so sad they had to fade it

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    It's fate, not luck.

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    All’accampamento si respira un’aria diversa.
    Non avete smesso di combattere, come potreste?, ma di giorno in giorno avete limitato le vostre battaglie: da nazioni a città; da città a strade. Case. Sempre meno soldati fanno ritorno in Nuova Zelanda, e le tende si fanno più quiete di notte in notte. Vi stringete attorno al fuoco, celato da occhi indiscreti, cercando di celebrare le vostre vittorie: i lidi di Mykonos e delle Galapagos, il borgo abbandonato di Parigi e quello in Giappone, il quartiere norvegese e quello brasiliano, antri ben nascosti a Roma ed a Washington. C’eravate, e vi bisbigliate le storie cercando di alimentare un morale così a terra da lasciare impronte.
    Perchè lo sapete. Vi guardate in faccia, numeri sempre più esigui e notizie terribili dal fronte avversario, e lo sapete, che la Guerra non la state vincendo. Che una possibilità, non l’avete mai avuta.
    Ma potete ancora fare la differenza, e la fate. Ciascuno di voi, ogni giorno, indossa la divisa e scende in campo sapendo di salvare qualcuno. Numeri che non faranno la differenza per l’esito della battaglia, ma lo fanno per voi, perché significa provarci ancora l’indomani. Quello dopo, se serve. Quello ancora seguente, se potrete ancora farlo.
    È passato più di un mese, dall’inizio dell’apocalisse. Dal discorso di Abbadon, miccia ad accendere migliaia di fuochi. Più di un mese lontani da casa, dalle vostre vite, i vostri cari. I nervi sono tesi ed a fior di pelle, lo sguardo preoccupato, le occhiaie più pronunciate. Ogni sera vi attende la riunione nella tenda principale dove venite aggiornati su quello che succede nel mondo, trionfi e future vittorie: nessuno, e certamente non Sartre, mette il dito nella piaga sottolineando quanto abbiate comunque perso. E continuiate a perdere.
    Ma lo sapete, non è vero?
    Quando il 31 Maggio entrate nella Tenda, ancora non sapete che quello sia l’introduzione dell’epilogo. L’inizio di una fine preannunciata che non voleva nessuno, ma di cui voi tutti avete bisogno. Un ultimo respiro profondo.
    Però potete immaginarlo, quando ad attendervi al fianco di Sartre riconoscete William Lancaster.
    Qualcuno di voi lo conosce personalmente, ed il buon Lancaster permette loro saluti un po’ più calorosi, convenevoli più personali; altri ne hanno solo sentito parlare.
    Non necessariamente in bene.
    Cala il silenzio, e Lancaster vi racconta una storia. Come in tutte le storie, c’era una volta.
    C’era una volta, molto lontana, un bambino diverso da tutti gli altri, senza nome e senza terra natia. C’era una volta un qualcuno che negli anni a venire si sarebbe presentato come Abbadon, come Seth, che avrebbe mostrato di possedere un tipo di magia che ha intrigato i Quattro Fondatori: tieni stretti gli amici, e più stretti i nemici.
    C’era una volta sicuramente qualcosa, ma la storia è lacunosa e tagliata da tutte le parti, perché di quel bambino - di quell’Abbadon - non si sa più nulla, cancellato dalla memoria, comune e non, nel momento in cui i Quattro l’hanno imprigionato nel sottosuolo di Hogwarts.
    Sospira, William. Vi sembra stanco. Chi non lo è? Sospira e vi guarda serio, senza alcuna traccia dell’ilare sorriso a curvarne le labbra: sta per chiedervi qualcosa.
    Ma non vi dice per cosa.
    Sta per chiedervi di prendere tempo. Di combattere ancora una volta.
    Sta per chiedervi di tornare a Brecon. Dove i babbani hanno tenuto prigionieri per mesi i vostri amici; dove il capanno è esploso, uccidendo i vostri amici; dove sono tornati in vita, complici di una magia dimenticata.
    Sta per chiedervi di andare ad Hogwarts. Nella Foresta Proibita, dove molto tempo prima, qualcosa ha avuto inizio e fine; una parentesi aperta, non necessariamente chiusa.
    Sta per chiedervi di tornare a Stonehenge. Dove la grotta sotterranea è crollata sotterandovi tutti, dove alcuni sono morti e tornati ricordando. Omnia fert aetas. Veritas filia temporis. Mutatis mutandis. Æquabit nigras candida una dies.
    Sta per domandarvi di tornare dove è stato versato del sangue, tutto quel sangue, e chiedervi di farlo ancora.
    Compiere un atto di fede.
    Sacrificare tempo che non avete.
    In nome di cosa?
    Di una possibilità, vi dice.
    Siete soldati che avete scelto di esserci, voi; quell'unica possibilità, ve la prendete.


    Il silenzio che vi accoglie è assordante.
    Vi obbliga a proseguire con passi cauti e armi sguainate, in attesa di nemici che non sembrano intenzionati a palesarsi. Tutto il contrario: è quasi un gentile invito, quello della Foresta. Gli animali e le creature vi studiano dalle ombre col fiato sospeso – balzano via dai vostri sguardi allarmati. Vi accompagnano e vi guidano attraverso un corridoio d’alberi alti che tracciano un percorso che, a giudicare dal fogliame fitto, non viene calpestato da molto tempo.
    Non vi è più traccia della parete rocciosa che nel lontano 1400 costituiva la porta d’accesso al labirinto. Distrutta dal tempo e dall’uomo, nella vana speranza di racchiudere in un sonno eterno qualunque cosa si sia insinuato tra le radici della Scuola di Magia e Stregoneria inglese.
    Ma è ancora lì.
    Lo sapete, e lo sentite.
    Pulsa sotto i vostri piedi. Celata da radici che camminano serpentine lungo l’area, e si ritirano al vostro passaggio; e sussultano, animate di vita propria.
    Sussurrano, persino.
    Frasi in una lingua sconosciuta.
    (arcaica e profonda.)
    Andate avanti – spinti dal dovere, e forse anche da qualcos’altro. Un’energia che non siete in grado di comprendere davvero, ma che scorre nelle vostre vene. Che vi chiama con voce sempre più roca, urgente: dolci parole che divengono rantoli.
    Justin. Joonho. Sinclair. Jane. Wren. Javier.
    Erisha. Holden. Neffi. May. Amaranth. Veronica.
    Venite, venite, venite.
    VENITE, VENITE, VENITE.
    Un battito di ciglia. Un respiro.
    E siete nel cuore della Foresta; lì dove giace la pietra spaccata di una tomba. No, non un cuore.
    Uno stomaco.
    Così lontani da dove vi trovavate ciò che vi sembrano pochi secondi prima; soli, finché non lo siete più.
    L’aria, pesante e oscura e perturbante, s’infiltra nei vostri polmoni.
    E Ivan Lamovsky, con movimenti scattosi e innaturali, si volta finalmente verso di voi. Gli occhi rovesciati all’indietro, e le mani impregnate di sangue. Sussurra frasi sconnesse, roteando il capo come una bambola difettosa; e infine alza lo sguardo.
    Non muove le labbra, eppure potete sentire comunque il suono sinistro delle mille voci che vi vengono incontro.
    È Ivan. Ed è Thero, Ché, Cassiopea, Jedidiah, Trent, Earl.
    È ogni sacrificio – è ogni goccia di sangue.
    È crescita, ed è fine.
    È cellule tumorali a spargersi nell'aria; è speranza, è rinascita, è protezione.
    È morte, ed è vita.
    È Baal, entità e custode: impossessata d’un corpo finito. Dell’aria e della carne.
    E vi ucciderà
    uno
    per
    uno.

