It's a work of art

@SUB - art café

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    Margaret Piper
    Svetlana
    Osservava il barattolone di olive dietro il bancone, il capo chinato verso destra, provando ad immaginarne la consistenza, come sarebbe stato infilzarle con uno stecchino per dare il tocco finale a un Martini dry. Pensava a quanta forza avrebbe dovuto imprimere affinché la membrana esterna lasciasse scorrere dentro di sé la punta di metallo, al punto migliore su cui esercitare la giusta pressione per evitare che l’oliva schizzasse via, rotolando lontano da lei.
    Era troppo presto per ordinare un cocktail alcolico e no, con lei non valeva la scusa che da qualche parte nel mondo era l’ora dell’aperitivo. Era estremamente rigida con se stessa, sia a lavoro, che nel quotidiano, imponendosi limitazioni anche lì dove un occhio esterno non avrebbe visto nulla di male.
    O, almeno, questo è quello che amava ripetersi per non ammettere che qualcosa era cambiato, non un dettaglio, benché meno qualche aspetto marginale. Non ci voleva pensare, preferiva osservare l’oliva e concentrarsi solo su di essa.
    Era troppo presto per andare al Lilum, perché non avrebbe aperto prima di diverse ore e questo le dava ancora un certo margine di manovra, le dava la possibilità di staccare, di prendere una di quelle pause che fino a qualche mese fa aveva stoicamente rifiutato, troppo impegnata a costruire il suo impero. La guerra, tuttavia, aveva rimescolato tutte le carte, stravolgendo quel gioco cui tanto era abituata. Per la prima volta, dopo anni, aveva sperimentato nuovamente la paura, la consapevolezza che da un momento all’altro potesse perdere tutto.
    Era troppo presto per uscire dal SUB, per affrontare quella giornata senza una dose di tè verde e yogurt proteico, almeno per non dare nell’occhio, per mascherare quella punta di delusione che solo un osservatore esperto e attento avrebbe potuto scorgere nel suo sguardo.
    Non sapeva perché quella mattina aveva deciso di andare lì, di non fare colazione a casa, di uscire dalle calde coperte per iniziare presto una giornata priva di impegni, apparentemente noiosa.
    Stese le lunghe gambe sotto il tavolino, sprofondando in una delle sue poltroncine preferite, allungando bene i muscoli ancora un po’ intorpiditi dal freddo. Spostò lo sguardo sulla nuova esposizione ancora in allestimento, provando a dare il proprio significato a ogni opera, annullandosi completamente nell’osservare un dipinto. Aveva come l’impressione parlasse di lei e non solo a lei. Era questo il bello dell’arte e la vera bellezza si trovava nell’idea che ognuno, a più livelli, potesse sentirsi coinvolto, rappresentato, compreso.
    Tamburellò piano con le dita sul tavolino, lasciando che quel suono pian piano la riportasse con la mente nel locale, prendendosi il suo tempo con cura quasi maniacale.
    Non aveva bisogno di ordinare, non quando ormai i suoi gusti e le sue abitudini alimentari erano più che noti.
    Si limitò ad attendere, chiudendo gli occhi e provando a immaginare una coreografia ispirata a quel dipinto, alla musica che evocata, provando a dare un altro significato a quell’opera. Il suo.
    Slut
    Slytherin
    Lilum
    You'll believe God is a woman
    And I, I feel it after midnight
     
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0 replies since 27/12/2023, 23:45   31 views
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