tell me when and where, I'll be there.

#akelia

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    Bennett viveva in quell'appartamento da appena un mese ed era già riuscita a lasciare traccia della sua presenza in ogni stanza, superficie e angolo della casa; c'erano le pergamene sul pavimento della camera, i coltellini dimenticati sotto i cuscini del divano, l'elastico per capelli sul tavolino della sala, la tazza della colazione rovesciata nel lavello e, più in generale, tracce del caos che la piccola Meisner portava con sé visibili in ogni dove.
    A Nelia non dispiaceva affatto.
    Certo, aveva passato le ultime settimane a correrle dietro raccomandandosi di mettere in ordine e di tenere in condizioni quanto meno accettabili la sua camera, ma non ci provava più di tanto: come spesso la corvonero le ricordava, una mamma ce l'aveva già ed era rimasta a vivere a Salisburgo. Al ché Nelia le ricordava di come lei stessa avesse contribuito a crescerla, grazie tante, entrambe le mani sui fianchi e occhi scuri incollati in quelli della sorellina, e da lì nascevano i classici battibecchi tra Meisner che finivano quasi sempre con Nelia che urlava a Bennett di fare qualcosa, e Bennett che se ne andava senza darle retta.
    Asciugando la tazza appena lavata, Nelia si domandò distrattamente se era sempre così vivere a stretto contatto con degli adolescenti; lei non ricordava di aver mai avuto atteggiamenti simili a quelli di Benny, ma doveva riconoscere di esser stata tutto fuorché una santa, nei suoi anni di gloria. Certo, aveva dato molte gatte da pelare ai suoi genitori, e si era cacciata nella sua buona dose di casini per via del caratterino che si ritrovava, ma...
    Sospirò, scuotendo il capo e lasciando che il sorriso timido si allargasse sul viso; quando Bennett aveva infine vinto, e Nelia ceduto a farla rimanere a vivere con lei per l'estate (e forse anche durante le vacanze invernali...), la maggiore non aveva immaginato che sarebbe stato... così. Impegnativo, sfiancante, da perenne mal di testa; l'ultima volta che aveva vissuto a stretto contatto con la sorellina, lei aveva avuto sei anni e, per quanto impegnativa potesse esser stata una bambina di sei anni, non lo ricordava così faticoso.
    Però, se doveva essere del tutto sincera con se stessa, era bellissimo.
    Avere Bennett in casa era stato dapprima uno shock, un'invasione di spazi personali che Nelia si era ritagliata inizialmente con Justin, e che aveva dovuto poi imparare a riempire da sola; ma col passare dei giorni era diventato piacevole, al punto che l'allenatrice era persino riuscita ad incastrare sua sorella in qualche maratona “Netflix, divano e gelato”. La presenza di Benny l'aveva aiutata a rimanere a galla nei giorni in cui lasciare il letto era stato un po' più difficile del solito: le bastava allungare un orecchio e sentire la corvonero armeggiare in cucina per costringerla a mettere da parte i pensieri dolorosi, e farla scivolare fuori dalla porta, che lo volesse o meno.
    Cercava di non pensare a come tutto quello avrebbe potuto essere la sua normalità se solo avesse avuto la fortuna, il dono, di poter mettere su famiglia con Justin; faceva troppo male, quella possibilità sfumata troppo in fretta.
    In fin dei conti Bennett era la sua famiglia.
    E tanto le bastava.

    Ad onor del vero, Nelia si reputava molto fortunata perché aveva più di una famiglia: c'era quella biologica, i Meisner, che l'avevano messa al mondo e amata in ogni tappa della sua vita; c'era quella che Nelia aveva scelto, i Ribelli, che rimanevano al suo fianco nonostante tutto, gli unici che capissero e condividessero davvero il suo dolore ― perché era il dolore di tutti; c'era quella affettiva, gli amici, che la Hatford aveva scelto moltissimi anni prima e che continuava a coltivare tutt'ora, fiera ed orgogliosa delle persone che erano diventate negli anni.
    Gli akerrow rientravano indubbiamente in quell'ultima categoria. Beh, a dire il vero, Will rientrava anche un po' nella seconda ma tant'è. Nessuno dei due aveva avuto possibilità di scelta quando l'uragano Meisner si era abbattuto su di loro; con Barrow era stata la voglia di cambiare il mondo ad avvicinarli e portarli a combattere fianco a fianco, a guardarsi le spalle a vicenda; con Akelei, invece, la determinazione (e l'insistenza) di una Cornelia che non voleva proprio sentirne di ricevere un no come risposta alla domanda “vuoi essere mia amica?!”
    Non era andata proprio così, non glielo aveva mai chiesto, non con così tante parole; ma proprio come succedeva nei migliori plot, non era stato pensato e predefinito. Era successo. Cornelia si era imbattuta in una giovane e reticente Akelei e aveva deciso che avrebbe superato qualsiasi sfida pur di raggiungerla, di conoscerla, di conquistarla. E si sa, a Cornelia Meisner non era mai mancato il coraggio, o l'ostinazione, per affrontare nuove sfide. Benny non era l'unica Meisner che prendeva gli altri sullo sfinimento, ciao sorellina.
