my face
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    Boy, I think you must be cool
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    gaylord
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    Non so in che stato scrivere questa role, perché sto ancora lacrimando da Mort.
    Gaylord si sentiva vagamente in colpa per il firmacopie fallito del Rainey, nonostante non ne avesse nessuna colpa, si chiedeva persino perché esplorlo a quella gogna pubblica se sapevano che quello sarebbe stato il risultato. Il Beckham non aveva mai capito il mondo dei PR e degli agenti, ed era convinto che a starne fuori avrebbe campato cent’anni. Tipo! Era sempre sconvolto dalle relazioni PR, gente che aveva addiruttura figli!!!, ma come si faceva. Sperava che non fosse accaduta la stessa cosa ai suoi genitori, la sua psiche non avrebbe potuto reggere una rivelazione del genere. Non che ci fosse qualcuno a cui chiederlo, l’unica che ne sapeva più di lui era scomparsa. Non scomparsa scomparsa, Gaylord credeva di rientrare più nella zona grigia del ghosting. «è stato molto interessante scriverlo, devo essere sincero, neanche io mi aspettavo un risultato così» stava…stava parlando della sua fama? A quelle parole, Gaylord lanciò uno sguardo molto discreto alla fila davanti alla postazione di suo fratello. Leggendo il libro si era accorto che era una personalità peculiare, quindi si limitò a reggergli il gioco. «ovviamente ho dovuto fare una cernita di tutto quello che era successo e certe cose me le hanno fatte tagliare, purtroppo» Gaylord annuì serio, la cadenza della testa a matchare perfettamente le sillabe del Rainey. La verità era che si era perso, ma aveva la sensazione che era meglio lasciarsi andare alle braccia del coas piuttosto di remargli contro «devi avere avuto una vita proprio interessante» e, sorpresa!, non era nemmeno ironico. Aveva dovuto tagliare così tanti eventi alla sua tenera età? Chissà che grandi cose aveva accomplished. «ma sì dai uno strappo alla regola posso farlo, giusto cinque minuti di pausa perché poi non vorrei deludere e far aspettare troppo i fan, sai com’è…» «si, esatto! metti che arrivano e non ci vedono, non vorrei essere dato per disperso» certo che Gay lo sapeva! Era il primo che cercava di rendere loro la vita un po’ meno dura, il tipo di influencer del popolo. Aveva capito ben presto nella sua carriera da content creator di non essere altro che una persona come tante altre, la sua fama era stata data dalle masse di internet e la sua rovina sarebbe potuta giungere dalle stesse persone. Insomma, non era mai una buona idea montarsi la testa. Forse avrebbe dovuto condividere quel segreto professionale con il fratello? Anche se da quello che aveva visto dubitava che l’avrebbe ascoltato. E poi, ora che aveva accettato quel caffè, Gaylord non aveva idea di cosa fare. Cosa dire, come vivere. Non aveva pensato così in avanti. Anche perché per il momento non aveva intenzione di rivelargli del 2043, quindi che scusa aveva per indagare sulla sua vita? Lanciare hints? Si diressero alle macchinette, Gaylord una massa indistinta di ansia e vibrazioni e Mort probabilmente ancora impegnato a parlare di cose. «domanda assolutamente random, cosa ne pensi di morley peetzah?» Gaylord si appoggiò con un braccio alla macchinetta senza accennare a prendere niente, una posizione casual che celava il suo disagio interiore. Dubitava che Mort non conoscesse Piz, era super famoso! Avrebbe dovuto vivere in una caverna per non conoscerlo. Voleva tastare il terreno per il futuro, fategli causa. «hai sentito che ha avuto un figlio con una hilton? a quanto pare è stato uno scandalo davvero.....grande» grande grandissimo. DAI MORT VIENIMI INCONTRO.
