«che stronzata,» DJ Hamilton passò la lingua sull’arcata superiore dei denti, le sopracciglia sollevate ed una critica occhiata alla superficie riflettente. «io non lo faccio.» Erano quattordici anni - quattordici, maledetti, anni - che li obbligavano a quel Rito. Non si era mai fidato di alcun veggente, ed odiava, odiava che una cazzo di profezia fosse la loro unica speranza per riportarli indietro. Per quanto ne sapevano, e per quanto l’Hamilton credeva, poteva tranquillamente essere una menzogna; poteva perfino essere stato l’alcool a parlare, e non un dono. Nel 2023, un gruppo di uomini e donne partito per una missione top secret, era sparito senza lasciare alcuna traccia. Così, dal nulla - come se mai fossero esistiti, una mera allucinazione collettiva. Nessuno al Ministero aveva negato la loro scomparsa; nessuno aveva cercato d’insabbiarlo: la loro società si basava sulla fiducia - e, a dir loro, una completa trasparenza era ciò che il popolo meritasse. Gran bella trasparenza del cazzo; un modo come un altro per lavarsene le mani, e dire non ne abbiamo idea: lasciate le cose come stanno, e andate avanti. Non aveva neanche ancora tre anni, DJ, quando la Profezia era apparsa quasi per caso nelle loro vite, promettendo che non fossero morti, che sarebbero tornati - che il sangue, sarebbe stato il confine da varcare. Che Cristo Signore voleva dire? Nessuno ne aveva un’idea precisa, ma le teorie del complotto non s’erano risparmiate in merito. Per un periodo, “#desaparecidos2023” era stato anche trending su Twizzer (il twitter dei maghi, ovviamente: i babbani non ne sapevano nulla, e per chi di loro conoscesse gli smarriti, un bell’oblivion e via ogni paura). Era un problema dei maghi, e tale sarebbe rimasto. Un vero peccato, considerando quanto superstiziosi e ingenui fossero su certi argomenti. Nel 2024 era stato istituito il Rito, una stupida celebrazione che invitava tutti coloro che condividevano legami di sangue con i Dissolti a pungersi un dito, e sfiorare un enorme, ed alquanto kitsch chiedendo l’opinione all’Hamilton, specchio situato al centro del Wicked. Ogni anno, il 20 Aprile, chiunque vantasse legame biologico con uno chiunque degli scomparsi, si presentava al Parco Divertimenti per quella enorme stronzata che, sempre a dire di DJ, faceva tanto rito satanico medievale. Ed ecco il motivo per cui nessuno chiedeva più il pensiero di DJ Hamilton in merito a qualunque cosa. Gli avvistamenti riguardo William Lancaster erano più numerosi di quelli di Michael Jackson, tanto che chiunque non avesse preso parte alla Rivolta del 2018, faticava a credere che fosse mai esistito (vedi: DJ Hamilton; si, esatto); la leggenda narrava che l’uomo provenisse da un’altra dimensione, ed a causa di qualche falla nel sistema spazio-temporale, i Dissolti fossero caduti in qualche…boh, vortice che li avesse portati a scambiare posto con l’uomo. Qualcuno diceva che l’anima di William Lancaster pesasse quanto quella di tutti i dispersi, e lo scambio era stato equo nel mantenere un equilibrio cosmico; certo, c’era anche qualcuno che ogni anno cantava E.T. di Katy Perry e, spogliandosi nudo in campi di grano, chiedeva agli alieni di addurli così come anni prima aveva fatto con gli altri – quindi insomma. Per non parlare di quella branca di fanatici che ogni due anni si recava in pellegrinaggio nel Triangolo delle Bermuda: magnifici. Messo a confronto, il Rito poteva apparire forse meno primitivo, e di certo più semplice ed economico. Qualcuno ancora osava sperarci davvero, che avrebbe funzionato, ma