    E così, quindici anni dopo, poteva dire di essere orgogliosamente amica di Akelei Beaumont. Due personalità che non c'entravano assolutamente nulla l'una con l'altra, eppure eccole qui, a sorseggiare un whiskey invecchiato e a fare un po' di catching up sulle rispettive vite, fin troppo impegnate.
    Se lo aveste detto alla Cornelia quindicenne, che quegli appuntamenti con la cacciatrice sarebbero stati una costante del suo futuro, vi avrebbe risposto con un sorriso e un “lo sapevo” soddisfatto. Non importava quanto i loro mondi, i loro ideali, divergessero: Nelia amava Akelei. Si capivano.
    Osservò il ghiaccio galleggiare nel liquido ambrato, poi portò il bicchiere alle labbra e sorrise: a quei pensieri, alla conversazione in atto, alla vita. Nonostante tutto, nonostante le ferite, Nelia Hatford non aveva mai perso il sorriso. «Credimi, goditeli finché sono così piccoli.» Cambiare i pannolini era faticoso, e stare dietro ai mocciosetti che muovevano i primi passi rischiando di spaccarsi la testa cadendo non era una passeggiata; ma avere a che fare con dei figli adolescenti era anche peggio. «Rimpiangerai questi giorni quando inizierai a trovare i primi coltelli lasciati deliberatamente in bella mostra sul comodino della cameretta.»
    Era un'esagerazione, ma solo fino ad un certo punto.
    Oh, si erano incontrare anche per lamentarsi dei loro, problemi, o no?! Erano donne forti, si piegavano ma non si spezzavano, eppure avevano bisogno anche loro di sfogarsi ogni tanto ― prima che a rimetterci fossero le persone a loro care, smack.
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    Ad Akelei Beaumont era mancato passare del tempo con degli adulti. Passava la maggior parte della sua giornata lavorativa circondata da persone che avrebbe a malapena classificato mentalmente come infanti, e quando tornava a casa era accolta da altri due bambini. William si salvava, ovviamente- se fosse stato il contrario, avrebbe detto molto su di lei e le sue scelte di vita. Nelia sembrò leggerle nella mente, ormai in sintonia con la Beaumont dopo quindici anni passati al suo fianco «credimi, goditeli finché sono così piccoli» Akelei le rivolse uno sguardo scettico, le sopracciglia ad inarcarsi in una muta domanda: ah sì? «sei sempre la benvenuta come babysitter» certamente più affidabile della versione infernale dei suoi figli, o di Niamh Barrow. Peccato che Nelia, al contrario dei sovracitati, era una persona adulta e fin troppo impegnata. Quello non voleva dire che non avrebbe comunque provato a smollarglieli. C’erano poche persone che avevano guadagnato la sua fiducia nel corso degli anni, e la Hatford rientrava in quella lista in cui si potevano contare una manciata di nomi- ironico come una buona parte di loro fosse ribelle, grande Ake ottimi istinti. «Rimpiangerai questi giorni quando inizierai a trovare i primi coltelli lasciati deliberatamente in bella mostra sul comodino della cameretta» voleva sapere? Assolutamente sì. La donna non poteva saperlo, ma Akelei si ritrovava in una fase peculiare nella sua vita dove non solo aveva a che fare con due infanti, ma anche con la loro versione cresciuta e criminale. Non che facesse alcuno sforzo per calarsi nei panni di una madre quando si trattava dei Criminali, era chiaro alla Beaumont che ognuno di loro aveva vissuto una vita ben diversa dalla precedente, ognuno con una famiglia diversa e persone che considerava importanti. L’unica cosa che li legava era il sangue e l’eco di una promessa fatta in un’altra vita- la Beaumont non si illudeva che fosse ancora valida. E perché proprio Sunday. «ah si? spero che almeno ne faccia buon uso» la cacciatrice era sempre in favore di qualche amichevole pugnalata, Dio sapeva quanto ne avevano bisogno i giovani d’oggi. Prese un sorso del suo whiskey, i cubetti di ghiaccio a tintinnare sul vetro e la condensa sul bicchiere a bagnarle le dita. Si prese qualche momento per riordinare i suoi pensieri, per porre la questione nel modo più consono per qualcuno che aveva perso il marito da poco. Peccato che il tatto non fosse mai stato uno dei suoi punti di forza. «io e will stiamo iniziando ad organizzare il matrimonio» annunciò casualmente, e se alla menzione del Barrow le labbra si piegarono in un piccolo sorriso nessuno l’avrebbe notato «stavamo pensando alla provenza, probabilmente fine estate quando fiorisce la lavanda» grazie Marta dell’info, ancora meglio di Google «mi stavo chiedendo se volessi essere la mia testimone» una più giovane Akelei Beaumont avrebbe storto il naso a una tale nozione, incredula al pensiero che la Hatford sarebbe diventata una figura così importante nella sua vita. Eppure, ne avevano passate troppe insieme perché potesse essere altrimenti, la Beaumont non aveva mai avuto alcuna scelta a riguardo.

