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    and discord that rageth incessantly, sister and comrade of man-slaying Ares; she at the first
    rears her crest but little, yet thereafter planteth her head in heaven, while her feet tread on earth.
    Iniziava a pensare di aver perso qualcosa di più del controllo sui suoi poteri, in quella dannata Utopia.
    Continuava a ricordare tutto lucidamente, ma sapeva che prima o poi quelle immagini, quelle sensazioni, quelle vicende, quelle persone, sarebbero scivolate via dalla memoria come sabbia, rimanendo un'eco flebile e in apparenza più fraudolenta della memoria di quell'incidente edilizio che le avevano installato in testa come un malware silenzioso, già lì a creare disturbo in attesa di sovrapporsi alla realtà ben più pregna e diversa che aveva vissuto in quei mesi.
    Dopo aver compreso, senza stupirsene più di tanto, che le persone rimaste fuori dalla "Bolla" avrebbero istantaneamente dimenticato ogni cosa di quella storia, un solo pensiero fra tutti era rimasto fisso in testa: Mckenzie. Pur nel sollievo che fosse finita, nell'illusione che a dispetto di ciò che quella faccia da cazzo di Michael diceva lei avrebbe potuto voltare completamente pagina rispetto a tutta quella storia, rimaneva quella nota stonata.
    Forse era stato quel tempo passato insieme in prigionia a parlare del più e del meno mentre cercavano una qualunque forma di vita vegetale che potesse essere fumata proficuamente.
    Forse... no, non sapeva davvero darsi altre spiegazioni che suonassero effettivamente razionali.
    Era pronta ad ammettere a sé stessa che sì, potesse essersi affezionata a Mckenffffie Hale, per citare una delle più impattanti frasi mai pronunziate dal Generalissimo. Affezionata come ci si affeziona a un cagnolino, naturalmente, perché la mente basilare di Veena non poteva davvero concepire altro, troppo imperniata su un culto della personalità basato su sé stessa che Abbadon levati.
    Pronta alla sensazione pressante di doversi assicurare che sì, fosse vivo, vegeto e intero... tuttta un'altra storia.

    Non era stata un'impresa particolarmente impegnativa quella di scoprire dove abitasse. Corvina aveva i suoi mezzi, che era un modo rassicurante per dire che era una criminale con parecchi contatti che potevano procurarle informazioni del genere con la stessa facilità con cui si respira. Alla fine, da che faceva la spaccina della Scuola, era davvero finita dove tutti, professori e coetanei, pensavano sarebbe finita, cioè: nella merda. Nel substrato criminale, anche, ma soprattutto nella merda, visto e considerato tutto.
    Detto ciò, senza girargli intorno, gli aveva anche portato un care package.
    Capite?
    Assurdo, ora gela l'infer- non è vero, ne aveva portato uno anche a Heather svariati mesi prima invero, non era qualcosa che le richiedeva troppo impegno. Soprattutto mentre ancora aveva tutti i ricordi delle conversazioni con Mckenzie e sapeva cosa gli piaceva in termini di sostanze stupefacenti, psicotrope and more.
    Si era segnata tutto per paura di perdersi qualcosa, ci pensate?
    Chissà dove sarebbe finito quel ricordo, come si sarebbe reincastrato una volta che l'amensia avesse fatto il suo corso.
    Ma non era importante.
    Fece una smorfia di puro disgusto, proprio conatino, nel pensare spontaneamente che l'unica cosa che importava in quel momento era assicurarsi che Mac fosse intero. Ferma davanti alla sua porta alle otto e mezza di sera.
    Con una busta regalo di dimensioni sufficienti a contenere la scatola incartata col contenuto di cui sopra, una scorta che gli sarebbe durata non poco invero, usò la mano libera invece per suonare il campanello. Un paio di volte, così, per sicurezza.
    Sarebbe stata una sorpresa per lui, poco ma sicuro.
    In fondo, non si vedevano da una vita.
    corvina fosca
    van veen

