Votes given by …oh kaz

  1. .
    CITAZIONE (ad[is]agio @ 11/5/2024, 16:31) 
    FUORI DALLA BOLLA.
    — Un sacchetto con tutte pietruzze dalle forme e dai colori disparati, dal corniolo allo smeraldo, passando per ametiste, malachite, giada imperiale, granito ecc... c'è un foglietto, all'interno, che spiega il significato e le proprietà di ogni tipo di pietra. (Lisi)
    — Il kit per fare tatuaggi (ago + inchiostro) che Ryu glo ha regalato dopo qualche mese che aveva iniziato a lavorare presso di lui come tirocinante. (Theo)
    — Un prototipo di spada laser funzionante, creata dallo stesso Kyle anni fa, ma da sempre in attesa di essere perfezionata. (Kyle)
    — Un giacchetto di jeans anonimo, niente spille o decorazioni, la cui unica particolarità è il suo essere un po' bruciacchiata in posti casuali, nulla che le impedisca di essere comunque indossata. (Hans)


    DENTRO LA BOLLA.
    — Un piccolo ricettario con scarabocchiate sopra le dosi e le preparazioni di alcune delle sue specialità, ricopiate nel corso dei due mesi nella Bolla; alcune sono il lascito di una vita prima, altre esperimenti fatti negli ultimi anni, altri ancora idee che non ha avuto il tempo di provare. (Grey)
    — Una bandana gialla decorata a mano, con tanti piccoli fiori fatti con il pennarello per tessuti proprio da lei, con l'aiuto e la pazienza di Kieran; ci sono due piccole K+H su una delle estremità della stoffa, ricamate invece con il filo nero. (Hold)

    FUORI DALLA BOLLA.
    — Un sacchetto con tutte pietruzze dalle forme e dai colori disparati, dal corniolo allo smeraldo, passando per ametiste, malachite, giada imperiale, granito ecc... c'è un foglietto, all'interno, che spiega il significato e le proprietà di ogni tipo di pietra. (Lisi)
    — Un ciondolo a forma di cuore, di quelli che si aprono e contengono minuscole foto delle persone amate: nel suo caso, era conservata una delle foto trovate nella lettera 2043, nello specifico quella con una Viv appena nata e tutti i suoi fratelli, poco più che dei bambini, in spiaggia. Immagino che ora ci siano solo loro tre, uh. (Lisi)
    — Il kit per fare tatuaggi (ago + inchiostro) che Ryu glo ha regalato dopo qualche mese che aveva iniziato a lavorare presso di lui come tirocinante. (Theo)
    — I suoi occhiali da vista, ancora con l'asticella rotta e lo stupido sticker di grifondoro usato come scotch di fortuna per tenerli uniti. (Theo)
    — Un prototipo di spada laser funzionante, creata dallo stesso Kyle anni fa, ma da sempre in attesa di essere perfezionata. (Kyle)
    — Il suo cubo di Rubik, che non ha assolutamente nulla di magico o particolare, ma era la sua distrazione preferita (e inconscia) ed è super consumato, tanto che i colori hanno iniziato a scollarsi e venire via. (Kyle)
    — Un giacchetto di jeans anonimo, niente spille o decorazioni, la cui unica particolarità è il suo essere un po' bruciacchiata in posti casuali, nulla che le impedisca di essere comunque indossata. (Hans)
    — Il telescopio che ha comprato con i soldi ricevuti dopo la morte di suo padre; l'ultima volta che ricorda di averlo usato, è stato per posizionarlo da qualche parte per le strade di New Hovel, in attesa dello sciame meteorico del 6 maggio al quale, uh!, non ha poi assisisto. (Hans)


    DENTRO LA BOLLA.
    — Un piccolo ricettario con scarabocchiate sopra le dosi e le preparazioni di alcune delle sue specialità, ricopiate nel corso dei due mesi nella Bolla; alcune sono il lascito di una vita prima, altre esperimenti fatti negli ultimi anni, altri ancora idee che non ha avuto il tempo di provare. (Grey)
    — Il set di coltelli con cui si era presentato al Lotus per salvare Vin: sono tenuti in perfette condizioni, affilati e letali, e si capisce che li tenesse con grande cura, ma non gli mancheranno di certo. Un ottimo affare per chi dovesse trovarli. (Grey)
    — Una bandana gialla decorata a mano, con tanti piccoli fiori fatti con il pennarello per tessuti proprio da lei, con l'aiuto e la pazienza di Kieran; ci sono due piccole K+H su una delle estremità della stoffa, ricamate invece con il filo nero. (Hold)
    — Una piantina velenosa di cui non conosceva l'esistenza e che ha scoperto una volta arrivata nella protobolla, che ha poi piantato e curato per tutta la sua permanenza lì. (Hold)


