Posts written by flawsome

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    1992

    hand-to-hand

    rebel
    obstacles
    koethe
    Nelia ci aveva provato ad insistere affinché quel particolare compito da svolgere nelle profondità marine venisse affidato a qualcun altro — letteralmente a chiunque altro che non fossero i suoi bambini, un gruppo oramai ridotto all'osso e che le faceva mancare qualche battito ogni volta che imboccava in un aula e la trovava vuota per metà, oppure ogni volta che radunava i più giovani nella sala addestramento del QG e fin troppi mini ribelli non rispondevano al suo appello.
    Era ingiusto; era frustrante, e la faceva incazzare — ma soprattutto, aveva mandato in overdrive tutti i suoi istinti da mamma chioccia, costringendola a vivere in un perenne stato di ansia che le suggeriva potessero sparire altri di loro, in un qualsiasi momento, se solo avesse distolto le attenzioni per più di qualche istante.
    Donne, uomini, maghi o special, adulti o bambini; il Lotus non aveva guardato in faccia nessuno quando era sparito e aveva portato con sé pezzi di cuore e di vita, e ora Nelia non sapeva come rimettere un tappo a quelle emozioni nere e dense che fuoriuscivano da cassetti chiusi a chiave eppure abbastanza danneggiati affinché potessero passarci attraverso timori, paure e il non così irrazionale terrore che potesse succedere ancora. E ancora. Erano usciti da meno di un anno dalla Guerra di Primavera, e non avevano ancora risanato i danni di quell'ultimo conflitto, ed eccoli lì, già a doversi interfacciare con un altro grande cataclisma.
    Il mondo sicuro che aveva promesso a se stessa avrebbe combattuto per costruire, per Bennett e le nuove generazioni, non le era mai sembrato così lontano.
    Aveva insistito; che ci mandassero degli adulti, fino a Takitaki, a risolvere il problema di un mago troppo superbo che si era lasciato prendere la mano. Perché i loro ragazzi?
    Aveva insistito, ma aveva perso; metteremo in atto tutte le misure di sicurezza adatte al caso non le erano sembrate comunque attenuanti, né parole abbastanza rincuoranti, ma non aveva potuto puntare i piedi più di quanto non avesse fatto fino ad ora, perciò non le rimaneva che seguire le direttive e organizzare quell'uscita didattica tenendo a mente di prendere lei tutte le misure di sicurezza adatte.
    Per gli studenti, e per un Eugene Jackson che sembrava pronto a partorire lì su quella barchetta, come una Elsa Pataky agli Oscar qualunque.
    Forse avrebbe dovuto pensarne anche qualcuna per Raph, alla sua prima esperienza con quel genere di lezione, ma fino a quel momento se l'era cavata abbastanza bene — almeno di un problema, Nelia poteva smettere di farsi carico.
    E menomale, perché era molto più presa dal tenere sott'occhio tutti i suoi ben, un'abitudine che di recente era persino peggiorata, e di tanto in tanto a lanciare un'occhiata alla bionda professoressa, per poter pensare anche al Vaughan. Lo ascoltò fare i suoi preamboli e annunciare lo scopo della lezione, dopo aver fornito una descrizione più o meno dettagliata dell'isola sommersa e di ciò che avrebbero trovato una volta scesi sul fondale marino; poi era stata la volta di un Eugene sempee più affaticato, che aveva lasciato andare gli studenti nelle Ostricone Giganti, per il sommo dispiacere di Nelia – che aveva chiaramente sentito un tuffo al cuore nel vedere i ragazzi prendere il mezzo di trasporto e calare oltre la superficie schiumosa dell'oceano – prima di entrare in travaglio.
    Aspetta.
    Cosa?

    Arrivati a quel punto della lezione, Nelia avrebbe dovuto raggiungere i ragazzi nel Centro di Osservazione allestito a Takitaki, per monitorare i progressi e, in caso di esito positivo nella ricerca delld contro maledizioni, guidarli alla successiva fase della lezione (quella più di divertente), insieme a Jade.
    Un veloce sguardo alla aua assistente, però, le confermò quanto sospettato: la special non sarebbe andata da nessuna parte, non con una figlia in arrivo. E Nelia non le avrebbe mai chiesto di farlo.
    Prese perciò tutto il suo equipaggiamento da scuba diving (personale; non era mica una dilettante, Nelia Hatford) e, dopo aver rassicurato gli eubeech che sarebbe tornata subito, si tuffò per raggiungere l'isola sommersa.
    Non era un'ostetrica, ed era sicuramente la prima volta che le capitava di dover far nascere qualcuno, ma a giudicare dalla situazione (ancora gestibile) immaginava di avere abbastanza tempo per scendere, avvisare gli studenti, risalire in superficie e aiutare Euge a mettere al mondo Rude. Ok ok. Ce la poteva fare.
    Una volta raggiunta l'isola, raggruppò tutti gli studenti in una delle stanze (perché il tempo era denaro e non poteva ripetere quel discorso infinite volte) e gli spiegò brevemente la situazione. «ora che avete trovato gli incantesimi per contrastare le maledizioni,» spero – al momento in cui scrivo questo post, nessuno ha ancora postato i propri gruppi quindi chissà, «potete uscire per lanciarli sulle creature e farle tornare al loro stato originario.» breve, concisa, diretta. Fece un gesto allo Skylinski per invitarlo a distribuire le foglie. «con queste potrete muovervi e respirare lì fuori, ma non riuscirete a parlare;» si strinse nelle spalle, non faceva lei le regole, «vi avviso che, una volta libere dalla maledizone, le creature cercheranno di attaccarvi come ringraziamento» infondo, avrebbero dovuto sapere già che takini e creature fossero famose per i loro atteggiamenti aggressivi, «perciò, state in guardia.» e mentre loro masticavano le foglie, o le lasciavano sciogliere sotto la lingua, Nelia rimise in spalla la bombola di ossigeno pronta per ritornare in superficie, non prima di averli lasciati con l'ultima parte di raccomandazioni.
    «avete la possibilità di tentare di farveli amici e guadagnare il loro rispetto, lottando con loro, e addomesticandoli come vuole la cultura di Takitaki. Ma fossi in voi eviterei magie di qualsiasi tipo,» e non era un consiglio, «avete due (giorni) ore di tempo, dopodiché qualcuno arriverà a recuperarvi»
    Promessa (e minaccia).
    Puntò il dito contro ognuno di loro «non potete uccidere le creature» lo agitò un paio di volte a mezz'aria, «non potete rapire le creature» e lo agitò ancora, «non potete usare i vostri compagni come merce di scambio per le creature.» ai takini, gli umani non piacevano molto.
    Tutto il resto, era permesso. Come avrebbe detto il buon William: yolo.
    «buona fortuna a tutti» lei aveva una Rude da far nascere.
    as far as I can remember
    we've been
    migratory animals
    living under
    changing weather
    flawsome


    OFF// ultima parte! Troverete i dettagli sul duello in ciascun topic (aperti nell'aula di corpo a corpo) ma per fare un recap veloce della situazione on fino ad ora:
    – avete studiato le creature e le maledizioni;
    – nelia è scesa per darvi il via libera e barry vi consegna delle foglie grazie alle quali potrete respirare e muovervi tranquillamente in acqua, ma che non vi permettono di parlare (perché vi farà crescere le branchie)
    – una volta usciti dalla stanza, in metagame gli studenti casteranno la contromaledizione trovata, e subito dopo le creature attaccheranno i pg per ringraziarli, e giocare con loro