    there is no running that can hide you
    'cause i can see in the dark
    eris
    goddess of strife and discord
    SPECIAL WIZARD
    UMBRAKINESIS
    mercenary — hitman — chosen — absent fatherSo I came down to crash and burn
    your beggar's banquet
    Someone call the ambulance
    There's gonna be an accident
    infra-red
    placebo
    Mother of Night, darken my step
  2. .
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    criminal
    jul 5th 1998
    punk
    corvina fosca van veen | lizardking
    E nulla, è vero che lo scudo di Sebastian sembra molto solido e affidabile, ma vuoi mettere la garanzia delle garanzie? E così, per frenare sul nascere le sue intenzioni bellicose contro Wren, Corvina gli arriva da dietro e lo acchiappa per la collottola tipo cane, strattonando forte.
    « Euhh, e calmati...! Siete tutti così agitati per la miseria. Una camomilla? » ride, ovviamente. Delle sue stesse cretinate? Sicuro. Ma anche perché è tutto divertente quando il tuo corpo privo di nutrimento sta cercando vanamente di smaltire sostanze nocive estranee e funziona solo per amore dell'adrenalina che hai in corpo. E di una rampante forma di follia probabilmente.
    Ma non le bastava fermarlo dal prendere a testate la gente.
    « Ti insegno io a stare calmo fermo buono, ok cucciolone?? » lo so, non ha senso, non ha senso nulla, dice cose assolutamente a caso senza filtri, è peggio del solito, davvero. Però questo dice, mentre cerca di afferrarlo anche per un braccio, con la mano libera, strattonando e stringendo forte con le dita e mollandogli un calcio dietro al ginocchio, tanto per essere sicura che sia fermo lì, in quel punto preciso. « Adesso prega che tutti siano impegnati e che nessuno possa approfittare della ghiotta occasione di farti la pelle mentre ti tengo in posizione, va bene? » sempre divertita, ma suonava persino un pochino inquietante, a tratti, in quel momento preciso. E beh, è la vita. O nel caso di Ethos, la morte, si spera.

    Parliamo d’amore in mezzo a una rivoluzione
    Ti pettini i capelli con una calibro 9
    Metti un altro film, un pezzo dei Queen
    Metti che finisce male?
    (Ma non ci pensare)

    (9) DIFESA WREN (wind + seb + corvina): acchiappa Ethos per la collottola
    ATTACCO ETHOS (wind + corvina): lo tiene ben fermo a Wind
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    criminal
    jul 5th 1998
    punk
    corvina fosca van veen | lizardking
    Se dicessi che Veena sognava di rendersi utile, mentirei. Le piaceva fare danni in maniera lecita, semmai, da lì arruolarsi per la guerra solo per poter spargere un po' di budelline qui e là.
    Quindi, quando vede il mercenario Cyleno precipitarsi verso Vincenzo, è quasi più per dargli fastidio che si precipita, cercando di punzonargli la gamba con la punta dell'alabarda, usata in questo caso come uno spiedino innocuo.
    « Eeeeh ammazza, amico, quanta fretta! » si crede simpatica, poco ma sicuro, ma il tentativo di mettergli i bastoni fra le ruote è onesto quanto la sua aria ridanciana.
    Parliamo d’amore in mezzo a una rivoluzione
    Ti pettini i capelli con una calibro 9
    Metti un altro film, un pezzo dei Queen
    Metti che finisce male?
    (Ma non ci pensare)

    (5) DIFESA VINC (mina + veena): cerca di bloccarlo piantandogli la punta dell'alabarda nella gamba
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    criminal
    jul 5th 1998
    punk
    corvina fosca van veen | lizardking
    Lo avevo detto che Corvina si sta divertendo, no?
    Insomma, ha ridacchiato molto tutto il tempo assistendo il massacro incalzare. Incredibile come dei mercenari armati fino ai denti si stessero facendo fare le scarpe da... gente a caso. Era praticamente gente a caso, dai.
    Poi uno della gente a caso arriva a liberare proprio lei e Kai.
    Finalmente.
    « Oooo, finalmente. Grazie, amico fraterno. » ammicca a Grey, mordicchiandosi un labbro per non ridere. Non voleva far sembrare che lo stesse prendendo in giro, ma qualunque cosa la faceva ridere, al momento.
    Senza badare troppo alla sensazione al polso si alza, facendo anche per tendere una mano a Kai. È assurdamente pimpante per essere praticamente disidratata ed affamata, benedette siano le droghe.
    « Che fai tortorella, rimani o scappi? » lo chiede come informazione di servizio e niente più, al compagno di disavventure, mentre tira su un'alabarda adocchiata lì vicino, evidentemente appartenuta ad uno dei morti. « Cazzo, è una festa qui. Ci stanno pure gli zombie, non ci si crede. » lo faccio dire a lei direttamente, però sì, ha notato anche gli zombie.

