II lezione di Cura delle Creature Magiche

conclusa

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  1. #berqgvist
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    76 - professore di CdCM - neutrale filo-ribelle - Dragologo - scrittore - responsabile Hufflepuff - ex-Hufflepuff
    La conoscenza è la sapienza che vola verso l'infinito
    ViktorArneBerqgvist
    Non appena aprì gli occhi azzurri si rese conto che era una bella giornata. Tutto era luminoso e il sole, dalle ampie vetrate della stanza, entrava indisturbato nella camera da letto illuminando ogni singolo angolo. E, là fuori, si sentiva anche il cinguettio degli uccelli, oltre ai passi dei draghi - quello probabilmente era Ephraim.
    Viktor si mise a sedere e la prima cosa a cui pensò furono i suoi studenti. Non pensò solo agli Hufflepuff, ma a tutta Hogwarts. Ognuno di loro era una perla, sempre imperfetta. Ma si sa, le perle migliori sono quelle imperfette. Quelle che non venivano graffiate da niente e nessuno crescevano perfette... e si rompevano facilmente. Quelle che crescevano con imperfezioni perché ferite e danneggiate invece divenivano più preziose e dure. L'imperfezione era bellezza. Cosa c'era di bello nella perfezione? Chi voleva essere una cipolla, ovvero essere uguale in ogni strato, perfetto? Meglio, sì meglio, essere persone dalle mille sfaccettature, con la propria scorza d'anima tutta graffiata e ferita, il cui interno è tutto ingarbugliato.
    Osservò i fogli poggiati sul suo comodino. Sul primo spuntava il simbolo della Confederazione Internazionale. Era arrivato via Materializzazione quella notte stessa. Viktor la prese tra le mani. C.I.M. - Confederazione Internazionale dei Mangiamorte, e sotto il simbolo. E sotto ancora, Comunicazione importantissima. Aprì il fascicolo. L'introduzione diceva che quel fascicolo era destinato a tutti i professori di Cira delle Creature Magiche del Regno Unito e riguardava strettamente il Concorso di CdCM, in fondo c'era scritto che bisognava rivolgersi al proprio Ministero nel caso in cui la propria regione non fosse quella del Regno Unito.
    Girò nuovamente pagina. “Graduatoria britannica dei Vincitori del Concorso “Crea una Creatura Magica”. I primi tre classificati erano tutti studenti di Hogwarts, che avevano superato anche gli studenti universitari di tutte le facoltà magiche britanniche. Viktor sorrise orgoglioso. Girò nuovamente pagina. E allora rimase stupito. Le voci che circolavano tra la comunità scientifica erano vere.
    Si vestì in fretta e si diresse subito verso la torre dell'Orologio, dalla quale passò alla Torre omonima. Accanto alla porta che offriva l'accesso alle scale della Torre c'era il quadro di una signora paffuta. Vide Viktor e gli sorrise. “Bercavistolo!”, esclamò, storpiando il suo difficile cognome. «Mia lady», la salutò calorosamente, affabile e gentile come sempre, anche se si trattava di un quadro. Le chiese di aprirsi (astenetevi dsl pensare male, si sta parlando di un quadro, grazie) così che potesse prendere la scorciatoia.
    Dopo die minuti si trovava già nel corridoio del Secondo Piano del Castello. Salutò la signora del quadro con un altro gentile sorriso e poi continuò a camminare. Alzò la mano in segno di saluto verso Pix il Poltergeist, ma quando vide che quegli stava per combinargli uno scherzo chiuse di scatto la mano sollevandola: fece un semplice incantesimo senza l'ausilio di bacchetta. La gomma da masticare del Poltergeist gli s'infilò nel naso. «Buongiorno, Pix!», ridacchiò allegramente.
    Arrivato davanti la gigante Fenice-ascensore che conduceva allo studio del Preside, notò che l'armatura che si trovava lì vicino aveva la cresta dell'elmo color verde e argento. Slytherin. Vik guardò a destra e a sinistra. Nemmeno un criceto. Estrasse la bacchetta e l'agitò verso l'armatura: i peli che spuntavano dall'elmo divennero di colore nero e giallo. I colori degli Huflepuff. Sir Berqgvist fischiettò come se non avesse fatto nulla e salì sulla Fenice.
    Quando arrivò nell'ufficio del preside, trovò Cole seduto sulla scrivania. La porta era lerta, ma ritenne opportuno bussare prima di entrare. Cole alzò lo sguardo e lo fece accomodare senza tante cerimonie. «Buongiorno», lo salutò. Gli porse i fogli che si era portato dietro. Con un lungo dito gli indicò una riga sottolineata. «Deve autorizzare una gita didattica. Voluta dalla Confederazione. In Africa».

    Qualche settimana dopo
    15 aprile 2016

    Viktor accarezzò le squame blu notte della creatura dormiente. La sua gigantesca testa era poggiata su molti cuscini messi insieme per assicurare un buon sogno a quell'animale. Folti baffi le pendevano dalle narici, alle cui estremità c'erano alcune sfere piccole che contenevano particelle luminose che continuavano a danzare. Le sue orecchie erano simili a quelle delle rane, molto utili per poter captare i rumori sott'acqua. Le sue palpebre erano chiuse, ma quella creatura non dormiva mai, era sempre vigile e all'erta.
    Sir Berqgvist alzò lo sguardo verso il cielo. Un sole luminoso illuminava quella giornata e il cielo era terso, privo di nuvola alcuna. Tutto immane corpo era interamente immerso nel Lago Nero, ad eccezione del collo e della testa. Era un essere gigantesco, così smisurato da far paura, dalla dimensione simile a quella di un drago. Eppure, a vederla, non si poteva trattenere un verso di stupore e ammirazione per quant'era bella. Di colore blu notte, era tuttavia costellata da milioni di pietre colorate, simili a diamanti. Sembrava che indossasse un elegantissimo vestito costellato di diamanti.
    Quando Vik distolse lo sguardo dal cielo e lo riportò sulla testa della creatura, vide che ella aveva aperto gli occhi. Una della sue pupille lo osservava. Viktor le accarezzò il mento, una piccola mano su un gigantesco mento. Per lei non doveva essere più di un leggero solletico, eppure lo gradì emettendo un verso che somigliava tanto a una nota musicale. La Canterina, era stata soprannominata. Uno splendido esemplare. Inesistente in natura. Una creatura artificiale.
    Però non l'aveva creata Viktor, come aveva fatto con Thyn. Era stava la Confederazione Internazionale dei Mangiamorte a far nascere quella vita, affidandola poi a lui, conosciuto per essere uno dei più bravi MagiZoologi al mondo, specialmente nel campo della Dragologia. E questa creatura aveva molte affinità con i draghi. Eppure non era un drago, né alcuna altra specie animale. Era un animale nuovo, mai visto. Nemmeno un ibride in realtà. Tutt'un altro animale.
    «Ciao, Lizbeth», la salutò con un sorriso. Era nata in Scozia, in un complesso di laboratori magi-scientifici avanzatissimi presso la capitale scozzese, e le era stato dato il nome di Lizbeth, un bellissimo nome che ricordava Elizabeth, che era il nome della Regina del Regno Unito. La chiamarono così perché era la prima del progetto portato avanti dalla Confederazione, la regina di tutte le creature nate da quel progetto. E non era un caso che fosse stata affidata proprio a Hogwarts: era stata creata da Raiden Norrey nel concorso indetto dalla Confederazione e Raiden frequentava proprio Hogwarts.
    Lizbeth sollevò il capo al cielo e aprì le sue fauci: «ARI ARI». Viktor rise. Non sapeva perché Norrey aveva inventato che la creatura avesse quel verso, quel ragazzo era così strambo. Era un verso musicale ma divertente, che la creatura emetteva quando andava alla ricerca di cibo. Nei secondi successivi tutto il suo corpo s'immerse nelle profondità del Lago Nero senza fare il minimo rumore.
    Emmanuel Ferroro. Così si chiamava il leader del team scientifico del Reparto di Ricerche Avanzate dell'Istituto Magi-Scientifico Sarah Eloise Purple, intitolato a una grandissima ricercatrice inglese. Il dottor Ferroro era una dei più famosi magi-scienziati nel campo della genetica magica, grande amante degli animali. E avevano fatto anche molto di più di quella creatura di nome Lizbeth.
    Una barriera protettiva magica trasparente di colore azzurro pallido separava il Lago a metà. Era una misura di sicurezza che in realtà Viktor riteneva inutile: serviva a separare la creatura da Hogwarts e dalle abitazioni degli Esperimenti, che si trovavano vicino il Platano. In ogni caso, Viktor era certo che Lizbeth non avrebbe creato nessun problema, docile com'era.
    Mentre alcuni studenti stavano uscendo dalle porte del castello, Viktor si avviò verso un tavolo in cui c'erano molti fogli e cianfrusaglie, rovistando alla ricerca della graduatoria del Concorso. Voleva essere lui ad annunciare i nomi dei vincitori, per cui aveva chiesto alla Confederazione di non avvisare i vincitori via Gufo, come da regolamento.
    Appoggiandosi al bastone, alzò la mano per salutare gli studenti in arrivo. Portava degli eleganti pantaloni neri e una camicia grigia e aveva deciso di radersi del tutto la barba per quel giorno, mentre gli studenti avrebbero dovuto portare la divisa da combattimento, come diceva l'avviso affisso in tutte le bacheche delle Sale Comuni.
    Aveva infatti diramato un avviso, che tutti gli studenti avevano potuto vedere a partire da qualche giorno fa.
    CITAZIONE
    Si avvisa che giorno 15 c.m. si terrà la lezione di Cura delle Creature Magiche. Essa non si svolgerà come di consueto nei pressi della Foresta Proibita, ma in una sede speciale fuori dai confini scolastici.
    Si deve portare divisa da combattimento (senza alcuna Spilla Casata/Prefetto/Caposcuola) e bacchetta.
    Gli studenti si recheranno presso il Lago Nero alle ore 8.30; il sottoscritto vi porterà fino al luogo dell'esercitazione, dove verrà svolta la lezione.
    Si informa inoltre che in questa stessa lezione verranno comunicati i risultati del Concorso “Crea una Creatura Magica” indetto dalla Confederazione Internazionale.

    Un caloroso saluto,

    sir Viktor Arne Berqgvist
    professore di CdCM
    e responsabile Hufflepuff


    - sorry dear, i'm allergic to bullsh*t - code yb ms. atelophobia


    [SPOILER]HA INIZIO LA LEZIONE DI CdCM.

    AVVISI IMPORTANTI
    LA LEZIONE
    La lezione si incentrerà sulle creature da voi inventate. Sarà una lezione puramente pratica. Tuttavia siamo in periodo quest, dunque a tutti (me compresa) viene difficile postare. Proprio per questo motivo postare a lezione dovrebbe risultarvi estremamente facile.
    La lezione consisterà in due parti (oltre l'entrata):
    - Prima parte. Si posterà soltanto tramite spoiler (ovvero si agirà solo OFF gdr) e verrete divisi in gruppi. Almeno un pg per ogni gruppo deve però fare un post finale (ON gdr).
    - Seconda parte. Basterà un solo post ON gdr, tuttavia è possibile farne due. Chi posterà due volte potrà ottenere più punti, tuttavia anche con un solo post si può ottenere la E (il voto massimo).
    - In più ci sarà un compito finale facoltativo per chi volesse guadagnare altri punti e far lievitare il voto.
    Inoltre, sempre perché c'è la quest, potete entrare a lezione in qualunque momento vi pare (a patto che diciate di essere già presenti sin dall'inizio, pena la sottrazione di punti). Partecipare (facendolo bene) a una sola delle due parti può farvi arrivare massimo alla A (la sufficienza minima).

    IL CONCORSO
    Altro annuncio. Poiché io capisco che, a causa della quest, molti di voi non hanno potuto inviare le creature. Per darvi l'ultima chance per non perdere punti, la scadenza per inviarle è posticipata fino all'apertura della prima parte della lezione. Tuttavia, devo anche tenere in conto che avete avuto un anno di tempo per partecipare: per questo coloro che non l'hanno fatto potranno inviare una sola creatura e non si guadagneranno punti di partecipazione (invece di guadagnare un massimo di 40 punti, se ne guadagneranno un massimo di 25, tuttavia il voto non verrà abbassato e non perd

    Edited by #berqgvist - 16/7/2016, 17:10
     
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    Il passaggio per la sala comune si richiuse dietro le spalle di un Wit distrutto da tutto il lavoro che aveva dovuto sostenere quel giorno. Si era alzato, aveva fatto colazione e poi tutto era caduto lentamente. Un virus sembrava essersi impossessato dei serpeverde che sembravano impazziti. Due ragazzi erano stati sorpresi a spiare nei bagni delle ragazze e per loro la punizione era stata semplice dato che erano stati spinti dentro da un leggero depulso che li aveva fatti scoprire dalle ragazze che ovviamente erano andate dal preside e lui era stato costretto a chiamare il giovane Kingsman perché si occupasse della situazione. Non poco scocciato il ragazzo li aveva presi entrambi per un orecchio e li aveva portati a raccogliere lo sterco di drago per tutto il resto della mattinata mentre lui provava a buttare giù qualche idea per il concorso davanti ad una tazza di te nero. Dopo pranzo una ragazza aveva intavolato una rissa per un'amica del suo apparente fidanzato. Le due si erano tirate i capelli fino a che il pavimento ai loro piedi non era altro che un tappeto peloso. Li il ragazzo aveva guardato da lontano ed aveva deciso che una notte in infermeria sarebbe stata una punizione sufficiente, soprattutto sotto le cure della nuova infermiera che era fresca di laurea e non aveva mai lavorato con delle ragazzine ormonate. Poco prima di cena aveva trovato due in una situazione abbastanza promiscua sotto il ponte di legno. Loro li aveva mandati alla sala delle torture, in fondo non c'era ancora finito nessuno per quel giorno. Dopo cena era arrivato il lavoro vero. Mezz'ora di erbologia e due intere ore di Axel Bayley. Ah, non m iguardate così, guardate che il sesso è lavoro, stancante ma faticoso.
    Ed ora eccolo li col fiatone. Avevano scelto un'aula abbandonata questa volta, ma l'indomani la sveglia avrebbe destato Wit troppo presto perché potesse assolvere ai suoi vari compiti e portare rapporto al preside, e la sala comune delle serpi sembrava ogni volta più lontana dai luoghi in cui i due erano soliti intrattenersi. Un particolare attrasse l'attenzione del serpeverde che strizzò gli occhi guardando un nuovo appunto sulla lavagna della sala comune. Un foglietto giallognolo di pergamena scritto in una grafia praticamente illeggibile. Avrebbero fatto lezione lontani da Hogwarts. Il giorno dopo. Cura delle Creature Magiche. La partenza era per le otto e mezza. Ci mancò poco che Wit non facesse emergere tutto il suo lato più femminile e lanciasse un gridolino acuto quando capì che non ce l'avrebbe mai fatta. Si alzò da dove era e corse in camera svegliando la maggior parte dei suoi compagni che iniziarono ad insultarlo per il baccano. Il ragazzo sembrava una trottola. Preparò ciò che gli sarebbe servito il giorno dopo sul comodino e con un soffio spense la candela ai piedi del letto. Inutile dire che le due ore di porcate non lo avevano fatto dormire.

