[oblinder] la nostra storia che va a farsi benedire

Mai mettersi contro la rigida volontà dell’Oakes di ottenere qualcosa. Non amava molto le sfide, ma aveva una propensione particolare ai casi umani e la Motherfucka apparteneva proprio a quella categoria.
Senza contare che lo stava discriminando e giudicando semplicemente perché lo spermatozoo vincente conteneva il cromosoma Y e non per altri meriti o demeriti che andassero oltre la mera presenza di un pene.
Avrebbe voluto chiedere alla Serpeverde se fosse gelosa ma, per una volta, avrebbe fatto a meno di soddisfare questa sua curiosità. Senza contare che non era colpa sua se la ragazza avesse il Q.I. di una nocciolina… ovvero inesistente. Non che dovesse ringraziarlo per averle illuminato la giornata con quella perla di saggezza, ma almeno tenere la bocca chiusa per fare una bella figura.
Sospirò e levò gli occhi al cielo, rassegnato a doversi confrontare ancora – a lungo di questo passo - con quella bomba ad orologeria che aveva davanti e che, oltre a non essere propriamente sveglia, peccava anche in Strategia.
“Non ti chiedo chi insegna adesso Strategia a Hogwarts solo per rispetto di chi è dietro quella cattedra.” Davvero, Sorta, davvero? Prima gli diceva di stare lontano da lei, lui si allontanava, si accomodava sul bellissimo masso che c’era lì vicino e lei aveva la bellissima, brillante e insuperabile intuizione di avvicinarsi a lui e, soprattutto, di portarsi dietro i due avversari. Poteva evitare di essere coinvolto da quella situazione, e invece no.
Quindi, per il suo esclusivo bene, decise di innalzare una barriera di foglie per fa sì che Dargen ci si sbattesse contro, in modo tale da individuare l’eventuale suono di lui che ci va a sbattere contro e lanciargli contro un Rictusempra per farlo indietreggiare di alcuni metri, poi il solletico era solo un effetto collaterale, la situazione era già esilarante così.
Poi, perché era sempre l’adulto responsabile, provò a pietrificare Amico prima del terremoto e, poi, a fargli saltare la terra sotto i piedi con un bombarda maxima, per fargli capire che non è carino quando ti succede a te.

“Non ve la insegnano l’educazione in Serpeverde?” Chiese dopo un linguaggio detto di riflesso all’ennesimo impropero della studentessa. Apprezzava le persone che avevano una certa autostima e un’immagine alta di sé, ma qui si stava sfociando in superbia, arroganza, insolenza e, soprattutto, altissimi livelli di cafonaggine. Osservò la ragazza mentre si lanciava in un altro sproloquio da spacco qui e spacco lì che si concludeva, ancora una volta, con un nulla di fatto. I loro avversari stavano benissimo e la Motherfucka era alle prese con un eccesso di bile.
Sospirò davanti a quel chihuahua incazzoso e si passò una mano sugli occhi, esercitando un po’ di pressione sulle tempie perché, alla fine, gli era davvero venuto mal di testa, oltre al male di vivere. Davvero la Serpeverde col complesso di Napoleone pensava che dall’alto del suo metro e novanta sottovalutasse le persone di piccola statura? Si era davvero persa gli ultimi due anni dell’Oakes a Hogwarts perché, da ché ricordava, Viktor Dallaire aveva l’altezza perfetta per fargli… il solletico al pancino (malpensanti!) ed eccetto Beh, con cui condivideva la passione per i pali, anche i suoi amici non potevano vantare un elevato numero di centimetri di altezza. Hunter, a differenza della studentessa, non cadeva nel cliché che la stessa si aspettava, anzi. Aveva sempre apprezzato la determinazione del Pirocineta e la sua lealtà (a suo dire malriposta) nel Dumont, tanto da fargli sopportare atroci torture pur di non rivelare la sua posizione. Poi c’erano la dedizione e la passione di Mehan, l’esplosività di sua sorella e la dolcezza tenace di Nicky, tutti sopravvissuti ai sotterranei di Hogwarts quando Hogwarts era stata a combattere. Quindi no, non aveva mai sottovalutato nessuno e, anzi, aveva sempre osservato e fatto tesoro di ciò che facevano le persone che lo circondavano. Se Sorta Motherfucka avesse voluto la sua stima e il suo rispetto, grazie al suo atteggiamento sgradevole, la strada era tutta in salita. Eppure, le sembrava che la ragazza non volesse altro che continuare la sua scivolata verso il fondo della fossa, come una Leslie Knope qualunque.
Poi, a migliorare la situazione, arrivò la cavalleria.
“Oh signore.” Fu l’unica esclamazione alla Sergione nazionale – con tanto di accompagnamento con le mani - che si concesse quando sbucarono dal nulla i nuovi arrivati, mentre il cervello registrava un’unica domanda: perché? Perché Mac era con Mort? Cosa aveva fatto di male per meritarsi una tale sciagura? Forse più di una domanda, ma eh, ricordava il Serpeverde per il suo atteggiamento pacato, remissivo e accondiscendete. Un vero bijoux.
“Sai che ti dico?” A nessuno in particolare, era così confuso che poteva benissimo parlare da solo. “Che dopo questo ho il bisogno fisico di una bottiglia di Whiskey.” Possibilmente solo per lui, ma se gli altri volevo accompagnarlo, purché lo facessero in silenzio e senza saltarsi alla gola. Nel mentre, dato che Dargen aveva deciso di diventare una luce da discoteca, calandosi nuovamente gli occhiali da sole sugli occhi, si spostò sulla sua seduta improvvisata per mettersi esattamente dietro il magico duo delle Serpi per usarli come scudo e facendo così in modo che bloccassero i flash emanati dal lumocineta.
“Mac?!” Chiese sorpreso, dopo che il ragazzo aveva appena baciato… Mort??? – Sì, Meh lo teneva aggiornato sugli intrallazzi di Hogwarts, era una ciatella, FATEGLI CAUSA – “Tutto ok? Vuoi… parlarne? Ti sta minacciando? Sei sotto imperio? Dai, siediti qui, ti faccio un po’ di spazio.”
In tutto ciò, per ringraziarlo dei flash, lanciò contro Dargen un Monstrum