    Così è stato deciso dal principio. Così sarà.


    just28 pa23 pd51 psARMA: shuriken | criocinesi
    jd23 pa30 pd72 psARMA: pistola
    sinclair25 pa23 pd72 psARMA: fucile mitragliatore | idrocinesi
    jane18 pa20 pd50 psARMA: rivoltella | elettrocinesi
    wren18 pa20 pd49 psARMA: bo | geocinesi
    ptolemy15 pa21 pd40 psARMA: ak47 | telepatia
    erisha13 pa20 pd31 psARMA: rhino revolver
    holden17 pa15 pd32 psARMA: scimitarra
    neffi5 pa13 pd30 psARMA: mitragliatrice leggera
    may12 pa10 pd21 psARMA: machete
    amaranth12 pa10 pd25 psARMA: coltellino
    veronica15 pa8 pd16 psARMA: arco
    lamovsky10 pa40 pd150 ps9 (just) 6 (jd) 6 (sin) 7 (jane) 10 (wren) 2 (javi) 10 (eri) 7 (holden) 4 (neffi) 8 (may) 6 (ama) 2 (veronica)
    robert25 pa30 pd120 psattacco: 19 (just)fucile d'assalto
    florence25 pa25 pd100 psattacco: 7 (jd)kusarigama | emocinesi
    rocket25 pa25 pd100 psattacco: 18 (sin)lanciafiamme
    peter20 pa20 pd90 psattacco: 6 (jane)tomahawk | lumocinesi
    marie20 pa20 pd90 psattacco: 4 (wren)katana
    killian20 pa20 pd90 psattacco: 18 (javi)rivoltella
    guy15 pa15 pd80 psattacco: 3 (erisha)fucile a pompa
    gina15 pa15 pd80 psattacco: 8 (holden)nunchaku | acidocinesi
    terry10 pa10 pd70 psattacco: 8 (neffi)piede di porco
    marius10 pa10 pd70 psattacco: 3 (may)cacciavite | faunocinesi
    matty10 pa10 pd70 psattacco: 9 (ama)cerbottana
    taylor10 pa10 pd70 psattacco: 9 (veronica)machete


    TUTTI: vedete Lamovski muoversi. Scatti brevi, imprecisi, sbagliati; e notate la foresta muoversi dietro di lui, al suo fianco, e tutt'intorno a voi. Dalla terra, spore più o meno grandi iniziano a sollevarsi, danzando nell'aria mosse da un vento inesistente. Non c'è bisogno che vi raggiungano velocemente, per essere letali.

    JUSTIN Robert non ha nessuna pietà e apre una pioggia di proiettili su di te.
    JD Florence solleva un'onda di sangue e te la scaglia addosso.
    SINCLAIR Rocket apre il lanciafiamme e cerca di bruciarti vivo.
    JANE Peter ha deciso di giocare a tiro al bersaglio, e mira con il tomahwak al tuo ventre.
    WREN Marie ti spintona contro un albero.
    JAVI Killian punta la rivoltella contro di te e ti spara alla testa.
    ERISHA Guy cerca di buttarti a terra con uno sgambetto.
    HOLDEN Gina tenta di darti un nunchaku sul naso.
    NEFFI Terry cerca di azzopparti con il piede di porco, tirandotelo nella cavità popolitea.
    MAY Marius chiama a sé un corvo e gli ordina di beccarti gli occhi.
    AMARANTH Matty incanala la sua rat energy e ti lancia un dardo contro.
    VERONICA Taylor è nella sua Reputation era, cerca di aprire un taglio sul tuo petto.




    ┉┉┉ recap.
    1. avete un massimo di 3 azioni a post, di cui solamente 1 di attacco (le altre due possono essere entrambe di difesa, o azioni curative/altro). Potete fare:
    DIFESA - DIFESA - ATTACCO
    DIFESA - DIFESA AOE - ATTACCO/o DIFESA
    DIFESA - ATTACCO/o DIFESA - ATTACCO AOE
    DIFESA - DIFESA/o ATTACCO - GUARIGIONE/o eventuali

    Ricordo che (1) attacchi/difese ad area non possono essere fatti in combo, e (2) le difese ad area non prendono eventuale differenza dagli attacchi, né questa viene ereditata in un eventuale attacco ad area (discorso valido anche per i bonus rogue lame, 15-20 danno al png)
    2. INCANTESIMI - POTERI
    3. Il BONUS DI CLASSE (guerriero, etc) potrete usarlo una sola volta ad ostacolo (link ai bonus di classe)
    4. tempistiche bonus di genere:
    - INCANTESIMI OSCURI: + PA / - PD -- INCANTESIMI DIFENSIVI: - PA / + PD (da aggiungere secchi all'estrazione, 3 post di recupero)
    matricole e apprendisti: -1 pa / + 1 pd -- +1pd / -1pd
    mago, leader e master: - 1 pa / +2 pd -- +2 pd / -1pa
    - INCANTESIMI DI GUARIGIONE: 1-* PS (da estrarre, 4 post di recupero; post di recupero validi anche per altri bonus di genere degli special come la preveggenza)
    matricole e apprendisti: da 1 a 5 ps
    mago, leader e master: da 1 a 10 ps
    In caso di SPECIAL:
    ATTACCHI/DIFESE AD AREA (ALTRI NON SPECIFICATI): 5 post di recupero
    5. per le combo valgono le solite regole (entro 2h di distanza massimo)
    6. se avete caramelle dalla scorsa settimana, potete ancora usarle.
    7. ATTENZIONE! NON POTRETE USARE BONUS DI CLASSE (ma sì a quelli di genere: attacchi ad area, bonus incanti oscuri, etc.)

    ➞ l'ostacolo. potete attaccare lamovsky, ma non avrete la differenza delle difese (nè gli attacchi ad area, nè quelli sui png).

    avete tempo fino alle 00:00 del 31/05 per postare.



    Edited by jic. - 23/5/2023, 18:51
     
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    MAY DAY
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    'cause even in the dark
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    C'era qualcosa di confortante in fondo all'odore acre della polvere da sparo. In fondo alle ombre delle armi, alla vegetazione fitta della foresta. Se le fosse toccato morire, sarebbe morta a casa sua, in Scozia. Così vicina e così lontana ai posti che l'avevano vista piccola. Innocente. Felice.
    Il peso del machete tra le mani e la divisa sulla pelle sembrava triplicato, aggiunto a quello della colpa che portava sulle spalle, della paura di aver portato amici alla morte senza motivo. Non erano solo ribelli, e lei, lì in mezzo, non era il loro generale. Era una dei tanti, una dei soldati andati lì per... cosa? La giustizia, il cambiamento? Si passò una mano guantata sul volto e poi raggiunse la forma confortevole della bacchetta nella fondina sul fianco sinistro. Camminava in mezzo agli altri, gli stivali a farsi strada tra le foglie umide di Maggio. Aveva fatto per parlare più e più volte, per dissipare l'alone tetro di imminenza che li circondava tutti. E poi si era zittita, le braccia che ricadevano lungo i fianchi invece di circondare le spalle di un amico. S'accostò alla pavor tra le loro fila stiracchiando un sorriso che non arrivava agli occhi. «Sei venuta in Scozia perché ti mancavo, eh, Nott?». Le toccò appena la spalla con la sua, e camminò avanti. Avanti fino a fermarsi. Finché non lo vide. Lamovsky. La voce le morì in gola per un istante.
    «Fascista di merda». Ed oggi pure posseduto.
    Lanciò un'occhiata a Javier. Annuì. E si lanciò addosso a Peter, machete stretto in entrambe le mani, cercando di ferirlo al ventre. Tornò indietro, poi, ed estraendo la bacchetta dalla fondina castò un incantesimo claustro sulle spore più vicine a JD prima che potessero avvelenarlo. Provò poi un relascio su quelle vicine alla Lovell, tentando di allontanarle da lei.

    gif code
    MATRICOLA
    MACHETE
    REBEL




    SPOILER (click to view)
    ATTACCO PETER ( javi + may ): machetate

    LAMOVSKY
    (6) DIFESA AOE JD ( jane + may ): incantesimo claustro sulla spora
    (4) DIFESA AOE NEFFI ( jane + may ): relascio sulla spora


    QUOTE
    (7) DIFESA JD ( jd + sin ):
    ATTACCO FLORENCE ( just + sin ):