    [...]


    Il mattino della lezione di Cura delle Creature Magiche, il letto di Wit Kingsman sembrava abitato da tutto fuorché da un umano. Aveva graffiato chi l'aveva scosso, aveva morso chi l'aveva cercato di svegliare con delle pacche sul volto ed aveva grugnito come un cinghiale imbestialito quando l'avevano chiamato per la quindicesima volta. Alla fine l'ameba Kingsman riuscì a strisciare, quasi letteralmente, verso il bagno e a spogliarsi per poi riaddormentarsi. Quando si rialzò erano le otto e l'acqua calda stava ancora scorrendo. Si lavò velocemente e corse ad infilare la divisa da combattimento inserendo la bacchetta nell'apposito fodero e poi corse fuori. La sala comune era vuota così come il dormitorio. Decise di saltare la colazione, gli avrebbe fatto guadagnare tempo. Entrò in Sala Grande ed afferrò una salsiccia per poi saettare fuori con la scusa che il preside lo voleva. Il giovane prefetto si appuntò la spilla sul petto, non serviva ma la plebe doveva sapere chi la comandava. non badò nemmeno allo strano verso che sentì in lontananza, doveva correre. Una volta finito il pasto ci mise poco tempo ad arrivare al lago dove il professor Berqgvist attendeva affiancato da un lago nero leggermente in movimento. Il giovane si fermò e prese fiato per non morire, poi parlò. Buona sera professore. Spero che abbia preparato una lezione interessante. Le mie serpi hanno bisogno di una scossa... o meglio, di un fulmine. Nonostante il fiatone Wit Kingsman manteneva il suo animo ligio al lavoro ed il tono pacato e rassicurante. Che gran merda di persona.
    - sorry dear, i'm allergic to bullsh*t - code yb ms. atelophobia


    Edited by /broken/ - 3/4/2016, 22:43
     
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  3. [ sing me to sleep ]
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    X0ci5Ba
    ∙∙∙ mildred lamorak ∙ ravenclaw ∙ sheet ∙∙∙

    Le scarpe affondavano nel terreno umido, bagnato di una rugiada fredda e fastidiosa: avesse mosso male un piede, si sarebbe ritrovata lunga distesa a scivolare sino alle sponde del Lago Nero. E non le pareva una buona idea. Non voleva di certo trasformarsi in una sorta di slittino umano, tutto capelli ed occhi sgranati. Come le fosse venuta quell'idea, poi, era tutto un programma: doveva essere l'influsso di Raiden, ne era convinta.
    Non che fosse un male, lui non sarebbe mai e poi mai stato un male. Era affettuoso, gentile e le voleva bene. Mildred ricambiava quell'amicizia con gioia, perché era una delle poche che possedeva e che sapeva non le sarebbe sfuggita dalle dita: o almeno lo sperava caldamente. Avevano fatto colazione vicini, chiacchierando con altri compagni di casata. O meglio, lo chiacchierava e lei pensava, annuendo di tanto in tanto tirando le labbra verso l'alto. Era pensierosa, sapeva che presto o tardi avrebbe dovuto dirglielo: la voce si sarebbe sparsa, e non meritava di saperlo da chissà chi. L'avrebbe fatto mentre si dirigevano a lezione, si disse. Ce l'avrebbe fatta di certo. Così, finita di mangiare una fetta di torta, si alzò e tirò per la manica l'amico interrompendo a metà il suo monologo sui Wandering Dementors. « Rai, non sei emozionato? Mi piacerebbe davvero vedere uno dei draghi di Viktor. » Gli disse, la voce abbastanza alto da distrarlo e portarlo via con se. Entrambi, vestiti della loro divisa da combattimento, erano un po' strani. Mildred se la sentiva infilarsi in tutti gli anfratti in cui solitamente le divise non dovrebbero ficcarsi, e questo la metteva in agitazione. Più del solito, s'intende.
    Percorsero in solitaria il corridoio che univa la Sala Grande all'esterno, e mantenendosi in disparte – Mildred lo teneva a braccetto, tra loro soltanto la tracolla che la studentessa s'era portata dietro – iniziarono la lunga discesa nel bel mezzo del parco. Il platano picchiatore, in lontananza, frullava i rami in una danza tutta sua: una ragazzina di tassorosso dicevano l'avesse imparata, ma non sapeva se fosse la verità o soltanto una stupida menzogna. Con un sospiro, la giovane sollevò il capo da tutto il verde che la circondava, rimirando le lontane acque del lago che scintillanti davano loro il buongiorno. « Senti.. » Fece tutt'un tratto. « Promettimi che non ti arrabbierai, ok? Che non farai gesti avventati e niente del genere. Ok? » Si fermò, lo guardò, e poi ricominciò a camminare. Ma non riprese a parlare subito, preoccupata com'era della reazione che avrebbe avuto: non era per vantarsene, che glielo stava raccontando, piuttosto per allontanare dalla propria persona una sensazione che la disgustava, che la infastidiva, che le bruciava sotto la pelle come un ferro rovente. Merlino, se odiava quel dannato Serpeverde! « L'altro giorno, quando pioveva, avevo bisogno di una boccata d'aria e sono andata al campo da quidditch. C'era Kingsman, il prefetto, e mi ha baciato. » Spiegò, rapidamente e senza troppa enfasi: non lo guardò neppure una volta, le guance punteggiate di un rosso imbarazzo che non le apparteneva. « Non gliel'ho chiesto io, non mi interessa Kingsman. » Continuò imperterrita, stavolta però lo guardò e non le piacque ciò che vide riflesso negli occhi dell'amico. « Mi ha dato fastidio, mi sono sentita usata. C'erano altri con lui, ma io me ne sono andata. » Pronunciò la frase rapidamente, per togliersela dai piedi. « Sta tranquillo ok? » Fu il suo ultimo sussurro, una nenia che ripeté alcune volte e con voce sempre più dolce: cercava davvero di tranquillizzarlo, di non fargli commettere qualche azione di cui si sarebbe pentito. Lei, Mildred, in quel caso non si sarebbe mai e poi mai perdonata. Lo ripeté ancora una volta, quando uno strano verso si sovrappose alla sua voce: gli occhi dei due, si incontrarono.
    ARI ARI, avevano sentito, ed era un suono del tutto nuovo. « Cos'era, quel verso? » Domandò la ragazza: l'odore dell'aria s'era fatto lacustre. Erano così vicini, adesso, che potevano sentire chiaramente lo sciabordio delle acque scure del lago. Da lì, non ci sarebbe voluto molto per raggiungere l'insegnante.
    Sir Viktor Berqgvist, il professore, era un uomo buono e cortese con lei: lo era sempre stato, e lo trovava gentile. Senza dubbio, uno dei suoi insegnanti preferiti. Era un personaggio curioso ed interessante, di quelli che ti fanno amare ciò che hanno da insegnare: per questo le piaceva tanto cura delle creature magiche, perché Viktor gliela faceva piacere. E si era domandata, dacché aveva letto l'avviso, che cosa sarebbe successo durante quella lezione. Un pizzico – più di uno soltanto – di preoccupazione le aveva attraversato la mente spesso, durante i giorni precedenti, ma non aveva trovato alcuna risposta. l'ARI ARI si ripropose nella sua mente, mentre Raiden parlava al suo fianco.
    Qualche minuto più tardi, i due raggiunsero l'insegnante, e questi non era solo. Arcigno ed antipatico vicino a lui si presentava quel baciatore molesto di un serpeverde. In un mattino all'apparenza perfetto, quella visione le fece soltanto arricciare il naso di disappunto. « Buongiorno professor Viktor! » Esclamò la ragazza, e non riuscì a non guardare Kingsman con rabbia. Lo scrutò lungamente, ma non gli rivolse parola: lo fece invece nei riguardi dell'insegnante. « Abbiamo sentito un verso molto curioso venendo quaggiù, vero Raiden? »
     
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  4. roselilian*
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    ROSELILIAN EVANS O'BRAN ( ) - 15 - prefetto Grifondoro - neutrale (buono) - sensibile
    «did you lose what won't return? did you love but never learn? no one cares, there's no one there »
    Era inutile anche se l'aveva cercata ovunque quella maledetta benedetta puffola non si trovava da nessuna parte.
    Sicuro è nel letto di quel matto pensò mentre scendeva le scale del dormitorio femminile e si infilava lungo il corridoio che portava alla sala comune. Non sapeva neanche lei ma la sua puffola rosa amava dormire con Oscar, boh forse perché lui ci giocava abbastanza spesso e poi Pinky, così come era stata soprannominata, rotolava continuamente e si infilava facilmente nelle borse di qualche suo compagno di casa, ma ora non aveva certo il tempo di andare a cercare nelle borse di tutti, quindi quando scese a colazione si avvicinò con calma e la sua solita grazia al capitano della loro squadra, sicuro lui sapeva dove poteva trovare. Fraser esordì quando fu a tiro d'orecchio del ragazzo, poggiò una mano perfettamente curata, piccola ma con le dita affusolate, sulla spalla del ragazzo e lo indusse a voltarsi. Dammi Pinky, sicuro l'hai tu esclamò, mentre gli occhi cominciavano ad oscurarsi, passando dal verde smeraldo a quello bosco, più cupo e carico di quando diventava impaziente. Dai che non la trovo e comincio a preoccuparmi quasi arrivò a supplicare, ma comunque non ne cavò un ragno da un buco, perché Oscar non ne aveva idea, almeno da quando l'aveva usata come pluffa, cosa che Roselilian gli avrebbe fatto scontare in seguito. A quel punto sbuffò e si sedette poco lontano per fare colazione, doveva fare in fretta se voleva arrivare velocemente ai cancelli del castello. Quel giorno avrebbero affrontato una lezione diverse e cioè risultava anche dal fatto che in molti portavano la divisa da combattimento, come aveva richiesto il professore per quella lezione. Si versò una tazza di tè e poi una normale ma nutriente colazione con succo d'arancia, toast imburrato e bianco d'uova strapazzate, meglio ridurre il colesterolo.
    Una decina di minuti dopo si era alzata e con un rapido saluto ai soliti ritardatari si era avviata verso il punto d'incontro della lezione. L'avviso comparso nelle sale comuni era chiaro, dovevano recarsi al lago nero alle otto e trenta del mattino perché la lezione si sarebbe tenuta in un luogo differente dalla Foresta. Lungo il cammino fece attenzione ad evitare pozzanghere e altri terreni fangosi, odiava sporcare la sua divisa da combattimento prima del tempo. L'aria era fresca e piacevole, tipica della primavera lì sulle Highlands, la brezza mattutina, le scosse leggermente la lunga treccia con cui aveva legato e tenuto in ordine i capelli per quella giornata, meglio evitare di avere capelli ovunque e che avrebbero causato solo problemi, soprattutto quando la lezione sarebbe stata abbastanza attiva e fisica, o almeno così aveva stabilito il prefetto di Grifondoro dato che indossavano abiti comodi e adatti alle attività sportive e di combattimento appunto.
    Avvicinandosi al Lago riusciva a sentire l'aria farsi più umida, a causa della grande massa d'acqua a poca distanza, avvicinandosi le sembrò anche di sentire suoni strani e forti, ma non ne comprese bene la natura. Quando finalmente fu in vista del punto di incontro scorse le figure del professore e di alcuni studenti, affrettò quindi il passo e in pochi minuti si affiancò agli altri studenti, tra cui c'era il prefetto di Serpeverde che salutò con un cenno del capo e una studentessa di Corvonero che conosceva ma non avevano mai scambiato molte parole. Buongiorno professore... salutò sollevando una mano per coprirsi dal sole luminoso e accecante. Apprezzava molto il calore e la carezza del sole sulla pelle, le donava un'aria più salutare e colorava le sue guance di un rosso appena accennato, sembrava quasi che arrossisse. che splendida giornata... aggiunse, mentre si concedeva un sorriso, cosa che non faceva molto spesso, almeno ultimamente, un'affermazione rivolta un po' più o meno a tutti.
    the heart is deceitful above all things,
     
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  5. blaze¨
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    OSCAR "BLAZE" FRASER ( ) - 16 - GRYFFINDOR - CATAFRATTO - QUIDDITCH CAPTAIN
    « But no one, no nobody can give you the power to rise over love,
    over hate, through this iron sky that’s fast becoming our mind »

