Votes taken by finger-guns.gif

  1. .





    «ci siamo incrociati un paio di volte. ed è venuto al locale una volta»
    «title of his sextape» mormorò con forzata allegria dopo un istante (e un istante di troppo) di espressione ferita, il labbro inferiore portato in avanti in un broncio infantile. Era un bravo bugiardo, ed era veloce a inventare scuse quando era sotto copertura come ribelle o investigatore-... più difficile, invece, reagire a Ethan o Blaise o qualsiasi altra relazione sensibile.
    Era offeso che il Lynx non gli avesse detto del PP cafè, di esserci stato, e dei piani che indubbiamente aveva fatto per collaborare (perchè non avrebbe dovuto farli? Melvin era fantastica!). Due pesi due misure, certo. JD poteva ignorarlo, aveva le sue ragioni, ma Ethan avrebbe comunque dovuto raccontargli le sue giornate e-... "No. No, non deve. Che sto pensando? Non mi deve niente. Se mi ignora e non gli va di raccontarmi cose, tanto meglio. È quello il punto dell'ignorarlo".
    Minchia com'era difficile essere vivi e fare la cosa giusta.
    «Farete collab? Sarebbe pazzesco»
    Grey era espressivo come un cucchiaino, e JD inclinò un po' la testa per cercare di studiare le sue espressioni, incuriosito dalla sua apatia apparente. Ethan era-... Ethan. O lo si amava, o gli si voleva torcere il collo. Forse il Kim era un po' biased a vederla così, ma gli pareva assurdo al cameriere non fregasse nulla di nulla del Lynx.
    «sembri conoscerlo molto. Sei una fan?»
    Eh. «qualcosa del genere» loro malgrado. Sarebbe stato più facile per tutti se JD avesse semplicemente ignorato l'esistenza di Ethan fin dall'inizio. Forse non avrebbe perso Blaise, o forse sì, ma Ethan e l'Han avrebbero continuato a uscire insieme se non si fosse messo in mezzo fra loro JD-...
    «Io lo... stimo molto» "Mi tieni sano" gli aveva scritto una volta. Same thing.
    Aggrottò le sopracciglia, divertita. «tu no?» incrociò le dita sotto il mento, appoggiandocisi mentre teneva il viso sollevato verso l'alto incuriosita. «Mi piacciono i pettegolezzi»
    Il silenzio che seguì la proposta di fare cose insieme, era una risposta di per sè, ma avrebbe voluto saperne di più. Poter parlare di Ethan era... liberatorio. Doloroso, ma bello. Come tutto ciò che riguardava la sua relazione con lui e Blaise.
    Agitò una mano smaltata in aria alla domanda del cibo, accompagnando il gesto con un sorriso brillante. «sorprendimi. Porta cosa vuoi, anche tutto quanto» dopo aver pensato tanto a Ethan, aveva decisamente bisogno di una ricarica potente di zuccheri. Non era abituato a mangiare molto, ma mal che andava poteva portarsi le cose a casa per il pranzo del giorno dopo.
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  2. .
    CITAZIONE (melodia di giugno. @ 6/3/2024, 13:16) 
    barba_barabba
    @9096rola
    @justStatingFacts ci stai dicendo che ci sono altre persone scomparse di cui non si sa nulla, oltre quelle presente al #l0tus, e perché non si parla nemmeno di questo? Stanno censurando l'informazione pubblica?!
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    deleted account
    @deletedAccount
    @9096rola color me shocked, sembra quasi che ci sia un dipartimento della censura che si occupa di cancellare le tracce di tutto ciò che è scomodo e che farebbe arrabbiare la popolazione!!!!
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  3. .
    CITAZIONE (teen4ge dirtb4g @ 4/3/2024, 01:26) 
    golden retriever🫰🏻
    @amourchasse_croise
    @fr__
    @fuckoff
    infatti!! non vedo il motivo di condividere cose non vere, mia sorella era lì ed è tornata a casa con un colpo di fortuna, i testimoni hanno visto l’hotel sparire davanti ai loro occhi senza poter fare nulla!! spero stiano tutti bene, sinceramente sono in pensiero
    01.26 - 04/03/2024 - powered by twizard



    deleted account
    @deletedAccount
    @amourchasse_croise kiddo, consiglio spassionato: non dare informazioni private su internet. potrebbe non essere l'argomento giusto con cui esporsi tanto
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  4. .
    bimbi del generale Mort 🦷📕
    @bimbidelgeneralemort
    @censored_xxx LASCIA IN PACE @mortraineyofficial GUARDA CGE LA PERDOTA DI DENTI EUNA COSA GRAVE FACCIO REPORT ABLEISTA!!! MORT NON ASCOLTARTLIIII
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  5. .
    deleted account
    @deletedAccount
    @alfa_aurigae eppure... non è così :-) baci
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  6. .
    HTML
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    life is pain (au chocolat) ft. JD Kim [marzo '24 - lilum]
    excuse me while i go online and change my status to dead ft. jojo [marzo '24 - different lodge]

    e provo ad aggiornare vedendo se ce ne sono anche altre (?)

    Edited by finger-guns.gif - 1/3/2024, 20:39
  7. .
    I think I'll pace my apartment a few times
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    special
    (joonho aikawa) jieun d. kim
    «Cazzo la voce era ancora impastata dal sonno, gli occhi piccoli e arrossati, e mentre con una mano se li stropicciava, con l'altra cercava di raccogliere in fretta la coppetta di noodles istantanei a cui aveva dato una botta svegliandosi, prima che sporcassero più di quanto avessero già fatto.
