don't let the moment slip away

ft. niamh @ cap platinum

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  1. id/gaf
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    avatar © young padawan

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    idys gaffney
    Era un mese e mezzo che Idys Gaffney vibrava a frequenze altissime.
    Ma davvero altissime.
    Da quando la guerra aveva ribaltato l’ordine naturale delle cose, non c’era stato più un giorno tranquillo nella vita della ex grifondoro, né una notte calma in cui riusciva a concedersi più di un paio di ore di sonno filate; la raccolta dati del suo smartwatch si avvicinava pericolosamente a quella di una chaosbringer sotto esami, e la cosa non era affatto buona per la salute della negoziante (o della chaosbringer; ma lei se lo poteva permettere, era giovane — Idys un po’ meno).
    E non c’erano nemmeno power nap di venti minuti, per lei; si moriva da eroi. O da eroine. Oh, sapete cosa, in effetti un po’ di ero—.
    «ma ti pare normale,» che dovesse risolvere i suoi problemi con sì? Mica era suo padre una debole con dei vizi che l’avrebbero spedita sotto terra prematuramente (e per la seconda volta, per quel che concerneva il mondo.); non avrebbe ceduto al richiamo della droga, a meno che non fosse un po’ di taurina in grado di farla andare avanti, in barba delle due ore scarse di sonno che riusciva a strappare ad ogni notte.
    O della caffeina.
    Sapete cosa? Aveva provato anche il ginseng.
    («ma si sniffa? chiedo, ho sentito qualcuno che lo diceva» pandi @ elisa)
    E almeno uno dei rimedi doveva aver funzionato perché, come già detto: Idys vibrava fortissimo.
    Che non era necessariamente un buona cosa.
    Non quando la ragazza era in grado di parlare più velocemente delle voci incorporee che leggevano i foglietti illustrativi alla tv anche senza eccitanti di alcun genere. «ti pare normale riprese, imperterrita, mollando le buste che aveva trascinato con sé per quelle che sembravano ore (ed invece era solo il tempo di un viaggio in taxi, una metro arrivata in ritardo, una passeggiata e forse anche una smaterializzazione? non ne era sicura, era un po’ su di giri, ad essere onesti.), «che io debba— huh cos’è che stava dicendo? Non lo ricordava: aveva distolto lo sguardo solo un attimo, facendolo vagare all’interno del Captain Platinum, e il filo del discorso si era dissolto come sabbia nell’acqua. O batuffoli di zucchero filato in bocca. Oddio, ora aveva voglia di zucchero filato.
    «non importa, non era importante» a Niamh, di fronte a sé, rivolse un cenno con la mano che voleva lasciar intendere che la questione fosse già accantonata, ormai; Idys era abbastanza certa che la lamentela, di qualunque genere fosse stata, non era il motivo per cui s’era recata al pub, quel giorno. «mi fai un caffé, per favore?» era per metà italiana, dopotutto; l’altra metà non contava in quel momento, non aveva voglia di rubare opere d’arte o ficcarsi il pane sotto l’ascella. «doppio!» chi lo diceva che non si poteva sopravvivere di caffeina e basta?! ERETICI. Idys gli avrebbe mandato il suo avvocato (ciao sara!) che gliene avrebbe dette quattro. Forse. O magari gli avrebbe dato la caffettiera in testa; andava bene comunque.
    «senza zucchero, è per deboli. lo zucchero va solo nel té. e prima che Niamh potesse aggiungere nulla, Idys alzò una mano per fermarla: «è stato un incidente» la anticipò, sperando che bastasse a convincere la mora a non tornare su quel particolare incidente.
    Non che Idys non l’avesse rivissuto nella propria mente più e più volte, quanto avvenuto quel pomeriggio nel suo negozio, ma era meglio non pensarci troppo; se in un primo momento la Gaffney aveva avuto solo il sospetto che Niamh potesse aver riconosciuto in lei la fu Daphne Blake, col passare del tempo se ne era convinta sempre di più. Alla ex concasata piaceva credere di essere furtiva, quando indagava innocentemente con le sue domandine scomode, ma Idys l’aveva capita: per questo motivo l’aveva lasciata avvicinare — e solo per quel motivo si era avvicinata di rimando alla Barrow. GIURO! “Tieni gli amici vicini, e i nemici ancora più vicini”, non era così che si diceva? Idys mica poteva permettere che Niamh andasse in giro ad indagare sulla sparizione di Daph, magari intervistando anche altre persone e mettendo loro la pulce nell’orecchio che la Blake fosse viva (ebbene sì, in carne ed ossa!) e fosse ancora tra loro (buh, bitches!). Insomma, faceva tutto parte di un piano per orchestrato! MASTERMIND.MP3!
    Aveva funzionato per un po’; per qualche mese, Niamh aveva continuato a tornare all’emporio con la scusa di cercare quello o quell’altro gingillo magico o meno, e col tempo le sue visite del tutto casuali e randomiche erano diventate un appuntamento abituale anche per Idys, che aveva iniziato a sfruttare la Barrow per provare articoli appena acquistati, artefatti magici, abiti e qualsiasi altra cosa richiedesse (un sacrificio umano) un tester.
    E poi Niamh era sparita.
    Idys sentiva di sapere dove fosse stata per quel mese e mezzo di appuntamenti mancati, ma non voleva presumere alcunché — né afffrontare un discorso delicato con la Barrow in un posto così affollato. Se l’altra era stata in guerra, era un problema suo: Idys non giudicava, ma nemmeno comprendeva il perché. Non era forse meglio farsi gli affari propri? Guardarsi il proprio? Salvaguardare la propria pelle? In quel mondo andavano avanti solo gli egoisti e gli opportunisti, non c’era spazio per i martiri, i messia, o gli anarchici.
    «abbiamo degli arretrati,» assottigliò lo sguardo nocciola, e lo rivolse verso la mora, inchiodandola sul posto, «è tutta roba vecchia ma non ho ancora avuto modo di provarla, o di decidere cosa farne.» lo sguardo gli cadde su un abito di seta con fantasia floreale, e lo accarezzò distrattamente con le dita; quando parlò, lo fece sovrappensiero «alcuni dei fornitori sono — » si passò il pollice sotto il mento, mimando una riga orizzontale, «non credo li rivorranno indietro.» menomale che non li aveva ancora pagati, eh! Affarone!
    (Era proprio nipote dei suoi zii, guardate che imprenditrice!! Zio Ezra, zia Ginny, non siete fierissimi di lei?!)
    Batté entrambe le mani sul mucchio di articoli che aveva riversato sul bancone del Cap, e alzò di nuovo lo sguardo su Niamh. «tra quanto stacchi? sarà un pomeriggio molto lungo, ti avviso.» che c’è?! NON GUARDATELA COSÌ: lo faceva solo perché ormai il suo metro di giudizio era la Barrow e non poteva cambiare all’improvviso modella o beta tester, gli affari ne avrebbero risentito.
    Cosa?
    «cosa.»
    Idys out.
    «dov’è il mio caffè?»
    E strafatta di coca caffeina.
    there's something 'bout you
    that now I can't remember,
    it's the same damn thing
    that made my heart surrender
    26 | 1997 | london, uk
    neutral | halfblood
    daphne t. blake
    2043: maxie linguini


    Edited by ad[is]agio - 19/7/2023, 23:17
     
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