Votes given by MANIAC.mp3

  1. .

    1992

    hand-to-hand

    rebel
    obstacles
    koethe
    Nelia ci aveva provato ad insistere affinché quel particolare compito da svolgere nelle profondità marine venisse affidato a qualcun altro — letteralmente a chiunque altro che non fossero i suoi bambini, un gruppo oramai ridotto all'osso e che le faceva mancare qualche battito ogni volta che imboccava in un aula e la trovava vuota per metà, oppure ogni volta che radunava i più giovani nella sala addestramento del QG e fin troppi mini ribelli non rispondevano al suo appello.
    Era ingiusto; era frustrante, e la faceva incazzare — ma soprattutto, aveva mandato in overdrive tutti i suoi istinti da mamma chioccia, costringendola a vivere in un perenne stato di ansia che le suggeriva potessero sparire altri di loro, in un qualsiasi momento, se solo avesse distolto le attenzioni per più di qualche istante.
    Donne, uomini, maghi o special, adulti o bambini; il Lotus non aveva guardato in faccia nessuno quando era sparito e aveva portato con sé pezzi di cuore e di vita, e ora Nelia non sapeva come rimettere un tappo a quelle emozioni nere e dense che fuoriuscivano da cassetti chiusi a chiave eppure abbastanza danneggiati affinché potessero passarci attraverso timori, paure e il non così irrazionale terrore che potesse succedere ancora. E ancora. Erano usciti da meno di un anno dalla Guerra di Primavera, e non avevano ancora risanato i danni di quell'ultimo conflitto, ed eccoli lì, già a doversi interfacciare con un altro grande cataclisma.
    Il mondo sicuro che aveva promesso a se stessa avrebbe combattuto per costruire, per Bennett e le nuove generazioni, non le era mai sembrato così lontano.
    Aveva insistito; che ci mandassero degli adulti, fino a Takitaki, a risolvere il problema di un mago troppo superbo che si era lasciato prendere la mano. Perché i loro ragazzi?
    Aveva insistito, ma aveva perso; metteremo in atto tutte le misure di sicurezza adatte al caso non le erano sembrate comunque attenuanti, né parole abbastanza rincuoranti, ma non aveva potuto puntare i piedi più di quanto non avesse fatto fino ad ora, perciò non le rimaneva che seguire le direttive e organizzare quell'uscita didattica tenendo a mente di prendere lei tutte le misure di sicurezza adatte.
    Per gli studenti, e per un Eugene Jackson che sembrava pronto a partorire lì su quella barchetta, come una Elsa Pataky agli Oscar qualunque.
    Forse avrebbe dovuto pensarne anche qualcuna per Raph, alla sua prima esperienza con quel genere di lezione, ma fino a quel momento se l'era cavata abbastanza bene — almeno di un problema, Nelia poteva smettere di farsi carico.
    E menomale, perché era molto più presa dal tenere sott'occhio tutti i suoi ben, un'abitudine che di recente era persino peggiorata, e di tanto in tanto a lanciare un'occhiata alla bionda professoressa, per poter pensare anche al Vaughan. Lo ascoltò fare i suoi preamboli e annunciare lo scopo della lezione, dopo aver fornito una descrizione più o meno dettagliata dell'isola sommersa e di ciò che avrebbero trovato una volta scesi sul fondale marino; poi era stata la volta di un Eugene sempee più affaticato, che aveva lasciato andare gli studenti nelle Ostricone Giganti, per il sommo dispiacere di Nelia – che aveva chiaramente sentito un tuffo al cuore nel vedere i ragazzi prendere il mezzo di trasporto e calare oltre la superficie schiumosa dell'oceano – prima di entrare in travaglio.
    Aspetta.
    Cosa?

    Arrivati a quel punto della lezione, Nelia avrebbe dovuto raggiungere i ragazzi nel Centro di Osservazione allestito a Takitaki, per monitorare i progressi e, in caso di esito positivo nella ricerca delld contro maledizioni, guidarli alla successiva fase della lezione (quella più di divertente), insieme a Jade.
    Un veloce sguardo alla aua assistente, però, le confermò quanto sospettato: la special non sarebbe andata da nessuna parte, non con una figlia in arrivo. E Nelia non le avrebbe mai chiesto di farlo.
    Prese perciò tutto il suo equipaggiamento da scuba diving (personale; non era mica una dilettante, Nelia Hatford) e, dopo aver rassicurato gli eubeech che sarebbe tornata subito, si tuffò per raggiungere l'isola sommersa.
    Non era un'ostetrica, ed era sicuramente la prima volta che le capitava di dover far nascere qualcuno, ma a giudicare dalla situazione (ancora gestibile) immaginava di avere abbastanza tempo per scendere, avvisare gli studenti, risalire in superficie e aiutare Euge a mettere al mondo Rude. Ok ok. Ce la poteva fare.
    Una volta raggiunta l'isola, raggruppò tutti gli studenti in una delle stanze (perché il tempo era denaro e non poteva ripetere quel discorso infinite volte) e gli spiegò brevemente la situazione. «ora che avete trovato gli incantesimi per contrastare le maledizioni,» spero – al momento in cui scrivo questo post, nessuno ha ancora postato i propri gruppi quindi chissà, «potete uscire per lanciarli sulle creature e farle tornare al loro stato originario.» breve, concisa, diretta. Fece un gesto allo Skylinski per invitarlo a distribuire le foglie. «con queste potrete muovervi e respirare lì fuori, ma non riuscirete a parlare;» si strinse nelle spalle, non faceva lei le regole, «vi avviso che, una volta libere dalla maledizone, le creature cercheranno di attaccarvi come ringraziamento» infondo, avrebbero dovuto sapere già che takini e creature fossero famose per i loro atteggiamenti aggressivi, «perciò, state in guardia.» e mentre loro masticavano le foglie, o le lasciavano sciogliere sotto la lingua, Nelia rimise in spalla la bombola di ossigeno pronta per ritornare in superficie, non prima di averli lasciati con l'ultima parte di raccomandazioni.
    «avete la possibilità di tentare di farveli amici e guadagnare il loro rispetto, lottando con loro, e addomesticandoli come vuole la cultura di Takitaki. Ma fossi in voi eviterei magie di qualsiasi tipo,» e non era un consiglio, «avete due (giorni) ore di tempo, dopodiché qualcuno arriverà a recuperarvi»
    Promessa (e minaccia).
    Puntò il dito contro ognuno di loro «non potete uccidere le creature» lo agitò un paio di volte a mezz'aria, «non potete rapire le creature» e lo agitò ancora, «non potete usare i vostri compagni come merce di scambio per le creature.» ai takini, gli umani non piacevano molto.
    Tutto il resto, era permesso. Come avrebbe detto il buon William: yolo.
    «buona fortuna a tutti» lei aveva una Rude da far nascere.
    as far as I can remember
    we've been
    migratory animals
    living under
    changing weather
    flawsome


    OFF// ultima parte! Troverete i dettagli sul duello in ciascun topic (aperti nell'aula di corpo a corpo) ma per fare un recap veloce della situazione on fino ad ora:
    – avete studiato le creature e le maledizioni;
    – nelia è scesa per darvi il via libera e barry vi consegna delle foglie grazie alle quali potrete respirare e muovervi tranquillamente in acqua, ma che non vi permettono di parlare (perché vi farà crescere le branchie)
    – una volta usciti dalla stanza, in metagame gli studenti casteranno la contromaledizione trovata, e subito dopo le creature attaccheranno i pg per ringraziarli, e giocare con loro