    Eeee aggiorno
  2. .
    darden larson
    I'm only honest when it rains
    If I time it right, the thunder breaks
    When I open my mouth
    I wanna tell you, but I don't know how
    In ogni coppia, c’era la persona responsabile e quella feral. Non che lei e Jericho lo fossero. Affatto, ha ha. Nei suoi sogni, forse. Darden non era responsabile in alcuna misura o universo alternativo, ma visto l’inclinazione della Lowell a vendere il bambino per dei cammelli, beh. Si faceva di necessità virtù, o qualcosa del genere. «dici che ci darebbero tanti cammelli?» si illuminò per un attimo ed ebbe il flash di un sito che stabiliva il tuo valore in cammelli, chissà se anche Jericho l’aveva beccato. Sicuramente, era cronicamente online almeno quanto lei. «assolutamente no. i bambini sono inutili» sollevò il labbro in una smorfia e scosse il capo, con tutti i fratelli che aveva ormai era un’esperta sull’inutilità della prole umana. Erano così piccoli, rumorosi, e avevano costantemente le mani appiccicose di bava o peggio. Ma soprattutto: rompevano il cazzo. «di certo non ti farò uccidere da un fuckin bambino» forse la Larson vedeva quello che voleva vedere lei, persa nei propri vagheggi e affiatata nel rincorrere un miraggio che si allontanava ad ogni passo, ma decise di darvi la propria interpretazione. Jericho le stava chiaramente dicendo che era suo il diritto di farla fuori? I Do Not See It. Preferì concentrarsi su quella palla di lardo, quell’essere mostruoso di un bambino che stava manovrando con la stessa cautela di una bomba. Cosa che poteva benissimo essere, l’emocineta non escludeva nulla, specie con un uccello demoniaco al suo fianco. «pensi sia una creatura di abby?» provò a scuotere il bambino, non un pensiero coerente a rimbalzare nella scatola cranica, se non il vago ricordo che fosse un gesto…rilassante. O forse era per farli digerire. Almeno non si mise a piangere, ed era già un traguardo. Solo a quel punto si concesse di far scivolare lo sguardo sulla Lowell, rapita dall’entusiasmo giovanile e dalla guerra di dominanza che stava avvenendo tra lei e il corvo. Sollevò le sopracciglia ed annuì piano, gli occhi chiari a giocare a ping pong tra l’animale e la telepate «potrebbe essere, ho visto cose più strane» e con ho visto intendeva quello che le avevano raccontato sulla magica Capitol, ma quello non lo poteva sapere Jericho. «non dirmi che–» e invece sì, Jericho ormai ci era più dentro delle cinque dita anali «sai cosa? ti si addice, fa molto lord del male» ma anche porno gay cinese, anche se avrebbe evitato di menzionarlo. Sapeva in fondo al cuore che non avrebbe compreso la reference a Sha Po Lang e al daddy Gu Yun. «ti somiglia» sapete cosa? Darden decise di ignorare il non-così-velato insulto di Jericho, decidendo invece di aggiungerla alla lista per cui avrebbe dovuto rapire il bambino. Ormai si era già portata avanti, un pensiero che dopo averle sfiorato la mente aveva preso radici più in fretta di una ludopatia da scala 40. Posso smettere quando voglio, racconta Darden Larson con 40 figli asiatici. Non poteva farci niente, era nella sua indole Withpotatoes quella di avere il brutto vizio del collezionare orfani, ed era peggiorata dopo la guerra. Almeno Mac e Harper non erano poppanti. «è un problema di noi bellissimi» la faccia da pirla, ma anche la dipendenza. «magari ha avuto un imprinting. Come le anatre» COME LE ANATRE???? Ma non erano i cigni? O i cigni erano anatre? Ma non era quello l’importante, perché nel suo breve (...) momento di distrazione, quel raviolo cinese aveva allungato le mani e l’aveva……………………….toccata. Chiuse forte, fortissimo, gli occhi e si impose di contare fino a cinque, mentre cominciava a vibrare su un altro piano astrale «cristo santo, spero di no» staccò una ad una le dita luride del bambino, accertandosi di tenerle ben lontano dal proprio volto «non hanno un tasto di reset o qualcosa del genere?» oh, magari funzionava come Cicciobello. Magari bastava scuoterlo abbastanza forte, o appenderlo a testa in giù come gli amici di Mussolini.
    «riesci a sentire se è come noi? Con il sangue, eccetera» ottima idea, gg ez.
    Se non fosse stato che
    Pausa
    Molto
    Lunga
    «non sento niente» deadpan, ormai arresa, come solo una Betta a Pisa era stata. Nemmeno un secondo tentativo diede risultati, e ormai la Larson sapeva gestire abbastanza il proprio potere da essere certa di non essere il problema. «forse anche lui viene dallo stesso posto del corvo» voltò lentamente il capo a cercare lo sguardo di Jericho, un guizzo delle labbra all’insù mentre sollevava appena la Bestia come un Simba qualsiasi «gli inferi» chissà se poteva chiamarlo Ade, o se i genitori gli avevano lasciato una targhetta al collo come un animale domestico qualsiasi. Osservò Jericho frantumare un lecca lecca in uno strano rito di bonding con il corvo, e si vide costretta a frugare nelle proprie tasche allo sguardo sconsolato del bambino. «se inizi a piangere ti lascio qui» lo ammonì nel passargli una caramella che aveva trovato nel fondo delle proprie tasche, con tutta probabilità lì da mesi. Decise di rimettersi in piedi, il dolore alle gambe ormai una costante della sua età avanzata, ma tenendosi piegata per reggere la mano del bambino. Ugh, tutto terribile. «non pensavo che avrei passato il pomeriggio così» ma quando mai poteva avere una normale interazione con la Lowell senza che qualcosa si mettesse in mezzo, anche se solitamente si trattava di rapimenti vari «tour dei ristoranti di chinatown? magari qualcuno se lo prende» un sorriso debole a rompere la monotonia del viso, ma cauta a tenersi il resto dello stupido entusiasmo a vibrare nelle vene per sé: ogni scusa per rubare un attimo del proprio tempo alla Lowell ne valeva la pena «dici che gli piacciono le katana? o le cose affilate? e lui è il suo uccello killer» sperava non pedofilo, come tutti gli uccelli sembravano essere di quel periodo.
    gif code
    1998
    rebel
    hemokinesis
  3. .
    paris bentley tiptonvi yearcaptain
    La sua prima partita da capitano, chi mai l'avrebbe detto. Nessuno, davvero nessuno. Non aveva mai agognato al titolo, non nel modo in cui i precedenti capitani avevano fatto, ma aveva accettato con umiltà e grazia lo scettro del potere. Dopotutto, il talento non si poteva comprare. Era ancora destabilizzato dal bacio sul capo del capitano avversario, e dalla conseguente scena k-drama, ma aveva deciso di non farsi domande. Forse era il suo fascino? Ovviamente Paris aveva fatto anche il suo importante discorso da capitano, su quanto fossero bellissimi e non esistesse che si facessero battere dai tassi. Ma questo non è importante, perché voglio solo dormire. «DAJE CORVI DAJE SPACCHIAMO CULI» e questo era tutto l’incitamento che avrebbe dato al momento. Perché davanti a lui si parava una sfida, la prima di molte. «preghierina al fly e ci sono» e con preghierina intendeva schioccare un bacio volante alla tribuna, dove era certo che un certo qualcuno stesse facendo il tifo per lui. Si assicurò di avere i guantoni ben stretti ai polsi, e strinse una mano sul manico della scopa. Fece per tendere leggermente da una parte, pronto a scattare verso l’anello verso cui si sarebbe diretta la pluffa.
    puoi
    fulminacci ft ptn
    living in the middle between the two extremes
    (eliandi's version)


  4. .
    gertrude 'geri' yorkesvii annobattitore
    «bel tempo» di merda «per una partita» del cazzo. «forza corvi forza» immagino?
    Li guardò uno ad uno, la Yorkes, appuntando le facce dei cinque compagni e marcandole a fuoco nella sua memoria: sarebbero state le stesse facce contro cui avrebbe tirato freccette magiche nel caso di sconfitta.
    Sì, Gertrude Yorkes era una persona competitiva; no, non pensava che Paris Tipton avesse la stoffa del capitano. Bastava guardarli, giocavano anche con un uomo in meno perché non era stato in grado di trovare una riserva (della riserva, but still). Buh-uh! «carichi?» se pensava che quello era il suo ultimo anno e sugli spalti potevano esserci gli scout per le più grandi squadre inglesi, un po’ le veniva da piangere. Ma non lo fece, batté invece la mazza con vigore sul palmo guantato e lanciò un’occhiata in tralice al suo capitano: facci vincere o ti butto già dal manico di scopa con una bolidata. «in bocca al lupo, squadra!!» uuugggggggggh.

    A mezz’aria, seduta con le caviglie incrociate e il busto dritto, i fiocchi di neve ad incastrarsi nelle trecce ebano, Geri si pentiva di molte cose tranne che di aver deciso di dedicare la sua vita al quidditch: amava tutto di quello sport, dall’adrenalina alle palle spedite a tutta forza che squarciavano il cielo. Ah, hello bolide my old friend. «mio» sussurrò, stringendo i denti e assottigliando le palpebre, mettendosi sulla traiettoria del primo bolide, per rispedirlo ai tassorosso con (si spera) tutta la forza che aveva in corpo.
    up&up
    coldplay
    living in the middle between the two extremes
    (eliandi's version)


    SPOILER (click to view)
    (2) DIFESA PARIS (geri + amio): si mette sulla traiettoria
    BOLIDE SU KURT (geri): ribatte il bolide

    CODE
    (2) <b>DIFESA PARIS  (geri + amio):</b>
    <b>BOLIDE SU KURT (geri):</b>
  5. .
    Stormi BlackwoodV yearChaser



    l’elettrocineta stava bestemmiando in turco per i fiocchi di neve che cadevano copiosi, desiderava un camino, una coperta, il calore, invece si trovava con il naso più rosso di una renna di babbo natale il 24 dicembre.
    Beh, almeno era arrivato il momento di scaldarsi. «mia!!» disse mentre cercava di sfrecciare veloce fra i giocatori
    gialloneri