    Ovviamente la prima cosa che fa è provare se i poteri funzionano di nuovo ma nisba, e in effetti la frustrazione è palpabile per un momento. Un momento che finisce quando nota Dargen puntare Chouko.
    « OOOOO CINESINA SCANSATI CHE TI BUCANO...! » urla proprio, sì, il caps lock è lì per un motivo. Che polmoni nonostante la sete, eh? Ma ha anche dei difetti.

    Per quanto riguarda Croz, quando arriva è già fra le braccia tiepide - è morto da poco dai - di uno degli zombie che cerca di trattenerlo.
    « Brutta giornata compare? Ti rapisco. L'hai capita? Dovevo dire "ti capisco" ma "ti rapisco" perché ci avete rapiti. Dai era bella...!! » non commento. E spero neanche Croz, forse troppo impegnato a tenere a bada l'altro zombie che l'ha scambiato per un antipasto. Corvina cerca di mollargli un calcio sul ginocchio così per sport, giusto per sentire di star facendo la sua parte.
    Parliamo d’amore in mezzo a una rivoluzione
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    Metti che finisce male?
    (Ma non ci pensare)

    (11) DIFESA CHOUKO (javi + wind + corvina): avverte Chouko in modo elegante

    (8) DIFESA ELLIS (mina + ethan + corvina): prende in giro Croz
    ATTACCO CROZ (mina + corvina): prova a dargli un calcetto per infierire
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    jul 5th 1998
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    corvina fosca van veen | lizardking
    Sentite. Ascoltate. Corvina era semplicemente abituata a svegliarsi in posti strani.
    Per quanto fosse sempre riuscita a schivare vere e proprie situazioni di dipendenza patologica come Neo in Matrix coi proiettili, questo non toglieva che le piacesse provare pericolosissime sostanze stupefacenti di tanto in tanto.
    Aveva provato anche la droga dello stupro, una volta, ma per amore del buon gusto eviteremo di approfondire la questione più di così.

    Insomma, svegliarsi in una lussuosa camera d'albergo in un resort senza ricordarsi un accidenti di come ci fosse finita, tutt'al più, era un grandissimo upgrade.
    Ammanettata a uno sconosciuto, poi. O sconosciuta, chissà, lo scopriremo vivendo.
    « Kinky shit, approvo. » fece tintinnare appena le manette nello scuoterle mentre vi dava un'occhiata, per nulla intimidita o preoccupata dalla situazione. Si passò la mano libera fra i capelli un momento, guardandosi di nuovo intorno alla ricerca di qualcosa di strano o caratteristico che non trovò. Il rumore delle onde che s'infrangevano contro le spiagge rocciose le aveva immediatamente restituito una sensazione di familiarità, anche se non avrebbe di certo mai potuto supporre di trovarsi nella sua Scozia.