    Fine? Fine.
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    whonelia hatford
    rolemaid of honor
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    «Se stiamo attente noi, non dovranno farlo gli sposi, godendosi la festa»
    Già, e non era proprio per quello che Nelia aveva passato tutta la cerimonia sul chi va la, occhi attenti e vigili a perlustrare ogni centimetro della villa, e del giardino, e di tutta la zona circostante, per assicurarsi che i suoi più cari amici potessero godersi quel giorno senza altri pensieri? Will, in particolare, che non staccava mai la spina e non dismetteva mai completamente gli abiti di capo ribelle: Nelia lo amava per quella sua dedizione alla causa, per essere sempre stato il leader di cui avevano bisogno anche quando non volevano capirlo, o accettarlo, ma si meritava di essere felice e spensierato almeno il giorno delle sue nozze. Aveva sposato Akelei, per Morgana! La donna della sua vita, la persona che più di tutte al mondo lo rendeva felice: si meritava di non pensare a nient’altro, e se Nelia doveva accollarsi ogni responsabilità e fingere di godersi la festa quando in realtà si preoccupava di altre mille cose, lo avrebbe fatto.
    Così non dovranno farlo gli sposi.
    Era grata a Mads per il supporto — e anche agli altri ribelli che avevano acconsentito a partecipare a quel matrimonio senza farne una questione politica. Le sorrise, annuendo, quando confermò che era stata una bella festa: lo era stata per davvero. Non che avesse temuto il contrario: con Akelei a supervisionare i preparativi, nemmeno Eugene Jackson avrebbe potuto fallire, o infilare un twist personalizzato all’organizzazione.
    «non ero mai stata a un matrimonio simile. Penso mi abbia un po'... scombussolata»
    Inclinò leggermente il capo verso Mads, studiandola. Immaginava dovesse esser stato un po’ troppo per lei, ma sperava che almeno il ricordo che quella giornata le aveva lasciato impresso sarebbe stato piacevole.
    «qui sono tutti così?»
    «oh, no» sorrise, scuotendo piano la testa, «questo è un evento raro. la crème de la crème» fece per dirle che il suo era stato molto meno sfarzoso, ma alla fine tenne le labbra serrate – in un sorriso, ma pur sempre serrate – e non disse nulla.
    Nel far vagare lo sguardo sugli akerrow, finalmente al loro primo ballo da sposi, incrociò solo per un attimo quello di Frederik, al bar, e lo salutò con un cenno del capo, tornando poi a parlare con Mads.
    «ci sono feste meno fastose, e con decisamente meno invitati, ma trovo che questa sia stata la cerimonia perfetta per loro.» beh, per Ake di sicuro, e Will avrebbe fatto qualsiasi cosa per sua moglie.
    Quando riportò lo sguardo sulla pista, notò un Fred in avvicinanmento armato di due calici di bollicine: per quanto l’idea di affrontare ciò che rimaneva della festa affogandolo nell’alcol un po’ la stuzzicava, aveva ancora una missione da portare a termine e non poteva permettersi di avere i sensi tutto fuorché lucidissimi. Aveva già concesso a se stessa un paio di bicchieri prima della cerimonia, per calmare i nervi, ma era tutto quello che era disposta a mandare giù fino alla fine della serata.
    Ricambiò il sorriso di Mads quando si congedò, e le fece un cenno con la testa, bisbigliando che l’avrebbe cercata più tardi — e lasciandole capire che desiderava facesse lo stesso, per qualsiasi cosa, conscia che la special avrebbe capito a cosa si riferiva.
    A Fred, elegante nel suo abito di pregiata fattura, rivolse un sorriso di benvenuto accettando, anche solo per apparenza ed educazione, il calice che le veniva offerto. «faustus c’era una punta di divertimento nella sua voce – a mascherare un sacco di altre cose alle quali in quel momento Nelia non voleva pensare – quando salutò il docente di Trasfigurazioni, distogliendo lo sguardo in fretta e riportandolo sulla coppia festeggiata.
    «mh, penso tu possa rilassarti per il momento» non lo avrebbe corretto dicendogli che non poteva permettersi di rilassarsi, che il suo compito non era ancora completato, ma allargò appena il sorriso per dimostrare che avesse capito, che sapesse esattamente dove voleva andare a parare. «non ci sono bambini da sorvegliare oggi – nemmeno Eugene, la gravidanza deve avergli fatto bene»
    Seguì lo sguardo di Fred verso Eugene, e l’espressione si fece più dolce; era vero, la gravidanza lo aveva cambiato: in meglio? in peggio? chi poteva dirlo. Lo avrebbero preso così com’era, a prescindere.
    «gli studenti potrebbero dirti che uno dei miei primi insegnamenti è: mai abbassare la guardia» piegò leggermente il capo sulla spalla, fingendo che quelle chiacchiere con il suo ex non fossero estremamente imbarazzanti; cercava di non darlo a vedere, di non lasciare che il disagio si impossessasse di lei e rendesse più incerti i suoi gesti, ma non poteva negare che quel giorno in particolare stava avendo un effetto disastroso sulla sua psiche, e non vedeva l’ora finisse per sparire dalla faccia della terra e rifugiarsi nel suo appartamento silenzioso. «dovresti saperlo anche tu.» Glielo aveva ripetuto molte volte, perché infondo la vita di Nelia era sempre stata un continuo guardarsi oltre le spalle per evitare spiacevoli sorprese: non si era mai rilassata un solo giorno nella vita. Solo Justin era stato in grado di farle dimenticare, almeno per brevi ma intensi momenti, tutto il peso di una vita fatta di bugie che gravava sulle sue spalle.
    «è stata… una bella cerimonia»
    Tenne ancora lo sguardo lontano, un punto fisso nella folla, pur sentendo il peso dello sguardo di Fred addosso, ed annuì con un sorriso. Come aveva detto poco prima Mads, «sì, lo è stata.»
    «sta per finire»
    Sapeva perfettamente cosa stava cercando di fare il Faustus, e un po’ gliene era grata: ma non bastava comunque ad alleviare quel macigno che si era posato sul suo petto il giorno stesso in cui Akelei le aveva detto che si sarebbe sposata, e che negli ultimi giorni si era fatto via via più difficile da sostenere.
    E proprio perché sapeva quanto al collega costassero quelle parole, finalmente si degnò di portare lo sguardo nocciola verso di lui, occhi morbidi e comprensivi a cercare quelli chiari dell’uomo. «grazie Tutto sommato, era davvero davvero molto felice per Will e Ake, ma non poteva mettere completamente a tacere certe voci che si ripetevano nella sua testa, così come non poteva scacciare del tutto i ricordi che si accalcavano nella sua memoria.
    Alla fine, un sorso di quello champagne offerto da Fred, lo mandò giù comunque.
    E di poco non vi si strozzò.
    «stai molto bene comunque, complimenti»
    Una risata, leggera e imprevedibile, le permise di sciogliere un po’ la tensione sulle spalle e di rivolgere un sorriso a Fred che fosse divertito sul serio, ma quando parlò, lo fece nascondendo la piega delle labbra e le parole dietro il bordo del calice. «ti ringrazio, ma stavolta per favore nessun bacio in fronte, eh.» avevano evitato di parlarne per mesi ma andava detto, ed era stato detto.
    Non sapeva ancora bene su che genere di terreni camminassero, loro due, ma credeva di potersi permettere di tornare a quelle piccole battute, finalmente, no? Era passato così tanto tempo, non dovevano per forza rendere tutto ancora più imbarazzante di quanto non fosse, no? «ti stai divertendo?» erano stati molte cose, Nelia e Fred, ma le piaceva pensare che in quel preciso momento nella loro storia potessero essere amici, e Nelia si interessava del benestare di tutti i suoi amici, Fred incluso.
    When the evening shadows
    && the stars appear
    && there's no one there to dry your tears
    I could hold you for a million years
    To make you feel my love
    when3 september 2023
    avignon, provencewhere
    board'till death do us part
    make you feel
    my love
    adele
    whomorley peetzah
    roleguest (groom's side)
    outfitsuit & tie
    infothirty | form gryffindor
    infocannons' coach | gym owner


    ancora, dopo tutti questi mesi? sì.
    nelia: parla con mads e poi con fred
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    obliviontober 2023 oblivion ft. mitologia greca
    settimana 3 // poteri elementali (pt 2)

    m. day,
    lumocinesi
    k. oh,
    ombrocinesi
    s. hamilton,
    acidocinesi
    a. dallaire,
    aerocinesi
    t. limore,
    atmocinesi
    d. linguini,
    cronocinesi
    g. hwang,
    magnetocinesi

