pro: casa de la moneda

Fitz
stava
vibrando.
Aveva stilato una lista di cose da fare durante quella guerra, desideri che doveva solo trovare il momento di attuare come uccidere qualcuno dopo (durante?) un limone, e altri che non era certa si sarebbero realizzati come trovare fra i rivali un vecchio amico d'infanzia che le avrebbe confessato di amarla da tutta la vita e sarebbe morto fra le sue braccia (difficile da realizzare in quanto, beh, non aveva molti amicizia d'infanzia).
Ma quello?
Ma Edward Moonarie? Combattere al fianco di suo padre biologico??
Superava ogni sua più rosea aspettativa.
Fosse stata un'attrice peggiore, sarebbe stata a fissarlo palesemente tutto il tempo del viaggio fino alla casa de papel - invece si limitò a lanciare occhiate veloci, sorrisi di cortesia di una ragazzina qualunque che è felice di vedere il viso amico del suo gelataio di fiducia.
Era l'occasione perfetta per dirgli che era sua figlia. Certo, rovinava un po' il piano iniziale, ma sarebbe stato più facile trovare un momento drammatico in cui raccontargli la verità lì (in punto di morte magari!! sperava di non doverlo quasi uccidere lei per poter piangere al suo capezzale-...), piuttosto che trovare altri due donatori di sperma carini e carismatici, possibilmente gay o bi (così si sarebbero innamorati fra loro), qualcun altro disposto a sposarla, e organizzare un matrimonio da zero in Grecia.
C'era un problema, purtroppo.
«booooosss!!! lo stiamo per fare? davvero? rapiniamo la zecca di spagna?»
E si chiamava [looks at smudged writing on hand] swailili jakit o qualcosa del genere.
Fitz strinse gli occhi osservandolo.
Swag (perchè sì in realtà lo conosceva e gli piaceva pure, ma non in quel preciso momento; era nella sua "figlia gelosa di eddie" era) era tipo... il toyboy del moonarie, o lo vedeva più come figura paterna? Era il patrigno di fitz, o suo fratellastro? (spoiler: somehow fratellastro perchè è figlio di dick mindblow)
bla bla bla ragazzetto che parla e che muore a nessuno interessa non è lui il protagonista della storia, torniamo a Fitz, Swag e Eddie.
«lo conoscevo, lavorava per Leroy Merlin. spero che possa trovare pace nel magazzino degli articoli restituiti» sì però dannazione swag- «ci finirai anche tu se non ti sbrighi a convertirti, b-b-b-barbie» non puoi essere simpatico stiamo cercando di capire come va sta sceneggiatura. Ma poi era fuori come un balcone aiutooo ma come faceva a non volergli bene hhhhh enemies to brothers?
Ci poteva lavorare.
"All'inizio sono gelosa di lui, faccio la tsundere, poi il suo senso dell'umorismo inizia a fare breccia nel mio cuore- oddio, se mi prendessi uNa CoTtA PeR lUi?!?!?" «Oh, è una festa?»
...
no impossibile prendersi una cotta per swag con lì corvina «sei tu la torta?»
(reggie: «Ma CoMe FlIrTi?!?»)
comunque.
riproviamo.
"All'inizio sono gelosa di lui, faccio la tsundere, poi il suo senso dell'umorismo inizia a sciogliermi. Ma ancora sono gelosa del rapporto che ha con Eddie, perchè dovrei essere io la sua priorità. Diventiamo amici, dico a Swag la verità, lui è sconvolto, offeso even perchè non l'ho detto. Lo dice a Eddie, il quale reagisce male perchè non mi vuole- drama, piantini, dolore, in punto di morte Eddie mi dice che ho gli occhi della modella sulla rivista porno della clinica-"
Vabbè ci poteva lavorare ancora.
Fece scrocchiare le dita, guardandosi in giro mentre indietreggiava di un paio di passi, guardando uno dei Rivoluzionari negli occhi.
«grazie delle munizioni» sorrise, e muovendo la mano per creare effetto avrebbe cercato di risvegliare uno dei cadaveri dei soldati a terra. Soldati? Rivoluzionari? Vabbè, da morti erano tutti utili come scudi umani - e fu proprio così che avrebbe provato a usare quel primo zombie, facendolo gettare di fronte a Eddie per beccarsi lo sparo, e voltandosi poi verso l'uomo sorridendo entusiasta-
«ah già devo anche attaccare» disse, e schioccò le dita.
Lo zombie si sarebbe lanciato in avanti per cercare prima di mordere al collo uno dei Rivoltosi, e poi di strozzare il soldato che aveva sparato a Eddie.
Chissà se il suo piccolo zombie era uno degli amici dei rivoltosi!! Oddio!!!!! DRAMA!!! «Ha un nome?» indicò il suo zombie continuando a fissare L'uomo con la x sul petto. «sennò glielo do io» pareva rude continuare a chiamarlo zombie, era pur sempre uno scudo umano.