    Non era un risveglio ideale, alzarsi al suono di di un telefono che squilla, soprattutto quando hai passato tante - troppe - ore seduto sulla stessa sedia davanti ad un computer. In più non dormiva poi da- cristo, davvero troppo tempo perchè fosse sano. Non si stupiva fosse crollato davanti allo schermo pur in quella posizione scomoda. Aveva un mal di testa fotonico.
    «Stai zitto» borbottò al telefono che continuava imperterrito a fare suoni infernali, stringendo i denti quando questi gli rispose.
    «Uh. JD. Dovresti-»
    Lo (la? Li??) ignorò, cercando piuttosto in giro un tovagliolo, o qualcosa di simile, per pulire il pasticcio fatto col brodo, spostando fogli, coordinate, tabulati telefonici. Jo gli aveva chiesto più volte di mettere in ordine il loro ufficio, ma se già non era un maestro dell'organizzazione, da dieci giorni a quella parte era stato semplicemente impossibile trovare il tempo di farlo. Perdere anche solo cinque minuti per fare qualcosa di traviale come andare a buttare vecchi cartoni di pizza, o rimettere in ordine cavi abbandonati sul tavolo? quando quasi quaranta persone erano sparite - fra cui suoi amici? Fra cui ragazzini? Kaz, sorridente nonostante tutto, o Kyle, un genio senza il quale la resistenza (JD) arrancava? Suvvia, siamo realistici.
    «JD-»
    «Sei in silenzioso. Non dovresti suonare. Non sapevo neanche di averla una suoneria-...»
    Non gli piaceva quando gli oggetti che non avrebbero dovuto parlare, gli parlavano. Alexa - e altri robot simili a lei - erano gli unici che avrebbero dovuto farlo. Non avrebbe dovuto poter sentire altri parlare, era- mortificante. Come se imparare a lavorare con la magitecnologia fino a quel momento, fosse stato per nulla.
    Un discorso che non gli piaceva affrontare, e dopo tutti quei mesi ancora preferiva ignorare.
    Trovò un fazzoletto. Tamponò il brodo che era caduto- confuso giusto qualche istante per il fatto che fosse freddo. Se l'era tipo... appena fatto? Come era raffreddato così velocemente?
    «È importante. Credo- c-credo dovresti leggerlo-...»
    Sbuffò dal naso infastidito, prendendo il cellulare. «Cristo, ok ok ok. Cosa c'è di così-»
    Lo sguardo si fissò sull'ora.
    No.
    Iniziò a sentire un fischio nelle orecchie, prima ancora di cliccare velocemente l'ultima notifica di messaggio.
    "mi unirò alla squadra di ricerca e tu non potrai fermarmi"
    «Cazzo».
    Aveva dormito ore, non pochi minuti. Prima di addormentarsi aveva scritto a Ethan di non fare niente di affrettato o stupido, che c'era di più dietro, che sarebbe andato lui a recuperare Finn e gli altri, di non muoversi, era un ballerino non un combattente, c'era gente più preparata disposta ad andare contro gli ordini del ministero, se ne sarebbero occupati loro- era stato così stupido da pensare che Ethan lo avrebbe
    fottutamente
    ascoltato.
    Iniziò a digitare rapidamente, una serie di messaggi mentre camminava per la stanza recuperando vestiti, le chiavi della moto, una pistola e proiettili, il l'anello che Kyle gli aveva fatto per cambiare aspetto.
    "Stai fermo dove sei"
    "Ethan, giuro che ti picchio"
    "ethan"
    "ethan"
    "ETHAN"
    "vengo sotto casa tua"
    "sto uscendo"
    "rispondi al telefono"
    "chiamo tua madre"
    "rispondi o la chiamo non è un bluff"
    "Sono sotto casa tua"
    "Mi metto a gridare"
    "Mi arresteranno e sarà colpa tua"
    "Sto gridando"
    "Troverò qualcuno che può portarmi in scozia e ti farò il culo"

    Ma Ethan aveva già spento il cellulare, aveva già lasciato casa e, tempo che JD era davvero riuscito ad arrivarci, anche già lasciato la Scozia.
    Per dove, nessuno lo sapeva.

    Dodici ore. È il tempo che ci vuole in moto secondo maps per raggiungere la Scozia - e più precisamente Montrose.
    Due minuti. Il tempo che ci era voluto a JD per capire che era un'idea stupida andarci così.
    Un'ora e quattro minuti. Il tempo che JD ci aveva messo a trovare qualcuno capace - e disposto - a Smaterializzarlo in scozia, e da lì raggiungere l'Hotel Montrose.
    Mezzo istante. Il tempo che era bastato perchè sentisse il cuore a fermarsi. La realizzazione di essere arrivato troppo tardi - e di aver perso più di quanto pensava di avere.



    Mandò giù tutto d'un sorso.
    Era stata una serata proficua, tutto sommato: drink offerto dalla fonte, serata gratis in uno dei suoi locali preferiti, e forse anche informazioni utili che avrebbe potuto usare per rintracciare gli scomparsi (dati per morti, da altri, ma aveva visto troppe puttanate negli ultimi dieci anni per credere ad una spiegazione così noiosa), o almeno per capire dove doveva andare per trovare qualcuno che ne sapesse di più (al ministero, probabilmente, ma dove?).
    Scrisse a Jo quanto gli aveva detto l'uomo che si era voluto incontrare con lei lì, perchè sistemasse i dati, e fece per alzarsi, pronto a tornarsene a casa, tornare a lavorare- quando l'occhio cadde sulla chat con ethan, sull'anteprima dell'ultimo messaggio che gli aveva scritto.
    "non farmi questo non essere il mio ryan".