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    never had to leave
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    Gaylord era sempre stato un fratello che incoraggiava le passioni della sorella, non importava quanto insolite o inquietanti fossero. Ogni tanto cercava di interessarsi ai suoi hobby, anche se la maggior parte delle volte finiva con l’essere profondamente turbato- aveva un animo candido, non era colpa di Willow. Dopo che Willow aveva insistito affinché Gay venisse con lei a quel mercatino non se l’era sentita di deluderla, specie quando passavano così poco tempo insieme. Ognuno aveva la propria vita e impegni da rincorrere, e ultimamente con il suo libro in uscita non aveva avuto un momento da dedicare a niente che non fosse la sua promozione. Era dura la vita di un influencer, come avrebbe detto una certa beauty guru di Tiktok, ma non l’avrebbe comunque scambiata per nessun altro lavoro. Gaylord Beckham non aveva molte skills nella vita, ma essere popolare era un qualcosa che gli era sempre venuto naturale- little did he know, che era un qualcosa insito nel suo DNA, dal primo vagito. Quello che Gaylord non capiva era il motivo per cui si erano fermati in mezzo al Wicked, apparentemente in un punto a caso, senza dirigersi verso il mercatino dell’oscuro. Forse Willow voleva spillargli qualche soldo e farsi offrire da mangiare, o aveva intenzione di rapire qualche povero innocente per sperimentare con le bambole voodoo. In ogni caso, aveva un brutto presagio. Chissà se era stata lei a mettergli l’amortentia nel tè, pensiero random ma del tutto giustificato in quel momento di panico interiore. «ti piacerebbe più esser nato bang hilton o leone ferragni?» ah…o-kay? Si aspettava molte cose, il Beckham, ma quella non rientrava nella lista. Era vero che Willow l’aveva beccato innumerevoli volte mentre sospirava sulle postcard di Natale delle Kardashian-Jenner, oppure a fare i test di Buzzfeed su a quale famiglia famosa appartenesse, ma non capiva perché menzionare qualcosa del genere in quel momento. Forse si era finalmente interessata anche lei? Voleva farsi una cultura? BASTAVA CHIEDERE. «beh, è sicuramente una domanda molto complessa a cui rispondere» no, non lo era ma Gaylord era un esperto a parlare per ore sul niente «sulla superficie le loro vite potrebbero apparire le stesse dato il loro pedigree, per questo bisogna esaminare attentamente le sfumature» di cosa? del Fato ovviamente, delle mille direzioni che il loro futuro poteva prendere «innanzitutto, leone ferragni non è frutto di uno scandalo, non dovrà mai portarsi quest’etichetta appresso. la sua figura è paragonabile a quella di una kylie jenner, nato come un nepobaby in una famiglia già influente, circondato da influencer e dal mondo dello spettacolo italiano» aveva gli occhi a cuoricino, si notava? Gaylord era un grande fan di Chiara Ferragni, avevano persino una foto insieme «a causa delle circostanze della sua nascita bang hilton ha avuto e avrà sicuramente un’esistenza difficile, che condizionerà anche il tipo di persona che sarà da adulto. la sua famiglia è radicalmente diversa da quella dei ferragnez, nato nella generational wealth e con valori diversi. detto ciò, sua madre spacca i culi e sono un grande fan quindi probabilmente ti direi bang» le priorità erano molto chiare: nepobaby Hilton per sempre. «era una domanda a caso o...?» rip cameron hilton-peezah you would've loved this shit.
    ETERNAL SIDE OF MY MIND
    A JOLT AND THEN YOU'LL DIE
    Ain't even scratched the surface
    Thinking I deserve the dream
    But I don't deserve the hurting
    I want the flame
    without the burning
    SO PARDON ME
    WHILE YOU FADE
    WHOEVER YOU USED TO BE
    AND NOW I WON'T REMEMBER
    camden hilton-peetzah
    2022 - ex gryff
    gaylord beckham
    2003 - ex gryff
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    gaylord romeo beckham
    From sprinkler splashes to fireplace ashes
    I called a taxi to take me there
    I search the party of better bodies
    Just to learn that my dreams aren't rare




    2003 ✧ traveler ✧ kinda famous
    'Cause there were pages turned with the bridges burned
    Everything you lose
    is a step you take

    So make the friendship bracelets
    Take the moment and taste it
    You've got no reason to be afraid
    You're on your own, kid

    In che senso mancavano 36 giorni a Natale.