     
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    A colpo d'occhio, Nelia e Akelei non avrebbero potuto essere più diverse: una bionda, una mora; una francese e una quasi tedesca; una mangiamorte e una ribelle. Non tutte le differenze erano palesi, per fortuna, ma tutte suscitavano lo stesso quesito: com'era possibile che fossero così tanto amiche? E sapete la risposta quale era? Proprio quella lì; erano le loro differenze a rendere il rapporto così vero ed indissolubile. Certo, c'erano troppi segreti tra loro che se fossero venuti allo scoperto avrebbero portato a molto di più di un semplice litigio, ma Nelia preferiva non parlarne, stoica e determinata nella sua posizione: avrebbe tenuto gli stessi segreti anche a suo marito Justin, se solo non li avessero già condivisi dal principio.
    Non erano quelle le cose che Nelia rimpiangeva: sapeva di star facendo la cosa giusta, e se ne convinceva ogni volta che incrociava lo sguardo innamorato di Will e riconosceva in lui la stessa determinazione e sicurezza. Non stavano mentendo ad Akelei, non era un segreto personale nei confronti del Capo dei Cacciatori — a voler essere sinceri, lo facevano per lei.
    Per non spezzarle il cuore.
    Di giustificazioni dietro cui nascondersi, Nelia ne aveva moltissime ma non voleva pensarci.
    Non in quel momento.
    «sei sempre la benvenuta come babysitter» sorrise da dietro il bordo del bicchiere, scuotendo appena la testa in una cascata di ciocche scure. «ho già le mani piene» con Ben, e con tutti gli studenti. «ma ne conosco uno o due se vuoi i numeri» uno sarebbe diventato persino la sua anima gemella, pensa!
    E poteva essere una battuta quella della Beaumont, ma sapeva ci fosse un fondo di verità e una fiducia cieca nei suoi confronti che, con ogni probabilità, Nelia non meritava; era quella consapevolezza ad alimentare il senso di colpa della professoressa, pur sapendo di star facendo la cosa giusta, pur non avendo alcun rimpianto o rimorso per le scelte fatte in trent'anni di vita.
    Erano poche le persone con cui Nelia potesse di avere cose in comune, nonostante tutto, e con le quali condividesse memorie ed esperienze che caratterizzavano metà vita — Ake era una di quelle.
    «ah si? spero che almeno ne faccia buon uso» «non ho alcun dubbio a riguardo» avrebbe dovuto forse mostrarsi meno orgogliosa delle tendenze stabby stabby della sorellina, ma non poteva. Nelia metteva la sopravvivenza al primo posto, e Bennett era una delle adolescenti più resilienti (e piena di risorse) che conoscesse.
    (Ed ultimamente ne aveva conosciuti molti, di ragazzini.)
    E oddio sto pensando di nuovo a /I've always wanted to stick something in you/ adesso ma perché PERCHÉ cursed image aiuto
    Menomale che c'era Ake pronta a cambiare argomento.
    «io e will stiamo iniziando ad organizzare il matrimonio» detto così, con la stessa nonchalance con cui la bionda avrebbe commentato il meteo o una notizia del Morsmordre. Nelia piegò il volto di lato, sfiorando la spalla con il mento. «congratulazioni» e un alla buon'ora rimasto taciuto ma ben visibile nello sguardo scuro e brillante della ribelle.
    «stavamo pensando alla provenza, probabilmente fine estate quando fiorisce la lavanda» drizzò la schiena, attenta e incuriosita. «sembra romantico.» cosa che non avrebbe dovuto stupire, si trattava pur sempre di un matrimonio; e Nelia sapeva che Will, per Ake, avrebbe fatto di tutto. Anche andare a sposarsi in Francia.
    L'addestratrice cercò deliberatamente di non pensare al suo giorno romantico; o a Justin, o alla loro promessa di amarsi fino a che morte non li avesse separati.
    L'aveva fatto fin troppo presto.
    Ma loro avevano mantenuto la promessa — Nelia continuava a farlo ancora.
    «mi stavo chiedendo se volessi essere la mia testimone» Solo a quel punto, Nelia tornò a sedere dritta e abbassò il bicchiere, posando entrambi i gomiti sul tavolo. Non le chiese se fosse sicura — Akelei non diceva mai nulla se non ne era sicura al cento percento. Perciò preferì rimanere in silenzio per qualche istante, valutando tutto quello che era implicito nella richiesta mossa dalla francese. Era un compito da onorare nel tempo, con impegno e rispetto; era un onore che Ake le stava facendo, e allo stesso tempo sapeva che era importante per la stessa Beaumont affidare quel ruolo a qualcuno a cui tenesse davvero. Nelia era lusingata che fosse caduta proprio su di lei, quella scelta.
    E, a dispetto di tutto, voleva davvero bene ad Akelei e non poteva non sentirsi onorata da una simile proposta. E anche un po' orgogliosa.
    Si prese il suo tempo per valutare, nonostante nel suo cuore sapesse già la risposta. «con molto piacere» e, nel sorriderle, alzò il bicchiere. «quindi, brindiamo agli akerrow?» Nelia shipper mode on.