altri – come dimostravano la scorta di alcolici trascinata da Cyn e Ramses – vedevano il Rito come un più povero Coachella. DJ Hamilton, si trovava lì per cause di forza maggiore. Dove con forze maggiori, si intendeva: «IO LO FACCIO» RJ, chiaramente. Chi altri poteva avere quella voce squillante e fastidiosa? Alzò gli occhi al cielo, trattenendo in un respiro tutti gli impropri che il fratello si sarebbe meritato, ben consapevole che non sarebbe riuscito a fargli cambiare idea: si smetteva di provarci, dopo diciassette anni. Il fatto che l’altro Hamilton fosse così sicuro, bro, ma al cento per cento, bro, che becchiamo mamma e papà non faceva che aumentare considerevolmente i mai troppo sopiti istinti fratricidi di DJ. Sospirò, il capo a scuotersi debolmente. «okay, ma l’ago lo prendo io» perché a) doveva pur far uscire da qualche parte la violenza che avrebbe volentieri usati nei confronti di RJ, e b) mai lasciare un RJ Hamilton con un qualsivoglia tipo di arma fra le mani: anche se fosse stato in grado di maneggiarla, ed era un grande forse, avrebbe sicuramente fatto del male a qualcuno – che fosse per errore o perché non gli interessava abbastanza, non avrebbe cambiato le sorti del malcapitato. Prese la mano del fratello nella propria, pungendo l’indice in una versione più macabra, ed indubbiamente malata, della Bella Addormentata nel Bosco. DJ Hamilton non credeva nei miracoli. Non credeva negli oracoli. E mai, neanche da bambino, aveva creduto che il Rito potesse funzionare. Quando nella piazza scarsamente illuminata del Wicked si spalancarono due buchi, strappando singulti e gridolini da presenti, commentò nell’unico modo possibile. «porca merda.» «gesù?» amen. Error, Ron Parker girò attorno alle fosse con sincero timore, le labbra strette fra loro alla base della schiena. «CHE. FIGO» Cynric Carter battè le mani entusiasta, cercando poi il palmo di «SONO ARRIVATI» Ramses Withpotatoes, suo cugino, contro il quale schiacciare un cinque. Il sorriso di ambedue poteva giusto compensare la mancanza di entusiasmo di Ron e DJ, gli sguardi truci a rimbalzare sui due chiedendosi dove l’evoluzione avesse mancato la sua carta bonus - non che Cyn e Ram prestassero loro attenzione: chi era l’imbecille che ricambiava l’occhiata di gente che conosceva da tutta una vita, quando davanti a loro s’aprivano le Porte del Destino? Con il passare dei secondi, l’eccitazione diminuì fino a diventare nervosismo. Nessuno di loro sapeva cosa quello significasse, ma…non era forse scritto nel Fato che, da quelle entrate, dovessero arrivare i…Dissolti? Alla fine fu Ron, labbra strette fra loro, a fare la domanda che tutti loro (eccetto Cyn; lui stava pensando, senza alcun contesto né motivo razionale, ai treni) si stavano ponendo: «perché sono …due?» Un ottimo quesito, per il quale nessuno di loro aveva una risposta. E sotto i loro occhi, i buchi nell’aria iniziarono a farsi più…sottili. «forse dobbiamo…» «no» «non ho detto niente?» «non ce n’era bisogno – RJ, nO» Troppo tardi, sempre troppo tardi. Il panico strizzò la gola dell’Hamilton, mentre il fratello spariva in uno dei varchi. Ma che - che «CAZZO» lanciandosi anche lui verso il buco, qualunque cosa fosse: anche fossero stati ingoiati dall’universo, non avrebbe mai lasciato suo fratello da solo. «RAM, PROVIAMO QUESTA? Sento odore di – fieno?» «CAMPO DI GRANO?? Contami.» Si fiondarono nel secondo varco. Erano ragazzi. Non avevano mai conosciuto la guerra, non sapevano realmente cosa fosse la paura: erano ragazzi. Che ne sapevano, di star cambiando il mondo.