    Un flebile raggio di sole era riuscito a superare la coltre di polvere che ricopriva i vetri della Stamberga, tanto da illuminare, almeno in parte, la stanza in cui le cinque anime dormivano. Niente di più niente di meno, in realtà, di cinque corpi accasciati al suolo, privi di conoscenza ed abbandonati a loro stessi. Ma ai Catafratti era così che piaceva vivere, come si suol dire: in'ammucchiata. Quel raggio di sole non era stato un incentivo per Oscar a svegliarsi, anzi, lo aveva palesemente ignorato dicendosi che non era poi così importante partecipare a quella lezione. Jeremy Milkobitch aveva lasciato i propri vestiti in un angolo, luogo in cui adesso sostava un curioso piccione entrato da un buco sul soffitto, sembrava aver trovato i suoi abiti piuttosto comodi. Jack, poco distante dal tasso, teneva vicino a sé una bottiglia rigorosamente vuota le cui pareti di vetro erano ancora impregnate dell'alcol della sera prima, ed aveva diffuso nella stanza un aroma pungente ed amaro. Bells era di fronte a lui, avvolta da qualcosa, Arci, affianco a lui, aveva la gonna o forse no, era un kilt? Erano pantaloni? Una tenda?
    E poi c'era Oscar, la pancia rivolta verso il legno polveroso, il volto poggiato su quello che un tempo avrebbe dovuto essere un cuscino, la cui polvere penetrata nel tessuto gli aveva irritato tutta la parte sinistra della faccia. Per tutta la notte, – tutta o meglio le poche ore in cui poteva dire di aver dormito – aveva sentito qualcosa pungergli le gambe, poi i piedi, poi le braccia. Ricordava chiaramente di aver commentato, più volte e nel sonno, cose come Ci sono le pulci. Le sopracciglia corrugate in un sonno difficile, qualcosa che gli zompettava sulla schiena, la luce fastidiosa che non riusciva più a sopportare, e si era svegliato. Riaprendo gli occhi nella stanza semi illuminata, si era domandato dove si trovasse e perché la testa gli facesse così male, ma soprattutto si chiedeva cosa avesse deciso di fare un giro sulla sua schiena. Mainagioia? Domandò istintivamente, essendo abituato agli agguati omicidi della gatta di Bells, si sollevò appena con il busto nudo, il tanto da costringere la creatura - che si rivelò essere un altro piccione - a scendere dalla sua schiena e spostarsi di qualche passo. Sperava davvero che non gli avesse cagato sopra, ma...aveva la felpa che lo copriva a mo' di coperta, era nudo, o meglio era in mutande. Sollevandosi, la felpa che non ricordava nemmeno di aver messo sopra, scivolò sulle spalle scoprendo la schiena. Sembrava quasi di riuscire a sentire le prediche di sua madre “Oscar, vuoi alzarti?! Hai la lezione di violino!” Ricrollò sul pavimento, battendo la fronte sul cuscino, lamentandosi come un bambino. Non ci vado.
    Intanto, lentamente, i ricordi di quella notte affluivano come un fiume in piena che sfonda la diga.

    Ricordava chiaramente come Milkobitch si fosse spogliato, un pezzo alla volta, per portare a termine una penitenza, mentre il livello di alcol nelle bottiglie calava drasticamente e la stanza si saturava dell'inconfondibile odore di erba. Vari ricordi si sovrapponevano l'uno sull'altro: Jeremy ammetteva di non aver mai preso l'altrui virtù. Il che aveva fatto storcere il naso ad Oscar. Perchè, si prende? Come in negozio? Mezzo chilo di mele, un chilo di verginità, cose belle insomma. Oscar Fraser non capiva, ma nemmeno ci si sforzava più di tanto per comprendere determinate cose, eh. Jack aveva asserito che, in caso di apocalisse Oscar sarebbe diventato un cannibale per salvarsi, avrebbe dovuto offendersi? Si portò una mano sul petto, come colpito da quelle parole. Jack lo conosceva, alla fine, e sapeva di non aver torto. È vero. Ammise infine, scusate umani. Ma vi lascerei per ultimi, lo giuro. #eh?, però era sincero, Bells non avrebbe sentito il proprio marchio bruciare. Poi, ancora, come penitenza Jack aveva fatto qualcosa di ambiguo con Arci, ma Oscar non era sicuro di aver ben capito i loro movimenti. L'ambiente si surriscaldò quando, come penitenza, dovette leccare proprio un dito ad Hades. Ma perché facciamo queste cose? La domanda sorse spontanea, ma nessuno seppe rispondere, come a quelle che seguirono poi. Spero tu non abbia messo quel dito in posti troppo strani, Hades.
    Prima di spingersi a fare chissà cosa, però Oscar aveva già smesso di bere. Stava bene, era tranquillo, perché rovinare quel momento?
    Bei pensieri.
    Bei propositi.
    Qualche minuto dopo era più nudo di un'Anjelika in classe.
    Bells?…
    La pregava con lo sguardo di smettere di bere, di mollarla e lasciargli almeno i pantaloni, ma niente ogni bicchiere che lei beveva, lui doveva togliere un indumento. E quindi prima era partita la felpa, poi la cravatta, le scarpe, la camicia, i pantaloni. Bells?! Si era placata, lasciandolo letteralmente in mutande. Ma non aveva freddo, anzi, sembrava quasi star andando in surriscaldamento. Un po' sperava, in realtà, che si spingessero oltre, magari che fossero soli, ma questo non lo avrebbe certo potuto dire al gruppo – come se non si capisse da TUTTO - Fumare gli faceva venire più voglie di quante non ne avesse da sano. Quando Arci, poi, rivelò di aver dormito con sua cugina Tiffany, Oscar si pose più di una domanda, ma non era sicuro di voler sapere la risposta.

    Era stata una notte alla Catafratt, come ne capitavano altre dentro la Stamberga, ma poi il peso delle responsabilità iniziava a gravare sulle sue schiene al mattino - no, non era il piccione -: era come un richiamo, una lenta cantilena che sussurrava “Hai partecipato al concorso per un motivo, devi andare a lezione, avanti.” Il concorso, già. A fatica si era sollevato dal pavimento e si era rivestito un pezzo alla volta, il tanto da permettersi di poter tornare in dormitorio senza che qualcuno gli facesse troppe domande...come i prefetti. Loro erano il male assoluto. Ciò che lo muoveva, quel mattino, sopra ogni cosa, era la fame. Aveva una fame da lupi. Guardò i suoi amici...dormivano così beatamente che non aveva cuore di svegliarli...ma soprattutto non erano Grifondoro, quindi anche se avessero saltato la lezione, dai...l'avrebbero recuperata!
    Si sporse verso Bells che dormiva poco distante da lui e si inginocchiò vicino a lei, per accarezzarle il fianco con la mano, sperando che si svegliasse almeno un po' così da darle il buongiorno, ma la risposta che seguì “kjgbifihkoidsnz” con tanto di gesto della mano che lo scacciava, lo fece desistere da ogni intento.
    Silenziosamente uscì dalla Stamberga da dove erano arrivati.

    La prima tappa fu la doccia del bagno nel suo dormitorio, quella polvere sembrava sentirla ancora addosso come una seconda pelle o una peluria in più. Poi con l'asciugamano in vita raggiunse il dormitorio ed una volta asciutto infilò la divisa da combattimento, come era stato annunciato in bacheca. Passò una mano tra i capelli mossi per sistemarli e senza portare la borsa si diresse in Sala grande, stiracchiandosi mentre camminava. Era stanco, certo, però aveva ancora abbastanza forze da sollevare un palazzo. Aveva una concezione strana della stanchezza, in effetti. E davvero raramente poteva ritenersi pigro. Oscar non lo era, anzi, spesso sentiva la necessità di fare qualcosa per non rimanere fermo, perché stare fermo era come stare in gabbia, secondo lui.
    Arrivato in Sala Grande aveva subito placcato suo fratello con cui si era intrattenuto a parlare per qualche momento. Sembravano perfettamente identici nelle loro divise da combattimento - Chris aveva la lezione di Controllo poteri -, ma li si poteva distinguere dai capelli, forse, perché quel giorno li portavano diversamente: Oscar sembrava essere uscito da una lotta, Chris no. Aveva salutato Tiffany con un sonoro bacio sulla guancia. "Jeremy? Stanotte non era in sala comune." Rimase interdetto per qualche instante, ponderando quanto fosse saggio dire la verità a Tiffany che, sebbene fosse la sua adorata cugina, rimaneva una Prefetta. "...E Arci?" Continuò poi, ed Oscar rimembrò, in quel preciso istante, il momento in cui Arci aveva rivelato di aver dormito con lei. Inarcò un sopracciglio con un'evidente sorrisetto malizioso sulle labbra. Ma non poteva dirle la verità, anche se sapeva che lei avrebbe mantenuto il segreto (vero?), era un segreto e tale doveva rimanere. Con le dita leggere andò a sfiorare, quasi per sbaglio, il marchio che aveva sulla pelle, sarebbe bastato sfiorarlo con le giuste intenzioni per poter parlare liberamente per qualche minuto, magari mentire, anche. Scusa Bells Già sentiva sulla schiena i suoi insulti, per aver aggirato la maledizione a sue spese: lei avrebbe infatti sentito bruciare il proprio marchio come fosse all'inferno per un istante solo, una piccola scossa alla fine. Non li ho visti, sicuramente hanno fatto i coglioni tutta la notte e stanno ancora dormendo. Dai, non era del tutto una bugia, non la parte sui coglioni almeno. Se li vedi digli che la prossima volta mi avvisino, sono un po' preoccupato anche io! E va be, adesso si stava sbizzarrendo un po' troppo. Ma era davvero troppo tempo che non mentiva su qualcosa! Era come un drogato non ancora del tutto ripulito, desideroso della sua dose. Le sorrise ed andò a sedersi al tavolo dei Grifondoro. Aveva salutato Raiden che aveva detto qualcosa sulle Creature e sul concorso, ma Oscar non aveva ben capito cosa intendesse dire, doveva ancora fare colazione, poi avrebbe potuto prestargli più attenzione! Salsicce, uova, pane, acqua, sarebbe rimasto lì a godersi la colazione ancora lungo, se…
    Fraser. La voce della O'Bran lo fece lievemente preoccupare.
    “Lei sa. Ci ha visti. Ha scoperto tutto.” Non era tipo da farsi prendere dalle paranoie, ma quel tono...Sollevò lo sguardo sulla rossa che minacciosamente gli sostava davanti guardandolo in modo oscuro. Lilian. La salutò fingendo quanta più naturalezza possibile, estorcendo un pezzo del suo nome, quello che rigorosamente mancava della R. Insomma, dato il leggerissimo difetto di pronuncia della lettera R che Oscar aveva da anni - si rifiutava di definirla R moscia, ma alla fine di questo si trattava - chiamarla Rose era fuori discussione, avrebbe suonato tanto come Vose, allo stesso modo non poteva chiamarla certamente O'Bvan, né Evans, nome di cui Oscar non sapeva nemmeno l'esistenza. Lily andava bene, no? C'era un motivo per cui Oscar Fraser aveva deciso di chiamarsi 'Blaze' lasciando il suo bellissimo nome in disparte, e questo motivo non dipendeva solo ed esclusivamente dal suo amato nonno - certo, Oscar dava anche una certa importanza, all'uomo, ma non esageriamo - non era semplicemente un capriccio. C'era un motivo per cui, per esempio, Raiden era 'Stecco', Arabells era rigorosamente 'Bells', Jeremy rigorosamente 'Jè' o 'Milkobitch', Jack era Jack o Hades (fantastico!) e...per ARci LeRoy non vi era speranza. Lui semplicemente non era, nonostante fosse il suo migliore amico. Il più delle volte, era 'Dom' o 'A'. Era un disagio, ma fortunatamente nella parlata normale questo difetto poco si sentiva, il problema erano i nomi.
    Sollevò un sopracciglio quando la ragazza lo accusò di aver rapito la sua Puffola, ed in parte si sentì colpevole, perché l'aveva fatta volare dalla torre dei Grifi - di nuovo - per sbaglio il giorno prima, ma poi poteva giurare davvero di averla vista la sera stessa aggirarsi per la Sala comune. Lo stesso movimento di poco prima, e sfiorò nuovamente il marchio sulla pelle, scusandosi con Bells per la seconda volta nel giro di mezz'ora. Comunque era mattina presto, le scuse buone non potevano esistere a quell'ora, per cui dovette affidarsi al mainstream: È stato Chris Suo fratello, il suo gemello. Difficilmente avrebbe potuto trovare un soprannome per Chris, lui era Chris e basta, cambiando il suo nome avrebbe potuto cambiarne l'essenza(?)
    È poi anche se fosse... È la tua Puffola che viene a cercarmi! Disse allora lievemente contrariato, ma poi sorrise. Dai, forse l'ho rasata un pochino. Ammiccò verso la ragazza, sapendo che questo l'avrebbe fatta arrabbiare, ed infatti lei se ne andò quasi sbattendo i piedi per quella risposta. Ah, ma quanto si divertiva con Rose? Insomma, si conoscevano da anni ed Oscar si stupiva davvero del fatto che lei ancora non avesse provato ad ucciderlo - ma in realtà ancora sospettava che fosse proprio lei a mandargli dietro la puffola per fargli degli agguati. -
    Finita la colazione si era diretto verso il Lago nero, luogo di incontro per quell'odierna lezione di Cura delle Creature magiche. Si, alla fine aveva anche inviato le Creature pensate, ma non aveva raggiunto il risultato sperato. Forse chi non lo conosceva poi così bene, poteva quasi pensare che Oscar fosse un tipo che semplicemente si accontentava di ciò che passava in convento, che fosse pienamente convinto di se stesso e delle proprie capacità - ed in parte lo era, eh - e che si adattava alle situazioni, che si accontentava. ma d'altra parte l'ambizione del giovane Fraser era sconosciuta ai più. Aveva la strana mania di non sapersi accontentare, mai. Voleva di più, sempre di più, voleva battere i propri record, superare i propri limiti e portarsi più in alto, allo stremo: in sintesi avrebbe potuto dare di più per quelle creature, avrebbe sempre potuto dare di più per tutto, ma questo nessuno avrebbe mai dovuto saperlo. La divisa da combattimento gli fasciava perfettamente il corpo mantenendosi elastica ed adatta ad ogni tipo di movimento. Sperava di essere abbastanza lucido da poter sopravvivere anche a quella lezione. Ed anche oggi sono coglione oggi. - semicit. Come aveva potuto pensare di passare le notte alla Stamberga prima della lezione? Era proprio coglione, ma si amava per questo, ed amava i suoi amici coglioni. Lungo il percorso verso il lago nero aveva incontrato Raiden, accompagnato da Mildred, ed aveva deciso che poteva andare a dargli fastidio, come amava tanto fare. Lo aveva affiancato e gli aveva sorriso malizioso, prima di portargli una mano sul pacco e stringere, non troppo forte, ma il giusto. Oh oh oh cosa sentono le mie mani, Mildred sei fortunata! Un tempo non era così e tu come lo sai, Oscar? Sperò di aver creato il giusto imbarazzo, ma se avesse messo in imbarazzo anche Mildred – cosa probabile – gli sarebbe dispiaciuto. Scusa bella, amo prenderlo in giro. Comunque amo gli Wandering Dementors, davvero Bravih, ho assistito ad alcune esibizioni...e sì, niente, ciao. Ammiccò alla ragazza e si trascinò verso il Lago nero dove sarebbe iniziata la lezione. Salutò Hope, Dakota ed i vari studenti che si sarebbero presentati di lì a poco. Non aveva udito i versi della Creatura nel Lago, o forse li aveva uditi ma non si era fatto tante domande (?). Buongiorno. Disse poi in generale vedendo che era presente anche Rose, magari nel mentre aveva trovato la Puffola e le era passata...
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    Edited by shæling - 5/4/2016, 01:23
     