    Fine? Fine.
  2. .
    Ormai Hogwarts sembrava frequentata solo dai Ben. E non sembravano tanti perché cinesi, dato che loro, di cinesi cinesi, non ne avevano neanche uno, ma perché erano davvero tanti. E, soprattutto, nessuno di loro era sparito in quel maledetto resort.
    Alzò lo sguardo verso il cielo azzurro e terso sopra di loro, i capelli spettinati dal vento carico di salsedine, e congiungendo le mani pronunciò l’ennesima preghiera silenziosa di ringraziamento. Era egoista e lo sapeva, ma non poteva fare a meno di sentirsi sollevato all’idea che nessuno dei Ben10 fosse scomparso. Tuttavia, non poteva dirsi anche felice, dal momento che tante, troppe persone a cui i suoi amici volevano bene non avevano avuto la stessa fortuna. Lo leggeva in ogni sguardo di Balt, e persino in quello di Ben, sebbene la corvonero lo mescolasse con la sua solita furia omicida. Aveva tentato di rassicurarli facendo loro notare di non riuscire a parlare con nessuna di quelle povere anime, cosa che lasciava dunque presumere che non fossero morte, ma non doveva essere stato troppo convincente. Dopotutto, si fidava fino a un certo punto dei propri poteri. E soprattutto di sé stesso. Per non parlare del fatto che, forse, l’assenza di anime forse non era un buon segno. Se sparivano anche gli spiriti, di una persona non rimaneva più nulla. E non sempre significava che fosse passata oltre…
    “Amen.”
    Lasciando ricadere mollemente le braccia lungo i fianchi, tornò ad abbassare gli occhi, giusto in tempo per trovarsi davanti l’immagine del professor Barrow (non riusciva a non pensarlo in altro modo, sebbene non fosse più un loro insegnante. Anche da lì a cinquant’anni, probabilmente, lo avrebbe salutato per la strada con un “salve, professore”, nonostante tutto) in mutande su un maxischermo. Be’, dopo il porno non esattamente soft dell’anno precedente questo non era così scandaloso. E forse aveva anche un suo senso.
    Senso che, però, lui non colse minimamente.
    Cercò chiarimenti nei suoi amici, ma Balt stava vomitando anche l’acqua del battesimo, Ben era andata a meditare decisamente oltre la sua portata e gli altri *inserire qui cosa stanno facendo, ma comunque vi amiamo, ciao*. D’accordo, allora era suo preciso compito cercare di carpire più informazioni possibili e poi passarle tutte al resto dei Ben10. Semplice, no?
    Aveva visto parecchi animali partorire, in quel di Bodie. Pecore, capre, mucche… e scrofe, naturalmente. Non era un grande amante del sangue e dei liquidi corporei in generale, anche perché erano la manifestazione più ovvia della fallacità dei corpi mortali, fatti di carne e ossa e sangue, appunto, ma non era neanche ai livelli di Balt su quella nave. Anzi, per certi versi, nonostante tutto, l’idea di aiutare e, ancora di più, di far venire qualcuno al mondo lo emozionava moltissimo. «Posso dare una mano!», si propose quindi, facendosi avanti un po’ esitante, ma con un sorriso sincero sulle labbra.
    Tuttavia, i suoi amici avevano deciso di farsi ingoiare da quelle che sembravano delle ostriche giganti. O forse delle vongole, in effetti, a guardarle bene. «Speriamo non si vogliano vendicare per la fine che fanno nella Storia delle ostrichette curiose di Alice…», borbottò con un brivido, rivolto ai Ben ancora superstiti. Bennet, chiaramente, aveva con coraggio aperto la strada per tutti, riempiendolo d’orgoglio, ma anche di ansia. Già era rimasto traumatizzato dalla lettura di Attraverso lo specchio, ma, per certi versi, la visione del cartone Disney l’aveva turbato ancora di più.
    Il professor Barrow però li incitava a entrare in quelle bocche spalancate, dicendo di lasciarsi leccare. Per qualche istante la sua mente volò altrove, ma fu il contatto con la viscida ed enorme lingua della piriña a ricordargli che no, non era nell’appartamento profumato e pieno di fiori di Erisha. Le leccate, però, non furono neanche la cosa peggiore: ripiegare due metri gambe lunghe e spigolose in uno spazio pensato sì e no per una persona alta la metà di lui non fu esattamente facile. Quando quindi finalmente uscì, ci mise parecchi istanti per rimettersi del tutto dritto e farsi scroccare anche l’osso del coccige. Per non parlare del guardarsi intorno e scoprire quel panorama bellissimo ma inquietante.
    Erano in una bolla di vetro al contrario. L’acqua era fuori, non dentro. Acqua che li copriva per metri e metri, anzi, chilometri, probabilmente. Una tomba bellissima, bellissima e letale.
    «Ma voi avete ascoltato.»
    Abbassò lo sguardo fino a incontrare quello confuso e corrucciato di Bennet, prima che gli occhi di lei sfuggissero da un’altra parte. «Dobbiamo aiutare gli aiutanti di questa specie di Atlantide – Takitaki, scusate – a capire da quale incantesimo o maledizione sono state colpite alcune creature oceaniche… e quindi anche a curarle?? Una volta fatta un’ipotesi dovremmo ricevere altre istruzioni…», sintetizzò, legandosi i capelli spettinati dal vento di poco prima alla meglio.
    Era sicuramente tutto molto affascinante. Anche se, al solito, non poteva fare a meno di chiedersi quanto fossero disperati al Ministero per chiedere il loro aiuto. Era troppo ingenuo e buono, naturalmente, per non realizzare che quello era un modo con un altro per non assumere altro personale e spendere soldi per gli stipendi. Erano in tutto e per tutto stagisti schiavi.
    Ad ogni modo, sorrise allegro a Dara mentre si avviavano verso il loro box. «Che bello essere insieme!», commentò con sincerità, soddisfatto dalla presenza rassicurante dell’amico. Quando però raggiunsero la loro postazione, la vista (ihihihi) della povera creatura spense ogni allegria dal suo volto. «Oddio poverino!» Si avvicinò al vetro che li divideva dall’esterno, fino a poggiarvi una mano sopra mentre osservava il dolore nell’enorme occhio semiaperto dell’animale. «Chissà che fastidio…» Sospirò e si voltò verso Dara. «Mi sa che è un betabioptal, tu che ne pensi? Con una bruttissima congiuntivite…»

    Arriverò con il codice... forse.

    CITAZIONE
    5. ictus, darae
    Betabioptal: completamente cieco, l'unico occhio della creatura è chiuso e secerne un liquido purulento, il che le impedisce di orientarsi e difendersi

    › betabioptal: XXX – “un mago capace dovrebbe cavarsela” + Dalla forma quasi completamente sferica, gran parte del suo corpo è composto da un enorme occhio. Apparentemente innocuo, il betabioptal è grande all’incirca come due volte la testa di un essere umano e si muove fluttuando nell’acqua, in un movimento che ricorda quello di una palla che rotola. La pericolosità risiede proprio nell’occhio, che usa per cacciare. Infatti, nel momento in cui un’altra creatura fissa troppo a lungo il grande occhio del betabioptal, questo è in grado di ipnotizzarla. In preda alle allucinazioni, solitamente la preda non si accorge dell’espansione della pupilla del betabioptal, né della comparsa di file e file di denti. L’occhio, infatti, è anche la bocca dell’essere, e può diventare grande non solo come tutta la creatura, ma raggiungere il doppio delle sue dimensioni, così da inghiottire anche animali molto più grandi.