    Gaylord non era mentalmente pronto, non aveva nemmeno realizzato il passare dei giorni fino a che non aveva iniziato a tenere il conto dei giorni since Mac era sparito. Aveva troppi conti mentali nella testa, era facile confondersi dato che non era mai stato un genio in matematica. A tenere i conti, a fare cose che comprendevano numeri. Menomale che aveva assunto un commercialista, o sospettava che l’avrebbero presto arrestato come visore fiscale per il semplice motivo che non riusciva a sommare due numeri insieme. E poi come avrebbe fatto sua sorella a pagare l’affitto? Mac era sparito, lui era in galera e il Ministero era famoso per pagare una miseria i nuovi dipendenti- se non avesse avuto paura di essere arrestato, si sarebbe lanciato in una campagna sociale per i diritti dei giovani lavoratori e sul come fossero sfruttati e pagati una miseria. Ma torniamo al discorso principale: Natale. Aveva contenuti da progettare, video da filmare e fingere che la sua vita non fosse stata capovolta da un giorno all’altro con la rivelazione di venire dal futuro. Tutto sommato, una giornata normale nella vita del Beckham. Non aveva ancora avuto il coraggio di approcciare Penn e Morley; si era limitato ad iscriversi alla palestra del Peetzah e ad osservare Penn dalle vetrine nei negozi, un comportamento borderline stalker ma poco importava nel grande schema delle cose. Che poi, non c’era nessun tipo di protocollo da seguire in quella situazione, niente guide di wikihow che lo indirizzassero nella giusta direzione, solo un branco di bimbi sperduti che avevano appena imparato a camminare. E come poteva il Beckham fidarsi dei custodi, dei…..vigilanti (ma si chiamavano così? Gay non ricordava) quando c’era in gioco la sua famiglia. Forse il primo passo poteva essere quello di ingraziarsi i fratelli, e perché non farlo con un regalo di Natale. O un cesto regalo, che ne sapeva lui dei loro gusti- un cesto di Natale era ciò che regalavano le persone senza fantasia, ma almeno faceva la sua figura. Il minimo che poteva fare era di assemblarlo con le proprie mani, dubitava che avrebbero rifiutato del buon cibo e alcol (magari non Costas…..quanti anni hai figlio mio). Il Red Velvet era rinomato per la qualità dei suoi dolci e sebbene il Beckham avrebbe potuto comprare dei cioccolatini sottomarca al supermercato, il ragazzo ci teneva a fare una buona impressione. Magari avrebbe presto qualcosa anche per i suoi coinquilini, compreso Mac per quando sarebbe tornato, tanto il cioccolato si manteneva bene (Lapo, con i suoi cri-cri vecchi sei mesi: 👍). Con il senno di poi, forse sarebbe davvero dovuto andare ad un Tesco e farla finita. In tutti i sensi. Il locale era moderatamente affollato per essere primo pomeriggio, ma quasi come per una maledizione magia i suoi occhi furono immediatamente attratti da una figura familiare. A dire la verità, se il Beckham non avesse speso fin troppo tempo a rimuginare su una certa interazione, la figura del Koholer non sarebbe stata così facilmente riconoscibile. Ty era vestito come qualcuno che era sceso velocemente di casa per spostare la macchina e rubare il parcheggio in cortile ai vicini, con quello stile a metà tra un barbone e una celebrità che desiderava passare inosservata. Forse era uno sbaglio avvicinarsi, ma il Beckham si sentiva ancora in colpa per il modo in cui si erano lasciati qualche (....) tempo prima, senza avere mai una possibilità di spiegarsi. Considerava Ty un buon amico, e non voleva che il loro rapporto fosse influenzato da quello che era stato a tutti gli effetti un attentato sulla sua persona. «Ty?» gli venne incontro con una mano alzata in segno di saluto, un'espressione gioviale a completare la sua perfetta imitazione di non sto assolutamente in palla a rivedere Ty. «che coincidenza! anche te sei qui per compere natalizie?» non aveva mai preso il ragazzo come un tipo da comprare regali addirittura un mese prima Natale, ma le vie del Signore tm erano infinite. Mantenne una distanza socialmente accettabile tra di loro, casomai pensasse che fosse un maniaco, grattandosi la nuca in un chiaro segno di disagio (interiore, sempre) «senti, volevo scusarmi per l'altra volta....non ero davvero in me. so che probabilmente ti ho messo davvero a disagio, ma ero sotto effetto di amortentia» gliel'aveva chiesto? no. Glielo avrebbe detto comunque? Sì. «posso offrirti qualcosa per sdebitarmi? farmi perdonare?» ignorò tatticamente il sacchetto in mano al ragazzo, o non si sarebbe sdebitato mai più.