    Si morse il labbro. Aprì la chat, insultando mentalmente drunk!JD del giorno prima, e modificò il messaggio. Il fatto che si sentisse effettivamente responsabile (perchè non lo aveva fermato, perchè non c'era stato, perchè non era sparito lui, e non altri che avevano famiglie, vite, amici-) non voleva dire potesse sbatterlo in faccia ethan se- quando fosse tornato.
    sostituì il testo con un "Vi riporteremo a casa. Working on it!" più positivo, seguito dalla foto di un gattino.
    Sapeva che il Lynx non poteva leggere i messaggi, ma sembrava stupido non scrivergli quasi ogni giorno, quando lui l'aveva fatto per quattro mesi durante il suo coma. Glielo doveva, no? A casa avrebbe allegato la foto del cactus che gli aveva regalato.
    Il suo dito cadde sulla ricerca dell'app, nel guardare gli ultimi profili visitati. Melvin, Kaz, Kyle, Daniel-... pensò al sorriso dei ribelli che erano stati la sua famiglia negli ultimi anni, alle tisane di Wren, al dolore nell'immaginarsi Moka o Javi, all'innocenza di Clay, a Theo che provava a tirare pugni a chiunque osasse guardarlo male-
    Resistette alla tentazione di sfregarsi gli occhi perchè si era truccata troppo bene per concedersi di piangere, e si alzò indirizzandosi al bancone di nuovo, il cellulare chiuso in mano come se fosse stata la vita dei suoi amici, come se tenendolo abbastanza stretto, anche loro non potessero scivolare via.
    «Un altro, per favore» Alla fine, un'oretta per sbronzarsi poteva concedersela.
    like any unloved thing
    i don't know if i'm real
    when i'm not being touched



    volevo scrivere nel sottotitolo post miniq 05 ma in realtà non ha partecipato quindi sarebbe stato solo per dire che è ambientata dopo .
    vabbè non dovete leggere tutto, short story short
    - è post mini
    - jd sta indagando su dove siano finiti obv
    - l'aspetto è quello di jieun, la ragazza della gif (la cantante somi)


    Edited by ‚soft boy - 4/3/2024, 13:55
  8. .





    Non si accorse al volo di cosa il ragazzo stesse guardando: aveva sempre dipinto Grey nella sua testa come un tipo particolare, sulle sue, e se si era incantato a osservare il tavolo, piuttosto che lei, che colpa poteva fargliene Jieun? Per quanto ne sapeva, il cameriere poteva avere difficoltà a guardare la gente negli occhi e basta (come Arianna e gli autistici) (wait a minute-)...
    Ma dopo un secondo buono JD seguì il suo sguardo incuriosito, il sorriso a congelarsi nel ricambiare l'occhiata del bel ragazzo dal suo cellulare. Merda.
    Con uno scatto girò il telefono sul tavolo, nascondendo il sorriso di Ethan ma mostrando, piuttosto, il retro della cover con l'adesivo di una cocorita.
    Si rese conto che il suo gesto doveva essere sembrato un po' esagerato, e deglutì cercando di calmarsi. Ridacchiò agitando una mano in aria, il nervosismo nascosto dietro le labbra rosse incurvate.
    «scusa, reazione istintiva. Colpa di mia madre, mi spiava sempre messaggiare e non mi è mai passata» bugia, ovviamente. Da ragazzino neanche aveva detto a sua madre di aver recuperato un cellulare - e a lei comunque non sarebbe importato un cazzo di quello che JD ci faceva, figuriamoci se gli avrebbe spiato i messaggi. Sarebbe stata solo felice se un pedofilo lo avesse sedotto e rapito.
    "...Davvero, Joonho? Sei arrivato a quel punto di senso di colpa da inventarti headcanon?" Si odió da solo per aver pensato una cosa del genere di Kim Chong Eun, guidato da anni di traumi; sua madre l'aveva amato, anche se era più facile convincersi del contrario dopo tutto quello che le aveva fatto passare.
    Un miagolio lo riportò al presente, e scacciò, come al solito, il pensiero intrusivo, chiudendolo da qualche parte lontano. Sorrise un po' di più, inclinando la testa di lato.
    Si chiese se Grey avesse notato che il ragazzo della foto fosse Ethan - e per questo avesse indugiato a fissarlo. JD aveva davvero reagito esageratamente: era solo un articolo sul ballerino e la sua colonia di gattini, niente di compromettente. E sì: gli capitava di cercare notizie sul Lynx. Un conto era ignorarlo nell'attesa che all'altro passasse la cotta per lui, un conto dimenticare che esistesse o fingere con se stesso non gli importasse di quello che faceva.
    Self care, ok? Aveva tutti i suoi AU anche con l'americano.
    «Lo conosci? È un ballerino piuttosto famoso» della serie: non è che lo conosca eh, ihihih (Jieun non aveva mai nascosto di conoscere Ethan Lynx, si era pure presentata ai suoi post spettacolo, lo seguiva sui social... ma un conto era che la gente lo scoprisse da sola, un conto vendersi e mettere di nuovo a rischio la vita del Lynx).
    Cautamente, rialzò il cellulare per mostrare meglio l'articolo. Gli si strinse il cuore di nuovo a guardare il ragazzo, il suo sorriso da fotografia calcolato, bellissimo ma quasi freddo, ben diverso da quello che aveva più volte riservato al Kim - quando stringeva gli occhi felini fin quasi a chiuderli, la bocca aperta in una risata ben poco elegante e inaspettata come un uragano, e ugualmente profonda-
    «ha da poco aperto un gattile- oh! dovreste fare qualche evento insieme!»