    (18) DIFESA SIN ( just + jd ):
    ATTACCO ROCKET ( jd + jane ):

    (6) DIFESA JANE ( sin + javi ):
    ATTACCO PETER ( javi + may ):

    (8) DIFESA HOLDEN ( just + erisha ):
    ATTACCO GINA ( erisha + amaranth ):

    LAMOVSKY
    (6) DIFESA AOE JD ( jane + may ):
    (6) DIFESA AOE SIN ( javi + amaranth):
    (6) DIFESA AOE AMARANTH (amaranth+erisha):
    (4) DIFESA AOE NEFFI ( jane + may ):


    Edited by SOS. - 23/5/2023, 19:35
     
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    sinclair hansen
    It's feeling like the sun's hiding
    But we're gonna keep moving, surviving
    No, we won't go quiet tonight
    Stand up and shout louder
    Erano state settimane intense e difficili per l’Hansen. Erano i molteplici i motivi di quella spossatezza sia fisica che mentale, ma se avesse dovuto iniziare ad elencarli singolarmente, non avrebbe mai finito. Stavano perdendo, non importava quante vittorie portassero a casa, non era mai abbastanza. Granelli di sabbia che non ammontavano a niente, pile di cadaveri che si ammassavano l’una sull’altra, il mondo che andava a puttane pian piano. Erano settimane che indossava la sua divisa e veniva spedito in missioni suicide senza sapere se sarebbe tornato, che correva da una parte all’altra dell’accampamento per cercare di salvare quante più vite possibili. In un’altra vita, era stato un medimago, ma nessuna esperienza pregressa avrebbe potuto prepararlo a cosa significava vivere e respirare morte a ogni ora del giorno, cercare di farsi bastare quel poco equipaggiamento che avevano. Aveva i suoi poteri, almeno quelli, ma non poteva chiedere al suo corpo di reggere quel livello di stress per ore e ore senza fine. L’unico modo per dormire, ormai, era imbottirsi di sonniferi e pregare di svegliarsi la mattina dopo- ormai, era lo spacciatore del campo. E sapete? Forse stava ancora sognando, perché nulla di tutto ciò che aveva davanti agli occhi aveva senso. Aveva visto cose ben peggiori, creature sputate dagli abissi della terra, durante quelle settimane e sapeva che avrebbe dovuto farci il callo ma che cazzo. Le voci spettrali, la foresta a stringersi attorno a loro quasi a soffocarli e- Lamovsky? L’Hansen si fermò a studiarlo per qualche attimo, cercando di risalire alla causa di una tale manifestazione ma c’era ben poco che la ragione poteva spiegare quando ci si trovava contro un corpo posseduto. Fosse stato un gen z, un po’ più giovane, avrebbe replicato con io il mattino ma non lo era, e si limitò a stringere la presa sull’arma e al sollevarla in guardia. Ma non era ancora il suo momento, non quando c’erano le slut-teh di Lamovsky pronti ad attaccarli. «attento!» abbandonò il fucile in favore del proprio potere, sollevando un’onda d’acqua davanti a JD per contrastare il sangue che si stava per riversare su di lui. Strinse i denti, gli avambracci a tremare sotto al peso della massa di sangue, ma si impose di resistere. Con un ultimo sforzò spinse le braccia e la sua onda verso Florence per rimandare al mittente l’attacco. E giustamente, mentre era impegnato a salvare la vita al suo compagno, Javi decise bene di prenderlo per i fianchi e spostarlo. Non era la prima volta, tantomeno la seconda, stava iniziando a pensare che avesse un penchant per quella mossa da bocciofilaro ™ «potrei dire qualcosa di inappropriato, ma lo terrò per me» tanto, a buon intenditore bastavano poche parole. E intanto, già che c’era lanciò un getto d’acqua contro Peter per impedirgli di attaccare un- ragazzino? Ma lo conosceva? Forse. Chi lo sa.
    gif code
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    hydrokinesis


    FUCILE MITRAGLIATORE: 80/80

    (7) DIFESA JD ( jd + sin ): contrasta l’onda di sangue con una d’acqua
    ATTACCO FLORENCE ( just + sin ): la rimanda al mittente

    (6) DIFESA JANE ( sin + javi ): getto d’acqua contro peter
     
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    We may be the first to fall
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    or we could change it all
    L'ultima notte al mondo, uh?
    Un paio di anni prima, JD avrebbe riso di fronte a quel mormorio che girava nell'accampamento, posato le mani sulle spalle di sconosciuti con un sorriso ottimista, e preso in giro bonariamente chi si vedeva già morto, come se vivere non fosse di per sè un rischio. Nessuno viveva per sempre, era quello che rendeva l'esistenza (e la resistenza) così importante.
    Poi ci era arrivato vicino davvero, a morire.
    Poi aveva dovuto fare i conti con le proprie scelte. Aveva lasciato che anche altri pagassero il prezzo.
    Non aveva messo in dubbio la voglia di lottare e di fare la cosa giusta (o comunque, mai seriamente), ma la paura per quello che sarebbe potuto succedere, ora ce l'aveva eccome, ogni giorno di più.
    Il rischio era sempre stato reale, anche prima, ma forse pensava di avere meno cose da perdere. Forse dopo la (presunta) morte di Sehyung e l'addio ai suoi amici, si era scordato cosa volesse dire voler tornare a casa. Avere una casa a cui tornare.
    E quindi prese il cellulare, in quell'ultima notte, dopo le risate un po' vere un po' dovute all'erba, dopo gli abbracci, dopo i "ce la faremo", e scrisse.

    "Ti ricordi quando parlavamo di andare a vivere insieme?
    Nessuno mi hai mai reso tanto egoista quanto te
    Mi hai fatto pensare che mi meritassi anche io una casa felice in cui tornare.
    Combattere per un mondo migliore è al primo posto nel mio cuore da tanti anni
    ma se qualcuno potrà mai superarlo, sei tu
    O forse l'hai già fatto, kitten."


    Quando crollò all'alba, aveva ancora il telefono in mano.

    (...)

    «ehi, hold» gli diede una piccola gomitata. «chi sta in coma più lungo, offre da bere al risveglio» gli sorrise divertito, ovviamente nel tentativo - probabilmente vano - di risollevare l'umore. A lui, a entrambi.
    Insomma: erano contro il FuCkInG generale dell'esercito avversario, secondo solo a Abbadon (e alla donna misteriosa, Sabine). Un po' di caghetta ce la l'aveva (ma almeno non era contro Sehyung!!!! Non sapeva neanche se l'amico fosse vivo MA! MA!!! almeno poteva ancora sperare lo fosse).
    Fece un finger guns al ragazzo, e via verso la battaglia, head empty perchè chi pensa troppo si distrae e finisce morto.
    Una bella ondata di sangue?? TAAAAC! Evitò battute sul blood play perchè i gettoni giornalieri che Holden gli dava per fare battute unhinged erano limitati, e perchè non voleva fare troppa brutta figura di fronte a papà Javi (gliel'hai dato il pat pat a JD? spero proprio di sì), e già c'era, ma giusto perchè era lì, cercò anche di evitare il sangue con uno scatto, scattando via all'ultimo, e trovandosi vicino a Sin e
    lo avrebbe voluto prendere per i fianchi ma Javi era arrivato prima.
    Allora sai cosa? lanciamo un classic aguamenti sul lanciafiamme, creando abbastanza nebbia per confondere l'avversario così che Gabe potesse fare le sue magie, metre JD prendeva la pistola per sparare!
    gif code
    1998
    rebel
    (against)



    7/8 proiettili

    (7) DIFESA JD ( jd + sin ): si sposta
    (18) DIFESA SIN ( just + jd ): aguamenti verso il lanciafiamme
    ATTACCO ROCKET ( jd + jane ): spara


    CODICE
    <b>(7) DIFESA JD ( jd + sin )</b>:
    <b>ATTACCO FLORENCE  ( just + sin )</b>:

