[PROM '22] there's only two types of people in the prom

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    there is only
    two types of people
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    Primo Luglio 2022.
    Hogwarts vibra di energia mal contenuta in previsione dell’evento organizzato per quel giorno, il temuto, ed amato in egual misura, ballo di fine anno. Annualmente, il comitato si impegna per raccontare una storia diversa, e chi vi partecipa finisce inevitabilmente per lasciare, nel bene o nel male, la propria impronta, rendendolo un racconto di tutti e per tutti. Il Prom è un evento unico, pur tenendosi ogni anno: non ne esiste uno identico al precedente. Tutti i partecipanti ne sono consapevoli. Due anni fa, avete viaggiato attraverso i continenti; l’anno scorso, avete trovato il vostro difetto fatale, e chi come voi lo condivide. Quest’anno?
    Oh, quest’anno.
    Si respirano un’aria ed una magia diversa ancor prima di mettere piede fuori dal castello. Basta affacciarsi dalle alte finestre di Hogwarts, per vedere le luci, sicuramente uno dei protagonisti indiscussi di questa serata. Centinaia, se non migliaia, di piccole fiammelle intrappolate in contenitori appositi, galleggiano creando un cielo di stelle colorate attraverso cui riuscite a spiare le attrazioni che il tema di quell’anno, fiera degli anni ‘50 vi ha promesso.
    Quando avrete finito di prepararvi, e vi deciderete a seguire il percorso delimitato dalla steccata bianca che vi conduce alle giostre, troverete ad attendervi uno stand iniziale dove strapperanno i vostri ticket, certo, ma - se vorrete - gli studenti del primo anno che si sono offerti volontari per aiutare il comitato, vi offriranno un trasferello magico. Inoltre, ciascuno di voi potrà prendere una macchinetta fotografica con cui immortalare il suo personale prom per poter così avere i ricordi più importanti rinchiusi in una scatola: non è fantastico?

    //OFF: PRIMA ATTRAZIONE DELLA SERATA! Di questo stand, dovete sapere due cose: è facoltativo, quindi potrete scegliere di non partecipare o farlo solo con un numero ristretto di PG, ed ogni trasferello corrisponderà ad una missione che dovrete portare a termine entro la fine della serata. Se deciderete di partecipare, sarà vostro compito da player quello di disegnare il trasferello dei vostri pg. Proprio con le vostre manine, non importa che sia uno scarabocchio od un Van Gogh (dai, c’è un motivo se vi abbiamo messo le matricole a fare questo lavoro!). Noi vi smerceremo poi il prompt corrispondente.

    Le luci, morbide e delicate, vi accompagnano verso il cuore della fiera. Il profumo di zucchero, e fritto, e estate, permea ogni cosa, facendovi brontolare lo stomaco e spingendovi a proseguire nelle vostre esplorazioni. Ci sono diversi spazi aperti dove potrete fermarvi per chiacchierare con i vostri amici, o per ballare sulle note vintage rese moderne dal mix (cliccalo!) preparato da DJ Liz (ciao DJ Liz!), ma ci sono anche vari giochi che attendono solo voi. Poco oltre l’entrata, sulla vostra sinistra, notate la costruzione di un ottovolante, ciascuna seduta simile ad un boccino d’oro, e degli enormi tappeti elastici dove potrete tornare bambini. A destra, se già avete fame, potete trovare lo stand dello zucchero filato (a tal proposito: si ringraziano i commercianti di Quo Vadis e Hogsmeade, che hanno messo a disposizione le loro capacità e materie prime in cambio di un po’ di sana pubblicità!) e poco distante, se la vostra è una fame salata, quello degli hot dog. Di fronte a voi c’è un pungiball per dimostrare la vostra forza, e confidiamo che da qualche parte ci sia anche la bisca clandestina pronta ad organizzare scommesse in merito.
    Procedendo, troverete altre giostre ed altri chioschi, ciascuno dei quali pensato per donarvi una serata di leggerezza e divertimento con i vostri amici o più. Non è fantastico? La casa stregata! Il tunnel dell’amore! Il castello degli specchi! I paioloscontri! Pagliacci che creano meravigliosi palloncini, e mangiafuoco pronti a deliziarvi con i vostri spettacoli! Oracoli pronti a leggere il vostro futuro! Il tiro a segno per vincere bellissimi premi - e per la gloria! Lo ship spotted! Cosa? Non sapete cosa sia? Bah! Il posto preferito di qualunque psycho shipper che si meriti - Hazel non vi ha insegnato niente? Qui potrete lasciare dediche alle vostre ship del cuore, graffiti, fare polaroid-manip delle ship così da rimarcare la vostra posizione nelle shipwar (steddie nation). Nessuno saprà mai se siano reali, o create da altri.
    D’altronde, è reale se credi lo sia *kaz che si tocca la tempia*
    Oh… è forse la vasca di palline ad aver attirato la vostra attenzione? Tende a fare questo effetto (e non solo…!) ma il cartello che vi avvisa a fare attenzione prima di entrare, non è solo per questioni di sicurezza imposte dal vice preside. Sapete come entrate, ma non come ne uscite: fate un tuffo a vostro rischio e pericolo!

    //OFF: SECONDA (e ultima. Abbiamo deciso di lasciare nelle altre più libertà di movimento, così che ciascuno possa scegliere da sè risultati e modalità ♥) ATTRAZIONE DEL PROM 2K22! La temutissima vasca delle palline. è divertente da morire, quindi sappiamo che non potrete resistere a farci una nuotata (è una vasca? sì. ma molto grande….) ma contiene di più: qualche pallina non è come le altre, ed una volta toccate esploderà a sorpresa facendovi inalare una polvere speciale. No, qualcuno (coff Liz coff) nel comitato l’aveva proposto, ma non è droga: sono tutte sostanze del tutto lecite, promosse dai docenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Effetti blandi e temporanei, nulla di compromettente. Quali? Girate lo spinner per scoprirlo! C’è un bonus, una scappatoia. Ciascun effetto ha un suo eguale e contrario: trovate qualcuno che ne sia rimasto influenzato, e per liberarvi dagli effetti basterà un contatto: un cinque? un brofist? uno schiaffetto? volete pomiciare? Wow ok, prendetevi una carrozza nel tunnel dell’amore, jeez, ci sono anche bambini…

    E questo è quanto.
    Divertitevi. Fate i bravi. Siate responsabili.
    Ma non troppo. Si tratta pur sempre di un prom, duh!


    layout © ms-atelophobia | code © bulnoriya | thanks to CSS tricks and lucas bebber
     
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    «come sto?»
    L’aveva già chiesto quindici (mila) volte.
    «sei bellissimo»
    Clay gliel’aveva ripetuto sedici (mila), sempre con la serietà che una domanda simile meritava, guardandolo con occhi gonfi di lacrime ed un sorriso estasiato sulle labbra. Quello, per chi non l’avesse capito, era il vero sguardo dell’amore. Quella era l’occhiata che riservavi alla persona che eri certo, scritto nel cuore e nelle stelle, che avresti portato sull’altare.
    (COME BEST BOY!CHE ERA IL POSTO MIGLIORE, PERCHè IL MARITO SLASH MOGLIE SLASH PARTNER SI POTEVA TRADIRE E ODIARE INVECE IL TESTIMONE SLASH DAMIGELLA ERA PER LA VITA! PRENDITI QUESTA VAL, HA)
    «smettila di dirglielo, che poi ci crede»
    «h8rs gonna h8» arricciò il naso alle parole di Kul, ma non distolse gli occhi scuri dalla superficie riflettente su cui si stava specchiando da ore. Per quella sera specifica, aveva sborsato un sacco di soldi da Amortentia in maschere di ogni genere – illuminante! Esfoliante! Idratante! - sia per il viso, che per il corpo ed i capelli. Super potere a parte, Kaz brillava di luce propria: fra prodotti per la cura di sé, un trucco applicato magistralmente, e la chioma corvina modellata in un’onda morbida, aveva davvero un aspetto regale, ombra di quel bello che millantava di quasi essere da anni. Sembrava più grande, l’Oh – ed al contempo un bambino, con quella gioia dipinta in ogni linea della mandibola e le labbra.
    Era entusiasta per il prom, sia come comitato che come partecipante.
    Era nervoso per il prom, sia come comitato che come partecipante.
    Spazzolò le frange delle spalline dorate, lisciando la giacca piatta sul petto come se quella potesse mai permettersi l’audacia di creargli una piega.
    Doveva essere tutto perfetto. Per sé, sempre per sè, ma anche per la sua accompagnatrice: non poteva mica presentarsi al ballo di fine anno come un plebeo qualsiasi – per quello c’era suo fratello. - e l’idea di non essere all’altezza della medium, gli creava diversi scompensi. Fitz era il suo palcoscenico; il suo giudice di X Factor. Poco importava che non ci fosse alcuna competizione in corso, e non avrebbe vinto niente - si parlava di gloria. Di fama. Di storie che sarebbero state raccontate, ed esagerate, da entrambi, negli anni a venire. Si schiarì la voce, sfarfallando le dita davanti al volto.
    Era pronto. «vi voglio bene e siete bellissimi anche voi» diede un bacio sulla testa di Clay, Bro («te un po’ meno, ma ok» : ) e Kul, calandosi dalla finestra del dormitorio special.
    Voi direte: perché?
    Beh. Ovviamente doveva andare a prendere Fitz all’entrata!! Non poteva mica fare lo sfigato e incontrarla a metà corridoio, sarebbe stato triste ed imbarazzante; calarsi dalla finestra era molto meglio. Fece il giro della struttura, fermandosi di fronte all’entrata.
    Alitò nel palmo per assicurarsi che il fiato sapesse ancora di menta e dentifricio. Creò un mazzolino di fiori dorati. Bussò alla porta.
    Gli aprì Clay: «ohhh. Ma sei proprio bellissimo» Come se non fossero stati insieme fino a trenta secondi prima (un po’ gli venne da piangere; gli sorrise, ricambiò i complimenti, e giurò l’usuale amore eterno). Annunciò di essere lì per «NIKITA FITZGERALD!» E ciondolò sul portico in attesa che la ragazza si presentasse.
    La bionda non avrebbe visto il bad boi con la giacca di pelle, scendendo le scalinate del loro dormitorio. Non avrebbe neanche scorto alcun cappello da uomo d’affari, o giacche pastello e camicie chiare. Non bretelle, non papillon. Aveva valutato a lungo come adattarsi al tema del prom senza adattarsi al tema del prom (perché, uh, ovviamente puntava a essere quello eccentrico, ma non troppo; quello moderato, e geniale, e bellissimo, e in realtà niente VOLEVA SOLO VESTIRSI COSì ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA) ed alla fine si era presentato così.
    Vestito da principe di Cenerentola (Cenerentola è uscito nel 1950, OK? E LUI ERA UN GRANDE FAN DELLA DISNEY.), con casacca bianca, ornamenti oro, pantaloni rossi ed un sorriso da (the dreamiest dream to have ever been dreamed) favola.
    (Aveva prima provato l’abito da principessa, ma in quella gonna si era sentito più scoordinato del solito, e also non sottolineava la sua snella figura deforme adonica QUINDI!!!!!)
    Se ve lo steste chiedendo, si. Quando vide spuntare Fitz, prese il suo fidato stereo e fece partire (l’unica canzone registrata sul suo mini stereo, perché poteva immagazzinarne solo una per volta? Esatto) la canzone perfetta:
    Lana Del Rey - Once Upon A Dream (Official Audio) – YouTube

    e no, non è un link perchè sono pigra.
    I wish that I could be like the cool kids
    Cause all the cool kids,
    they seem to fit in

    QUALCUNO DOVEVA INAUGURARLA, E SE QUEL QUALCUNO DEVO ESSERE IO COSì SIA!!!
    kaz è andato a prendere fitz a different lodge. fine that's it. non sono neanche ancora al prom, ma ho sonno potete citare che ci incontrate e andiamo insieme!!!! che ci troviamo lì!!! insomma!!!!!!
     