    Poi, una domanda più che lecita: «william lo sa?» chiedo
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    «ho già le mani piene» Akelei piegò le labbra verso il basso, l’espressione desolata di qualcuno che conosceva già la risposta ma aveva comunque tentato il fato. Magari, magari, Nelia non ne aveva abbastanza di marmocchi tra sua sorella ed Hogwarts «ma ne conosco uno o due se vuoi i numeri» ah, quello sì che era interessante. Sapeva che non erano affari suoi, che non avrebbe dovuto approfondire, ma che gusto ci sarebbe stato? Si avvicinò di poco alla Hatford, il tono di voce basso e improvvisamente cospiratorio «ah sì? e che te ne fai?» davvero, ormai sua sorella aveva quindici anni, non pensava che le servisse un babysitter. Ma ancora, che ne sapeva la Beaumont di prole. Poteva anche avere due figli di due anni, ma alle volte i suoi istinti materni lasciavano a desiderare. Cristo, ancora si ricordava quando due giorni prima per poco non aveva lasciato che Ronan sbattesse sullo spigolo del comodino. Per non parlare di quando tirava fuori il pitone dalla sua teca (gesù bambino ma con che serietà lo sto scrivendo mi sento male), e viveva nel terrore che quella bestia di Ronan iniziasse a morderlo. Capito, il problema non era il serpente, ma suo figlio. Poteva anche essere una rettilofona, ma non era Dio: se Mehrani voleva strangolare Ronan, avrebbe avuto ogni ragione per farlo. «sembra romantico.» purtroppo, Nelia sapeva bene quali tasti toccare per rendere la Beaumont inoffensiva e farle ritirare i denti velenosi. Si strinse tra le spalle, falsa modestia a drippare da ogni poro- come se lei, Akelei Beaumont, fosse capace di mostrare umiltà. Non era nel suo sangue o dna, un difetto che aveva reso quelli della sua stirpe fin troppo pronti a cadere vittima dei propri vaneggiamenti. Ma non lei, perché avrebbe ingoiato vetri rotti prima di essere sorpresa a gush over (si pandi mi becchi unfiltered oggi) il suo matrimonio, i suoi sentimenti. Gesù, ma cosa aveva, sette anni? «vedrai, lo sai che non lascio nulla al caso» aveva chiesto a William se volesse sposarsi in Inghilterra o in Francia, e in tutta risposta si era limitato a stringersi nelle spalle. Aveva lasciato scegliere a lei, perché sapeva quanto fosse importante, e il solo fatto di essere disposto a rilocare un intero matrimonio in terra straniera per lei significava più di quanto riuscisse a mettere a parole. Elisa e Akelei sappy alle due di notte, non ci fate caso. «con molto piacere» ovviamente la Beaumont non aveva mai avuto mezzo dubbio sul fatto che Nelia avrebbe accettato, ma nulla la fermava dal crogiolarsi in quel momento. Alzò il bicchiere per batterlo contro quello della donna, nascondendo il sorriso compiaciuto nella piega del vetro «quindi, brindiamo agli akerrow?» era una persona seria, la Beaumont, quindi non vi fu il rischio che si strozzasse con il liquido. Tuttavia, nulla poté impedirle di alzare gli occhi al soffitto, ma cosa stava dicendo. Davvero, sarebbe stato meglio fingere di non capire piuttosto che darle corda ma forse aveva passato troppo tempo con William e aveva perso quel barlume di raziocinio che le rimaneva «ci hai dato un nome? davvero?» no, ma come funzionava. Akelei non era una boomer, o qualsiasi cosa le dicessero i suoi figli, ma anche lei alle volte faticava a seguire i trend di pensiero delle persone che la circondavano. Nemmeno a dirlo, quella in difetto non era lei, ma loro. «william lo sa?» ma per chi l’aveva presa, per qualcuno che aveva delle capacità comunicative limitate, e che trovava difficile aprirsi al di là di cosa vi era in superficie? Davvero spot on, per quanto odiasse essere percepita, conosceva la Hatford da troppi anni per sottrarsi al suo sguardo inquisitore. «certo che lo sa» perché l’aveva detto la palla, non perché ci avesse davvero pensato «ha sicuramente più tempo di me per pensarci» al matrimonio in generale, ai testimoni, al fatto che avrebbero schiavizzato uno dei loro figli come babysitter. Solo allora, concesse a Nelia di vedere oltre a quello che aveva disperatamente cercato di mascherare, la rigidità nelle spalle, le occhiaie pronunciate che marcavano il viso- era esausta, la Beaumont, tra gestire dei mostri e gli avvenimenti del Mondo Magico che richiedevano una mano attenta ed esperta per essere gestiti. «non dico che sia un incubo a lavoro, ma quasi» ovviamente, anche Akelei aveva i signori della Tim che le rovinavano la giornata, e purtroppo non poteva nemmeno sbarazzarsene perché a quanto pare era frowned upon. «ma raccontami qualcosa di più allegro. o non ti do i dettagli sul matrimonio, so che vuoi sapere tutto» Neflia fomo come qualcuno, Akelei conosceva bene le sue pecore, e sapeva come baitarla nel sapere quello che voleva: gossip sulla vita della professoressa.