    (clicca sull'immagine per ingrandire)
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    30 y.o - trainer - former hufflepuff - gif
    nelia hatford
    «ok»
    Nelia abbassò lo sguardo, riconoscendo in quella singola sillaba la conclusione di quella chiacchierata. Ok. Deciso, estraneo, diretto. Nelia aveva il sospetto che nella testa dell’ex tassorosso, quella finalità era giunta già molto prima — le aveva fatto comunque la cortesia di rimanere ad ascoltarla. O, per meglio dire, di rimanere fisicamente lì mentre lei continuava con il suo rant, ma la donna dubitava avesse davvero ascoltato qualcosa, specialmente sul finire.
    Strinse le labbra, annuendo tra sé e sé conscia di aver perso una battaglia che non s’era neppure resa conto di aver intrapreso: di far cambiare idea al Knowles, Nelia non ne aveva mai avuto voglia o interesse, ma in quanto ribelle, in quanto donna con qualche anno di esperienza alle spalle, aveva inconsciamente desiderato che anche lui si rendesse conto del potenziale della resistenza se solo avessero avuto i modi e i mezzi per fare davvero qualcosa di concreto che non fosse solo resistere e uccidere per non essere uccisi.
    Con un sospiro, portò le iridi ebano sulla figura del minore studiandolo.
    Era un anarchico, CJ Knowles. Non rientrava negli schemi del governo, ma neppure in quelli della ribellione. Era uno che la giustizia se la cercava – e guadagnava – a modo suo, con le sue mani e con i suoi mezzi. Non era fatto per il lavoro di squadra, e non era fatto per il quieto vivere; era la pietra che creava onde e disturbi nella superficie calma del lago, lo spillo che pungeva sul vivo non per fare reality check, ma solo per il desiderio di spillare sangue fresco; era l’animale selvaggio messo alle strette una volta di troppo e che ora era capace solo di mordere e strappare la carne, senza fare domande o senza sperare in finali diversi. Cosa lo avesse spinto, in primo luogo, ad unirsi a loro, rimaneva un mistero per la donna.
    «se hai finito il tè, io andrei»
    «non ho finito,» gli rispose semplicemente, portando la tazza alle labbra senza bere il té, «ma non ti tratterrò oltre. Ho già detto tutto quello che c’era da dire,» e forse anche troppo, «credo che rimarrò ancora un po’.» Sperava di non aver serrato troppo la stretta intorno al giovane, non era sua intenzione, ma lo leggeva nello sguardo giada del minore che gli ingranaggi fossero all’opera, e che stesse riflettendo su qualcosa.
    No, anzi, che avesse già deciso.
    Così come aveva deciso già da un pezzo che la conversazione fosse terminata.
    Lo osservò muoversi per la stanza, rimanendo ferma al suo posto e in silenzio, spezzandolo solo alla fine, prima che l’altro potesse effettivamente andare via. «cj,» lo chiamò, abbassando le mani e la tazza, ed incrociando le braccia al petto, «hai ragione, sono scelte Tutti ne avevano da compiere, quotidianamente, volente o nolente: solo alcuni erano in grado di sopportare le conseguenze delle decisioni prese. «ognuno ha fatto la sua. prima di entrare, e soprattutto dopo Potevano non essere d’accordo su molte cose, i ribelli, ma li accomunava almeno un’ideale e tanto bastava a tenerli . «io rifletto ogni mattina sulla mia, e non me ne pento.» Tenne lo sguardo sul minore, fregandosene del fatto che l’altro lo stesse o meno sorreggendo; non c’era incertezza nella sua voce, né dolcezza o morbidezza. Erano in guerra, era necessario che ognuno rivedesse le proprie priorità e ne comprendesse l’importanza.
    Non gli disse che avrebbe dovuto rifletterci anche lui, ma non serviva metterlo a voce: avevano capito entrambi, e tanto bastava.
    «grazie della compagnia, comunque. e delle foto di Heroine e Cocaine!»

    I took the starts rom my eyes,
    and then I made a map
    And knew that somehow
    I could find