    Ethan avrebbe amato quel locale!! Subito avrebbe arricciato il naso come faceva sempre quando era sospettoso, avrebbe fatto mille domande su come venivano trattati i micetti li. Erano felici? Avevano abbastanza giochi? Ma quando avesse capito che sarebbe stato utile collaborare per aiutare la gente ad adottare si sarebbe impegnato anima e corpo in quel progetto. JD già immaginava il sito che avrebbe scritto loro, riutilizzando la base che aveva già fatto per Ethan e che mai aveva usato con i profili dei gatti tipo Tinder e-... la sua mente iniziò a vagare.
    Sbatté le palpebre più volte tornando alla realtà dopo qualche secondo.
    «Tu cosa mi consigli di prendere? Mi ispira il gelato cocco e pepe» Non disse che avrebbe provato ad aspettare Melvin (o la sua visita sarebbe stata inutile): non le avrebbe parlato comunque, meglio non far sorgere dubbi.
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  9. .





    Considerando quanto poco JD uscisse ultimamente per divertimento personale, quanto cercasse di non andare troppe volte negli stessi posti, e soprattutto quanto fosse difficile per lui raggiungere Hogsmeade ora che non poteva più smaterializzarsi, era comicamente isterico vederlo per la quinta volta in poche settimane seduto ad un tavolino di quel cat café.
    Non aveva in programma di stare molto. Non stava mai molto.
    Le sue visite li più o meno andavano sempre alla stessa maniera: Jieun tamburellava le dita smaltate sul tavolo leggendo le notizie del giorno dal cellulare; se qualche gatto si avvicinava lo coccolava lasciando in cambio bacetti sul pelo; prendeva il solito (caffè, e un dolcetto sempre diverso); se ne andava con un sorriso. Di soldi cartacei JD non ne aveva mai molti, ma si premurava comunque di (rubare portafogli per tempo) averne abbastanza per dare una piccola mancia alla proprietaria bionda del locale.
    Si accontentava di quella piccola interazione con lei, fingendo nella sua testa dialoghi inesistenti. Guardava Vin, e si immaginava di chiamarla Pic (Partner in Crime), di invitarla a fare un giro dopo il lavoro, di essere suo amico (o amica, quando si vedeva nei panni Jieun).
    Andavano alle feste. Si offriva di aiutarla col locale. La metteva in contatto con Ethan perchè trovassero insieme casa a più micetti. Lei gli presentava qualcuno di carino. Lui le dava le recensioni sui sex toys più interessanti. Guardavano film scemi. Cantavano in mezzo alla strada non per chiedere l'elemosina, ma perché potevano.
    Un'amicizia normale, niente politica in mezzo. Niente segreti indicibili. Niente sentimenti irrisolti. Niente guerra mondiale.
    Niente paura di farla finire in prigione o rovinarle la vita.
    Nella sua testa erano felici.
    Era sano vivere così, ignorando le cose che potevano farlo felice, e vivere nel suo AU? No!! Ma era meglio dell'alternativa: distruggere di nuovo la tranquillità di qualcun altro perché era egoista. Lo aveva fatto con Ethan e Blaise, lo aveva fatto con Finn, con le rispettive famiglie. Basta rovinare vite di chi non ha scelto di correre rischi volontariamente (ciao ribelli): delulu is the solulu!
    Ken glielo aveva detto mesi prima, anche se JD al tempo non lo aveva ascoltato (continuando allora a sentire Ethan, o finendo per scrivere a Blaise che per lui avrebbe lasciato anche la resistenza - la sua unica ragione di vita negli ultimi dieci anni - venendo friendzonato): "noi non siamo come loro". Avevano fatto delle scelte, e dovevano conviverci.
    Fosse tornato indietro JD forse avrebbe- no. Non avrebbe smesso di lottare. Non che fosse utile pensarci: aveva già provato a riavvolgere il tempo, sperandosi, ubriaco e disperato, cronocineta, e non aveva funzionato, quindi come l'abbiamo aperta, richiudiamo la parentesi special. Non era pronto ad affrontarla del tutto, ancora.
    Si sedette al tavolino, picchiettò le dita sul tavolo scaricando il nervosismo, lesse distrattamente le novità del mondo (altri morti, altre sparizioni; lo faceva stare peggio sentirlo, ma lo faceva stare meglio capire che stava facendo la scelta giusta a restare nel regno unito piuttosto che scappare), e alzò lo sguardo preparando un sorriso attendendo l'arrivo della cameriera.
    il sorriso tentennò vendo l'homo invece di Melvin.
    Non è che a JD non piacesse Grey: quando lavorava allo Sweetnight il maggiore era stato sempre gentile, aveva cercato anche di fare amicizia, e il fatto che Grey fosse carino da guardare aiutava a farglielo stare simpatico.
    È che non si fidava troppo di lui.
    Ovviamente il Kim aveva cercato di indagare sul coreano appena era entrato nelle vite di Ringo e Beltè, per assicurarsi non fosse una minaccia per i suoi amici (ancora ricercati in Corea) e non aveva trovato... niente. E non niente nel senso "niente di sospetto", ma proprio il nulla più totale sul suo passato. Era un po' strano, no? Se non hai niente da nascondere, perché nasconderlo in primo luogo?
    Però aveva lasciato correre, allora come adesso: non aveva messo totalmente da parte il rischio che fosse un sicario (che a quanto pare non era un lavoro legale, shock), o un mercenario, e che accertatosi della taglia sui Merenda si sarebbe fatto avanti... ma forse era solo un ragazzo solo che voleva scappare da qualche trauma passato. Chi era JD per giudicarlo, in quel caso?