    Si chiuse per un attimo in uno dei suoi incommentabili fili di pensieri, ridacchiando tra sé e sé come una schizofrenica subito dopo. Da seduta che si era messa sul morbido materasso, si rimise supina per poi rigirarsi di fianco verso la persona incredibilmente sfortunata a cui era ammanettata. Con la mano libera, cominciò a far correre le dita fra i capelli altrui, una vera e propria serie di carezze leggere sullo scalpo con i polpastrelli mentre si faceva vicina, vicinissima, soprattutto col viso, a distanza sussurro diretto nell'orecchio.
    Corvina non aveva a cuore il concetto di spazi personali quando si trattava di dare fastidio e destabilizzare l'equilibrio psicologico del prossimo suo, per la cronaca, quindi sì, si era appiccicata come una cozza ad uno scoglio.
    Con quella faccia da schiaffi che si ritrovava, un sorriso stampato che sembrava tagliato con il coltello per quanto era fuori luogo.
    Inquietante da morire.
    « Buongiorno, principessa. » soffiò con una dolcezza al limite del coma diabetico, schioccando la lingua sul palato.
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  6. .
    gifsspecialumbrakinesiscorvina f. van veen
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    psycho killer
    talking heads
    i hate people when they're not polite
    Sfiancato dalla violenza fisica subita, dallo shock dovuto al dolore e dal più banale terrore di morire in quel casino muffoso, il povero cristo ci mise davvero poco a perdere i sensi, non prima di venire colto da un sacro principio di piantino nervoso relatable che lo aveva lasciato a uggiolare sconsolato per un paio di solidi minuti.
    E a proposito di uggiolare... un cane.
    Un cane che sbucò dalla porta irrimediabilmente accostata vista la serratura completamente non funzionante.
    Bastò il suono deciso e stridulo dei cardini a far voltare Corvina verso l'uscio con gli occhi sgranati e le labbra strette. Il fatto che fosse un semplice animale la fece distendere di poco, per quella frazione di secondo che le necessitò per accorgersi che non era uno stupido randagio pulcioso ma un animale ben tenuto che, chiaramente, doveva essere scappato a qualcuno.
    Fece infine appena in tempo ad alzarsi, scavallandosi dalla sedia, prima che il presumibile proprietario del cane facesse il suo ingresso, guardandosi ben bene la scena, decidendo che quello non era proprio il posto dove voleva trovarsi e congedandosi con un paio di parole, portandosi dietro la sua bestiola.
    A quel punto, in onestà, era oltre che esterrefatta anche un po' offesa. Qual era il processo logico lineare che portava una presumibile persona qualunque come in quel caso pareva essere Kyle a farsi una passeggiatina notturna col cane in un fottutissimo quartiere fantasma? E perché proprio quando lei aveva da lavorare?
    Tutti irriverenti questi giovani di oggi.
    Kyle aveva la sua stessa età.
    Non c'era più religione.
    Più nessun rispetto.
    Eccetera, eccetera.

    « Ma che stracazzo...? » lo so, il suo retaggio purosangue pseudo-nobiliare traspariva particolarmente dalle sue raffinate scelte lessicali. Non serviva essere nelle Sacre 28 per accedere a quel livello di classe così alta. L'accento scozzese che permeava praticamente tutta la sua parlata, poi, era proprio l'ombrellino sul Mai Tai dell'impressione generale che dava di sé.
    Ebbe quella frazione di secondo inevitabile in cui non seppe davvero quale fosse la scelta migliore da fare. Una frazione di secondo, solo.
    In fondo, dove poteva volersene andare, una volta solo, il disgraziato legato come un salame a cui aveva ridotto le rotule a bricioline sul fondo del pacchetto di wafer?
    Ecco.
    Quindi Kyle fu inseguito. Inseguito, sì. Non di corsa, non ne vedeva ancora la necessità in fondo, ma a passi lunghi e ben distesi, sicuramente.
    Avrebbe cercato di recuperarlo finché non fosse riuscita ad afferrarlo per una spalla, e in caso, per quello, si sarebbe anche disturbata a slanciarsi in una mezza corsetta se il mago l'avesse costretta.
    « Fraterno amico mio, ti pare che posso permettermi di lasciarti scappare così? » non suonava particolarmente minacciosa, neanche la presa che aveva sulla sua spalla lo sembrava, perché in effetti non aveva intenzione di minacciarlo. Ancora. Non prima di capire se potesse rappresentare un problema lasciarlo andare così per la sua strada o meno.
    sooner or later you're gonna tell me a happy story. i just know you are.
  7. .
    gifsspecialumbrakinesiscorvina f. van veen
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    L'incontro di lavoro fantomatico era andato... come al solito. Erano volate tante parole forti - di uomini davvero strani - ma il succo era più o meno sempre lo stesso quando eri una libera professionista nel campo del recupero crediti. Ora che il Mondo Magico e quello Babbano si erano coagulati in un unico, ribollente ed eterogeneo sistema distopico, le possibilità per chi lavorava nei bassifondi dell'illegalità come lei si erano inevitabilmente moltiplicate. E per quanto Veena non fosse un'amante della routine, se c'era qualcosa che non smetteva mai di essere divertente era la violenza gratuita.