    «hhh» mi serve

    Teeth
    5sos
    living in the middle between the two extremes
    (eliandi's version)


    prova ad intercettare
  6. .
    house of gold dove vive il tuo pg?
    beh, la discussione mi pare molto auto esplicativa: dove vivono i personaggi del gdr, e con chi?? vorrei dire che spesso può essere utile controllare dove vivono quelli degli altri, ma diciamoci la verità: spesso scordiamo anche gli indirizzi dei nostri stessi pg. quindi!!! segniamo tutto qua !!!
    questa discussione non è obbligatoria, e non essendo [step] ma semplice fun fact, potete anche segnare pg altrui (in quanto coinquilini di vostri pg eccetera), nonchè, rispondendo al topic, dare più dettagli riguardo la casa, dove si trova, altri png residenti e cose così ♥

    [nb temporaneo] ho lasciato segnati i pg già iscritti nella discussione di new hovel. ovviamente se si sono trasferiti nel frattempo uppate e modifichiamo!

    hogsmeade
    romolo linguini mago. 1999
    sunday de thirtheenth nato special. metamorfosi, 2000


    diagon alley
    turo hendrickson mago. 2003

    wren hastings wizard. geocinesi, 1997


    new hovel
    (diagon alley)


    idem withpotatoes wizard. medium, 1993
    noah e. parrish wizard. realtà artistica, 1995

    jericho lowell wizard. telepatia, 1999

    murphy skywalker wizard. geocinesi, 1996

    poor withpotatoes wizard. moltiplicazione, 2001
    swag jättelik wizard. telecinesi, 2003

    maddox rory wizard. metamorfosi, 2001

    barbie jagger nato special. guarigione, 1994
    mads wesley muggle. ombrocinesi, 1994

    jaden beech wizard. lumocinesi, 1996
    eugene jackson mago infiltrato. 1992

    justin case wizard. criocinesi, 1996
    hold may beer wizard. acidocinesi, 1998

    jane darko muggle. elettrocinesi, 2003
    narah bloodworth wizard. telepatia, 2002
    nikita fitzgerald special muggle. medium, 2003

    hans belby nato special. pirocinesi, 2004
    tvättbjörn cömmstaj muggle. emocinesi, 2003

    liam o'sullivan muggle. emocinesi, 2003

    troy bolton hawkins special wizard, chiaroveggenza. 1994

    amos hamilton muggle. 1996
    lawrence matheson mago. 2000

    moka telly wizard. elettrocinesi, 1999

    jayson matthews muggle. telecinesi, 1996
    lydia hadaway strega. 1996



    londra
    marcus howl wizard. empatia, 1989

    barrow skylinski mago. 2000

    jack daniels/hyde cw mago, 1998
    chelsey weasley strega. 2002
    franklyn daniels/jekyll cw special born, pirocinesi. 1993
    adalbert behemoth special wizard, metamorfosi. 2000

    friday de thirteenth strega, 1992
    wednesday de thirteenth strega. 1992
    thor de thirteenth strega. 2005

    heidrun crane special born, mimesi, 1996
    gemes hamilton special muggle, telecinesi. 1990

    andrew stilinski mago. 1997
    isaac lovecraft mago. 1997

    jamie hamilton special born, cronocinesi. 2094
    william barrow ii mago. 2094

    madein cheena (fake) mago. 2001
    ryuzaki kageyama special wizard, ombrocinesi. 2001
    godric osborne mago. 2001
    claudia moor strega. 2001
    taichi lìmore special wizard, atmocinesi. 2003

    maeve winston strega. 1996
    dakota wayne mago. 1998
    erin chipmunks strega. 2000

    arabells dallaire special wizard, aereocinesi. 2000
    jeremy milkobitch special wizard, geocinesi. 1999

    william barrow mago, 1993
    akelei beaumont strega, 1992

    mckenzie hale mago, 2003
    gaylord beckham mago, 2003
    harrison bonnay magonò, 1999

    rea hamilton special muggle, illusioni. 1990
    aloysius crane special muggle, lumocinesi. 1989
    elijah dallaire special wizard, chiaroveggenza. 1991

    yale hilton iv mago, 1995

    kaz oh special wizard, lumocinesi. 2005
    kul oh special wizard, ombrocinesi. 2006

    nelia hatford strega. 1992
    bennett meisner strega. 2007

    kaito kageyama magonò. 1999

    joe king mago. 2000
    zalda calloway/renèe bb mago. 2022

    morley peetzah mago. 1993

    nice hillcox strega. 2023

    nathan shine mago. 2000
    coraline krum wizard. guarigione, 1999

    grey hwang muggle. magnetocinesi, 2002
    melvin diesel nata special. empatia, 2003

    kang haeil (kyle) mago. 1998

    idys gaffney strega. 1997

    bash baker nato special. wafiacinesi, 2003

    willa matthews wizard. assorbimento cinetico, 1998

    guadalupe garcía ramos strega. 1996

    tyler wood mago. 1995
    daisy bulgakov strega. 1996
    adam cox mago. 1996

    java c.sharp strega. 1995

    lita carvalho muggle. aerocinesi, 1996
    xavier stevens muggle. pirocinesi, 1997

    elias raikkonen nato special. chiaroveggenza, 1991
    mikkel raikkonen mago. 1991

    irma buckley wizard. idrocinesi, 1996
    cornelia garcía ramos wizard. geocinesi, 1997

    john callum 'jc' grayson mago. 1997


    barnton (uk)
    dylan kane strega. 2005

    ottery st. catchpole
    desdemona benshaw strega. 2006

    liverpool
    reese e.p. withpotatoes mago. 1995

    parigi
    lisi selwyn strega. 1994

    new york
    yale hilton iv mago, 1995

    francoforte
    mood bigh mago. 2007
    check vibe mago. 2003


    aud uilinn, scozia
    joni peetzah strega. 2005

    istituto (2043) londra
    theo kayne mago. 2007
    mis jacksson special born, faunacinesi. 2008





    modulo
    CODICE
    [html]<u><b>nome_pg</b> razza. eventuale_potere, anno</u>[/html]
    dove_vive

    in caso di pg che vivono insieme:
    CODICE
    [html]<i><b>nome_pg</b> razza. eventuale_potere, anno</i>
    <i><b>nome_pg</b> razza. eventuale_potere, anno</i>[/html]
    dove_vivono


