contro: colosseo

Non era così che si era immaginata il suo viaggio a Roma.
Non che si fosse mai dilettata nel sognare di visitare la capitale italiana, in effetti. Non poteva dirsi delusa: trovava il profilo della città in fiamme suggestivo ed aulico, Jane Gabriel Darko, soldato di una guerra nella quale era entrata per noia e principio - le stesse motivazioni che l'avevano spinta a prendere i pom pom per tifare Corvonero ai tempi di Hogwarts, paragone che non faceva onore ai suoi ideali ma non lo rendeva meno onesto. Aveva delle motivazioni per essere lì, l'elettrocineta, ma non cause radicate quanto quelle che vibravano fra i denti dei suoi commilitoni.
In quelle settimane, li aveva osservati. Aveva preso, fisicamente e mentalmente, appunti, cercando di capire cosa ne animasse lo sguardo e quale fiotto di adrenalina li spingesse a sollevare le armi anche quando stanchi e senza forze. Si era guardata allo specchio, Jane, chiedendosi se potesse fare lo stesso.
Si era risposta di sì. Mente su cuore, sempre, perchè la Darko non era una sentimentale, e non avrebbe iniziato in guerra. Logica su passione, perchè intanto non era davvero il suo mondo - della sua vita da babbano, non aveva memorie . Era solo una testa di cazzo a cui non piaceva sentirsi dire cosa fare, portata d'indole a non seguire il flusso perchè non le andava. Aveva valutato l'opzione di rimanere a casa a farsi gli affari propri, mento poggiato sul palmo mentre dipingeva una caotica New Hovel sotto attacco, ma le era sembrata un'ottima esperienza formativa quella al fronte. Due settimane in cui aveva fatto il minimo indispensabile per sopravvivere e permettere ai compagni di fare lo stesso, senza spingersi troppo oltre - non le interessava così tanto, dopotutto.
Fitz era stata estasiata al discorso di Abbadon. Jane l'aveva guardata senza capirla, pigro occhi blu a cercare nell'espressione della medium qualcosa che trovò e non comprese comunque. Non aveva mai sentito quel senso di inferiorità, Jane, e non pensava le spettasse proprio un cazzo che non si fosse guadagnata (cosa che non faceva per mera pigrizia, tra l'altro) quindi si era stretta nelle spalle, abbozzando un sorriso ed un «mh» con cui aveva liquidato la scintilla nello sguardo di Nikita. Ed Eugene Jackson.
Jane era rimasta a guardarli e basta, neutra, rotolando il denso fumo del sigaro sulla lingua. Aveva soffiato un cerchio di fumo, e scelto di morire per qualcosa in cui non credeva perchè le andava così.
«wow. plot twist» la voce dell'elettrocineta era ferma e statica, il più vago dei sorrisi a sollevare un angolo della bocca. Oh, ma quante probabilità c'erano che su tutto il mondo, tutto il mondo!, a loro capitassero proprio le puttanelle di Abbadon britanniche? Ma dai. Ma dai. Non poteva non trovarlo ironico e crudelmente divertente. Spostò attenta gli occhi sui compagni, soffermando fredde iridi azzurre sull'ombrocineta. Battè le ciglia corvine, rimbalzando la propria attenzione dagli uni all'altra.
«beh. per niente strano» tamburellò le dita sulla canna della pistola, la lingua a scivolare sull'arcata superiore dei denti. Sollevò l'arma verso una delle donnine, ed esitò prima di premere il grilletto. NOn perchè avesse rimorsi di coscienza, quando mai, ma per capire se ci fosse...qualcuno, lì dentro. Un qualche tipo di coscienza o resistenza. Avrebbe sparato comunque, eh, ma che cazzo voleva con le sue palle di fuoco - a nessuno piacevano le palle, ugh - ma la sua era curiosità scientifica. Ed era prontissima a gaslightare Maddalena dicendole che un uccellino le avesse detto che a Parigi erano stati allucinati per ore a combattere gente inesistente.
Era pure vero.
«chissà come funziona» tentò di afferrare Alec, sopracciglia corrugate nell'affondare le dita sulla sua spalla. Una scintilla, e non aveva bisogno di molto altro - scossa, e la accendeva pure! «qualcuno di voi è mai morto e tornato in vita?» spostò interrogativi occhi chiari sui compagni. Boh, le sembrava una info importante.
Non era vero, voleva solo farsi i cazzi loro. sips

