Posts written by [ heavy sigh ]

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    tra leluluccuo (sapete cosa. lo lascio) e raph è stata sudata ma leluccio sia
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    shiloh e dave
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    il generale e la sua recluta più fedele
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    eddie anche io!
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    fazione: pro

    nome pg: kaz oh
    dov'è:
    RAPITO OBLINDER O MINIQUEST
    nome pg: Melvin Diesel
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    RAPITO OBLINDER O MINIQUEST
    nome pg: Friday de thirteenth
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    PARTECIPANTE QUEST CHE NON E' NELL'ULTIMA SETTIMANA
    nome pg: mood bigh
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    ULTIMA SETTIMANA — NORMALE
    nome pg: stan luna
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    ULTIMA SETTIMANA — NORMALE

    fazione: contro

    nome pg: madein cheena
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    ULTIMA SETTIMANA — OSTACOLO NELLA BOLLA
    nome pg: troy bolton
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    ULTIMA SETTIMANA — NORMALE
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    PARTECIPANTE QUEST CHE NON E' NELL'ULTIMA SETTIMANA
    nome pg: Bennett Meisner
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    PARTECIPANTE QUEST CHE NON E' NELL'ULTIMA SETTIMANA
    nome pg: poor withpotatoes
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    PARTECIPANTE QUEST CHE NON E' NELL'ULTIMA SETTIMANA
    nome pg: yale hilton
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    PARTECIPANTE QUEST CHE NON E' NELL'ULTIMA SETTIMANA
    nome pg: barbie jagger
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    RAPITO OBLINDER O MINIQUEST
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    nome pg: mis jacksson
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    nome pg: Mac Hale
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    RAPITO OBLINDER O MINIQUEST
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    stanley luna
    1998
    novi sad
    Doveva fermarsi. Una parte di Stan, non sapeva quale nè quanto importante (cit; sì, è Twilight), sapeva di doversi fermare, così da poter prestare perlomeno un finto primo soccorso alla ragazza che aveva appena maledettamente investito, ma apparato muscolare e neuronale sembravano in disaccordo su come agire: continuò a guidare, perchè lo stava già facendo, e non scegliere era una delle sue attività preferite. Non sapeva quando, o se, sarebbe finita quella strada, nè dove li avrebbe portati. Non era neanche certo che la benzina sarebbe bastata, ma aveva deciso fosse il problema di uno Stanley del domani: quello, aveva preoccupazioni più pressanti a cui pensare. Gli occhi chiari del Luna guizzarono rapidi dalla strada al passeggero al suo fianco, sopracciglia corrugate nel seguirne i movimenti. Un altro mezzo rantolo sgusciò dalle labbra del serbo nel notare altro sangue, l'odore ramato a mescolarsi a quello umido della tappezzeria dell'auto.
    Che cosa stava succedendo.
    «stai tranquillo, ok? sono viva e sto bene. un po’ di sangue al massimo macchierà la tappezzeria della tua auto ma non mi ucciderà.»
    Magari aveva un trauma cranico. La squadrò ancora di sottecchi, umettando nervoso le labbra. In un mondo idilliaco, Stan possedeva le conoscenze sul primo soccorso, perché a lavoro era stato obbligato a seguire un corso in merito, ma nella realtà aveva solo firmato quello che il suo RSPP gli aveva chiesto di firmare, senza seguire alcun corso. Il serbo non aveva mezze misure: o si faceva troppe domande risultando nevrotico e vittima della paranoia, o non se ne faceva affatto, limitandosi ad attendere che qualcuno gli desse indicazioni su dove andare assecondando qualunque richiesta. Neanche i film l'avevano mai edulcorato in materia, era una delle rare anime al mondo che mai aveva seguito una puntata di grey's anatomy, e come scrittore, era sempre più preoccupato a sferrare il colpo che a sopravviverlo. Ricordava vagamente qualcosa sul non poter dormire ...? Sulla luce negli occhi per osservare la (non??) dilatazione della pupilla ...?