    my way back


    cj: *fa una role con nelia* mh what if dicessi go fuck yoursel alla ribellione
    nelia, che in passato è stata scout per i ribelli: eye mouth eye
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    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©
    nelia hatford
    30 | hand-to-hand combat | rebel | trainer | mom friend
    Il fatto che quella conversazione stesse avvenendo davvero e non fosse solo il frutto di un delirio della prof di corpo a corpo aveva dell'eccezionale: ancora non riusciva a credere che il suo migliore amico sposasse Akelei Beaumont. Li conosceva entrambi da una vita e il suo stupore nasceva solo dal fatto che, arrivati a quel punto, Nelia temeva non sarebbe mai successo — e invece Ake era lì per smentire la cosa e spazzare via ogni dubbio della tassorosso.
    Che, ovviamente, era al settimo cielo.
    Prima di essere William Il Capo dei Ribelli e Akelei Il Capo dei Cacciatori, erano Will e Ake, due dei suoi più cari amici; Nelia c'era stata in ogni tappa della loro storia e nessuno era più felice di lei al pensiero che stessero per convolare a nozze. E no, nemmeno gli sposi, tiè. FAN NUMERO UNO.
    Voleva sapere ogni singolo dettaglio, e tutti quelli che Ake non era disposta a condividere li avrebbe estorti con l'insistenza e portando la bionda all'esasperazione, Cornelia style. Voleva saperli tutti, anche quelli che non capiva, tipo i centomila tipi diversi di stili per decorare l'esterno, cosa ne sapeva lei: ai suoi tempi, aveva scelto la cosa più classica e delicata, puntando al cibo piuttosto che alle composizioni floreali che poi sarebbero andate buttate il giorno dopo.
    «che tra i temi c’era il french countryside, un misto tra luxury e rural humbleness. non chiedermi cosa voglia dire, ma posso farti vedere delle foto» Duhhh certo, non doveva nemmeno chiedere! La mano di Nelia era già scattata in avanti, le dita a stringersi e riaprirsi più volte, come ad indicare che fosse impaziente di ricevere il telefono e curiosare nella galleria, come la vecchietta impicciona che era.
    Quando gli occhi si posarono sul display, Nelia si lasciò sfuggire un «wow» di stupore, non tanto per le foto in sé (che doveva ancora scorrere) , quanto più per le cartelle che aveva davanti, suddivise per tema, argomento e catalogo; Akelei stava prendendo quella questione molto sul serio e, sebbene non avesse avuto alcun dubbio a riguardo perché era di Akelei Beaumont che di stava parlando, la Hatford non poteva negare che una parte di lei temeva il fatto che l’amica fosse un po’ troppo restia all’idea del matrimonio per dedicarsi alla sua organizzazione anima e corpo.
    Evidentemente, William Yolo Barrow doveva aver compiuto qualcosa di molto vicino ad un miracolo anche in quello.
    E bravo Billyino, bravo; avrebbe provveduto a fargli i complimenti subito dopo la strigliata di orecchie più che dovuta per non averle nemmeno accennato che avesse l'intenzione di legare Ake a sé finché morte non li avesse separati; un conto era buttare lì un “io me la sposo” qua e la mentre si godevano il silenzio del QG o della sala professori, condividendo un bicchiere di whisky, un altro era farlo davvero, e senza dirle nulla.
    «visto che il matrimonio si terrà fuori, avevo intenzione di usare diverse varietà di fiori»
    Annuì, osservando la foto con attenzione e studiando la composizione indicata, immaginandola inserita negli addobbi del giorno speciale degli akerrow: aveva già la pelle d’oca. E gli occhi a pizzicare per colpa delle lacrime — oh, era una persona sentimentale e romantica, lei!
    «eugene……si è offerto di aiutare»
    Pelle d'oca che divenne brividini di paura a quelle parole. Come avrebbero detto i giovani: «oh boi» posó il telefono sul tavolino, e guardò Akelei con aria confusa
    «e tu hai accettato?» voleva molto bene a Eugene, ma lasciargli le redini dell’organizzazione era davvero una mossa molto azzardata; com'era possibile che Akelei gli avesse dato l'ok? «hai messo qualcuno a supervisionare?» perché dire “a fare da babysitter” sembrava brutto, ma era la verità; chissà quello che avrebbe tirato fuori dal cilindro, il Jackson.
    (Però se gli servivano foto imbarazzanti o aneddoti compromettenti sul futuro sposo, Nelia sarebbe stata ben lieta di aiutare.)
    Meglio cambiare discorso, vah, e parlare Dell'Argomento ™: l'abito.
    «nessuna anteprima, sarà una sorpresa per tutti.» le labbra di Nelia curvarono verso il basso, delusa dalla cosa: ci teneva moltissimo a vedere il vestito di Ake, ma accettava la volontà della cacciatrice. Infondo, avrebbe contribuito a far accrescere le aspettative, la curiosità che sarebbe stata soddisfatta solo il giorno delle nozze.
    «Stavo pensando di commissionarlo a Berenice Hillcox, ha un talento che ho visto da poche persone, e lo sai che di solito non mi spreco con i complimenti» Su quello poteva facilmente convenire con lei: Akelei non era il genere di persona che si lasciava andare ai complimenti, e se riteneva Berenice all'altezza di un compito così importante come disegnare e realizzare l'abito del suo matrimonio, la ragazza doveva proprio avere un talento come pochi altri. Nelia non aveva mai avuto il piacere di incontrarla di persona, ma la conosceva di nome.
    «sì, ma almeno un piccolo spoiler potresti farmelo…» cercò di far leva sul cuore (ma quale) di Ake con degli occhioni grandi e il labruccio tremulo, sapendo già che non avrebbe funzionato; serviva comunque a stuzzicare un po' l'amica, e tanto bastava. «o almeno le scarpe! hai già scelto le scarpe?» le priorità.
    Era davvero bello parlare di cose che non fossero la politica, il mistero o l'eterna lotta ai ribelli — tutti argomenti che costringevano Nelia a mentire oppure omettere dettagli ed informazioni, cosa che non voleva assolutamente fare in quel caso, quando di fronte aveva l'Akelei più inaspettata di tutte, entusiasta all'idea di organizzare ogni dettaglio delle sue nozze, sebbene la stanchezza e il lavoro pesassero come macigni sulle sue spalle. Nelia voleva darle tutto il supporto necessario, senza essere costretta a mentirle.
    Accettò quindi di buon grado anche il discorso “com'è la vita di un professore di Hogwarts”, pur di mantenere la conversazione su argomenti leggeri e facili.
    «eppure lo adori»
    Non nascose il sorriso colpevole, stringendosi nelle spalle: sì, lo adorava. Aveva avuto molta paura di accettare quel posto, temendo che le dicerie e le male voci che ancora insinuavano fosse una ribelle come suo marito potessero rovinare il lavoro o gettare cattiva luce sui suoi insegnamenti; aveva temuto che i genitori rifiutassero di avere una donna come lei responsabile per i loro figli, ma nulla di quello era successo. I suoi colleghi l'avevano spalleggiata e supportata, alleviando un po' di quei timori. Beh, non tutti, ma aveva imparato a rimanere al suo posto e non suscitare troppo i malumori di Anjelika Queen, per evitare di finire (ancora di più) sulla sua lista nera.
    Per il resto, era stato un anno ricco di esperienze fino a quel momento, e sentiva che non era finito lì.
    «ora che mi ci fai pensare, a settembre inizierà anche eli» Poggiò il mento sul dorso della mano, osservando l'amica con occhi pieni di affetto. «come crescono in fretta…» il tempo volava via, bastava battere gli occhi un paio di volte e i bimbi erano già grandi e pronti ad indossare la divisa per la prima volta.
    Quando la mano di Ake scivolò sulla sua, Nelia abbassò anche l'altra per stringere quella dell'amica in entrambe le proprie, annuendo con decisione al «terrai un occhio su di lei, per me?» della ministeriale. «assolutamente.» Ad Eli probabilmente non sarebbero piaciute le silenziose attenzioni di Nelia, capace di scivolare nell'ombra e seguire gli studenti ovunque, ma se ne sarebbe fatta una ragione. L'avrebbe tenuta d'occhio come fosse sangue del suo sangue.
    E a proposito di bestioline tutte sue… «vuoi un'altra notizia sconvolgente? Bennett inizierà il sesto anno, a settembre.» assurdo, un pensiero che Nelia avrebbe volentieri bloccato: sembrava solo ieri che, alla stessa età della cronverno, la fino ad allora unica figlia Meisner, stringeva al petto quel fagottino tutto capelli e occhi scuri e le dava il benvenuto in quel mondo. Erano già passati sedici anni. «invecchiamo sempre di più, eh?» cit.
    Oddio, quel discorso l'aveva triggerata, meglio tornare a parlare del matrimonio, e infatti: «sarà l'evento dell'anno, te lo assicuro. non ho la lista degli invitati sotto mano, ma è sostanziale» «non mi aspetterei nulla di meno, Ake.» altro che Notte degli Oscar Magici o finale di Champions League del Quidditch: quel matrimonio era al pari di un royal wedding, e lo sapevano tutti.
    Anche se.
    Ebbene sì, c'era un piccolo “anche se” al quale Nelia non aveva voluto pensare, ignorando con vigore i sospetti e i timori che le sussurravano insistenti nellw orecchie: la preoccupavano un po’ le ripercussioni nate dal fatto che il capo dei ribelli sposava il Capo dei Cacciatori, ma cercò di non darlo a vedere — purtroppo non a tutti andava a genio quell’unione, in molti erano convinti che la loro relazione fosse tutto un piano di Will per tenere il nemico molto vicino, ma quel matrimonio cambiava tutto quanto. E non tutti erano soddisfatti.
    E Nelia sapeva che Will sapesse.
    O, almeno, doveva immaginarlo; era comunque felice che il collega non avesse lasciato che quei sospetti influenzassero la sua scelta, o gli impedissero di fare ciò che lo avrebbe reso felice.
    «lo sai che mi piace fare le cose in grande stile»
    «non sarebbe il matrimonio di Akelei Beaumont, altrimenti.» alzò il bicchiere, ciò che rimaneva del whisky ad ondeggiare insieme ai cubetti di ghiaccio, e lo allungò in direzione dell'amica, «allora alla vostra, amici miei» le sorrise, in attesa che Ake facesse toccare i bicchieri e brindasse con lei, poi con un sorriso complice (a mascherare un po' l'ansia di quello che l'aspettava), chiese: «ma quindi devo organizzare il tuo addio al nubilato?» oh boi.
    We are the warriors,
    who learned to love the pain
    We come from different places
    but have the same name
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    30 y.o - trainer - former hufflepuff - gif
    nelia hatford
    «perché no? la resistenza è anche uccidere. Non ne vai fiera?» Soppesò per un attimo la constatazione del Knowles, osservandolo con sguardo impassibile.
    Sapere di star facendo la cosa giusta – e non la più facile – non lo rendeva le sfumature di quel complesso bivio morale meno grigie.
    «credere nella causa, agire sulla base di questa perché è l'unico modo non rende più facile la consapevolezza di aver strappato madri e padri– figli, a qualcun altro. hanno la stessa colpa che abbiamo noi: essere nati in questa società, una che prende tutto e non da in cambio nulla, una che chiude gli occhi e riempie la testa di ideologie false e costruite da qualcuno che vuole solo potere e controllo» osservò CJ da dietro palpebre sottili, con intensità: non serviva che facesse quel particolare discorso con l’altro, ne era ben consapevole, ma Nelia non aveva paura di dimostrare il perché delle sue posizioni, anche quando erano voci fuori dal coro e in disaccordo con l’opinione generale. Era, per certi versi, ancora troppo fiduciosa che le cose potessero prima o poi risolversi nel migliore dei modi; lo sapeva, ma non poteva farci nulla. «se ci fossero altri modi, lo farei e credimi, li ho cercati» la prima volta che aveva strappato una vita, in una rappresaglia, Cornelia aveva avuto l'impressione di aver ormai venduto la propria anima al diavolo: si era sentita vuota, e sporca, e sbagliata — ma l'aveva fatto comunque, e si era ripetuta che fosse stato necessario, che le persone di fronte a lei non avrebbero esitato (e non l'avevano fatto) e che era solo una questione di sopravvivenza, la sua o la loro.
    Non lo rendeva meno facile da mandare giù; poteva doverlo fare, ma il suo dovere non l’avrebbe resa meno umana, non avrebbe strappato via il senso di giustizia né lavato via il senso di colpa, purtroppo.
    L'aveva saputo, sin dal primo momento in cui aveva accettato di rimanere al fianco di William in quella battaglia che le sarebbe costato ben più di quanto fosse disposta a dare, in termini di sacrificio, più che di tempo, ma saperlo e riconoscerlo non era stato necessariamente semplice. Né la Hatford poteva dire di averlo accettato ad occhi chiusi, senza prima provare a fare qualcosa di diverso; non funzionava mai nulla, le sue parole o le sue speranze non salvavano la vita ai colleghi guerriglieri, né risolvevano la questione, ma valeva la pena dire di averci provato; e finché avesse avuto fiato, l’avrebbe fatto. Prima o poi, avrebbero trovato un altro modo.
    Nel frattempo, si sarebbe fatta andare bene quelli attuali, certo, ma non voleva dire che andasse fiera di quello che facevano; lo sopportava, lo rinforzava, lo aveva sposato come unico pensiero cardine e come realtà assoluta, e sapeva che fosse necessario — ma non c'era giorno in cui non si guardasse allo specchio e non riconoscesse il viso di tutte quelle vite che era stata costretta a togliere.
    Nessuno di loro era innocente. Nessuno.
    Non ne era fiera, ma l’avrebbe continuato a fare se significava impedire che le Bennett del mondo dovessero fare lo stesso.
    «te ne vergogni?»
    Sapeva riconoscere la provocazione quando ne sentiva una, perciò non si lasciò coinvolgere dalle parole del Knowles, rimanendo invece in apparenza serena e tranquilla. «mai» credeva in quella causa, credeva nei ribelli e credeva in William Barrow — ma non era nella morte che avrebbe voluto trovare orgoglio o soddisfazione personale. «lo faccio, e continuerò a farlo, perché è quello che bisogna fare, ma non significa che debba necessariamente stare in pace con me stessa, o che non porti ognuna di quelle croci sul cuore.» che lui volesse capirlo o meno, non erano problemi di Nelia. «questo non vuol dire che creda meno nella causa.»
    «e la vendetta dove la mettiamo?» Lo sguardo della donna si fece impercettibilmente più severo, schegge ebano a piantare in quelle verdi del minore, al pensiero che stesse facendo leva su questioni personali per farla abboccare alle sue provocazioni. «farlo solo per vendetta vuol dire non aver capito a fondo la resistenza» iniziavano tutti in quel modo, per un motivo o per un altro, ma una volta dentro scoprivano che fosse molto di più che un mezzo per raggiungere la giustizia personale. «“prima di intraprendere la strada della vendetta, scava due fosse”» citò, con naturalezza e voce bassa, ben lontana dal voler impartire una lezione (di vita, o meno) a CJ, ma con la sola volontà di ricordargli dove l'avrebbe portato la sua “vendetta”.
    Il fatto che lui andasse “particolarmente fiero” dei suoi modi, era la dimostrazione che avessero sbagliato tutto con le nuove generazioni. Si lasciò sfuggire un sospiro, mettendosi finalmente seduta al capo opposto di CJ. «quindi è per questo che ti sei unito? per cercare vendetta? quella avresti potuto inseguirla anche fuori da qui. vuoi sapere la mia opinione?» forse no, e glielo aveva chiesto solo per sfidarla, ma a Nelia piaceva parlare. «quello che facciamo, è la cosa giusta con i mezzi sbagliati; siamo costretti a farlo, e continueremo a farlo finché avremo fiato in corpo e sangue a scorrere nelle vene. lo faremo, perché se non lo facciamo noi non lo farà nessuno, ma “occhio per occhio” lascerà il mondo cieco, CJ.» e in quello, Nelia ci credeva con tutta se stessa. «se ci fossero stati altri modi, stai pur certo che avrei spinto per renderli effettivi. ma non ci sono, perciò—» si strinse nelle spalle, realisticamente parlando la sua visione delle cose era un po’ troppo rosea e romanzata, ma serviva anche quello per tenere la ribellione in check; altrimenti nulla li avrebbe distinti dai mangiamorte. «non me ne vergogno, ma non ne vado nemmeno fiera. vorrei poter non dovere uccidere per ottenere un mondo migliore, fine.» semplice così. «ciò non vuol dire che non continuerò a farlo, per qualcosa in cui credo.» quel punto era bene che lo tenesse in mente, perché dietro lo sguardo dolce e il sorriso morbido c’era una donna che aveva passato metà della sua vita a stringere i denti e portare avanti quella causa, con tutto ciò che le era costato, e il suo “avere una morale” non l’avrebbe resa una ribelle meno valida.