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  6. #raiden
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    User deleted


    Raiden Norrey ( ) - V anno - Ravenclaw - neutrale - 16 anni
    « wit beyond measure is man's greatest treasure »
    Raiden decise che era meglio non mettersi la targhetta col proprio nome sulla divisa da combattimento. L'ultima volta che l'aveva messa sulla divisa da combattimento, l'aveva persa. Mi spiego. Lezione di Cura delle Creature Magiche, mh? Divisa da combattimento, messa e pure la traghetta. Ci va, a questa lezione. A questa lezione ci sono gli Ippogrifi. E questo Ippogrifo gli mangia la targhetta. Chiaro? Sto dicendo che la sua povera targhetta è finita nello stomaco di quell'Ippogrifo.
    Che successe poi? Alla fine della lezione di CdCM andò a pranzare, poi nei Dormitori si tolse la divisa da combattimento e si mise la normale uniforme scolastica. Solo che la targhetta col suo nome era sparita, quindi l'uniforme rimase senza targhetta con il nome. I professori lo guardarono per l'intera giornata senza dirgli nulla, fregandosene del fatto che fosse la targhetta. Una sola professoressa trovò qualcosa da ridire.
    Sì, esatto, proprio lei. La Bubustronza.
    Per la professoressa Bulstrode era illegale anche solo avere la cravatta leggermente macchiata. Per lei era invece un affronto gravissimo alle regole della scuola il non portare la targhetta. E quando Raiden le spiegò che se l'era mangiata un Ippogrifo, la professoressa si alterò, credendo lo stesse prendendo in giro. Tuttavia mostrò solo un sorriso calmo, ma freddo. Sorrideva, e a lui gli si gelava l'anima. Con tutta la dolcezza di una vipera, ella disse: “La prossima volta farai una verifica orale su tutto ciò che abbiamo studiato fino ad ora”.
    Tutto per una maledetta targhetta (ne comprò una nuova al prezzo esagerato di due Galeoni). Okay, quell'interrogazione era andata benissimo, Raiden non aveva mai problemi nello studio. Solo che non voleva che capitasse nuovamente: aveva paura dello sguardo dolce ma pieno di veleno della Bulstrode. Quindi per quel giorno, niente targhetta. Era pure facoltativa, no? Con “non è obbligatoria la Spilla”, diceva che non lo erano neppure le targhette, no? Ma vabbè dai, acab. Tanto il prof Drago permetteva di tutto.
    Si era messo pure le lentine e i suoi ricci ribelli se ne andavano dove volevano. Infilò una mano dentro i capelli, scuotendoli. Ne ottenne capelli più disordinati di prima. Aveva preferito non mettersi gli occhiali, dato che sarebbe stata una lezione pratica. Ormai gli occhiali li metteva solo quando aveva solo lezioni teoriche. Se la mattina aveva teoria e il pomeriggio pratica, o viceversa, si metteva le lentine e se le teneva per tutta la giornata.
    Quando uscì dai Dormitori scendendo in Sala Comune Ravenclaw, vide che c'era solo Eleanor lì. «YEEEEE» le urlò correndo e saltandole addosso per abbracciarla e baciarla sulla guancia, affettuoso come un koala in calore #wat. «Tutto bene?», le chiese, staccandosi dall'abbraccio. Eleanor Quinn era sua amica (qualunque essere vivente è amico di Raiden Norrey, ma a noi piace sempre ricordare che Tizio è amico suo) nonché membro del gruppo dei Wandering Dementors, la band più figa di tutta Hogwarts.
    Scesero le scale insieme. Raiden le chiese, molesto e curioso come sempre, «Avevi partecipato al Concorso di Cura delle Creature? Oggi dovevano inviare le lettere per informare dei vincitori». A Raiden non era arrivato alcunché ed era strano, dato che «Il bando di concorso diceva che la Confederazione avrebbe inviato le lettere oggi. Invece...», Raiden alzò le spalle, aggiungendo poi «Tanto io non ho vinto, lo so. Ma sono curioso di sapere chi ha v...».
    La sua frase fu interrotta da un'imprecazione di dolore: «AHI PORCO MERLINO»: camminando e parlando, senza guardare dove stava andando, era andato a sbattere contro un'armatura che si trovava in uno dei pianerottoli in mezzo alle scale. Si ritrovò col sedere a terra. Guardò Eleanor con lo sguardo da cucciolotto ferito, con tanto di labbro inferiore all'infuori. «Mi sono fatto la bua». Ma poi scoppiò a ridere (quando mai Raiden non rideva della propria sfiga?) e si rimise in piedi: «Non è successo nulla» disse e ricominciarono a scendere l'ultima rampa di scale che portava direttamente davanti le porte della Sala Grande.
    Arrivati in Sala Grande, Raiden lasciò che Eleanor andasse a sedersi tra i Ravenclaw. Lui, invece, si diresse prima dagli Hufflepuff. Tiff gli voltava le spalle. Raiden le coprì gli occhi da dietro. «Buongiorno!», la salutò per poi schioccarle un bacio sulla guancia. Si sedette accanto a lei prendendo abusivamente dal tavolo giallo-nero un biscotto coperto di glassa bianca e ficcandoselo in bocca. Masticando il biscotto, chiese «Hai formifo pene fanoffe?» (traduzione dal Raiden mentre mangia biscotti: «Hai dormito bene stanotte?»). Le chiese anche dove diavolo fossero finiti Arabells, Dominique, Jack, Oscar e compagnia bella.
    Proprio in quel momento entro il Fraser moro. «Vado a salutarlo!», disse alzandosi dal tavolo e si allontanò dopo aver fatto l'occhiolino all'amica mangiatrice di biscotti con un «Ci vediamo a lezione». Passò alla tavolata dei rosso-oro, sedendosi di fianco a Oscar. «Buongiorno», lo salutò, guardandolo con cipiglio sospetto. Dov'è Bells?, stava per chiedergli. Ma quella domanda poteva farla anche a Dom. A Jack. A Jeremy. If you know what I mean. Invece sorrise e gli chiese cose sul concorso, ma lui pareva semi-morto, quindi Rai capì che doveva levarsi di torno. Forse quella notte non si era divertito abbastanza, questi Grifi.
    Prima di sedersi al tavolo Ravenclaw, gli parve giusto salutare anche Amelia. Senza farsi vedere, giunse dietro le sue spalle. Allora prese di mira i suoi fianchi e... le fece il solletico. PA: 25 per il solletico + 20 per la sorpresa , uguale 45. Amelia muore. #moodquest «Buooongiorno!» le disse tutto allegro come sempre. «Ci vediamo a lezione, Ame'» le disse poi, sporgendosi verso il tavolo. Apparentemente lo fece per prendere un biscotto, ma in realtà schioccò un bacio sulla guancia anche ad Amelia. E prese anche il biscotto.
    Si diresse finalmente al tavolo dei Ravenclaw. Si sedette vicino Mildred dopo aver dato un bacio sulla guancia anche a lei (sì, Raiden bacia tutte, ops; Oscar vuoi anche tu un bacio? #mlmlml) e dopo averle detto «Giorno, principessa». Una volta seduto, si prese una tazza piena di latte zuccherato e mise dentro una cannuccia color bronzo, mentre la tazza era blu. Bevve il latte, guardandosi intorno alla ricerca di Ian. Non lo vide. Chiacchierò comunque tutto il tempo con chiunque fosse nelle vicinanze. Alla fine, pochi minuti prima delle 8.30, lui e Mildred si alzarono. Solo in quel momento Raiden vide Ian, al quale si avvicinò scompigliabdogli i capelli. «Ci vediamo al Lago, amico!».
    Si avviò con Mildred. Uscirono dalla Sala Grande e da lì uscirono direttamente nel castello. C'erano pozze a terra, qualche volta, ma Raiden non ci faceva caso. “Rai, non sei emozionato? Mi piacerebbe davvero vedere uno dei draghi di Viktor”. Subito nella mente di Raiden passò l'idea di fare una cosa: intrufolarsi nelle stalle e giocare con i draghi. Non a nascondino, altrimenti loro sarebbero già partiti svantaggiati. Ma meglio di no, tutti sapevano che i draghi obbedivano solo a Viktor. «Magari un giorno ci fa fare un giro su di loro», disse con gli occhi sognanti. Era anche vero che li aveva già condotti nelle stalle, facendo loro (a tutti gli studenti) vedere i draghi. Ed era stato bellissimo.
    “Senti..”. Finalmente. Raiden l'aveva già visto, che c'era qualcosa che non andava. I suoi occhi erano fin troppo preoccupati. Anche per quello aveva preferito andare da solo con lei a lezione, perché si confidasse. Si fermarono: “Promettimi che non ti arrabbierai, ok? Che non farai gesti avventati e niente del genere. Ok?”. Raiden roteò gli occhi. Non poteva giurarlo, ma si promise che ci avrebbe provato. “L'altro giorno, quando pioveva, avevo bisogno di una boccata d'aria e sono andata al campo da quidditch. C'era Kingsman, il prefetto, e mi ha baciato”. Assurdamente a Raiden salì subito la gelosia. Deglutì, incapace di assorbire quell'informazione. “Non gliel'ho chiesto io, non mi interessa Kingsman. Mi ha dato fastidio, mi sono sentita usata. C'erano altri con lui, ma io me ne sono andata”.
    No. Raiden non era tranquillo. Aveva l'espressione chiaramente alterata. Distolse lo sguardo da lei, affondando le unghie sui palmi delle mani, immaginando che fossero gli occhi di Kingsman. Oh sì, desiderava cavargli quegli occhi. E non era semplicemente il sentimento del tipo “lo stronzo ha usato la mia migliore amica”, sotto sotto c'era anche gelosia. Solo che era un sentimento più egoistico rispetto all'altro, quindi Raiden non lo tenne in considerazione, facendo finta non ci fosse. Le sue orecchie si erano fatte rosse per la rabbia. “Sta tranquillo ok?”. Lo ripeté più volte, dolcemente. Raiden alla fine rispose con un «Ok» che pareva più il soffio di un gatto infuriato che un monosillabo di rabbia umana.
    Fortunatamente quella spiacevole conversazione fu interrotta dal Fraser. Se non fosse venuto, Raiden avrebbe continuato a parlare di Wit, senza pensare al fatto che a Mildred avrebbe fatto male sentir parlare di lui. Raiden aveva la nebbia nel cervello, in quel momento: odiava profondamente Kingsman. Il prefetto dei suoi stivali. Comunque, dicevo che Oscar gli si affiancò. E... sorrisetto malizioso. Non era solo verso lui, ma anche verso Mildred. A cosa accidenti stava pensando? Gli palpò il pacco. Inizialmente pensò che volesse fare una cosa a tre ed era rimasto molto wtf perché, conoscendolo, avrebbe dovuto palpare Mildred (e Raiden l'avrebbe massacrato di botte). “Oh oh oh cosa sentono le mie mani, Mildred sei fortunata! Un tempo non era così”. AH. AH. AH. Ecco. Uno non può nemmeno essere migliore amico di una, che tutti si mettono a pensare che sono amanti. AH, ecco come stavano le cose. A Raiden non piaceva Mildred, non in quel senso. In realtà non ne sarei così sicura, dato che era sorta pure la gelosia quando aveva saputo che qualcun altro l'aveva baciata. Ma sorvoliamo! È più importante parlare del fatto che Oscar palpava davvero bene. «Quando hai imparato a palpare i pacchi altrui?», chiese con sguardo metà dubbioso metà scherzoso, aggiungendo: «E non voglio sapere come fai a sapere che ora sono meglio di prima. Mi limito ad accettare il complimento». Non se l'era presa, né s'era imbarazzato. Sperava che per Mildred fosse lo stesso. “Scusa bella, amo prenderlo in giro. Comunque amo gli Wandering Dementors, davvero Bravih, ho assistito ad alcune esibizioni... e sì, niente, ciao”. A Raiden salì, nuovamente, un po' di gelosia quando lui ammiccò verso Mildred. Dubbio. Gelosia nei confronti di Mildred o di Oscar? Ma, per non farlo a vedere, disse con un sorriso: «Sentito? Ha detto che siamo bravi noi WD!».
    ARI ARI. Anche Raiden si chiese cosa fosse quel verso. «È lo stesso di una delle mie creature. Oh, Merlino, ma allora quel verso esiste davvero in natura! Che figo!», disse. Senza sapere che in realtà era stata proprio la sua creatura ad emettere quel verso. Non disse quelle parole con la sua normale euforia, poiché la sia allegria era ostacolata da Kingsman. Come s'era permesso? Aveva voglia di abbracciare Mildred, ma non lo fece. Non voleva sembrare iperprotettivo. Avrebbe abbracciato Wit. L'avrebbe stretto. Soffocato. Gettato nel Lago Nero. Affogato. Ucciso. E mandato a quel paese. Quel prefetto. Lo odiava.
    E Raiden non era capace di odiare nessuno. Ma lui sì. Odiava Wit Kingsman per ciò che aveva fatto. E l'avrebbe pagata, poco ma sicuro. Ma Mildred non doveva saperne nulla.
    Arrivarono nei pressi del Lago Nero. Il professore, non appena li vide, alzò una mano per salutarli con il suo sorriso tranquillo e sinero. Raiden ricambiò il saluto agitando la manina e sorridendo a trentadue denti. Quando furono vicini al professore, lo salutò con un «Giorno, prof Vik!». Era l'unico professore con il quale ci si poteva sentire liberi di parlare. “Abbiamo sentito un verso molto curioso venendo quaggiù, vero Raiden?”, disse Mildred. Raiden annuì, guardando Wit in cagnesco. In realtà non aveva sentito ciò che aveva detto Mildred, troppo impegnato a lanciare insulti via etere: Wit *censura*, figlio di *censura*, possa tu *censura* *censura* *censura* e *censura*. Guardatelo poi, tutto bello posato e sicuro di sé. Raiden sperò che schiattasse proprio in quella lezione. Si voltò poi verso il professore. «Prof, sa che quel verso è lo stesso di una delle creature che ho inviato per il concorso?!».
    Il professor Berqgvist sorrise enigmatico poi ridacchiò. Raiden non sapeva come decifrare quella risata. Spostò lo sguardo sul Lago Nero, preoccupato. Aveva un'idea, ma era impossibile.
    the heart is deceitful above all things,