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    incontrarsi sotto stupefacenti
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    Gaylord Romeo Beckham si sentiva una frode. Uno sporco traditore, qualcuno di cui non ci si poteva fidare. Quando gli avevano offerto -imposto, più che altro- di scrivere un libro sulla sua vita aveva provato a rifiutare, giustificandosi con il fatto che non avesse fatto nulla di speciale nella sua vita. O almeno, nulla che il pubblico potesse sapere. Venire dal futuro non era esattamente di pubblico dominio. E poi ultimamente erano stati pubblicati abbastanza libri scritti da influencer, il Beckham non aveva intenzione di essere associato a questi ultimi. Non era il suo brand, non era nato per finire tra gli scaffali di un supermercato qualsiasi- voleva intrattenere i suoi fan, e tanto gli bastava, senza tutti quei fronzoli. Alla fine, però, Gaylord non aveva avuto altra scelta che accettare la proposta nel suo manager per obblighi contrattuali. Perché ovviamente anni prima non l’aveva davvero letto prima di firmarlo, tantomeno le parti più piccole. Così Gaylord si era trovato affiancato a un ghostwriter ancora prima che potesse aprire bocca, spaesato sul cosa esattamente avrebbe dovuto mettere in quel libro. Aveva diciannove anni, ancora non aveva toccato le due decadi di vita, la cosa più emozionante e spaventosa che gli era accaduta era stato finire all’oblinder e combattere ad Hogwarts. La parte peggiore non era stata nemmeno dover spendere le sue energie mentali sull’autobiografia, ma sorbirsi le lamentele di Shiloh sul perché non fosse stata scelta lei al posto di qualche (citazione letterale) scrittore pezzente che non ha idea di quello che sta facendo. Gaylord ci aveva provato a chiederglielo, ma non era colpa sua se la Jolie-Pitt aveva il brutto vizio di sparire nella giungla (literally) ogni tanto. MALFIDATA.
    E fu così che Gaylord si trovò un casuale giorno di ottobre a tenere un firma copie. Si trovava in un complesso che aveva tutta l’aria di essere stato arredato a un hipster, quello stile pretenzioso e alt che non faceva altro che dare il vibe di una birreria olandese. Ma il Beckham era un uomo di poche pretese, e finché aveva un tetto sopra la testa per il suo firma copie era felice. Il suo banchetto era sistemato su un mini-palco che gli permetteva di vedere la stanza e le persone ancora in fila. La mano gli faceva male da quanti libri aveva firmato, era abbastanza sicuro di essere vicino a un crampo. Volse il capo in direzione del suo vicino, finalmente libero di approcciarlo ora che erano in pausa. Un po’ gli dispiaceva per lui, la sua postazione non sembrava avere lo stesso afflusso di quella del Beckham……..e dire che lui l’aveva letto il libro, e gli era anche piaciuto! Non gli era capitato sottomano di proposito, era più il fatto che il Rainey l’avesse distribuito all’intera Hogwarts inclusa sua sorella. Per fortuna, Gaylord era riuscito a sfilarglielo dalle mani prima che lo usasse per la carta pesta. Fategli causa se era curioso di sapere di più sul fratello minore! Non era che avessero un grande rapporto ad Hogwarts, e la reputazione di Mort non era proprio delle migliori………ma Gaylord aveva fiducia! «hey!» chiamò in direzione di Mort per salutarlo, con tanto di mano a sventolare. «non so se ti ricordi di me, andavamo a scuola insieme?» perché sarebbe stato presuntuoso da parte del Beckham assumere che chiunque lo conoscesse solo per la sua fama da influencer. Sì, anche quando uno si trovava al suo firma copie. Suo, insomma, era più un evento per diversi scrittori ma nel concreto era Gaylord ad attirare la folla maggiore. «volevo dirti che ho letto il tuo libro, l'ho trovato molto interessante!» guardatelo, ci stava provando così tanto a bondare con il suo fratellino. Aveva persino portato l'autobiografia di Mortino per farsela autografare, anche se per il momento era ancora riposta nella sua borsa. «ti va di prendere un caffè o qualcosa? siamo seduti qua da ore, mi farebbe bene cambiare aria» Mort: no, fottiti.
