contro: bryggen

Aveva diversi motivi per chiudersi in casa e rispettare il coprifuoco, e solo pochi — uno —, invece, per partire per chissà quale posto del mondo e rischiare la pelle.
Scommetteva che nella vita di un babbano di un paese ricco, o di un mago disinteressato, uno che non aveva deciso di far ruotare la sua persona intorno a un ideale ben preciso, quella scelta sarebbe stata semplicissima, e sarebbe bastato mettere scritto nero su bianco i pro e i contro e verificare che gli ultimi superavano di gran lunga i primi per decidere cosa fare.
Avrebbe potuto dedicarsi alla scrittura, allora, ed eventualmente avrebbe diminuito la durata delle passeggiate di Sherlock per non trovarsi in situazioni potenzialmente pericolose, e avrebbe potuto — voluto — crogiolarsi nel calore di un abbraccio e di un bacio dell'Huxley.
Sì, avrebbe potuto farlo.
Ma Holden aveva da tempo rinunciato a una vita semplice e basilare, le scelte scontate non esistevano nella sua vita, e sentiva sempre di più, invece, che il rischio stesse prendendo possesso della sua quotidianità — un po' di paura c'era, il tipico tentennamento delle grandi decisioni c'era stato, ma quella guerra era troppo importante, ed era un richiamo a cui il Collins non poteva resistere.
Non aveva avuto scelta, e suo malgrado aveva dovuto abbandonare il torpore di un contatto finalmente ritrovato con Ethan per il clima rigido norvegese. Non era entusiasta della location, ma non gli faceva nemmeno effetto — era stato addestrato bene, per anni, e quella era una missione: non doveva piacergli, doveva portarla a termine e dovevano liberare la città.
Easy peasy, no?
No, non era mai semplice, ma lanciando uno sguardo al resto della squadra si sentì almeno un po' sollevato a sapere che erano tutti come lui, che fossero preparati (più o meno), che fossero mossi dalle giuste ragioni, che fossero tutti maggioren- no, quello non era una rassicurazione che poteva farsi e lo sguardo indugiò un po' di più su Kaz, sentendo un moto di fierezza, ma anche un po' di spavento per quello che sarebbe potuto accadere, per le responsabilità che eventualmente, almeno anagraficamente, gli si chiedevano di prendere.
Li guardò uno ad uno e lo shift che avvenne nella sua mente in quel momento fu quasi automatico: ma sono nel gruppo giusto? Sì, probabilmente sì, e anche se fosse stato nel gruppo sbagliato ormai si trovava lì e doveva portare a termine quanto gli era stato ordinato. Eppure, non poteva fare a meno di pensare che visti così vicini si somigliassero incredibilmente tutti quanti — chiedergli se fossero una famiglia gli sembrava un po' razzista, ma non negava di averlo comunque pensato.

Strinse l'elsa della scimitarra e camminò lentamente, facendo attenzione a non calpestare la pozza di sangue più in là o il piede di una vittima poco più avanti, e così via per tutto il magnifico tour notturno — non gli piaceva, la notte era fatta per le tisane e la ricerca di parole che faticavano a essere messe giù, non alla caccia ai vampiri.
«no, nessun morso volontario, e soprattutto ricordate che non sono quelli delle fan fiction di efp» perché cedere sarebbe stato facile, e anche lui da grande fan aveva avuto la sua fascinazione per quelle creature da giovane, ma ormai la moda era passata, lui era cresciuto, e ora decisamente non voleva farsi succhiare, né il collo né nient'altro, da un vampiro.
Per questo anche se quel particolare vampiro aveva un nome fascinoso per il genere, appena l'ex grifondoro sentì la sua presa sulle spalle nel tentativo di tirarlo a terra, aveva alzato il gomito per provare a sferrargli una gomitata in pieno volto e liberarsi dalla sua morsa (e dal suo morso).
Pft, una mossa alla Gatti era veramente basilare, avrebbe dovuto fare di più per conquistarlo — anche perché a essere onesti gli facevano un po' senso.
Eh, JD? Sperava facessero seNso anche a lui, ms gli rivolse comunque un bombastic side eye preventivo, conoscendo i suoi kink (sì perché era ciatella e al QG certe voci girano I guess eddai). Giusto in tempo per posare lo sguardo sul coreano (uno dei tanti) e rendersi conto dell'attacco che stava per subire, e quindi provare a evitargli lo sfregio del suo bel faccino con un «incarceramus» per stringere il vampiro ed evitargli gli allungare la sua manicure sul viso di JD.
(Ho molto sonno)
Piroettò su se stesso, immagino, per girarsi e dare il viso al vampiro che prima stava attaccando proprio lui, per brandire la scimitarra con convinzione e provare a infilzarlo. Non era il tipico paletto di legno ma magari funzionava uguale.

«»
Momenti difficili per (alessia) Holden che vedeva crollare tutte le sue certezze adolescenziali da fan delle fan fiction sui vampiri, era molto disilluso dall'aspetto di Edward, dall'assenza di sbrilluccichii vari e da quella di lupi mannari, di partite di baseball e della musica dei Muse.
Eh vbb
Tanto valeva infilzarlo — lo infilzò, afammocc.
Ma Edward era come Tom Cruise, duro a morire, e lo tirò a sé per dargli una testata. Mmmh rude.
«ah, not my kind of kink» farsi dare le testate?! sì, e soprattutto farsi spaccare il naso. Sto scrivendo in considzuoni che voi umani non potete immaginare aiuto.
Per evitare la testata piegò la testa verso la spalla, poi cercò di mandare ko Eduardo affondando ancora di più la lama nel suo corpo e magari pure tagliandolo in due come un crash bandicoot qualunque.
La situazione era più complicata del previsto (cit alessia che scrive), i vampiri volevano proprio il loro sangue. Bombastic side eye di Holden «lo so che vuoi fartelo succhiare» il collo «ma anche meno» criminal offensive side eye.
Ma vedi tu se doveva fare il babysitter dei coreani arrapati che avevano un death wish molto forte, JD sei anche recidivo eddai.
«stupeficium» easy verso Vlad per difendere il ribelle e ora mi butto tra la folla ciao scusate