    Edited by ad[is]agio - 18/9/2023, 12:16
  7. .
    gifs1995'shitmandaveth gallagher
    currently playing
    i don't give a...
    missio, zeale
    You don't know what's in my head
    You think you do, but you really don't
    You don't know what's in my head
    I'd like to beat ya up, I guess I won't
    Il Wicked Park era un luogo spettrale.
    Lo era di giorno, quando bambini e adulti si dilettavano in danze frenetiche tra un'attrazione e l'altra del parco, gettando luci ed ombre sulle giostre mossi da musiche d'atmosfera tanto sinistre da confondersi con un’ambiente che celava la sua vera essenza; lo era di notte, quando il chiarore della luna rendeva quel posto un teatro degli orrori, i cui attori preferivano nascondersi dietro le quinte e le note a diffondersi negli amplificatori magici venivano sostituite dai cigolii delle strutture che, al buio, sembravano molto più pericolanti di quanto i genitori avrebbero voluto per i propri figli.
    Quella non era la prima volta, né sarebbe stata l'ultima, che Daveth Gallagher si ritrovava a dover ammirare un cadavere riverso negli angoli più reconditi di quel luogo, dove in orari diversi dai suoi gli scherzi della natura venivano esibiti come fenomeni da baraccone. Non era di certo per quel motivo che vi si rintanava quando il cervello faceva troppo rumore, ed i rapidi respiri strozzati nelle pieghe del cuscino comprimevano la gabbia toracica in una morsa da togliere, letteralmente, il fiato: c’erano i ricordi di una vita non vissuta, nelle strade tra la ruota panoramica ed i tiri a segno; i sorrisi strappati ad un bambino che l'entusiasmo di salire su una montagna russa non l’aveva mai provato.
    Poteva però, non con estrema difficoltà, comprenderne il fascino, e capire il perché venisse scelto come palcoscenico di atti con una discutibile moralità: l’oscurità di quegli spazi abbandonati da un dio negligente e calpestati dai suoi ignavi pupazzi, richiamava quella insita nell’animo umano in un dare e avere senza fine.
    Trovare lì Yale Hilton, apparentemente impassibile al cospetto di un corpo esanime, non rientrava nelle aspettative del sicario. Dirsi stupito di quell’incontro avrebbe previsto un’ingenuità di cui aveva imparato a fare a meno in tenera età: si fidava poco del resto del genere umano, concedendo stima e lealtà unicamente alla propria persona; era dietro le vesti più innocue e rette che si mascheravano gli spiriti più torbidi. Conosceva abbastanza il consigliere da sapere che quest’ultimo non fosse il suo caso, e da non avere la presunzione di conoscere ogni sfaccettatura di una psiche più irrequieta rispetto a quella che mostrava al pubblico.
    Erano molti i perché che avrebbero potuto spiegare la sua presenza al Wicked, quella notte; la stessa in cui, dopotutto, al Gallagher non sarebbe dovuto interessarne nemmeno uno.
    Ne studiò, dietro una patina di torpore concessagli dalla terza birra della nottata, il sorriso incerto, la posa fin troppo composta per la circostanza – nulla di naturale, tutto di un personaggio dalla cui interpretazione era difficile distanziarsi; eppure sincera, nel suo non esserlo affatto. Esitò qualche istante quando l’ereditiere arretrò di un passo per fargli spazio, iridi zaffiro a seguire i contorni e gli spigoli del suo viso: non si trattava di una situazione così surreale, ma fuoriusciva dalla routine metodica ed ordinata alla quale si era abituato ed in cui si muoveva a proprio agio; qualsiasi cosa avrebbe fatto da quel momento in poi, che fosse stato andarsene ed ignorare la faccenda o rimanere coinvolto in non sapeva ancora cosa, avrebbe significato camminare lungo un percorso inesplorato. Non perché non fosse versatile, ma perché era Yale.
    Decise di avvicinarsi, passi lenti e calcolati senza mai distogliere lo sguardo dal ragazzo, andando contro al proprio buonsenso: altri avrebbero potuto occuparsi dei danni fatti, non aveva mezzo dubbio riguardo al fatto che avesse qualcuno in busta paga – se non da lui, da sua madre – proprio per evenienze simili; si disse che a muoverlo fosse curiosità, perché lo era, e che l’unico interesse possibile era quello di avere sempre più il coltello dalla parte del manico. Attento a non spingere le scarpe sul sangue, piegò le ginocchia per portarsi il più possibile al livello del cadavere; bevve un sorso di birra, poggiando poi i gomiti sulle ginocchia e lasciando pendere la bottiglia davanti a sé. C’era poco da studiare – il pallor mortis era l’unico segno riconoscibile, e vestendo la mano di un guanto di pura oscurità poté accertarsi del calore del corpo, nonché la flaccidità dei muscoli che ancora non avevano iniziato a contrarsi irreversibilmente, tutto ad indicargli che qualsiasi cosa fosse successa non doveva essere avvenuta da più di un’ora dal suo arrivo; non si sporse più di quanto non fosse necessario alla ricerca di altre ferite che non fossero la lacerazione irregolare alla gola, e con la stessa discrezione raccolse il pugnale che doveva averla procurata.
    «se è così che ti godi in pace le tue giornate libere, non me ne stupisco.» sbuffò una risata piegando il mento sul petto, prima di alzarsi e studiare nuovamente la lama. «a ciascuno i propri passatempi,» sollevò l’arma davanti a sé, allusivo quanto bastava. «no?» non c’era ragione al mondo per cui dovesse spiegargli il perché si trovasse lì, e non rientrava nei suoi programmi sbottonarsi – non quella sera; non quando aveva bevuto troppo poco perché Daveth Gallagher lasciasse spazio a Thane.
    «daveth. pensi che sia una cattiva persona?» portò la sigaretta spenta dal vento alle labbra, focalizzandosi sulla fiamma dell’accendino piuttosto che sul volto di Newhaven. Il cinismo era ciò che aveva caratterizzato la crescita di Dave, nel bene o nel male; automaticamente, l’unica risposta che avrebbe potuto dargli – nonché la più sincera, inopinabile quanto soggettiva – era che tutti fossero brutte persone. Dal più pio al peggior criminale sulla faccia della terra; dal bambino appena nato all’eremita nascosto negli antri di monti dimenticati dal Signore. Il problema non era la perfidia dell’uomo, quanto la sua potenzialità: con il giusto pretesto, chiunque avrebbe potuto compiere gli atti più indicibili. Lo aveva visto succedere alle persone più buone che avesse mai conosciuto, e non gliene aveva mai fatto una colpa – ma queste non avrebbero mai smesso di considerarsi cattive. E sempre in funzione di quell’istinto, avrebbe poi rigirato la domanda: perché lo chiedi a me?, gli avrebbe voluto chiedere. Cosa gliene importava, del suo parere?
    «penso che tu sia una persona.» prese la parola, soffiando un filo di fumo verso l’altro e facendoglisi un po’ più vicino. «non migliore di tante altre, né peggiore.» umettò le labbra, non più distese in un sorriso di circostanza – tese, serie. Yale non aveva conosciuto le cattive persone che aveva vissuto l’ombrocineta sulla propria pelle per tutti quegli anni; Dave non aveva conosciuto le cattive persone che il consigliere aveva incontrato lungo la propria vita. Avevano per forza di cose visioni diverse del mondo che vivevano, ed era giusto che così fosse: non voleva imporre il proprio disprezzo per il resto del genere umano al ragazzo. Non quella sera, non a quello Yale. «non ti etichetterò come una cattiva persona per una cosa che hai fatto,» o che non aveva fatto: si riservava il beneficio del dubbio, soprattutto studiando l’assenza di chiazze scarlatte sugli abiti dell’altro. Poteva averle pulite? Certo, ma perché farlo e rimanere comunque lì. «se è quello che vuoi da me. la domanda non avresti dovuto rivolgerla a me.»
    Distolse lo sguardo, portandolo sul corpo esanime. «vuoi dirmi cos’è successo, o vuoi che ti dica come penso sia andata?»
    sooner or later you're gonna tell me a happy story. i just know you are.
  8. .
    gifselettricity23 | rebelmoka telly jr.
    currently playing
    lurk
    the neighborhood
    i'm thinking you and i, better just go with the flow. last thing that we should do is go slow.