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    Aveva perfino un mazzo di fiori, il CJ che galante aveva atteso l’avvento di Sersha Kavinsky alle porte della sua sala comune. Probabilmente, nessun altro avrebbe definito mazzo di fiori i rami affilati che il Knowles aveva offerto alla Serpeverde con un inchino, ma trovava le spine più interessanti delle rose – altrimenti perché, scegliere d’amare la bionda in ogni vita. Per quanto poco fosse interessato al concetto di ballo di fine anno, aveva deciso di renderla un’esperienza vera, e reale e concreta, perché non sapeva quante di quelle opportunità avrebbe avuto uscito da lì. Se n’era lamentato per anni, ma in tutte le sue stranezze – droghe psichedeliche, città fantasma assassine, gite con i prof che portavano alla decapitazione di metà del corpo docenti – Hogwarts restava uno scudo dal mondo, una lente attraverso cui filtrare un’esistenza becera e cruenta.
    Quindi sì, malgrado il «non ci credo che l’hai fatto davvero» con cui Sandy l’aveva congedato mezz’ora prima, CJ l’aveva fatto. Indossava un completo semplicissimo e comunque elegante (scarponcini neri tirati a lucido; pantaloni neri, camicia nera, bretelle nere; nessuna giacca, voleva sopravvivere), ma non era quello ad aver causato il sorriso sulla bocca del concasato. No. Perchè il Knowles aveva deciso di prendere il concept del prom, ed adattarlo a ciò che più lo rappresentava dei suoi nove anni al castello. Gli abiti erano miti, quasi mediocri, ed infatti non erano loro la star della serata.
    Aveva appiccicato sulla testa decine e decine di frammenti di specchio, creando un mosaico riflettente ed acuminato che occupasse interamente la superficie del suo cranio: CJ Knowles era una fottuta palla da discoteca. Ed era bellissimo.
    «ma vi pagano almeno?» aveva domandato alla matricola mentre, tremante, tentava di disegnare qualcosa sul suo polso. Sentire la voce del Tassorosso, anziché confortarlo, lo fece scattare sul posto, facendogli disegnare una linea a caso che andava dal polso al centro della mano. Arcuò le sopracciglia, ma fu abbastanza saggio da non aggiungere nulla, se non un vago sorriso tutto denti al ragazzino che, rapido, cercò riparo dietro i compagni.
    Com’erano suscettibili, le nuove generazioni.
    Si guardò attorno, marginalmente consapevole di come le lucine si riflettessero epicamente sulla propria costruzione – tutti i cercatori: trigger – posando lo sguardo sulle diverse attrazioni che il comitato aveva preparato per quella sera. Sperava che almeno fosse un’attività che potessero mettere sul curriculum, altrimenti che sbatti. Fischiò a labbra socchiuse, roteando su se stesso per guardare la Kavinsky. «prendiamo i pop corn da lanciare alle teste di cazzo quando arrivano?» priorità.
    Le teste di cazzo erano ovviamente (tutti) i freaks.
    Tonight I'll be your naughty girl
    I'm callin' all my girls
    We're gonna turn this party out


    i mini post sono la mia nuova religione e sono felicissima. non fa niente, arriva al prom (dopo essere passato a prendere sersha perchè è un uomo galante) e punta già al cibo da lanciare contro la gente perchè questa è la persona che è

    vi regalo anche i trasferelli di tutti perchè sono pigra e non ho voglia di fare tre caricamenti diversi

     
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    Era sobrio. Era lucido. Era -
    «QUESTA LA USIAMO PER LA CARTOLINA DI NATALE»
    - la nuova cartolina degli auguri di Natale 2022 di Heidrun Crane. Mezz’ora prima aveva creduto che avessero completato l’usuale photoshoot, ma la sua era stata una fallace illusione. Ogni scatto suscitava un’onda d’ilarità della mimetica, accovacciata al suolo con la testa nascosta fra le braccia e degli «arrivo, un attimo» singhiozzati fra un attacco di ridarola e l’altro, la mano a picchiare la coscia di Murphy. Mckenzie Leighton Hale, quadro della placidità zen, attendeva con un morbido sorriso sulle labbra, perché per amore si facevano davvero le cose più stupide (tipo permettere a qualcuno di farti settecento fotografie che sapevi, sapevi, avrebbe mostrato a tutti con un orgoglio che davvero, ma davvero, la circostanza non meritava.). Sarebbe rimasto lì anche tutta la notte, se significava continuare a sentire quel suono che di cristallino e poetico non aveva nulla, ma che sapeva scaldare quella piccola e feroce parte di cuore del Corvonero in grado di sinceramente, onestamente, e senza vincoli alcuni, amare. Non era così scontato. Il fatto che fosse gentile, e spesso limato agli angoli, veniva spesso frainteso, illudendo che l’Hale volesse bene a tutti.
    Non era così. Andava d’accordo con tutti, che era diverso. Anche quando si affezionava, lo faceva a strascichi e bocconi.
    «GEMES, MA LO STAI GUARDANDO!!! GEMEEEEEES» Run agitò lo specchio magico, che sicuramente ha un nome ma Sara non lo ricorda, mostrando per la millesima volta al fidanzato ed a sua sorella come si fosse fatto bello tm per il prom. Mac si baciò indice e medio, rimise la catenina con la croce sotto gli abiti, e salutò entrambi. «mi sentivo nostalgico» Si strinse nelle spalle, sollevando di pochi centimetri la tunica nera da prete.
    Ebbene.
    C’erano due motivi per i quali aveva scelto di fare il cosplay di padre Shaw, uno serio e l’altro reale.
    Quello serio: se fosse rimasto a vivere nel suo secolo, volendo essere ottimisti e credendo che sarebbe sopravvissuto, negli anni ‘50, quello sarebbe stato il suo destino. Prendere gli abiti talari. L’unico modo per convincere i genitori di averlo guarito, e di risparmiarsi un sacco di rotture d’anima; chissà, magari prima o poi ci avrebbe anche creduto, ed avrebbe trovato nella fede un appiglio e non una cazzo di ancora al petto. Un inside jokes per pochi.
    Quello reale: una settimana prima, gli avevano fatto notare che essere ammesso ai MAGO non significava automaticamente essere promosso. Inoltre, gli esami del settimo anno erano rinomati per essere, testualmente, una merda. Dio non aveva risposto alle sue preghiere per anni, ma confidava che avrebbe fatto un eccezione, perché voleva davvero, davvero, tanto, diplomarsi, malgrado già temesse la solitudine e la morte interiore e l’incapacità di rispettare e mantenere dei legami sani con il genere umano.
    Poi sapeva che Run avrebbe apprezzato. Gli sembrava… pertinente al suo percorso scolastico, concluderlo così. Ricordava quando a Bodie, California, 1918, tutti i suoi amiketti erano spariti per mesi senza lasciare alcuna traccia, e lui, Maggie ed Est, per non destare sospetti, avevano interpretato i panni di padre Shaw. Erano state settimane…. Particolari.
    Non le rimpiangeva.
    Almeno quelle.
    Run aveva smesso di ridere, e lo osservava con un cipiglio divertito e meravigliato, una spalla poggiata al muro del corridoio. «quando sei diventato….così» stupido? Biasimava la droga. Sotto la veste da prete, indossava uno di quei terribili attrezzi infernali chiamati corpetto e sottoveste che all’epoca (ma in effetti… probabilmente anche oggi. Chi poteva saperlo, non Sara) venivano usato per tenere la gonna svolazzina e la vita (non quella contata a punti salute) in check. Quindi insomma, era un prete molto particolare, ma si sentiva più a suo agio così, quindi andava tutto bene. Non era una parodia, c’era tutto un significato simbolico e significativo dietro le sue scelte (simbolico e significativo: mi piaceva e o volevo così & that’s it) (no, non solo per quello: c’era tutto il trip incompreso del non poter cambiare la sua vera natura!! di essere se stesso!!! e che potesse amare gesù non platonicamente e andava bene lo stesso!!!) ma Mac, essendo Mac, non se la sentiva di spiegarla a nessuno. L’avrebbero preso così, a scatola chiusa.
    Aveva anche una bibbia con dentro le foto segnaletiche (i wish i was joking) di Willow e Kiel perché a quanto pareva nessuno dei due sarebbe andato al prom e lui li voleva con sé.
    E ora sapete proprio tutto tutto.
    No, aggiungo che aveva le scarpe da ginnastica perché sarebbe stata una lunga serata ed i tacchi erano scomodi, e ovviamente era truccato così anche se l’avesse voluto, e siamo tutti certi che quel momento sarebbe arrivato, non avrebbe pianto per non scioglierlo.
    Ora sapete davvero tutto.
    «posso...andare, ora?»
    Evidentemente, non prima che la Crane gli baciasse il colletto dell’abito lasciando l’impronta del rossetto perché anche lei si sentiva nostalgica. Sì, fu cringe quanto sembrava, ma Mac la amava quindi lo accettò.
    «ORA ANDIAMO A CERCARE BARRY»
    Pregherò per te, fratello.