Edward Moonarie non era nato per la guerra.
rompere il cazzo alla gente? un pro.
fare del male al prossimo senza avere rimorsi? all day, son.
ma prendere ordini? seGUIre dELle reGOLe?!?! yikes. in un esercito regolare gli avrebbero sparato in mezzo agli occhi senza nemmeno attendere il calar della notte, probabilmente per paura (legittima) che superata una certa ora diventasse come i gremlin e magari anche immortale. con un rogo, forse, sarebbero stati tutti più tranquilli, perché niente purificava più di una bella grigliata di mezzanotte tra macerie e bombe e cadaveri.
ma quello non era un esercito qualunque.
chi lo guidava, tirando i fili delle marionette che ci avevano preso parte, non era un generale qualunque (era mort — cit.): in mezzo a quel circo degli orrori Eddie non spiccava tanto come faceva nella vita di tutti i giorni, quando i cani ululavano al suo passaggio e i bambini scoppiavano (come i loro palloni bucati) a piangere nascosti dietro le gonne delle mamme. con la polvere sul viso a mescolarsi insieme al sangue, 64 punti salute e una sigaretta a consumarsi appoggiata tra le labbra, Edward Moonarie stava letteralmente vivendo il sogno.
e l'incubo di Barbie, tutto insieme.
«lo stiamo per fare? davvero?» ah, I ragazzini — spense il mozzicone sotto la suola dello scarponcino, allungando la mano libera per arruffare i capelli scuri dello svervegese «una cosa alla volta, swaggino. prima il piacere e poi il dovere» e non era davvero il caso che qualcuno chiedesse a Eddie di elaborare; qualunque cosa fosse il piacere per uno come il Moonarie era meglio che rimanesse un segreto tra lui e satana «qui abbiamo una missione, ricordi?» quale fosse, poco importava. di sicuro ne avevano una. difficile fosse la stessa di tutti gli altri, ma finché non se ne faceva parola, potevano continuare a credere di essere tutti sulla stessa barca: tanto alla fine ognuno aveva il suo au in cui vivere, e Edward non faceva eccezione.
superò unimpressed il ragazzino morto, rigirandosi il coltello a serramanico nella mano destra, la lama sempre ad un millimetro dal tagliargli il palmo; di nuovo: aveva ancora il segno della ferita autoinferta due settimane prima, un filo rosso come il destino a legare Eddie a Swag e Swag a Eddie. per sempre «VAI BARBIE PALLEGGIALO» andava bene anche guardare lo special mentre veniva lanciato e ripreso come uno yo-yo, se a farlo era Barnaby Jagger. dopo tutto, anche il Moonarie aveva delle priorità: dick, barbie, swag, mads, posh, whoever the fuck are gli altri. alcuni nemmeno li conosceva ancora (bee), intrappolati senza saperlo in un destino dal quale non potevano sfuggire.
forse sarebbe stato così anche per fitz, se solo la ragazza avesse deciso di fare la sua revelation.
il problema era che con eddie non si poteva mai sapere quale sarebbe stata la sua reazione — surprise.
e niente poi un tizio gli puntò contro la pistola.
cioè proprio così, a brucio, senza nemmeno menargliela davanti un po'; tbh, Edward si sentiva sia offeso che ammirato, in percentuali ancora da verificare.
«dai.» allargò leggermente le gambe, tenendo le braccia distese verso il basso, davanti a sé; e gli sorrise, a Berlino ( il cui cielo non sembrava così azzurro come diceva il buon Civoli), con tutti quei dentini aguzzi a puntare da sotto le labbra «viecce» voleva davvero farsi sparare di proposito? beh ma altrimenti dov'era il divertimento scusate.
il punto era farlo con stile.
tipo:

quasi un rituale, nel suo muoversi in modo perfettamente sincronizzato (Cristo mi è partita dove si balla ed è perfetta aiuto non ne sbaglia una), perfetto per confondere l'avversario. serviva ad evitare il proiettile? probabilmente no, ma almeno era inquietante. un po come il cadaverino riesumato da fitz, che gli si parò davanti: aww, ma lo stava mica difendendo?
stava anche un po bloccando la visuale (I'm the view) sullo spettacolo, ma Eddie sapeva lasciare andare; perdonare. hhhh. «ma almeno a te è piaciuto? guarda che se canti una qualunque canzone funziona comunque» disse, rivolgendosi all'infero, mentre sfilava la bacchetta dalla divisa (fighissima tra l'altro. cioè gli stava proprio bene, UN FIGURINO) e la puntava contro Berlinale (me l'ha corretto così e non ho la forza di cambiarlo) «angustis» un'unica parola, breve e decisa; la formula di un incantesimo dalle conseguenze interessanti.
«ehi, Fitzgerald!!!» urlò, poi, voltandosi verso la ragazza con la mano tenuta a coppa vicino alla bocca «puoi fargli fare il balletto?????» al cadavere, ovviamente.
se no poi gli toccava costringere Barbie in qualche modo, e il Jagger gli sembrava già abbastanza provato — bello de casa, meritava proprio che qualcuno gli saltasse sulla schiena come un koala.
e perché proprio Edward.
ne riparleremo.