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    nelia hatford
    Se era una sfida di ripicche e dispetti, che CJ stava cercando, non l’avrebbe trovata in Nelia; la donna era – ed era stata – troppo diversa dall’ex Tassorosso che le sedeva di fronte per poter abboccare a provocazioni di qualsiasi genere; lei, piuttosto, se le faceva scivolare addosso o le sezionava fino a ridurle in parti più piccole e maneggevoli, più facili da gestire, processare e decifrare; più semplice scivolare tra le parole, infilandosi negli spazi che valeva la pena occupare e capire, e ignorare quelli per cui non c’era esito che non fosse negativo o pessimista.
    Insomma: leggeva fra le righe, Nelia, e poi decideva su quale parte del discorso, su quale sfumatura, concentrarsi.
    A CJ, dunque, rivolse solo un sorriso quando la informò che avrebbe bevuto lo stesso, forse per dispetto o forse per cortesia (la donna era più propensa a credere fosse per il primo motivo) e, quando l’acqua fu calda abbastanza, riempì una tazza e la avvicinò al ragazzo. Una parte di lei avrebbe voluto dirgli che non doveva farlo per forza, ma si rendeva conto che, con i CJ della situazione, sarebbero state solo parole al vento e un invito a farlo comunque. Perciò rimase in silenzio, tenendo quel commento per sé — in barba a tutti quelli che la criticavano, dicendole che ci provasse troppo; Nelia sapeva perfettamente riconoscere i momenti propizi in cui far emergere il suo lato “mom-friend”, e quando invece rimanere al suo posto, vestendo comunque dei panni comodi in cui aveva ormai trovato il proprio equilibrio.
    Avrebbe mentito dicendo che non morisse dalla voglia di sedersi e parlare con CJ, non perché fosse una donna impicciona o curiosa, ma semplicemente perché credeva sinceramente e fermamente che il dialogo, e l’apertura, fosse uno dei pochi modi che c’erano per superare i problemi; voleva che il Knowles sapesse che c’erano altre possibilità, altre vie, che non comprendessero solo la rabbia cieca o i pugni duri.
    Ma sapeva anche che quelli come lui, con un carattere così forte e impermeabile, erano difficili da persuadere o convincere; e lei non era né un’amica, né una psicomaga.
    Il massimo che poteva fare era offrirgli il suo aiuto silenzioso e una tazza di té che CJ non voleva.
    E due chiacchiere vuote ma importanti sui compagni a quattro zampe — almeno con quello non si poteva sbagliare mai.
    Lei gli offrì un piccolo scorcio sul suo passato, parole vere ma vaghe l'esperienza traumatica di perdere sia Dalì che Micio, ma il ragazzo non accolse l’invito, limitandosi a rispondere alla domanda; Nelia poteva accettarlo.
    «ho due bulldog francesi»
    Allungò il collo per osservare meglio le foto che CJ le stava mostrando, di due cani che, sotto molti aspetti, le ricordavano lo stesso Knowles: malconci e ammaccati, denti aguzzi ed espressioni affilate come lame di coltelli. La sua teoria che i cani rispecchiassero sempre i padroni (e anche, molto spesso, il contrario) si era dimostrata vera ancora una volta.
    «cocaine e heroine» Sorrise, alzando lo sguardo scuro sul profilo di CJ; due nomi così da lui che era impossibile non trovarli perfetti. Non gli disse che fossero bellissimi, nonostante lo pensasse davvero, in un modo totalmente non convenzionale: erano dei sopravvissuti, quel tanto era chiaro, e proprio per quello avevano subito conquistato il cuore di una Nelia che, seppur in modo diverso e meno violento, sentiva di poterli comprendere su più livelli.
    Lo sguardo rivolto al giovane si ammorbidì — poteva comprendere persino lui, che CJ volesse accettarlo o meno. Erano solo due risultati diversi di due sofferenze diverse, in tempi diversi; in un mondo migliore, CJ avrebbe avuto il supporto e il sostegno di una famiglia amorevole così come lo aveva avuto Nelia, e la sua vita sarebbe stata diversa. Forse lui non l'avrebbe voluto, ma sperare era un po' il tratto distintivo della professoressa.
    Nelia Hatford combatteva tutti i giorni proprio per quello; voleva cambiare il mondo, per quanto difficile e utopico fosse quel pensiero.
    «ucciderei per loro»
    L’addestratrice pensò che avrebbe ucciso anche per molto meno, ma non lo disse. Si limitò a sorridere morbida, comprensiva. «Non lo metto in dubbio,» aveva inquadrato il tipo, e soprattutto, l’aveva visto in azione. «Non ne vado fiera,» annunciò, portando la tazza alle labbra e soffiando sul liquido ambrato, «ma anche io farei di tutto per coloro che ho a cuore.»
    Non stava cercando espiazione o conforto nel Knowles, né glielo stava riferendo per cercare un punto di contatto o per fargli sentire di essere meno solo, meno sbagliato, meno esagerato — no, nulla di tutto quello. C’era lealtà cieca e incondizionata nello sguardo duro del giovane, nelle sue parole, e nella convinzione con cui aveva espresso quel parere; e Nelia poteva rivedercisi. Magari non nello stesso modo furente e impulsivo, ma ugualmente fiero, e testardo.
    Erano molto diversi, Nelia e CJ, ma solo per il modo in cui avevano scelto di osservare il, e rivolgersi al, mondo.
    «E va bene così.» Tutti avevano un punto di rottura, di non ritorno, superato il quale non c'era verso di tornare indietro e cancellare quanto fatto; per Nelia era la sua famiglia, era Benny ed erano i suoi amici, i ribelli, e tutte le persone che in trent'anni di vita aveva amato incondizionatamente e senza filtri, senza limitazioni. E lo accettava.