    Vi consiglio dj non leggere, too much lungo.

    Interagisce con (in ordine cronologico):
    - Eleanor (la abbraccia, bacio sulla guancia, la molesta);
    - Tiffany (bacio sulla guancia, la molesta);
    - Oscar (niente bacio sulla guancia, lo molesta);
    - Amelia (bacio sulla guancia, la molesta);
    - Mildred (bacio sulla guancia, la molesta, promette di provare a non uccidere Wit);
    - Professore.
    Inoltre cito Wit: Raiden lo insulta, e anche pesantemente, e lo guarda tutto il tempo in cagnesco.


    Edited by #raiden - 9/4/2016, 23:00
     
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    La lezione di Cura delle creature magiche avrebbe avuto inizio tra meno di un'ora, e lei non riusciva a non sentirsi trementamente in colpa. Il professor berqgvist l'aveva invitata più volte, con il suo tono gentile ed affabile che da sempre lo contraddistinguevano, a partecipare insieme al resto degli studenti al Concorso “Crea una Creatura Magica” indetto dalla Confederazione Internazionale, e lei invece aveva scelto di non impegnarsi per tale competizione nonostante forse le sue capacità artistiche avrebbero potuto aiutarla ad ottenere una buona valutazione.
    Aveva tentato di appigliarsi a più scuse differenti che spiegassero -agli altri e a sè stessa- il motivo per cui avesse deciso di non tentare nemmeno, ma la verità era che non ne aveva idea. Aveva continuato a rimandare, nella speranza forse che la creatività la colpisse in pieno viso e sbeng le regalasse magicamente l'idea migliore del mondo e la giusta ispirazione per buttarla su carta.
    Ovviamente, non era andata così e si era ritrovata la mattina della lezione a realizzare quanto ciò aveva certamente arrecato dispiacere al professore, pur dubitando che lo avrebbe mai dato a vedere.
    Terminò di sistemarsi la divisa da combattimento tirando verso il basso l'orlo della giacca ed alzando il mento verso l'alto, assumendo un'espressione di altezzosa freddezza davanti allo specchio posizionato nella camera. Espressione che però non riuscì a mantenere per più di qualche secondo: se infatti la freddezza era parte irremovibile del suo carattere, lo stesso non si poteva dire dell'altezzosità. Anche perchè una persona fiera e superiore non avrebbe trascorso ogni momento della sua vita a preoccuparsi di cosa potessero pensare gli altri nei suoi confronti, come stava invece facendo lei in questo momento.
    Abbassò lo sguardo e la sua attenzione venne attirata dalla spilla della casata che aveva appoggiato sul comodino vicino al suo letto. Le tornò a mente quel che era accaduto a Raiden alla lezione di Cura delle creature magiche con gli ippogrifi e si premurò di lasciare la spilla lì dov'era, per evitare che facesse la stessa fine della targhetta dell'amico. Lasciò che le sue labbra si incurvassero in un sorriso ricordando quell'avvenimento, dirigendosi intanto verso la sala comune dei Corvonero dove proprio Raiden le saltò addosso cogliendola di sorpresa.
    «YEEEEE» aveva esclamato il Corvonero, gettandosi addosso a lei con lo stesso impeto di un giocatore di football americano pieno di affetto e desiderio di abbracciare gli avversari (?), cosa che la sbilanciò rischiando di farla capitombolare a terra se non fosse riuscita ad appoggiarsi ad uno degli scaffali presenti nelle vicinanze.
    «Buongiorno anche a te!» aveva esclamato ancora un po' spiazzata ma felice di quella dimostrazione d'affetto dell'amico. Accettò ben volentieri il bacio e l'abbraccio, ricambiando quest'ultimo pur senza lo stesso impeto e la stessa calorosità. Sperò che Raiden non interpretasse tale mancanza di espansività da parte sua come un segno di poco affetto nei suoi confronti, ma ormai conosceva il Corvonero da abbastanza tempo da essere sicura che un pensiero del genere non avrebbe nemmeno sfiorato la sua mente... forse. Ecco, stava di nuovo riprendendo a preoccuparsi di problemi ben poco utili.
    «Tutto bene?» le aveva poi domandato, cominciando ad incamminarsi verso l'uscita della sala comune. Eleanor annuì, seguendolo.
    «Sì grazie, e tu?» ricambiò la domanda con un sorriso, portandosi dietro l'orecchio una fastidiosa ciocca di capelli che le ricadeva davanti al viso. Le faceva strano camminare per i corridoi di Hogwarts priva di libri o altri oggetti utili per le varie materie, ma il professor berqgvist aveva spiegato loro che quella sarebbe sata una lezione diversa dalle altre, completamente pratica e la ragazza aveva deciso che sarebbe stato poco saggio portarsi appresso oggetti superflui che avrebbero potuto soltanto rallentarla o metterla in difficoltà.
    «In questi giorni ho avuto un po' di tempo per esercitarmi con la chitarra» gli rivelò poi in seguito, un po' imbarazzata per quell'ammissione non perchè si vergognasse di aver deciso di imparare a suonare quello strumento ma più che altro perchè sapeva di essere a malapena alle prime armi. E "alle prime armi" voleva dire che a malapena riusciva a strimpellare le note basilari senza produrre un suono fastidioso o senza provare dolore ai polpastrelli delle dita.
    «Avevi partecipato al Concorso di Cura delle Creature? Oggi dovevano inviare le lettere per informare dei vincitori» cambiò poi discorso Raiden ed Eleanor assunse immediatamente un'espressione colpevole, mordendo il suo labbro inferiore e corrucciando le sopracciglia.
    «No, non ne ho... avuto il tempo» mentì, lo sguardo basso. In realtà, avrebbe potuto trovare il tempo necessario, se solo avesse organizzato un po' meglio ciò che aveva da fare. Per sua fortuna -un po' meno per Raiden- la conversazione a riguardo non potè proseguire oltre, perchè il ragazzo andò a sbattere contro una delle armature presenti nel corridoio, finendo a terra con un'imprecazione di dolore. Eleanor rialzò lo sguardo, ancora rivolto al terreno, e si avvicinò all'amico preoccupata, aiutandolo a rialzarsi. Ma la sua risata la contagiò velocemente e la tranquillizzò lasciandole intuire che non doveva essersi fatto troppo male.
    «Ok forse è meglio se andiamo verso la Sala Grande... stando attenti a dove mettiamo i piedi» scherzò prendendolo sotto braccio, assicurandosi che riuscisse a camminare normalmente nonostante la botta subita.
    Giunti a colazione i due si separarono ed Eleanor si diresse direttamente al tavolo dei Grifondoro senza passare dal via #wat da quello dei suoi compagni di casata, rubando solo alcuni biscotti e riempiendosi una tazza di tè mentre con un «buongiorno» generale salutava tutti quanti.
    Andò quindi a sedersi sulla panca vicino a Dakota, appoggiando la sua tazza ed i suoi biscotti sulla superficie lignea e domandandosi se in realtà fosse effettivamente vietato che membri di casate diverse sedessero allo stesso tavolo. In realtà, non passava giorno senza che qualcuno non rispettasse tale regola, perciò Eleanor aveva preso da qualche tempo a questa parte a sedersi dove più le andava.
    Udì Dak chiacchierare di qualcosa che non riuscì a capire, captando dal discorso solamente la parola "procione" ed il suo tono parecchio stizzito. Lei si limitò a mugugnare un verso indefinito, di difficile origine: alcuni avrebbero potuto interpretarlo come un "aw" pieno d'amore ed altri come uno sbuffo, ma non fu nessuna delle due cose. In realtà, nemmeno lei sapeva come definire tale verso.
    «Scusa, i procioni mi fanno uno strano effetto» commentò semplicemente verso Dakota, cercando poi di spiegarsi meglio: «Credo siano fra i miei animali preferiti, ma allo stesso tempo... ugh, lascia perdere, non so come spiegarmi!»
    Ok no, di certo quella spiegazione non doveva aver chiarito le idee di nessuno, nemmeno le sue. Terminò la colazione continuando a chiacchierare con il Grifondoro ed altri suoi compagni di casata, sfiorando poi la sua spalla con leggerezza in segno di saluto.
    «Ci vediamo dopo!» esclamò, camminando in direzione del gruppo dei Tassorossi fra i quali aveva scorto anche Tiffany e Kendall, avvicinandosi alle due ragazze e dando loro il buongiorno con un gesto della mano, invitandole poi ad andare insieme verso il lago nero, punto di ritrovo per la lezione di Cura delle creature magiche.
    Camminarono in silenzio ed Eleanor non potè fare a meno di notare quanto Tiffany fosse con la testa fra le nuvole: in effetti, non era così difficile capire che la ragazza avesse altri pensieri per la testa, visto che praticamente non aveva ancora aperto bocca nè dimostrato il suo solito entusiasmo mattutino.
    «Stai pensando ad Arci?» le venne spontaneo domandarlo e lo fece anche con tono scherzoso, con l'intento di prenderla in giro, ma si pentì subito dopo di quell'azione temendo si offendere l'amica.
    Quando giunsero nei pressi del lago nero, Eleanor salutò coloro che già erano lì con il suo solito sorriso cordiale, rivolgendosi soprattutto a Raiden e Mildred che, fra tutti i presenti, erano le persone che conosceva meglio pur senza ignorare nè Wit nè Oscar.
    «Buongiorno» si rivolse quindi al professor berqgvist sperando di riuscire a nascondere il dispiacere che ancora albergava in lei per non essere riuscita a partecipare al Concorso. Si ripromise, però, di impegnarsi il più possibile nella lezione del giorno in segno di scuse verso l'insegnante.
    My heart is gold and my hands are cold.
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    Quasi cade a terra con Raiden, quindi chiacchierano fino a che non arrivano nella Sala Grande. Lì si dirige al tavolo dei Grifondoro per chiacchierare e fare colazione con Dakota e, una volta finito di mangiare, raggiunge Tiffany e Kendall con le quali si dirige verso il lago nero, dove saluta chi è già presente.