    <b>(18) DIFESA SIN  ( just + jd )</b>:
    <b>ATTACCO ROCKET  ( jd + jane )</b>:

    <b>(6) DIFESA JANE   ( sin + javi )</b>:
    <b>ATTACCO PETER ( javi + may )</b>:

    <b>(8) DIFESA HOLDEN  ( just + erisha )</b>:
    <b>ATTACCO GINA ( erisha + amaranth )</b>:

    <b>LAMOVSKY</b>
    <b>(6) DIFESA AOE JD  ( jane + may )</b>:
    <b>(6) DIFESA AOE SIN  ( javi + amaranth)</b>:
    <b>(6) DIFESA AOE AMARANTH (amaranth+erisha)</b>:
    <b>(4) DIFESA AOE NEFFI ( jane  + may )</b>:
     
    .
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    javier iglesias mendoza
    I'm a stitch away from making it
    And a scar away from falling apart, apart
    Blood cells pixelate and eyes dilate
    Kiss away young thrills and kills on the mouths of all my friends
    efficace riassunto dello stato emotivo di javier iglesias mendoza, ptolemy nome d’arte da (pornostar) popstar: sospirone. [bestemmia].
    i motivi ormai si sprecavano. aveva smesso di contarli. le ferite all’addome e al collo dalla quale ancora non si era ripreso (perché non se l’era concessa, quella guarigione: portando il corpo agli stremi e riaprendole, inevitabilmente, con un paio di movimenti azzardati di troppo). gli incubi – i soliti, e quelli appena sfornati in terra ecuadoriana. vincent, e tutte le cose che doveva dirgli e che non gli stava dicendo: per mancanza di coraggio e del tempo materiale per farlo. le notizie dal fronte, buone e cattive. le facce familiari che continuava a incrociare in base, e i nomi che leggeva tra i caduti: nuovi e vecchi. l’inevitabile conseguenza di mischiare quei due mondi che aveva così accuratamente cercato di tenere separati per tutti quegli anni.
    moka. una fottuta persecuzione.
    fino alla fine: anche quando, ormai, era certo di aver messo un punto definitivo a quella storia. colpa sua, indubbiamente. lui e le sue cazzo di fisse. avrebbe potuto farsi i fatti suoi, mantenere la facciata da stronzo; e invece si era dovuto sedere accanto a moka nel viaggio di ritorno, con il sangue ancora a colargli sulla divisa, e chiedergli scusa un’altra volta. per non essere di nuovo stato in grado di dirgli le cose come avrebbe dovuto e potuto, ed essersi fatto trascinare dalla pressione; così prevedibile da essere una barzelletta. non sapeva lasciare le cose irrisolte e poi ne doveva pagare le conseguenze – nel peggiore dei modi, ovviamente, perché il suo stato mentale non era già stato messo abbastanza alla prova.
    la prima volta aveva lasciato correre. sistemando le garze sui pugni spaccati e proseguendo verso le docce, e convincendosi che fosse normale: ricordava cosa si provasse, javier. quell’orrore viscerale che ti occludeva le vie respiratorie e non ti concedeva di chiudere occhio finché non era la stanchezza stessa a buttarti giù; quando meno te l’aspettavi, nei luoghi meno consoni.
    la seconda, pure.
    giunto alla terza volta in cui lo aveva trovato rannicchiato su di una sedia a dormire come un cane abbandonato, si era arreso all’idea di doverlo riconoscere come un problema. e incapace come suo solito di farsi i beneamati cazzi suoi, aveva scelto di dannarsi: svegliandolo, le mani nascoste dietro alla schiena, e accompagnandolo in silenzio religioso fino alla sua stanza. gentile e stupido in egual misura. convinto ingenuamente che la cosa non si sarebbe ripetuta.
    si era ripetuta.
    e ancora.
    cristo, non aveva smesso di ripetersi.
    e sapete cosa. sapete cosa, neanche commenteremo com’è andata a finire: perché tanto, insomma, male è l’unico modo sensato per descrivere la scena. fottutamente male. così male che quella mandibola tesa se l’era trascinata fino in scozia. neanche respirare l’aria di casa dopo un mese era stato sufficiente a rilassare le spalle di quel millimetro in più; la mente troppo occupata dalla cazzata madornale, parole testuali, del telly. ma non era così importante, d’altronde. e non c’erano problemi da risolvere. andavano alla grande. no?
    eh.
    e poi, dulcis in fundo: l’ultima bestemmia rivolta all’alto dei cieli, soffiata a fior di labbra.
    «Fascista di merda»
    quando si dice chiamare le cose con il loro nome. poche persone, d’altronde, erano una garanzia quanto il generale day.
    citando una rob qualunque: «punto.»
    periodo, slay, eccetera.
    non avesse sentito quella spinta ad agire una risata se la sarebbe persino fatta. nonostante i muscoli stretti come corde d’un violino, e la paura a scurire lo sguardo. perché ovviamente, dopo un mese di combattimenti estenuanti, la sua vita doveva trovare una fine nelle mani di un uomo posseduto dallo spirito santo. come ti sbagli.
    del tutto normale.
    scattò in avanti, piuttosto – le mani già tese verso sinclair per strattonare i fianchi verso di lui e rotearlo appena, così da poterlo guardare negli occhi.
    ok.
    quindi.
    «dottore,» inspirò dalle narici, e fece scorrere lo sguardo dall’hansen alle spore radioattive sbucate dal nulla assoluto – e tornò su lamovsky, stringendo appena i palmi contro la stoffa della sua divisa. «secondo il suo professionalissimo parere. cosa cazzo è questa roba.» oltre ad essere un incubo ad occhi aperti.
    spinse frettolosamente uno stivale contro la schiena di peter, cercando di destabilizzarlo con un calcio prima di afferrarlo per i capelli, tenerlo fermo per una classica machetata allo stomaco. oh, may, mommy ferale. ci mancavi.
    «non ricordo nulla di tutto ciò nell’addestramento.»
    così, per puntualizzare.
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    (6) DIFESA AOE SIN ( javi + amaranth): grande classico. lo sposto per i fianchi
    (6) DIFESA JANE ( sin + javi ): dà un calcio nello stomaco al peter
    ATTACCO PETER ( javi + may ): lo tiene fermo a may
     