    «quanta gente haha pensa come sarebbe divertente se ora me ne andassi! lol» All’entrata del ballo di fine anno, dove attendeva pazientemente (davvero...sentiti libero di metterci tutta la notte….e se ci perdiamo il prom ...eh… è andata così….) Joey, rivolse un finger gun ad Erisha, appena un bisbiglio sotto la musica. Perchè, vi chiedete, non è andato direttamente con Joey? Perchè già CJ e Kaz l’hanno fatto, quindi volevo qualcuno che facesse il diverso. Chissà se la Byrne era già con Lollo. Chissà chi c’era.
    Dov’erano tutti.
    «(aiuto)» fra parentesi, perché forse lo disse e forse no. A interpretazione.
    Seen any miracles lately?
    They hardly ever come along
    I need a miracle, baby


    aspetta oey all'entrata!! parla, kinda, con erisha.
    e ora che ho finito il giro vi faccio recap:
    - kaz è vestito da principe di cenerentola
    - cj da palla da discoteca
    - mac da drag prete

    perchè quest'anno è andata così. l'anno prossimo torno normale
     
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    «Mac, apri questa dannatissima porta!» un esemplare di Erisha Byrne in accappatoio con capelli e trucco perfetti e indosso delle chuck taylor color confetto, si disperava dinnanzi alla porta di Mckenzie Hale bussando come una forsennata «Ho un’emergenza, devi aiutarmi, ti prego» l’ultima frase venne pronunciata con un tono supplichevole, ed a quanto pare persino Mac dovette percepire la disperazione nel suo tono di voce, perché finalmente aprì la porta «Erisha… che ti succede?» la corvonero non se lo fece dire due volte ed entrò in quella che ormai sembrava la sua di camera, era sull’orlo di una crisi di nervi, si tratteneva solamente perché la faticaccia che aveva fatto poco prima nel mettere un eye-liner decente sarebbe andata sprecata «Il vestito che mi hai cucito… mi sta largo, irrimediabilmente largo» pronunciando quella frase scosse leggermente il drappo color carta da zucchero, che aveva sull’avambraccio sinistro, con disperazione «Ma è impossibile… l’ho fatto su misura, dovrebbe starti a pennello» Erisha si poggiò con le spalle contro il muro, la disperazione sul suo viso era ben visibile «Sei per caso…dimagrita?» un respiro spezzato fuoriuscì dalle labbra della cercatrice bronzo-oro «Io… non è che stessi seguendo una dieta o altro, ero solo nervosa per questo giorno e… mi si è chiuso lo stomaco» portò la mano destra alle labbra iniziando a torturare le sue povere cuticole «… per due settimane» l’ansia di non risultare al meglio nel proprio vestito, di non piacere a Romolo con quel vestito, l’aveva divorata facendole fare cose stupide del tipo non toccare cibo per giorni «Sta tranquilla va bene? Ci penso io.» ed Erisha Byrne pensò che l’anno successivo, senza Mac intorno, si sarebbe sentita incompleta, lo abbracciò di botto rinchiudendolo in una morsa molto stretta «Mi mancherai un sacco, non sparire e rispondi sempre alle mie lettere ok?» e probabilmente qualche lacrima lasciò l’angolo dei suoi occhi, ma ad Erisha non importava.



    Mac aveva fatto un vero miracolo, il vestito, che prima le stava larghissimo sui fianchi, ora le calzava perfettamente, sorrise allo specchio facendo una giravolta ed osservando il suo outfit, i lunghi capelli scuri le arrivavano ormai quasi alla vita ed erano decorati da un nastro bianco, che era legato sotto la nuca e la quale stoffa in eccesso, due strisce di raso, si mescolavano con la lunga chioma, il vestito era aderente ma non troppo e le converse rosa davano un’aria casual a tutto, forse quelli nastrini, uno giallo ed uno rosso, stonavano con i gioielli d’argento e i colori tenui che aveva deciso di indossare, ma non li avrebbe tolti, li aveva indossati quando aveva chiesto a Romolo di venire con lei al ballo, ed aveva intenzione di tenerli lì per molto; dopo un’ultima occhiata appurò che dopotutto, non era un disastro come aveva previsto, ma decise comunque di recuperare la borsetta ed uscire dal dormitorio, prima di avere altri ripensamenti riguardo al suo aspetto.
    ci vediamo in fondo alla scala di corvonero le aveva detto il suo accompagnatore, poteva definirlo il suo principe giallo-rosso (ha azzeccato il colore sta volta almeno)? Sbuffò una risatina a quel pensiero strambo che si era fatta: Romolo era tutt’altro che un principe, e a lei andava bene così! Era, infatti, proprio per quello che le piaceva: le piaceva il suo alto tono di voce, il suo essere così incredibilmente colorato o la sua famiglia numerosa, le piaceva quando faceva il tifo, per lei o per altri, o quando la chiamava perennemente per cognome, a differenza sua.
    Ultimò il suo stucchevole e sdolcinato pensiero, che probabilmente non avrebbe mai esposto ad alta voce se non con una buona dose di veritaserum, quando saltò l’ultimo scalino, si poggiò quindi con le spalle al muro di pietra, i piedi e le gambe incrociati dinnanzi a se: aveva solo da aspettare.

    But you’re just so cool
    Run your hands through your hair
    Absent mindedly makin’ me want you


    si dispera per il vestito e aspetta Lollo davanti le scale corvonero, fine that’s it.
     
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    «ohhh. Ma sei proprio bellissimo» l'espressione di stupore sul volto di clay sembrava così reale, che nessuno avrebbe pensato ad una cosa organizzata nei minimi dettagli (quali). e, sapete, sembrava reale perché era reale: poco importava che avesse visto Kaz con i suoi abiti principeschi solo una manciata di secondi prima, o che gli avesse ripetuto quanto stesse bene almeno sedici (mila) volte — non si finiva mai di apprezzare un bro.
    anche se, nell'osservare l'Oh perfettamente calato nella parte, clay aveva iniziato a sentirsi un pelo a disagio «secondo te..» affondò entrambe le mani nella tasche profonde della giacchetta da collegiale, ciondolando ritmicamente sulle note di una musica confusa che sentiva solo nella sua testa «sono troppo basic bitch quando Dwight Linguini aveva citato Grease come spunto per l'outfit perfetto, clay era arrivato ad un passo dalla tragedia affermando di non aver mai visto il film; a giacomino era venuta una crisi isterica, ma si era ripreso in fretta quando il cinetico aveva proposto di guardarlo insieme. cosa che aveva immediatamente messo Clayton di fronte ad un bivio: giacca di pelle, jeans e brillantina («come Fonzie!» «chi?» «clay esci da questa stanza. »), oppure l'immagine sputata del bravo ragazzo anni '50 pronto per il college.
    bomberino? c'era.
    camicia a righe? c'era.
    maglietta della salute? c'era.
    jeans scuri a sigaretta arrotolati fino alle caviglie? c'erano.
    calzettoni e scarpette lucide? c'erano.
    aveva tutto, il Morales, anche la faccia giusta — ma non i capelli: a domare i riccioli ribelli ci aveva rinunciato in partenza.
    «stai bene, non preoccuparti» la voce di joni peetzah non ammetteva repliche, o dubbi di sorta; alla rossa clay credeva ciecamente, complice la sudditanza psicologica indotta dal terrore che lo special aveva provato nei confronti del Capitano fin dal primo momento. incuteva un certo timore, joni, ma anche (soprattutto, dai) rispetto «poi a Val piaci vestito in qualunque modo» non era una novità, la crush reciproca dei valley, anche se le guance del cinetico andarono in fiamme quasi nell'inmediato; per quanto clay si mostrasse estroverso e spigliato, non era immune ad un po di sano imbarazzo.
    Joni gli batté (forte) la mano sulla spalla, poi con due dita risalì a sfiorare la tesa del cappello in segno di saluto «vado a prendere l'himbo, cercate di divertirvi voi due» come se non avessero saputo entrambi che la peetzah un modo per tenerli d'occhio se l'era già studiato: più per assicurarsi che Valerian non svenisse in momenti non meglio precisati della serata che altro.

    «te l'ha mai detto nessuno che a prepararti sei lentissimo?» chiese, con un ghigno appena accennato quando, finalmente, Julian apparve oltre l'ingresso della sala comune rosso oro; inutile dire che aveva insistito lei per passare a prenderlo e, come tradizione prevedeva, si era persino portata dietro un (1) fiore che il grifondoro poteva mettersi nel taschino — o, ancora meglio, tra i capelli. sarebbe diventato una bellissima fanciullina dei boschi «è un cormicolo, ho letto che è stato esportato in Inghilterra dalla Russia e ci hanno messo quasi cent'anni per farlo adattare al nostro clima» dovette allungare il braccio e sollevarsi sulle punte dei piedi - niente tacchi per joni peetzah - ma alla fine riuscì a sistemarglielo dietro l'orecchio «non è male» il fiore.
    julian.
    tutti e due.
    nel dubbio joni preferì non specificare (che poi quello si monta la testa), accennando invece un sorriso e una mezza piroetta «che te ne pare, Giuliano? alla fine ho vinto io» la lotta con sua madre era stata lunga, complicata e non priva di colpi bassi alquanto dolorosi, ma alla fine la diciassettenne aveva ottenuto quello che desiderava: i vestiti con gonne ampie, scarpette e nastri nei capelli alla Sandra Dee erano stati banditi.
    Al loro posto, Joni aveva optato per un completo giacca-pantalone di tweed blu scuro, foderato all'interno dello stesso tessuto bordeaux della camicia sottostante. cappello, la lunga chioma ramata lasciata libera sulle spalle e stivaletti stringati completavano l'opera, dandole un'aria vagamente da uomo d'affari — o scagnozzo di Al Capone, ma chi siamo noi per giudicare «dai muoviti» dovette usare tutto il suo +2 di forza per trascinarsi dietro il Bolton, giù dalle scale — bertie somewhere: triggered — ma sarebbe stata disposta anche a caricarselo in spalletta pur di darsi una mossa e arrivare al prom. no, joni non stava morendo dalla voglia di darsi alle danze, ma aveva promesso al(comitato)le furie che sarebbe stata puntuale, e quello valeva come pagamento dei suoi debiti (ovvero essersi data alla macchia quando le avevano chiesto di entrare nel comitato e dare una mano ad organizzare il tutto, proprio come rob)


    «O MEO DEO GUARDA VAL FANNO I TATUAGGI» clay non stava! più! nella! pelle!
    era tutto quasi troppo bello per essere vero, e non si riferiva soltanto alle luci della fiera, al profumo di frittelle e zucchero filato, o alle giostre che li attendevano oltre l'ingresso; pensava soprattutto al fatto che Val fosse li con lui, proprio al suo fianco! stavano andando al prom insieme, e questo per il Morales era sufficiente «ti prego dai andiamo a farcene uno!» cioè come poteva dire di no a quei suoi occhioni luccicanti sa Labrador? sarebbe stato insensibile, e molto poco da Val. infatti clay se lo trascinò dietro fino al banchetto, senza stupirsi troppo delle occhiate in tralice che i primini gli lanciarono appena lo videro: dopotutto, lui era li per divertirsi e loro, evidentemente, no.
    che poi non a tutti piacesse l'idea che fosse uno special, questo non gli passò nemmeno per la testa — non quella sera.