    › altro: - Tanto la pelle quanto l’iride possono avere diversi colori, anche se la combinazione più diffusa è pelle verde acido e occhio verdeazzurro.
    - Lo sguardo dell’unico occhio è altamente magnetico e, a detta di molti, provocante.
    - Al tatto la pelle è liscia e morbida e calda, tanto da somigliare a quella di un neonato.
    - Non è ancora del tutto chiaro il processo digestivo di queste creature, dal momento che riescono a ingoiare, per intero, esseri molto più grandi di loro. L’ipotesi più diffusa tra i magizoologi è che vengano teletrasportate in uno stomaco-buco nero collettivo, dove i betabioptal di uno stesso branco mettono in comune non solo la fame, ma anche il nutrimento.
    - L’ipotesi precedente si basa sul fatto che è invece stato comprovato dalla comunità scientifica magica che i betabioptal di uno stesso branco condividono lo stesso cervello, o meglio, lo stesso neurone, poiché gli esemplari studiati in laboratorio si sono dimostrati essere privi di cervello, anche nella sua forma più elementare.

    CODICE
    <b>&#155; betabioptal:</b> XXX – “un mago capace dovrebbe cavarsela” + Dalla forma quasi completamente sferica, gran parte del suo corpo è composto da un enorme occhio. Apparentemente innocuo, il betabioptal è grande all’incirca come due volte la testa di un essere umano e si muove fluttuando nell’acqua, in un movimento che ricorda quello di una palla che rotola. La pericolosità risiede proprio nell’occhio, che usa per cacciare. Infatti, nel momento in cui un’altra creatura fissa troppo a lungo il grande occhio del betabioptal, questo è in grado di ipnotizzarla. In preda alle allucinazioni, solitamente la preda non si accorge dell’espansione della pupilla del betabioptal, né della comparsa di file e file di denti. L’occhio, infatti, è anche la bocca dell’essere, e può diventare grande non solo come tutta la creatura, ma raggiungere il doppio delle sue dimensioni, così da inghiottire anche animali molto più grandi.

    <b>&#155; altro: </b> - Tanto la pelle quanto l’iride possono avere diversi colori, anche se la combinazione più diffusa è pelle verde acido e occhio verdeazzurro.
    - Lo sguardo dell’unico occhio è altamente magnetico e, a detta di molti, provocante.
    - Al tatto la pelle è liscia e morbida e calda, tanto da somigliare a quella di un neonato.
    - Non è ancora del tutto chiaro il processo digestivo di queste creature, dal momento che riescono a ingoiare, per intero, esseri molto più grandi di loro. L’ipotesi più diffusa tra i magizoologi è che vengano teletrasportate in uno stomaco-buco nero collettivo, dove i betabioptal di uno stesso branco mettono in comune non solo la fame, ma anche il nutrimento.
    - L’ipotesi precedente si basa sul fatto che è invece stato comprovato dalla comunità scientifica magica che i betabioptal di uno stesso branco condividono lo stesso cervello, o meglio, lo stesso neurone, poiché gli esemplari studiati in laboratorio si sono dimostrati essere privi di cervello, anche nella sua forma più elementare.
  3. .
    Volevo avvisare che giuro che ci sono, sono viva ma tra impegni e cose real, mi hanno preso più del previsto t-t scusatemi questo disagio </3 nel mentre però, sto facendo la tabella e inserendo tutte le varie cose, sperando che quando la copio qui non si sfancula - scusate la parola ahaha - tutto quanto xD

    Davvero? Ma che figata <3 ahah immagino che sclererai un giorno sì e l'altro pure :''' ciao pandi, piacere di conoscerti ^^ certo che ci becchiamo, mi farebbe super piacerissimo *emoji con gli occhiali*

    ---

    ahahaha non so quanto posso andare bene per bastone della vecchiaia, anche perché penso che ne avrò bisogno pure io *rotolo via* ma tranquilla, pure per me resta un mistero comunque la roba dell'html e dei codici, più che altro perché quando proprio a fare tabelle o altro su visual studio code, mi fa vedere che l'ho fatto giusto, poi vengo qui o su blogfree e mi manda a quel paese tutto quello che ho fatto ahaha :'''
    quindi siamo proprio in due, sotto questo punto di vista a non capirci nulla :''' che bello deve essere stato però il corso <3 purtroppo io non ho telegram </3> però avrei discord ecco quello sì xD
  4. .
    Ehi ciao <3 e siamo in due, nemmeno io lo sono XD e aspetta ... Aspetta ... ASPETTA!!! COME NON C'E TECNA?! QUESTO NON VA PER NIENTE BENE e.e!
    Già parte con un punto in meno, solo perché non c'è lei e.e </3
    Ti ringrazio <3

    --

    Ciao Vins <3 ahahah e meno male xD <3 ti ringrazio del pensiero <3 e ti ringrazio anche per il benvenuto ^^

    ---

    Ciao Ari <3

    ahaha GIURO MAI, MAI, MAI ahaha ma recupero promesso *emoji con gli occhiali* visto solo il cartone :'' l'applicazione mimo? Mai sentita *se la segna* sul serio? Sono tutti suoi? Io sono andata già a sbirciare e quando ho visto tutte quelle cose i miei occhi erano tipo così: :] MA ALLORA BRAVA LO SEI <3 sono tutte belle quelle che ho sbirciato <3
    Per il prestavolto avevo pensato a Jared Padalecki <3 *sperando sia effettivamente libero, ora sbircio i link che mi hai taggato<3* e ora che ho letto un po', pensavo di farlo proprio un bel ribelle ovviamente *faccina con gli occhiali* ma non sei stata per nulla molesta anzi, grazie che ti sei presa questi minuti per taggarmeli <3 ora me li vado a sbirciare, soprattutto i tuoi pg <3
    Ti ringrazio per tutto <3

    ---

    Ehilà ciao a te <3 no va beh, adoro trovare persone a cui piacciono le winx <3 purtroppo per i manga effettivamente, non li sto praticamente comprando più ahaha gli ultimi manga che ho comprato credo siano stati quelli di Sherlock che praticamente erano uguali e identici della serie della bbc, altri manga che ho sono Hai presente midori?! - questo l'ho trovato davvero carino, ma se non erro è vecchio - ho i primi volumi di Pandora Hearts, poi un volumetto random di fullmetal alchemist di cui ho visto anche l'anime adoro <3 e nulla ... ti potrei dire di più sugli anime che ho visto ovvero: Banana Fish, Dragon Ball ho recuperato tutto Naruto e ora, sto guardando Naruto Shippuden, poi ho guardato Puella Magi Madoka Magica, Fullmetal alchemist, inuyasha - il seguito da recuperare - ho recuperato Rossana, Blue Exorcist, Fairy Tail lo sto recuperando, Soul Eater, high school of the dead, Death note, Vampire Knight, The promised neverland e per ora ho recuperato questi ahahaha xD
    Stai facendo la tesi? Dai sono con te, sono sicura che ti verrà una bomba <3 *emoji con gli occhi*
    E ti ringrazio per tutto quanto <3
  5. .
    BELTÈ (Hyun-jin) Tae
    now i wish
    we would smile more
    it will be okay, because
    today's me is doing fine