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    Non pensava di poter davvero sentire la mancanza di casa, ma era successo.
    Complice anche il fatto di non aver mai lasciato per così tanto tempo l'Inghilterra, Amaranth di tanto in tanto si svegliava convinta di aprire gli occhi e vedere la sua camera, sentire il suo materasso. E invece no, la solita tenda ma con neighbours diversi mano a mano che passava il tempo.
    Le notizie che raggiungevano l' Isola non erano positive ma Amaranth lo sapeva da quando aveva scelto di seguire quei sussurri del popolo fino a giungere a Mykonos e ritrovarsi ben lontano delle sicure mura ministeriali.
    Si sentiva un po' come il pesce di Capitol: fuori dall'acqua, ma anche questo, non le aveva mai impedito di camminare a testa alta tra l'erba del campo o sniffare cocaina insieme agli altri (Cosa? Cosa.)
    Una volta tornata da Roma (provincia), fu sollevata, in fondo, da qualche parte, di rivedere le sue vecchie conoscenze ancora integre.
    E ancora, si era sentita stranamente inquieta quando quel giorno, aveva dovuto vederne salutare altre.
    La faccia del preside di Salem parlava chiaro: quel 31 maggio avrebbe sancito l'inizio dello scontro che avrebbe fatto pendere definitivamente l'ago della bilancia.
    E così, era tornata dove davvero troppi anni prima, da non specificare assolutamente (20), aveva iniziato la sua istruzione ad Hogwarts.
    Ed era anche quasi vicino a casa. O quantomeno, di più rispetto all'ultimo mese.
    Chissà se aveva ancora una scrivania.
    «Sei venuta in Scozia perché ti mancavo, eh, Nott?»
    Eccola là, che arrivava sempre a rompere i bolidi e spalleggiarla manco fossero best.
    Ma perché si prendeva tutta quella confidenza? Mads era stata così brava a capire dove fermarsi senza che lei manco si sforzasse!
    Beh, almeno non ha già il machete in mano.
    E se lo aveva, non ricordo di averlo letto quindi vbb sorry.
    La guardò passare oltre senza batter ciglio e di certo, non confutando la sua tesi perché non ce n'era bisogno, vero? Vero?!
    Nel senso: era ovvio che fosse lì perché Satre glielo aveva ordinato?
    Chissà se la voce l'avrebbe raggiunta, quando a scoppio ritardato rispose «No.» , in un borbottio sommesso mentre stava ben attenta a non inciampare contro sassolini, ramoscelli, foglie, qualsiasicosacisianelbosco.
    Lamovsky non lo vedeva da molto, ma da quel che ricordava non soffriva di attacchi epilettici. Era un vantaggio? Assolutamente no. Sembrava letale e desideroso di dimostrare quanto.
    Vide delle spore arrivare verso Sinclair ma anche lei fu troppo lenta.
    Ah.
    Aveva sentito parlare delle arti elusive del team bocciofila, ma poter essere testimone del grande classico da parte di Javi era una di quelle cose che puoi raccontare ai tuoi nipoti (quali?) mentre ti lasci cullare dalla sedia a dondolo ed il focolare acceso.
    Ne conseguì che la sua difesa fu lanciata mentalmente alla coppia, sperando che a quello infame che gira di notte non gli partisse proprio in quel momento il colpo della strega.
    Quelle altre però, di spore, che puntavano a lei provò ad innaffiarle tutte contando sulla pressione dell'acqua per buttarle a terra, forte di avere ancora Erisha accanto, come ai vecchi tempi.
    La ricercò con sguardo complice prima di lanciare un diffindo su Gina per farla desistere dal colpire Holden.
    Amaranth
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    (7) DIFESA JD ( jd + sin ):
    ATTACCO FLORENCE ( just + sin ):

    (18) DIFESA SIN ( just + jd ):
    ATTACCO ROCKET ( jd + jane ):

    (6) DIFESA JANE ( sin + javi ):
    ATTACCO PETER ( javi + may ):

    (8) DIFESA HOLDEN ( just + erisha ):
    ATTACCO GINA ( erisha + amaranth ): diffindo

    LAMOVSKY
    (6) DIFESA AOE JD ( jane + may ):
    (6) DIFESA AOE SIN ( javi + amaranth): li guarda molto intensamente.
    (6) DIFESA AOE AMARANTH (amaranth+erisha): aqua flecturus
    (4) DIFESA AOE NEFFI ( jane + may ):


    Edited by °shut up - 23/5/2023, 23:14
     
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    Non era una persona sentimentale, Jane Gabriel Darko. Quando Lancaster chiese loro di prendere tempo, si limitò a scattare una foto dello sguardo dell’uomo per immortalarlo ai posteri e stringersi nelle spalle: era lì, ormai. Tanto valeva andare fino in fondo.
    Non aveva cercato suo fratello. Non aveva cercato Fitz e Narah. Gli mancavano? Mah: trovava il concetto di nostalgia qualcosa di effimero ed astratto, ed era troppo pragmatica per riflettere sulle proprie spontanee scelte di vita. Certo, capitava che vedesse uno scorcio particolarmente pittoresco e pensasse che a Nah sarebbe piaciuto, o sentiva qualcosa di incredibilmente stupido e cercasse lo sguardo di Fitz, ma trovava fosse… normale.
    Dormiva.
    Mangiava.
    Prendeva appunti sui compagni, perché quelli voleva rileggerli. Guardava le stelle e si chiedeva se avesse perso il senno lei o il resto del mondo; si allontanava dal fuoco quando le conversazioni si facevano troppo morbide, il tono basso e liquido. Le piaceva farsi i cazzi degli altri fino ad un certo punto, ed allora si ritrovava spesso con le spalle ad una delle tende, il taccuino sulle ginocchia, e la penna a pendere dalle labbra. Scriveva per la Jane del futuro; scriveva per poterlo raccontare a Narah, ed illustrarle l’ennesimo motivo per cui l’umanità avrebbe semplicemente dovuto estinguersi. Scriveva perché sapeva che Fitz avrebbe apprezzato.
    Scriveva perché quelle memorie sarebbero servite a qualcuno, prima o poi. Testimonianza di un mondo che c’era stato, quando avesse smesso di esserlo. Scambiava vaghi sorrisi e battute sardoniche con gli altri soldati, ma in pochi sapevano apprezzare l’aridità del senso dell’umorismo della Darko. O la sua brutale onestà.
    In guerra nessuno sapeva farsi una risata, quando Jane suggeriva che avessero ridato lavoro ai giovani e non dovessero più pagare le pensioni. Nessuno trovava interessante domandarsi e riflettere su come le chiese avessero approfittato di quei momenti per rendere loro dei mostri e dipingersi invece d’oro, accogliendo disperati proseliti che ricercassero solo fortuna. Ad alcuno dei suoi compagni importava, che Abbadon avesse creato dei miti greci e dato loro una seconda possibilità.
    A Jane sì. Le interessava tutto, da come le loro azioni si sarebbero riflesse sull’ecosistema, a quanto l’economia mondiale sarebbe collassata lasciando i superstiti alla fame. Si faceva tante domande, la Darko.
    Tutte quelle sbagliate.
    E non cercò conforto, in quelle ultime ore. Nessuna mano da stringere, o spalla su cui appoggiarsi. Le sarebbe piaciuto, piuttosto, qualcuno con cui parlare di nulla; con cui discutere fino all’alba di quali fossero i pro ed i contro delle varie marche di cereali. Dei perchè di tutto, perché l’elettrocineta aveva dubbi e risposte in egual misura, e voleva sempre sentire il punto di vista degli altri.
    Voleva sapere se loro, addio, l’avessero detto. Se avessero dei rimpianti. Come credevano sarebbero morti ed a chi avrebbero dedicato il loro ultimo respiro. Voleva sapere perché fossero lì, ad imbracciare armi giorno dopo giorno – per chi lo facessero. Se ne valesse la pena. Voleva sapere se le loro password fossero i nomi dei loro animali, e sorridere di scherno e divertimento nel rendersi conto di quanto fosse una pratica comune. Voleva l’assurda, realistica, quotidianità.
    «almeno è ancora in piedi» Gabe infilò la lingua fra l’arcata superiore dei denti ed il labbro, arcuando le sopracciglia verso il lontano profilo di Hogwarts. Scattò una foto buia alle foglie della Foresta Proibita, perché , si era portata la fotocamera perfino sul campo di battaglia. Si sarebbe spaccata? Amen, ma se quelli realmente potevano essere i suoi ultimi istanti, voleva averli bloccati da qualche parte. Che qualcuno, trovandoli e recuperando le pellicole, ci avesse costruito su la storia che avrebbe preferito.
    Provò a sorridere alle Corvonero della squadra. Si era diplomato da soli due anni, e fino al settimo era stato cheerleader sul campo da Quidditch: le conosceva, seppur solo di nome. Non gli importava di loro, ma non c’era nulla di personale nella scrollata di spalle del Darko.
    Conosceva Sinclair e Justin perché erano vicini di casa.
    Non conosceva Ptolemy, che rinominò in amicizia – aka solo nella propria testa - cocker perché aveva proprio il muso di quella razza canina.
    Conosceva May ed Ama perché erano sopravvissuti al Colosseo insieme, e maynott rising anyone?
    Non conosceva Veronica, e non gli dispiaceva totalmente: gli dava la parvenza di amare la cocaina più di quanto la cocaina non amasse lei. Era intrigato? Certo: abbastanza da prendere appunti, ma non abbastanza da volerla al proprio fianco in punto di morte.
    Conosceva Wren. Forse perché erano vicini di casa, forse era passato a prendere del tè per Nah, forse perché in un’altra vita è suo suocero!!$$ , forse non sono cazzi vostri.
    Holden? Mai visto. Jin? Mai sentito.
    Insomma. Non avrebbe pianto la dipartita di nessuno in quel gruppo.
    Scattò una foto anche a loro, controllandola nella scarsa luce della foresta proibita.
    Chissà se Narah poteva sentire i suoi pensieri. Voleva lo sentisse?
    Nah. (haha)
    «la lochesciòn non è male» un posto oscuro nel cuore della Foresta Proibita? Una fanfiction che si scriveva da sola. Toh, quello davanti a loro aveva anche tutta l’aria di essere un altare sacrificale, probabilmente residuo di qualche setta.
    [thero da qualche parte che palpa il muro cercando tutti i buchi]
    «rivedrei un po’ le luci. Si chiama foresta proibita, non nera» schioccò distrattamente la lingua sul palato, bassi mormorii solo per le sue orecchie, e per chi si fosse annoiato abbastanza da ascoltarlo.
    Ruotò gli occhi blu sull’incubo di fronte a loro.
    Battè le palpebre a Ivan Lamovsky nella sua era grudge.
    Dato che le piaceva quotare tormentoni, «”è solo una fase”»
    E le spore a sollevarsi allucinogene dal nulla.
    Battè ancora le palpebre.
    Afferrò la spalla della cheerleader bionda tra indice e medio, tirandola leggermente indietro.
    «mh»
    E poi fece lo stesso con Jin, schiarendosi la voce. «mh?»
    ed abbassò lo sguardo sulle mani di Ptolemy avvolte ai fianchi di Sin. «ok» sopracciglia corrugate, labbra curvate verso il basso.
    Inappropriato come piaceva a lui.
    Sorrise, Gabe. Piatto, ma divertito.
    Prese la pistola e sparò un colpo ad un soldato apparso dal nulla.
    Avversario, sperava: che brutta figura, altrimenti.
    Rispose a Ptolemy, anche se la domanda non era stata rivolta a lui.
    «beh,» lingua a schioccare sul palato. «mort l’aveva detto che a scuola girava troppa droga»