     
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    Lasciò cadere il discorso “babysitter && cosa dovrai mai farci, Nelia, dal momento che non hai figli”, limitandosi a stringere le spalle e a fornire un sorriso tirato alla Beaumont, fingendo che le sue parole non avessero colpito più in profondità del necessario. Era abituata ai commenti taglienti di Ake, e non le era mai importato particolarmente sanguinare per mano dell'amica; sapeva anche che Akelei avesse ragione, e quello era un dato di fatto.
    Ma scelse comunque di non rispondere, e rimanere concentrata sull'argomento che interessava ad entrambe: il matrimonio.
    (Che ormai praticamente eccolo, scusa, ci ho messo davvero tantissimo a rispondere. Chiedo pietà.)
    «vedrai, lo sai che non lascio nulla al caso»
    «oh, lo so, credimi lo so» da quanto si conoscevano, dopotutto? Sapeva perfettamente di cosa fosse capace il Capo Cacciatori. Dietro il bordo del bicchiere, il sorriso di Nelia si fece più affilato e al contempo più morbido. «hai già idee sul tema, sulle decorazioni?» e anche sulla venue, ma secondo me di quello abbiamo già parlato, non ho riletto i post. Si sporse in avanti, gomiti sul tavolo e occhi curiosi puntati sulla bionda di fronte a sé. «ma soprattutto,» dai, doveva immaginarlo che prima o poi le avrebbe fatto la domanda TM, «hai già qualche idea per il vestito?» Nelia ricordava anche dopo tutto quel tempo la folle ricerca del vestito perfetto, missione apparentemente impossibile in cui aveva trascinato sua mamma, portandola con sé in tutti gli atelier di Salisburgo, e di Londra. Non era mai stata una donna particolarmente materialista, lei, ma per quel dannato vestito avrebbe potuto bruciare il mondo intero. E, alla fine, come avrebbe dovuto immaginare, finì con lo scegliere il più semplice ed elegante fra tutti quelli provati — che furono, tirando veloci somme, davvero troppi.
    Ma conosceva Akelei, e dubitava sarebbe andata a cercare il vestito perfetto per il suo giorno speciale in qualche atelier, persino quelli d'alta moda, come minimo «te lo farai fare su misura?» Ake, ricordati di Nice quando sarà il momento WINKWINK
    Con un moto di tenerezza e affetto, e anche un pizzico di tristezza, realizzò che quelli erano il genere di discorsi che avrebbe voluto affrontare con la Beaumont on a daily basis, anziché doverle mentire fra i denti o ricevere bollettini tragici sulla società magica in cui vivevano. «ci hai dato un nome? davvero?»
    «non posso prendermi il merito, purtroppo» anche se le sarebbe piaciuto; era geniale! «credo di averlo letto su polgy, una volta» le sorrise divertita, sperando di stuzzicarla un po' con l'idea che la rivista di gossip potesse sparlottare dei suoi affari privati — non avrebbe mica spinto il reparto censura a metterla al bando, no?! «è bello, suona bene» akerrow ftw! «non dirmi “certo”, il mio è un dubbio lecito!» con le mani a mezz'aria, e l'aria più innocente possibile, perché era davvero un dubbio lecito. Ma alle successive parole di Ake, Nelia si fece un pochino più seria, percependo la stanchezza non solo nello sguardo dell'amica, ma anche nelle sue parole. «qualcosa di cui puoi parlarmi?» non era Nelia il capo addestratori dei ribelli, in quel momento; era Nelia l'amica che si offre come valvola di sfogo — c'era una sostanziale e netta differenza, ed egoisticamente sperò che qualsiasi cosa raccontata da Ake non la spingesse a dover smettere le secondi vesti per indossare le prime. «un incubo peggiore dell'avere dei marmocchi dentro casa?» derogatory, non c'era cosa che Nelia avrebbe desiderato più al mondo, e Akelei lo sapeva.
    «ma raccontami qualcosa di più allegro. o non ti do i dettagli sul matrimonio, so che vuoi sapere tutto»
    «ah! vedo che siamo tornati ai ricatti, è stata una piacevole chiacchierata, per il tempo che è durata» la prese in giro, sorseggiando il whiskey, «in effetti iniziavo a preoccuparmi» erano durate la bellezza di dieci minuti? Un record. «cosa vuoi che ti racconti,» lavoro col mio ex, nella resistenza continuiamo a prendere botte da ogni dove, e sento che qualcosa di grande e pericoloso si sta smuovendo nell'aria, ma a parte questo tutto bene «la vita come insegnante non è così allegra, non so cosa William ti abbia raccontato in questi anni, ma alla fine della fiera si tratta di babysitter troppo qualificati. Babysitter che vanno a dormire con un gran mal di testa quasi tutte le sere» ma le piaceva, le piaceva eccome! Si era già affezionata a tutti i suoi studenti, dal primo all'ultimo! Fece schioccare la lingua contro il palato, affermando «secondo me succedono cose molto più emozionanti al ministero» lasciò che un nuovo sorso di whiskey le bruciasse la gola, la sensazione familiare a spandersi fino al petto, prima di riportare la conversazione laddove era giusto che tornasse. «quindi,» il matrimonio, «il matrimonio...» era possibile mai che dovesse chiederle tutto?! Maledetto William che non aveva nemmeno lasciato intendere volesse poppare la question, traditore!! Ora voleva saperli da Ake, quei dettagli. Ne aveva bisogno!