    Era tendenzialmente fiducioso, ma trovò il fatto che la ragazza non volesse andare in ospedale alquanto sospettoso. Corrugò le sopracciglia, un'altra occhiata in tralice a cercare sulla pelle esposta di lei qualche tatuaggio compromettente che la legasse a unità criminali (ma perché, Stan, conosci i tatuaggi dei mafiosi? No, ma era convinto che se ne avesse visto uno, l'avrebbe saputo). Insoddisfatto, riportò occhi e dubbio sulla strada, curvando gentilmente per evitare di sballottollare la sua passeggera. «perché non vuoi andare in ospedale?» non ci provò neanche a mascherare il cinismo, perché l'aveva appena investita, e non voleva che gli morisse in macchina solo perché non era stato in grado di prestare soccorso. Quando si immise in una strada principale, abbandonando la selva oscura e la mancanza dei lampioni, cercò cartelli che potessero rivelarsi utili.
    «preferisci un ambulatorio veterinario?» Il tono serio del serbo indicava che non stesse scherzando affatto, e non fosse una battuta per darle implicitamente dell'animale: aveva visto un sacco di film dove i criminali andavano a farsi rattoppare dai veterinari. Non sapeva quale reale motivo avesse la bionda per non voler una struttura sanitaria pubblica, ma non avrebbe creato una discussione prima di risolvere il problema. Dopo, magari. Quando fosse stato certo che non sarebbe morta a causa sua.
    «e, come cercavo di dirti, non sono preoccupata perché non è la prima volta che mi investono. hai delle gomme da masticare?» Il suo cervello non funzionava così velocemente da fargli elaborare due informazioni in contemporanea. Rimase incastrato nella prima parte, quella in cui l'altra ammetteva di farsi investire a settimane alterne, arrovellandosi sul modo migliore per interpretare quella frase, e risponderle. Che fosse una truffatrice? Intascava poi i soldi dell'assicurazione? «non ho l'assicurazione» chiarí subito, caso mai avesse creduto di aver trovato un altro pollo da spennare. Joke's on her, quel pollo era già mcnuggets da un pezzo! La seconda osservazione che si sentì di fare, perplesso e personalmente oltraggiato dall'intera situazione, considerò di tenerla per sé, ma dopo intensi secondi di analisi e dissossatura mentale, sbottó «e non ti ha insegnato a guardare prima di attraversare?!» HE COULD NEVER! Fool me once, non avrai mai più la possibilità di percepirmi una seconda volta da fool me twice, perché non lascerò mai più la sicurezza della mia dimora. Imparava dai propri errori e da quelli altrui, Stan - che non significava non li ripetesse mai, solo che, facendolo, sapeva quanto fosse stupido e civilmente sbagliato. L'espressione del Luna si corrugò di assurda ed assurda richiesta, senza prendere in considerazione neanche per un istante di cercare caramelle, gomme, o acqua. Pensava fosse una spa? ALL'OSPEDALE AVREBBE TROVATO TUTTO QUELLO DI CUI AVEVA BISOGNO, e - soprattutto - non sarebbe più stata un problema suo, quindi perché non poteva essere rispettosa quanto lui, ed aiutarlo a liberarsi da quella miseria? «pensi spesso a come sarà il tuo primo omicidio…..? Nonostante fosse l'unica macchina in circolazione, le abitudini erano dure a morire, mise la freccia per immettersi sulla strada che l'avrebbe portato in centro. Non esitò nel «si» di risposta, perché duh, certo che ci pensava spesso. Non si sarebbe neanche giustificato dicendo di essere uno scrittore, perché lo faceva come Stan, non come i suoi personaggi - e no, fortunatamente per tutti, non era uno di quegli autori che volevano provare sulla loro pelle tutto quello da riportare nelle storie. Sarebbe stato..... qualcosa. «ed anche a come morirò. funerale e colonna sonora compreso» azzardó un'occhiata verso l'altra, sorpreso. «tu no?» Assurdo???


    diploma
    ??? help
    muggle25 y.o.serbian????