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    gangst-uh




    1/8
    (4) DIFESA AOE NEFFI ( jane + may ): sposta
    (6) DIFESA AOE JD ( jane + may ): sposta
    ATTACCO ROCKET ( jd + jane ): spara


    CODICE
    <b>(7) DIFESA JD ( jd + sin )</b>:
    <b>ATTACCO FLORENCE  ( just + sin )</b>:

    <b>(18) DIFESA SIN  ( just + jd )</b>:
    <b>ATTACCO ROCKET  ( jd + jane )</b>:

    <b>(6) DIFESA JANE   ( sin + javi )</b>:
    <b>ATTACCO PETER ( javi + may )</b>:

    <b>(8) DIFESA HOLDEN  ( just + erisha )</b>:
    <b>ATTACCO GINA ( erisha + amaranth )</b>:

    LAMOVSKY
    <b>(6) DIFESA AOE JD  ( jane + may )</b>:
    <b>(6) DIFESA AOE SIN  ( javi + amaranth)</b>:
    <b>(6) DIFESA AOE AMARANTH (amaranth+erisha)</b>:
    <b>(4) DIFESA AOE NEFFI ( jane  + may )</b>:
     
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    Yeah, he said, and she said, yeah, they say a lot
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    «dio rifugio» non che ci fosse poi molto altro da dire.
    Posò il gomito sulla spalla di Wren, passando in rassegna con lo sguardo la foresta, il generale dell’esercito avversario in preda ad un attacco epilettico, ed infine sul Castello.
    La silhouette di Hogwarts lontana era forse la cosa che più gli interessava, in quel preciso momento.
    Non l’aveva mai definita casa, la scuola; non c’era la minima traccia di sentimentalismo negli occhi scuri del criocineta nel volersi assicurare che fosse il più irraggiungibile possibile da quella posizione, nel loro prendere tempo, ed ancora integra. Era fuggito da quel luogo non appena ne aveva avuto la possibilità, senza un minimo di nostalgia a fargli voltare il capo o a chiedergli di tornare sui propri passi; se, all’epoca come allora, lì dentro non ci fossero state delle persone alle quali avesse dato il proprio cuore, non si sarebbe posto poi troppi problemi ad essere uno di quelli che l’avrebbe rasa al suolo.
    Casa, per Justin, erano stati Hold, Check e Mood non appena erano entrati dentro casa; casa era stato Wren dal loro primo incontro. Non aveva il minimo legame affettivo con quel posto.
    Ma non poteva fare a meno di essere preoccupato che la guerra ci arrivasse, straripando dagli argini della Foresta Proibita e raggiungendo i suoi fratelli. Era il suo unico timore; l’unica cosa che gli interessasse davvero allo scoccare dell’ultima ora della battaglia – perché a morire era pronto, e farlo al fianco del proprio migliore amico un onore al quale entrambi si erano preparati un mese prima: ma se aveva scelto di scendere sul campo, era stato per salvare il salvabile, e proteggere ciò che amava.
    «sai,» indicò con la mano posata sull’Hastings il contorsionista, sinceramente ammirato dalle capacità circensi dell’uomo. «è come se avessi già vissuto questo momento.» e no, non si stava riferendo a quella volta che era per sbaglio entrato in camera di Hold al momento del suo risveglio – una scena affascinante ed orripilante al tempo stesso, incomprensibile ai più ed inspiegabile a chi non aveva avuto il piacere di assistere alla Beer che si svegliava. Era una sensazione più viscerale quella del Case; qualcosa che non era mai accaduto, ma che sembrava chiamarlo e desiderarlo.
    «forse sono soltanto in astinenza.» ed era vero, e Dio santo quanto avrebbe voluto farsi – era in bilico tra il collassare da un momento all’altro, complici anche le molteplici ferite ancora in fase di guarigione, ed il partire in modalità berserk contro la qualunque.
    Lo anticiparono.
    «ooooh ma subito alla testa?» si era allontanato da Wren il più in fretta possibile, afferrando Holden per un braccio e tirandolo via dal nunchaku volante: non gli pareva il caso di farlo andare subito in coma. Di nuovo.
    O di fare andare a fuoco tutta la Foresta. «ma porca puttana,» lanciò un getto di ghiaccio contro il lanciafiamme, confidando di congelare l’arma e le dita stesse tese sul grilletto. «capisco la guerra, ma se volete governare il mondo dovreste anche prendervene cura. e che cazzo per rafforzare l’enfasi, avrebbe anche dato un pugno al primo capitato lì a caso. «irrispettosi di merda.»
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    difesa holden: lo tira via
    difesa sin: congela il lanciafiamme
    attacco: pugno
     
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    Erisha Byrne
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    Made friends and lost them through the years
    And I've not seen the roaring fields in so long
    I know I've grown, but I can't wait to go home
    Che Erisha di sentisse, e si fosse sentita, un pesce fuor d’acqua per tutto il tempo in cui era stata lì, in guerra, a combattere ed aiutare, non era un caso.
    La scelta di essere lì non era stata sbagliata, ma non aveva la stessa verve di Neffi nell’affrontare le situazioni, o lo stesso coraggio dei suoi compagni di squadra: non dormiva più molto ormai, il sonno era tormentato da immagini poco piacevoli e lei non poteva far altro che attaccarsi a Nef per sperare che andassero via, spesso festava sveglia e leggeva , evitando così gli incubi ricorrenti.
    Era una debole? probabile
    non era di certo una grifondoro, questo era poco ma sicuro, il cappello parlante ci aveva visto più che giusto «Dovrei chiamarli?» chiese a neffi, chi? Giacomino, Ictus, sua madre
    No, decisamente, l’avrebbe fatto il giorno dopo, da sopravvissuta, se il fato le avesse dato occasione

    Anfibi fra il terriccio umido, quello stato d’angoscia che caratterizzava quella foresta, erano ad Hogwarts.
    quei sussurri, quell’aria tossica, aveva paura anche di respirare.
    e quando se lo trovarono davanti, pieno di sangue, una visione da far rovesciare le budella, Erisha, dopo aver scambiato uno sguardo con Ama e Neffi, decise di dissociarsi e passare alla modalità sopravvivenza come in Minecraft, assumendo la sua forma animale, dopo qualche ringhio prese la rincorsa cercando di buttare per terra Gina, in modo da non farle lanciare il nunchaku, poi cercò di morderla e lacerarle la carne, al sapore avrebbe pensato dopo; e fu proprio lei a correre in soccorso di ama cercando di spostarla dalla zona dove volavano più spore

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    Animagus
    18 y.o.