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    A dire la verità, il matrimonio non era stato un qualcosa che aveva pensato di avere per sé fino a che William non era entrato nella sua vita. Non si era mai considerato il tipo, e nel momento in cui aveva rischiato di avere un anello al dito da parte di un semi sconosciuto, aveva preferito condannarsi ai laboratori. E poi quando era finalmente uscita, l’aveva rimesso al suo posto: sotto terra. Ma era sicura che non sarebbe successo con William! A suo malgrado, aveva accettato di sposare quell’uomo nelle piene facoltà mentali. «hai già idee sul tema, sulle decorazioni?» oh Nelia. Doveva darle la terribile notizia, la prima a cui avrebbe confessato la follia che l’aveva posseduta come un raptus. «ho letto su una rivista» sì, perché si era abbassata persino a quello «che tra i temi c’era il french countryside, un misto tra luxury e rural humbleness. non chiedermi cosa voglia dire, ma posso farti vedere delle foto» tirò fuori il telefono, aprendo una delle cartelle che aveva creato sulla galleria per poi passarlo a Nelia. Era fiera della sua collezione, ma cercò di non mostrarlo troppo. «visto che il matrimonio si terrà fuori, avevo intenzione di usare diverse varietà di fiori» picchiettò l’unghia sullo schermo, laddove una composizione floreale era poggiata a un tavolo «eugene……si è offerto di aiutare» ed eccola, la notizia terribile che doveva dare all’amica. In realtà, Akelei era sollevata dal dividere lo stress dei preparativi con altre persone, ma non era certa che l’ex serpeverde fosse la persona giusta. Tuttavia, era sembrato così entusiasta, tanto da tirare fuori un binder pieno di idee e- cose che non era sicura dove avesse trovato. «ma soprattutto, hai già qualche idea per il vestito? te lo farai fare su misura?» a quel punto, la Beaumont fu costretta a nascondere il suo sorriso dietro al palmo, perché quando vi era da spendere soldi su abiti era come portare un bambino a Disneyland. «Certo che sì» infatti, era una delle poche cose che aveva nitida nella sua mente «ma nessuna anteprima, sarà una sorpresa per tutti. Stavo pensando di commissionarlo a Berenice Hillcox, ha un talento che ho visto da poche persone, e lo sai che di solito non mi spreco con i complimenti» e qui elisa si domanda se in effetti Nelia conosca Nice, ma moving on. Akelei preferì glissare oltre l’intera gestione di Polgy, perché al solo pensiero credeva che le sarebbe venuto un aneurisma, l’idea che la sua vita privata fosse sbattuta su un giornale -se si poteva definire così- era troppo assurda per indugiarvi sopra. Chissà cosa ne avrebbe pensato il Capo Censura. Non che la Beaumont avesse intenzione di scendere ai piani inferiori, aveva di meglio da fare. «cosa vuoi che ti racconti, la vita come insegnante non è così allegra, non so cosa William ti abbia raccontato in questi anni, ma alla fine della fiera si tratta di babysitter troppo qualificati. Babysitter che vanno a dormire con un gran mal di testa quasi tutte le sere» Akelei hummed, osservando l’amica con occhi consapevoli. Conosceva abbastanza le sue pecore da sapere che: «eppure lo adori» detto un po’ derogatory ma affectionate «ora che mi ci fai pensare, a settembre inizierà anche eli» a pensare che sua figlia avesse già undici anni, quasi sentiva le rughe farsi più pronunciate attorno agli occhi: dopo i trenta erano la tomba. Si fece improvvisamente seria, la mano a scivolare sul tavolo per posarsi delicatamente su quella della donna «terrai un occhio su di lei, per me?» si fidava di poche persone, ma la Hatford rientrava nella ristretta cerchia. Ritrasse la mano per stringerla attorno al bicchiere di whiskey «quindi, il matrimonio...» oh Nelia, vecchia ciatella di paese. Era come un cane come un osso. Ma supponeva di doverle dare ragione, in fondo era stata privata con i dettagli. «sarà l'evento dell'anno, te lo assicuro. non ho la lista degli invitati sotto mano, ma è sostanziale» non poteva essere da meno, l'unione di Akelei Beaumont e William Barrow «lo sai che mi piace fare le cose in grande stile» c'era qualcosa che stava tenendo alla Hatford, ma si trattava di un feto di un'idea, un vago concetto ai margini della sua mente. Sorpresona!

     
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    nelia hatford
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    Il fatto che quella conversazione stesse avvenendo davvero e non fosse solo il frutto di un delirio della prof di corpo a corpo aveva dell'eccezionale: ancora non riusciva a credere che il suo migliore amico sposasse Akelei Beaumont. Li conosceva entrambi da una vita e il suo stupore nasceva solo dal fatto che, arrivati a quel punto, Nelia temeva non sarebbe mai successo — e invece Ake era lì per smentire la cosa e spazzare via ogni dubbio della tassorosso.