«non di nuovo» CJ Knowles non era il genere di ragazzo che s’impressionava con poco, ma l’ultima volta che lo specchio si era comportato in maniera così bizzarra, si era ritrovato a combattere una guerra in un altro fottuto universo. Sono cose che, come dire, tendevano a segnare - soprattutto quando in battaglie simili si vedevano morire pseudo amici, pseudo fratelli. Indietreggiò fino a premere la schiena contro il muro del piccolo capanno, le dita a stringersi istintive attorno ad Houdini. Oramai non andava da nessuna parte senza la sua motosega, ed in quel momento fu davvero grato delle proprie discutibili scelte di vita. Qualcuno avrebbe detto (se gentile, s’intendeva) che fosse paranoico, ma – andiamo! Che Cristo Signore aveva fatto quella volta? Il io non cerco guai, sono loro a cercare me iniziava a diventare un clichè poco credibile: portava semplicemente sfiga, diciamo le cose come stanno. «merda» fece guizzare lo sguardo dalla bocca vuota di fronte a sé, al poco allegro paesaggio fuori dalla finestra, umettando le labbra nell’elaborare un piano d’azione: se da quel cazzo di varco fosse uscito un esercito? Ma era un varco, o aveva bucato l’universo? Aspetta. Aspetta. Drizzò la schiena, masticando fra i denti l’accelerato muscolo cardiaco. Dovrebbe dirvi tanto, del Knowles, il fatto che avesse pensato prima ad una guerra, e poi a quello che tutti attendevano da un anno – gli pareva troppo bello, troppo fottutamente bello, perché potesse essere vero. Soprattutto, una coincidenza del fottutamente-tutto troppo assurda che accadesse mentre lui era lì, considerando che, dopo l’ultima disavventura, aveva spostato la base della cj-caverna ad una casa dall’altra parte di Bodie (i vecchi proprietari erano morti, come un’altra fantastica ventina di persone!!!, e, dato che nessuno l’aveva riscattata – beh. si sapeva che CJ fosse per il risparmio, e non buttasse mai via nulla.). Passò una mano sulla bocca, tracciando involontariamente una scia cremisi dal naso al mento, avvicinandosi cauto al vuoto. Strinse il pugno lungo il fianco, le nocche già spaccate a gocciolare altro sangue sul pavimento. Silenzio. Silenzio. Silenzio. «…lancast-» «[…] l’avevo detto, io, che-» «non interessa a nessuno, amic- OH» Silenzio. Silenzio. Silenzio. Ramses Withpotatoes corrugò le sopracciglia, gli occhi nocciola a studiare prima l’ambiente, e poi «è una motosega quella?» soffermandosi sulla mano sanguinante del Tassorosso, il capo poi a voltarsi verso lo specchio. Santi Grigi. «CJ!!! OH!!! MIO!! DIO!!! TI RICORDI DI ME?? difficile in effetti, è passato qualche anno – haha qualche haha!!!! - ma dai, sono io!! INDOVINA» Cosa cazzo – cosa cazzo stava succedendo. «cosa cazzo sta succedendo» «in effetti avevo quattro anni, ma prova immaginarmi – ecco, guarda così» il ragazzo con la cresta da punk (...che rendeva il tutto ancor più surreale, con lo sfondo di Bodie, California, alle sue spalle) appiattì i capelli nascondendoli con il palmo, indicandosi con l’indice il volto. «eh, chi sono? Eh -» «cyn,» Le dita di Ramses si strinsero attorno al braccio del cugino, palpebre assottigliate verso il pelato. Al contrario di Cynric, Rames era un osservatore più attento, analitico, e «non credo…» pessimista, ecco. Aveva creduto davvero di trovare suo padre, Nathan Withpotatoes, piombando dentro qualcosa di sconosciuto? No, decisamente no – aveva punto tutto sugli alieni, ram – ma non si era neanche aspettato di scontrarsi con…quello. «come ti chiami?» E CJ Knowles avrebbe tanto voluto sbattergli (houdini, e) un dito medio in faccia, facendo del tutto lecitamente notare che avrebbe dovuto essere lui a fare quella domanda, ma iniziava a capire che ci fosse qualcosa che….non andava. Oltre all’avere diversi sconosciuti appena usciti da uno FOTTUTO SPECCHIO nel mezzo di Bodie, California, 1919, s’intendeva. «cj» il Withpotatoes alzò un sopracciglio invitandolo a proseguire, ma – che cazzo – il Knowles alzò Houdini dicendo loro tacitamente di farsi avanti per primi. Che non esagerassero con la confidenza. «lui è cynric carter, io sono ramses withpotatoes» Non Non esattamente quello che si era aspettato. «…non è possible.» «eh» «ma non mi dire» «eh.» Non erano ancora nati quando c’era stata la Grande Rivolta, ma di storie ne avevano sentite parecchie – e quella nello specifico, Cynric l’aveva sentita centinaia di volte da sua madre: un ragazzo è venuto nel mio ufficio, un giorno; è stato lui a farmi conoscere zio gemes e zio freddie. “solo cj”, citava sempre Idem Withpotatoes. Cioè: «cj KNOWLES?» E lì, compresero di essere tutti nella merda.