    (trasferello clay ♡:
    IMG-20220704-214936

    When I feel blue in the night
    And I need you to hold me tight
    Whenever I want you, all I have to do is Dream


    ok allora post inutile ma:

    clay va a prendere val alla sala comune dei tassorosso (parla con joni), insieme raggiungono il prom e lo trascina subito al banchetto dei trasferelli

    joni (parla con clay), passa a orendere Julian, gli porta un fiore, poi lo trascina al prom ma ancora non ci sono arrivati. that's it.
     
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    Era la prima volta che Dylan inizia e finiva qualcosa e doveva ammettere che era una sensazione (strana.) piacevole: vedere il prom passare dall'essere solo una lista di idee e spunti e di “che ne pensate se...” al diventare (un bimbo vero) vere e proprie attrazioni e stand era emozionante. Fantavoloso. In piedi al centro della fiera, a pochi passi dallo stand degli hotdog, Dylan osservava il frutto del lavoro di tutto il comitato con gli occhi lucidi: avevano fatto proprio un gran bel lavoro, tutti quanti, ed era così orgogliosa della loro creazione! Ora non restava che aprire i cancelli (metaforicamente parlando, non era stato possibile transennare l'area ma avevano comunque messo un arco di palloncini e festoni all'ingresso!! e affidato ad un paio di ragazzini di secondo anno l'incarico di controllare i biglietti) e sperare nell'ottima riuscita di quella serata.
    Buttò uno sguardo all'orologio (vintage, col cinturino di pelle scura e sottile, comprato ad una bancarella di Diagon Alley per un po' troppi galeoni, in effetti) per controllare quanto mancasse all'inizio del prom e si rese conto, con grandissimo orrore di essere in ritardo.
    Non aveva mai corso così tanto ― nemmeno agli allenamenti di quidditch. Soprattutto agli allenamenti di quidditch. E correre con quelle dannate ballerine ai piedi non era proprio comodo; ma doveva farlo se voleva raggiungere la sala comune prima dell'arrivo di Dwight ― un conto era farsi aspettare perché presa dai preparativi e dalle chiacchiere con le sue amiche, un altro era arrivare in ritardo all'appuntamento con lo special perché distratta da una mania di controllo che non sapeva di avere e che l'aveva spinta a tornare al lago nero per accertarsi che fosse tutto pronto e a posto. Non aveva mica l'ansia ah ah ah no che pensate. Mica dovevano reggere il confronto con i prom degli anni precedenti che erano stati s-p-e-t-t-a-c-o-l-a-r-i (I mean, scenografie che cambiavano, vero mare nella Sala Grande, una torre all'ingiù di vizi capitali nel bel mezzo del lago nero ??? era stato tutto troppo bello, dovevano per forza fare bene anche loro!!!) tutto una passeggiata ah ah ah facile. Eazy breezy.
    Svoltò l'ultimo angolo che la separava dalla sala comune tassorosso ansimando per la fatica: correre era proprio brutto. Per sua fortuna di Dwicomino e Spirit non c'era ancora l'ombra, quindi ne approfittò per allisciare la gonna a pois e darsi una veloce sistemata: dubitava che i capelli fossero sopravvissuti incolumi alla sfacchinata, ma non aveva tempo per riordinare le forcine e sistemare la frangia, così si limitò a scuotere i boccoli rossi per farli sembrare un po' meno disordinati del solito. Alla fine non aveva optato né per il look da Jan, né per quello da Rizzo, ma per uno più generico con gonna a ruota, cintura in pelle e camicetta smanicata bianca. Poteva sembrare banale (e lo era, aveva avuto poco tempo per pensare anche a quello.) ma aveva osato chiedendo a Livy di truccarla “bella come le signorine sulle riviste vintage”, con eyeliner nero con tanto di codina, rossetto rosso (super resistente!!!! così poteva mangiare tutto quello che voleva!!!) e pure un finto neo sullo zigomo destro. Perch? Beh, perché no.
    Quindi, tutto sommato, era contenta del suo outfit. Non era girlboss-y come Joni («stai benissimo, ma non spaventare July, mi rakk» le aveva detto, dandole un bacino sulla guancia, prima di dirigersi verso il lago nero per osservare i lavori finali) ma era comunque... carina. Una volta tanto riusciva a capire sua madre e il suo insistere affinché si mostrasse un po' più signorina e femminile. Sarebbe durato giusto lo spazio di una sera, certo, non vedeva già l'ora di tornare alle sue salopette di jeans e le trecce per domare i capelli ribelli, ma una sera era più che sufficiente.

    Quando vide arrivare Dwight, in sella a Spirit, si lasciò andare ad un sorriso raggiante che lumocinesi di Kazzino spostati proprio (no non è vero!! ha imparato dal migliore BACINI SMACK a proposito, chissà se aveva già trovato la sua dama ed erano arrivati al lago E CHISSA' A CHE PUNTO ERANO TUTTE LE ALTRE FURIE!!!) e salutò lo special agitando la manina.
    «UAO COME SIAMO ELEGANTI!!» @ Sprit, perché era proprio bellino !! Ma anche a Giacomino, immagino. Giacomino che, prima di aiutarla a salire in groppa al fido destriero (.), le allungò un pezzetto di stoffa. Un foulard, per completare il suo outfit, e la Kane notò che era in tinta con il look del cronocineta. «GRAZIE!!! Anche io ho una cosa per te.» e gli porse un sacchetto di caramelle colorate rubate ad uno degli stand mentre tornava, di corsa, verso la sala comune: l'aveva preso come dono da offrire in segno di scusa per il ritardo, ma non ne aveva avuto bisogno. «I vantaggi di essere nel comitato!» gli fece l'occhiolino e salì su Spirit.


    Nel frattempo (sì, faccio un solo post di entrata e pace) da qualche altra parte un Romolo Linguini scendeva (o saliva, a seconda di come girava al)le scale che lo dividevano dalla torre di Corvonero, fischiettando tra sé e sé un motivetto familiare: no, non Grazie Roma, malfidati, ma Grease Lightning. Giacomino li aveva costretti a fare maratona di film ambientati negli anni '50 in preparazione al ballo e ovviamente non poteva mancare il successone di John Travolta. Film che Lollo, essendo un pg di pandi, ovviamente adorava. E non lo nascondeva!!! Infatti il suo look era ispirato niente popò di meno che a quello di Danny nelle scene finali del film: maglia nera con le maniche cortissime, jeans neri e cintura in tinta, calzini rigorosamente bianchi. Aveva fatto solo una scelta diversa: le scarpe, preferendo la comodità delle converse rispetto alla stringata nera elegante. I riccioli erano tenuti su da tanto (troppo) gel per capelli, fatta eccezione per il ciuffo davanti che ricadeva verso la fronte: era proprio l'immagine sputata di Danny Zucco (mh mh, certo.)
    Ora doveva solo trovare la sua Ilary Sandy.
    E quando la vide, ai piedi della scala che conduceva alla torre blubronzo, si lasciò sfuggire un fischio ― no, cretini, non era un fischio alla "sto passando con la macchina e ti fischio dal finestrino perché sei una gnocca assurda e io un maiale come tanti", ma un fischio di grande apprezzamento. «ah, però in italiano, ovviamente, perché sappiamo bene che il neurone Linguini è condiviso e in quel momento non rimbalzava solitario nella scatola cranica del romano (e romanista) ― quindi non sapeva proprio cosa dire. Anche perché, chi mai poteva avere qualcosa da dire quando davanti aveva una Erisha Byrne bella come (sempre) il sole?? Le sorrise, e le baciò la guancia. «Stai una favola.» Doveva ancora lavorare sui complimenti, ma tanto lo sguardo un po' da pesce lesso (innamorato) parlava al posto suo ― e menomale.
    Le offrì il braccio per dirigersi verso la festa, informandola che «ho il giacchetto di pelle nascosto nella tasca dei jeans, non chiedermi come ce l'hanno fatto entrare ma c'è» 'sti incantesimi fesciòn che lo lasciavano proprio basito, ma almeno erano comodi!! così non aveva le mani occupate tutta la dannata sera. «se hai freddo» alla fine erano in riva al lago e non era certo quello dell'Eur, e le temperature non erano quelle di Roma (ringraziando il cielo altrimenti si sarebbero trovati ad aver a che fare con un falò gigante, altro che fiera anni 50), «ci penso io» così potevano completare il look con il trope (?) “lei con la giacca di lui” DAJE TOPPPPPP
    Mentre raggiungevano il lago nero e si mettevano in coda per consegnare il biglietto all'ingresso, le prese la mano e chiese: «emozionata?» quello era probabilmente il suo primo prom, immaginava che fosse super agitata. Anche per lui era il primo prom in inghilterra, e se i video della scorsa estate gli avevano insegnato qualcosa era che (doveva offrirsi volontario per il kissing booth) (cosa?cosa.) succedevano davvero un sakko di cose ai balli di Hogwarts. NON VEDEVA L'ORA (di fare il panico, classic linguini)!!!!!!
    it's the night of our nightmares;
    it's the night of our dreams.
    It's too late to back out of it.



    dylan: aspetta dwight e poi vanno al prom
    lollo: prende eri e arrivano alla festa
     
