Posts written by ananke•

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    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    26 y.o.
    stripper
    bitch
    Adaline Windsor | blackdoggie


    non ci stava capendo molto, probabilmente la droga aveva fatto più effetto da quando poco prima era rinchiusa in una camera d’albergo, ma aveva visto Grey, lo conosceva, l’amico di Vin. cristo santo, se non fosse stata super fatta avrebbe pianto dalla gioia, poteva muovere la mano, non sentiva ancora la sua magia ma poteva muoversi. si alzò con le gambe che chiedevano pietà, molli e pronte a cedere in un qualsiasi momento, doveva scappare? andare via? beh sarebbe stata la scelta più razionale.
    ma.
    le gambe la guidarono verso il primo cadavere che vide a cui sottrasse una mazza chiodata.
    ora, pensatela vestita da guerriera sailor con un mano una mazza chiodata, uscita da uno dei migliori anime gore
    «questo per avermi drogata e rapita, stronzo» disse mentre avanzava, per quanto le fosse possibile, verso Bubbles e cercava di colpirgli la spalla destra con quanta più forza possibile.
    forse le sedute in palestra le erano servite a qualcosa, in effetti.
    Sono sempre la ragazza
    Che per poco già s’incazza
    Amarmi non è facile
    Purtroppo io mi conosco
    Ok ti capisco
    Se anche tu te ne andrai via da me
    Col cuore ti ho spremuto come un dentifricio
    E nella testa fuochi d’artificio


    (5) DIFESA JAVI ( grey + ellis + ada): lo colpisce alla spalla con la mazza chiodata
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    Se ne stette lì, Adaline, mentre veniva allontanata, era stata baciata e poi lasciata così, a secco? Sedotta e abbandonata, lei? il quale lavoro consisteva nel sedurre uomini per farli tornare la sera successiva? quasi le venne da ridere, mentre si voltava nuovamente e poggiava le mani sul lavello, e scostandole dalla presa precedente dei capelli di saw, forse glieli avrebbe dovuti tirare, quei riccioletti biondi che lo facevano sembrare tanto innocente
    «già, niente da fare» schioccò la lingua sotto il palato, mentre cercava di nascondere il fastidio nella propria voce, ora si, che le aveva arruffato le piume «non ti ha più risposto, mh?» chiese mentre si scostava dal lavandino, finalmente, probabilmente per riprendere di lucidità, era stato un momento, una distrazione, poteva tornare ad essere distaccata come lo era all’inizio.
    ma prima che potesse dire o fare qualcosa, un rumore le risuonò nelle orecchie
    ma che cazzo
    sgranò gli occhi mentre guardava quella merda emettere fumo, e non capì molto mentre veniva strattonata, di nuovo troppo vicino, eppure sembrava aver capito che non gli piacesse poi tanto la sua compagnia.
    un discorso a cui avrebbe pensato dopo, se ci fosse stato, un dopo.
    un ultimo sguardo verso la sua anima gemella, che la stava guardando di rimando, uno sguardo indecifrabile a cui rispose con uno sguardo divertito.
    pensava fosse stata lei, a tendergli una trappola? mentre stava morendo lì con lui soffocata dal fumo?
    che strano modo di pensare, si disse mentre i contorni divenivano ancora più sfocati

    e quando riaprì gli occhi, spalla contro spalla con Saw, capì di non essere morta.
    «potresti evitare di strillare?» disse mentre la mano libera andava a toccare l’orecchio che l’altro le aveva messo fuori uso «non siamo morti?» no, evidentemente, ma le serviva comunque una conferma, cercò di raddrizzarsi, e guardarsi intorno, riconobbe vin, scarlet, avrebbe voluto chiedere loro qualcosa, visto che erano colleghe e gli era toccato il suo stesso destino magari… ma che cazzo aveva Saw da strattonarla? «ma la smetti di agitarti?» madonna virgola etc, ma dov’erano?
    quasi rimpiangeva la camera d’albergo
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    guarda scarlet e vin, ma non chiede niente perché troppo intontita.
    ps. per chi volesse parlarle (nessuno) ada fa la stripper al lilum, chi la conosce o magari la riconosce è perché l’ha vista
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    «sei sicuramente la prima a pensare una cosa simile di me.» Adaline sorrise, poggiando le mani sul lavello freddo
    «è una cosa positiva, no? una delle tue prime volte » sguardo verso quei riccioli biondi, non riuscì a raggiungere il suo, di sguardo, visto che era concentrato a suonare la cumbia al muro «se non conoscessi l’esistenza del codice morse penserei che stai cercando un modo per ignorarmi» ma era sicura non fosse così, visto che c’era una bella intesa fra loro, strano ma vero
    «ha funzionato, in ogni caso?»