    certo, conosceva le ragioni.
    più per intuito che altro — non aveva mai parlato così tanto con qualcuno prima di andarci a letto, moka. dopo, men che meno.
    evitava di cadere in certe trappole, se poteva: era raro persino che gli chiedessero il nome, e il ragazzo certo non premeva per renderlo noto. dopotutto, erano informazioni superflue da scambiare con qualcuno che avrebbe visto una volta e poi mai più, come da abitudine.
    cherry era, per tutta una serie di motivi, l'eccezione a confermare la regola.
    il che rendeva javi qualcosa di non ben definito, una questione irrisolta alla quale moka aveva dedicato più tempo e testa di quanto probabilmente si era preventivato.
    «direi che per adesso possiamo tranquillamente ignorarle» lungi da lui riportare in auge l'argomento, chiuso nell'istante stesso in cui il maggiore gli si strinse contro, piuttosto che dirigersi verso la porta.
    per moka, quella era una risposta sufficiente.
    non aveva uno spazio per indietreggiare, impossibile rendere più stabile il proprio corpo di fronte al premere dell'altro; così sulla scrivania ci si sedette, le ginocchia a sfiorare i fianchi di javi. magari non conosceva alla perfezione le regole del gioco, ma era un bravo allievo e imparava in fretta. accolse il peso del maggiore stringendo con maggior forza le dita sul bordo liscio, il respiro trattenuto per un istante di troppo.
    alle parole del telepate, reagì cercando di rimanere il più possibile immobile: le labbra di javi a solleticargli la gola stavano già smuovendo tutto quello che c'era da smuovere, lasciando a moka ben poco da fare per evitarlo. e non ci stava nemmeno provando — vista la situazione in cui si trovavano, un'allegra erezione era proprio il minimo che ci si potesse aspettare da un ventitreenne davvero impaziente. non si risentì del successivo commento, quel rigirare a suo modo il coltello nella ferita: era un buon soldato, il telly. una vera fortuna che sapesse come scindere le due cose, la propria integrità sul campo e la totale mancanza di discernimento quando si trattava di concedere al proprio corpo una valvola di sfogo.
    sapeva anche di essere bravo: a scindere e concedere, in parti assolutamente uguali.
    «forza dell'abitudine» chiuse gli occhi per un istante, allentando la presa delle dita sul legno «non mi chiedono spesso di aspettare» risposta sincera, quella dell'elettrocineta. giunti a quel punto, erano davvero poche le cose che valeva la pena tenere segrete, private.
    il gemito che gli sfuggì dalle labbra non era certamente una di quelle.
    «merde» e certo, proprio sulla costola dolorante doveva andare a mettere le mani. non fosse stato a corto di fiato, il telly ne avrebbe sprecato volentieri un po' per farsi una risata, magari anche sottolineare in favore di microfoni nascosti (ciao will) quanto daddy tolè fosse uno stronzo. wet pathetic little meow meow core, ma di chiaro ascendente bitch — mix letale «è il tuo metodo di insegnamento, questo?» chiese, parole soffiate tra i denti esposti, un ringhio a vibrargli in gola come risposta alla fitta di dolore improvvisa.
    ma non gli spostò la mano.
    vi premette sopra la propria, percorrendo con i polpastrelli la curva delle nocche, le linee in rilievo dei tendini, fino a chiudersi attorno al polso; un messaggio che sperava fosse abbastanza chiaro: il continua pure, fammi vedere le stelle daddy era sottointeso.
    allo stesso tempo le dita della mancina, abituata a sostenere il peso confortante di una pistola, si strinsero sulla giacca di javier; i polpastrelli, con quella affamata impazienza di cui era stato tacciato, in cerca di un battito cardiaco e bottoni da aprire — trovandoli senza però riuscire piu a muoversi.
    buggato, preso completamente in contropiede.
    quello si, che non gli faceva onore.
    poteva solo sperare che javi non avesse visto la stilla di panico nelle iridi verde acqua del minore, dato la colpa dell'improvviso guizzare dei muscoli tesi al tocco indelicato delle sue dita. era un bugiardo, moka? sì, e non se ne sarebbe dato pena, se l'altro non fosse stato in grado di leggere la verità nella sua mente prima ancora che nei suoi occhi, come una lampeggiante insegna la neon fuori da un locale notturno. aveva omesso qualcosa, qualcosa che non c'entrava per niente con quante pugnette il telepate credeva si fosse fatto nelle ultime due settimane; più una questione di incubi, notti insonni, sensi di colpa difficili da elaborare.
    istintivamente allentò la presa, spingendo la schiena all'indietro, con una scusa già pronta a solleticare la punta della lingua.
    «non ci hai pensato e basta.» per un po', non si mosse. rispetto a condizioni più normali, nelle quali il sangue arrivava anche al cervello dando modo ai neuroni di funzionare al meglio, il ventitreenne necessitava di qualche secondo in più — per realizzare il non detto, pensare ad una risposta adeguata. one does not simply, quando un improvviso e non richiesto rush emotivo ti lascia nelle vene un cocktail di adrenalina e scarso ossigeno.
    la bocca di javi gli venne in aiuto: poteva concentrarsi sulle sue labbra, accogliere il desiderio impellente di passarvi sopra la lingua; era abbastanza per sciogliere la tensione che aveva irrigidito i muscoli, allontanandolo dal calore dell'altro. infilò la mano sotto la giacca, carezzando la stoffa della camicia, prendendo tempo.
    non per gioco, ma per necessità.
    se si fosse concesso il lusso di parlare a ruota libera, avrebbe dato concretezza all'unico pensiero che la sua mente era riuscita a mettere insieme:
    66873ed6c556a28b0fd1bc2c006cd996
    rob @ moka: figlio mio, sei meglio di così.
    probabilmente no, ma poteva sempre fare un tentativo «mi sono trovato delle alternative» ricambiò il favore e glielo sussurrò all'orecchio, conscio di non avere sufficiente controllo sulla propria voce per alzarla di un tono. quali alternative, non lo disse: non erano ancora arrivati al momento delle conversazioni cuore a cuore sulle rispettive esperienze sessuali. anche se... un paio di domande sulle letterine.... (moka telly, uomo di cultura, aveva ovviamente l'abbonamento a polgy girl: più cringe del Cioè, un sogno).
    al non dovresti, reclinò il capo e gli sorrise contro la gola; al ma chi sono io per fermarti, decise che più di così non poteva aspettare — come tacito assenso bastava e avanzava. «sei l'unico che potrebbe farlo» anche in quel momento, al telepate sarebbe bastata una parola. percorse lentamente, perchè qualcosa aveva già imparato, la linea della mandibola premendovi le labbra, e nel raggiungere ancora una volta quelle di javi lo tirò verso di sé strattonando la camicia. non che ci fosse ancora molto spazio da occupare, tra loro.
    a parte quell'ultimo centimetro che moka tolse dall'equazione occupandolo con la propria bocca, rubando al maggiore l'ossigeno che a lui mancava; la lingua cercò la sua, trovandola e ritrovandosi: si riconosceva molto più in quella famelica impazienza, che nell'attesa.
    mortacci sua davvero — ricordava di averlo pensato, esattamente così, la prima volta che l'aveva visto: diviso tra la voglia di saltargli addosso e quella di mandarlo a stendere per aver ignorato il suo turno di parola alla riunione.
    lasciò andare la presa sulla camicia stringendo quella delle gambe attorno ai suoi fianchi, nel giro di un secondo si era già liberato della maglietta. once a basic bitch, always a basic bitch [pinterest dashboard be like: whore.] «allora? è grave?» chiese, iridi verde acqua e pupille dilatate a sfiorare la propria pelle esposta, la zona livida ora più evidente. un invito a toccarlo di nuovo, a toccare altrove: dove lo guidava il cuore.