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    in the spring I shed my skin
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    «ti arrendi?»
    «Dovrei?»
    Il sorriso che si aprì sulle labbra della mora, mentre teneva Jade pinned al suolo, la diceva lunga: era estremamente fiera di come la special le avesse tenuto testa durante quel breve (ma molto intenso) allenamento, ed era sempre più dell'idea che, seppure fossero in pochi quelli che potevano dire di riusciresti a stare al passo del capo degli addestratori, la Beech era una di quelli. Era bello e gratificante impartire lezioni a chi aveva ancora molto da imparare, certo, ma avere a che fare con qualcuno al suo livello era una sfida che, di tanto in tanto, a Nelia piaceva concedersi. Il thrill adrenalinico di temere, anche solo per un istante, di non potercela fare che la spingeva, di conseguenza, a racimolare tutte le energie e tutte le armi segrete our di riuscire.
    Rivolse a Jaden appena un cenno del capo, gesto d'approvazione per il suo non voler concedere nulla, anche quando Nelia l'aveva ormai messa alle strette e non ci fosse posto dove andare; la prof aveva persino contrastato il suo tentativo di scrollarsela di dosso, facendo più forza e spingendo contro il colpo caldo della special quando l'aveva sentita reagire.
    «posso continuare tutto il giorno»
    «non ho alcun dubbio» e non c'era ironia nella sua voce, non avrebbe mai potuto: era perfettamente conscia che la Beech aveva ancora molto da dare, e avrebbero davvero potuto stare lì tutto il giorno, a continuare un duello ad armi pari, per migliorarsi e, perché no, per continuare ad evitare tutto ciò che le aspettava fuori da quella sala.
    Quando sentì Jade fare forza per invertire i loro ruoli, Nelia si schiacciò un po' di più verso il terreno, provando a prendere entrambi i polsi della bionda per portarli sopra la testa e tenerli fermi lì, contro il tappetino. «oppure possiamo considerarla patta» ugh, e tornare ciascuna ai propri compiti: Nelia avrebbe preferito di gran lunga rimanere lì tutto il giorno, davvero, piuttosto che affrontare la mole di compiti da correggere o i fascicoli da visionare per fare poi rapporto a William.
    Non considerava quella su Jaden una vittoria — era stato un allenamento ad armi pari, e probabilmente il tempo di qualche altro minuto e la Beech sarebbe davvero riuscita a ribaltare la situazione. Nelia mollò la presa sui polsi, e si allontanò piano da lei, mettendosi dapprima seduta sui propri talloni, con le ginocchia ancora a stringere intorno ai fianchi della bionda, e poi in piedi con un movimento fluido e leggero. «vieni» allungò una mano, offrendola a Jade per aiutarla a tirarsi su, «è stato divertente, non lo facciamo abbastanza spesso» ma Nelia, lo fate praticamente un giorno sì e l'altro pure — sì, ma quando uno è junkie, non è mai abbastanza. «non ho appunti da farti» una cosa molto insolita, perché Nelia Harford era capace di dar fuoco alle orecchie altrui con i consigli e i suggerimenti su come fare meglio quella o quell'altra cosa. «grazie, jade» per quel momento di svago, e per la pazienza dimostrata con lei; la lasciò libera di andare verso le docce, mentre la prof iniziava a rassettare in giro e pulire i tappetini dal sudore di tutti gli allenamenti di quel giorno.