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    2003
    rebel
    Gaylord era: confuso. Sarebbe stato utile riuscire a comunicarlo al mondo, ma non era abbastanza lucido da mettere l’una dopo l’altra le parole che avrebbe voluto. Era come assistere a un incidente a rallentatore, osservare il giocatore sulla scopa che si scontrava con l’avversario sapendo già che qualcuno sarebbe caduto dalla scopa ma senza poterci fare niente. Il Beckham avrebbe voluto scuotersi e riportarsi alla sanità, ma non potendolo fare contava sulla saggezza di Dylan- il che, forse, non era il piano migliore ma Ty sembrava paralizzato e basta. Morto dentro, la luce nei suoi occhi ormai scomparsa. «Secondo me l'hai rotto. Forse dovresti andarci piano-» troppo tardi. Gay aveva bisogno di essere imbavagliato, e non in maniera kinky, o che qualcuno gli lanciasse un silencio. Lasciò che Dylan prendesse il controllo della situazione, o almeno che salvasse il salvabile prima che il Beckham si inginocchiasse per chiedere all’amico di sposarlo. Forse non era una così brutta idea. Il suo cervello si era già messo all’opera sfornando una miriade di scenari da film romantico senza il suo permesso, un’immagine più disturbante dell’altra perché- non era normale. Era certo che le persone aspettassero più di qualche mese per chiedere al loro partner di sposarli, senza contare che il Beckham era fin troppo giovane per prendere in considerazione pensieri del genere. «Mh... TY! Perché.... non vai dentro. Ad ordinare qualcosa per tutti.... fai tu. Anzi no, ciambelle per tutti? Sì? Ok, ottimo perfetto. Cioccolato e non puoi sbagliare» Gaylord aprì la bocca per ribattere che no, lui preferiva quelle alla fragola ma decise saggiamente di tacere. O meglio, Dylan parlava così veloce che non riuscì ad intromettersi. Fosse stato più lucido, avrebbe capito che le ciambelle non erano altro che un escamotage per mandare Ty fuori di scena e dunque niente di così profondo to get upset over. In ogni caso, la prossima volta avrebbe ordinato le sue amate ciambelle con la glassa alla fragola, giusto perché gli era rimasta la voglia e il fatto che non le potesse avere subito pareva davvero un’ingiustizia. Gaylord si lasciò condurre da Dylan verso uno dei tavolini, lasciando un’occhiata furtiva alle sue spalle per controllare che nessuno avesse tirato fuori il cellulare e avesse iniziato a registrarlo. Dopotutto erano così che nascevano gli scandali, no? Un piccolo passo falso quando pensi che nessuno stia prestando attenzione e la tua carriera è finita. Il Beckham lo sapeva bene, aveva assistito al declino della carriera di alcuni suoi conoscenti nel corso degli anni, un affondamento del Titanic che non aveva lo stesso gusto poetico. Comunque no, nessuno sembrava averlo riconosciuto, quindi il massimo che le sue dichiarazioni avevano ricevuto era stato qualche sguardo stranito. Meglio così, ci teneva ancora alla sua vita privata- quel poco che restava.
    Si accomodarono allo stesso tavolino di prima, con ancora la teiera di porcellana e la tazzina a fumare a un lato del tavolo. E sì, l’ex grifondoro era il tipo che prendeva il tè bollente anche con venticinque gradi, non ci vedeva nulla di male. L’avrebbe volentieri offerto alla Kane, se non avesse avuto il sospetto che ci fosse qualcosa di terribilmente sbagliato in quell’acqua sporca. «Dovresti riprovarci in un momento... più calmo. E con meno gente. E possibilmente non in mezzo alla strada.... e non così all'improvviso. E non con così tante parole» Gaylord annuì, cercando di assorbire quante più informazioni riuscisse a processare in quel momento. Il che non erano molte, perché i suoi occhi continuavano a guizzare verso l’entrata del locale, cercando di cogliere il momento in cui Ty sarebbe uscito. Probabilmente mai, ma questo Gaylord non lo sapeva. «hai ragione, forse dovrei prima scriverlo da qualche parte……fare delle prove» rifletté ad alta voce, buttando giù un piano d’azione non troppo dissimile da come era abituato a fare per il suo lavoro. «sembri essere molto esperta» era più una domanda che un’affermazione, qualcosa nella sua testa che lo spingeva ad indagare ma senza risultare troppo invadente «tipo, non so, magari hai già trovato qualcuno» che ne sapeva lui, in fondo? Non era il tipo di persona che andava a chiedere a sua sorella o gli Hale gli ultimi gossip di Hogwarts, senza contare che si sarebbe sentito un creep. «Puoi ancora giocarti le tue carte, non preoccuparti, nulla è perduto ma....» Gaylord trattenne il respiro, le dita a stringersi attorno a quelle della ragazza. TY ERA SPOSATO???? AVEVA UN FIGLIO?? Il Beckham sentiva di poter affrontarlo, dopotutto l’amore era la forza più grande nell’univ- «odio dovertelo dire....ma... credo che Ty non sia disponibile.»