    Un'altra giornata era terminata e il ragazzo se ne stava sul divano a coccolare il suo cucciolo di cane in attesa di andare a dormire, anche se non aveva tutta questa voglia, quel letto era fin troppo grande senza il compagno.
    Si sentiva solo ultimamente, Jae era dovuto rientrare in Corea ed era via già da qualche settimana, lui odiava stare da solo in casa e spesso se ne stava con il suo migliore amico.
    «sai mio caro amico, mi manca il mio ragazzo» grattava il pelo di Yeotan e intanto pensava che odiava davvero tanto stare in solitudine, ma era anche vero che da quando si erano ritrovati a Londra qualche anno fa, era la prima volta che stava da solo per così tanto tempo e non era abituato. Nelle ultime settimane (diciamo mesi) si era rifugiato da Bye praticamente ogni giorno e quasi ogni notte perché aveva il terrore di stare da solo specialmente quando tramontava il sole.
    Sospirò per l'ennesima volta in pochi minuti mentre Yeotan se ne stava tranquillo sulle sue gambe a dormire. «vedrai che tornerà da noi, noi da qui non ci muoviamo» ovviamente non intendeva letteralmente, aveva anche un ristorante da mandare avanti senza il suo ragazzo e per fortuna aveva anche molti amici con i quali stare durante l'assenza del compagno.
    «dovremmo dormire, cioè tu già lo fai, ma io penso che andrò da Choi!» fu un pensiero ad alta voce che svegliò improvvisamente il cucciolo facendolo alzare dalle sue gambe. Prese a scodinzolare e piangere quasi per l'emozione di rivedere Bye; amava quel ragazzo, forse più di Jae. Si alzò anche lui e gli mise il guinzaglio «sono d'accordo con te. Non gli dispiacerà se gli facciamo compagnia» spesso si auto invitava a casa sua e si presentava quindi senza che fosse atteso, ma poco importava, era il suo migliore amico non lo avrebbe mai lasciato fuori dalla porta.
    Suonò il campanello e poco dopo vide la porta aprirsi «pigiama party?!» mostrò i popcorn e sorrise, nessuno poteva resistere al suo sorriso.
    gif code
    empatia
    22y.o
    kinese speciale
  6. .
    [NO SPAM] Buona sera, purtroppo non ho più molto tempo per seguire attivamente il forum a livello di affiliazioni/gemellaggi/speciali e perciò, in accordo con gli altri staffer, abbiamo deciso di rendere il Say my name again GDR completamente privato e di rimuovere tutti i legami e le tabelle che avevamo.
    Vi ringraziamo per il supporto ed il sostegno che ci avete donato negli anni e vi auguriamo di continuare a divertirvi come sempre ♥ Grazie di tutto (ovviamente siete liberissimi di rimuovere i banner, avviso solamente per correttezza così che possiate gestire a vostro piacimento il tutto).
  7. .
    We do our best vampire routines
    As we suck the dying hours dry
    32 y.o.HALLUCIKINESIS
    rea
    hamilton
    Erano proprio modellate in modo diverso, Rea e Jade. Non avrebbe dovuto stupire che fossero diverse, era palese nel modo stesso in cui interagivano con il mondo circostante, ma era comunque sempre strano rendersi conto che pur condividendo un passato insieme, i risultati fossero così distaccati fra loro. Davvero credeva che fare il mercenario non implicasse una carriera? Il sopracciglio della Hamilton scattò verso l’alto, pregno di giudizio ed arroganza nei confronti della minore. Sorseggiò lenta altro vino senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi chiari della bionda, permettendole di elaborare da sé quanto appena detto, e riconoscere l’errore. Non era solita concedere margine di dubbio ai suoi interlocutori, o riconoscere che avessero le competenze adatte per correggersi, ma per Jaden Beech avrebbe sempre fatto un eccezione. Stava ancora attendendo la consapevolezza che avesse scelto di unire la sua vita a quella della minor forma conosciuta di uomo appena evoluto – non si smetteva mai di sperare. - ma continuava comunque a concederle possibilità di redenzione su altri campi.
    «ma davvero...» strinse le labbra fra loro, battendo languida le ciglia nel posare il calice sul tavolo. Le sfuggì l’ombra di un mezzo sorriso accondiscendente, la lingua a seguire l’arcata dei denti. «e come pensi che sopravvivano i mercenari,» Lasciò affiorare la smorfia apparentemente divertita, indurita appena dal disappunto. Non aveva realmente messo mano nel crescere Jade, era stata una comparsa e certo non un modello di riferimento, ma sperava davvero avesse visioni più ampie. «rispondendo ad annunci su craiglist?» Voce melliflua, che Jade avrebbe facilmente potuto riconoscere come monito. «lasciando il proprio bigliettino da visita in discoteca?» Le scoccò un’occhiata severa, le dita a seguire il cerchio di condensa che il calice aveva lasciato sul legno ed un liquido sospiro a rotolare dalle labbra dischiuse. «jaden.» punto. Non riteneva il giudizio della Beech offensivo nei propri confronti – Rea sapeva di essere eccezionale in qualunque campo, e che il suo successo non dipendesse dal campo in cui sceglieva di applicarsi – ma comunque troppo superficiale per essere adatto al mondo in cui vivevano. «servono reti di informazioni, contatti. Stabilire fiducia. Una fama che va mantenuta discreta» Tamburellò le unghie sulla superficie di fronte a sé, concludendo con un tic cristallino del mignolo. «al contrario: è uno dei pochi mestieri dove hai bisogno di fare carriera. E dove puoi contare unicamente sulle tue capacità» Curvò la bocca in una smorfia, studiandola da sotto ciglia scure. Tendeva a dimenticare che Jade arrivasse da una famiglia purosangue, ed una ben inserita all’interno del mondo magico. Il fatto che lei volesse una vita diversa, non cambiava il fatto che avesse più possibilità rispetto a molti altri – perfino avendo perso i poteri; addirittura, con un figlio special a carico. «sai chi arrotonda con lavoretti da mercenario?» Si sporse in avanti, poggiando il mento sul pugno serrato. Attese una manciata di secondi, conscia che la Beech fosse perfettamente in grado di rispondere a quella domanda senza la sua specifica, ma in un mormorio la fece comunque. «i disperati» Ovverosia, coloro che alla propria vita tenevano così poco da accettare di fare lavori che altri non avrebbero fatto, e con possibilità inferiori di guadagno.
    Ma ad ognuno il suo.
    «non scherzavo. Posso trovarti un ingaggio» Alzò gli occhi al soffitto, spostandoli poi verso la porta che conduceva al suo inferno personale (la cantina di Elijah, da cui proveniva la risata cristallina di Uran come in qualsiasi film dell’orrore che si rispettasse). «anche subito, se non hai da fare» sorrise, più calda e sinceramente divertita di prima. C’era forse un miglior modo di fare bonding time con la propria sorellina, che andando a caccia di mostri? «ma non prima di essermi assicurata il tuo livello di addestramento» e detto ciò, si alzò in piedi, sciogliendo i muscoli del collo con un liquido sospiro. Le indicò con un cenno la porta che affacciava sulla stanza della casa adibita proprio a quello – allenamento, magico o meno che fosse – e che avrebbe impedito danni collaterali alla sua umile dimora. «ti va?»
    Spoiled, self-centered,
    a woman like this shouldn't be trusted
    Devious, heartless,
    this woman is used to getting what she wants
    mothica, emlyn
    good for her
    good for her
  8. .
    obliviontober 2023 settimana 2 // mini prompt: "luna"

    06zITwWrnVhSLJ


    il rosso sangue è perché nel frattempo avevo davanti gli occhi la partita e volevo piangere, ciao zia scusa è andata così bacini a fred e a te smack

    (textures: cypher-s, ravenorlov &&alkindii)
  9. .
    Lo metto anche qui perché sì.