    Certo era che fosse un po' geloso che un ragazzo senza passato (o con un passato potenzialmente pericoloso) facesse parte della vita di Vin e lui non potesse.
    «cosa posso portarti?»
    Sistemó il sorriso, posò la mano sotto il mento.
    «un caffè, grazie, e il dolce più strano che avete. C'è qualcosa di particolare, oggi?» Guardò oltre lui, verso la porta che aveva imparato dare sulla cucina. «Melvin oggi non c'è?»
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  10. .
    jieun jd
    he called me delusional
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    Tutti odiano lavorare - anche chi dice di amare il proprio lavoro. È la parola stessa che crea disagio, non trovate? Lavoro. JD si sentiva stanco a pensarla, un figlio del capitalismo che ha bisogno di spaccarsi la schiena per avere cibo nel piatto e un tetto sopra la testa quando dovrebbero essere fabbisogni garantiti a tutti indistintamente.
    Per questo, il coreano considerava la sua attività da investigatore un hobby. La sua passione, se vogliamo essere poetici. Forse non poteva definirlo tale ai suoi clienti, perché si rendeva conto non tutti avrebbero capito, né a Jo poiché voleva lo considerasse un socio serio, ma nel suo kuore funzionava. Lo faceva sentire meglio sapere di non avere bisogno di fare quelle cose, ma di volerle fare volontariamente.
    ......c'è poi da dire che non potendo più perseguire il suo principale svago, ovvero sviluppare la magi-tecnologia - avendo perso lui stesso la capacità di usare la prima - gli servivano nuovi metodi per occupare il proprio tempo libero e sentire di star vivendo una vita interessante e felice, ma questo è un dettaglio!!! A lui piaceva investigare! Risolvere casi! Aiutare la gente! Derubare le multinazionali! (cosa? cosa)
    Non c'entrava mica il fatto si sentisse un fallito a dire che non riusciva a dormire o che lavorava tutto il giorno per non pensare al fatto che il suo primo (vero) amore lo avesse friendzonato, che avesse perso la guerra, che avesse perso la magia, che le ricerche degli ultimi cinque anni sui laboratori fossero state inutili perché ora erano legali e ben visti! tutto ok la sua vita non era cambiata totalmente per la terza volta in cinque anni e chi importava non avesse obiettivi a lungo periodo!!! Era felice, viveva alla giornata!!
    ........dicevamo.
    JD non era al museo per lavorare, perché come abbiamo appurato lavorare fa schifo, mentre lui amava la sua vita.
    No, stava cercando di infiltrarsi fra i volontari del museo per indagare sul suo direttore per hobby, perché ne aveva voglia. Non aveva bisogno di quel caso perché sentiva la vita scivolargli dalle dita, stava vivendo il momento facendo cosa gli andava. Non è che continuasse a ripeterlo per (arrivare alla scroll del post) (ché non so scrivere) convincersene o perché era un po' brillo e non sapeva produrre pensieri coerenti. Ovvio. Alla fine essere un investigatore era un po' come giocare costantemente ad una grossa escape room. C'è gente che paga per farle!!
    «scusa, sai qualcosa te? tipo da dove cominciamo, se dobbiamo sapere qualcosa in particolare»
    Lo sguardo di JD - Jieun - stava vagando per la sala immaginando dove potesse essere l'ufficio del direttore (sempre che ancora esistesse; doveva controllare pure quello), quando la ragazza lo aveva richiamato. La fissò cercando di capire se gli era familiare, ma a sto punto della sua vita (e del suo spritz di Carmen) aveva visto così tante ragazze bionde inglesi che le confondeva tutte. Sembrano tante perché sono occidentali.
    sorrise «(babbi's voice) assolutamente no» si strinse nelle spalle. «ma pensavo di fare un giro del museo. Per vedere la situazione generale e farci un'idea delle priorità» e poi in due sarebbe stato meno sus a girovagare random .
    Aprì un braccio verso il corridoio «vieni con me?»
    gif code
    special
    1998's
    detective



    ci ho messo tre mesi per questo?
    sì scusa, forse era meglio lasciartela libera alla fine, ma almeno vinci JD che ti manca !!!
  11. .
    joonho kim
    refuse
    resist
    revolt
    rebel
    Non voleva il momento dei saluti. Troppo triste, troppo definitivo.
    Voleva solo-
    Non ne era certo neanche lui. Voleva giocare ai nuovi giochi crackati che aveva scaricato. Andare a ballare con Blaise. Andare a trovare i micetti al gattile aperto da Ethan. Assaggiare i nuovi piatti di Hyunjin. Guardare Mudeom insegnare a Sith qualche comando assurdo.
    Invece sentiva solo il bisogno di sedersi. Nascondere il viso fra le mani mentre piangeva.
    Era così stanco. Di combattere. Di essere forte. Di rialzarsi. Di dire addio.
    «Non puoi di certo sparire senza dire nulla, chissà quanto durerà.»
    No, certo. Non l'avrebbe fatto.
    Ma sarebbe stato più facile. Per lui, se non per gli altri.
    «A questo giro non saprei neanche cosa dire» si strinse nelle spalle, sorridendo. «Che lotterò per tornare a casa?» lo guardò allusivo. "È una bugia. La resistenza è la mia casa. La mia vocazione. Morirò prima di arrendermi e smetterla di lottare". Nonostante tutto, l'avrebbe sempre fatto. Se scappava, se resisteva, se sopravviveva, era solo perchè sapeva di poter essere utile e di poter combattere un altro giorno.
    (...) «Potresti farlo anche tu.»