    sooner or later you're gonna tell me a happy story. i just know you are.
  9. .
    Lux
    Linguini
    18 y.o. | gryffindor
    bass player
    accidentally sober
    undercover intellectual
    So, gather up your jackets,
    move it to the exits.
    I hope you have found a friend!
    Closing time, every new beginning
    comes from some other beginning’s end
    L’astinenza faceva davvero schifo. Dall’alcol, ovviamente, ma anche da, be’, tutto il resto. Non che Lux sapesse davvero di cosa si trattava, per quanto le piacesse comportarsi da persona navigata. Lo era, per certi versi, ma non come avrebbe realmente voluto. Eppure, non dipendeva da lei. Anzi, appunto, faceva sempre di tutto per apparire sicura di sé, pronta a qualsiasi cosa. E in effetti lo era sul serio, perché non si sarebbe mai tirata indietro davanti a nulla.
    O almeno, quando aveva dell’alcol in corpo. Adesso tutta quella lucidità era troppa. Questa la nauseava, non l’essere brilla. Trovarsi faccia a faccia con lei stessa, con i suoi stessi pensieri… E con la realtà.
    Quando quindi finì per osservare Maddie soddisfatta, sì, ma anche affranta, non stava facendo della scena. Era contenta di avere davanti la bionda, ma, dentro di lei, i pensieri turbinavano troppo fitti e troppo in fretta. Perché non poteva semplicemente godersi il viso angelico della Hopper, senza farsi distrarre da tutto il resto? Davvero, avrebbe volentieri passato le ore a rimirarla, magari facendole una serenata… O recitandole sonetti? No, questa era farina del sacco della Lux sobria. Alle persone normali non piacciono i sonetti.
    E non piacciono neanche le cugine delle merde traditrici. Che parlano tanto. Troppo. Sì, perché invece di spiegarsi a dovere, Lux cominciò a straparlare. Qui non poteva neanche dare la colpa alla sé sobria: ubriaca o lucida che fosse, la grifondoro era un fiume di parole in piena. «Dove ti ho fatta male? alla spalla?» Scosse il capo, continuando a blaterale, senza però riuscire, né volere, nascondere il brivido che la attraversò quando Madelaine le appoggiò una mano sulla spalla. Le faceva tutt’altro che male, ora come ora…
    Continuò quindi a parlare, senza però mai rassicurare la ragazza, anzi. Prima di tutto, aveva paura che, interrompendosi, Maddie avrebbe preso a parlare di Lapo e, cosa ancora peggiore, l’avrebbe associata a lui. In secondo luogo, Lux non poté fare a meno di notare quanto la Hopper fosse carina, tutta così preoccupata com’era. Si sentiva un po’ in colpa a fare quel pensiero, perché odiava far preoccupare le persone, ma l’espressione contrita e attenta di lei, e, ancora di più, per lei, la compiaceva non poco.
    Parlando ancora e ancora fece una smorfia alla proposta di bere acqua e zucchero, per poi ridacchiare quando infine si svelò, facendo sospirare sollevata l’altra. «Mi hai fatto prendere un colpo» «Scusa…», sospirò a sua volta, ridendo però nuovamente, mentre alzava le mani in segno di resa. «Non volevo farti preoccupare.» Le sorrise sincera, aspettandosi da un momento all’altro un cambio di atteggiamento da parte di Maddie. Giustamente, d’altronde. A parti invertite, avrebbe preso a insultare quella merda umana di suo cugino già da un pezzo. Era solo questione di tempo e, per quanto doloroso, l’avrebbe compresa benissimo.
    «Non credo che la cicuta valga come alcol…» «Ac du maròn… Allora mi toccherà berla», sbuffò scherzosa, preparandosi al peggio. No, non bere la cicuta. Essere associata a Lapo da Maddie. Sentendola quindi proporle di andare a mangiare qualcosa e, ancora meglio!, di offrirle qualcosa da mangiare, spalancò gli occhi, sorpresa. Ma nulla poteva prepararla a quello che la sentì aggiungere un attimo dopo.
    «Io sono Maddy, comunque» Sotto la frangia, le sopracciglia di Lux si sollevarono al massimo della loro capacità (ancora lontanissime dall’attaccatura dei capelli, però, visto che, per fortuna!!!!, non era un personaggio di Hook). Non sapeva se ridere o piangere. Da una parte era ovviamente un bene che non l’avesse riconosciuta, ma dall’altra le cadde un po’ il mondo addosso. «Sei sicura di non essere tu quella che ha preso una botta, quando ci siamo inzuché??» Sospirò teatrale. «O sono io a essere così poco…», fece una smorfia, «memorabile??! Non per essere sborona, eh, ma…». Piroettò su sé stessa, calcandoci la mano, per farsi osservare meglio da Maddie, per poi cercare il suo sguardo. «Puoi rispondermi quando arriviamo… Se non ci becchi dovrai offrirmi anche un altro pasto, non solo questo. Perché sai, taffiare a gratis ha tutto un altro gusto… il sapore della gratuità!!», spiegò gesticolando uno chef’s kiss, per poi prendere la ragazza sottobraccio.
    Non le stava assolutamente scroccando un appuntamento, no…
    4:17
    4:34
    Closing Time, Semisonic
  10. .

    HSM3: SENIOR YEAR
    a night to remember
    HSM3 cast
    code by eliandi
    dylan kane & romolo linguini
    17 | w/ dwight
    huffle | gryff
    22 | w/ erisha
    Mentre i #derby passeggiavano per la fiera osservando le giostre prima di decidere da quale partire, successe una cosa buffa.
    Mind, passando da quelle parti: «Vado a prendermi un gelato»
    Pandi Romolo, an intellectual: «PI-TTI-E-NNE!!» cosa?cosa. Si rivolse ad Erisha con un sorriso per renderla partecipe del suo trigger. «Lo sai questa canzone come fa? Così. "Amore mio, da dove vengo io un bacio ed un addio sono la stessa cosa."» Certo non aveva la stessa voce di Ric (o la stessa zeppola) ma era abbastanza intonato ― non era un capo ultrà per gioco, lui. «"Vieni con me, ti porterò dove la solitudine è un regalo più bello di una rosa".» anche se aveva iniziato a dare lezioni di italiano ad Eri (ora è canon, ciao J) dubitava che lei stesse seguendo per filo e per segno il testo; ma vabbeh, era per divertimento (di Lollo) (e di Pandi) poi le avrebbe fatto ascoltare l'intera (discografia die Pinguini.) canzone su Spotify. «"Amarmi, sai, non so se ti conviene... mi manchi, e sai perché? Perché non miri bene. Si sentirà uno sparo in lontananza, poi un rumore di ambulanza, ed io non ci sarò più"...» le soffiò un bacio, per concludere. Però, tutto sommato, l'idea del gelato non era così male.
    «Allora, vogliamo ricreare il primo appuntamento iniziando dalle montagne russe, oppure...?» si guardò intorno, alla ricerca di qualche altra attrazione divertente e diversa e... uao. Andiamo a picchiarci con i Freaks? Non sarebbe stata la prima volta che lui e Sersha finivano alle mani, ed era sempre bellissimo; darsi le botte (come animali.) caricava il romano di adrenalina ed energia. Ma magari Eri non era big fan delle risse nel bel mezzo di una festa.
    «Mh... che ne dici di iniziare a bere?» Prima delle giostre, Romolo? Uao, sei proprio: deficiente. «Ah ah no dai, skè unless.
    «Casa stregata? O casa degli specchi?» erano a metà tra entrambe le attrazioni, quindi potevano scegliere e proseguire in direzione. Prima, però, avrebbe afferrato la fiaschetta di metallo che teneva nella tasca dei jeans (ma quante cose c'aveva in quelle tasche) (boh) e si scolò un paio di sorsi del limoncello di contrabbando di nonna Rosetta.
    «Ahhhh, fresco fresco.» Si pulì il mento col dorso della mano, perché è un animale scusalo Eri, poi a proposito della ragazza, la guardò. Beveva? Doveva offrirle il limoncello? Oppure sarebbe stato di cattivo gusto? Non... lo sapeva. Quindi optò per l'onestà ― perché Romolo Linguini era sempre onesto. (Seh, certo.) «Tu bevi? Ne vuoi...?» chissà.