    IMXS4TP
  10. .
    nome forum: God's Ashes
    link forum: qui
    affiliazione + gemellaggio
    banner: nIQH2JO
    lbdNaIX
    codice banner:
    CODICE
    <a href="https://godsashes.forumcommunity.net"><img src="https://i.imgur.com/nIQH2JO.jpg"></a>

    CODICE
    <a href="https://godsashes.forumcommunity.net"><img src="https://i.imgur.com/lbdNaIX.jpg"></a>

    dove volete essere avvisati per comunicazioni di varia natura?:
    CODICE
    https://godsashes.forumcommunity.net/?t=62892103

    altro: rpg medieval fantasy a trama originale con classi d&d
  11. .
    kaz oh
    dre aguilera
    I'm gonna wear my favorite color tonight, oh my
    I'm gonna shake it like the thunder tonight, oh my
    Dreams up in my head
    How far can I get
    Aveva trascinato Clay (e Jojo? E Neffi? Quindi anche Erisha? Lascerò scegliere a voi – no, Clay no, nessuna voce in capitolo) nel dormitorio delle Tassorosso per prepararsi con le sue compagne di squadra un’ultima volta? Certo che sì. E stava lì, seduto sul divanetto mentre Sana applicava brillantini attorno agli occhi («cosa? Uh? Sì sì, certo, sono gay haha clay vieni qui SMACK» sulla guancia, ciglia a battere languide alla Park) e si era rotto. Evidentemente qualche circuito era andato fuori fase, perché continuava ad iniziare La Frase e la voce cessava di funzionare nel momento esatto in cui Joni Peetzah lo guardava. Si spegneva, Kaz. Le parole incastrate in gola, labbra socchiuse e grandi occhi fissi sulla rossa. Non aveva davvero paura di Joni, ma quel discorso in particolare lo terrorizzava.
    «pensi che...»
    [ranette di Jojo che miagolano in background]
    «credi che….»
    [dylan screeching sulle note di Fireworks]
    «insomma, io...»
    [thor che sbraita e strappa l’elastico per capelli]
    Uh.
    Portò l’indice ed il medio a massaggiare la gola, arcuando le sopracciglia e spostando lo sguardo verso la prima telecamera – alla sua destra – e la seconda – alla sua sinistra – come il meme della scimmietta. No, non c’era alcuna telecamera; sì, quando sollevò lo sguardo sulla Tassorosso, lei lo stava ancora guardando. In attesa, e non troppo paziente. Le sorrise imbarazzato, labbra strette fra loro e guance in fiamme. Manifesting che sotto il blush non si notasse. Era già agitato di suo, ok? E non gli piacevano le ultime volte: suonavano definitive e finali, e l’Oh non era pronto a dire addio. Gli avevano già detto fosse un melodrammatico, che si sarebbero visti anche al di fuori di Hogwarts, ma Kaz sapeva che non sarebbe stata la stessa cosa. Quello restava comunque il tramonto di un’era, ed in qualche modo segnalava anche l’inizio di una nuova vita per l’Ivorbone.
    Con un’eredità da portare avanti.
    Grattò nervosamente la nuca, umettando le labbra con la lingua. Non sapeva neanche più quale, tra i tanti papabili, fosse il motivo a costringere il cuore a battere frenetico nello sterno: l’entusiasmo per il ballo di fine anno? La gioia di essere con i suoi migliori amici al mondo? Essere stato invitato al ballo da Dre? Immaginava che fosse di tutte quelle un po’; preferibile, perfino, perché nel suo cuore era un uomo coraggioso ed indipendente che certamente non si faceva mettere all’angolo da un discorso, e non entrava in una spirale di stress ed ansia da prestazione. KAZ? KAZ! ERA SOPRAVVISSUTO AGLI ALIENI ED ALLA GUERRA! Era un eroe, un paladino, un principe, una guardiana stellare, una leggenda – «hhhhh» Non poteva. Non l’avrebbe fatto.
    Di nuovo.
    Di occasioni non ne rimanevano poi ancora molte, ma in qualche modo avrebbe procrastinato.
    Magari per sempre. In effetti era stata un’idea stupida. Cosa gli era venuto in mente.
    «kaz?»
    «DEVOANDAREAPRENDEREDRECIVEDIAMOLA» Strillato tutto insieme, senza un decimo di fiato fra una parola e l’altra. Si alzò così rapidamente che da giovane vittoriana qual era, ebbe un momento di vertigini e dovette sorreggersi alla spalla della Kane per rimanere in piedi. Sorrise, un pollice sollevato verso le sue ragazze. «SIETEBELLISSIME» una pausa necessaria, mentre calava sulla testa il cappuccio della onesie e frullava verso l’uscita. «MANONQUANTOME» necessario a sentirsi un po’ più se stesso, e meno una bottiglia senza messaggio né destinatario lasciata galleggiare fra le onde.