    «sei pretenzioso se credi che te lo dica così facilmente» ma si. aveva fatto colpo. e non era mica stato merito di quella frase. era dalla prima battuta infelice che si erano scambiati. e poi lui si “scusò” di averle fatto prendere un colpo con una scrollata di spalle, adaline fu quasi tentata di fargli una linguaccia ma si trattenne. «ti dimentichi così facilmente delle persone che baci, adaline?» «potrei farti la stessa domanda, Saw, anche tu non ti ricordi di me» il che le sembrava irreale, visto che aveva il sentore che se lo sarebbe ricordato e anche abbastanza facilmente «perché io–» perché lui? ah certo, non potevano scegliere momento migliore per rispondere «che ti ha detto?» chiese, anche se un po’ piccata per la frase sospesa di poco prima
    «ma possiamo fare una prova.»
    ah, era ora. arricciò le labbra «si, sono d’accordo » si lasciò trascinare, mentre poggiava la mano libera sulla spalla coperta da quel travestimento «sai, vedere se riaffiora qualche memoria.» sorrise, quasi rise «o potremmo farcene di nuovi» sorrise di rimando, forse con la stessa luce negli occhi della sua anima gemella, le veniva strano pensarlo, visto che era stata sempre un lupo solitario nel corso della sua vita, chiuse gli occhi e ricambiò il bacio, tiepido e leggermente casto, cosa che la fede sorridere sulle labbra dell’altro «allora? tornato qualcosa?» scosse il capo, inclinando il capo «forse dovremmo ripetere l’esperienza, che ne dici?» chiese, mentre affondava le dita affusolate nei riccioli sulla sua nuca, incurante che stesse avvenendo una conversazione di cui non conosceva minimamente il significato.
    rischi del mestiere.
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    lo guardò studiare attentamente il suo vestiario, beh non gli stava male, ma comunque se lo sarebbe tenuta per lei, si limitò a dirgli
    « di certo sei più vestito di me » si sollevò con il suo aiuto, trovandosi faccia a faccia con Saw, fu il suo turno di sorridere felina, non aveva mica ignorato come avesse distolto lo sguardo dalle sue gambe poco prima, poggiò una mano sull’armatura del braccio battendoci due volte l’indice «beh. carina no?» spostò il peso da una gamba all’altra
    «sei mai stata in questo posto?»
    «ah no, non credo» non era una sprovveduta ed evitava in andare in stanze d’hotel, che implicava non conoscere alla perfezione l’altra persona, nonostante il proprio lavoro era davvero selettiva e le capitavano raramente situazioni come quella «forse non siamo dove pensiamo di essere.» «che poetico, quasi filosofico, cerchi di far colpo? » la mano che era sul braccio dell’altro si spostò verso il colletto di quella strana divisa che indossava, poi lo lasciò andare, seguendolo nel bagno «non specchiarti troppo, rischi di fare la fine di narciso» lei al suo contrario, si poggiò con il sedere al lavello, ignorando il proprio riflesso ed osservando le unghie curate della propria mano libera «potrei baciarti.», risollevò lo sguardo, incontrando lo sguardo chiaro dell’altro «potrebbe non essere un qualcosa che non abbiamo già fatto» effettivamente «a volte funziona, in questi casi.» «potrebbe… chissà» sollevò le spalle ricambiando il sorriso, insolente come il suo, giocavano allo stesso gioco.
    e poi Saw decise di sprecare il suo tempo perché decise di (farle prenderle un colpo) colpire la parete dietro di loro «magari la prossima volta avvisa» labbra arricciate e broncio forse leggermente contrariato.