    Edited by Warrior Quinn - 7/4/2016, 19:53
     
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    Le coperte che in quel momento sicuramente ancora per poco stavano coprendo la sua bella figurina avvolta da un pigiama composto da una maglietta rosa e un paio di pantaloncini bianchi, sarebbero state presto la causa di un simpatico botto all'interno del dormitorio femminile della sua stupenda casata, botto poi provocato dal bel corpicino di quella che si stava senza speranza agitando probabilmente ancora preda delle braccia di Morfeo, il caro e dolce Morfeo. «Nononono ti prego no, ti darò le mie caramelle però vattene ti prego» Neanche a dirlo che solamente pochi secondo più tardi il suo bel faccino completo di tutto il resto era andato veramente poco elegantemente ad impattare contro il freddo pavimento di legno, per nulla comodo se si voleva essere sinceri, ecco! «E'? Cosa? Come? ... Accidenti che male!» Certo l'eventualità di tornarsene a letto si era rivelata propriamente una presa per il culo alla sua persona ancora completamente addormentata, il guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa o per meglio qualcuno si era invece rivelata la cosa più semplice da fare, nemmeno se ne era resa conto alla fine. Massaggiandosi la povera guaciotta lesa si era messa subito a cambiarsi velocemente, quando si era resa conto di essersi fatta due CAVOLO di trecce senza rendersene conto, si era spalmata una simpatica manata in faccia scompigliandosi un po' i capelli dopo che li ebbe sciolti, così andava molto meglio sicuramente, ma poco ci sarebbe voluto. (trecce? Trecce? TRECCE? WAT?)
    Senza nemmeno accorgersene si era ritrovata bella che seduta al proprio tavolo nella Sala Grande, impegnata ad osservare con aria più che assorta un gustosissimo croissant che sicuramente doveva essere farcito ai frutti di bosco o ancora meglio al cioccolato, il morso da "non mangio da secoli" le lasciò sulle labbra una traccia scura della farcitura che aveva all'interno. «Grazie a Merlino, cioccolata!!» Era così in assoluta contemplazione di qualcosa al di fuori dai limiti della golosità che non si accorse nemmeno della presenza di qualcuno che stava arrivando alle sue spalle finché quel qualcuno non le coprì la visuale augurandole il buongiorno -e per lo meno non si era alzata con il piede sbagliato... peggio, la guancia sbagliata!- un ringhio le partì dalla gola finché non si rese conto che l'innominato non era altri che il pucciosissimo Raiden che proprio in quel momento le aveva stampato, come sempre, una grande bacio sulla guancia. «Buongiorno anche a te. E si, ho dormito bene grazie, è il risveglio che è stato alquanto traumatico» Ridacchiò mentre osservò l'amico alzarsi per andare incontro al suo adorato cugino, il suo adorato cuginotto che ovviamente dopo esser riuscito a scappare alle grinfie di Norrey -avrebbe dovuto far qualcosa per aiutarlo, magari avrebbe dovuto creargli una maschera per non essere riconosciuto o qualcosa del genere- si era diretto verso di lei con un grande sorriso stampandole poi un sonoro bacio sulla tiepida guancia. Lo osservò tranquilla qualche secondo sorridendo e portandosi poi la mano tra i capelli per sistemarli appena, sicuramente se avesse avuto uno specchio davanti questo sarebbe scappato via spaventato dall'immagine che stava riflettendo, ne era certa, il fatto che Raiden fosse scappato così in fretta forse non era solo a causa dell'entrata in scena si Blaze. «Jeremy? Stanotte non era in sala comune- ed effettivamente, benché avesse fatto solamente una toccata e fuga nel dormitorio dei ragazzi, il suo migliore amico non era riuscita ad individuarlo nemmeno dopo che aveva adocchiato ogni singolo ragazzo presente nella stanza (guardiapacchi!) aveva riflettuto sull'insana opzione che fosse stato trasfigurato in qualcosa di piccola ma, guardando alla fine il suo letto l'idea le uscì dalla testa molto velocemente facendole invece sorgere un'altro piccolo appunto riguardante tutt'altra persona -Arci?» Il ghigno poco velato che riuscì a scorgere sulle labbra del cugino la fecero subito pentire di averlo chiesto, trovare un modo per tornare indietro nel tempo sarebbe stata da quel momento in poi la sua priorità assoluta anche se, a conti fatti, sarebbe stata un'impresa epica e del tutto irraggiungibile, tentar non nuoce comunque... beh!
    Si stava giusto infilando l'ultimo pezzo di croissant in bocca quando da lontano vide arrivare la figura della sua amatissima Kenny, quindi senza aspettare prese un'altro dolce alzandosi in fretta e raggiungendola per prenderla poi sottobraccio rifilandole nella mano il dolce, molto dolce, ma quanto doveva essere dolce quel dolce. «Nono sei in ritardo, dobbiamo andare avanti, ti ho preso io la colazione e non dirmi che non la vuoi perché la devi mangiare, forza» Sorrise come faceva solo ed esclusivamente per lei, quello era il sorriso dedicato unicamente alla mora e che non aveva mai lasciato comparire per nessun'altro, insomma ci aveva messo sopra "esclusiva proprietà di Kendall Hamilton" e infine facendole girare i tacchi, tenendola vicina si era incamminata con lei verso il grande portone del castello, fuori di li e in direzione Lago Nero, Ayeah! Appena fuori dal castello si erano fermate qualche momento, tutto perché l'aveva deciso lei ovviamente, sia mai, tra il gruppetto degli altri tassi che in quel momento stava parlottando insensatamente della partita di Quidditch della settimana successiva, tuttavia a distrarre sia lei che la compagna fu la voce fin troppo riconoscibile della sua frigidina corvolina preferita, nessuno le avrebbe mai impedito di andarla ad abbracciare buttandole pesantemente le braccia al collo e magari l'avrebbe fulminata, ma magari le voleva fin troppo bene che solamente l'avrebbe sopportata, e sopportarla era una cosa che molti facevano bene, ma era tutto AMORE! Da li avevano solamente iniziato il tragitto insieme per raggiungere la meta che alla fine era di tutte e tre: teneva sottobraccio la sua tassina preferita mentre alla sua sinistra camminava allo stesso passo della corvonero, stranamente tutte e tre in un silenzio tombale che a pensarci bene era pure rilassante, ci sarebbe stata bene ore su ore, alla fin fine anche lei di tanto in tanto amava il silenzio, si, di tanto in tanto però. A qualche minuto dal luogo dove si sarebbe tenuta la lezione le parole della ragazza bruna non poterono non farle incurvare leggermente le sopracciglia portandola a voltare lo sguardo verso di lei alquanto dubbiosa ma fintamente ingenua sulla natura delle parole che aveva lasciato uscire dalle sue belle labbra. «In realtà non so seriamente di cosa tu stia parlando Eleanor» OH si, sapeva benissimo di cosa stesse parlando, forse era proprio quello il motivo per cui in tutto il tragitto aveva evitato di spiaccicare parola, più per la distrazione che per altro alla fine. Finalmente la loro meta si mostrò in tutta la sua bellezza che poteva essere ancora più adocchiabile se vista alla luce lunare (Ohhh che posto romantico... se!) e con tranquillità andò a salutare i propri compagni che già erano giunti sul luogo. «Buongiorno professore» Si avvicinò giusto di un passo o due per salutare l'adulto prima di voltarsi nuovamente alla ricerca di Kendall che aveva lasciato da qualche parte persa tra tutti gli altri, non riconoscerla era a dir poco impossibile; una figura alta ebbe l'effetto di catturare la sua attenzione per qualche minuto, memore tuttavia delle parole che le aveva detto il cugino si convinse di aver avuto una delle sue solite allucinazioni e senza pensarci tanto si avvicinò nuovamente ad Eleonor che, grazie al cielo aveva ritrovato la tassa-non-proprio-scomparsa.
    role code made by effe don't steal, ask


    E' un casotto ti cose insensate e sciocchezze buttate la per nulla, non avevo seriamente ispirazione ç_ç perdonatemela *si suicida*
    -si alza sbattendo la faccia contro il pavimento
    -saluta Raiden *ammicc e si sa perché*
    -saluta il cugino facendo la figura della scema chiedendo di persone di cui non dovrebbe chiedere
    -si appiccica a Eleanor e Kendall per andare a lezione
    -saluta il Prof e un po' tutti sembra notare Arci tra la "folla" e BYEBYE
     
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    ViktorArneBerqgvist
    Viktor vide che era arrivato il prefetto Serpeverde, Wit Kingsman. Senza dubbio un bravo studente, ma Viktor sapeva che la sua anima non era delle migliori. Eppure gli voleva bene come voleva bene qualsiasi suo studente. “Buona sera professore. Spero che abbia preparato una lezione interessante. Le mie serpi hanno bisogno di una scossa... o meglio, di un fulmine”. Il professore ridacchiò, passando sopra alla gaffe di Wit che aveva detto buona sera invece di buon giorno. «Prima di preoccuparsi dei suoi compagni, si preoccupi di lei. È lodevole preoccuparsi per la propria casata, ma ciò non ti deve fare dimenticare che anche tu ne fai parte. Per fare una cosa in gruppo, bisogna anche essere bravi a fare le cose da soli». Poggiò una mano sulla sua spalla in segno di affetto. Non era un rimprovero, anche perché non c'erano motivi per rimproverarlo, ma sir Viktor Berqgvist ci temeva a donare consigli e saggezza ogni secondo. Voleva che Hogwarts fosse anche una lezione di vita, e non solo di guerra. Anzi, avrebbe preferito che non ci fossero lezioni su come diventare assassini.
    “Buongiorno professor Viktor!”. Viktor si voltò. “Giorno, prof Vik!”. Vedendo i due Corvonero,Raiden e Mildred, si avvicinò a loro, dando una pacca sulla spalla di Norrey e regalando alla Lamorak un'affettuosa carezza sulla guancia. «Buongiorno a voi, ragazzi!». Notò lo sguardo che Raiden rivolgeva a Wit, ma decise che non erano affari suoi, nonostante la cosa lo incuriosisse. Sperava solo che Norrey non si cacciasse in pasticci contro un Prefetto. “Abbiamo sentito un verso molto curioso venendo quaggiù, vero Raiden?”. Raiden aggiunse, distogliendo lo sguardo da Wit: “Prof, sa che quel verso è lo stesso di una delle creature che ho inviato per il concorso?!”. Viktor sorrise misteriosamente, enigmatico, per poi emettere una leggera risata. «Curioso. Che coincidenza. Curioso», commentò con gli occhi che brillavano di una luce misteriosa. Raiden non poteva certo immaginare che fosse stata proprio quella creatura ad ammettere quel verso.
    “Buongiorno professore...”. Stavolta era stata una Grifondoro a parlare. «Ciao a te, Roselilian!», la salutò allegramente. “Che splendida giornata...”, aggiunse lei. Viktor annuì: «Esatto! Questo è lo spirito giusto per iniziare la giornata: accorgersi che il sole splende alto nel cielo, illuminandoci, accorgerci che esistono le nuvole. È bello lasciarsi sorprendere dalle cose quotidiane, senza mai cadere nella monotonia», commentò, sorridendo.
    Salutò anche tutti gli altri studenti, riservando un'arriffata di capelli ad Oscar. Viktor era affettuoso con i suoi studenti, amava proteggerli. Regalò una carezza affettuosa anche a Eleanor e a Tiffany. Nessuna delle die aveva inviato alcuna creatura e Viktor, in fondo, se n'era dispiaciuto. Tuttavia non era né arrabbiato né deluso. Quelle ragazze erano in gambe e, Viktor ne era sicuro, l'avrebbero dimostrato durante quella lezione.
    Quando fu l'ora, le otto e trenta spaccate, Viktor li salutò tutti, appoggiandosi al tavolo che era lì vicino. «Buongiorno a chi non ho salutato!». Si schiarì la voce. «Oggi è una giornata speciale: andremo nientepopodimeno che in Africa, nel deserto dell'Hoqqar. Nel Sahara, per intenderci». Li guardò tutti, uno per uno. «Perché?».
    L'Adamans Canterina non poteva scegliere momento migliore per palesarsi. Con una molteplicità di schizzi d'acqua, la creatura inventata dal giovane Norrey riaffiorò dalla superficie del Lago. Il collo era eretto, lungo come quello dei dinosauri erbivori. I suoi occhi guardavano l'intero gruppo. Era incuriosita da loro, i suoi baffi si alzarono, fluttuando in mezzo all'aria. Le particelle di luce dentro le sfere poste alla fine dei baffi si mossero ancor più velocemente. Il collo squamoso dell'Adamans era pieno di pietre simili a diamanti, che iniziarono a pulsare di luce solare. Non aveva mai visto un branco di studenti, evidentemente. Poi si acquietò e abbassò la sua testa, poggiandola sui morbidi cuscini che Viktor le aveva preparato nei pressi del Lago Nero.
    Viktor si soffermò soprattutto sull'espressione di Raiden. Lo indicò col proprio bastone. «Quella creatura l'ha inventata lui», annunciò. «È l'Adamans Canterina, un gigantesco anfibio. Ideata da uno di voi, è diventata realtà grazie agli avanzatissimi studi di magibiologia e genetica». Lasciò che il suo sguardo passasse su tutti i ragazzi. «E sì. Molte delle creature che avete inventato hanno preso vita. Non ve lo sareste mai aspettato, vero? Invece è successo».
    Inclinò il capo. Forse si stavano chiedendo dove fossero le altre creature. Tempo al tempo. «L'Adamans. Qui la conosce solo Raiden. Voi altri non la conoscete. Sbaglio?». Domanda retorica. Alzò il bastone, facendo partire un lampo, molto simili a un fuoco d'artificio. L'Adamans lo seguì con gli occhi e cercò di raggiungerlo per prenderlo tra le proprie fauci, ma poi si allontanò dalla sua portata. Non poté librarsi in volo. «Eccezionale. Abbiamo appena scoperto che questa creatura non sa volare. Sa solo nuotare e respirare la nostra aria. Ora mi chiedo: cosa mangia?». Di nuovo il suo sguardo passò su tutti gli studenti. «Non lo sapremo mai. A meno che non la seguiamo tutto il tempo, scoprendo le sue abitudini alimentari. Oppure a meno che noi stessi non le offriamo qualche cosa da mangiare, scoprendo cosa le piace di più. Se le offro carne, non la mangerà. Se le offro una montagna di caramelle, non la mangerà. Se le offro cioccolata, non la mangerà. Se le offro un pesce spada, ne andrà ghiotta. E scopro che ama mangiare pesci». Spostò lo sguardo sulla creatura. «Cos'altro? Beh, cos'ha di speciale, questa creatura? Come possiamo scoprirlo?». Viktor sorrise. «Proviamo a giocarci. Vediamo le le piacciono le luci, se le piace che le parliamo, se le piace che la accarezziamo, se le piace la musica... e... oh». Alzò il proprio bastone e fece partire la Nona Sinfonia di Beethoven. La musica. La magia più celestiale fra tutte le magie. L'Adamans ne rimase incantata, e nuovamente le sfere dei suoi baffi si librarono in volo. Viktor interruppe la canzone. A quel punto la creatura cantò, aprendo la bocca. Ne uscì un suono melodioso, musica pura. Penetrò nelle orecchie del professore, arrivando a toglierli dal letto tutti i pensieri negativi della giornata. Quando smise, Viktor si sentiva più leggero. «Ragazzi. Le ho fatto ascoltare la musica, perché ho scoperto che le piace. E lei, spinta da me, ha cantato. E, cantando, ci ha cancellato i brutti pensieri della nostra anima. E forse qualcuno di voi s'è accorto che si sono sollevati anche le sfere dei baffi».
    Chissà se avevano capito dove voleva andare a parare.
    «Cura delle Creature Magiche. Serve a capire cosa sono le creature, serve a sapersi difendere da esse, a saperle accudire. Serve anche a saperle studiare». Viktor accarezzò il collo dell'Adamans, che si voltò, scoprendo la propria ampia schiena, sulla quale era poggiata una sella in legno che conteneva almeno cinquanta posti. Insomma, l'Adamans era un pullman, per così dire. «Ecco. Oggi diventerete Magizoologi, alla scoperta di creature mai viste, quelle inventate dai vostri compagni. Le studierete, con tutti i mezzi che avrete a disposizione». Salì sulla schiena della creatura. Il legno non era bagnato, in quanto trattato con un incantesimo impermealizzante. Si sedette su una delle sedie di legno e invitò gli studenti a fare lo stesso. C'erano dieci fila di cinque o sei sedie ciascuna. Quando vi salirono tutti, Viktor lanciò un Incantesimo Bolla, in modo che potessero immergersi con la creatura negli abissi. Le sedie erano trattate con Incantesimo Aderente, quindi non sarebbero mai e poi mai caduti. «Tenetevi forte!», gridò entusiasta.
    La creatura sollevò il capo, protendendo il collo. ARI ARI! E s'immerse nel Lago Nero, portando con sé la speciale della con le cinquanta sedie. S'immersero nel Lago Nero, e la vista fu emozionante. Il Lago era verde. Potevano vederlo dalle pareti della bolla, come se fossero pareti di vetro. L'Adamans scese per molti metri, cercando un passaggi. Videro Tritoni, Sirene e altre creature marine. Si tenevano alla larga da quel mostro di immane bellezza. L'Adamans sfrecciò sopra il relitto di una nave incrostata. Poi virò bruscamente, e tutto si fece buio. «Siamo entrati in un passaggio che collega il Lago al mare. Vi consiglio di fare il Lumos, il viaggio durerà mezz'ora», disse, accendendo il proprio bastone di una tenue luce azzurra. Erano dentro un tunnel sottomarino. C'erano soprattutto coralli attaccati alle pareti di quel tunnel, ma anche pesci e altre Sirene, e cadaveri di esse. La velocità aumentò sempre di più, come se fossero in un treno. Dopo una ventina di minuti l'Adamans iniziò a salire e lì sopra apparve un buco. In effetti erano scesi nelle profondità terresti, in tunnel sottomarini normalmente irraggiungibili.
    Uscirono da quel buco, e videro squali e pesci. E alla fine riemersero: sbucarono in mezzo al mare. In mezzo al nulla. L'Adamans aveva terminato il proprio tragitto. «Siamo abbastanza vicini all'Africa. Possiamo usare le Passaporte». Per ragioni di natura legale, le Passaporte potevano essere utilizzate solo una volta lontani dal Regno Unito. Viktor porse alcuni biglietti ai ragazzi, uno per ciascuno. Dopo le li ebbe consegnati a tutti, si attivarono illuminandosi di blu fosforescente. Un pop e l'Adamans rimase sola, senza nessuno sulla propria schiena.