Hunter era: confuso.
Mango a dirlo, citando due saggi di cui uno allergico ai frutti erotici, che Mort aveva baciato di rimando Mac, rendendo all’Oakes ancora più complicato seguire il tutto mantenendo un’espressione neutra al posto di una decisamente più sorpresa e tendente allo shocked.
Una parte di sé, una volta che l’Hale aveva preso posto al suo fianco, voleva assicurarsi non avesse subito un forte trauma cranico, un oblivion o altri sortilegi oscuri, l’altra – quella più romantica e meno razionale – era in modalità: aaaawww un Mortino adorabile. Un ossimoro, certo, ma chi era lui per mettere i bastoni tra le ruote a quella neonata relazione!
“Meglio così.” Iniziò sollevato, prima di aggiungere “che non ti minacci o altro, ecco. Alla fine, penso tu abbia ragione: le persone bisogna conoscerle e andare oltre i pregiudizi.” Eh Sorta! Che non hai dato modo ad Hunter di brillare come solo la costellazione di Orione sa fare solo perché non ha un pene! “Sono contento che tu abbia trovato qualcuno che ti accetta letteralmente. Punto. per quello che sei.” Sapeva quanto fosse stato difficile per Mac all’inizio rapportarsi con gli altri ed era meravigliato degli enormi progressi che aveva fatto! Gli avevano raccontato che Mort bullizzava il Corvonero, ma a quanto pare era solo un modo contorto per attirare la sua attenzione e farsi notare, proprio come nelle FF che tanto piacevano ai Becky! Osservò il Rainey fare il Rainey per qualche secondo e fece evanescere la coroncina di fiori che Amico gli stava regalando, giusto per stare tranquillo non si pungesse, scoppiasse a piangere e tutta quella roba melodrammatica che piaceva tanto ai Serpeverde e ai Grifondoro quando qualcosa gli andava storto.
“Sono convinto possiate migliorarvi a vicenda. Le relazioni non servono proprio a questo? Certo, c’è tanto lavoro da fare…” soprattutto su Mort: non voleva dirlo ad alta voce, né offendere Mac per la sua povera scelta “… ma sono certo possiate farcela!” con tanto impegno e, soprattutto, con tanta, tanta, <i>tanta pazienza. Innalzò un muro di erba attorno a lui per fare in modo che i passerotti si schiantassero contro i rami della barriera e sorrise a Mac mentre una mano gli dava piccole pacche di incoraggiamento sulla gamba. “Non sarà facile, ma finché sarete l’uno al fianco dell’altro, andrà tutto bene.” E, per evitare di scivolare in ricordi dolorosi, recriminarsi colpe che non aveva commesso e farsi venir voglia di sbattere la testa contro un muro, si concentrò su Dargen che, sicuramente, si sentiva un po’ trascurato a causa dell’arrivo di Mac e voleva Hunter tutto per sé. Per accontentarlo, gli scagliò contro una maledizione Infirmatur.