    Essendo venuti a mancarle i benedettamente versatili poteri magici, c'erano tante cose per cui toccava arrangiarsi. Non poter insonorizzare le stanze a piacimento, per esempio, era una mancanza difficile a colmarsi davvero, anche quando triangolavi la fascia oraria giusta e il casolare abbandonato giusto del quartiere abbandonato più amato dagli italiani gettonato di sempre.
    Lo sfortunato di turno, un uomo (derogatory) sulla quarantina che non ha davvero la necessità di essere descritto, aveva strepitato e pianto come un vitello a intermittenza più o meno da quando si era risvegliato dal sonnellino providenziale che lo aveva permesso di trasportarlo fino a lì - belle le droghe, belle davvero, grazie Babbani, e poi dicono che non servite a nulla e andreste deportati nei campi di lavoro. Cosa? Cosa.
    Ora, una cosa molto bella ed utile dei maghi era che, malgrado la loro possibilità di accedere a facoltà sovrannaturali estremamente poliedriche, senza bacchetta valevano meno della sedia cigolante e tarlata su cui la Special stava seduta al contrario, con le gambe divaricate e il ventre poggiato contro lo schienale.
    « Pausa, dai. » decretò infine la donna con un sorrisetto affilato, mentre le lingue di tentacolare oscurità che comprimevano la cassa toracica dell'uomo si allentavano con vaga pigrizia, aumentando lo sconforto e il terrore della povera vittima. Qualcosa di non dissimile dal segno livido che gli aveva lasciato attorno al collo doveva essersi manifestato, dopo tutto quel tempo, anche sulla pelle coperta dai vestiti a cui ora stava dando della momentanea tregua; era sempre un peccato rendersi conto di quanto la sua arte fosse di temporanea durata, soprattutto quando la mandavano a pizzicare maghi che potevano farsi sparire le ferite con due colpi di bacchetta come se non fossero mai esistite. « Shhhhh. » intimò, con l'indice davanti alle labbra, mentre un ennesimo tentacolo scuro usciva abbandonava la cavità orale, non tanto in profondità da soffocarlo ma abbastanza da farlo stare in silenzio. L'uomo, per tutta risposta, seguì comunque l'impulso atavico di uggiolare di paura non appena ne fu fisiologicamente capace.
    Poi giunse un guaito soffocato sofferente, subito dopo.
    Corvina gli aveva stampato una delle suole chiodate degli anfibi su una rotula con una veemenza tale da replicare il dolore di quando gliel'aveva spaccata la prima volta, circa un'oretta e mezza prima. Se non aveva urlato, era solo perché non aveva letteralmente più fiato.
    « Non t'ammazzo solo perché sennò non mi pagano. Mh? » era diventata improvvisamente seria. Irritata, quasi. Durò qualche istante, prima che tornasse a distendersi in uno dei suoi sorrisi melliflui. « Piangi, prega, svieni, fai quello che vuoi - basta che lo fai in silenzio. Tanto oggi non tiri le cuoia, è solo un avvertimento. » anche se, come detto, l'Inferius era un quartiere fantasma ed era oramai il cuore della notte, era un attimo con quelle urla ad essere trovati dalla persona sbagliata.
    Non che ci fossero molte persone giuste a cui fosse facile spiegare un tizio pesto, legato ad una sedia, in un casolare abbandonato e polveroso, si intende.
    sooner or later you're gonna tell me a happy story. i just know you are.