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    «facciamo così: riniziamo da capo. io mi chiamo saw» anche Adaline accavallò le gambe nude dandogli la sua completa attenzione, fu un attimo prima che l’altro stringesse la propria mano nella sua e le mostrasse la prova evidente del fatto che nessuno dei due avesse deciso di essere lì
    «lo avevo capito qualche minuto fa, saw» nonostante non amasse, di solito, il contatto fisico non scostò la mano da quella del suo compagno d’avventure, però grazie al fatto che si fosse sporta verso lui ebbe modo di vedere che non era il suo pigiama, quello che indossava, ma una divisa alla marinaretta di qualche taglia più piccola della sua, visto che le lasciava l’ombelico, sul quale spiccava luccicante un cerchietto dorato, e un bel po’ di centimetri di coscia scoperti «mh» riuscì solo a dire, e non provò nemmeno a coprirsi, un po’ perché non conosceva il pudore, un po’ perché forse non le dispiaceva indossare quei vestiti, era molto più nuda quando lavorava a dirla tutta «ho bisogno di schiarire la mente.» «si anch’io» e sorvolò sul fatto che le avesse fatto un complimento, lo sapeva di essere bella ma non glielo dicevano così spesso, sensuale, sexy, erano gli aggettivi che le attribuivano di solito «devo trascinarti con me in ogni caso» si avvicinò al lato del letto di Saw, visto che erano ammanettati e non poteva scendere dall’altro, e poggiò i piedi nudi al pavimento «non mi devi trascinare, andiamo, forse serve ad entrambi » le mani poggiate accanto al proprio sedere, a sfiorare le dita dell’altro e le balze della propria gonna troppo corta «non perdiamo altro tempo, che dici?» gli fece un po’ il verso, mentre si alzava e gli porgeva la mano «io sono Adaline» e poi magari davvero un po’ di acqua fresca avrebbe schiarito le idee ad entrambi. e il bagno poteva sempre essere una via di fuga.
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    va bene va bene ammetteva che colui che condivideva il suo stesso destino non era così male, ma ci era comunque ammanettata. e comunque quello sguardo da piacione che le stava rivolgendo le faceva venire voglia di prenderlo a schiaffi, eppure ne vedeva tanti di quel genere, quel diavoletto vestito da angioletto proprio non le andava giù
    «hai chiesto il consenso anche quando mi hai ammanettata?» se lei non era stata l’artefice la scelta era poca visto che erano in due in quella stanza, gli occhi scivolarono sul braccio fuori uso e individuarono quel livido «o anche no» la mano libera andò ad afferrare l’avambraccio dell’altro notando lo stesso medesimo segno «c’è qualcuno che si è divertito qui» e quello non era nessuno dei due, arricciò le labbra, concentrata sul maculato dei pantaloncini del proprio pigiama «ad esempio, se ti chiedessi di buttarci in doccia ti offenderesti?» Adaline sollevò lo sguardo, sorridendo divertita «non mi offendo, ma ti rispondo che farai la doccia con me nei tuoi sogni, forse» poggiò la mano sul mento e schioccò un paio di volte la lingua sul palato mentre l’altro continuava ad essere irritante «mozzarti il braccio mi sembra poco carino.» fu quello il momento di ridere di gusto «dallo sguardo che mi hai rivolto prima credo che le tue intenzioni siano ben altre angioletto»
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    Adaline aprì gli occhi e si rese conto di non essere nel suo letto ad acqua dalle lenzuola nere di seta, ed avrebbe dovuto già accorgersene, perché mancava la sua mascherina per le luci, e mancava il buio totale in cui di solito faceva il suo riposino di bellezza.
    sollevò leggermente il capo per permettersi di guardarsi intorno, era una stanza d’hotel, doveva… preoccuparsi? Aveva declinato decine e decine di richieste dai parte dei suoi clienti, sempre con il sorriso, ed era andata sempre bene, era sempre stata attenta a defilarsi con cautela, in modo che non la seguissero, ma ora? si guardò il polso, dopo aver avvertito il classico freddo dovuto al metallo, e vide una fucking?? manetta?? si era fatta drogare e rapire come una sempliciotta?? prese un respiro profondo cercando di calmarsi e di tenere i nervi saldi, non era solita esternare le proprie emozioni ma in quel caso avrebbe voluto urlare per il nervosismo «come tentativo di abbordaggio mi pare un po’ estremo.»