    Che, ovviamente, era al settimo cielo.
    Prima di essere William Il Capo dei Ribelli e Akelei Il Capo dei Cacciatori, erano Will e Ake, due dei suoi più cari amici; Nelia c'era stata in ogni tappa della loro storia e nessuno era più felice di lei al pensiero che stessero per convolare a nozze. E no, nemmeno gli sposi, tiè. FAN NUMERO UNO.
    Voleva sapere ogni singolo dettaglio, e tutti quelli che Ake non era disposta a condividere li avrebbe estorti con l'insistenza e portando la bionda all'esasperazione, Cornelia style. Voleva saperli tutti, anche quelli che non capiva, tipo i centomila tipi diversi di stili per decorare l'esterno, cosa ne sapeva lei: ai suoi tempi, aveva scelto la cosa più classica e delicata, puntando al cibo piuttosto che alle composizioni floreali che poi sarebbero andate buttate il giorno dopo.
    «che tra i temi c’era il french countryside, un misto tra luxury e rural humbleness. non chiedermi cosa voglia dire, ma posso farti vedere delle foto» Duhhh certo, non doveva nemmeno chiedere! La mano di Nelia era già scattata in avanti, le dita a stringersi e riaprirsi più volte, come ad indicare che fosse impaziente di ricevere il telefono e curiosare nella galleria, come la vecchietta impicciona che era.
    Quando gli occhi si posarono sul display, Nelia si lasciò sfuggire un «wow» di stupore, non tanto per le foto in sé (che doveva ancora scorrere) , quanto più per le cartelle che aveva davanti, suddivise per tema, argomento e catalogo; Akelei stava prendendo quella questione molto sul serio e, sebbene non avesse avuto alcun dubbio a riguardo perché era di Akelei Beaumont che di stava parlando, la Hatford non poteva negare che una parte di lei temeva il fatto che l’amica fosse un po’ troppo restia all’idea del matrimonio per dedicarsi alla sua organizzazione anima e corpo.
    Evidentemente, William Yolo Barrow doveva aver compiuto qualcosa di molto vicino ad un miracolo anche in quello.
    E bravo Billyino, bravo; avrebbe provveduto a fargli i complimenti subito dopo la strigliata di orecchie più che dovuta per non averle nemmeno accennato che avesse l'intenzione di legare Ake a sé finché morte non li avesse separati; un conto era buttare lì un “io me la sposo” qua e la mentre si godevano il silenzio del QG o della sala professori, condividendo un bicchiere di whisky, un altro era farlo davvero, e senza dirle nulla.
    «visto che il matrimonio si terrà fuori, avevo intenzione di usare diverse varietà di fiori»
    Annuì, osservando la foto con attenzione e studiando la composizione indicata, immaginandola inserita negli addobbi del giorno speciale degli akerrow: aveva già la pelle d’oca. E gli occhi a pizzicare per colpa delle lacrime — oh, era una persona sentimentale e romantica, lei!
    «eugene……si è offerto di aiutare»
    Pelle d'oca che divenne brividini di paura a quelle parole. Come avrebbero detto i giovani: «oh boi» posó il telefono sul tavolino, e guardò Akelei con aria confusa
    «e tu hai accettato?» voleva molto bene a Eugene, ma lasciargli le redini dell’organizzazione era davvero una mossa molto azzardata; com'era possibile che Akelei gli avesse dato l'ok? «hai messo qualcuno a supervisionare?» perché dire “a fare da babysitter” sembrava brutto, ma era la verità; chissà quello che avrebbe tirato fuori dal cilindro, il Jackson.
    (Però se gli servivano foto imbarazzanti o aneddoti compromettenti sul futuro sposo, Nelia sarebbe stata ben lieta di aiutare.)
    Meglio cambiare discorso, vah, e parlare Dell'Argomento ™: l'abito.
    «nessuna anteprima, sarà una sorpresa per tutti.» le labbra di Nelia curvarono verso il basso, delusa dalla cosa: ci teneva moltissimo a vedere il vestito di Ake, ma accettava la volontà della cacciatrice. Infondo, avrebbe contribuito a far accrescere le aspettative, la curiosità che sarebbe stata soddisfatta solo il giorno delle nozze.
    «Stavo pensando di commissionarlo a Berenice Hillcox, ha un talento che ho visto da poche persone, e lo sai che di solito non mi spreco con i complimenti» Su quello poteva facilmente convenire con lei: Akelei non era il genere di persona che si lasciava andare ai complimenti, e se riteneva Berenice all'altezza di un compito così importante come disegnare e realizzare l'abito del suo matrimonio, la ragazza doveva proprio avere un talento come pochi altri. Nelia non aveva mai avuto il piacere di incontrarla di persona, ma la conosceva di nome.
    «sì, ma almeno un piccolo spoiler potresti farmelo…» cercò di far leva sul cuore (ma quale) di Ake con degli occhioni grandi e il labruccio tremulo, sapendo già che non avrebbe funzionato; serviva comunque a stuzzicare un po' l'amica, e tanto bastava. «o almeno le scarpe! hai già scelto le scarpe?» le priorità.