    Nel frattempo, Dylan stava chiacchierando (ancora) (e sempre) con le dePark e con Dwicomino: la scelta della prima attrazione sembrava un discorso da vagliare attentamente e in ogni dettaglio, e intanto il tempo passava e (il prom finiva) altra gente iniziava a riversarsi sulle rive del lago. Si respirava già un'aria di festa e allegria e Dyl era al settimo cielo. Strinse involontariamente la presa sul braccio dello special, presa dall'emozione, e si lasciò scappare dei gridolini che con il fatto che Sana tenesse per mano Thor non c'entravano nulla (NdA: voi non scrivete e io decido per voi, ora è canon, baci).
    Era veramente: emozionata.
    «Che ne dite se-» ma sentì i suoi k-senses pizzicare e voltò la testa alla ricerca del nuovo arrivato #8213; perché lo sapeva che si trattava di Kaz... cioè, o era Kaz o erano gli Stray Kids che improvvisavano una tappa del tour MANIAC ad Hogwarts e, per quanto stupenderrima come prospettiva, le pareva un filino improbabile.
    «Scusatemi un attimo!» Oppure andate con lei, #deParkIno, fate voi, ma Dylan si affrettò comunque in direzione dei #katz? #kitz? #fatz? Come vi chiamate dai. Agitando una manina con foga, li salutò entrambi, correndogli incontro. «CIAO COME SIETE -» avrebbe voluto concludere con belli bellissimi oh my julieee, ma si beccò la pallina scagliata da Fitz in pieno petto (speriamo la polvere non lasci macchie.) «- oh.» no.
    oh no no no.
    Se macchiava, la foto di gruppo sarebbe venuta rovinata!! NO!!! Era stata così.. attenta.... per una volta!!! che c'era stata attenta!!!! Sentì, con orrore, gli occhi pizzicarle e lacrime minacciare di rigarle le guance e di rovinare il trucco. OH NO. FERMI TUTTI, FERMATE IL GIOCO. Tentò di ricacciarle dentro e indirizzare un sorriso verso i compagni di scuola, ma le parole di Fitz poi fecero cedere completamente la diga.
    «NO FITZINA COSA DICI TU SEI BELLISSIMA E NESSUNO SI POTRA' DIMENTICARE DI TE» mica solo perché c'era una sua foto nell'aula di Drama Club (cosa? Non c'è una foto di Fitz nell'aula di drama? Sounds fake mmhhh okay. Allora ce la mette Dylan.) Asciugò una lacrima con la manina, sperando che anche il mascara e l'eyeliner fossero waterproof. «Fuori da qui ci sono le tue amiche,» era ancora amica con Jane e Narah, no? Non si conoscevano così bene da poterne essere certa, ma ci sperava!!!!! «Non sei sola!!» la abbracciò perché era triste per Fitz. E per la scuola che finiva. E per Kiel che se ne andava (punto, ciao pg di lele) da scuola. E per un sacco di cose che fino a quel momento non aveva realizzato. «NON SEI SOLA!! E..e poiiii!!! IL MONDO DEGLI ADULTI TI ATTENDE!!» «...è che diventando adulti tutti sembrano convinti che avere una ship sia la norma, che la tua vita debba girare attorno al lato romantico della vita - che una relazione ti salvi la vita. Ma io voglio salvarmi da sola. ma comunque... non essere sola, capisci?» «Avere una ship è bello!!!» non quanto “avere una ship da shippare” ma quasi!!! «Però... hai ragione. Quanto sei saggia.» Ancora un po' di lacrime perché lo spinner ha deciso così, mannaggia.
    Fitz: «Sua altezza, kosa ciera in kuella pallina»
    Dylan, softly: «regrets
    Sipario.
    it's the night of our nightmares;
    it's the night of our dreams.
    It's too late to back out of it.



    lollo: canta i PTN (perché sì.), beve limoncello di nonna Rosetta (7/10) e poi propone casa degli specchi vs casa infestata ad erisha
    dylan: raggiunge kaz e fitz, si becca la pallina ("Celeste: non piangere, dai, sei ad una festa!") e reagisce (male. sobbing.) alle parole di fitzina baby
  11. .
    Kim Minjun
    veva deciso di dare la propria adesione a partecipare per andare al lago nero, nonostante a lui non piacessero particolarmente gli eventi dove vi erano troppe persone, e soprattutto dove si doveva fare conversazione.
    Forse, qualche anno prima avrebbe trovato interessante la presenza di nuove persone che non incontrava tutti i giorni, ma ora le cose sembravano essere cambiate: dovevano essere gli altri a presentarsi a lui e aprire una conversazione che avrebbe sostenuto solo nel caso in cui l'avrebbe trovata interessante.
    Una volta cambiatosi con una camicia bianca, un paio di pantaloni neri e un paio di scarpe nere, Minjun si presentò al lago nero, dove vi erano già molte persone. Fortunatamente con se non mancava mai un libro, e anche quel giorno aveva portato con sé uno dei tanti libri con l'intenzione di finirlo, nonostante vi fossero molte persone.
    La sua fortuna era quella che riusciva a isolarsi ed entrare in un mondo completamente suo. Molti gli avevano chiesto come risciusse a farlo, lui aveva risposto che non era difficile, bisognava semplicemente trovare un luogo stimolante e pensare di non avere nulla intorno, che vi era solamente lui.
    Decise di avvicinarsi al banchetto dove servivano da bere, ordinando un succo di zucca, ringraziando poco dopo colui che glielo aveva dato.
    Subito dopo aver bevuto il suo succo di zucca andò a sedersi sotto un albero, un luogo che all'apparenza era libero, ma che al contempo poteva vedere gli altri chiacchierare.
    Una volta riuscito a concentrarsi iniziò a immergersi nella sua lettura, attendendo che qualcuno si avvicinasse a lui.
    ❝ Non c’è luce senza oscurità ❞
    SCHEDA Purosangue 15 anni Mangiamorte Grifondoro
    code © psìche


    1) si prepara, senza rivolgere la parola a nessuno.
    2) Arriva alla festa e va al banchetto dove prende un succo di zucca per poi andare a sedersi sotto un albero, un modo da poter leggere il libro che aveva portato con sé.
  12. .
    Buonasera a tutti.
    Premetto che questo non è un post per comunicare un'assenza, o almeno non del tutto. Come avrete potuto notare, sono assente da un sacco per via di tutti gli impegni fuori dal forum, e quando ho tempo di mettermi a scrivere mi sento semplicemente... overwhelmed un po' da tutto, e tra questo tutto c'è senza dubbio la mole di pg e role e plot in generale che mio malgrado lascio qui a prendere polvere, e che accumulandosi non fanno che aumentare il proprio peso impedendomi di prendere l'esperienza dell'Oblivion come l'ho sempre presa e come vorrei continuare a prenderla.
    Perciò, al fine di (sperare di) tornare ad essere un roler migliore, ho pensato a lungo (... davvero a lungo, sono mesi e mesi che penso a questa cosa ma non ho mai avuto il coraggio di farla) ed ho deciso per un'opzione drastica.