    TRASFORMATA IN PANTERA

    (7) DIFESA JD ( jd + sin ):
    ATTACCO FLORENCE ( just + sin ):

    (18) DIFESA SIN ( just + jd ):
    ATTACCO ROCKET ( jd + jane ):

    (6) DIFESA JANE ( sin + javi ):
    ATTACCO PETER ( javi + may ):

    (8) DIFESA HOLDEN ( just + erisha ):cerca di buttare per terra gina
    ATTACCO GINA ( erisha + amaranth ): morde cercando di strappare la carne

    LAMOVSKY
    (6) DIFESA AOE JD ( jane + may ):
    (6) DIFESA AOE SIN ( javi + amaranth):
    (6) DIFESA AOE AMARANTH (amaranth+erisha): la sposta
    (4) DIFESA AOE NEFFI ( jane + may ):
     
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    (7) DIFESA JD ( jd + sin ): 26 + 11 = 37 (+30)
    ATTACCO FLORENCE ( just + sin ): 21 + 18 + 30 = 69
    DIFESA: 14 (-55ps)

    (18) DIFESA SIN ( just + jd ): 1 + 9 = 10 (-8ps)
    il lanciafiamme non ti brucia vivo, ma ti ustiona il fianco.
    ATTACCO ROCKET ( jd + jane ): 23 + 17 = 40
    DIFESA: 23 (-17ps)

    (6) DIFESA JANE ( sin + javi ): 6 + 18 = 24 (+18)
    ATTACCO PETER ( javi + may ): 10 + 4 + 18 = 32
    DIFESA: 19 (-13ps)

    (8) DIFESA HOLDEN ( just + erisha ): 18 + 8 = 26 (+18)
    ATTACCO GINA ( erisha + amaranth ): 1 + 12 + 18 = 31
    DIFESA 4 (-27)

    (6) DIFESA AOE JD ( jane + may ): 3 + 1 = 4 (-2ps)
    rimani un po' intossicato dalle spore
    (6) DIFESA AOE SIN ( javi + amaranth ): 11 + 1 = 12
    (6) DIFESA AOE AMARANTH ( amaranth + erisha ): 3 + 20 = 23
    (4) DIFESA AOE NEFFI ( jane + may ): 13 + 3 = 16




    JD: Florence cerca di darti un pugno.
    SIN: Rocket ti lancia un collapse.
    JANE: Peter è ben intenzionato a squarciarti.
    HOLDEN: Gina ti sputa.
     
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    'cause even in the dark
    i feel your resistance.
    Di tanto in tanto, lo sguardo della Day saettava verso Lamovsky come richiamato dalla sua tetra oscurità, uno di quegli spettacoli abominevoli che non puoi non guardare, che sbirci tra le dita quando ti copri gli occhi. Inspirò violentemente, rumorosamente. Era come se a tratti il suo cervello le mandasse impulsi nervosi che le ricordavano che era un po' tutto una merda. Eppure. Eppure c'erano i suoi amici. E se non avesse visto l'alba di un altro giorno non le sarebbe dispiaciuto salutare il mondo al loro fianco, alla fine. Si rammaricava soltanto di non avere scritto qualche lettera strappalacrime a nessuno di loro, ché si diceva fosse il suo forte, anche se ci metteva troppe cancellature, anche se la sua grafia era sconclusionata come il suo carattere. Sapeva essere pragmatica, però, May Day, e parte del suo pragmatismo era mantenere alto lo spirito, scoccare una delle sue battute del cazzo per tirare su il morale al prossimo, per farlo arrabbiare per finta - che alla fine lo sapeva che la Nott se la prendeva per finta, pure se non se ne rendeva conto lei stessa. Era sempre stata una cosa che tendeva a fare, quella di punzecchiare, scherzare - a volte col fuoco -, ridere nei momenti meno opportuni, occhi negli occhi col pericolo. Aveva sempre detto che qui non si crepa piangendo. Si voltò piano, il naso arricciato, il machete sporco di sangue aggrappato alle dita di entrambe le mani, le lentiggini sul viso una costellazione di immaturità.
    «No».
    «Ahnnò?» ... «... però ci hai dovuto pensare». Le scoccò un occhiolino.
    «Non ricordo nulla di tutto ciò nell'addestramento».
    «Flair, amico mio». Ok May. «Nostro, ma anche loro». Insomma, quello lì stava convulsando (?) a mezz'aria in preda ad attacchi di glossolalia [il professore di comparate di holtz spiegava che una volta una paziente di freud si finse posseduta perché conosceva le lingue antiche. noi]. Se non è flair questo. Questi villain e i loro effetti speciali. Li voleva anche lei. Magari senza i demoni ecco.
    «Capisco la guerra, ma se volete governare il mondo dovreste anche prendervene cura».
    «Diglielo, cazzo, sai quanto costano le riparazioni ambientali?». Scosse la testa con disappunto - non che avesse grandi simpatie per i mangiamorte, ma parevano deluderla sempre di più.
    Strinse forte la bacchetta, puntandola allo stomaco del faunocineta. «Foramen!». Cercò poi di disarmare Terry da quel maledetto piede di porco con un expelliarmus prima che potesse colpire la Lovell, e rinfoderò la bacchetta per tenere meglio il machete. Come get some, motherfuckers. Le pupille saettavano scattanti a scandagliare l'aria per quelle maledette spore, qualora qualcuno avesse bisogno d'aiuto - si avvicinò a Veronica, attirandola a sé per la mano prima che potesse andarvi in contro. «È ovunque 'sta merda, dobbiamo stare attenti».
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    MACHETE
    REBEL





    SPOILER (click to view)
    ATTACCO Marius (May+Vero): incanto vuoto
    (8) DIFESA NEFFI ( Ama + May ): expelliarmus

    LAMOVSKY
    (2) DIFESA AOE VERONICA ( Veronica + May ): la sposta


    QUOTE
    (3) DIFESA MAY ( Neffi +Vero ):
    ATTACCO Marius (May+Vero):

    (8) DIFESA NEFFI ( Ama + May ):
    ATTACCO Terry ( Neffi + Ama ):


    LAMOVSKY
    (2) DIFESA AOE VERONICA ( Veronica + May ):
    (7) DIFESA AOE JANE ( Neffi + amaranth):
     