    «Lasciare Sith alla mommy del QG?» ridacchiò. «Sicuramente lei ne sarebbe felice» Sith, ma forse anche Nelia. Che poi, erano sicuri l'addestratrice non sarebbe scesa in campo in quella guerra? Era giovedì, quindi probabilmente era a scuola... ma se la battaglia fosse proseguita più giorni, ci sarebbe rimasta? «Ma stavo pensando a qualcun altro» Lasciò i nomi dei propri amati in sospeso, che l'altro capisse o meno.
    Kyle fece per andarsene, e JD agì d'istinto, pur sapendo che l'altro probabilmente non avrebbe apprezzato: gli prese il braccio. «Posso?» Indicando che voleva abbracciarlo - e se Kyle non avesse espressamente detto di no, l'avrebbe fatto, pur non venendo ricambiato.
    Per la prima volta dall'inizio della loro conversazione, Joonho usò il coreano interamente, e non solo per qualche parola qua e là: «Se non dovessimo esserci per guardarci le spalle a vicenda, là fuori... stai attento anche tu, ok?» perchè per quanto avesse detto ai suoi amici inglesi un sacco di volte che la corea non gli mancava, che non era casa perchè la sua vita ora era lì in regno unito, c'era comunque una sorta di intimità e dolcezza nella loro lingua madre. «Il mondo ha ancora bisogno di te»
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    1998
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  12. .
    joonho kim
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    «non lo sappiamo, quello che vuole»
    Si morse l'interno della guancia, portando lo sguardo su Kyle ma decidendo di non rispondergli. Quel discorso era un cane che si mordeva la coda da solo: JD, nonostante tutto, si fidava di Lancaster, per lo meno su quello; Kyle non l'avrebbe mai fatto - evidentemente troppo disilluso dalle puttanate che il preside di Salem aveva fatto gli ultimi anni solo con l'obiettivo di mantenere l'equilibrio e il proprio titolo di Cavaliere dell'ordine. Non c'era discussione che poteva smuovere uno dei due, quindi forse tanto valeva limitare i danni e non perdere altro tempo a parlarne. Dalla risposta concisa (e forse un po' secca) dell'altro, intuì che lo pensasse anche Kyle - il quale si concesse solo più il commento su Honolulu che fece sorridere il minore.
    Che poi, forse sarebbe stato meglio continuare a parlare di Lancaster, o di come fossero fottuti, che non di Sehyung, Erin, Jess e compagnia.
    C'erano discorsi troppo dolorosi per volerli affrontare da sobri.
    «Non credo avranno scelta.»
    «No» confermò, evitando di aggiungere che intendeva proprio quello dicendo che Sehyung non avrebbe combattuto volontariamente contro innocenti. «Non penso neanche io» sospirò, tamburellando con le dita sul tavolo «Sono davvero... un'incognita» in generale. Erano davvero loro, o creature con i loro ricordi? Si sarebbero spenti se Abbadon fosse morto o sparito? Quali erano i limiti di quella resurrezione? Li controllava, o loro gli erano debitori e basta? Sembrerebbe una battuta dire che JD ci aveva perso la notte più volte a farsi quelle domande, e invece era la pura e amara verità.
    «pensi ci sia abbastanza tempo? Potremmo inviare uno o due droni, almeno a scandagliare le zone di Hogsmeade e dintorni, e il Ministero. almeno per capire dove attaccheranno. Quando
    Scosse la testa. «Tempo? Non lo so. Probabilmente no. Ha fatto l'annuncio prima del pomeriggio, quindi avrebbe senso se l'attentato iniziasse già questa sera: abbastanza ore per permettere a chi è con lui di prepararsi, ma non così tante per lasciare a possibili... voci fuori dal coro come noi di trovarsi, spargere la voce e organizzarsi troppo» sorrise «Ma l'idea dei droni mi piace. Riesci a prepararli, se io mi sintonizzo dal PC del QG e da Alexa?»
    Era strano - ma bello - parlare con Kyle. Pur non facendo battute, non scherzando - un po' per andare incontro al carattere più introverso dell'altro ma non solo - , si sentiva incredibilmente se stesso, capace di mostrarsi in una versione meno ottimista e divertente senza paura di essere odiato.
    «immagino questo sia il momento dei saluti, eh?»
    arricciò il naso. Ugh. Di già? Ok che aveva detto non avessero tempo ma-... non era pronto. Voleva continuare a ignorare il cellulare e a quello che avrebbe dovuto scrivere a chi amava per avvisarli che avrebbe fatto puttanate e che non era certo sarebbe tornato a casa per un po' - o per sempre «Nah. Dici?»
    «Non so a chi lasciare il cane, pensi che possa portarlo qui al QG?»
    Eh. EH! Capiva.
    «Mi chiedevo lo stesso per Sith» tornò ad armeggiare per non perdere tempo «Penso la lascerò al mio appartamento per ora, e farò qualche chiamata chiedendo di andare da lei se-» lui fosse morto. «-dovessi metterci un po'. Comunque, penso tu possa portare - Hiro, giusto? - al QG. Quando-... quando mi sono svegliato dal coma, e ho vissuto qui per un po', mi hanno lasciato tenere Sith» non disse che Idem l'aveva reputata una buona strategia di recupero, un po' come un cane da terapia... che poi, forse Kyle lo sapeva visto che era uno di quelli che più avevano viziato Sith quei giorni.
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    «che non siamo pronti» schietto, sincero, dolorosamente disilluso. Proprio quello che a un JD serviva - unironically.
    Il Kim alzò lo sguardo dai suoi giocattoli, sorridendo leggermente. Non c'è niente di meglio di prendere col caffè un po' di sano realismo e considerare seriamente l'opzione che, se combatterai, andrai a morire.
