[oblinder] love how you build this, i'm gonna tear it down

Vorrei poter dire che Bertie non ci stava provando, ma sappiamo tutti che non è così. Lo stava facendo. Ci stava provando. Eccome se ci provava. Ma, come per le sue tecniche di seduzione, che, evidentemente, con Check non attecchivano (o forse, anzi, sicuramente il moro fingeva e, in realtà, soccombeva ogni secondo di più al suo fascino), anche tutto il resto non andava. Dagli incantesimi che provava a lanciare a, beh, lui stesso.
D’altronde, era Bertie, dunque cosa aspettarsi da lui se non la sua solita inutilità?
«e comunque non mi pare che tu ti stia impegnando molto» «Se non capisci nulla di strategia non è colpa mia.» In realtà si sentiva molto ferito, è ovvio, visto che May continuava a vanificare ogni sua mossa. Il suo incantesimo era stato a dir poco perfetto, ma la maledetta vi aveva risposto con qualcosa di letteralmente equivalente. «Prima o poi la smetteranno di avere tutto questo culo», sbuffò, rivolto più a sé stesso e un eventuale Euge che, dall’alto dei cieli, li stava sicuramente osservando. Lanciò però un’occhiata anche al Vibe, che sembrava chiedergli con una strana insistenza se volesse morire. In realtà sì, lo voleva come sempre, ma avrebbe preferito farlo in altro modo. Tipo fottendosi il fegato con l’alcol o i polmoni con il fumo. «Sinceramente vorrei morire per mia stessa mano, non per quella di due psicopatiche a caso come voi. E poi cosa credete di essere, il WITCH? Forse ad aria e terra ci arrivate, dopo fuoco e acqua, ma non riuscirete mai a imitare il cuore di Kandrakar! Sapete quanti cereali sottomarca vi dovete mangiare ancora per diventare come loro?»
Doveva proprio dare ragione a Check: avevano rotto il cazzo. «Faccelo vedere», lo esortò. «Volevo dire, faglielo.» Do you, Bertie? DO YOU? «Addirittura Squirtle? Un po’ di personalità, su! Mi sembra davvero di essere tornato a Hogwarts…» Sospirò teatrale e, ormai per nulla stupito, si ritrovò a barcollare (e a cadere? Kissà, #sandi illuminateci) sotto le spinte di Check. «Kinky…», sussurrò e, dopo essersi guardato intorno, puntò la bacchetta verso una giostra dai colori fluo, estremamente pacchiana e kitsch: «Depulso». Sarebbe riuscito a far finire i proiettili di giostra su May e June?
Sicuramente no, ma ci si prova.

I proiettili avevano centrato il bersaglio, alias May e June?
Sul serio?
Bertie non poteva crederci. Per cui, ovviamente, la sua espressione rimase immutata, totalmente deadpan come Roberta, Arianna, Alessandro ed Elisa quando hanno visto due Sare entrare in collisione (spoiler: quando tutte e tre le Sare saranno nello stesso posto, il mondo imploderà). «Almeno qualche scheggina negli occhi potevate beccarvela però, eh», trovò anzi il coraggio di lamentarsi, sempre, però, mantenendo la sua solita faccia da morto dentro (e fuori, dato il pallore di morte).
Essendo un po’ sordo, non sentì il primo commento di Check, ma il secondo gli arrivò forte e chiaro. «tua sorella» Gli si strinse il cuore al pensiero delle gemelle e, ancora di più, di Minnie. Gli mancavano da impazzire. E Minerva era già da due anni da qualche parte, in Spagna. Anzi, non da qualche parte. All’orfanotrofio. «Ti piacerebbe», sbottò di rimando, stranamente aggressivo per la sua normale mancanza di qualsiasi emozione, disprezzo a parte. Bertie voleva solo essere un po’ marpione amichevole, almeno per i suoi standard, e il Vibe-Mood, invece di ringraziarlo, lo insultava e, cosa ancora peggiore, insultava sua sorella.
«Mi sono davvero rotto il cazzo.»
Si era davvero rotto il cazzo.
Non letteralmente, certo, per ora, ma in tutti gli altri sensi sì. E Check faceva persino comunella con il nemico, invece di essere contento dell’efficacia delle sue capacità oratorie. «Plebei», sbuffò, giusto per rimanere in tema, spostandosi però dal mondo greco a quello latino. «Aridaje con quel coltellino.» Probabilmente il Vibe meritava di dissanguarsi, ma Bertie non aveva voglia di vomitare alla vista di tutto quel sangue. Era ora di far sparire una volta per tutte quel coltellino di merda. Glutinosus, pronunciò mentalmente, puntandovi contro la bacchetta. Un attimo dopo, però, cambiò idea e rotta: un giro a sinistra, due a destra e voilà: «Daggerliforns». Contro June? Contro Check? Chissà, dipende da cui dei due ha il kink più sviluppato per le armi da taglio.
«witch? conosco solo le Winx» «Mi sanguinano le orecchie. Lo vedi che faccio bene ad avere dei pregiudizi? Sei l’incarnazione dell’ignoranza. E del cattivo gusto. Le Winx! Ma ti senti quando parli? Anzi, no, facciamo così. Senti me parlare. Itero Frequentiam.»
Ebbene sì, May rischiava davvero grosso: da una parte la sordità al mondo esterno per mano di Check, dall’altra la voce di Bertie nella testa. A ripetizione.
Troppo bello.
Mio dio aiuto è un incubo.