    Those days it was so much better, oh
    Feelin' cool in my youth, I'm askin'
    "Does anyone remember how we did it back then?"
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    ALMENO due . minimo sindacale.
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    stanley luna
    Life's been eating me up, it's poisoned my cup
    And if I leave the house, I'll get hit by a truck
    Joseph Moonarie non era solo un conoscente, per Stanley Luna. Nella sua, del tutto peculiare, concezione di rapporto umano, erano amici, malgrado non sapesse nulla del ragazzo che era andato a recuperarlo in stazione. Non sapeva quanti anni avesse, cosa facesse per vivere, o se avessi fratelli o sorelle più grandi, ma sapeva quale musica ascoltasse, che gli piacessero i coltelli, che non avesse alcuna conoscenza di cultura popolare, e che avesse un adorabile furetto. Non era una di quelle persone che condividevano dettagli sulla propria vita gratuitamente, ma il serbo l’aveva costruito come un puzzle, prendendo i pezzi lasciati impliciti fra un messaggio e l’altro per creare quello che credeva essere un intero. E se non lo era, non aveva importanza, perché quanto aveva era bastato perché Stan si sentisse abbastanza al sicuro da prendere un borsone, e decidere di trasferirsi in Gran Bretagna.
    Wow. Detto così, non aveva molto senso. Qualcosa pungolò la sua coscienza, una fetta affilata a suggerire che avesse fatto una stronzata, che avrebbe dovuto pensarci meglio, che la sua presenza a Londra non fosse gradita, e non avesse le skills per ricominciare in un paese che non conosceva in una realtà appena conosciuta. Il battito cardiaco recuperò quei pensieri prima che potesse farlo il cervello, acquistando velocità in un impeto che quasi bastò a fargli venire le vertigini. Il sapore dei colori a sciogliersi sulla lingua, iniziava a sapere di bile, e consapevolezza che l’unica soluzione a tutti i suoi problemi fosse lasciarsi morire.
    Quindi sorrise, perché non poteva dire a Joey che stesse valutando il suicidio assistito come tattica di sopravvivenza a se stesso. Non dal vivo, perlomeno – non ancora. «sembrava quello della pubblicità delle scatolette Cesar» rispose, perché no, non conosceva le razze, a meno che non possedessero caratteristiche univoche e molto particolari. Tutti gli altri, erano semplicemente cagnetti.
    «Ho vent'anni» Ricambiò l’occhiata, ma senza vederlo realmente. Nel caotico marasma dei suoi pensieri, Stan pensava ai suoi vent’anni, quand’era ancora ebbro di entusiasmo ed il resto della vita davanti a sé per decidere come spenderla. E a venticinque anni no? Beh, no, e neanche prima che una guerra magica rivoluzionasse il mondo così come lo conosceva: dopo aver trovato lavoro, aveva sacrificato tutte le proprie ambizioni in cambio della comodità di uno stipendio fisso, senza aspettative per il futuro o per migliorare se stesso. Sognava solo la pensione che avrebbe avuto a ottant’anni, se fosse stato fortunato e gli avessero offerto qualche scivolo fiscale. Certo non sarebbe mai stato abbastanza indipendente da vivere da solo, o avere la possibilità di raccattare qualcun altro e trascinarlo sotto il suo stesso tetto.