    nelia
    hatford


    30 | rebel | trainer

    my toxic trait is how badly i want to domesticate a racoon


    come promesso, posto la mia chiusura anche se in ritardo GRAZIE CIAO BACI
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    OMG! Ho trovato la figurina di frederik faustus!
    link role: as a friend, as an old memoria
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    Ovviamente io stamattina non riuscivo a svegliarmi, e di chi è la colpa lalalalalaaaaaaa
    In realtà sono molto felice, lo sai, e spero davvero tanto che questa sia la volta buona e il rimedio a quei momenti "di scazzo" e difficili di cui abbiamo parlato 💕 e ovviamente, sapere di rivedere quella pulcinetta della mia Rita non fa che aumentare la mia gioia! Non vedo l'ora! 🥰
    Come ti dicevo al telefono, la storia va aggiornata con gli eventi più recenti, riportando i cambiamenti sostanziali che hanno toccato tutto il mondo (magico e non, forse questo non l'avevo specificato ieri ma hai visto che ore erano) ma siamo qui per qualsiasi dubbio o domanda! Prima o poi ti linkerò i miei pg (non ora, sono svaccata sul divano della cucina e cerco la forza di alzarmi per prepararmi e uscire.), e lascerò che sia qualcuno con un account admin ad abilitarti ghghgh che con questo non posso.
    Che altro dire ❤️ non trovo l'invito alla chat di telegram, appena lo recupero te lo giro eeeee niente 🥰 CIAO BABIE BENTORNATA! ❤️ Un bel modo di (concludere il lunedì) iniziare il martedì! 💕💕💕💕
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    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©
    nelia hatford
    30 | hand-to-hand combat | rebel | trainer | mom friend
    Lasciò cadere il discorso “babysitter && cosa dovrai mai farci, Nelia, dal momento che non hai figli”, limitandosi a stringere le spalle e a fornire un sorriso tirato alla Beaumont, fingendo che le sue parole non avessero colpito più in profondità del necessario. Era abituata ai commenti taglienti di Ake, e non le era mai importato particolarmente sanguinare per mano dell'amica; sapeva anche che Akelei avesse ragione, e quello era un dato di fatto.
    Ma scelse comunque di non rispondere, e rimanere concentrata sull'argomento che interessava ad entrambe: il matrimonio.
    (Che ormai praticamente eccolo, scusa, ci ho messo davvero tantissimo a rispondere. Chiedo pietà.)
    «vedrai, lo sai che non lascio nulla al caso»
    «oh, lo so, credimi lo so» da quanto si conoscevano, dopotutto? Sapeva perfettamente di cosa fosse capace il Capo Cacciatori. Dietro il bordo del bicchiere, il sorriso di Nelia si fece più affilato e al contempo più morbido. «hai già idee sul tema, sulle decorazioni?» e anche sulla venue, ma secondo me di quello abbiamo già parlato, non ho riletto i post. Si sporse in avanti, gomiti sul tavolo e occhi curiosi puntati sulla bionda di fronte a sé. «ma soprattutto,» dai, doveva immaginarlo che prima o poi le avrebbe fatto la domanda TM, «hai già qualche idea per il vestito?» Nelia ricordava anche dopo tutto quel tempo la folle ricerca del vestito perfetto, missione apparentemente impossibile in cui aveva trascinato sua mamma, portandola con sé in tutti gli atelier di Salisburgo, e di Londra. Non era mai stata una donna particolarmente materialista, lei, ma per quel dannato vestito avrebbe potuto bruciare il mondo intero. E, alla fine, come avrebbe dovuto immaginare, finì con lo scegliere il più semplice ed elegante fra tutti quelli provati — che furono, tirando veloci somme, davvero troppi.
    Ma conosceva Akelei, e dubitava sarebbe andata a cercare il vestito perfetto per il suo giorno speciale in qualche atelier, persino quelli d'alta moda, come minimo «te lo farai fare su misura?» Ake, ricordati di Nice quando sarà il momento WINKWINK
    Con un moto di tenerezza e affetto, e anche un pizzico di tristezza, realizzò che quelli erano il genere di discorsi che avrebbe voluto affrontare con la Beaumont on a daily basis, anziché doverle mentire fra i denti o ricevere bollettini tragici sulla società magica in cui vivevano. «ci hai dato un nome? davvero?»
    «non posso prendermi il merito, purtroppo» anche se le sarebbe piaciuto; era geniale! «credo di averlo letto su polgy, una volta» le sorrise divertita, sperando di stuzzicarla un po' con l'idea che la rivista di gossip potesse sparlottare dei suoi affari privati — non avrebbe mica spinto il reparto censura a metterla al bando, no?! «è bello, suona bene» akerrow ftw! «non dirmi “certo”, il mio è un dubbio lecito!» con le mani a mezz'aria, e l'aria più innocente possibile, perché era davvero un dubbio lecito. Ma alle successive parole di Ake, Nelia si fece un pochino più seria, percependo la stanchezza non solo nello sguardo dell'amica, ma anche nelle sue parole. «qualcosa di cui puoi parlarmi?» non era Nelia il capo addestratori dei ribelli, in quel momento; era Nelia l'amica che si offre come valvola di sfogo — c'era una sostanziale e netta differenza, ed egoisticamente sperò che qualsiasi cosa raccontata da Ake non la spingesse a dover smettere le secondi vesti per indossare le prime. «un incubo peggiore dell'avere dei marmocchi dentro casa?» derogatory, non c'era cosa che Nelia avrebbe desiderato più al mondo, e Akelei lo sapeva.
    «ma raccontami qualcosa di più allegro. o non ti do i dettagli sul matrimonio, so che vuoi sapere tutto»
    «ah! vedo che siamo tornati ai ricatti, è stata una piacevole chiacchierata, per il tempo che è durata» la prese in giro, sorseggiando il whiskey, «in effetti iniziavo a preoccuparmi» erano durate la bellezza di dieci minuti? Un record. «cosa vuoi che ti racconti,» lavoro col mio ex, nella resistenza continuiamo a prendere botte da ogni dove, e sento che qualcosa di grande e pericoloso si sta smuovendo nell'aria, ma a parte questo tutto bene «la vita come insegnante non è così allegra, non so cosa William ti abbia raccontato in questi anni, ma alla fine della fiera si tratta di babysitter troppo qualificati. Babysitter che vanno a dormire con un gran mal di testa quasi tutte le sere» ma le piaceva, le piaceva eccome! Si era già affezionata a tutti i suoi studenti, dal primo all'ultimo! Fece schioccare la lingua contro il palato, affermando «secondo me succedono cose molto più emozionanti al ministero» lasciò che un nuovo sorso di whiskey le bruciasse la gola, la sensazione familiare a spandersi fino al petto, prima di riportare la conversazione laddove era giusto che tornasse. «quindi,» il matrimonio, «il matrimonio...» era possibile mai che dovesse chiederle tutto?! Maledetto William che non aveva nemmeno lasciato intendere volesse poppare la question, traditore!! Ora voleva saperli da Ake, quei dettagli. Ne aveva bisogno!
    We are the warriors,
    who learned to love the pain
    We come from different places
    but have the same name
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    murphyvsjust
    ps0301
    pa1010
    pd1010
    DIFESA MURPHY: 8pd (+2pa)
    Mi ero dimenticata di questo duello