I guanti erano ancora puliti, morbidi abbastanza da consentirle di scrocchiarsi le dita, passarsi le mani sul volto troppo stanco. Aveva dormito poco e aiutato molto, ignorato le proteste dei muscoli indolenziti per prendere in braccio bambini e metterli a dormire. Si creava del tempo per raccontargli le storie, ogni tanto, storie di un mondo dove la guerra non c'era e potevano tornare a scuola a lamentarsi e a scambiarsi le figurine con gli amici al banco.
I ribellini del suo nuovo gruppo erano proprio questo: ini. Poco più che ragazzi. Il suo istinto di protezione iniziava a farle male al cuore ad ogni passo che muoveva, il machete davanti a sé per far loro strada prima che potessero farsi male o incappare in qualche ospite indesiderato. Come quelli che gli si pararono davanti al Colosseo. Che culo. Ormai una frase al neon che lampeggiava dietro agli occhi del generale.
«Stupeficium» bitch - la bacchetta allungata verso Claudius e gli occhi di chi vorrebbe ammazzarti due volte.
«Qualcuno di voi è mai morto e tornato in vita?»
«Non ancora» ... «... la prova non la farei, non sono messi tanto bene». Alzò le spalle. Ma in effetti lei, con le occhiaie fino alle guance, non era messa poi molto meglio - non dormiva da giorni per lavorare, fare strategia, aiutare. E pane e sigarette non erano una dieta bilanciata, le avevano detto.
Avrebbe approfittato del rincoglionimento momentaneo di Claudius per avvicinarsi e colpirlo col machete, ripetutamente.

Non era neanche sorpresa di vederli, purtroppo, ma non era meno doloroso.
Inspirò piano, Mads, espirò, la pistola ancora non puntata avanti a sé eppure la sicura già tolta. I suoi occhi studiarono i visi conosciuti, cercarono il segno che fosse un'allucinazione - come qualcuno aveva raccontato di aver dovuto affrontare... ma era una speranza vana in cui non credeva davvero. Non aveva mai avuto dubbi che le Ombre di Abbadon avrebbero combattuto al suo fianco, dal primo giorno era sempre stata solo questione non di se, ma di quando li avrebbe dovuti affrontare.
Nemmeno ci pensò di chiedere a Yelena di arrendersi, di ricordare a Claudius che i suoi fratelli lo aspettavano a casa da mesi e quella guerra non avrebbe aiutato nessuno: o non potevano o non volevano andarsene, altrimenti nelle ultime settimane lo avrebbero fatto.
«Speravo di rivederci in altre circostanze» commentò in russo guardando Yelena, una volta incrociati e loro sguardi quando le ebbero viste, e prima che i compagni potessero pensare male, spiegò rapida in inglese: «Conosco qualcuno di loro» Non disse loro che erano i resuscitati di dicembre: magari lo sapevano perchè li conoscevano, perchè ne avevano sentito parlare, perchè c'erano state alla famosa festa voluta da Abbadon anni prima, perchè nella resistenza avevano i loro fascicoli per tenerli d'occhio... Non era importante, in ogni caso.
«Qualcuno di voi è mai morto e tornato in vita?»
«Non ancora... la prova non la farei, non sono messi tanto bene»
Sorrise leggermente.
Eh, neanche lei. sia del morire, che del non voler rischiare di farlo.
Correndo in direzione di Jane e della ragazza bionda, Eloide, avrebbe usato il suo potere per cercare di creare disagio in quest'ultima prima che potesse attaccare, soffocandola con le ombre, e notando poi Maddy presa di mira, avrebbe sparato un proiettile verso Claudius.
Tanto non gli era mai stato troppo simpatico.