    Si ritrovarono nuovamente in mezzo al nulla. Prima in mezzo al mare, ora in mezzo al deserto. Si trovavano nel deserto del Sahara. Guardandosi attorno, vedevano solo una distesa piana di deserto giallo, nemmeno una duna. L'aria era rovente, ma ben presto tutti si sarebbero trovati bene dentro i Laboratori di Ricerca Avanzata. Solo un albero rendeva particolare quel paesaggio. Viktor lo indicò ai suoi studenti. Era spoglio, ma spiccava in mezzo al nulla. Era quasi nero, ma bellissimo. Perché era l'unica cosa che osava sfidare il deserto. «Un albero senza foglie. Non riesce a fare foglie a causa dell'aridità del deserto. Eppure... eppure riesce a stare lì. Da tempo immemore. Siate come quell'albero, ragazzi. Potete perdete le vostre foglie, potete perdere la vostra bellezza. Meglio se non accade, ma se dovesse accadere... rimanete forti. Piantati per terra. Come quell'albero. Resistete».
    E mentre lui parlava, si era avvicinato un cammello. Uno strano cammello. Parlava. “Sagge parole”, commentò. Viktor lasciò che i ragazzi si stupissero. Quello era un cammello... solo che era anche un uomo. Metà uomo, metà cammello. Un centauro che, invece di avere corpo di cavallo, aveva corpo di cammello. Il torso di lui era nudo e muscoloso, così come le braccia, piene di disegni color rosso. La carnagione era scura, il volto simile a quello di un egiziano. «Salute, rajul jamal». Lui chinò il capo e si voltò. Viktor lasciò che si allontanasse un poco. Non voleva definirlo un esperimento mentre lui stava a sentire. Sarebbe stato da maleducati. Quando fu certo che non l'avrebbe sentito, informò i suoi ragazzi: «Questa creatura è idea di Dakota Wayne» al quale fece un occhiolino «ed è chiamato rajul jamal. Lo conoscerete meglio quando verranno resi pubblici gli elaborati». Li esortò poi a seguire quella creatura, che improvvisamente scomparve. Ci fu una leggera scossa di terremoto, una luce accecante e tutti chiusero gli occhi. Quando li riaprirono, si trovavano dentro un salone grandissimo con pareti di vetro e pavimento bianco. «Benvenuti nei Laboratori di Ricerca Avanzati».
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    Il post è molto lungo. Vi consiglio di prendervi un momento per leggerlo. Però, consapevole del fatto che è molto lungo, ho voluto fare un riassunto.
    - Viktor saluta tutti.
    - Viktor presenta l'Adamans Canterina, la creatura di cui ho parlato nel post precedente. Fa un esempio di come si studia una creatura (e si scopre che alla creatura in questione piace cantare e che non può volare).
    - L'Adamans diventa un pullman: sulla sua schiena è presente una specie di sella di legno composta da una cinquantina di sedie in legno. Gli studenti e i professori vi prendono posto (le sedie sono asciutte e non si può cadere da esse, grazie alla magia; un Incantesimo Bolla attorno sella permette di immeggersi sott'acqua).
    - L'Adamans si tuffa e va nelle profondità marine. Un'ottima occasione per vedere la fauna marina del Lago Nero.
    - L'Adamans imbocca un tunnel sottomarino. Dopo venti minuti escono dal tunnel buio e dopo altri dieci minuti di viaggio riemergono.
    - Usando una Passaporta (una per ognuno), giungono presso l'Hoqqar, un punto del Deserto del Sahara.
    - Fanno la conoscenza del Rajul Jamal (essere metà uomo e metà cammello).
    - Un terremoto e un lampo di luce fa chiudere loro gli occhi. Quando riaprono gli occhi, si ritrovano dentro un edificio estremamente magi-tecnologico: i laboratori in cui sono state create le creature da voi inventate.

    Cosa succede dopo?
    All'arrivo, viene una signora di carnagione olivastra di mezz'età in camice bianco, presentandosi come Anna Hell, la direttrice del Centro di Ricerca. Vi dice che la divisa da combattimento l'avete messa solo per precauzione: non correte alcun rischio, anche perché ci sarà, oltre al professore, anche un'intera équipe di scienziati pronti ad aiutarvi nel caso in cui qualcosa vada storto. State facendo un'esercitazione voluta dalla Confederazione Internazionale dei Mangiamorte, per testare le vostre capacità nell'ambito delle Creature Magiche - quasi un esame internazionale. Infine si congeda, augurandovi una buona esercitazione.
    Il professore vi scorta all'interno dell'edificio. Passate per diversi corridoi dalle pareti di vetro: vedete scienziati lavorare e fare esperimenti incredibili, tutti fatti nel rispetto degli animali e delle creature (o almeno così pare). Arrivate alla fine in un cortile interno, erboso e pieno di palme che coprono le ampie vetrate dei Laboratori (vi accorgete che l'edificio è alto sei piani). Una vegetazione lussureggiante, a voi strana da vedere dato che siete in mezzo al deserto del Sahara, nell'Africa settentrionale.

    L'esercitazione
    Il vostro scopo è semplice: studiare le creature magiche.
    Nel cortile sono presenti varie cabine bianche, simili a cabine telefoni londinesi, ma dalle pareti completamente bianche e opache; su una di esse c'è una porta di legno bianco. Sopra le porte di ogni cabina ci sono dei simboli colorati. Corrispondo a quelli presenti sul vostro braccio: non sapete come, non sapete quando, ma a ognuno di voi è stato impresso un segno sul braccio, sopra la divisa. Siete stati smistati casualmente in vari gruppi. A ognuno tocca una creatura diversa.
    Come fare? Il professor Viktor vi spiega che potete fare quello che vorrete, cercando di non attentare alla vita delle creature. Troverete degli strumenti dentro le vostre postazioni di lavoro e troverete anche un foglio da compilare, dalla quale stilare poi una relazione. Vi augura un buon lavoro: le porte si aprono. Entrate pure.

    I GRUPPI
    Gruppo Foglia (esercitazione)
    Lamorak, Mildred Jean
    Milkobitch, Ian Todd
    Mills, Hope
    Reed, Tiffany Jaime

    Gruppo Pietra (esercitazione)
    Hades, Killian Jack
    Leroy, Archibald Dominique
    O'Bran, Roselilian Evans
    Wayne, Dakota

    Gruppo Nuvola (esercitazione)
    Dallaire, Arabells
    Fraser, Oscar
    Kingsman, Wit Lucifer

    Gruppo Fiamma (esercitazione)
    Milkobitch, Jeremy
    Norrey, Raiden
    Quinn, Eleanor

    Maggiori informazioni disponibili nei vari gruppi.

    Vorrei ringraziare Betta per le tabelle e Lele per i colori e per il supporto morale. Perdonate l'increscioso ritardo, farò di tutto affinché non accada più. E infine complimenti a coloro che hanno inviato le ultime creature.

    Scadenza: 19 Aprile.