    «ti... ti va di andare...» Fece rimbalzare lo sguardo dalle stelline allo smalto sulle proprie unghie, sorridendo euforico, per poi spostarlo sulle caramelle lasciate ai portinai ed atterrare infine sulla Aguilera. Che preziosa. Le sorrise, perché in fondo quando non pensava - ed accadeva spesso – tendeva a farsi prendere meno dal panico di quando ragionava sulle cose. Poteva farcela! Poteva tirare fuori tutto il suo rizz! Insomma, l’aveva invitato al ballo ed erano solo conoscenti: doveva mantenere l’immagine.
    Ma quale immagine, Kaz.
    Ecco, quello era uno dei problemi che affliggevano l’Oh, e non aveva una risposta a quella domanda. Non poteva semplicemente andare dalle persone e chiedere ma perché mi hai invitato, mi trovi carino, SCRIVI CANZONI SU DI ME E MI PENSI QUANDO METTI LE CUFFIE? perché quello era il genere di quesito che poteva porre solo ai suoi amici, dando per scontato che sapessero la risposta dovesse essere sì. Quindi… quindi. Dondolò imbarazzato sul posto, tirando leggermente il cappuccio con le scaglie da dinosauro verso il basso. ERA PRONTO! ERA CARICO! ERA «ti va di andare a vedere che musica mettono?» Fece per annuire entusiasta, e poi lo colpì. Tutto insieme, come i treni che la leggenda narrava piacessero tanto a Sheldon Cooper e il Giorgio Nazionale di Rob.
    Ma.
    Loro due da soli?
    Fu automatico per l’Oh immobilizzarsi come un cervo colto dai fanali dell’auto, occhi scuri a spalancarsi. Cioè. Tipo. Loro due e basta? Cioè, sì. C’erano altre persone, ma non… non con loro. Si guardò frenetico attorno, cercando di dare poco nell’occhio (quasi due metri di dinosauro, di certo non avrebbero attirato l’attenzione di nessuno) nel tentare di trovare qualcuno da portare con loro. Neffi …? Clay….? Depark…? JuJoNi? DYLAN WHERE YOU AT. Inspirò ed espirò velocemente, annuendo rapido. «uh. Uh! Musica. Certo. Musica!!» Ma forse preferiva prima una tappa dal punch, che sicuro qualcuno aveva già corretto. Non aveva mai bevuto in vita sua, ma sentiva che quella fosse la sera giusta per iniziare la sua vita da adolescente sregolato. Cioè… c’era il solido rischio che dovessero ballare. E conversare. E SE SI ASPETTAVA CHE LA BACIASSE? EH? KAZ NON AVEVA MAI BACIATO NESSUNO! Non lo negherò, l’idea di chiedere aiuto a Clay in merito l’aveva sfiorato – perché lo amava e si fidava di lui abbastanza da mostrare tutte le sue insicurezze – ma era semplicemente troppo strano. Non avevano neanche l’omoerotismo adatto per quelle scene da romcom, e allora qual era il punto. QUINDI VOLEVA DEL CORAGGIO LIQUIDO! LA LEGGENDA DICEVA FUNZIONASSE! ERA UN RITO DI PASSAGGIO! Offrì il braccio a Dre, ma si sentì immediatamente stupido e le porse solo la mano; poi si sentì a disagio, ed infilò il palmo chiuso nella tasca, dandole solo una spallata fra bro.
    Zero rizz, i repeat, ZERO RIZZ, SEND HELP.
    Rise nervoso per non piangere.
    Ed eccolo scendere nell’abisso della sua mort era: «MUSICA! Lo sai che conosco il dj?? SIAMO TIPO AMICISSIMI!» balt: do i even… know… your name… «SIAMO ANDATI SU UNA NAVE INSIEME E ABBIAMO ESORCIZZATO UN FANTASMA E HA VOMITATO TUTTO IL TEMPO»
    Mood:
    Kaz:
    Mood:
    Kaz:
    Mood:
    *meme di spiderman*
    «fortissimo, haha. Fortissimo. Beh comunque! Musica. Haha! ANDIAMO» e corse verso il Monrique sperando di inciampare in qualche cuscino e morire prima di affrontare le conseguenze di esistere come se stesso.
    FUCK IT WE BAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAALL
    ivorbone
    vi year
    rebel
    Living In A Haze
    Milky Chance
    </td


    ho dimenticato lo spoiler!!!
    si prepara con clay e le tassine (e JoJo? nerisha? lascio a voi scegliere) e si lancia su Balt. un riassunto efficace


    Edited by pipe dream - 3/7/2023, 18:32
  12. .
    CITAZIONE
    non so spiegarlo ma mac e mort (Mac canta)

    COSì VERO E REALE.


    Allora. Per vostro immenso dispiacere, interrompo la rubrica "perchè ascoltare i nothing but thieves" per iniziarne un'altra: avete presente il trend di tiktok "vi convinco a leggere un libro con solo una frase"? No? Beh, allora forse su instagram deve ancora arrivare (.). benvenuti ufficialmente alla mia versione: vi convinco ad ascoltare una canzone con una frase.
    Oggi abbiamo i the neighbourhood vrs perchè sono in quel mood.
    Prenderò tutte le mie canzoni preferite (che trovate nella mia plyalist su spotify :cuoricini:) e basta perchè non sono così filantropa.
    No more gatekeeping.
    Saranno frasi particolarmente significative? Forse. O forse sono solo pinnabili. O forse mi piacciono nel brano per la loro musicalità. Forse sono solo iconiche e basta. Y'all mind your business.

    1. AFRAID
    You're too mean, I don't like you
    Fuck you, anyway


    2. LEAVING TONIGHT
    And I, I figured it all to be love
    But this isn't lovely


    3. WIRES
    You knew the game and played it
    It kills to know that you have been defeated


    4. BABY CAME HOME
    She left me alone and without
    Skin I could study about


    5. FEMALE ROBBERY
    I'm sure they figured it out, early on
    That I would never run
    That they could shoot but that's no fun


    6. LET IT GO
    Remember what the people said
    When it's said and done
    Let it go


    7. $TING
    When we had our first kiss, it was your favorite thing
    And you weren't lying when you said it would sting


    8. W.D.Y.W.F.M.
    Maybe you're right, maybe this is all that I can be
    But what if it's you, and it wasn't me?


    9. FLAWLESS
    The only flaw, you are flawless
    But I just can't wait for love to destroy us


    10. LURK
    You wish I was yours and I hope that you're mine

    11. 1 OF THOSE WEAKS
    Can't get over the fact, people living a lie
    Just to stay entertained, what a waste of a life


    12. #ICANTEVEN
    Shame on me, you fooled me twice

    13. PREY
    If you don't ask, I won't tell
    Just know that, just know that
    It all hurts, it all hurts just the same


    14. CRY BABY
    I know I'll fall in love with you, baby
    And that's not what I wanna do


    15. THE BEACH
    If I told you that I loved you
    Tell me, what would you say?
    If I told you that I hated you
    Would you go away?


    16. DADDY ISSUES
    I'm not entirely here
    Half of me has disappeared


    17. GREETINGS FROM CALIFOURNIA
    Hopefully God is still down to forgive us
    Nobody's breathing, who let the evil in?


    18. SINGLE
    I don't ever mind sharing oxygen
    I just wanna get lost in your lungs


    19. ALLEYWAYS
    I was scared as fuck and out of touch, and I was still testing my luck, oh

    20. RIP 2 MY YOUTH
    Close my eyes and then cross my arms
    Put me in the dirt, let me dream with the stars


    21. STAYING UP
    How can I sleep if I don't have dreams?
    I just have nightmares


    22. EVERYBODY'S WATCHING ME (UH OH)
    Soon enough it eats me, all I’ve done defeats me
    It looks like you were right again


    23. A LITTLE DEATH
    Touch me, yeah
    I want you to touch me there
    Make me feel like I am breathing
    Feel like I am human


    24. SWEATER WEATHER (eh lo so, ma CONCLUDO IN BELLEZZA CHE DEVO DIRVI) bella in tutte le salse. slowed. sped up. sempre.
    'Cause it's too cold for you here
    And now, so let me hold
    Both your hands in the holes of my sweater
  13. .
    CITAZIONE (O' Tir a Cir @ 21/6/2023, 19:15) 
    "... casa al mare..." krdjdjsk kdjdjdkks idjdjsidieuerysjk jfjdkksksksdjkd jdkdjddkksksbrh jfjdskskjddjd kdjdkskskh "eh, letto il libro... comodino" krjdjdjsksks ejiwsuysvflxlpajd lpapaiednajd ldkaolalsdn ldkskaoaldjfb lfkkossjshn ldkdoww "SANGRIA!!!" Ckdjsksk dnsljdowajb flapqoebf mfjosiqpq fpow9quqbrla lwlqidjso "seme nella marmellata" ndhsjaia ekaiaioaoaje tkskaoajaj r gosoaoajw r "...baffi... per la strategia."
    Dksisijsjsia roeiowoqaijqnenrn ekwjwkow.
    Dlsjiwwojrt.
    Gidfud.