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    Aveva passato i momenti antecedenti al prom trattenendo le lacrime davanti a Narah. Una scena tipica di Gideon Mcpherson, se non fosse che la causa delle lacrime non era qualcosa di triste, nè qualcosa di tenero come spesso accadeva. Era semplicemente una tragedia. Brucia tantissimo, mi rifiuto. Narah gli stava davanti brandendo un mascara come una madre disperata brandisce la ciabatta contro suo figlio e mentre lei avanzava, Gideon ritirava indietro la schiena e la testa. Ma me l'hai chiesto tu. Ho cambiato idea. Ma abbiamo già fatto un occhio. E insomma, non poteva andare al prom con un occhio truccato e uno no, giusto? Soprattutto perchè togliere il make up bruciava più che metterlo, ci scommetteva. E poi, non voleva arrendersi così facilmente, per questo resistette, e si riavvicinò alla giovane che stava impiegando il suo prezioso tempo per realizzare un make up anni 50 che fosse perfetto per il tema di quell'anno. Considerava il proprio nuovo aspetto una bellezza acqua e sapone, ma voleva anche provare a portare il trucco per una sera. Narah era già pronta e del tutto credibile nei panni della giovane dai capelli rossi che si ritrovava davanti. Le follie che si fanno per amore. Grazie per essere qui nonostante tutto. Nonostante rischiasse di essere beccata e magari licenziata? Carino Era il loro ultimo prom insieme, e sebbene non lo avrebbero passato nei loro veri panni, Gideon era sicuro che sarebbe stato altrettanto speciale. Avrebbe rivisto i suoi compagni in ghingheri per l'ultima volta a scuola, avrebbe festeggiato con loro per l'ultima volta prima di entrare - finalmente - nel mondo degli adulti. Sperava di ricevere tante gioie quella sera, se le meritava dopo aver cannato l'agognato quarto posto al campionato scolastico di quidditch.
    Una volta pronto e con entrambi gli occhi truccati, il Mcpherson si guardò allo specchio esaminando i propri vestiti: indossava una canottiera rossa a pois bianchi con un foulard dello stesso colore legato al collo, un paio di pantaloni neri aderenti a vita alta e che gli fasciavano le gambe snelle, cingendogli i fianchi e mettendo in risalto le sue forme femminili, e delle ballerine nere ai piedi.

    Arrivate nei pressi del lago nero, a Gideon sembrò di avere un deja vu. Lo sguardo divertito scattò verso Narah al suo fianco, certo che lei stesse pensando esattamente la stessa cosa. E fu certo che lo dissero insieme, come la coppia mielosa che sapevano essere: il nostro primo appuntamento. Avvenuto ben...quanti anni prima? Indicibile. L'odore zuccheroso, le mele caramellate, le varie attrazioni. Sembrava di essere al wicked park ma era meglio. Da dove vuoi iniziare?? Osservò lo stand dei trasferelli, insicuro se provarne uno o meno magari al prossimo giro, i fogli sono lontani e fa caldo
    CAN BE VERY SWEET WHEN SHE NEEDS A FRIEND
    BUT IT'S ONLY A MASK THAT SHE WEARS
    SO SHE CAN PRETEND



    - Arriva con Narah al prom e le chiede da dove vuole iniziare <3
     
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    «Non correre, Spirit, siamo in perfetto orario!» tirò le redini del suo rtf – vale a dire le bretelle che aveva fatto indossare all'animale per l'occasione – per rimodularne l'andatura da pirata dalla strada intento a seminare il panico a vecchietta in testa a una lunga coda di macchine quando si ha fretta. «E poi, ci sarà da aspettare. Le ragazze hanno bisogno di un saaacco di tempo per prepararsi. È così che funziona» sentenziò, da navigato intenditore delle relazioni umane e dell'universo femminile – quale non era.
    Infatti, si sbagliava in pieno.
    Perché quando imboccò il corridoio che l'avrebbe portato davanti all'ingresso della Sala Comune dei Tassorosso, Dylan era già lì ad attenderlo. «UAO COME SIAMO ELEGANTI!!» e il Vega non si lasciò neppure sfiorare dal pensiero che l'amica si stesse riferendo al suo outfit o alla tenuta marmorea dei suoi capelli. Era chiaro che la vera star della serata sarebbe stata Vagina Selvaggia. «Visto che bella?» (cit. nessuno, trattandosi di un topo grande quanto un pony) sottolineò ancora, contagiato dall'entusiasmo della Furia e fiero del fatto che le estenuanti ore passate a preparare la sua creatura avessero dato i loro frutti: le aveva fatto un lungo bagno con tutti i prodotti che aveva trovato nel dormitorio, le aveva spazzolato il pelo fino a renderlo lucente e meno simile a una spugna in lana d'acciaio e, poco prima di uscire, le aveva messo un collare con un papillon identico a quello che aveva comprato per sé.
    «E tu sei perfetta,» si rivolse alla Kane «davvero!» sembrava uscita da uno dei film che aveva ri-visto insieme ai suoi amici, negli ultimi giorni, (perché è sempre il momento giusto per portarli sulla retta via e) per elargire consigli sul tema della serata – sebbene né lui né tantomeno i Linguini si aspettavano sarebbe mai arrivato il momento in cui lo special avrebbe messo bocca su questioni di moda; non a caso, fatta eccezione per le bretelle realizzate con pellicole di vecchi film, il suo outifit era stato deciso da zia Orietta. «Ho una cosa per te» e visto che non poteva certo commettere l'errore di fare lo stesso regalo alla sua ex-moglie e alla sua ex-fidanzata (ciao Melvin), le porse un foulard – che la tassorosso avrebbe anche potuto scegliere di usare come fascia per capelli, in perfetto stile anni '50 – il cui motivo, ovviamente, era lo stesso dei papillon che lui e Spirit avevano indosso.
    La ringraziò a sua volta per la sorpresa, allungò la mano per aiutarla a salire in sella e decise di sbirciare all'interno del sacchetto, confidando che il suo rtf non avrebbe ripreso a sfrecciare per i corridoi del castello facendogli rovesciare le caramelle. «Direi che...» rimase in silenzio per qualche istante, perso tra ragionamenti guidati dalla voce di sua madre, per poi decretare che «dai, posso assaggiarne un paio, non è contro le regole» quali regole? Ma sì, «Sai» quelle che era convinto fossero leggi universali che andavano ben oltre l'organizzazione del comitato. «numero 2: prima le giostre, poi il cibo» se non volevano rischiare di far risalire la cena del prom precedente e dare una svolta poco gradevole alla serata – ogni riferimento a fatti realmente accaduti per seguire ipotetici cugini su attrazioni non consentite non era puramente casuale.
    Arrivati a destinazione, aiutò Dylan a scendere da Spirit, accarezzò la bestiolina e la lasciò libera di (terrorizzare) farsi coccolare dagli altri studenti presenti alla festa – non prima di aver chiesto alla tassorosso di fare una foto tutti e tre insieme. Poi proseguì con la spiegazione. «Numero 1: non perdersi» e porse la mano alla Kane, sorridendo, anche se dubitava che, in quel caso, le conseguenze sarebbero state anche lontanamente simili a quelle della scampagnata con Gin. «Numero 3: con i fucili si spara solo alle lattine, non ai cugini» ma quello, forse, non era necessario sottolinearlo. «Numero 4: le autoscontro sono il mal– uh, dobbiamo farci mettere il timbro?» come quello che aveva visto sulle mani degli altri Linguini, di ritorno dalle serate in discoteca? Allungò in braccio in direzione di uno degli addetti ai trasferelli e ne approfittò per salutare Clay e Val – era così contento che la madre del primo avesse fatto cadere le sue riserve sull'italiano e avesse concesso al figlio di diventare amici.
    «Facciamo tutto, vero?» tappeti elastici, casa stregata, ottovolante – non stava più nella pelle! «Da cosa partiamo?»
    E da puledro sono diventato stallone, selvaggio e temerario
    come il tuono sopra la terra.


    Va a prendere Dylan, lascia Spirit libera di vagare, saluta Clay/Val e si fa fare il trasferello!


     
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    Sersha aveva pensato di bere prima del prom, un po’ perché era l’unica maniera di sopportare le persone e un po’ perché non credeva che ci sarebbe stato qualcosa di abbastanza forte alla festa. E vi dirò di più non solo l’aveva pensato ma l’aveva anche fatto: ma a lei che cazzo fregava, il fegato se l’era perso per strada anni prima. Si sentiva più leggera, non necessariamente spensierata perché non pensava di esserlo mai stata nella vita, i nervi quasi del tutto sciolti dall’alcol in circolo. Avrebbe dovuto farlo più spesso, per esempio ai MAGO- sì, funziona bere spritz prima degli esami dovreste provare. Avrebbe dovuto truccarsi prima di bere, l’aveva realizzato troppo tardi, quando ormai aveva il pennello sulla palpebra e un ombretto che aveva spalmato come le diceva il cuore. La Kavinsky non era mai stata un’esperta nell’arte del makeup, quando si addentrava in concetti troppo complessi il suo cervello si rifiutava di ascoltare, preferendo l’improvvisazione all’apprendimento. Non aveva idea di come fosse un look anni ‘50, quindi aveva improvvisato con un rossetto rosso e un eyeliner, completato da dell’ombretto chiaro sulle palpebre. Probabilmente sembrava scema, ma sapeva che nessuno avrebbe osato aprire bocca. Forse qualcuno dei Freaks, ma conoscevano i rischi di provocare la serpeverde. C’era CJ ad aspettarla alle porte della sala comune, un mazzo di fiori -o quello che sembrava tale- in mano e un intera cristalleria attaccata alla testa. Voleva sapere? No, non voleva. «mi piace, molto multitasking» per esempio, se a un qualunque punto della serata avesse dovuto specchiarsi avrebbe avuto CJ lì, o se qualcuno l’avesse fatta incazzare avrebbe potuto prendere in prestito un pezzo di specchio e accoltellarli. Super ! Utile!
    La Kavinsky doveva ammettere che la festa era meno peggio di quanto avesse immaginato, sebbene il tema luna park non la entusiasmasse particolarmente- lei era più per la casa degli orrori, persone che si staccavano gli arti e li sventolavano in giro. «ma vi pagano almeno?» come ci era finita a farsi scarabocchiare qualcosa sul braccio da un primi non lo sapeva, né era certa di voler sapere cosa stesse disegnando sul suo avambraccio. Non che la Kavinsky l’avrebbe notato in mezzo alla miriade di tatuaggi, uno scarabocchio in più o in meno non faceva la differenza. Abbassò leggermente il capo, tanto bastava per arrivare abbastanza vicino al primino -sì, era persino più basso di lei- era talmente concentrato sul suo disegno che non si accorse di lei «boo» il primino sobbalzò, gli occhioni castani spalancati e la faccia di qualcuno che aveva visto l’uomo nero. Il che non era troppo lontano dalla verità, i Freaks non godevano della migliore reputazione, nonostante gli ultimi balletti improvvisati in giro per Hogwarts. La Kavinsky sorrise, quel sorriso affilato che aveva ben poco di rassicurante, divertita da quanto il primino fosse facilmente impressionabile- aveva ancora tempo per crescere e rimanere traumatizzato dalla vita e da Hogwarts. Dopo che i Cranemort si erano passati i primini per terrorizzarli, si addentrarono nella festa vera e propria. Sersha era offesa dalla presenza di pagliacci, ma non lo sapevano che sarebbero venuti i Freaks? Si segnò mentalmente la casa stregata e i paioloscontri come attrazioni da fare, perché erano le meno cheesy e la Kavinsky si rifiutava di scendere al livello di una romcom americana. «prendiamo i pop corn da lanciare alle teste di cazzo quando arrivano?» Sersha ponderò per un momento la proposta del tassorosso, decidendo che forse era persino troppo soft per i suoi standard «io li butterai nella vasca delle palline, chissà se ne escono» spoiler: no perché Joey non tocca. La Kavinsky si guardò attorno per cercare qualcos’altro da fare nell’attesa che quelle merdine dei Freaks si degnassero di presentarsi, e i suoi occhi si illuminarono quando vide il tiro a segno. Strinse le dita attorno al braccio di CJ, incoraggiandolo a seguirla verso lo stand «vieni, ti vinco qualcosa» fuck gender roles, Sersha poteva vincere un peluche al suo ragazzo se voleva.