    [drammatic pause]

    Un reset del sistema.
    Ricomincio daccapo con un pg e mano a mano riattivo tutte le mie bestie (che... staranno da qualche parte...) dato che non voglio cancellare tutti ma... semplicemente tornare a conoscerli di nuovo (#wat).
    Niente, non so cos'altro dire in proposito e magari nemmeno avrei dovuto fare quest'annunciazione perché #kiticaga, quindi se avete domande in merito sapete dove trovarmi <3
    (sì naturalmente tutti i ruoli che avevo prenotati tornano liberi quindi fate gli avvoltoi) (cercate di risparmiare i pv perché poi tornano) (???????????) (ma se non lo fate non ve ne farò una colpa) (haha non è vero vi odierò) (......... scherzo...............................)
  13. .
    19 y.o.
    mago
    ambitious
    ravenclaw
    GIDEON SAUL MCPHERSON
    Forse forse quell'anno ce l'avrebbe anche fatta ad uscire da Hogwarts e l'idea lo faceva sentire terribilmente nostalgico ma anche...più sereno? Insomma, dopo tanti anni passati sui libri, era anche arrivato il momento di uscirne, di andare avanti con la vita. Ma non voleva crederci troppo, Gideon, alla fine si era illuso per due anni di fila e poi si era ritrovato al punto di partenza. Finalmente Perses avrebbe smesso di prenderlo per il culo da fuori le mura del castello, finalmente, anche lui sarebbe entrato a far parte del mondo degli adulti. Ma prima - prima ancora dei MAGO - c'era il prom.
    Era l'ultimo anno, l'ultimo davvero, ed avrebbe voluto passare il prom con Narah, in qualche modo. Difficile, quando lei da brava studentessa aveva già terminato i suoi studi, e lui, il suo ragazzo, ancora arrancava per uscirne.
    Si era scervellato per qualche ora, su come poter fare per poter andare al ballo con la ragazza, e poi aveva concluso che l'opzione più semplice fosse non andarci affatto o meglio, andarci sotto mentite spoglie. E dunque dopo diverse settimane a preparare una pozione che non aveva assolutamente niente di legale - ma nessuno lo avrebbe scoperto - e soprattutto dopo aver scoperto che a notturn alley esisteva un negozio che vendeva !!! addirittura!!! peli di persone!!! per le pozioni!!! aveva preparato un pacchetto contenente delle cose, da rifilare a Narah come promposal brutto.
    Fece in modo di sgattaiolare dentro l'ufficio degli psicomaghi all'ora di pranzo, quando tutti si trovavano in sala grande. Dopo aver dato un'occhiata curiosa in giro, lasciò sopra la scrivania un pacchetto. Al suo interno, Narah avrebbe trovato un'ampolla contenente un liquido verde e denso ed una fotografia che ritraeva due ragazze. Sul retro della foto, avrebbe potuto leggere la scritta

    "l'ultima occasione per imbucarci al prom insieme, ti va?"
    png



    whoever is loved knows no death, because love is immortality



    per narah
    non leggetelo, non c'è nulla da leggere, guardate solo il manip ciaoo
  14. .

    ageheight
    18
    bassa
    yearnationality
    VII
    eng
    nikita
    fitzgerald
    cheerlader corvonero | ivorbone
    «MAAAAAA»mma cit mac «CCCCCCC»
    e poi cosa? un balletto dai, egizianeggiante perchè sto ascoltando parlare di cleopatra. «macendciiis, spostati di lis fai una giravolta falla un'altra volta, vieni dall'america sei un polide, SPOSTATI DA LI C'è UN BOLIDE!!!»
    vabbè dai tanto stavano gioccando per il quarto posto non serviva vero impegno, e si sa che era twat quello con i cori più fiki.






    «nono»






    tifa corvonero!
    + 0,50

    [/QUOTE]
  15. .

    ageheight
    19
    190cm
    yearnationality
    VII
    USA
    gideon
    mcpherson
    seeker - ceo of che bella collana
    Era l'ultima partita. Non ci sarebbero state altre occasioni per vincere il quarto posto, dunque dovevano impegnarsi sul serio e sebbene fossero in campo principalmente per divertirsi, faceva piacere anche arrivare quarti. Dopo le parole di Joey, Gid non aveva ben chiaro cosa stesse succedendo in campo (troppe lacrime) (come sempre) ma poteva ipotizzare due cose: di sicuro pluffa era capitata per caso tra le loro mani e poi l'avevano persa, e poi i bolidi avevano iniziato a prenderlo di mira perchè era il loro preferito da sempre ♥ una meraviglia. Forse forse però Barry a questo giro lo stava persino superando in sfiga.
    CITAZIONE
    Passaggio sbagliato.
    Primo bolide su Gideon.

    - cit
    CITAZIONE
    «GIDEON!! BOLIDE!! SPOSTATI!»

    CITAZIONE
    «dillo, gid. ad alta voce. dillo»

    ...puntiamo al quarto posto?
    E insomma, le solite cose. Non si era ancora del tutto ripreso dall'ultima partita, in cui gli erano partite quasi tutte le ossa, ma era carichissimo per quell'ultima sfida.
    Però poteva andargli peggio Kaz Oh aveva preso in pieno il bolide ed il McPherson si sentiva quasi tradito da questo.
    Poi, forse solo per errore, un passaggio giusto.
    Accipicchia. Di questo passo sarebbero arrivati TeRzI.
    Ma basta pensare alla classifica: era lì per divertirsi, no? Per quanto divertente potesse essere schivare bolidi di continuo ed evitare la morte ai propri compagni di squadra - Willow lo avrebbe trovato divertente senza dubbio.
    Sperava che, almeno visti da fuori, fossero considerati una cosa divertente. Chissà se Narah tra gli spalti stava ridendo.
    Con lo sguardo di un cecchino, il McPherson riuscì ad intercettare Kaz Oh, lanciare il proprio bolide proprio in direzione di Mac e magari battitore era pronto a rimandare indietro il bolide, o magari ancora non si era accorto della sua traiettoria. Nel dubbio, preso dall'impeto del momento, e non sapendo bene come aiutarlo, si limitò ad avvisarlo che KAZZOH! lo aveva puntato.
    Sperando che il battitore si accorgesse del bolide e lo rispedisse indietro, il McPherson continuò a seguire l'azione affiancando Erisha e provando a recuperare la pluffa da lei lanciata.



    difesa MAC - lo avvisa + passa la pluffa
82 replies since 11/8/2021
.
Top