    Era ammirato. Ed un po’ terrorizzato. Sarebbe stato anche umiliato, se non avesse adorato Joey con ogni misera fibra del suo essere: era felice fosse più funzionale rispetto a lui; qualcuno doveva pur esserlo, e non sarebbe stato Stan Luna. Lo seguì senza fare domande, sguardo basso sui propri piedi in silente contemplazione del piano fisico. «A casa ho la moka» Un guizzo delle labbra verso l’alto, ed un’occhiata rapida verso il ragazzo. «stai cercando di sedurmi?» Vorrei dire che poche cose al mondo arrivassero dirette verso il cuore del Luna, ma non sarebbe stato vero. Poteva però dire, con assoluta certezza, che la promessa del caffè – ed un caffè buono, perché non poteva pensare di essere amico di qualcuno che usava la minaccia all’umanità che rappresentava il caffè solubile – fosse uno dei modi più veloci per conquistare la sua fiducia, e la sua venerazione. Sapeva, con l’assoluta certezza possibile solo ai tossico dipendenti, che il caffè avrebbe risolto tutto. L’impaccio del primo incontro, il disordine dei propri pensieri, la presa friabile che aveva sulla realtà. «prima mi inviti a casa tua, poi mi offri il caffè» elencò, spostando la testa ad ogni numero spuntato dalla lista, come se quello non fosse esattamente e precisamente stato il comportamento che qualunque essere umano avrebbe adottato con un barbone raccattato per strada. «hai una cotta per me o qualcosa» sorrideva leggero, perché quel particolare senso dell’umorismo era uno dei suoi tanti copy mechanism al complicato processo che era vivere, e perché con Joey si sentiva abbastanza a suo agio da poterlo fare. In compenso, non appena qualcuno ci provava davvero, o non se ne rendeva conto, o disingaggiava come un pro - non che fosse mai capitato davvero, ma gli bastava un complimento per decidere che le dita a pistola fossero una risposta adatta.
    «Ti porto io il borsone, se vuoi» Strinse il suddetto borsone protettivo al petto, drizzando la schiena per dimostrare di essere un UOMO INDIPENDENTE, e di non essere affatto provato da quel peso che sembrava attirarlo verso il cuore stesso della Terra. Sarebbe morto prima di lasciare che qualcuno si facesse carico dei propri fardelli, fisici o emotivi che fossero. «nah, grazie, non mi da fastidio» gli dava molto fastidio, invece, ma persistette a sorridere come se ancora avesse una percezione del proprio braccio, e la gravità non lo stesse lentamente uccidendo. Lo seguì con la cieca fiducia di un cane con il proprio padrone, lasciando che facesse strada in un silenzio che, bisognava dirlo, era molto meno imbarazzante di quanto si sarebbe aspettato. Fremeva comunque come uno studente prima dell’interrogazione, Stan, attendendo il social cue adatto per iniziare una conversazione.
    Una qualsiasi.
    «vivi lontano da qui?» domandò, guardando l’orologio. «tra quanto passa il pullman? Possiamo andare subito, se preferisci» Una pausa, sguardo al cielo. Ma passavano i pullman? Non ricordava di aver visto tratte urbane, nel suo pellegrinaggio verso Londra. Dopotutto, i maghi non ne avevano bisogno. «o mi... Boh. Swippi via??» Come funzionava la vita. Corrugò le sopracciglia, fermandosi di fronte al bar scelto dal Moonarie. «tu prendi qualcosa?» Un’altra pausa. Frugò nelle proprie tasche cercando il portafoglio, che tenne fra le mani soppesandolo.
    «ma che. Soldi vogliono» non aveva pensato di cambiarli. «dici che accettano i dinari» ma che valuta avevano in Serbia quel posto. Strinse le labbra fra loro, infilando nuovamente il portafoglio in tasca. «in effetti. Possiamo prima andare a casa» poteva rimandare il caffè se significava non farsi troppe domande sulle cose badger da fare.
    gif code
    1998's
    muggle
    serbian
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    non mi scuserò. sapevate che non aprivo photoshop da mesi VOSTRO RISCHIO E PERICOLO.