    Lapo Linguini non le capiva quelle americanate (in che senso siamo in Scozia?), da italiano doc non comprendeva la cultura e l’hype che circondava il prom, non quando lui aveva frequentato le feste d’istituto italiane. Sì, si era imbucato a caso quando aveva quindici anni con i suoi amici maranza, e gli era pure piaciuto. Non che ci volesse molto ad entusiasmare il serpeverde: alcol, figa e droga- era un essere umano semplice. Non aveva nemmeno capito bene il tema del prom, Vittorio aveva una concezione distorta dei decenni passati e non si era mai preoccupato di approfondire quella cultura. Insomma, era un ragazzo italiano medio, non ci si poteva aspettare particolari sforzi nel arricchire il suo bagaglio culturale. Si era affidato a Liz per scegliere il completo della serata: un pantalone e una camicia bianca con un papillon nero lasciato slacciato. I capelli erano sistemati all’indietro con del gel, una delle poche volte che si era preso la briga di sistemarsi i capelli anzi di abbandonarli al loro destino.
    Il Linguini aveva commesso l’errore di offrirsi di aspettare Lissette in sala comune, senza mettere in conto i tempi biblici di preparazione della serpeverde. Quando finalmente si degnò di fare la sua apparizione, Lapo stava contemplando di andare a bere da solo in un angolo del castello, al diavolo il prom. Lapo si alzò dalla poltrona vedendola entrare nella sala, e per poco non si girò per controllare di non aver lasciato la sua sagoma sul velluto «con comodo, eh» commentò esasperato, ormai portato allo stremo dalle Donne (punto.)- era difficile essere un uomo bianco cis ed eterosessuale nel 2022.
    Non ci importa come e quando ma alla fine riuscirono ad arrivare alla festa senza ulteriori intoppi.
    E nel bel mezzo del cammino si fecero fare il trasferrello, ma Eljsa sta mordendo quindi prendetelo per buono.
    Vittorio non era sicuro di quando la Monrique sarebbe stata richiamata ai suoi dovere da DJ abbandonandolo a se stesso, ma di certo era meglio di rimanere in balia della sua famiglia. «dimmi che hai portato dell’alcol» Lapo esordì così, dopo aver visto cosa lo aspettava: aveva la sensazione che qualcuno avrebbe cercato di affogarlo nella piscina della palline. Forse Sersha. «non so se posso sopravvivere altrimenti» -cit lapo a ogni funzione di famiglia.
    Pappagalli volano, sento il sole nelle assi
    E penso che 'sta vita non mi fa più male
    Ma in fondo sono solo, pelle e ossa



    ZN98ybh

    Sersha parla con CJ, poi lo trascina a giocare a tiro a segno.

    Lapo parla con Liz.
     
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    + Sana
    Era a dir poco inspiegabile: perché si sentiva più nervosa per questo prom, che aveva organizzato (d’accordo, è una parola grossa; che aveva supervisionato, se solo avesse saputo cosa voleva dire) e al quale avrebbe partecipato con una delle furie del suo cuore, che per quello dell’anno precedente, dove non sapeva nulla e si ritrovata a fare da babysitter a Clay? Per non parlare del fatto che, stavolta, era genuinamente contenta all’idea di andare alla festa. Alla fine, certo, era stata molto divertente anche quella del 2021, tra lasergame, spaccatutto e, persino, l’aver costretto il Morales a correre nudo con lei su e giù per la torre capovolta (è canon l’abbia fatto anche Clay, dai). Ma ora aveva davvero voglia di andarci, di passare una serata con i suoi amici e con Sana.
    E allora perché si sentiva terrorizzata?
    Forse avrebbe dovuto dare la colpa alle urla supersoniche di Dylan o alla musica che ormai da mesi sparava per tutto il dormitorio per entrare nel mood, ma Thor non era una brava bugiarda. Non aveva mai avuto problemi a dire la verità sempre e comunque, spesso e volentieri anche rischiando in prima persona, quindi incolpare le sue amiche o chissà quale entità esterna era fuori discussione. Eppure non riusciva a darsi una spiegazione. Non era mentire a sé stessa, però; era solo… essere sé stessa. Perché lei, di sentimenti, non ci capiva nulla.
    *
    «Io quella roba lì non me la metto», aveva sentenziato incrociando le braccia e sprofondando ancora di più nei morbidi divanetti ocra della sala comune tassorosso, quando Livy aveva interrotto la riproduzione di Grease. Ovviamente si stava riferendo agli outfit che aveva visto indossare alla quasi totalità del cast femminile, fatti di gonne a ruota, scarpette bianche e reggiseni a punta. «Stai tranquilla», l’aveva subito rassicurata Sana, prendendole una mano e, inavvertitamente, facendole scoppiare il cuore nel petto. «Fidati di me.»
    *
    E ovviamente Thor si era fidata, perché di Sana si fidava sempre. Guardandosi allo specchio, adesso, si sentiva quasi a suo agio. Il total black non faceva esattamente per lei, ma non poteva certo lamentarsi: jeans, maglietta e, su concessione della Park e persino di Giacomino, massimo esperto nel campo, converse nere, invece di scomode scarpe eleganti, a differenza del resto dell’outfit, ripreso pari pari da quello di Danny nella scena finale di Grease. Aveva persino concesso a Livy di cotonarle i capelli per renderli ancora più ricci e vaporosi che, anche se non l’avrebbe mai ammesso, non le dispiacevano poi così tanto, ora che li guardava bene.
    Si affrettò però ad allontanarsi dallo specchio per recuperare una scatola che aveva nascosta sotto il letto. Ecco di nuovo il nervosismo e quel nodo allo stomaco che quasi non provava neanche prima delle partite di qudditch. Sospirò, sedendosi sul letto, e guardò la porta del bagno, in attesa. Ovviamente la cosa peggiorò ulteriormente la sua agitazione, ma, purtroppo o per fortuna, durò poco, perché nel giro di pochi minuti Sana fece il suo ingresso. In un primo momento, Thor la guardò confusa, aggrottando le sopracciglia, ma poi scoppiò a ridere. «Be’, che c’è? Non posso vestirmi da Danny anche io?», finse di rimproverarla la Park, anche se poi si mise a ridere a sua volta. Thor avvampò e si tirò su dal letto, ricordandosi solo in quel momento della scatola che teneva tra le mani. «Emh… forse, ok, no, di sicuro stona, però… è da prom?? E poi è color tassorosso!!» Farfugliando imbarazzata tirò fuori due girasoli da legare al polso, come aveva visto fare in tantissimi dei film che Giacomino, Dylan e Kaz avevano propinato a tutte le furie e agli special in preparazione al prom. «Lo so che di solito sono rose, ma mi sembravano più carini?? Più adatti a… noi
    *
    Anche se shapeva, Thor era altrettanto consapevole di non potersi esimere. «Fate in fretta. Che sia una cosa veloce e indolore», intimò ai primini, coprendosi gli occhi con una mano e porgendo loro l’altro braccio, con il chiaro intento di fare della scena (per far ridere Sana, ma questi sono solo dettagli). Assolto l’obbligo dei trasferelli, le due tassorosso si addentrarono alla festa. Finta modestia a parte, avevano fatto davvero un bel lavoro!! Anche se ancora agitata, Thor sorrise e sventolò una mano in direzione di Dylan e Giacomino e… «SPIRIT!!! SEI BELLISSIMA AIUTO!!» Corse ad accarezzare la Vagina Selvaggia insieme a Sana. «Dyl, sei contenta?? Mi sembra che sia venuto tutto benissimo!!», commentò sincera, annunendo alle sue stesse parole. «Andiamo ai tappeti elastici??», propose, ma, senza aspettare davvero una risposta, trascinò tutti e quattro (Spirit compresa) a quell’attrazione.
    Well, my hands are shaky
    and my knees are weak
    I can’t seem to stand on my own two feet


