don't let the moment slip away

ft. niamh @ cap platinum

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. ms worldwide
        +1    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Rebel
    Posts
    987
    Spolliciometro
    +904

    Status
    Offline
    niamh barrow
    Non era spesso che il Captain Platinum avesse un momento di respiro, ma vi erano delle bolle di tempo dove persino il bar conosceva pace. Niamh supponeva che, ogni tanto, i suoi clienti regolari dovessero recarsi al lavoro. Vi era un motivo ben preciso se si rifiutava di aprire il locale e prendere il turno mattutino, anzi erano due i motivi: in una giornata buona non si svegliava prima di mezzogiorno, e poi odiava avere a che fare con i clienti di prima mattina. Loro non erano in grado di vivere, né tantomeno lei. Non aveva la pazienza e la poker face adatta, lasciava il piacere a qualcuno di più piacevole come- beh, chi riusciva a incastrare. Negli ultimi tempi avevano assunto una simpatica donna sulla sessantina, un po’ particolare ma che si adattava perfettamente a un ambiente come il Cap. Ovviamente, era stata la vittima perfetta da piazzare in apertura. Nemmeno le interessava che passasse dello (strano) vino sottobanco alla Leonessa, fino a che non mandava all’ospedale nessuno era felice. E poi, era lo sfortunato recipiente delle lamentele della Barrow. Al contrario dei suoi amati dipendenti, la Carmela dispensava degli ottimi consigli, tanto che non doveva nemmeno pagare uno psicologo. L’aveva persino coinvolta nelle preparazioni del matrimonio di suo fratello, dopotutto il modello dei tovaglioli da mettere a tavola non si sceglieva da solo. Chissà se poteva sostituirla ad Eugene, almeno lei non avrebbe proposto di visionare un sex tape degli sposi dopo cena- il dessert, l’aveva chiamato. Era tutto terribile, non voleva nemmeno pensarci. Quel giorno, toccava a Niamh giocare alla Carmela, ossia ascoltare le bizzarre avventure dei suoi clienti. Il fatto che la cliente in questione tendesse a suscitare un particolare interesse nella Barrow era ininfluente, secondario alla trama. «ti pare normale,» nel momento in cui Daphne -Idys, si faceva chiamare ora- era entrata nel locale, Niamh aveva mollato il mocio nell’angolo per infilarsi dietro il bancone. Con nonchalance, ovvio. Ringraziava il cielo che non c’era nessuno per assistere alla sua umiliazione, Jay troppo impegnato nel retro con l’inventario per curarsi di cosa succedesse nel fronte. L’ex grifondoro poggiò i gomiti sulla superficie di legno e prese uno strofinaccio al volo, e prese ad asciugare i bicchieri sotto il bancone «assolutamente no» sapeva di cosa stesse parlando? Certo che no, ma la assecondò comunque. «che io debba— huh. non importa, non era importante» a quel punto, fu naturale per Niamh curvare le labbra in basso in un broncio, le sopracciglia pizzicate in concentrazione «ma come? io ero curiosa» chiamatela deformazione professionale, chiamatela biologia ma non c’era niente che attirasse la sua attenzione come dei pettegolezzi. «a quanti caffè sei oggi?» rispose in rimando all’ordine della ragazza, osservandola di sottecchi nel tentativo di scorgere la mano tremare, o il vibrare generale che davano 600mg di caffeina al giorno. Nonostante ciò, cominciò lo stesso a farle un caffè, perché era una persona magnanima e al contrario di qualcuno non drogava i propri clienti. «senza zucchero, è per deboli. lo zucchero va solo nel tè.» e infatti, voleva vedere quanto ci avrebbe messo a scavarsi la fossa da sola. Bastò sollevare un sopracciglio, perché Idys chiarisse «è stato un incidente» Niamh aveva mixed feelings di quel giorno, c’erano ricordi che avrebbe voluto eliminare dalla sua mente per sempre riguardanti Stiles e altri che non le sarebbe dispiaciuto ripercorrere in quel momento. Si sporse oltre il bancone facendo leva sui gomiti, avvicinandosi appena ad Idys «un incidente, certo» allungò le ultime sillabe, la lingua a schioccare contro il palato. A dire la verità, alla Barrow non era dispiaciuto affatto, era la prima che drogava i clienti si infilava in situazioni discutibili quindi poteva definirsi avvezza. «beh, mi pare si siano divertiti tutti, no?» - cit pandi ma comunque la verità. Niamh mise nuovamente distanza tra le due, poggiò l’asciugamano sulla spalla e si diresse verso la macchinetta del caffè che nel frattempo aveva finito di lavorare. Mise uno dei piattini sul bancone e vi appoggiò la tazzina, ma non senza aver prima incastrato un biscotto alla cannella come omaggio «solo per i miei clienti preferiti» ammiccò alla rossa, in un modo impacciato e terribile di chi non sapeva davvero farlo, ma che in qualche modo risultava charming. «abbiamo degli arretrati, è tutta roba vecchia ma non ho ancora avuto modo di provarla, o di decidere cosa farne» non sapeva come o quando, ma lei e la Gaffney avevano stretto una collaborazione di qualche sorta: Niamh offriva i suoi servigi da modella e in cambio poteva molestare Idys quanto voleva. Di solito cercava di scavare nel suo passato, tenderle trappole in modo da poter finalmente farle ammettere di essere la sua Daphne. Forse avrebbe dovuto cambiare strategia e iniziare a correggerle il caffè con il veritaserum. Peccato che non le piacesse giocare sporco, condannandola a una vita da lavoratrice onesta. «abbiamo? non mi paghi nemmeno, questo è chiaramente sfruttamento minorile» ma Niamh, non sei più minorenne. Dettagli, davvero, dentro rimaneva la stessa ragazzina di sedici anni che terrorizzava il castello insieme a Dakota «ma mi sento magnanima, solo per te» iniziò a curiosare tra gli articoli che Idys aveva deposto sul bancone, una marea di vestiti che faceva impallidire il mercato del sabato di Porta Palazzo. «tra quanto stacco? fammi pensare» si perse per qualche attimo a giocare con la manica di un capo, polpastrelli ad accarezzare il materiale soffice con purpose «per te anche tra cinque minuti» sollevò finalmente lo sguardo, lanciandole uno dei suoi sorrisi impish «ma il mio tempo è denaro, lo sai che dovrai farne valere la pena» per una volta, non vi era alcun doppio senso nelle suo parole, solo il costante ricordo che la Gaffney le doveva ancora la verità, Niamh era una grifondoro, testarda e imprudente, there was no saying (scusa pandi si vede che sono quasi le tre) cosa avrebbe fatto pur di ottenere quello che voleva. «dov’è il mio caffè?» oh baby, kinda derogatory. Indicò con un cenno del capo uno spazio libero dagli articoli dove il caffè ormai giaceva da un po’, ma che Idys non aveva notato nella foga. «o l'unico modo per sciogliere quelle labbra è con il tè corretto? posso attrezzarmi, sai» era una minaccia o una promessa? Difficile dirlo, forse Idys avrebbe dovuto bruciarsi per scoprirlo.
    Do you think I
    have forgotten about you?
    You and I were alive
    I could lay and just look in your eyes
    1997 / london
    rebel / halfblood
    ex gryffindor
    2043: washington dallaire
     
    .
4 replies since 19/7/2023, 21:07   150 views
  Share  
.
Top