Lanciò uno sguardo alla Nott. Non la conosceva.
Purtroppo, in una situazione del genere non conoscere voleva dire dubitare. Tirò una smorfia che era come un sorriso, però. Per certi versi, la frase che il nemico del mio nemico è mio amico ogni tanto le risuonava in testa come vera. Altre volte no.
In quel momento, nonostante gli eventuali dubbi, di tempo per non fidarsi non ne aveva. E allora decise di farlo. «Hey tu!» Claudius «Gravedinem». Insomma, dopo aver cercato di distrarlo dal braccio di Maddy, tentò di farlo crepare male.
Una volta si spera scampata la palla di fuoco di Manon corse a rotta di collo verso di lei per schiantarlesi contro col machete, cercando di ferirla all'altezza del cuore.

Willa aveva deciso di chiudere gli occhi.
Solo metaforicamente, certo, altrimenti non avrebbe potuto colpire i nemici — appunto, i nemici. Si ripeteva che fossero solo quello, niente di più; non visi già conosciuti, anime compiante anni prima, amici perduti.
Voleva non pensarci — perché poi altre domande si sarebbero susseguite le une alle altre: anche Erin stava combattendo quella guerra senza avere possibilità di scegliere? E Stiles? E Swing, e il professor Quinn? Quanti dei caduti di giugno stavano alzando le armi contro amici e parenti, in quello stesso momento, spinti da ordini altrui e senza poter scegliere liberamente?
(Quanti altri amici e parenti schierati dalla parte sbagliata avrebbe dovuto incontrare, Willa, prima che quello stupido conflitto giungesse al termine?)
Cercò di non pensarci, e di redirigere tutta la sua stanchezza, e la frustrazione, e la rabbia, nello scontro; sapeva non fosse colpa loro, ma non era nemmeno colpa di Willa. Lei faceva quel che poteva per salvare la pelle dei suoi compagni.
E, a quel proposito, usò un «protego» verso Jane per deviare l'incantesimo di Eloide, e subito dopo usò un «expulso» per attaccare la bionda: davvero, non voleva ucciderli ma lo avrebbe fatto senza problemi, più avanti, se fosse stato strettamente necessario.


«smash»

Lo sguardo della ragazza bionda si era fatto vacuo, e la sicurezza di Mads vacillò.
"Sono solo burattini". Questo era molto peggio di quanto aveva pensato, immaginando Floyd, Erin, e compagnia più che altro brainwashati, e convinti di star facendo una cosa giusta. Con le ragioni di Abbadon, magari, ma almeno in sè.
Si morse l'interno della guancia, puntando gli occhi dalla bionda a Jane, e tornando poi sul combattimento. Avrebbe voluto dire a Jane che poteva prendersi una pausa, che aveva delle caramelle per il dolore, che poteva trascinarla in un varco oscuro e nasconderla dietro delle pietre per qualche minuto, se ne aveva bisogno-
«ничего личного, Ритка» Si voltò di scatto verso Yelana, occhi sbarrati e fiato a morirle in gola. La sorpresa iniziale le diede uno svantaggio, ma provò ugualmente a buttarsi a terra quando sentì il rumore dello sparo, e ancora a terra cercò di manipolare l'ombra di yelena per afferrarla con dei tentacoli oscuri, per stringerle le braccia al petto (e fermarla; o stritolarla, punti di vista).
«Combatti volontariamente?» domandò sinceramente, perchè adesso era confusa.
Cambiava qualcosa ai fini del combattimento? Forse. Poteva cercare di farla rinsavire in uno dei casi. Doveva solo capire quale.
Puntò la pistola, e sparò- contro Alec. Aveva i suoi preferiti da cercare di far rinsavire, ok?