    - preparativi pre prom
    - regala a sana un girasole da mettere al polso ??? (e se lo mette anche lei)
    - arriva con sana al prom
    - si fa fare il trasferello
    - accarezza spirit e parla con dylan e giacomino
    - trascina sana, dylan, giacomino (e spirit) ai tappeti elastici

    trasferello:
    AF8TE8h
     
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    C'era davvero un sacco, un sacco, di gente.
    Joey si pentiva leggermente di (tutte le sue scelte di vita) essere di nuovo al prom, e non all'annuale antiprom (non) organizzato a different lodge. Hans aveva giurato che lì non ci sarebbe stato praticamente nessuno, che Joey non avrebbe avuto bisogno di parlare, e non sarebbe stato obbligato a percepire o essere percepito da alcuno. Il posto perfetto dove farsi i cazzi suoi, impasticcarsi in sicurezza, ma comunque festeggiare la fine della scuola.
    Se non che non ci sarebbe stata la sua squadra.
    Poteva forse convincere i freaks ad un prom alternativo (senza neanche troppe difficoltà.) ma il resto dei suoi amici? meh (non il pg).
    Sapeva di aver fatto la scelta giusta a essere lì, doveva solo... elaborarlo. Forse continuando a torturare i lacci della divisa, prima o poi si sarebbe calmato.
    Prese un grosso respiro, avanzando ancora verso la musica forte e le luci. La prima non gli dava particolarmente fastidio di per sè, seppur odiasse la gente che urlava per farsi sentire oltre questa, e le luci erano meno peggio di quelle del fiendfyre. Forse non sarebbe stato così drammatico. E poi erano all'aperto, poteva scappare in ogni momento. Prendere aria... Una volta abbastanza vicino, iniziò a capire meglio il tema dell'anno, e sorrise leggermente. Minchia era davvero il prom perfetto, era destino fosse lì.
    «mi ricorda da dove vieni tu» niente ciao a Mac (e... derby? siete qua?), bensì semplice commento beccandolo all'ingresso. Indicò la fiera. «il mood» il che era un complimento agli organizzatori: a Joey, assenza del quidditch a parte, bodie piaceva. Lì si era sentito libero e in pace. «la divisa mi va. grazie» ovviamente gli andava la divisa da quidditch che aveva chiesto a Mac di rimaneggiare per lui, in stile vintage (grazie degli spoiler sul tema a chiunque li abbia spacciati), ed era anche comoda. Si sentiva... a suo agio. Più di quanto avrebbe immaginato. Nella tracolla aveva anche una coppola, regalo di floyd (damn, anche a lui sarebbe piaciuto quel posto). Gli spiaceva solo non aver portato Banana (il furetto, non sandy e non la motosega.) come supporto morale, ma immaginava che la musica e la gente lo avrebbero fatto impazzire ancora più che al corvonero.
    «vuoi andare da qualche parte?» o stare lì. A Joey andava benissimo anche stare l-
    «VOLETE DEI TRASFERELLI??? SONO CARINI!!!!!11»
    Joey si voltò verso il ragazzino del primo anno. Pronto a dire di no all'offerta quando si accorse che non era droga, il suo occhio di corvo venne poi attratto da uno dei disegni. Uh. Interessante. «....quello
    Oh era il logo degli anni 50, mica cazzi!!!!! e gli anni 50 erano stati fikissimi per le holyhead, avevano fatto una partita durata UNA SETTIMANA!! SENZA NESSUN MORTO IN MEZZO!!! Kelly McKelly era una BOMBA come portiere e si era fatta sostituire solo per dieci minuti!!!
    Mentre gli facevano il tatuaggio, si guardò in giro. Dov'erano i suoi cazzoni? Sandy aveva trovato un accompagnatore dell'ultimo minuto o lo avevano accoppiato con qualche sconosciuto random con cui avrebbe fatto subito amicizia?
    The future is bulletproof, The aftermath is secondary. It's time to do it now
    and do it loud! Killjoys, make some noise!



    VESTITO: divisa da quidditch anni 50

    1) arriva alla festa da solo, va all'ingresso a parlare con mac (e i derby? siete lì o no), e si fa un trasferello
     
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    «Numero 1: non perdersi»
    Dylan era (ancora euforica per la corsa su Spirit attraverso i corridoi e i cortili del castello) confusa ma sorrise comunque a Dwicomino quando lui le porse una mano, e la strinse con gioia (e vorrei dire senza darlo a vedere, ma è Dylan: il contegno non era nemmeno contemplato), felice per una volta di avere qualcuno accanto che non avesse timore di essere toccato. Tamburellò con le dita sul dorso della mano del suo accompagnatore ed insieme si misero in fila per l'entrata.

    «Numero 3: con i fucili si spara solo alle lattine, non ai cugini»
    «...è una delle regole ufficiali dei Linguini?» chissà perché la sorprendeva, la cosa, quando avrebbe dovuto saperlo visto i soggetti (i soggetti: Romolo.) (gli altri sono essere umani più o meno funzionali) Però, doveva ammettere di essere molto affascinata dagli usi e costumi degli italiani. «Dimmi di più delle vostre tradizioni!» Che poi una come Dylan, alla fine, era un po' un'italiana del sud mancata ma questo non poteva saperlo.

    «Numero 4: le autoscontro sono il mal–» «TRASFERELLI!» non serviva urlare, erano letteralmente: di fronte allo stand, ma le piaceva enfatizzare le cose. (mh mh, certo) «uh, dobbiamo farci mettere il timbro?» Dwight sembrava (giustamente) confuso quindi Dylan tornò a vestire per un attimo i panni di OrganizzatriceTM ed accorse con la spiegazione.
    «Siii! Cioè più o meno!» Fece una pausa per salutare gli studi di primo e secondo anno che avevano ingaggiato come aiutanti per lavoretti come quelli, una mano santa (da sfruttare) e un aiuto prezioso per lo svolgimento della serata. Poi tornò a guardare lo special, già finito sotto le grinfie di uno dei ragazzini. «Tranquillo, vanno via! Sono come quelli che trovi nelle patatine!!» o così le avevano detto i suoi studi di babbanologia perché Dylan rimaneva la solita affascinata da quel mondo a lei sconosciuto (e vietato) che era il mondo babbano. Sua mamma non avrebbe approvato un terzo delle cose che Dylan faceva o professava di amare, ma ormai era abituata all'espressione di disappunto di Sabine nei suoi confronti. Quindi si sarebbe fatta anche lei un trasferello, just because.
    E comunque: «cosa dice il tuo?» chiese all'amico, mostrandole il pezzettino di carta bianco, rimasto una volta applicato il tatuaggio momentaneo sulla pelle candida. Poi, tornando Dylan organizzatrice, spiegò: «c'è scritto di fare qualcosa, vero? abbiamo pensato che potesse essere divertente... spingere delicatamente a fare qualche attività. Magari per i più timidi è l'occasione per rompere il ghiaccio, o può aiutare una coppia ad iniziare la serata o.. non lo so, trovare un punto comune. Tipo... TIPO BISCOTTI DELLA FORTUNA!! ....senza la parte della fortuna o la frase carina :c» Si strinse nelle spalle. «Ad ogni modo, se vuoi possiamo fare anchequello che dice lì, prima della fine della serata! Poi ti leggo la mia» dopo che la estraggo, bacini

    «Facciamo tutto, vero?»
    «Ma certo!!» inutile dire che lei e Kaz avevano già collaudato ogni singola giostra allestita quella sera per assicurarsi funzionassero!! Mica (solo) per beccarsi dei giri senza dover fare tutta la fila....no....che dite. E a proposito della Furia: a parte Clay e Val, in fila con loro, non aveva ancora visto nessuno dei suoi amichetti. Ma dov'erano finiti?!
    La voce di Dwicomino la riportò al presente.
    «Da cosa partiamo?» «Mhh,» probabilmente la sua preferita era stata la giostra dei tappeti elastici.. ma voleva rovinare il look già ad inizio serata? Sì. Ma riconosceva che sarebbe stato un peccato! «Che ne dici se-»
    «SPIRIT!!! SEI BELLISSIMA AIUTO!!» Ma... Spirit non era stata lasciata libera di scorrazzare in giro per la fiera...? Dylan era confusa, ma accolse l'arrivo delle dePark con un sorriso entusiasta e gli occhi illuminati da una luce pericolosa, tipica degli shipper. «Heyyyyy!» diede un bacio con tanto di schiocco ad entrambe (sì, Thor, non puoi opporti, non è davvero una scelta.)
    «Dyl, sei contenta?? Mi sembra che sia venuto tutto benissimo!!» allargò il sorriso, che ormai era radioso al punto da poter essere utilizzato per alimentare i generatori elettrici di una vera fiera di paese babbana. «SIIII!!!! Spero si divertiranno tutti!!!! Ci sono così tante cose da fare e da mangiare!!! Premi da vincere!!! Giostre da conquistare!!!!! A proposito, io e Dwicomino stavamo decideno da quale iniziare-»
    «Andiamo ai tappeti elastici??»
    Ecco perché amava tutte le sue amiche: alla fine della fiera, nonostante le diversità, condividevano anche loro un Neurone (che di solito teneva in ostaggio Joni, per ovvi motivi.) e quella ne era la dimostrazione!
    «Sarebbe bellissimo ma... volevo fare una foto di gruppo! Sarebbe un peccato rovinarci già i capelli!!» alcuni avevano impiegato ore per far stare su la fragia, Thor! Un minimo di empatia!!
    Guardò Giacomino, agganciando un braccio attorno al suo: oh, per una volta che incontrava qualcuno che non solo non sembrava odiare il contatto fisico, ma che lo iniziava, Dylan ne voleva approfittare. «Tu che dici? Tappeti o... mh, ottovolante? O ruota panoramica? Da lì possiamo vedere il panorama e tutta la gente che arriva!!» nonché: avvistare Kaz e tentare di braccarlo per mettere in moto il lori Piano StudiatissimoTM. Una seguace Hallie non aveva giorni di riposo!
    it's the night of our nightmares;
    it's the night of our dreams.
    It's too late to back out of it.



    va un po' così, ma dovevo scrivere.
    fa il trasferello, saluta clay e val, poi chiacchiera con thor e sana

    disegnino:
    yvrP8Kr.

    che ci fa il logo degli Stray Kids nella cesta dei trasferelli??????? chi lo saaa!!! come ci è finitoo????? BOOOHHHH


    ANYWAY!! Per tutti: il prompt del trasferello che vi mandiamo in chat appare scritto sulla carta che rimane dopo aver applicato il tatuaggio (dai, so che avete fatto tutti almeno una volta nella vita i tatuaggi delle Waco's........) e niente, potete dire ON che i pg lo leggono da lì e poi farlo!.... o non farlo, se non volete, ma perché non dovreste......... vi tengo d'occhio (e anche Dylan.)
     