    Edited by #berqgvist - 9/4/2016, 22:40
     
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  10. #berqgvist
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    La conoscenza è la sapienza che vola verso l'infinito
    ViktorArneBerqgvist
    Viktor l'aveva sempre saputo: quell'esercitazione voluta dal Governa era stata fatta solo per sapere a che punto si spingessero l'abilità, il coraggio e l'intelligenza dei ragazzi. Per sapere con chi aveva a che fare. Per sapere come fermare i possibili Rivoltosi della nuova generazione e per sapere quanto sarebbero stati i Pavor della nuova generazione. Era un test di qualità. Anche se ufficialmente, scritto sui documenti, era un'esercitazione di potenziamento, a vantaggio dei ragazzi. Buffo. A Viktor pareva che al Governo non fregasse nulla, del potenziamento dei ragazzi.
    Viktor rimase allibito quando gli scienziati gli dissero che non potevano intervenire per salvare Dakota (g. Pietra), non era una cosa allibita. E non potevano nemmeno curare Arabells o Oscar (g. Nuvola). Neppure potevano intervenire per salvare Jeremy (g. Fiamma). O curare le ferite di Hope, Ian, Tiffany (g. Foglia). “Magari dopo”, dicevano. E Viktor s'infuriò sul serio, arrivando ad alzare la voce, pur di proteggere i suoi ragazzi.
    Non si pentì di averli tutti spediti in quel posto solo perché era sicuro di se stesso: non li avrebbe fatti morire. Era il loro professore, non colui che doveva scusarsi con le famiglie perché il loro figlio era morto in un'esercitazione governativa. Fu solo grazie alla durezza delle sue parole, cosa piuttosto inusuale per sir Berqgvist, così gentile e affabile, che poté salvare i propri studenti. Furono indubbiamente Jeremy e Dakota a spaventarlo di più: il primo rischiava seriamente di venire ucciso da un branco di Sionteáin, il secondo rischiava di rimanere per sempre una statua di pietra (e a quest'ultimo dedicò maggiori attenzioni; la sua espressione non riusciva a celare la profonda preoccupazione che l'aveva attanagliato).
    Alle ore 12.00 suonò una campanella e Viktor parlò al microfono. Lo sentirono tutti i suoi amati studenti: «Iniziate a scrivere la relazione, all'una dovrete consegnarmela e uscire dalle cabine. Vi prego di rispettare i tempi. Più tardi mangeremo». Lanciò un'occhiata allo scienziato, che riteneva più opportuno lasciarli morire di fame. Riteneva, perché dopo il rimprovero di sir Viktor si era ricreduto. «A dopo, ragazzi».
    Arrivate le 13.00, la campanella suonò di nuovo e le porte delle cabine si aprirono: gli studenti uscirono da esse, consegnando le proprie relazioni al professore, che li accolse con un sorriso affettuoso. Allora, con le relazioni in mano, li condusse in un giardino adiacente, dov'era stata allestita una tavolata ad U. C'erano varie pietanze di tutti i tipi (il risotto e il cous cous, la caponata e la pizza, l'hamburger l'hot dog, il pudding e la zuppa di zucca; c'era veramente di tutto... ma non l'alcol #sorry). Sir Viktor rimase soddisfatto. Non solo avevano loro offerto un pranzo, ma anche avevano lasciato loro un'ampia scelta di pietanze.
    Viktor rimase felice nel vedere gli studenti stare tutti vicini, senza distinzioni di casate. Dopo aver lanciato un ultimo sguardo di sincero affetto, abbassò lo sguardo sulle relazioni, vedendo cosa avevano scritto. Quando finì di leggerle tutte, si complimentò ad alta voce, lodandoli tutti per l'eccellente lavoro. «Dopo vi dico con esattezza cosa avete sbagliato. Al massimo qualche piccola imprecisione», disse, con gli occhi pieni di orgoglio. Afferrò una fetta di pizza alla Nutella, alzandosi e girando per la tavolata.
    S'intrattenne a parlare con tutti gli studenti. Chiese affettuosamente a Dakota se andasse tutto bene (dato che si era trasformato in pietra); chiese scherzosamente a Jack (ridacchiando, la situazione in cui capitò era buffa) se il pesce gli avesse scucito il cavallo dei pantaloni; chiese ad Archibald se stava bene e lo stesso chiese a Roselilian, aggiungendo un «Ti hanno trattata bene, vero?», riferendosi ai maschietti del gruppo.
    Chiese ad Arabells se la mano fosse a posto, scusandosi di non essere intervenuto prima dato che gli scienziati non volevano; chiese a Oscar (con una leggera risata) quando avesse intenzione di sistemarsi i pantaloni; chiese inoltre a Wit se gli uccelli avessero attaccato lui (dovendo stare attento a quattro gruppi contemporaneamente, poteva non essersene accorto).
    Poggiò una mano sulla spalla di Jeremy chiedendogli se sentisse qualcosa di strano alla mano (dato che gli era caduta su essa la bava urticante della volpe di fuoco); chiese a Raiden se fosse finito scottato (dato che si era molto avvicinato al fuoco scatenato dalle stesse volpi); chiese ad Eleanor se si fosse stancata per la corsa estenuante, all'inseguimento delle volpi dalla coda infuocata.
    Accarezzò il capo di Ian chiedendogli se avesse ancora allucinazioni dovute al graffio dello Snorton, facendogli i complimenti per essersi preso cura delle ragazze del gruppo; fece una carezza sulla guancia di Hope informandosi se avesse giramenti di testa dovuti allo stesso motivo; chiese a Tiffany la stessa cosa, regalando una carezza anche a lei; chiese infine a Mildred se si fosse divertita, dicendole che era stata troppo carina nell'essersi mostrata così affettuosa con il cucciolo di Snorton.
    Finirono alle 14.00 di mangiare. Il professore annunciò loro che in quel momento sarebbe iniziata la nuova parte della lezione. Lui sarebbe rimasto lì. Disse loro di non temere per la propria vita e di lavorare seriamente. Spiegò loro che avrebbero dovuto prendersi cura di un uovo... e poi fronteggiare una creatura (non necessariamente la stessa dell'uovo). Apparvero allora quattro scienziati dall'aspetto vagamente inquetante.
    C'era una donna alta e snella, dai lunghissimi capelli bianchi come il latte e la pelle liscia e diafana. I suoi occhi erano stranamente gialli come quelli di un gatto, il naso alla francese, le sue labbra piegate in una linea severa. Si reggeva su una stampella (e solo allora Viktor notò che aveva una gamba di legno). Avrebbe accompagnato il gruppo Pietra.
    Per il gruppo Fiamma c'era un uomo molto basso (quasi un nano) dal naso deforme che presentava una ferita richiusa. Aveva degli occhi di un profondo azzurro, un azzurro profondo quanto il mare. Il suo sorriso era gentile ma freddo come il mare di sera. I capelli sembravano di paglia per il colore e per com'era sistemati. La sua carnagione era lievemente abbronzata.
    Li accompagnava una donna giovane di carnagione olivastra con un occhio chiuso (sopra esso c'era una ferita richiusa ma visibile che andava dalla fronte fino al labbro superiore). Il suo unico occhio grigio li guardava tutti severamente, fece solo un cenno di rispetto col capo in direzione dell'eminente professore. Il suo volto grazioso e allungato era contornato da capelli color del cioccolato. Era l'accompagnatrice del gruppo Nuvola.
    C'era, infine, un uomo di carnagione nera. Il suo viso era pulito e dalla pelle liscia, solo il naso a patata lo rendeva buffo. Ma i due occhi di due diversi colori (uno viola, l'altro blu intenso) lo rendevano anche inquietante. Il sorriso aperto (si vedevano denti bianchissimi e perfetti come mandorle) lo rendeva simpatico, ma... era calvo e si vedeva sul capo, dove ci sarebbero dovuti essere i capelli, una ferita richiusa su se stessa, ma con i bordi in rilievo. Quel dettaglio lo rende spaventoso, per non parlare del fatto che aveva una sola mano. Scortava il gruppo Foglia.
    Nemmeno Viktor sapeva come avessero fatto a ridursi così. Sui loro camici bianchi spuntava una targhetta dalle scritte bianche su sfondo rosso: Settore Z - Esperimenti avanzati. Viktor notò che non aveva mai visto quel tipo di targhetta (gli altri scienziati avevano solo targhette bianche). Viktor poté arrivare a capire che hanno fatto sperimentazioni su se stessi. Ed era sicuro che anche i suoi studenti ci fossero arrivati.
    Erano personaggi profondamente inquietanti. Negli occhi limpidi del professor Berqgvist si vedeva una lieve preoccupazione, ma il suo sorriso era incoraggiante. Disse agli studenti di andare con gli scienziati, dato che lui doveva rimanere lì. Ma li osserverà comunque, aggiunse, con il suo solito sorriso benevolo. Non vi lascerò da soli nelle loro mani, pensò.
    - sorry dear, i'm allergic to bullsh*t - code yb ms. atelophobia


    Riassunto
    A mezzogiorno iniziate a scrivere le relazioni, all'una le consegnate. Dopo averle consegnate, fate un bel pranzo (molto ricco) tutti insieme su una tavolata ad U. Il professore interagisce con tutti. Dopodiché arrivano quattro scienziati (uno per gruppo), i quali vi accompagnano nei luoghi della nuova esercitazione, stanze uguali in posti diversi.

    Informazioni
    I gruppi sono rimasti gli stessi di prima. Tuttavia non lavorerete più in gruppi, ma separatamente (e, quindi, guadagnerete punti separatamente).
    La seconda parte della lezione si basa su altri due aspetti fondamentali nello studio delle creature. Ovvero il saperle accudire e il saperle fronteggiare.

    Le istruzioni sono presenti nei vari gruppi. I gruppi sono rimasti invariati.
    Chi avesse intenzione di partecipare a lezione (pur non avendo postato né all'entrata, né nella prima parte) me lo dica, così verrà inserito in un gruppo.

    I GRUPPI
    Gruppo Foglia (esercitazione)
    Lamorak, Mildred Jean
    Milkobitch, Ian Todd
    Mills, Hope
    Reed, Tiffany Jaime

    Gruppo Pietra (esercitazione)
    Hades, Killian Jack
    Leroy, Archibald Dominique
    O'Bran, Roselilian Evans
    Wayne, Dakota

    Gruppo Nuvola (esercitazione)
    Dallaire, Arabells
    Fraser, Oscar
    Kingsman, Wit Lucifer

    Gruppo Fiamma (esercitazione)
    Black, Siria Lilian
    Milkobitch, Jeremy
    Norrey, Raiden
    Quinn, Eleanor

    Scadenza: notte fra 3 e 4 maggio.

    P.S. Di nuovo, grazie a Lele e a Betta, per gli stessi motivi di prima. Vi amo, fine.


    Edited by al-coholism - 5/5/2016, 19:10
     
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  11. #berqgvist
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    Vista la situazione attuale (siamo appena usciti dalla post quest, ci stiamo preparando per il censimento, problemi vari off gdr, io stessa ho ritardato nel postare, ecc.), ho deciso di posticipare la scadenza, per la gioia di tutti voi.

    Alla seconda e ultima parte della lezione si potrà postare fino alle ore 5.00 del 10 (martedì) di questo mese.
     
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  12. #berqgvist
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    La lezione è conclusa.

    Inizialmente non prevedeva un compito alla fine, tuttavia ho ritenuto opportuno assegnarlo visto che la stragrande maggioranza non ha risposto alla seconda parte. Ciò non causa la perdita di punti, ma una possibile insufficienza. Questa insufficienza può essere recuperata facendo il compito, che comunque rimane facoltativo. Consiste in 10 domande semplici e per rispondere ad esse dovrete sfogliare la lezione nei vari gruppi. Maggiori istruzioni all'interno del compito stesso.

    Per accedere al compito vai sul seguente link: Compito facoltativo II lezione di CdCM.
    La password è vaccamannara

    Il compito può essere eseguito fino al 18/05 alle ore 16.00.
    Per ragioni dovute al programma con cui è stato fatto il test non posso spostare la scadenza oltre questa data.

    Il compito non può essere svolto da coloro che non hanno partecipato a lezione: per questi ultimi ci saranno gli appositi recuperi.

    Per qualsiasi dubbio, anche e soprattutto durante lo svolgimento, contattatemi!
     
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  13. #berqgvist
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    Alla fine delle esercitazioni, gli scienziati vi riportano nel cortile da dove siete venuti. Qui chiamano a sé solo alcuni studenti per cognome e nome. Annunciano di aver scelto questi studenti per affidare (voi direste regalare) alcune creature. [maggiori dettagli sotto spoiler]
    In seguito arriva il professore, a cui gli scienziati dicono che affideranno alcune creature alla prestigiosa Scuola. Un gruppo di cuccioli di Sionteáin, un branco di pochi Rajul Jamal, alcuni Spiriti Blu e un branco di Kathelvete abiteranno presso la Foresta Proibita; alcune Sibra e tre Sampetri abiteranno nelle profondità del Lago Nero. Potrete incontrarle se volete e prendervi cura di loro, a vostro rischio e pericolo.
    Alla fine il professor Viktor vi riaccompagna a scuola tramite Passaporta. Sono quasi le sette e vi teletrasportate presso il Lago Nero. Il professore non vi lascia tornare alle Sale Comuni perché, dice, ha delle notizie importanti da annunciarvi. Annuncia infatti i primi tre classificati del concorso [non li hai visti? Vai qui!] e si complimenta molto con Dakota, ma anche con Jeremy e Kscar e con tutti gli altri che hanno partecipato, invitando tutti a partecipare ai prossimi concorsi. Annuncia che Dakota, essendosi classificato primo, fa guadagnare 50 punti alla casata. Vi dice che entro qualche giorno saranno inviate dalla CIM delle lettere per riscattare i premi del concorso.
    Infine, Viktor vi invita a ritornare alle Sale Comuni, ricordandovi di andare in Sala Grande per la cena. Lui si dirige intanto in Sala Grande, probabilmente per fare conversazione con quale Elfo che sta iniziando ad apparecchiare.

    Lezione conclusa.



    Solo coloro che hanno fatto entrambe le parti e/o il compito potranno possedere una delle tre creature di seguito elencate. Potranno tenerle con sé a Hogwarts e conviverci, amandole.
    Le creature elencate sono tre (estratte casualmente) di quelle che avete scelto nel compito (se ne avete scelte meno di tre, avrete comunque creature casuali, oltre quelle scelte). Coloro che non hanno fatto il compito avranno tre creature scelte a caso.
    Nel caso abbiate creature che presentano varietà diverse (ad esempio il Wat-criceto cucciolo è di un solo colore), potete deciderla voi. Off gdr siete voi a deciderla, on gdr la creatura viene assegnata dagli scienziati, senza far scegliere nulla al pg.

    Oscar Fraser
    Damoire (cucciolo)
    T'ai Chi Mao (adulto)
    Wat-Criceto (uovo)

    Dakota Wayne
    Snorton (cucciolo)
    T'ai Chi Mao (adulto)
    Damoire (uovo)

    Jeremy Milkobitch
    Snorton (cucciolo)
    T'ai Chi Mao (adulto)
    Pappagallo Pirata (uovo)

    Hope Mills
    Romnium (adulto)
    Damoire (uovo)
    T'ai Chi Mao (cucciolo)

    Tiffany Reed
    T'ai Chi Mao (adulto)
    Wat-criceto (uovo)
    Snorton (cucciolo)

    Siria Black
    Wat-criceto (cucciolo)
    Snorton (adulto)
    Damoire (uovo)

    Arabells Dallaire
    Romnium (cucciolo)
    Wat-criceto (adulto)
    Damoire (uovo)

    Raiden Norrey
    Wat-criceto (uovo)
    Romnium (adulto)
    Snorton (cucciolo)

    Eleanor Quinn
    Wat-criceto (cucciolo)
    Damoire (adulto)
    Snorton (cucciolo)

    Kit Kingsman
    Wat-criceto (cucciolo)
    T'ai Chi Mao (adulto)
    Damoire (uovo)

    Archibald Leroy
    Pappagallo Pirata (uovo)
    Snorton (adulto)
    T'ai Chi Mao (cucciolo)

    Per ottenere la creatura, dovete postare nella discussione dei risultati (qui) specificando quale creatura volete! Non vi lascio alcun modulo da compilare perché non siamo al Comune #wat
    Buona serata ❤


    Edited by #berqgvist - 30/5/2016, 16:19
     
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12 replies since 2/4/2016, 19:54   551 views
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