    «Potrei dire lo stesso, razza di pervertito» eppure non se lo ricordava, certo non ricordava tutti al Lilum, ma per aver fatto un gesto del genere doveva essere un cliente affezionato, cerco di tirare verso di se la mano ammanettata provocandosi solamente dolore «ma che cazzo»
    un san valentino con i fiocchi, insomma
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  8. .
    Adaline Windsor
    MATERIALISTIC PRINCESS
    The world moves on, another day another drama, drama
    But not for me, not for me, all I think about is karma
    Ad Adaline di quella situazione non fregava un cazzo.
    Aveva raggiunto il suo momento zen (mi suggeriva zendaya ma perché mai) poche settimane prima, quando aveva dovuto accettare che ormai al lilum i clienti scarseggiassero per colpa della guerra, c’erano stati giorni in cui l’incasso era stato minimo, giorni in cui era stata seduta, lei che non sapeva far altro che muoversi continuamente, ad aspettare segnali dall’alto che le dessero la possibilità di fare ciò che di solito faceva normalmente, riprendere la vita che aveva sempre fatto, finchè non era stata costretta a tornarsene a casa, per evitare un esaurimento nervoso.
    Era chiaro che il suo percorso di crescita non fosse stato una dolce zolletta di zucchero da far sciogliere sotto la lingua: orfana in un istituto di merda fino alla maggiore età, nessuno che volesse adottare una ragazzina scorbutica il quale hobby era mutilare lucertole, per di più dotata di poteri magici, così aveva vissuto la sua infanzia fra le mura ammuffite di una specie di prigione, staccando la spina solo per frequentare l’istituto magico di hogwarts, e il giorno dopo quello del suo diciassettesimo compleanno era stata spedita a calci nel sedere fuori da lì come se fosse stata un pacco postale: una storia dal lieto fine, no?
    Per anni, aveva cercato di vivere trovandosi un lavoretto, arrancando per arrivare dignitosamente fino alla fine del mese, ma un giorno si era stancata di dover quasi chiedere l’elemosina per vivere ed aveva scoperto che non era niente male usare il
    corpo che madre natura le aveva donato per vivere la vita che aveva sempre sognato, ed era andato tutto bene, fin quando un tipo aveva deciso di voler rivoluzionare il mondo, insomma non capiva come la gente non vedesse le red flags svolazzare solo quando apriva bocca, lei d’altronde non si era schierata, non le stavano simpatici i babbani ma non vedeva perché avrebbero dovuto rivelarsi a loro, erano più cagionevoli, sprovvisti di magia, invecchiavano più in fretta non potevano essere un problema per la comunità magica.
    almeno così credeva.
    quel giorno forse si sarebbe potuta ricredere, quando aveva visto dei babbani armati, guardarla con paura, forse la paura era peggio della cattiveria, si disse poggiando gli occhi sulle armi e sulle dita pronte a scattare sul grilletto, la sua mano andò a cercare il catalizzatore nella tasca dei baggy jeans che indossava «Ciao! Va tutto bene», Adaline avrebbe avuto da ridire su quel punto, ma si cucì la bocca per il bene di tutti, con tutti intendeva se stessa «Cos’è successo? beh lo sapeva mezzo mondo cos’era successo, quel tizio non li guardava i telegiornali? «Posso aiutarvi.» l’ex serpeverde poggiò una mano sul fianco «non credo proprio vogliamo il tuo aiuto, sai?» ancora mano stretta sulla bacchetta, timore che quelle persone potessero improvvisamente accorgersi che loro avevano la magia, che erano diversi da loro «probabilmente non sanno neanche dove si trovano, probabilmente scappavano da quelli come noi» disse indicando con un cenno del capo la bacchetta
    ex slyth
    1998
    ESTJ-A
    Look What You Made Me Do Taylor Swift


    Edited by ananke• - 23/10/2023, 18:02
  9. .
    fc dice che ho inserito un url non valido
9 replies since 26/8/2023
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