    Anche se l'aveva visto in diretta, si allungò a guardare il cellulare abbandonato sul tavolo, guardando di nuovo Abbadon destreggiarsi sul palco, cercare di conquistare il mondo magico col suo modo di fare carismatico, con i suoi poteri.
    Forse, pazzia a parte, non a tutti i maghi sarebbe andata bene appoggiarlo.
    Forse anche i razzisti contro gli special, e chi era felice dell'ordine delle cose, avrebbe lottato-...
    «lascia perdere quella roba lì,» Quando guardò di sfuggita Kyle, questi era già intento a cercare altro. JD era sinceramente curioso di quale trucco avrebbe tirato fuori dal cappello - ma attese mentre cercava, tornando a lavorare sui suoi bambini con un cacciavite giusto per finire qualcosa.
    O per tenersi le mani e il cervello impegnati.
    «-comunque Lancaster è un infame non mi sarei fidato nemmeno se ci avesse fatto un disegnino di Abbadon con scritto "colpire qui" col pennarello rosso»
    JD scosse la testa,
    «È un infame che non vuole un genocidio, o una guerra» Avvitò qualcosa, sbagliò, cercò di sistemare «Non aiuterà mai noi della resistenza, perchè vogliamo cambiare le cose - ma su Abbadon siamo d'accordo, o non avrebbe fatto tutto quello che ha fatto» schioccò la lingua «Mi chiedo solo se apparirà a rendersi utile, o se sia fuggito ad Honolulu arrendendosi»
    «Honolulu!!» Alzò la testa di scattò, cercando Alexa. Il pappagallino entrò nella stanza, andando verso di lui. JD alzò la mano per farla posare, ma l'animaletto non disse altro. JD strinse le labbra fra loro, e prima di potersi rimettere a lavorare, Kyle era tornato con una piccola scatolina.
    «è un modello di dispositivo di occultamento nuovo, calibrato sul tuo dna» Stupito, studiò l'oggetto che gli aveva messo sotto il naso.
    «Ma quando-...» ok che JD viveva nell'appartamento che Zac gli lasciava usare, ma anche se non passava come un anno prima tutte le sue ore al QG (e perchè proprio nel laboratorio dei pionieri dove nessuno andava a parlargli o insultarlo) ci stava comunque un sacco. Come aveva fatto a non notare una cosa simile?
    Era un po' innamorato, ngl (platonicamente!!). Nessuno aveva mai costruito un dispositivo di occultamento di ultima generazione calibrato sul suo dna!!!!
    «posso?» lo prese in mano per studiarlo, mentre Kyle continuava a parlare
    «Non è stato testato tenendo conto della variabile dimensionale. E se muori l'effetto cessa. Quindi non morire.»
    Ridacchiò, senza togliere lo sguardo dall'oggetto. «Vedrò di non morire»
    «Non devi per forza indossarlo, e di certo non è un'arma utile a contrastare Seth, ma lo reputo più utile della collana.» finse di mettere il broncio. «La nostra collana è bellissima e funzionale. Fa quel che deve» alzò l'anello. «ma lo userò. Grazie»
    Guardò gli oggetti che aveva messo sul tavolo, sospirando con un sorriso. «Non stavo cercando come nascondere me, però. Stavo guardando in generale di cosa disponiamo. Cosa potrebbe esserci utile»
    Non potevano certo usare bombe o armi normali contro Abbadon.
    Ma neanche contro i loro amici che lo avrebbero fiancheggiato.
    «Queste non gli farebbero nemmeno il solletico.» arricciò il naso. Eh. come temeva lui. Aprì la bocca per rispondere e- «Hai sentito Sehyung?»
    Ugh.
    JD si morse il labbro, e Alexa gli svolazzò silenziosa sulla spalla, di nuovo senza dire nulla.
    L'aveva mandata poco prima a cercare se il coreano fosse a casa, visto che non era con Mudeom, ma non era lì. Disperso chissà dove sull'orlo di una guerra civile, classic sehyung. «no.» Alzò lo sguardo verso Kyle. «Lui non combatterebbe mai per far del male a dei babbani indifesi» che significava se davvero le Ombre di Abbadon intraviste in giro per il mondo sono Sehyung e gli altri, e combatterà questa guerra, non lo farà volontariamente. «Pensavo di far scansionare ad Alexa le telecamere di sorveglianza in giro per vedere cosa stiano facendo lui e gli altri, ma devo farlo da casa, dove ho un pc migliore, e non sono neanche certo funzionerà» era servito a poco fino a quel momento, gli ultimi anni, ma forse perchè non sapeva cosa cercare. «è proprio tutto un macello, eh?» ridacchiò, rimettendosi a osservare e lavorare sugli oggetti
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    "Potrebbe servire qualcosa di questa roba, anche se è work in progress. Maschere che non si possono togliere? Non sono propriamente brevettate ma dovrebbero funzionare- ma potrebbero essere inutili contro Abbadon. Servono proiettili non mortali, Dio solo sa chi penserà sia una buona idea lottare per quello psicopatico, o chi sarà obbligato a seguirlo-..."
    Continuava a prendere oggetti. Posare cavi. Studiare progetti non finiti. Lanciare occhiate al cellulare e al galeone della resistenza lasciato sul tavolo.
    Avrebbe dovuto scrivere a Blaise.
    "Appena troverò le parole giuste. Ora non ho tempo". Una parte di lui lo sapeva, dolorosamente, che più secondi, minuti, passavano, meno tempo aveva, che avrebbe dovuto dire al ragazzo, di nuovo, che stava andando a fare qualcosa di giusto ma terribilmente stupido, e che forse non sarebbe tornato a casa per raccontargli i dettagli.
    Ma voleva farlo?