    Era davvero bello parlare di cose che non fossero la politica, il mistero o l'eterna lotta ai ribelli — tutti argomenti che costringevano Nelia a mentire oppure omettere dettagli ed informazioni, cosa che non voleva assolutamente fare in quel caso, quando di fronte aveva l'Akelei più inaspettata di tutte, entusiasta all'idea di organizzare ogni dettaglio delle sue nozze, sebbene la stanchezza e il lavoro pesassero come macigni sulle sue spalle. Nelia voleva darle tutto il supporto necessario, senza essere costretta a mentirle.
    Accettò quindi di buon grado anche il discorso “com'è la vita di un professore di Hogwarts”, pur di mantenere la conversazione su argomenti leggeri e facili.
    «eppure lo adori»
    Non nascose il sorriso colpevole, stringendosi nelle spalle: sì, lo adorava. Aveva avuto molta paura di accettare quel posto, temendo che le dicerie e le male voci che ancora insinuavano fosse una ribelle come suo marito potessero rovinare il lavoro o gettare cattiva luce sui suoi insegnamenti; aveva temuto che i genitori rifiutassero di avere una donna come lei responsabile per i loro figli, ma nulla di quello era successo. I suoi colleghi l'avevano spalleggiata e supportata, alleviando un po' di quei timori. Beh, non tutti, ma aveva imparato a rimanere al suo posto e non suscitare troppo i malumori di Anjelika Queen, per evitare di finire (ancora di più) sulla sua lista nera.
    Per il resto, era stato un anno ricco di esperienze fino a quel momento, e sentiva che non era finito lì.
    «ora che mi ci fai pensare, a settembre inizierà anche eli» Poggiò il mento sul dorso della mano, osservando l'amica con occhi pieni di affetto. «come crescono in fretta…» il tempo volava via, bastava battere gli occhi un paio di volte e i bimbi erano già grandi e pronti ad indossare la divisa per la prima volta.
    Quando la mano di Ake scivolò sulla sua, Nelia abbassò anche l'altra per stringere quella dell'amica in entrambe le proprie, annuendo con decisione al «terrai un occhio su di lei, per me?» della ministeriale. «assolutamente.» Ad Eli probabilmente non sarebbero piaciute le silenziose attenzioni di Nelia, capace di scivolare nell'ombra e seguire gli studenti ovunque, ma se ne sarebbe fatta una ragione. L'avrebbe tenuta d'occhio come fosse sangue del suo sangue.
    E a proposito di bestioline tutte sue… «vuoi un'altra notizia sconvolgente? Bennett inizierà il sesto anno, a settembre.» assurdo, un pensiero che Nelia avrebbe volentieri bloccato: sembrava solo ieri che, alla stessa età della cronverno, la fino ad allora unica figlia Meisner, stringeva al petto quel fagottino tutto capelli e occhi scuri e le dava il benvenuto in quel mondo. Erano già passati sedici anni. «invecchiamo sempre di più, eh?» cit.
    Oddio, quel discorso l'aveva triggerata, meglio tornare a parlare del matrimonio, e infatti: «sarà l'evento dell'anno, te lo assicuro. non ho la lista degli invitati sotto mano, ma è sostanziale» «non mi aspetterei nulla di meno, Ake.» altro che Notte degli Oscar Magici o finale di Champions League del Quidditch: quel matrimonio era al pari di un royal wedding, e lo sapevano tutti.
    Anche se.
    Ebbene sì, c'era un piccolo “anche se” al quale Nelia non aveva voluto pensare, ignorando con vigore i sospetti e i timori che le sussurravano insistenti nellw orecchie: la preoccupavano un po’ le ripercussioni nate dal fatto che il capo dei ribelli sposava il Capo dei Cacciatori, ma cercò di non darlo a vedere — purtroppo non a tutti andava a genio quell’unione, in molti erano convinti che la loro relazione fosse tutto un piano di Will per tenere il nemico molto vicino, ma quel matrimonio cambiava tutto quanto. E non tutti erano soddisfatti.
    E Nelia sapeva che Will sapesse.
    O, almeno, doveva immaginarlo; era comunque felice che il collega non avesse lasciato che quei sospetti influenzassero la sua scelta, o gli impedissero di fare ciò che lo avrebbe reso felice.
    «lo sai che mi piace fare le cose in grande stile»
    «non sarebbe il matrimonio di Akelei Beaumont, altrimenti.» alzò il bicchiere, ciò che rimaneva del whisky ad ondeggiare insieme ai cubetti di ghiaccio, e lo allungò in direzione dell'amica, «allora alla vostra, amici miei» le sorrise, in attesa che Ake facesse toccare i bicchieri e brindasse con lei, poi con un sorriso complice (a mascherare un po' l'ansia di quello che l'aspettava), chiese: «ma quindi devo organizzare il tuo addio al nubilato?» oh boi.
    We are the warriors,
    who learned to love the pain
    We come from different places
    but have the same name
     
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6 replies since 12/8/2022, 12:34   289 views
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