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    stab loona.mp3
    domestic bliss
    - glass animals
    even in my dreams i can't win
    - bad suns
    sob story
    - arrested youth
    stan
    luna
    sheet
    power
    aesthetic
    headphones
    ott. '23 -- irma
    ago. '23 -- joey

    Jesus, I'm sick of my procrastination
    Maybe I should make a podcast and try to
    explain it
    info
    sugar daddy tascabile: joey moonarie
    strana childhood friend: irma buckley
    amici di penna!!!: nicky. e meh. e tu se stai leggendo probabilmente
    persone incontrate al fronte: morte probabilmente
    parenti: meglio di no
    colleghi?: no perchè non lavora
    in compenso: i rider di delivery gli sono molto simpatici

    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
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    stanley luna
    1998
    novi sad
    Adrenalina? Shock post traumatico? Non vi è dato saperlo, vi basti essere consapevoli del fatto che Stan Luna fosse perfettamente funzionale e nel pieno delle proprie capacità motorie e fisiche, tanto da togliere il piede dal freno e tornare ad accelerare. Non un pensiero, non uno solo, nei primi metri consumati con una sconosciuta appena investita al posto del passeggero.
    Poi la realtà, lenta ma inesorabile, iniziò a farsi strada nella nebbia del suo scarsamente abitato campo emozionale, costringendolo a deglutire saliva e bile e spostare effettivamente lo sguardo dalla strada per portarlo sulla ragazza. Perfino guardandola, temette fosse uno strano frutto della sua immaginazione. O peggio: un fantasma vero e proprio, che ancora non fosse a conoscenza di essere morto. Era possibile? Sentì gli occhi pungere di lacrime, ma si rifiutò di versarle. Spettro o meno, c’era qualcuno nella sua auto, e Stanley Luna non aveva alcuna intenzione di spiegare ad un’entità, fisica o meno che fosse, i suoi copy mechanism in merito al terrore, o all’improvvisa assenza di epinefrina nel sangue. Provava la strana sensazione di essere asciutto dentro, privato di ogni liquido come una medusa incagliata in un lido. Provò a passare la lingua sulle labbra, ma sentì tutto affilato, e ruvido; carta vetro su parti dure. Tentò anche di schiarirsi la gola, invano. Quando aprì bocca per parlare, ne uscì lo stesso rantolo che accompagnava le mattinate di chi lavorava nelle fattorie - un asino, ed uno che non fosse felice di essere stato svegliato. Ricompose mentalmente quanto detto dalla persona.
    «non sono sotto shock»
    (era molto sotto shock. Tremava così forte da dover serrare le dita attorno al volante, per impedirsi di prendere il volo come una delle fate con cui giocavano sempre le sue vicine al piano di sotto)
    «andiamo???» MA DOVE. DOVE DOVEVANO ANDARE. Un altro verso di gola sgusciò dalla bocca del Luna, qualcosa di sofferente e decisamente poco umano. «oddio ti ho investito scusa ma è sangue quello? sembra sangue. non ho cerotti non ho bende non ho conoscenze posso cercare su internet però» tutto insieme, a flusso di coscienza. Stan seguiva la filosofia di pensiero per cui sentire i ragionamenti ad alta voce, li rendeva sensati e reali. Il primo passo per ideare un piano, era elencarne gli obiettivi, e seguirli fino a giungere ad una soluzione. Mai come in quel momento sentì la mancanza di un quaderno dove prendere appunti. Non era progettato per agire d'impulso, od adattarsi alle situazioni di stress. Non era in grado di reagire - ma stava continuando a guidare senza entrare in full modalità panico, e credeva fosse più di quanto chiunque, viste le sue circostanze, potesse chiedere. «dove devi andare. oltre che in ospedale. dove ti porto. al san fungo??» MA C'ERANO LE INDICAZIONI PER IL SAN FUNGO SU GOOGLE MAPS? «non sembri preoccupata. perchè non sei preoccupata? ti ho investito. messo sotto con la macchina. sprimacciata come un cuscino sotto le gomme» era uno scrittore, conosceva mille modi per dire le cose, ed in quei :sparks: momenti :sparks: in cui il sangue non arrivava al cervello, li diceva tutti. Un moderno poeta. «sei già morta vero? oddio sei già morta» curvò le labbra verso il basso, le nocche bianche per lo sforzo di stringere il volante. Di nuovo, sentì gli occhi riempirsi di lacrime.
    E poi: «non era così che avevo immaginato il mio primo omicidio» Per errore, capito? Che modo di merda per andare in prigione.


    diploma
    ??? help
    muggle25 y.o.serbian????

    Those days it was so much better, oh
    Feelin' cool in my youth, I'm askin'
    "Does anyone remember how we did it back then?"
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    primo pg del gruppo? si


    del 4b.
    link scheda: yikes!
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    nickname: [ heavy sigh ]
    gruppo: muggle (e per davvero!!!)
    link in firma? aspetto un set in regalo (cosa? cosa)
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    HTML
    </li><li>[URL=https://oblivion-hp-gdr.forumcommunity.net/?t=62910211#entry463312732]stanley luna[/URL]

    MANGIAMORTE
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    HTML
    <span class="pv-m">patrick gibson</span> stanley luna[URL=https://oblivion-hp-gdr.forumcommunity.net/?t=62910211#entry463312732][color=#A33213] scheda pg[/color][/URL]
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