Un quarto d’ora dopo, CJ – chiedendo l’aiuto del pubblico – aveva racimolato il branco di sfigati, e l’aveva raccolto a villa Fay, dove ora erano stipati nel salotto delle sorelle. «ripetilo ancora» perché, come tutti i presenti, non capiva; forse non voleva capire. «quindici anni fa è sparita un fracco di gente – fra cui tu, uhm, e tu e, si, anche tu – e noi pensavamo che…voi foste loro? Cioè, che i portali ci portassero da loro – c’è un rito no, sangue, cose – insomma. sono passati vent’anni da quando siete venuti nel nostro mondo. credevamo davvero che lancaster fosse…tornato a prendervi» Cynric abbassò lo sguardo costringendo Ramses a fare lo stesso; non era un empatico, né il cacciavite più affilato della scatola degli attrezzi, ma sapeva che non avrebbe fatto piacere a nessuno vederlo sorridere: loro non avrebbero capito le ore passate su tumblr a parlare del GOMBLODDO. Ramses dovette nascondere la delusione, invece; aveva davvero puntato tutto sugli alieni. Maledizione. «che giorno è?» domandò ancora, per la decima volta, perché c’era qualcosa…qualcosa di familiare, in quella data. «hanno detto “venti aprile millenovecentodiciannove”, cugino – che, sei mica sordo?» Venti…aprile….1919. Ma dai: «ah ecco cosa mi ricordava, il Giorno Fantasma» in un sorriso felice, mostrò denti storti e soddisfazione. «assurdo davvero – bodie, sì? – perché da noi, fun fact, il ventun aprile dello stesso anno, allucinante!, l’intera popolazione di questa città moriva. È uno dei casi mai risolti, nel nostro mondo; la leggenda narra che ci fosse un mago serial killer in circolazione, e – come si dice? – facesse tipo…sperimentazioni per rimanere in vita più a lungo; una specie di pietra filosofole, ma con più sangue. Lo chiamavano “dorian grey”» si, amava i podcast dei serial killer, problemi? «ma sono certo sia un problema che non vi tocchi.» mica potevano essere così sfigati, no? «MA C’è UN LATO POSITIVO!! Diglielo ram - diglielo» c’era? Ramses strizzò le labbra, un’occhiata allusiva al cugino. «ok, ve lo dico io: sappiamo come tornare nel nostro mondo!!! possiamo portarvi da lancaster!!!» parenti serpenti, era proprio vero: stava lasciando al Withpotatoes l’ingrato compito dell’ambasciatore che non portasse pena? Nei grandi occhi azzurri dell’altro, lesse un cristallino sì. Oh, e dire che il Carter era pure il maggiore. Ram finse un colpo di tosse, borbottando «in teoria» ed un più convinto «sì, sappiamo come aprire un portale» Nel senso che avevano qualche vaga idea, più fanon che canon, di come potesse funzionare /una volta dall’altra parte/. Il loro problema era sempre stato nella loro, dimensione. Come potrete ben immaginare, cari lettori, non avevano mai avuto la possibilità di metterlo in pratica. «in teoria?» quindi l’avevano sentito. Ah, ochei. «teoria, sì. e mi pare di aver capito che è più di quanto abbiate voi, no?» Touchè. Sistemò la giacca leopardata, un tocco di classe in quel del far west, facendo poi scivolare le dita negli scompigliati capelli bruni. Non era un vero piano. Non era una vera possibilità. Non era vera speranza - ma era, realmente e maledettamente, tutto quel che avessero. Non esitò ad incrociare lo sguardo dei viaggiatori, Ramses Withpotatoes. Non c’era incertezza nella sua voce. «dobbiamo andare a beauxbatons» Che si sapeva, cominciasse tutto dalla fine.
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