    un po’ di ciruzzo strafatto di fiori di loto così, senza contesto.
  14. .
    mood bigh
    Tuck a knife with my heart up my sleeve and
    Change like a season, Reason for nothing
    I am disruptive, I've been corrupted
    And by now I don't need a fucking introduction
    Aveva i suoi motivi, Mood. Sempre. Ogni decisione, presa o accettata che fosse. Ogni scelta, perfino quelle che parevano distratte e casuali. Ogni parola, pronunciata o trattenuta.
    Era machiavellico, ed un calcolatore. Pragmatico prima di tutto il resto, e certamente sopra principi e morale. A quel punto, quindi, aveva davvero importanza quali fossero le motivazioni dietro ogni gesto del Serpeverde? Avrebbe cambiato qualcosa?
    (.)
    La verità era che ciascuna di quelle cause avrebbe dipinto un Mood Bigh diverso, e lui lo sapeva. Sapeva anche di essere un disonesto bugiardo, ma che fossero tutte un po’ sincere, a loro modo. Conscio che alcune fossero più confortanti e semplici di altre, era a loro che si appellava quando il dubbio si insinuava suggerendo una strada diversa. Secondaria, magari, che lo tentasse a lasciare la via principale per esplorare le diramazioni. Ma era così che ci si perdeva, e Mood odiava le distrazioni: sceglieva l’obiettivo, valutava come arrivarci, e principalmente ignorava i mormorii a persuaderlo a fare qualcosa di diverso.
    Magari qualcosa che volesse realmente fare, e che non fosse un mero compromesso per altro.
    Tipo farsi i cazzi propri, banalmente. Era fra il Prefetto e Dio quanto volesse farsi i cazzi propri, lontano da Hogwarts, dalla Scozia, dal sistema, ma soprattutto dalle persone. Raramente erano un’incognita, loro; capitava, raramente ma capitava, che lo fosse lui stesso con loro - e quello, Mood Bigh, faticava ad accettarlo.
    Tendeva a non fingere, almeno per sè. Avrebbe voluto, ma nessuno l’aveva graziato con la mediocrità dell’essere umano di non saper scindere cosa fosse o meno dettato da egoismo, e cosa non lo fosse. Egoista lo era, d’altronde; soprattutto, voleva esserlo.
    Abbastanza da sapere che di motivi quel giorno ne avesse, e ne avesse una lista intera. Tutti razionali e giustificabili, logici e pensati.
    Abbastanza da sapere che se fossero stati abbastanza, l’avrebbe già fatto.
    ...O forse no. Magari aveva solo rimandato per lasciar credere che ci fosse qualcosa di più, dietro quel gesto. Magari davvero non aveva un cazzo di voglia di farlo, ed allora aveva eccezionalmente esitato fino all’ultimo giorno disponibile.
    Magari non gli importava.
    Magari sì.
    Più probabilmente no.
    Magari poco.
    Vi dirò: quasi sicuramente no.
    Quasi, uh?
    Sospirò. Le mani affondate nelle tasche della divisa, il labbro inferiore succhiato fra le labbra e stretto appena sotto gli incisivi. La catena di pensieri che l’aveva portato a quel punto, era piuttosto facile ed intuibile:
    1. al prom non voleva andarci, perché non sopportava nulla del concetto stesso di ballo di fine anno,
    2. ma ci sarebbe andato comunque, perché era quello che qualunque adolescente avrebbe fatto, e il Bigh tendeva sempre a rimanere nell’area grigia dell’abbastanza senza sforare né in eccesso né in mancanze. Andare al prom implicava farlo con qualcuno, e
    3. dopo una eterna relazione della durata di due mesi esatti con Kami (in lockdown si annoiava, e lei era stata un ottimo pretesto per fingersi normale mentre tutto andava a puttane; perfino divertente, quando non asfissiante), lei l’aveva lasciato, spezzandogli il cuore (che non aveva, quindi sarò breve: aveva scelto Kami apposta perché sapeva fosse la cotta storica della Remover, l’altra prefetta Serpeverde, quindi aveva fatto in modo che passassero abbastanza tempo insieme perché la scintilla alla fine scattasse, così da vincersi il senso di colpa di Starr, quando lei gli avesse rubato la ragazza, perché facesse anche i suoi turni di ronda: una vittoria per tutti) casualmente prima del ballo di fine anno, cosa della quale si era dispiaciuta tantissimo, ed aveva reso Mood molto triste ma comprensivo (come se non avesse cercato in tutti i modi di accelerare con i tempi per evitarsi di essere costretto ad andare al prom con interesse, e di lasciare prove tangibili della loro relazione negli annuari di Hogwarts) e, a conti fatti, senza accompagnatrice. Il che significava dovesse affidarsi al Fato, oppure
    4. osservare a tavolino le opzioni, chiedersi quale fosse la meno peggiore, ed al contempo la più utile. Aveva degli standard e delle normative in merito, sapete; c’era stato tutto un processo specifico per ricadere su quella persona. Proprio quella al fianco della quale si sedette, prendendo posto sul divanetto al suo fianco. Non era uno da grandi gesti, Mood Bigh, e non lo faceva perché lo vedessero gli altri. Solo per se stesso. Solo per se stesso?
    Quattro mesi prima avrebbe riso, se glielo aveste detto.
    Due? Pure. Un po’ di più, perfino.
    «ti donano» prese una ciocca rosa de capelli di Liz, sollevandola e lasciandola ricadere sulla spalla. Liz Monrique. Lei, che sapeva sempre come attirare l’attenzione, e gli avrebbe permesso di passare in secondo piano; lei, che in guerra aveva partecipato per Abbadon, ed anche se nessuno sapeva che quel demente di Just fosse suo fratello, Mood preferiva sottolineare da quale parte della barricata stesse in quel modo sottile che in qualunque momento gli avrebbe permesso di cambiare la propria versione; lei, sempre fatta, che non avrebbe capito nulla concedendogli di non pensarci troppo.
    Lei che c’era stata un po’ ovunque, come una maledizione, ad accompagnarlo in alcuni dei momenti più terribili della sua vita – Check con un’anima punto gemella, Balt che vomitava nel secchio dove avevano appena cercato di affogarsi – e di cui portava testimonianza nella tasca dei pantaloni. Ancora stretti nel palmo, come un segreto.
    Avrebbe potuto fermarsi lì la lista.
    E magari lo faceva.
    Ipoteticamente, potevano essercene altri, di punti. Tipo che Liz meritasse di andare al suo ultimo ballo con qualcuno che effettivamente volesse andarci con lei, e non con altri; che le offrisse il palmo sapendo di stringere il suo. Su quello, con Mood era in una botte di ferro, perché non c’era mezza anima al mondo con cui avrebbe voluto affrontare quel supplizio, considerando quanto poco volesse andarci. Poteva davvero essere l’unica; per una sera, poteva concedersi e concederglielo, e sarebbe stato credibile. Tipo che gli sarebbe, come una qualsiasi vittima della sindrome di Stoccolma, mancata quando si fosse diplomata.
    E la peggiore. La peggiore di tutte. Quella più facile da credere per chi non lo conosceva, perchè era un così bravo ragazzo, ed impossibile per Mood, perchè non lo era neanche un po’.
    «uno» tolse la mano dalla tasca per poggiare il primo oggetto sul tavolino di fronte alla concasata: una piccola lapide, con tanto di prato in zucchero e fiori in marzapane. «è commestibile» specificò, lanciandole un’occhiata di sottecchi. «questa volta» l’ombra di un sorriso, perfino sincero. «due» lo agitò nel palmo, prima di poggiare il secondo oggetto sul tavolo. Una di quelle palline che quando agitate facevano piovere neve su cittadine di montagna, e che in quel caso lasciava glitter sul profilo di una nave. Aveva valutato l’idea di regalarle un pappagallo, ma alla fine l’essere permaloso aveva vinto, ed era stato abbastanza arrogante da tenerlo – di nuovo – solo per sé, così Liz imparava a fare la rosicona infame. Quanti ricordi (derogatory) tutti i war flashback della sera del parrotgate [ed è sempre lele in background che ascolta i lunghi silenzi di sara, e le domanda con voce sottile, mentre giocano a lol: ma hai letto]. Ma «se guardi bene, c’è anche balt» no, non morto a galleggiare nell’acqua, anche se l’avrebbe sicuramente fatto sentire meglio in merito a tutto. Il suo ricordo migliore, aver ucciso Baltino. Ci pensava più spesso di quanto avrebbe dovuto, per self care. Era proprio lì, il Tassorosso, sulla nave. Con il secchio che aveva accolto prima il loro narcisismo, e poi il vomito del Monrique post rum avariato. L’aveva cercata con attenzione, quella pallina lì. In un mese. Perchè -
    «tre.» era un semplice bracciale con qualche fiore, il classico bouquet da ballo di fine anno. Extra, e con qualche piuma – non di pappagallo. - perché quella era Lissette Monrique, non la versione sbiadita di quell’ultimo mese. Potevano almeno fingere, per una sera.
    Esitò.
    Solo un istante.
    Aveva scelto l’ultimo momento possibile, consapevole che in quel mese la ragazza dovesse aver ricevuto – e accettato, rifiutato; non aveva importanza – altre richieste, perché magari non gliene fregava un cazzo del prom, a Mood. Magari voleva gli dicesse no.
    Perchè ...
    voleva solo ….
    …..?
    respiri profondi.
    «se non tutto,»
    risollevarle il morale?
    Derogatory.
    «almeno un ballo?»
    Non sarebbero mai stati amici, perchè il Bigh non ne aveva, ma – qualcosa.
    Di meno. Ma qualcosa, che era comunque più di quanto avesse concesso a molti altri. Abbastanza da volerle togliere quella patina di tristezza dallo sguardo almeno per quei trenta secondi di conversazione.
    «sono un ottimo» ballerino? Anche, ma soprattutto «toyboy» le sorrise, un po' più Mood del solito, ammiccando gentile.