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    «Uh... non è degli anni '50, lo sai?»
    Fitz, meticolosa, si infilò un'altra forcina per tenere i capelli fermi, giusto di sicurezza, procedendo poi ad allungarsi per prendere il simil diadema (ok, non lo era, era solo un fermaglio sberluccicante... ma tutto è interpretabile come corona quando sei una regina). Non lo avrebbe ancora indossato, lasciando a Kaz l'immenso onore di ultimare il suo outfit.
    «Davvero non hai ancora capito, Ari? Io le mode le precedo» si alzò in piedi, il vestito nero a frusciare morbido sulle sue forme. Era bassina, più della donna che aveva reso quel completo famoso, ma grazie a qualche modifica qua e là appena notabile, il completo sembrava stato fatto su misura per lei. «...e poi il libro Colazione da Tiffany è uscito nel 58» aveva la via di fuga, caso mai qualcuno dell'organizzazione le avesse detto detto qualcosa *mani in alto* (ma non avrebbero osato perchè era in coppia col loro capo!!!!) (Kaz non era il capo? beh avrebbe dovuto, ora che usciva con lei).
    Aveva preso in considerazione un omaggio a Marylin Monroe, ovviamente, ma 1) nonostante condividesse con la donna i capelli biondi, non era certa di quale abito le sarebbe stato meglio; quello rosa de Gli uomini preferiscono le bionde era extra ma l'avrebbe un po' sbattuta, quello bianco era troppo banale, altri di altri film erano poco riconoscibili... 2) già Kardashian aveva messo al met un vestito di Marylin, e Fitz non era seconda a nessuno 3) era troppo alte le probabilità qualcuno avrebbe avuto la stessa idea.
    Nah, lei sarebbe stata Holly Golightly: nessun altro si sarebbe vestito come lei, essendo il film degli anni '60, il nero le donava, gli occhiali da sola erano un must, e nella sua mise più famosa del film, Holly portava una corona. Senza contare che Fitz si sentiva particolarmente vicina al personaggio per molte cose (se non per gli ultimi 10 secondi, per lo meno per il resto del film).
    «Beau, sarai bellissimo come Gatto! Orangey è l'unico micio ad aver vinto due PATSY Awards, non potrebbe chiedere recasting migliore di te!»
    Beau miagolò rumorosamente, e Fitz si voltò a sorridergli. Era l'ultimo prom della loro vita, e avrebbero spaccato.

    «NIKITA FITZGERALD!»
    Stava succedendo. La stava chiamando a gran voce!!!! Poteva scendere le scale lentamente, farsi ammirare da tutti e- oh my. C'era la musica. Era pronta. Aveva fatto le prove.
    Indossava gli occhiali da sole, e teneva con un braccio Beau e la portasigarette, e dall'altra parte il diadema, che, scesa in tutta la sua maestosità, porse a Kaz.
    «Ti andrebbe...?» Non aveva neanche bisogno di chinarsi essendo lui un grattacielo. Si rendeva conto che la scena non fosse epica quanto lo sarebbe stato se lui le avesse portato un diadema, ma quanto era ugualmente perfetto che lei ne avesse uno, e lui fosse vestito da principe azzurro????
    Per un po' aveva pensato la sua reputazione avrebbe potuto risentire dell'invitare lei un ragazzo più giovane (non troppo popolare cofcof)... poi si era ricordata che era esattamente la reputazione che voleva. Colei che sovvertiva l'ordine naturale. La ragazza pro col suo toy boy giocatore di quidditch. CHE PER ALTRO!! AVEVA RICAMBIATO LA PROMPOSE!!! Per giorni tutti ne avevano parlato (no), un sogno. Erano sicuramente la coppia più famosa e bella del ballo.
    si alzò in punta dei piedi per sussurrargli «ottimo inizio» TEAM RINFORZI POSITIVI!!!
    Lasciò a terra il gatto, gli ricordò che dopo essersi fatti vedere da qualcuno insieme poteva andarsene se non si stava divertendo, e di fare attenzione. Ci sarebbero stati un sacco di maghi quella sera tutti insieme e un po' alticci di allegria.

    «È davvero tutto bellissimo. Siete stati bravissim- FOTO!» si fiondò sul tavolino, e presa una macchinetta, scattò subito una polaroid a Kaz (che ovviamente sarebbe stato pronto. Suvvia era come lei, ce l'aveva nel sangue l'essere fotogenico). «Facciamocene fare una insieme!!» erisha e compagnia la salutiamo dopo, sentitevi liberi di dire che vi chiede di fare loro una foto.
    - e che si photobomba nelle vostre.
    You can't resist it
    You'll dance to my spell
    I'm the charmer



    VESTITO: holly golightly (colazione da tiffany) x x (ma un po' più largo in fondo e corto (?))

    si prepara parlando con fantasma!Ari e il suo gatto, e poi kaz va a prenderla a different lodge!!!
    arrivano insieme alla festa, prende una polaroid e scattata una foto a lui, chiede a qualcuno (TE??) di farle una foto con Kaz ♥ quindi siamo ancora all'INGRESSO
     
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    Si era preparato per tempo, aveva scritto (male.) un discorso, nella borsa a tracolla portava alcuni oggetti che gli sarebbero stati utili.
    Aspettava davanti alla porta tassorosso fingendosi tranquillo, ma troppo tranquillo non lo era.
    In pochi minuti, Valerian uscì confuso e titubante dalla sala comune. Ash si raddrizzò immediatamente, cercando di mostrarsi sicuro per il suo fratellino. «Mi hai fatto chiamare?»
    «Sì. Dobbiamo parlare»
    Non sarebbe dovuto essere lui a fare quel discorso. Non sapeva neanche se fosse troppo tardi (signore, sperava di no), e internet avesse già dato al giovane tutte le risposte (sbagliate!!!). Sarebbe dovuto essere Sawyer Ketchum a parlare col figlio di certi argomenti, prepararlo al mondo, o in alternativa Claudius, il maggiore dei quattro. Asher era a disagio all'idea di parlare da uomo a uomo col fratellino, che da sempre nel suo cuore era un bambino, e non importava avesse ormai quindici anni. Poco più grande di lui, Ash si era iniziato a prendere cura della madre, Val e GJ - ma l'aveva fatto male, lo sapeva. Voleva che i suoi fratelli crescessero meglio di quanto non avesse fatto lui - che era un fiko ma a vent'anni suonati stava ancora a scuola.
    «cerchiamo un luogo un po' più appartato» categorico e serio come forse il piccolo Ketchum mai l'aveva visto. Iniziò a camminare, seguito dall'altro. «Volevo parlare anche con GJ ma... per lui c'è tempo, credo»
    Si infilò in un'aula vuota, fece sedere il ragazzino in uno dei banchi, e si piazzo in un altro. Tergiversò, osservando il secondo mezzano dei Ketchum. Così piccino, così innocente... forse aveva ancora tempo...
    O forse no. Forse quel discorso arrivava addirittura in ritardo.
    Si schiarì la voce.
    «voglio che tu sappia che questo è uno spazio sicuro. Nessuno ci potrà sentire, e possiamo... parlare liberamente. Se hai domande, o commenti, sentiti libero di farli. Non c'è niente di male ad avere certi pensieri, è umano» e tirò fuori dalla borsa una pannocchia, mettendola sul tavolo. «sai cos'è il consenso? A volte ci sentiamo obbligati a fare qualcosa perchè gli altri ci fanno credere che sia la cosa giusta da fare. Perchè lo fanno tutti, perchè deve accadere, perchè perchè perchè» prese un grosso respiro «ma non siamo obbligati a fare niente, d'accordo? Se non vuoi fare qualcosa, tu non la fai. Se non vuoi che qualcuno ti tratti in un certo modo, tu non lo lasci fare e te ne vai. Non devi niente a nessuno. So come funzionano i Prom quando sei un adolescente. So cosa vuole la gente. Ma tu, se non vuoi, non devi cedere» fece una smorfia «se vuoi tuttavia... diciamo che io preferirei non lo facessi, ecco, ma capirei se volessi... provare. Ammetto che ho quasi ceduto anche io alla tua età. Ma se proprio vuoi provare, e non ti obbliga nessuno, almeno fallo in sicurezza.» e mise un'altra cosa vicino alla pannocchia.
    Una Bibbia «se qualcuno cerca di farti perdere la fede - perchè non va più di moda, perchè ci sono tanti miscredenti o gente di religioni diverse - e sei tentato a non credere più, va bene. Ma tieni comunque con te questa, ok? Anche se credi sia solo un libro e non IL libro. Ora esiste anche in inglese quindi non devi neanche studiarla a memoria come facevate a catechismo!! Anche se decidi di non credere più, può... sentirti. Come una mappa, ok? Se ti senti perso. La prendi, e leggi qualche frase a caso cercando aiuto per ritrovare la strada.» aggrottò le sopracciglia «Val, mi dispiacerebbe un po' se non ti considerassi più cattolico, ma sappi che ti amerei comunque, ok? Qualsiasi scelta tu faccia, sempre, riguardo a qualsiasi argomento, purchè sia una scelta tua»
    Allungò la pannocchia verso di lui «E sei anche abbastanza grande per la tua pannocchia di riserva. Potrebbe servirti al prom, non sai mai quando ti verrà fame.»
    Sorrise, e fece pat pat sulla testa del fratellino... prima di ricordarsi che non era finita: «ah, ovviamente so che, crescendo in fattoria, sai perfettamente cosa voglia dire fare sesso. Il discorso "non farti convertire" sul consenso e fare le cose in sicurezza vale anche per quello: ricorda che entro certi limiti è consentito, altri no. Non dormire mai con l'altra persona se non siete sposati, non guardagli le caviglie, non far provare piacere alla donna sennò resta incinta, uscire con le prostitute va bene - lo faceva anche gesù - e quando ballate lascia sempre lo spazio in mezzo per gesù sennò ci sta male. Usa sempre le protezioni: Padre Nostro prima e dopo! Così dio ti protegge. Hai altri dubbi?»



    La sera del prom, era più rilassato.
    Era felice di sapere di aver fatto Il Discorso a Val, e ora poteva pensare a divertirsi. Archibald gli aveva intimato chiesto di lanciare un occhio anche a Toothless, assicurarsi che non si mettesse troppo nei guai, e poichè c'era un patto non scritto fra gli abitanti di bodie di badare gli uni agli altri, aveva accettato. Lo avrebbe controllato - per lo meno da lontano.
    Era popolare, aveva vinto il campionato di quidditch, ed era all'ultimo anno. Non sarebbe stato attaccato a uno sgagnetto DUh.
    Aspettava Ciruzzo vestito di tutto punto, PERFETTO per il tema dato. Completo elegante vintage, cravattin, tutto incantato per non soffrire il caldo, e cappello da cowboy (perchè ovviamente era comunque elegante, ma alla californiana).
    Doveva assomigliare a suo nonno il giorno del suo matrimonio, il perfetto uomo elegante anni '50
    1850, no?
    why open your legs
    when you can
    open the bible?



    VESTITO: elegante far west (1850. per la gioia di lia, davvero far west per una volta . ) tipo così ma col cappello da cowboy

    parla con val prima (molto prima boh) del prom, poi aspetta ciruzz in sala comune grifondoro #fine magari già vanno alla festa, magari no, prima o poi arriveranno dai, post corto ma almeno ho fatto l'ingresso e poi posto solo l'azione quando posta anche lui e ci porta alla festa
     
    .
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