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    and i can go anywhere i want,
    anywhere i want,
    just not home.
    and you can aim for my heart,
    go for blood.
    Si era messa in posa per la foto di Gabe, mitra a tracolla e lo stesso sorriso furbo e adolescente che sfoggiava tutti gli anni per l'annuario scolastico. Tanto non le importava nulla di niente, no?
    No.
    Era stata zitta per tutto il tempo. A dire il vero, erano giorni che stava zitta, che non diceva più di una manciata di parole di circostanza, di qualche rassicurazione per i suoi migliori amici. Perché una volta che aveva scritto il proprio copione, si era obbligata a recitarlo dall'inizio all fine. E allora era quella forte. Quella che credeva troppo nella causa per lasciarsi sopraffare dalle emozioni, che in fondo non aveva niente da perdere. Se l'era chiesto più e più volte - a qualcuno sarebbe mancata? Si sarebbe notata la sua assenza per i corridoi di Hogwarts, se la scuola stessa fosse rimasta in piedi? Aveva paura della risposta più di ogni altra cosa. Più della morte, temeva l'oblio.
    Aveva abbracciato Kaz più forte del solito prima di separarsene, con la promessa che se fosse morto l'avrebbe ucciso lei. Con la testa appoggiata alla sua spalla era sicura che non avrebbe visto i suoi occhi velarsi di lacrime.
    Era rimasta sveglia insieme a Erisha a raccontarsi storie, a smezzare sigarette, oppure soltanto in silenzio, al suo fianco mentre lei leggeva, a scarabocchiare qualche parola per Azzy. Qualcuno gliel'avrebbe portata, alla fine. Era l'unico desiderio che aveva, se le cose fossero andate male - che quel foglio di carta arrivasse a sua sorella.
    Alla sua migliore amica aveva consigliato di sì, di chiamare casa. Non aveva insistito, però, quando aveva cambiato idea. Aveva annuito. Anche lei avrebbe fatto lo stesso. Avrebbe chiamato l'indomani, se il sole fosse sorto anche per lei.
    La guardò trasformarsi con un sorriso sulle labbra che era diverso, era fiero e triste e silenzioso.
    Era preoccupata. Terrorizzata. Talmente da non lasciar trapelare nulla sul volto, e piano piano estrarre la bacchetta dalla fondina e tenerla nella mancina muovendosi a piccoli passi, gli occhi fissi su Lamovsky e i suoi movimenti spasmodici e innaturali. Si forzò a spostarli, a concedere un cenno del capo al generale che l'aveva appena difesa. E si sentì di ricambiare il favore, castando un incantesimo claustro sul corvo che, gestito dal faunocineta, stava per scagliarlesi contro. Sollevò la mitragliatrice puntandola allo stomaco di Terry, e sparò. «Fai attenzione, Gabe!», avvertì l'ex cheerleader come aveva fatto con lei, perché si spostasse dall'abbraccio velenoso delle spore.

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    MATRICOLA
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    NEUTRAL-ish




    (3) DIFESA MAY ( Neffi +Vero ): incantesimo claustro sul corvo
    ATTACCO Terry ( Neffi + Ama ): spara (4 colpi)

    LAMOVSKY
    (7) DIFESA AOE JANE ( Neffi + Amaranth): l'avverte


    CITAZIONE
    (3) DIFESA MAY ( Neffi +Vero ):
    ATTACCO Marius (May+Vero):

    (8) DIFESA NEFFI ( Ama + May ):
    ATTACCO Terry ( Neffi + Ama ):


    LAMOVSKY
    (2) DIFESA AOE VERONICA ( Veronica + May ):
    (7) DIFESA AOE JANE ( Neffi + amaranth):

    PROIETTILI: 76/80
     
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    «Ahnnò?» ... «... però ci hai dovuto pensare».
    Mh? Ah, ce l'aveva con lei. Ancora.
    Alzò gli occhi al cielo scuotendo appena la testa già esaurita da quello scambio che lo sapeva, se avesse risposto avrebbe continuato all'infinito, quindi saggiamente decise di farle credere quello che voleva.
    Se non fosse che stava camminando, avrebbe pure incrociato le braccia offesa, l'adulta.
    Non era nuova alla particolare magia animagus, Amaranth, ma si sorprese lo stesso nell' osservare la naturalezza con la quale Erisha abbandonò le vesti da essere umano per trasformarsi in una elegante pantera. Non se l'aspettava guarda che faccia!
    Ammorbidì per un momento lo sguardo mentre la seguiva con gli occhi giusto il tempo di vederla alla prese con Gina e tornò ad agitare la bacchetta contro le spore prima che la nostalgia prendesse il sopravvento.
    Fu grata al gattone gigante che le fece schivare le spore in arrivo, rubandogli anche una carezza sul dorso che poteva tranquillamente passare come un contatto obbligato, visto la vicinanza.
    «Grazie.» sussurrò in direzione del felino, prima di prendere di mira Terry ed il piede di porto che voleva finire su Neffi, altra storica del team Mykonos; ergo, proprio intoccabile.
    Chissà se anche i dadi saranno d'accordo con Amaranth o critterà negativo. Scopriamolo.
    La bacchetta puntava l'arma di metallo che se tutto fosse andato bene sarebbe sfuggita dalle mani della donna. Continuando il movimento, la mora avrebbe provato a scaraventare lontano da Neffi l'avversario.
    Ora il problema era la difesa dell'attacco ad Area di Jane, perché Jane non c'era. Quantomeno, non quella con la quale aveva combattuto al Colosseo.
    Storia strana, quella di Fergie, che probabilmente Ama manco sa bene quindi a posto così.
    Sicura che i tremila decibel di Neffi avrebbero raggiunto tranquillamente anche i soci a Stonehen (ciao Willa vinci tvb), accellerò semplicemente il processo tentando una leggera spintarella al ragazzino verso il centro della schiena, perché "sposta" is the new black e sta bene con qualsiasi difesa.
    Amaranth
    Nott
    Let start at the raimbow
    DeatheaterVs Abby31 y.o
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    i panic! at (a lot of places besides) the disco
    i see it, i like it, i want it, i got it



    <b>(3) DIFESA MAY ( Neffi +Vero ):
    ATTACCO Marius (May+Vero):

    (8) DIFESA NEFFI ( Ama + May ): Expelliarmus
    ATTACCO Terry ( Neffi + Ama ): Everte Statim

    LAMOVSKY
    (2) DIFESA AOE VERONICA ( Veronica + May ):
    (7) DIFESA AOE JANE ( Neffi + amaranth): lo sposta


    Edited by °shut up - 24/5/2023, 01:59
     
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    Una battaglia che si preannunciava difficile, complessa per tutti. Anche se Veronica aveva recuperato i suoi genitori 1 e 2, alla fine della fiera erano tutti estremamente in pericolo e la collaborazione era essenziale. Era essenziale non morire, perché ora più che mai Veronica voleva tornare a casa da suo padre, dirgli che aveva combattuto anche lei per la libertà, che si era fatta degli amici e aveva conosciuto persone importanti all'interno della Ribellione. Era felice, orgogliosa di essere lì ma era anche molto spaventata. Dunque non c'era da stupirsi che nel momento in cui May Day la sposta, per evitare che venisse tranciata, Veronica è sollevata ed enuncia un sempreverdissimo « Protego! » in modo che la lama si scontri su qualcosa di duro eventualmente.
    « Per citare un famoso film, escono dalle fottute pareti. » e qui la biondissima Mars sorride, un po' per stemperare quella tensione sempre crescente, un po' perché lei aveva disperatamente bisogno di fare una battuta stupida.
    Perché era tesa e si notava benissimo.
    E a sua volta, Veronica difende May con un « Pietrificus Totalus! » che cerca di far schiantare contro il nemico in modo che non si muova e successivamente, lancia contro Marius un potente (si spera) « Stupeficium! » in modo che potesse ricordarsi di chi comanderà veramente lì.
    Si spera ovviamente.
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    (3) DIFESA MAY ( Neffi +Vero ): Pietrificus Totalus, le statue ci piacciono
    ATTACCO Marius (May+Vero): Stupeficium


    LAMOVSKY
    (2) DIFESA AOE VERONICA ( Veronica + May ): ProtegoH

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    (3) DIFESA MAY ( Neffi +Vero ): 10 + 5 = 15 (+12)
    ATTACCO Marius (May+Vero): 9 + 10 + 12 = 31
    DIFESA: 4 (-27ps)

    (8) DIFESA NEFFI ( Ama + May ): 2 + 6 = 8
    ATTACCO Terry ( Neffi + Ama ): 4 + 4 = 8
    DIFESA: 4 (-4ps)

    LAMOVSKY
    (2) DIFESA AOE VERONICA ( Veronica + May ): 3 + 6 = 9
    (7) DIFESA AOE JANE ( Neffi + amaranth): 9 + 8 = 17




    NEFFI: Terry vuole darti una capocciata.
    MAY: Marius afferra il cacciavite e prova un affondo nello stomaco.
     
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119 replies since 23/5/2023, 15:00   2001 views
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