    ATTACCO MUPRHY: 3+2=5

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    I believe the world is beautiful, only the weak ones are cruel;
    I guess I've known it all along, the truth is you have to be soft to be strong.
    when & where
    27.03.92, Salzburg
    what
    former huffle
    who
    rebel
    Quel pomeriggio non aveva certamente preso la piega che la ribelle si era aspettata, ma in qualche modo si stava rivelando ugualmente piacevole.
    E inaspettato.
    «andiamo, Nelia, mi aspettavo un approccio più pragmatico da parte tua» Onestamente? Anche lei. Solitamente era proprio così che si comportava: era analitica, era pragmatica, come aveva giustamente sottolineato Holden; ma quella proposta aveva tutto il potenziale per diventare un problema e voleva essere certa al mille percento di non prendere decisioni affrettate. «è un’opportunità troppo grande, non è neanche una “scelta difficile”, non capisco perché ci stai pensando così tanto; pensarci una volta avrebbe già significato averci pensato fin troppo» Non poteva negare che il Collins avesse ragione, ma da lì ad ammetterlo? Duh, era una donna matura ma era ancora, e sempre, la solita vecchia Cornelia, sotto gli spessi strati di traumi e responsabilità. «si è ribaltato il mondo?! Holden Collins che fornisce consigli su come prendere una decisione?!» portò una mano al cuore, occhi sbarrati ed espressione sconvolta. «è un mondo nuovo, signore e signori.»
    Ma Nelia lo sapeva. Lo sapeva.
    Era una decisione facile da prenere; una scelta già fatta, in cuor suo. Come poteva rifiutare un’occasione così grande? L’avrebbe rimpianto per tutta la vita.
    Ben se ne sarebbe fatta una ragione, dopotutto: aveva (e avrebbe) avuto professori ben peggiori della sua sorellona, era pur sempre di Hogwarts che si parlava, le cattedre avevano visto susseguirsi personalità di ogni tipo, non necessariamente tutte ottime. Logicamente, sapeva non ci fosse alcuna scelta da compiere; doveva solo prendere piuma e calamaio, rispondere alla lettera di Chow, ringraziarlo dell’opportunità e ammettere di non vedere l’ora che arrivasse settembre per prendere servizio. Fine.
    E allora perché non riusciva a fare una cosa tanto semplice?
    «non vedo quale sia il problema», mh, nemmeno lei in realtà: quindi di cosa stavano parlando? INfatti. «distruggi anche i miei di sogni con i tuoi allenamenti, perché avere pietà di un gruppetto di mocciosi?» anche se non era (del tutto – o così almeno Nelia voleva credere) una battuta, la Hatford rise. Prima di tornare seria e posare il mento sul dorso di una mano, osservando fuori dalla finestra mentre Holden le ricordava che ci fossero cose ben peggiori che potessero ritorcersi contro di loro: lei nel corpo docenti di Hogwarts non era necessariamente fra quelle, ma al contrario, avrebbe potuto rivelarsi una cosa a loro favore.
    Sarà, ma Nelia sospettava che le malelingue non avrebbero tardato a farsi sentire, ritenendola non idonea al ruolo; c’erano ancora persone che la consideravano una terrorista, purtroppo, nonostante il ministero non fosse mai riuscito a trovare nulla che la incriminasse davvero. Era stata brava, negli ultimi anni; accorta ancora più del solito. Avrebbe potuto facilmente continuare su quella riga, anche seduta dietro una cattedra di Hogwarts. E poi si, era un’opportunità troppo grande, per lei.
    Sospirò, finendo quel poco di gelato che era rimasto sul fondo della coppetta, e pulendo poi le dita con un fazzolettino da quello che, sciogliendosi, le aveva impiastricciato le dita. «beh, come te la cavi in trasfigurazioni? so che anche quella cattedra è vacante,» per il momento, «perché non ti proponi lì e vediamo chi tra i due è il professore migliore, mh?» il guizzo divertito, e di sfida, nello sguardo scuro lasciava intravedere anche un barlume di qualcos’altro: forse gratitudine, nei confronti del Collins, per averla messa di fronte alla verità dei fatti a modo suo, ma in una maniera che Nelia non potesse negare. «ma sono il migliore a dare consigli» «questo rimane da vedere, Collins» ma dietro il sorriso di Nelia c'era chiaramente una risposta ora certa.
    Forse, dopotutto, quello di cui aveva avuto bisogno era solo qualcuno che la ascoltasse e le facesse vedere oltre i limiti imposti dai suoi stessi timori; e Holden, parte estranea al processo mentale dell’altra ribelle, si era rivelato utilissimo in quello.
    Ora che sembrava avere un po’ più le idee chiare, riguardo la propria scelta, era il momento di portare la conversazione verso altri lidi; avrebbe preferito qualche informazione utile, Nelia, piuttosto che dei gossip, ma si accontentava di quel che riceveva, pur di cambiare argomento.
    «temo che l'unica cosa che possa dirti è che a quanto pare qualcuno ha usato la Sala per fare cose... sue, piuttosto private ecco, con qualcuno di parecchio rilevante» wow, Holden era così avanti che, in estate, aveva già predetto la “Ptolemy mania”. L’addestratrice, per tutta risposta, inclinò il capo verso la spalla e lo osservò con un sopracciglio inarcato. «non so di cosa tu stia parlando» espressione innocente come se lei e Justin (suo marito, non il Case. ew), in passato, non avessero usato “la Sala” per risolvere i propri problemi — era nata così, la loro relazione, sui tappeti morbidi dove avrebbero dovuto allenarsi anziché sfogare la sexual tension. Ma era passato così tanto tempo, da quegli episodi, che Nelia dubitava Holden parlasse di loro. «ma dimmi di più, ti prego. qualcosa che Will non sappia già, però» sarebbe stato bello andare dal boss, per una volta tanto, e sganciare una bomba di cui l’altro non avesse già saputo tutto; era snervante l’espressione serafica di Barrow, gli occhi azzurri imperscrutabili, e fissi nel vuoto, le labbra piegate in un sorrisetto compiaciuto.
    «alla fine non è stato per niente male sai, il gelato intendo, hai scelto proprio bene» l’espressione si ammorbidì, facendosi meno confusa. «dovresti provare ogni tanto, sai? A scegliere di pancia senza pensarci troppo» eh, il bue che dice cornuto all’asino ecc ecc. Ma! Per spezzare una lancia in favore della ex tassorosso, erano rare le volte in cui si lasciava scoraggiare in quel modo e non decideva in maniera razionale e precisa, quindi poteva permettersi di lanciare frecciatine del genere!
    «per caso te ne intendi anche di guanti di pelle di drago?» «mh, non direi» non le era capitato così spesso di doverne acquistare, in realtà, e l’ultima volta aveva incaricato Cox di comperarne un paio al suo posto. «perché?» «devo... fare un regalo a una persona» ohhh “una persona”, okay okay. «un amico, siamo amici, e insomma volevo fargli questo regalo ma sono un po' indeciso» *gASP* «non mi dire» «per caso hai un altro paio d'ore libere?» Ce le aveva? Ma certo. Ora che la decisione era stata presa non le rimaneva altro se non procrastinare ancora e ancora prima di rispondere alla lettera del Preside di Hogwarts. «puoi portare tu Sherlock se vuoi» Finse di pensarci un po’ su, picchiettando con l’indice sul mento. «sai cosa?» prese entrambe le coppette finite e i fazzolettini sporchi, per gettarli nella spazzatura, Nelia per l’ambiente 2k23, «non posso rifiutare questo invito. Portare Sherlock? Un sogno.»
    Sorrise ad Holden, mano allungata per chiedere che le venisse passato il guinzaglio del corgi, «andiamo?»
    nelia
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    sta volta la chiudiamo davvero zia BACINI GRAZIE
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    Per come vedeva le cose Nelia, quello era un duello ad armi pari: poteva anche aver assessato il primo colpo duro e aver intaccato un po’ l’immaginaria barra della salute di Jade, ma la special era rimasta in piedi e continuava a rispondere ad ogni attacco con la giusta strategia.
    Nelia era fiera.
    Sapeva di non aver insegnato nulla di nuovo a Jaden, né al QG né in aula — era la sua assistente, sì, ma era un soldato abile almeno quanto lei, eppure non poteva negare di vedere nei piccoli gesti della Beech un pochino dei suoi insegnamenti. Un po’ come quando beccava Ben a fare il culo a qualche compagno bullo, nel bel mezzo dei corridoi, e si nascondeva dietro una colonna per osservare con orgoglio la sorellina che metteva in pratica i suoi insegnamenti e dava del filo da torcere anche a studenti grosso il doppio di lei.
    «prova a mettermi ko, allora»
    Una provocazione, la sua, che la special colse al volo: perfetto. Un sorriso si allargò sulle labbra dell’addestratrice, quando finirono entrambe a terra e sentì l’altra spingere contro il suo corpo per liberarsi dalla presa. Faceva riflettere, senza ridere, che uno dei pochi posti al mondo che riuscissero a strappare dei sorrisi genuini a Nelia Harford fosse proprio quella sala d’addestramento; diceva molto – se non tutto – di lei. «non limitarti a fare forza con le gambe, usa anche gli addominali» non aveva davvero bisogno dei suoi consigli, ma che capo addestratori sarebbe stata se non li avesse comunque dati? Annuì soddisfatta, sentendo i piedi di Jaden far forza contro il suo ventre. «brava»
    Eeeee qui le dinamiche tra le due mi confondono un po’, ma diciamo che Nelia, per difendersi, prova a schiacciare di più la bionda con il proprio corpo, mettendoci più peso possibile; e come attacco.... Mh, la distrae con la sua ptolemosità? Dai secondo me vale.
    Le rivolse un sorriso, alcune ciocche di capelli a cadere fastidiose intorno al viso. «ti arrendi?» Non era un gioco pulito, lo sapeva bene, ma anche i mangiamorte giocavano sporco, no?


    nelia
    hatford


    30 | rebel | trainer

    my toxic trait is how badly i want to domesticate a racoon



    (9) DIFESA NELIA: schiaccia il proprio corpo contro quello di jade
    ATTACCO NELIA: la distrae . that's it.
  15. .

    murphyvsjust
    ps0301
    pa1010
    pd1010
    DIFESA JUST: 9pd (+2pa)
    non lo commento nemmeno, anche nelia è basita

    ATTACCO JUST: 4+2=6pa
    bravi continuate a darvele SMACK

59 replies since 19/4/2022
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