    Non fate domande, avevo una visione. Sì si ambienta lo stesso giorno dell'altra libera ma: di notte. Non fate domande davvero.
  8. .
    gifsspecialumbrakinesiscorvina f. van veen
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    let's go to bed
    the cure
    stay alive but stay the same, it's a stupid game
    Immaginava che certi mariti dovessero sentirsi più o meno come lei in quel momento. Quelli che uscivano a comprare le sigarette e tornavano improvvisamente dopo sei mesi di silenzio stampa, si capisce.
    Il disinteresse totale verso la quantità oscena di tempo che era passata, comunque, era quello. E in effetti, visto che avevano in senso più o meno figurato asciugato insieme le lacrime di Mckenzie con i fazzolettini scivolosi e inutili del Wizburger, si poteva dire che in un certo senso lei ed Heather fossero state sacramentate dalla guerra e dalle circostanze in una sorta di situazione coniugale. Pensandoci, i fazzoletti inutili di carta oleata che si trovano sempre nei fast food erano anche una perfetta metafora della totale inettitudine emotiva che aveva impedito a Corvina di essere un vero supporto morale in quel momento cruciale, ma andiamo avanti, non distraiamoci.

    Insomma, l'unica cosa che la rendeva davvero diametralmente diversa da un marito dell'Est Europa medio era che lei sapeva comporre dei bellissimi care packages. O almeno, questo aveva scoperto qualche settimana prima quando aveva deciso, senza nessun motivo valido, di andare a fare un'improvvisata al Ministero della Magia alla ricerca di Heather e s'era dovuta lambiccare il cervello su cosa portarle.
    Perché sì, in fondo ci teneva a non presentarsi a mani vuote. In fondo la bionda le era simpatica. E, stranamente, il bacio che si erano scambiate non influiva particolarmente in quell'equazione, visto il poco peso che la Van Veen dava a cose triviali come le effusioni e tutte le interazioni che appartenevano all'area non tanto semantica dell'intimità sessuale.

    « Aahh... » prese un respiro bello fondo. « Sento proprio l'odore... della rottura di coglioni. Chissà come fa Heather a stare qui. » parlava fra sé e sé perché il suo riguardo per il fatto di poter essere udita era più o meno parificabile a quello che riservava più o meno a tutte le altre sovrastrutture mentali imposte dalla società, cioè: nessuno. E poi si credeva molto simpatica, un sempreverde della comicità, un cipresso dell'allegria, ergo al massimo quei poveri sniffatori di scartoffie che si affrettavano ad attraversare l'atrium per godere di una meritata pausa pranzo potevano solo che sentirsi fortunati ad immagazzinare nella memoria le sue perle imperdibili.
    Se ne stava graziosamente appollaiata su una delle sedie lasciate a disposizione per i visitatori in attesa da almeno una ventina di minuti, con la busta che conteneva il regalo per la bionda poggiata accanto sul pavimento. Naturalmente, non aveva avvertito Heather del suo arrivo, anche se avrebbe potuto. Perché? Perché prendere appuntamenti è da precisini e avvertire è noioso, è molto meglio presentarsi senza preavviso col rischio che la persona che cercava neanche si trovasse lì quel giorno e a quell'ora.
    In compenso, al suo arrivo aveva rotto le scatole a tutti gli impiegati di passaggio a tiro - c'era un viavai non indifferente trattandosi di un complesso di uffici pubblici - finché almeno un paio di persone dall'aria assolutamente giovane, probabilmente reclute acerbe o tirocinanti ma era difficile stabilirlo ad occhio, non si erano offerte di cercare miss Morrison per farle sapere che aveva visite.
    L'ipotesi più quotata nella mente di Corvina era che l'avessero assecondata solo per togliersela di torno, capiamoci.
    Ma. Ma. Ma. Non avrebbe di certo aspettato per sempre, poco ma sicuro. In fondo, nel pomeriggio inoltrato aveva un... incontro di lavoro, come si suol dire. Quindi tempo un'altra mezz'oretta e si sarebbe di nuovo data alla macchia.
    Tempo buttato? Sicuramente. Ma Corvina aveva le sinapsi bruciate e avrebbe trovato non ironicamente noioso arrivare e incontrare Heather a colpo sicuro. Era addirittura pronta a ripresentarsi più volte finché non l'avesse incrociata, ma telefonare? Faceva così diciannovesimo secolo babbano, no, no, era più divertente il suo metodo, fidatevi. Fidiamoci. Si fidarono.
    sooner or later you're gonna tell me a happy story. i just know you are.


    Edited by .craven - 20/4/2024, 11:50
  9. .
    Pretends to be shocketh.

    HTML
    <span class="pv-n">emma dumont prenotato da .craven</span>
9 replies since 27/12/2023
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