    Lo sguardo di Gay si spostò verso un punto indefinito alle spalle di Dylan
    Zoom sulla faccia di Gaylord
    Le labbra a curvarsi verso il basso, mille emozioni a passare per il suo viso
    Crack.
    Il suono di un cuore spezzato, mille frammenti sparsi per il tavolino e senza possibilità di rimetterli insieme.
    «ah» un uomo distrutto, che non riusciva a commentare la notizia se non con l’entusiasmo di qualcuno morto dentro. A cui avevano risucchiato i sentimenti, dissennatore style. «capisco……» sì, capiva, ma non era il tipo da arrendersi così facilmente. Gaylord amava le sfide, quell’incertezza che lo teneva sul filo del rasoio fino all’ultimo- quindi sì, per quanto le probabilità non fossero in suo favore, lui ci avrebbe provato in ogni caso. Non si molla un cazzo. «ma tentare non nuoce, no? lasciami fare una prova con te, così puoi dirmi cosa ne pensi» e come poteva dirgli di no, con i suoi occhi colmi di speranza e un timido sorriso che avrebbe sciolto anche il cuore del mangiamorte più evil di tutti? Prese un respiro profondo, la mano a stringere quella di Dylan e a portarla un po’ più vicino al suo petto. Gli occhi nocciola di Gaylord si fecero un po’ più morbidi, il turbinio di emozioni che battevano contro il suo petto come onde durante un maremoto, che chiedevano di essere liberate «dylan, lo so che non ho nessun diritto di chiederti una chance, so che sei già impegnata ma….sei la mia anima gemella, e se non ci provassi so che lo rimpiangerei. è diverso quando sono con te, sento di poter essere gaylord senza…..senza la pressione di essere ciò che sono sui social. non mi tratti come se fossi dio sceso in terra, mi prendi in giro quando pronuncio male il nome degli idol» aspetta ma stiamo parlando sempre di Ty, vero? Ridacchiò ripensando alle sue ultime parole, la totale incapacità del Beckham di memorizzare e associare i nomi degli idol alle loro facce. «sto bene quando sono con te, vorrei spendere più tempo con te ma come potrei chiedertelo? siamo solo amici, no? se solo mi dessi un’occasione per mostrarti che posso essere qualcosa di più» intanto, Gay si era momentaneamente dimenticato che stava parlando di Ty e non di Dylan, i suoi sentimenti a tirarlo da una parte e dall’altra «voglio portarti fuori a cena, per un aperitivo, quello che preferisci. mi basta una sola chance per dimostrarti che posso essere migliore del tuo fidanzato, dylan» *ty. Ma poi, Gay che fai rubi fidanzati. Scusa pandi sono in coma fingi abbia senso.
    Don't wipe this smile right off my face
    Don't want this fragile heart to break
    Boy, I think you must be cool



    secondo me gay non ha game come lando norris ma ok
  15. .
    starlord.mp3
    deep water
    - american authors
    gay
    - benjamin
    a painting in paris
    - arrested youth
    gaylord
    beckham
    sheet
    power
    aesthetic
    headphones
    QUA SCRIVERE LE ROLE

    Ain't even scratched the surface Thinking I deserve the dream I want the flame without the burning
    info
    piz + penn: parents
    willow + costas + mort + reese: siblings
    dylan kane: crush
    yale + joni: uncles
    g(r)ay: squad
    mac + harper + nate + nice + claudia + ty: friends
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    Edited by starlord - 13/8/2022, 10:53
35 replies since 30/7/2019
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