    Meno male che non era telepate, perchè per sentirsi meglio rispetto all'idea che potesse effettivamente importargli qualcosa dei Monrique e non ironicamente, pensò fortissimo al momento in cui aveva ucciso Balt.
    Di nuovo? sì.
    gif code
    16 y.o.
    slytherin
    prefect



  15. .
    gifs
    i panic! at (a lot of places besides) the disco
    i see it, i like it, i want it, i got it
    adriana dre aguilar
    telekinete16 yomusician
    i've gottwo ticketsto ironmaiden, baby
    Aveva pensieri confusi, Adriana Aguilar.
    Sempre, ma in quel momento in particolare.
    La canzone sbagliata, le scimmiette che battono i piatti, l'immagine stampata sulla retina di Kaz Oh che si chiede ma chi è questa.
    Aveva la chitarra ancora sulla schiena, i piedi nelle sneakers ben saldati a terra alle porte di Different Lodge.
    Well, come on and let me know, should I stay or should I go?
    Appropriata, ma non era quella.
    If I go, there will be trouble.
    And if I stay, it will be double
    .
    E giustamente la sua testa non faceva altro che suonarle quella. Era proprio un classico della sua vita avere in testa l'esatto contrario di ciò che dovesse succedere, di quello che aveva preparato, di quello che voleva.
    Frustrata sì, ma arrendevole mai, si mise a sedere sullo sgabellino che si era portata dietro, che l'aveva seguita per i corridoi come un cagnolino obbediente.
    Memorie di un'adolescente telecineta ce l'aveva sul comodino, era il manoscritto che un giorno avrebbe voluto pubblicare, e che in realtà non era altro che il suo stupido diario pieno di appunti, canzoni, foto... ma perlopiù canzoni.
    «Il peggio che può succedere è un'umiliazione pubblica che mi porterebbe inevitabilmente a lasciare Hogwarts», dichiarò solennemente alla volta di Kul, il suo alleato in questa impresa titanica.
    A ripercorrere quelle vecchie memorie, effettivamente, il nome del fratello dell'Oh che l'affiancava compariva... qualche volta, okay? Solo qualche. Non è imbarazzante, look away, i said look away.
    (Era imbarazzante, ovviamente. Ma che volete, aveva sedici anni!)
    Dell'umiliazione pubblica, tra l'altro, Dre non aveva mai avuto paura. Ma quando si trattava di Kaz, my oh my. Una tragedia. Non era nemmeno mai così drammatica tranne per effetto comico ben piazzato. Le piaceva far ridere gli altri, era una cosa che la rendeva felice. E le piaceva farli cantare, anche.
    Mostrò un sorriso a trentadue denti dotato di ben poca convinzione all'amico - che poteva benissimo aver deciso autonomamente di non voler essere suo amico, ma per lei lo era -, e imbracciò la chitarra come si deve, cominciando ad accordarla, tra le dita il plettro dei Lynyrd Skynyrd che portava sempre nella tasca dei jeans, la sua most prized possession.
    Avrebbe pure strimpellato qualcosa per attirare qualche passante.
    «Vabbè dai ora vi faccio Wonderwall».
    Silenzio tombale. Aspettò una reazione. Agli inevitabili mormorii di fastidio avrebbe forzato una risatina.
    «... stavo scherzando». In effetti stava scherzando, ma non pareva in vena, palesemente vibrando a frequenze inesplorate.
    Il piano era chiaro (lo era?): l'ombrocineta avrebbe dovuto portare il fratello in mezzo alle altre (probabilmente due) persone lì davanti.
    Non appena l'avesse scorto, accenno di sorrisino ebete sul viso e tutto, avrebbe fatto finta di testare il microfono. Ce l'aveva? Ovviamente no, era la mancina stretta a pugno.
    «Prova prova? Questa è per te».
    Lo stava guardando e indicando, mentre la sua testa le suggeriva comunque che probabilmente non si sarebbe ricordato come si chiamasse. Vabbè, dettagli.
    Era abituata a dare concerti a caso senza che nessuno glieli chiedesse, esibendosi su palchi improvvisati che molto spesso erano gabbiette della frutta arrangiate l'una sull'altra per farla sembrare più alta. Ciò a cui non era abituata era cantare davanti alla sua crush storica, specialmente la sua rendition di Teenage Dirtbag che trovava così perfettamente accurata - e lo era, lo era davvero (cit.), l'unica cosa che mancava era una fidanzata per Kaz che a lei potesse stare sulle palle. Ma diciamocelo, andava bene.
    «... come with me Friday, don't say maybe...», ah, la sua parte preferita: lo sfigato finalmente riceve una gioia.
    Manifesting.
    «Mi chiamo Dre e di solito sono meno imbarazzante, vi prego venite ai miei concerti e donate qualcosa per le corde nuove, grazie e buona giornata!», annunciò, alzando la voce appositamente, per poi finalmente alzarsi in piedi.
    «... ah, sì, il punto». Forse. «Kaz», lo richiamò, e di nuovo ecco comparire il sorrisino ebete, «vuoi venire al ballo con me?». Ti prego.
    i'm just a teenage dirtbag, baby, like you
    no, she doesn't know what she's missing!
58 replies since 12/7/2022
.
Top