    No.
    "Mi prenderò cura di te" aveva detto. "Ti proteggerò come posso" o ancora "farò tutto ciò che posso perchè tu sia al sicuro". Beh che dire follettini e follettine, se era difficile farlo da ricercato, figuriamoci da morto!
    La paura di scrivere ad Ethan era ancora diversa. Per quanto riguardava Blaise, non voleva abbandonarlo nella merda di nuovo da solo come un anno prima - per Ethan, aveva paura di quello che il mago avrebbe fatto o risposto. E se avesse deciso di uscire e cercarlo? Se lo avesse provato a fermare? Se lo avesse provato ad aiutare?
    Strinse gli occhi, distogliendo lo sguardo dal cellulare.
    No.
    Concentrazione.
    Equipaggiamento.
    Serviva ultimare tutto quello che sarebbe stato utile ad una possibile per aiutare i babbani a proteggersi da maghi assetati di sangue-
    «Hai visto?»
    Distolse lo sguardo dal tavolo, per portarlo sul cellulare che Kyle mostrava. Si chiese se anche lui fosse lì per il suo stesso motivo (non pensare; fare qualcosa di utile che sapeva fare).
    «Sì» perchè, aveva imparato, Kyle preferiva risposte chiare e concise, ben diverse da quelle che solitamente dava JD colorando i discorsi per rendere ogni risposta speciale per l'interlocutore.
    «cosa ne pensi?»
    tamburellò con le dita sul tavolo, osservando quello che aveva tirato fuori dagli armadi. «Non sono certo che i nostri progetti siano pronti a una guerra contro di lui. Non so se abbiamo abbastanza inibitori per fermarlo» Si massaggiò gli occhi. «vorrei Lancaster avesse condiviso con la classe di più; avremmo potuto preparaci meglio»
    I quattro Fondatori ce l'avevano fatta.
    Nell'AU, pure.
    Doveva esserci un modo prima che fosse troppo tardi, no? Era stato ingenuo a credere che in quel mondo le cose potessero essere diverse solo perchè il quinto fondatore si era fatto fino a quel momento i cazzi suoi.
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    «porta puttana» era stato il francesissimo, ed educatissimo, commento di JD Kim alla dichiarazione di guerra di Abbadon sentita via maxischermo. L'aveva detto in coreano, ma chiunque nelle vicinanze avrebbe potuto intendere che non aveva certo fatto gli elogi alla regina. «porca puttana!» aveva ripetuto, più forte, occhietti piccoli e fossette alle guance mentre rideva.
    Istericamente.
    Perchè quello non se l'aspettava. Secoli di Statuto di Segretezza gettati al vento per- cosa? Ma per idea di chi? Ma in che senso?
    Sapeva che Abbadon era un mistero, che viveva nel suo mondo - aveva anche avuto un po' di pietà per lui, sapendo che era stato rinchiuso per secoli da solo (chi non avrebbe dato di matto!). Ma- guerra ai babbani? A metà (più?) del mondo=
    Ancora col sorriso sulle labbra, si era lanciato sul cellulare, digitando a memoria il numero del cellulare di Mudeom. «Sehyung?» era con lui? Era al sicuro? Era già da Abbadon? Avevano ancora così tante domande sulla questione abbadon e resuscitati e qualsiasi altra cosa.
    Non aveva idea di cosa stesse succedendo. Non aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare. Ma di una cosa era sicuro: «non me ne starò con le mani in mano mentre Vasilov due punto zero, versione aggiornata e più imprevedibile, cerca di conquistare il mondo» forse non conoscevano Seth, ma conoscevano i dittatori, e non erano mai un bene.
    Bloccò il cellulare fra spalla e viso, usando le mani libere per frugare nel mobile.
    Non aveva neanche chiesto a Mudeom dove si trovasse: magari era nella stanza di fianco del QG, ma nessuno dei due aveva tempo da perdere. «ci sentiamo più tardi» Forse. Se non avesse fatto cazzate, e fosse sopravvissuto. «Ti richiamo se sento di luoghi di ritrovo o piani» e sapeva che lui avrebbe fatto lo stesso.
    Rovesciò cose sul tavolo. Di certo non poteva pensare di uscire dal QG e fare alcunchè contro Abbadon col proprio viso, nè col viso di Jieun: probabilmente a nessuno sarebbe importato, ma non voleva rischiare di mettere di nuovo in pericolo persone, e far interrogare chi aveva avuto a che fare con lei. Serviva qualcosa di nuovo.
    Il suo cervello lavorava veloce, senza neanche dargli il dargli di fermarsi, pensare, elaborare.
    Avrebbe dovuto prendersi un secondo per riflettere sul da farsi.
    Andare a cercare altri membri della resistenza, più in gamba di lui, capire qual era il piano. Se c'era un piano.
    Scrivere cosa dire ai suoi amici come addio (come scusa) se effettivamente avesse deciso di uscire da lì pronto a rischiare la vita per fermare Abbadon, perchè l'AU non si ripetesse.
    Ma era strafatto di caffeina, forse alticcio di alto, e decisamente esagitato per l'adrenalina (nonchè naturalmente propenso a essere sempre in movimento, e incapace di stare fermo; che fosse l'adhd o la sua stupidità, non ci è dato saperlo). C'era tempo per le decisioni intelligenti.
    Forse, di nuovo.
    Studiò una pozione. Alzò una collana simile a quella che aveva costruito con Kyle e Zac e che usava normalmente per essere Jieun.
    Meglio pensare a quello, che a tutto il resto.
    La tecnologia poteva capirla, era semplice, era lineare.
    I sentimenti?
    Eh.
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124 replies since 1/10/2018
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